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Autore: bluemary    27/02/2011    2 recensioni
La donna sollevò lo sguardo senza rispondere, rivelando gli occhi che fino a quel momento si erano rivolti altrove. Incapace di muoversi, la guardia la fissò sconvolto. L’iride nerissima era frammentata da piccoli lampi di grigio, come delle ferite che ne deturpavano l’armonia, donando al suo sguardo una sfumatura intensa quanto inquietante; ma era stato il centro stesso dell’occhio ad aver attratto da subito l’attenzione dell’uomo, che adesso la fissava quasi con terrore, le mani strette convulsamente alla lancia ed il respiro affannoso: al posto del nero della pupilla, si stagliava il bianco tipico degli Oscuri.
Cinque sovrani dai poteri straordinari, una ragazza alla ricerca della salvezza per una razza intera, un umano con la magia che sembra stare dalla parte sbagliata. Benvenuti su Sylune, una terra dove la speranza è bandita e dove gli ultimi uomini liberi lottano per non soccombere.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Capitolo 15: L’inizio dei giochi-

Un cielo senza nuvole si stagliava sopra la capitale del regno di Lotar, mentre i raggi sempre più rossi, appartenenti ad un sole ormai prossimo al tramonto, colpivano le ampie vetrate del castello, generando figure in cui luce ed ombra si divertivano ad intrecciarsi, rincorrendosi nei pesanti arazzi che decoravano l’intimo salotto dove si trovavano i due Oscuri.
Il mago si sedette, con un movimento composto che non tradiva in alcun modo il suo nervosismo, mentre guardava Sawhanna accomodarsi aggraziatamente di fronte a lui e tendeva la mente per percepirne i pensieri.
- Con quest'azione paleseremo a Daygon il nostro tradimento. Sei certa di voler proseguire?
Gli occhi determinati della donna incrociarono i suoi senza alcuna esitazione.
- Sono stanca di chinare il capo al suo cospetto. E' giunto il momento di mostrargli la nostra forza.
Lotar le sorrise.
- Allora sarà meglio cominciare subito.
Corrugò la fronte e chiuse gli occhi per accumulare la concentrazione necessaria a contattare la sua spia. Gli ci vollero pochi minuti per rintracciare la sua mente, percependo come al solito la massa confusa dei suoi pensieri: frammenti di emozioni, volti nascosti nella nebbia ed una sottile amarezza che si accompagnava a gran parte di quelle immagini; poi l’uomo si accorse della sua presenza nella propria testa, e tutto si dissolse nel suo saluto rispettoso.
- Preparati, entro un paio di giorni farò in modo di allontanare gran parte delle truppe di Daygon dal suo castello e allora dovrai agire. Sai quello che mi aspetto da te. - ordinò il mago, ignorando come al solito i convenevoli.
La spia attese un istante prima di replicare con l’unica risposta che gli fosse concessa.
- Sì, mio signore. - disse, dopo un attimo di esitazione che non sfuggì all’Oscuro.
- Non importa se verrai scoperto, non appena mi porterai la ragazza prenderai il posto a capo delle mie truppe.
- Come desiderate.
-E ricorda di proteggerla, dovesse costarti la vita. Non deve accaderle nulla di male.
Il soldato non replicò, lasciando che un silenzio profondo scendesse a suggellare il suo assenso.
- Non fallire, o sarà la tua città a pagare in tua vece. - minacciò Lotar, un attimo prima di annullare il contatto che univa le loro menti e riprendere coscienza dell'ambiente attorno a lui.
Durante tutta la conversazione, Sawhanna l'aveva fissato con uno scintillio da predatore negli occhi color delle tenebre, mentre le mani sul suo grembo si intrecciavano senza tregua, flettendo le dita affusolate nel tentativo di tenere a freno la voce dentro di lei che la incitava ad approfittare della vulnerabilità di quell’alleato con cui presto si sarebbe dovuta confrontare in una lotta all’ultimo sangue. Socchiuse le labbra, pregustando il momento dell’attacco, la sorpresa nel volto di Lotar e la propria inesorabile vittoria; si tese all’improvviso, come se la razionalità fosse stata sopraffatta dall’istinto e si stesse preparando a colpire, sinuosa e letale quanto una pantera, invece si limitò a reprimere quell'impulso con un movimento impercettibile del capo ed un sorriso leggero.
