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Autore: Lady Yoritomo    10/02/2011    5 recensioni
Può l'odio per il proprio nemico mortale tramutarsi in amore? E può succedere dopo che si sacrifica la propria vita per ucciderlo? Jill Valentine non credeva possibile tutto questo, nel momento in cui si è buttata dalla finestra di Villa Spencer trascinando con sé Albert Wesker... ma lentamente, nel periodo trascorso alla mercé del suo aguzzino, si renderà conto che si sbagliava. E da quel momento in poi, il carceriere diventerà liberatore e quelli che aveva creduto suoi amici saranno i suoi nemici.
Ovviamente JillxWesker. OOC dopo un certo punto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Jill Valentine
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
"Thoughts after the leap - Jill"


Il vetro della finestra esplode in una miriade di frammenti che paiono restare immobili per alcuni secondi, il tempo necessario che mi ci vuole per stringerti all’altezza della vita e trascinarti giù con me. Con la coda dell’occhio vedo Chris, sgomento, che si massaggia con una mano la gola che prima gli stavi stringendo in una morsa mortale. Nei suoi occhi, lo stesso terrore che sento io nel mio cuore, ora che mi rendo conto di quello che ho appena fatto.
Mi sento come se stessi volando, ma so che è una sensazione che non durerà a lungo. Presto verrà lo schianto, la superficie dura e fangosa del terreno reclamerà la mia vita e, con essa, la tua, maledetto. Stavolta non puoi scappare, ti porterò all’altro mondo con me. Wesker, che tu possa soffrire per l’eternità le pene dell’inferno, una volta che ci saremo schiantati.
Sento la pioggia battere sul mio corpo e i frammenti della finestra che mi graffiano il volto, ma più di ogni altra cosa, è il battito del tuo cuore quello che percepisco oltre il pulsare furioso del mio: come fai ad essere ancora così calmo? Sei finito, dannazione. Non potrai più portare avanti i tuoi progetti da folle, né perseguitare Chris. Se con il mio sacrificio riuscirò a porre fine alle tue macchinazioni, lo faccio con piacere. Se so che con la mia morte riuscirò ad uccidere anche te, Wesker, sono pronta ad andarmene con gioia.
L’urlo del vento nelle mie orecchie è assordante e cancella dalla mia mente la maggior parte dei pensieri. Non ho più spazio per la paura o per la ragione: c’è solo l’odio che mi ha spinta a sacrificarmi trascinandoti con me giù da quella finestra. È l’odio che provo per te, traditore maledetto. È l’odio che posso provare solo dopo averti amato per tutto il tempo in cui sei stato dei nostri, finché non ci hai voltato le spalle, Wesker.
È per questo che mi stringo a te più saldamente, ex-capitano: non per paura, né per qualche vecchio sentimento di attrazione che ormai ho cancellato dal mio animo, ma per appesantire la tua caduta col mio corpo, per accorciare il tempo che mi separa dalla tua dipartita. Sento la pelle del tuo vestito scricchiolare sotto la presa delle mie mani, mentre le falde del tuo cappotto frustano violentemente l’aria. Chiudo gli occhi, che si sono riempiti di lacrime per il vento e per la disperazione. Stringo più forte e premo il viso contro alla tua schiena, in attesa dello schianto.
Stiamo ancora cadendo, quando sento che il tuo corpo muoversi sotto l’abbraccio in cui ti sto trattenendo: ti stai voltando verso di me? Sento che fai forza per liberarti dalla mia stretta, ma sono determinata a non lasciarti andare. Non stavolta. Eppure riesci a divincolarti… per un attimo le mie mani cercano nel vuoto un appiglio, poi sento un braccio dietro alla schiena che mi attira verso di te. Finisco schiacciata contro al tuo petto e le mie mani si aggrappano di nuovo alla tua giacca. Socchiudo un momento gli occhi, per vedere il tuo volto che non tradisce alcuna emozione. Sono stretta fra le tue braccia, mentre vedo la terra venirci incontro a velocità folle. Fra di esse sto per morire e l’ultima cosa che avrò visto prima di chiudere per sempre gli occhi sarà il tuo volto, il volto del mio peggior nemico. Ti odio anche per questo. Morirò odiandoti, spero che tu te ne renda conto, Wesker. E non sto troppo a chiedermi perché mi hai stretta a te in questa maniera che potrebbe essere protettiva, né perché tu sembri disposto a farmi scudo col tuo corpo nello schianto. Moriremo tutti e due, non m’importa se in un abbraccio che sembra quello di una coppia di innamorati piuttosto che quello di due nemici. Neanche i tuoi poteri ti salveranno, stavolta, Wesker.
Finalmente, lo schianto arriva. Alle mie orecchie è come il rombo di un tuono, seguito da un urto incredibile. Poi, il blackout. L’ultima cosa che sento è il principio di un dolore lancinante ovunque, unita al pulsare del tuo cuore, che ancora non ha perso un battito. Augurandomi che esso smetta presto di battere, mi abbandono all’oscurità prima che il dolore mi prenda.
La tua storia finisce qui, Albert Wesker.

  
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