La
disgrazia dei week-end!
-Siamo
tornatiiiiiiiiiiiii- i due bambini, irruppero nella casa, facendo un gran baccano.
Harry scese velocemente le
scale dal piano superiore, con aria corrucciata.
-Era
ora, credevo vi foste persi!-
sbottò, fermandosi in soggiorno; -Ehi, un momento! Ma
cosa avete fatto?- chiese poi, guardando con aria allibita i due nipoti.
In quel momento, Draco
fece il suo ingresso, carico di buste; sul volto, vi era stampata
un’espressione vuota, vagamente
disperata.
Il moro a quella vista si
preoccupò maggiormente, avvicinandosi al compagno per aiutarlo.
-Draco… che è successo?- disse quindi, prendendo due buste.
-La m-macchina… i
se-sedili… prima rotti… squartati… poveracci… ora
n-no… cioè s-sì ma… ketchup… ketchup dappertutto…
io…la mia porche!!- balbettò lui, con
tono atono e carnagione più cadaverica del solito.
I due ragazzini, si erano
già defilati al piano superiore.
***
Dopo aver pranzato (i
pomodori avevano provato l’ebbrezza del volo, facendo constatare ai pulitissimi e curatissimi capelli di
Draco quanto quella verdura potesse essere ripugnante), i fratelli erano
schizzati nuovamente su per le scale, lasciando soli i due zii.
-Senti, vai a vedere cosa
combinano, non mi fido di loro. Così ti dai anche una… ripulita- sghignazzò il moro, dopo poco,
adocchiando la testa bionda dell’altro, che gli lanciò un’occhiata truce.
-Non ridere!-
-Non sto ridendo!!!-
-Invece sì, ti stai solo
facendo venire un crampo alla mascella!-
-No! Giuro che non è vero!!-; pochi secondi dopo, sbottò a ridere.
Draco, incazzato nero, si
alzò stizzito dalla tavola e si diresse verso la porta; prima di varcarla,
però, disse: -Ah, è così eh? Bene, niente più sesso per tre mesi!!- ed uscì, perdendosi l’espressione mista di Harry tra
terrorizzata e disperata. Il moro non aveva più voglia di ridere.
***
Sentì uno scroscio d’acqua
provenire dal bagno e delle risa.
Sospirando, si diresse
verso la porta e bussò; -Ragazzi, sto per entrare!-
Improvvisamente, nessun
suono provenne più dall’interno della stanza; Chi tace acconsente, pensò quindi il biondo, aprendo la porta e
varcando la soglia.
Non fece in tempo a fare
un altro passo che si ritrovò ad ammirare il soffitto bianco della stanza;
sentiva pian piano la camicia infradiciarsi insieme ai
jeans.
-Zio… ti sei fatto male?- disse Will avvicinandosi e guardandolo
dall’alto dei suoi novanta centimetri.
Draco strabuzzò gli occhi,
afferrando solo in quel momento di essere scivolato come un cretino sul
pavimento, non bagnato, ma inondato d’acqua.
Si alzò a sedere, scotendo
la testa, un po’ rintronato dalla botta: -Chi, cosa… cosa stavate facendo?!-
-Ci stavamo
lavando!- rispose Tim con semplicità, chiudendo il rubinetto ed
indossando l’accappatoio.
Il fratellino annuì,
imitando il suo gesto e coprendosi.
-FUORI DI QUIIIII- urlò di
botto il biondo, in preda ad una crisi isterica; -Fuori fuori
fuori!!!!-.
i ragazzini scapparono, impauriti dallo sguardo
iniettato di sangue dello zio.
***
Il pomeriggio passò
abbastanza tranquillamente… più o meno.
Harry dopo pranzo non fece
fare i compiti a Tim (come suo solito) e non fece fare una dormitina a Will (come suo solito), piuttosto li fece
uscire a giocare un po’ (come suo solito).
Purtroppo per la vicina di
casa, quel pomeriggio fu un inferno; diciamo che lo fu più per il suo
animaletto (maschio, ma che la donna continuava a credere testardamente
femmina).
Il suo povero gatto (e qui parte la mia
vendetta contro i gatti *_* nd.A)
Millicent, fu investito da una pioggia di palloncini pieni di birra, che lo
rimbambirono più di quanto non era già, fu spazzolato e improfumato con
dell’essenza di spazzatura ed infiocchettato con cuffiette e nastri di raso
(fregati al supermercato, senza esser stati beccati).