- Allora? - domandò in tono distratto, non appena lo vide riaprire gli occhi.
- Tra un paio di giorni l’Alher sarà nelle nostre mani.
L’Oscura annuì senza replicare.
- A cosa pensi, Sawhanna? - chiese il mago, sorpreso da quell’insolito silenzio.
- All’assurdità della nostra situazione. Uniti in una lotta contro i nostri stessi compagni, entrambi consapevoli dell’inevitabile, sanguinosa conclusione della nostra alleanza. Ironico, non trovi? - mormorò la sua voce carezzevole, mentre il buio del tardo pomeriggio cominciava ad avviluppare la sua figura e fondersi con i suoi capelli corvini.
L’uomo accese alcune candele con un movimento distratto della mano, senza distogliere gli occhi da lei.
- Già pensi al futuro? Abbiamo ancora un obiettivo di fronte a noi, che sancisce il nostro legame.
- Ed una volta raggiunto, Lotar? Sarai tu a sferrare il primo colpo che decreterà la fine della nostra alleanza o lascerai che sia io a cominciare?
- Pensi davvero che la lotta tra noi sia inevitabile?
Le labbra piene della maga si incurvarono verso l'alto, formando un sorriso sorpreso e velato di sprezzo, in risposta ad una replica che non si aspettava.
- Non ti credevo tanto debole da arrenderti a me senza combattere.
- Non sono come Ghedan, per quanto io ammiri le perfezioni della natura non ne sarò mai succube. Però saresti l'unica tra noi che mi dispiacerebbe uccidere - Lotar si interruppe, e per un secondo anche nella sua voce comparve la stessa nota ironica con cui Sawhanna plasmava le sue risposte - Sai, un mondo di soli umani sarebbe noioso.
Lei sorrise, con un lampo di crudeltà negli occhi scheggiati d'argento.
- Questa tua esitazione mi renderà più facile eliminarti.
Nonostante fosse consapevole della sincerità in quelle parole, l’Oscuro non mostrò alcun turbamento.
- Mi odi a tal punto, Sawhanna? - domandò in tono divertito.
- Amo il potere e la conquista.
- Forse Sylune non è abbastanza grande per due di noi?
La maga si irrigidì all’improvviso.
Gli lanciò un’occhiata intensa, quasi sospettosa, mentre ogni traccia di quella divertita schermaglia si spegneva nelle tenebre delle sue iridi screziate d’argento, rivelando un’espressione gelida. Fino a quel momento aveva accolto le repliche del compagno come semplici provocazioni, una divertente alternativa alla noia dell’attesa, solo con quell’ultima domanda, pronunciata con un tono appena più serio del solito, si era resa conto dell’implicita offerta di alleanza che il mago le stava proponendo.
- La nostra esistenza è votata alla solitudine, lo sai bene. - replicò seccamente.
- Proprio tu, Sawhanna, desideri un così triste destino? - le chiese Lotar, guardandola con attenzione.
L'aveva studiata a distanza per mesi, prima di sceglierla come compagna nella sua lotta contro il più forte di tutti loro e, quando i fili della loro alleanza si erano intrecciati in un legame tanto profondo da spingerli a rischiare assieme la vita, aveva continuato a sondare la reale natura di quella maga, più incarnazione della bellezza che donna, per coglierne l'essenza più profonda, il cuore pulsante ed indifeso nascosto da quelle spine nere di ghiaccio ed ironia. Aveva trascorso intere giornate semplicemente a riflettere, in cerca di una crepa nella sua sicurezza, un’imperfezione che gli permettesse di ottenere un vantaggio su di lei, ed infine i suoi sforzi erano stati premiati.
Incrociò gli occhi della maga, che lo stavano scrutando senza nascondere l’irritazione e l’ostilità per la sua domanda.
- Che cosa vorresti insinuare?
L’uomo accennò un sorriso, soddisfatto dell’impercettibile nota preoccupata presente nella risposta sferzante della compagna.
- L’isolamento non ti si addice. Tu desideri la compagnia, l’ammirazione di chi ti circonda, il calore di un abbraccio.
- Io sono un’Oscura, te ne sei forse dimenticato? Non ho tali debolezze!
- Umana od Oscura non fa differenza. Tu sei come una stella che splende nel cielo e preferisce spegnersi in un’unica grande vampata che consumarsi lentamente nel buio. Non basterà tutto il gelo di Sylune per soffocare le tue emozioni. Pensi davvero di trovare la felicità nella solitudine?
