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Autore: koorime    02/02/2011    0 recensioni
Raccolta di drabble scritte per il Platano Picchiatore, l'albero delle drabble stile malevolence.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nuovo rametto per il Platano

Nuovo rametto per il Platano!

Questa volta, però, il quadretto è legato alla mia storia Sirius Black e il suo piccolo problema peloso, ma credo sia abbastanza comprensibile anche senza aver letto la storia da cui nasce. ... credo.

La frase anche questa volta è di Ny ♥

 

Sirius, caparbio, la trattenne (Nykyo)

 

Severus ringhiò, esasperato, quando la figura baldanzosa apparve davanti a lui.

Si era rintanato ai margini della Foresta Nera, combattendo contro il freddo pungente di Gennaio, sperando così di essere lasciato in pace. Ma evidentemente, Merlino – o chi per lui – non voleva che ciò accadesse.

Quando il sacchetto fu lasciato ai suoi piedi, Severus gli diede solo una rapida occhiata, già conscio di cosa fosse e cosa contenesse.

 Topoghiacci.

Di nuovo. Come ogni giorno dall’incidente.

Scattò con gli occhi sul grosso cane nero fermo davanti a lui e aspettò, aggrottando le sopracciglia quando quello non si mosse. Di solito a questo punto quel maledetto se ne andava e lo liberava della sua presenza, invece quel giorno sembrava intenzionato ad aspettare. Merlino solo sapeva cosa.

Innervosito da quel cambio di copione, Severus raccattò le sue cose e si alzò, deciso ad andarsene, ma quando provò a fare un passo, sentì la stoffa della tunica impigliarsi e strapparsi. Si voltò, assottigliando gli occhi in due lamine nere.

-Lasciami.- sibilò, strattonando la veste.

Sirius, caparbio, la trattenne. Uggiolò, puntando le zampe nel terreno e scuotendo il muso, la stoffa che gemeva tra le sue zanne.

Severus gli scoccò l’ennesima occhiataccia. Per un attimo pensò di lasciare che gliela strappasse, ma sapeva che non avrebbe risolto nulla. Avrebbe solo spinto quel maledetto di Black ad afferrargli un altro lembo di veste. O la caviglia.

Quel pazzo testardo sarebbe stato capace di combattere fino alla morte contro di lui.

 Tanto c’era solo un modo per far sì che se ne andasse, lo sapeva.

Nell’esatto istante in cui, chinandosi, afferrò il sacchetto, Sirius lo lasciò andare; lo fissò scodinzolando, la lingua penzoloni , come fosse soddisfatto, e poi abbaiò.

Ci vediamo domani  sembrò dirgli, prima di voltarsi e correre via.

Severus sospirò, vinto, e strinse l’ennesimo pegno di scuse.

 

 

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