Dopo questo trattamento di
prima qualità, fu appeso per la coda con una corda al ramo di un albero e usato
come pignatta.
Disgraziatamente (o
fortunatamente, dipende dai punti di vista), il nodo della corda che lo teneva
attaccato al ramo non era stato fatto correttamente e
Tim, con un colpo di mazza ben piazzato, fece capire al gatto
(MMMMIIIIIAAAAAAAAOOOOOOOWWWWWW) come dovevano sentirsi gli uccellini
svolazzanti in mezzo al cielo.
L’animale schizzò come un
bolide per aria, lontano, atterrando morbidamente
sull’asfalto poco lontano, proprio durante il passaggio di un tir (beeeeeeeep!!!!!!) che, frenato
bruscamente, si fermò miracolosamente
soltanto sulla coda del gatto, che emise un verso straziante ed
agghiacciante.
I due fratelli sgranarono
gli occhi shockati, proprio mentre la vicina usciva di
corsa da casa; prontamente Tim, appioppò senza parlare la mazza a Will e se la
svignò.
Il bambino rimase
interdetto per qualche secondo, tempo che gli costò parecchio visto che la
signora anziana lo vide con l’arma del delitto e collegò immediatamente
l’accaduto a lui.
E così, fu la seconda volta che Will subì le
violenze di una nonnetta, guadagnandosi un altro bel ficozzo sotto l’occhio.
***
Prima di cena, successe il
caos: Tim, che stava facendo i compiti (finalmente) diede di matto.
Will
infatti, non sapendo cosa fare, ed ancora incavolato per la cattiveria
del fratello, si era avvicinato di soppiatto alle spalle del maggiore,
rovesciando d’improvviso un intero contenitore di marmellata su tutti i compiti
svolti (parecchi), rovinandoli definitivamente.
Il risultato di
quell’azione fu un’azzuffata tremenda, dalla quale uscirono entrambi con
parecchi lividi e fogli sporchi di marmellata appiccicati sui vestiti e sui
capelli, per non parlare delle piume dei cuscini usati come armi.
Durante la cena, non
successe nulla di che (tralasciando il fatto che
Draco, trovò casualmente dei vermetti
da giardino rinchiusi crudelmente nei barattoli dei sott’aceti, foglie d’erba
nel sacchetto dell’insalata, i contenitori dell’olio e dell’aceto scambiati,
coca-cola dentro la bottiglia del vino rosso, zucchero dentro la caraffa
dell’acqua, maionese nel barattolo del sale…).
Se non fosse stato già schifosamente platinato, si
sarebbero scorti i primi capelli bianchi.
***
-Dormono? Sei sicuro?-
-Si Draco, sono sicuro!- ripeté per la milionesima volta, esasperato.
-Ma solo sicuro oppure sicuro sicuro?-
-Sicuro sicuro
Draco-; sbuffò.
-Ma è un sicuro sicuro detto tanto per
essere detto o è un sicuro sicuro detto con convinzione?-.
Harry lo guardò shockato.
-Draco! Vuoi piantarla?! Ti ho detto che stanno dormendo, punto!-.
Salì sul materasso,
cacciando via le lenzuola; faceva un caldo boia.
Draco lo guardò con
espressione crucciata e contraria; -Scusa tanto eh se volevo essere sicuro sicuro!-.
Harry scosse
la testa con fare melodrammatico, stendendosi sulla pancia e poggiando gli
occhiali sul comodino; nascondendo le braccia sotto il cuscino, sbadigliò
sonoramente.
Il
biondo sorrise maliziosamente,
cominciando ad avvicinarsi, già gongolando all’idea di scoparlo selvaggiamente.
-No Draco- esalò il moro,
già mezzo assonnato, senza neanche guardarlo.
Il ragazzo s’arrestò,
mettendo il broncio; -Perché?- chiese con voce infantile.
-Hermione, Ron, Tim, Will…
ti ricordano qualcosa?-
-No- rispose genuinamente, continuando la sua avanzata
verso la conquista del mon… emh… del moro.
-Draco…- disse stavolta
con tono di avvertimento il suo ragazzo, alzando la
testa dal cuscino e guardandolo male.