- Stai andando troppo oltre Lotar, questa volta non ti basterà mettermi una mano sulla spalla per fermarmi. - lo ammonì la maga, senza più alcuna nota suadente nella voce carica di tensione e minacce.
- Perfino adesso, abbandonandoti alla collera, lo dimostri.
- Ti ho detto di smetterla!
Lotar sollevò la testa, bruciandole gli occhi con il solo sguardo.
- Tu sei la più viva di tutti noi.
Il corpo della donna venne attraversato da un tremito violento, come se quella risposta avesse mandato in frantumi le fondamenta stesse su cui si basava la sua esistenza e le parole dell’Oscuro stessero scavando crepe sempre più profonde nel suo animo, riportando alla luce delle emozioni che aveva rinnegato per anni, il prezzo pagato per aver raggiunto un simile potere.
Sollevò il volto all'improvviso, guardandolo con un odio quasi esasperato.
- Come osi parlarmi in questo modo?! - urlò, mentre la razionalità cedeva il passo di fronte alla sua natura impulsiva e lei si lanciava all'attacco, la mano destra protesa nel tentativo di richiamare la magia per uccidere quell'uomo che si era insinuato in lei fino a rivelare un dolore di cui era riuscita a dimenticare l’esistenza.
Lotar attese senza muoversi.
L’aveva provocata di proposito fino al punto di rottura, consapevole dei rischi che stava affrontando, ma incapace di rinunciarvi. Giocare col fuoco, per la sua acuta intelligenza, era assieme un deprecabile errore ed una stuzzicante opportunità di scoprire se le sue riflessioni avessero colto nel segno. Come una falena si era riscoperto curiosamente attratto dalla bruciante vitalità che pervadeva l’Oscura e, nonostante riuscisse a tenere a freno questo suo interesse senza alcuno sforzo, desiderava colpirla dov’era più debole per assicurarsi il controllo della situazione, anche a costo di duellare con lei.
Non temeva in alcun modo quello scontro, semmai ne era elettrizzato.
La magia di cui Sawhanna era dotata raggiungeva vette di tale potenza da fargli dubitare di poterla fronteggiare ad armi pari qualora lei avesse deciso di combattere seriamente; tuttavia, spinta unicamente dalla rabbia, non poteva competere contro la fredda razionalità che lo caratterizzava, rendendolo il più grande stratega tra gli Oscuri.
Rimase un attimo a guardarla, come affascinato: i lineamenti stravolti dall’odio, che non riuscivano a nascondere le laceranti emozioni dentro di lei, i capelli corvini agitati dalla magia, come tanti fili di seta nera intessuti dalla notte stessa, il volto ancora inesorabilmente pallido e gli occhi ardenti di vita e potere.
Bellissima anche nella collera.
Le candele che illuminavano la stanza si spensero in un sol soffio.
Troppo veloce per non aver fatto ricorso a qualche magia, Lotar comparve all'improvviso alle sue spalle e le afferrò il polso destro, lo sguardo mutato nuovamente in quell'impassibile maschera dietro cui nascondeva al mondo ogni sua singola emozione.
- Presto il mio uomo sarà qui con l’Alher. Sarebbe inutile scontrarci prima di allora. - mormorò, con le labbra a pochi millimetri dal suo orecchio ed il respiro che si intrecciava a capelli neri come la notte.
La violenta reazione della donna non si fece attendere, una scossa di potere tanto intensa da mozzare il fiato esplose nella stanza ormai buia, ma il braccio dell'uomo fu svelto a serrarsi sulla sua vita, bloccandole qualunque movimento, mentre già la sua magia, levatasi come uno scudo per proteggerlo, cominciava ad intrecciarsi in nodi inscindibili attorno a lei, impedendole di contrattaccare.
Sawhanna gemette quando si rese conto che l’incantesimo del suo avversario le aveva sigillato i poteri.
Cominciò a dibattersi senza tregua, nel vano tentativo di sottrarsi a quella rete invisibile in cui era stata imprigionata, ma con i pensieri soffocati dalla collera le mancava la lucidità necessaria a concentrare sufficiente energia per liberarsi. Un senso di panico la colse nel momento in cui sentì le braccia del suo nemico bloccarle ogni movimento in una stretta d’acciaio, impossibile da spezzare senza l’utilizzo della magia.
