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Autore: _aspasia_    07/03/2011    1 recensioni
Questa serie di capitoli è frutto della mia mente malata durante un'ora di letteratura francese. Ho deciso di scrivere le odi ai sette peccati capitali, così ingiustamente e brutalmente denigrati. Inoltre questo non mi bastava, ogni peccato avrà il suo personaggio storico che lo racconterà dal suo punto di vista.
Spero che li leggiate e che vi piacciano.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Oro.
Monete, collane, forzieri interi di puro e scintillante oro zecchino.
Smeraldi, zaffiri, rubini, opali e perle.
Ricchezze.
E sono mie. Solo mie.
Posseggo terre, così tante che il mio regno è talmente esteso che il mio popolo parla lingue troppo diverse per comprendersi.
Il mio dominio è così vasto che va al di là del tumultuoso oceano, dove il solo tramonta affondando nel suo scinitillante cobalto; il mio regno è al di là di quell’astro morente.
E mia di diritto ogni ricchezza che si trova su questa terra; è mia, mia e soltanto mia.
Oro, argento, incenso e gioielli.
Donne, ricchezze, terre. Tutto mi appartiene.
E ne voglio ancora.
Perché accontentarsi?
Non getto nulla, e spendo il minimo indispensabile; non vorrei mai che i miei splendidi forzieri si svuotassero.
Oro.
Oro e gioielli. Splendide e magnifiche ricchezze, e ne voglio ancora.
Le Americhe sono ricche di oro, ne trasudano da ogni singolo poro. Ed è mio, perché io ne sono il re.
Quell’oro non deve rimanere in quelle orride ed incivilizzate terre, in mano a quegli sporchi, orridi, indecenti e rozzi selvaggi. Loro non sanno che cosa farsene di quelle immense ricchezze.
Io invece sì.
Mi spettano di diritto.
Il Signore nostro Santissimo mi ha dato codesto potere, solamente lui mi ha donato il sangue blu e le conseguenti ricchezze, lui mi ha dato il diritto su ogni cosa. E solo lui può togliermi tutto questo.
È mio di diritto, dalla nascita.
Mi chiamano avaro.
Avarizia. Mi dicono che sono peccatore.
Non sanno quanto si sbagliano. Io faccio solamente il loro bene, dei miei eredi.
Io accumulo ricchezze, e sono la mia massima felicità; loro non mi daranno mai dispiaceri, non mi tradiranno mai. Io accumulo e ne godo, e ne gioveranno pure i miei figli in futuro.
Sono ancora giovani, e spesso non comprendono, ma lo faranno in avvenire.
Sono ancora ingenui fanciulli, per ora vi sono io. Io a dover decidere del tesoro reale, io ad ampliarlo, io ad amarlo.
Avarizia.
Non provate anche voi piacere nel considerare una persona “mia”? A tenere nelle proprie mani un gioiello, un quadro di inestimabile valore e bellezza, qualsiasi cosa o persona preziosa?
Il mio oro, le mie terre, i miei gioielli, i miei quadri meravigliosi sono le mie più grandi gioie.
E sono mie.
Soltanto mie.
Avarizia.
Sono dunque avaro?
Non me ne curo.
A me bastano l’oro ed i gioielli, la loro stupenda lucentezza ed i loro magnifici colori; loro non mi tradiranno mai.
Non tradiranno mai il loro sovrano, il loro amato.
Carlo V d’Asburgo.
 
 
 
 
 
 
Carlo V d’Asburgo (1500-1558) è conosciuto anche come Carlo I di Spagna nonché imperatore. Ereditò Paesi Bassi, Spagna, Italia, l’Impero Asburgico e le colonie in America e in Asia.
È nel 1787 nel Don Carlos che Schiller scrisse che sul Regno di Carlo V il sole non tramontava mai.
  
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