Il biondo sbuffò allargando
le braccia e alzando gli occhi al cielo; -E va bene! Ma
domani sera voglio anche gli interessi!- rispose con tono minaccioso.
Harry ridacchiò divertito,
battendo una mano sul letto; -Forza, vieni a dormire
che domani ci aspetta una giornata mooolto lunga-.
-Già- ribatté con tono nauseato, avvicinandosi alla
parte opposta del letto; -Li ucciderò a mani nude se combineranno qualche altra
cosa-.
Si sedette.
Prrr.
Harry alzò
nuovamente la testa dal letto, guardandolo con un sopracciglio inarcato; -Pucci pucci, hai male al pancino?-.
Le guance di Draco,
presero fuoco; ed è tuttora cosa rara.
Il moro scoppiò
completamente a ridere, tanto che cascò dal letto; si teneva lo stomaco e nel
frattempo tentava di prendere aria per i polmoni a corto di ossigeno.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!-
Un urlo squarciò
la notte, mentre un giovane qualsiasi, in una stanza qualsiasi, di una casa
qualsiasi si armava di un’accetta qualsiasi.
***
-Buon…awn…
giorno- Will entrò in cucina, stropicciandosi gli occhi assonnati.
Harry ricambiò
allegramente il saluto, mentre Draco si limitò a fulminarlo con lo sguardo,
sorseggiando la sua tazza di caffé amaro.
Indifferente, il bambino
si sedette a tavola, versandosi un po’ di latte e cereali nella sua scodella.
-Dov’è Tim?- chiese il moro, addentando un cornetto caldo.
-Non lo so,
starà scendendo-.
Infatti, poco dopo, il ragazzino entrò in cucina già
lavato e vestito.
-Buongiorno- esclamò,
mettendosi accanto al fratello e prendendo un bicchiere di succo d’arancia;
lanciò un sguardo allo zio con uno strano ghignetto disegnato sulle labbra.
Draco, già furioso di suo,
divenne ancora più livido a quell’affronto
e alzandosi stizzito, uscì dalla cucina con passo impettito; Harry sghignazzò
insieme al nipote, nascondendosi dietro la scatola dei cereali.
Pochi secondi dopo, si
sentì un tonfo tremendo e delle imprecazioni che avrebbero fatto risvegliare
anche i morti.
***
-Ahi… ahi! Mi fai male!-
-Fa poco il ragazzino, è
solo un po’ di ghiaccio!-
-Hai comunque
la delicatezza di un elefante!-
Harry sbuffò, premendo
maggiormente il canovaccio, contenente dei cubetti di ghiaccio, sul capo del
biondino.
In risposta, Draco emise un gemito, stringendo i
pugni sulle ginocchia; li ammazzerò, li
squarterò, li ucciderò, li farò a pezzi, li impiccherò, li torturerò, li
affogherò, li appenderò per gli alluci al soffitto, gli caverò gli occhi con un
cucchiaino, gli staccherò tutti i denti, uno per uno, con uno schiaccianoci, li
cucinerò alla brac…
-Draco?-
Il moro, interruppe il
corso dei pensieri omicidi del biondo.
-Si?-
-Non mi hai ancora detto
come caspiterina hai fatto a capitolare dalle scale come un deficiente-
-Grazie amore, anch’io ti
amo- rispose acidamente Malfoy, lanciando
un’occhiataccia alla mini riproduzione di una Ferrari appoggiata sulla
superficie lignea del tavolo.
-Ricordami che se un
giorno dovessimo adottare un figlio, di non comprargli
mai delle macchinine- continuò quindi, emettendo un altro gemito di dolore.
Il moro non capì cosa
intendesse dire e facendo spallucce, continuò a tamponare il bel bernoccolo
spuntato al suo ragazzo.
***
-Dici che possiamo
uscire?-
-Ma certo, di che ti
preoccupi?!-
-Di questo!- indicò il
bernoccolo che aveva sotto l’occhio sinistro; -Se rimbuca all’improvviso
quella vecchiaccia e mi picchia ancora?!-
-Non ti picchierà,
stai tranquillo!-
-Non sto tranquillo perché
tanto tu scappi! E mi lasci sempre da solo! Ecco!-
-Insomma, vuoi vendicarti
sì o no?!-
-Vendicarmi?-
-Ho in mente un piano!-
Will
sorrise contento, annuendo
freneticamente e sfregando le mani tra loro; non sapeva cosa significasse la
parola “vendetta”, ma aveva un bel suono.