Era forse la prima volta che si scopriva tanto inerme, una sensazione talmente inaspettata ed insopportabile da spingerla a mordersi un labbro fino a farlo sanguinare, in un gesto di insicurezza che non si concedeva più da diversi anni. Sentì distintamente i denti incidere la sua stessa pelle, creando un sottile squarcio in quella bocca perfetta che solo rari fortunati avevano ottenuto l'onore di sfiorare, e poi poche gocce vermiglie scendere piano verso il mento, nella prima ferita che le segnava il corpo da quanto si era consacrata alla magia. Fu quella consapevolezza, unita al sapore del sangue sulle proprie labbra, a permetterle di recuperare la razionalità, pur senza placare la rabbia che la pervadeva.
Lotar la sentì irrigidirsi e poi rimanere immobile respirando appena, avviluppata in quelle corde invisibili che soffocavano i suoi poteri e le impedivano di liberarsi.
Nonostante l’incantesimo con cui era riuscito a contenere la sua magia richiedesse uno sforzo quasi doloroso per poter essere mantenuto in vita e gli impedisse qualunque altro attacco, l’Oscuro continuò a tenerla prigioniera contro di sé, la sua schiena calda appoggiata al proprio petto.
Sapeva che quella non era la vittoria, ma solo un piccolo vantaggio momentaneo, e presto la donna avrebbe fatto esplodere tutto il potere di cui disponeva, pronta a reclamare il suo sangue in una lotta dall’esito quanto mai incerto.
Vide la magia dentro di lei concentrarsi lentamente, sfiorando quel manto invisibile che la opprimeva senza cercare di attraversarlo. In un primo momento fu solo una pallida luce appena percettibile, poi quel bagliore crebbe di intensità e potenza, si gonfiò in un’ondata di energia purissima, violenta come mai l’aveva sentita prima d’ora, una forza primordiale che assaliva e sfidava la prigione in cui era racchiusa, preparandosi a distruggerla.
Non più guidata da una rabbia bruciante ed incontrollabile che le ottenebrava i sensi e regalava al suo antagonista una posizione vantaggiosa, la donna aveva ripreso il controllo sulle proprie emozioni, riconducendole ad una collera fredda e razionale, con cui poteva richiamare a sé ogni singola goccia del suo potere per poi scatenarla contro l’Oscuro.
Un attimo prima che Sawhanna tentasse nuovamente di liberarsi, questa volta con risultati devastanti, Lotar allentò la sua presa, trasformandola nella versione appena più brusca di un abbraccio, e chinò il volto verso di lei, per sussurrarle la sua ultima offerta.
- Non sono abbastanza umano da risparmiarti la vita se tu decidessi di combattermi, ma non sarò io ad attaccare per primo. - per un unico istante si lasciò accarezzare le labbra da un sorriso malinconico, prima di indurire i lineamenti in uno sguardo velato di minacce - Pensa bene se desideri avermi come alleato o come nemico.
Lentamente richiamò a sé la magia, pronto, nonostante la spossatezza causata da quell’incantesimo, ad eludere un eventuale attacco, ma la donna si limitò a liberare il braccio con un brusco strattone, gli occhi neri luccicanti di un odio a stento trattenuto fissi sul proprio polso.
Sollevato di non doversi misurare tanto presto con la sua compagna, Lotar si rilassò impercettibilmente e seguì il suo sguardo, con i lineamenti senza età atteggiati ad un’espressione quasi di scusa. Quando aveva fermato il suo attacco non le aveva stretto il polso con tutta la forza in suo possesso, tuttavia i segni rossi lasciati dalle proprie dita risaltavano anche nel buio, deturpando momentaneamente il candore di quella pelle perfetta.
L’Oscura continuava a fissarsi l'arto a testa china, ferita più dalle sue parole che dal loro breve scontro, mentre cercava di non ascoltare il rigurgito di rabbia e magia che si agitava nel suo petto e reclamava un sanguinoso lenimento per quell'umiliazione.
Accompagnato dal regolare incedere dei suoi stivali, Lotar si avvicinò alla porta e la oltrepassò senza la minima esitazione, in direzione della sua camera.
Sawhanna rimase sola, seduta immobile nella stanza silenziosa, avvolta da un buio che per la prima volta le era nemico.
   
 
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