***
Dlin Dlon…
La porta della villetta si
aprì e la nonnina guardò
sorpresa l’uomo sulla soglia della porta; -Sì?- chiese, comunque cordiale.
-Casa Smith, vero?-
-Sì, lei
chi è?-
-Sono l’avvocato che ha
chiamato appena un’ora fa. Scusi per il ritardo- e senza far
ribattere nulla alla signora, entrò in casa, chiudendosi la porta alle
spalle.
-Un avvocato? Ma io non ho chiamato nessun avvocat…-
Dlin Dlon…
La nonnina aprì nuovamente
la porta.
-Salve
signora, ecco a lei le
venticinque pizze che aveva ordinato. Fanno 87£ e 25 cent.-
La donna sgranò gli occhi sbiancando, mentre da dietro il ragazzo delle
pizze, faceva capolino una ragazza minuta.
-Buon giorno signora
Smith, sono la traduttrice. Ho portato le valigie spero entrino in macchina-
-Le valigie?!- sbottò la vecchietta; -Valigie per cosa?!-.
La biondina scoppiò a
ridere allegramente; -Oh, lei è molto spiritosa! Va bene, starò al gioco: si
ricorda signora? Dobbiamo partire per l’Olanda tra meno di due ore!-
-Ma cosa sta succedendo qui?- chiese quindi
l’avvocato, con un cipiglio.
-Salve
signora, sono il fioraio, le ho
portato le 500 rose che aveva richiesto più i 250 tulipani e le 360 violette-;
stavolta a parlare, anzi, ad urlare, era stato un uomo abbastanza anziano, alla
guida di un furgone fermatosi proprio all’entrata del vialetto che portava alla
villetta della signora.
A seguire, si presentarono
un’equipe di esploratori, dei pagliacci per le feste,
dei pompieri, una brigata di cuochi, un gruppo di turisti coreani, un pittore,
un’agente immobiliare, l’ambulanza, un zoologo, un veterinario per il presunto
gatto morto, un commercialista, uno stilista, un contrabbandiere, una schiera
di venditori ambulanti (arrivati per caso), l’FBI, la CIA (chiamata dall’FBI),
un elettricista, un idraulico, dei ricercatori di presenze extrasensoriali, un
satanista, un band rock, dei ballerini, Berlusconi (detto il Berlusca… no anzi,
quest’ultimo no, mi son sbagliata), uno strozzino, un giornalista, un gruppo di
alcolisti anonimi, una comitiva di attori, un centralinista e la lista si
potrebbe protrarre sino al tardo pomeriggio.
***
Nel frattempo, dalla loro
casetta tranquilla e beata, Draco ed Harry spiavano dalla finestra, nascosti
dietro le tendine a fiori, tutto quel corteo di gente
presentatosi dinanzi la casa della vicina, con le idee un po’ confuse.
-Perché non ci ha invitato?- chiese Harry, imbronciato.
-Harry, devi capire che la
signora non può aver fatto tutto questo…- gli rispose
il biondino con tono accondiscendente, mentre spostava lo sguardo di tanto in
tanto, verso la cabina telefonica situata dall’altro lato della strada, dove si
trovavano due certi bambini in preda ad una crisi di risatine acute.
Draco chiuse le tende,
sbattendosi una mano sulla fronte con fare melodrammatico; -Non ci posso
credere…- sbuffò.
-Cosa?- chiese quindi il
moretto, osservandolo.
-Niente, lascia perdere-;
si avviò verso la cucina.
-No dai,
dimmelo!-; lo seguì.
-No!-
-Dai!-
-No!-
-Ti prego!-
-Ho detto di no!-
-E suuu!- Harry si aggrappò
alle gambe del biondo, facendolo quasi sfracellare sul pavimento.
-Ma sei deficiente?!- sbottò Draco, fulminandolo con lo sguardo.
Il moro, per tutta
risposto, sfoggiò il suo miglior “sguardo-da-cucciolo-bastonato”.
-Non attacca!-
sbottò Malfoy, con voce più morbida.
-Per favore?- aggiunse al
carico da 100, Sfregy, con voce infantile.
L’altro si chinò su di
lui, baciandolo a stampo; -No-.
***
Tim e Will rientrarono in
casa ancora sghignazzanti.
-Cos’avete da ridere voi
due?-
-Niente zio. Ma, dove stai andando?-
-A comprare il latte. Zio
Draco sta facendo la doccia. Mi raccomando, non combinate nulla, d’accordo?-
-Certo zio- disse Tim.
-Noi siamo
buoni- continuò Will.
Annuirono
contemporaneamente con espressioni angeliche; come resistergli? Harry sorrise
loro, scompigliando i capelli a turno, con fare scherzoso.
-Tornerò tra breve. Non
andate in cucina che ci sono le pentole sul fuoco. Ciao!-
Il moretto uscì di casa,
mentre i nipoti gli sorridevano ancora, coccolosamente.
Appena la porta fu chiusa,
le due pesti schizzarono su per le scale, diretti nella camera degli zii;
entrati, aprirono le porte finestre che davano su un piccolo balconcino ed
uscirono.
Tim individuò subito il
suo obiettivo e cominciò a guardarsi dubbioso intorno; sulla parete, proprio
accanto all’entrata che riportava in camera, vi era appoggiato un lungo bastone
con all’estremità superiore una rete, nella quale vi
erano incastrate alcune foglie.
-Cos’è quel coso?- chiese
Will, seguendo lo sguardo del fratello.
-L’ho
visto usare allo zio l’hanno scorso. Ci puliscono la piscina-.
Ebbene sì; Harry e Draco,
nel retro della villetta, avevano un giardino con al
centro una bella piscina.
Tim si avvicinò
all’oggetto afferrandolo dal lungo manico; poi, tornò vicino al suo obiettivo.
-Will, quando te lo dico
io apri la gab…-
-No!-
-No cosa?-
-Non ci arriverei mai!-.
Il fratello maggiore
sbuffando, entrò nella stanza degli zii e ne uscì poco dopo trascinando una
sedia; la sistemò vicino al parapetto di marmo e allargò le braccia.
-Va bene adesso?!-
Will salì in piedi sulla
sedia per una prova; -Sì, ora sì-
-Bene! Allora, ti stavo dicendo quando te lo dico, apri la gabbia, ma solo quando te
lo dico, d’accordo?-
-Sì ho capito-.
Tim posizionò
la rete davanti l’apertura della gabbia, mentre l’animale che vi era
all’interno, tubava come un matto, arruffando le penne.
Il bambino assunse
un’espressione concentrata, mentre rafforzava la presa sul bastone di plastica;
prese un respiro profondo e fece un cenno deciso verso il fratello minore che,
alzando il chiavistello, aprì la gabbia.
Il gufo, irato, schizzò
fuori, finendo nella rete che Tim teneva posizionata
alla sua altezza; l’impatto tra l’animale e lo spago fu tale che il bambino
cadde all’indietro, finendo a terra.
-WIIIILL!! BLOCCA LA RETE!- urlò, tentando di mettersi in ginocchio e
saltare sull’animale.
Will saltò giù dalla sedia
e facendo una smorfia di paura, tentò di bloccare i lembi della rete con un
piede, appiattendoli l’uno sull’altro.
Il gufò
continuò a dimenare ali e zampe, nel tentativo di liberarsi, mentre i suoi
acuti gridi, riempivano l’aria.
Tim, che nel frattempo era
riuscito ad alzarsi, aiutò il fratello, calpestando anch’egli i lembi
dell’improvvisata “trappola per pennuti”.
Dopo aver chiuso “la
trappola” con dello scotch magico (Will era sceso per prenderlo), i due ragazzini,
sollevando il bastone insieme (era troppo pesante per uno solo), scesero le
scale con cautela, tenendo ben lontana l’estremità dalla loro persona.
Giunti in cucina, posarono
il fagotto a terra ed aprirono il forno, mettendolo alla massima temperatura.
Con fatica, quindi,
rialzarono il manico dal pavimento, ficcando senza tante cerimonie l’estremità
opposta nel forno, mentre l’uccello, a contatto con quel calore improvviso e
straziante, cominciò ad emettere suoni ancora più acuti.
-Emh… Tim… come facciamo a
chiuderlo?- chiese Will dubbioso, osservando il lungo bastone di plastica che
superava di un bel po’ lo sportello aperto orizzontalmente verso il basso.
-Non lo
si chiude, no?! Il pollo si
arrostirà lo stesso, solo più lentamente, ovvio!
Ed è per questo che abbiamo messo la temperatura al
massimo, per fare una bella sorpresa agli zii! Così, quando entreranno in
cucina e vedranno il pranzo già pronto –perché il pollo per quel momento sarà pronto-, non potranno fare a meno
di dire quanto siamo stati bravi e quanto siamo buoni!
Così nello stesso momento ci facciamo anche perdonare dallo zio Draco per il
piccolo incidente delle impronte…-
-E dei biscotti…-
-E della macchina…-
-E del bagno…-
-E dei pomodori…-
-E dei barattoli scambiati in cucina…-
-E del gadget di zio Fred
e zio George che gli abbiamo nascosto sotto il
materasso…-
-E delle scale…-.
I due si lanciarono
un’occhiata melodrammatica, sospirando in ugual modo; poi, di comune accordo,
si diressero nell’ingresso, ed uscirono in giardino, dirigendosi verso il retro
della villetta, dove si trovava la piscina, per controllare se vi fossero delle erbacce da mettere come contorno al pollo.
***
Draco uscì dal bagno con
solo un asciugamano legato in vita, delle ciabatte ai piedi ed un altro panno
con cui si stava frizionando i capelli bagnati; cazzo, se faceva caldo.
Sentendosi meglio grazie
alla doccia non fredda, ma ghiacciata, cominciò a
scendere le scale che portavano al pian terreno mentre nel frattempo iniziava
ad avvertire uno strano odore.
Chissà cos’è? Pensò, mentre scendeva l’ultimo gradino e curioso si avvicinava alla
soglia della cucina, con espressione ingenua.
Appena si fu fermato sulla
porta a soffietto aperta, il panno con cui si stava asciugando i capelli gli
cadde di mano, mentre le braccia, rimasero ferme e immobili sopra la testa,
andando ad incorniciare per bene un’espressione di pura incredulità.
Era il suo gufo quello dentro il forno e a cui stavano
andando a fuoco le piume della coda?!
Imprecando pesantemente,
corse verso il forno, afferrando il manico sporgente della “trappola per
pennuti”; tentò di tirare fuori l’animale immediatamente ma
il calore del forno aveva squagliato la plastica del bastone e così, rimase con
solo quello in mano, mentre il suo gufo continuava a tubare come un dannato
dell’inferno.
Reagendo prontamente, alzò
il manico e lo incastrò in uno dei buchi della rete fatta di
spago (che cominciava a bruciare) e tirò fuori l’uccello; quest’ultimo, preso
da una crisi isterica, di nervi, epilettica e chissà quanto altro, si dimenò
immediatamente, liberando dalla rete e cominciando a volare per la cucina,
riempiendola del fumo che saliva dalle penne della coda in fiamme.
Draco lo rincorse,
tentando di bloccarlo, ma il risultato che ottenne fu… disastroso.
Il gufo
gli volo vicino e disgraziatamente, un suo artiglio si impigliò
nell’asciugamano che Draco portava legato in vita e che prese fuoco quasi
subito.
-Oh merda, oh merda, oh merda, merda merda merda merda merda!!!!-
Disperato e preoccupato
come non mai per i gioielli di famiglia,
tentò di raggiungere il lavandino con tutte le sue forze, per spegnere il
fuoco, ma l’uccello, troppo impaurito, dimostrò un forza
sovrumana, trascinandolo fuori di lì, oltre la soglia della cucina.
Il biondo cominciò ad
urlare incazzato nero e non vedendo soluzioni tentò di slacciarsi l’asciugamano
dalla vita, abbassando lo sguardo; fu una mossa decisamente
sbagliata perché prese in pieno, nell’anca, lo spigolo di un mobile.
Bestemmiò senza pudore,
mentre il gufo lo trascinò su per le scale continuando a tubare.
Malfoy strinse gli occhi
lucidi dal dolore, mentre portò entrambe le mani sul punto offeso, che già
aveva iniziato ad acquistare un colorito violaceo; storse la bocca in
un’espressione sofferente e maledì in tutte le lingue possibili ed immaginabili
il suo stramaledettissimo gufo, regalatogli oltretutto da Lenticchia e la Castora!
Maledetti, anzi, stramaledetti pure
loro!
Senza che se ne fosse reso conto, tanto i fatti erano accaduti velocemente,
si accorse, troppo tardi, che il gufo lo aveva trascinato nella disperazione
verso la porta finestra aperta che si trovava in fondo al corridoio del piano
superiore, la quale poi si affacciava su…
-No! NO! NOOOO FRENAAAAAA!!!!!!- tentò di bloccarsi facendo leva sui talloni, ma
questo gesto non fece altro che fargli prendere un maggiore slancio per un volo
da guinness dei primati.
-Guarda!- esclamò Will, alzando lo sguardo e puntando il dito in alto;
-Cos’è? Una bomba? Una scopa? Un orco volante? Una delle fatture di zia Ginny?
Uno gnomo?-
-No! È lo zio Draco!-
-YYYYYYYYYYYYAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH-
SPLASH
I due bambini si
avvicinarono alla piscina, affacciandosi oltre il bordo, dove poco dopo ne emerse un Draco Malfoy avente un cappello abbastanza
bizzarro… sembrava un pollo, a detta dei bambini, con l’espressione più
soddisfatta e paradisiaca che avessero mai visto.
-Guarda mamma! Lo zio
Draco ha un nuovo cappello!- esclamò Will, voltandosi.
Il biondo sgranò lo
sguardo, allungando il collo per vedere oltre il bordo della piscina…
Oh no! No! Nooo! No no no no no!
Nonononononono! Non è possibile! Non Weasel e la
Granger! No! Ti prego! Fa’ che non abbiano visto
niente! Fa’ che Lenticchia non abbia un…
-Ehi Malfoy! Ora ho un
buon motivo per sfotterti a vita! E non ho neanche fatto tanta fatica a
trovarlo!- esclamò d’improvviso e ad alta voce il rosso, appoggiato con un
gomito sulla spalla di Harry che teneva entrambe le mani davanti alla bocca per
non far federe i vari sghignazzamenti mal trattenuti; entrambi venivano percossi da vari tremiti che gli attraversavano le
spalle mentre la Granger, tentava di darsi un contegno.
Evidentemente erano arrivati mentre si stava facendo la doccia e avendo sentito
le voci dei bambini nel retro, si erano diretti là; che poi, quei due cosa ci
facessero lì dietro, era un mistero…
-Oh no!- esclamò
d’improvviso Tim, attirando l’attenzione di tutti; -Il pollo che avevamo messo
a cucinare si sarà bruciato Will! Ce ne siamo completamente scordati!-.
Draco spalancò la bocca indignato e in preda ad un’altra furia omicida nei
loro confronti; -VOI!!!-
esclamò, con tono carico di rabbia e frustrazione, più un
tocco di isterismo e un pizzico di nervosismo.
Appoggiò le mani sul bordo
della piscina e fece leva sulle braccia per uscire; con una mano si tenne lo
straccetto che era rimasto al posto dell’asciugamano mentre
con l’altra brandiva il gufo, ancora in stato di catalessi.
-SE VI PRENDO VI
AMMAZZOOOOO!!!!- ed incominciò a rincorrere i due per
tutto il perimetro della piscina, sventolando su e giù l’animale ed urlando
minacce.
-Come è andato quindi
Harry, questo week-end? Vi hanno dato troppi problemi?-
Il moro sospirò osservando
con un sorriso sereno il fidanzato.
-No Ron,
continuo a pensare che siano angeli oltre che un ottimo stimolo per Malferret-
THE END
Allora! Se
siete arrivati fino in fondo… bhè, avete fegato! Dunque, ne approfitto
(come sempre) per ringraziare le persone che hanno recensito (o anche solo
letto) “Ti amo e non è un reato”. Faccio PUNTUALMENTE pubblicità al mio forum
su Draco: www.lovingdraco.forumfree.net
e spero vivamente che questa piccola storiella comica vi sia piaciuta e vi
abbia fatto divertire. SOPRATTUTTO divertire. Bhè,
che altro dire? Un ringraziamento va anche alle mie bete
Raigel e Marilia che mi hanno aiutato con la
grammatica. Ed inoltre alle persone che hanno lasciato
un segno del loro passaggio al primo capitolo di questa piccola fic! Mille grazie!
Commentate se non vi costa troppo :P
KISS KATHY
P.S. Notato stavolta?
Niente shot drammatica! XD