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Autore: AsfodeloSpirito17662    21/01/2006    5 recensioni
Una fan fic di due capitoletti comico-demenziale, dimostrazione pratica della mia precaria sanità mentale. Cosa succederebbe se per il fine settimana Ron e Hermione portassero i figli dagli zii per una meritata vacanza? E se gli zii fossero proprio Harry e Draco?
Genere: Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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-Siamo tornatiiiiiiiiiiiii- i due bambini, irruppero nella casa, facendo un gran baccano

La disgrazia dei week-end!

 

 

 

-Siamo tornatiiiiiiiiiiiii- i due bambini, irruppero nella casa, facendo un gran baccano.

 

Harry scese velocemente le scale dal piano superiore, con aria corrucciata.

 

-Era ora, credevo vi foste persi!- sbottò, fermandosi in soggiorno; -Ehi, un momento! Ma cosa avete fatto?- chiese poi, guardando con aria allibita i due nipoti.

 

In quel momento, Draco fece il suo ingresso, carico di buste; sul volto, vi era stampata un’espressione vuota, vagamente disperata.

 

Il moro a quella vista si preoccupò maggiormente, avvicinandosi al compagno per aiutarlo.

 

-Draco… che è successo?- disse quindi, prendendo due buste.

 

-La m-macchina… i se-sedili… prima rotti… squartati… poveracci… ora n-no… cioè s-sì ma… ketchup… ketchup dappertutto… io…la mia porche!!- balbettò lui, con tono atono e carnagione più cadaverica del solito.

 

I due ragazzini, si erano già defilati al piano superiore.

 

***

 

Dopo aver pranzato (i pomodori avevano provato l’ebbrezza del volo, facendo constatare ai pulitissimi e curatissimi capelli di Draco quanto quella verdura potesse essere ripugnante), i fratelli erano schizzati nuovamente su per le scale, lasciando soli i due zii.

 

-Senti, vai a vedere cosa combinano, non mi fido di loro. Così ti dai anche una… ripulita- sghignazzò il moro, dopo poco, adocchiando la testa bionda dell’altro, che gli lanciò un’occhiata truce.

 

-Non ridere!-

 

-Non sto ridendo!!!-

 

-Invece sì, ti stai solo facendo venire un crampo alla mascella!-

 

-No! Giuro che non è vero!!-; pochi secondi dopo, sbottò a ridere.

 

Draco, incazzato nero, si alzò stizzito dalla tavola e si diresse verso la porta; prima di varcarla, però, disse: -Ah, è così eh? Bene, niente più sesso per tre mesi!!- ed uscì, perdendosi l’espressione mista di Harry tra terrorizzata e disperata. Il moro non aveva più voglia di ridere.

 

***

 

Sentì uno scroscio d’acqua provenire dal bagno e delle risa.

 

Sospirando, si diresse verso la porta e bussò; -Ragazzi, sto per entrare!-

 

Improvvisamente, nessun suono provenne più dall’interno della stanza; Chi tace acconsente, pensò quindi il biondo, aprendo la porta e varcando la soglia.

 

Non fece in tempo a fare un altro passo che si ritrovò ad ammirare il soffitto bianco della stanza; sentiva pian piano la camicia infradiciarsi insieme ai jeans.

 

-Zio… ti sei fatto male?- disse Will avvicinandosi e guardandolo dall’alto dei suoi novanta centimetri.

 

Draco strabuzzò gli occhi, afferrando solo in quel momento di essere scivolato come un cretino sul pavimento, non bagnato, ma inondato d’acqua.

 

Si alzò a sedere, scotendo la testa, un po’ rintronato dalla botta: -Chi, cosa… cosa stavate facendo?!-

 

-Ci stavamo lavando!- rispose Tim con semplicità, chiudendo il rubinetto ed indossando l’accappatoio.

 

Il fratellino annuì, imitando il suo gesto e coprendosi.

 

-FUORI DI QUIIIII- urlò di botto il biondo, in preda ad una crisi isterica; -Fuori fuori fuori!!!!-.

 

i ragazzini scapparono, impauriti dallo sguardo iniettato di sangue dello zio.

 

***

 

Il pomeriggio passò abbastanza tranquillamente… più o meno.

 

Harry dopo pranzo non fece fare i compiti a Tim (come suo solito) e non fece fare una dormitina a Will (come suo solito), piuttosto li fece uscire a giocare un po’ (come suo solito).

 

Purtroppo per la vicina di casa, quel pomeriggio fu un inferno; diciamo che lo fu più per il suo animaletto (maschio, ma che la donna continuava a credere testardamente femmina).

 

Il suo povero gatto (e qui parte la mia vendetta contro i gatti *_* nd.A) Millicent, fu investito da una pioggia di palloncini pieni di birra, che lo rimbambirono più di quanto non era già, fu spazzolato e improfumato con dell’essenza di spazzatura ed infiocchettato con cuffiette e nastri di raso (fregati al supermercato, senza esser stati beccati).

 

Dopo questo trattamento di prima qualità, fu appeso per la coda con una corda al ramo di un albero e usato come pignatta.

 

Disgraziatamente (o fortunatamente, dipende dai punti di vista), il nodo della corda che lo teneva attaccato al ramo non era stato fatto correttamente e Tim, con un colpo di mazza ben piazzato, fece capire al gatto (MMMMIIIIIAAAAAAAAOOOOOOOWWWWWW) come dovevano sentirsi gli uccellini svolazzanti in mezzo al cielo.

 

L’animale schizzò come un bolide per aria, lontano, atterrando morbidamente sull’asfalto poco lontano, proprio durante il passaggio di un tir (beeeeeeeep!!!!!!) che, frenato bruscamente, si fermò miracolosamente soltanto sulla coda del gatto, che emise un verso straziante ed agghiacciante.

 

I due fratelli sgranarono gli occhi shockati, proprio mentre la vicina usciva di corsa da casa; prontamente Tim, appioppò senza parlare la mazza a Will e se la svignò.

 

Il bambino rimase interdetto per qualche secondo, tempo che gli costò parecchio visto che la signora anziana lo vide con l’arma del delitto e collegò immediatamente l’accaduto a lui.

 

E così, fu la seconda volta che Will subì le violenze di una nonnetta, guadagnandosi un altro bel ficozzo sotto l’occhio.

 

***

 

Prima di cena, successe il caos: Tim, che stava facendo i compiti (finalmente) diede di matto.

 

Will infatti, non sapendo cosa fare, ed ancora incavolato per la cattiveria del fratello, si era avvicinato di soppiatto alle spalle del maggiore, rovesciando d’improvviso un intero contenitore di marmellata su tutti i compiti svolti (parecchi), rovinandoli definitivamente.

 

Il risultato di quell’azione fu un’azzuffata tremenda, dalla quale uscirono entrambi con parecchi lividi e fogli sporchi di marmellata appiccicati sui vestiti e sui capelli, per non parlare delle piume dei cuscini usati come armi.

 

Durante la cena, non successe nulla di che (tralasciando il fatto che Draco, trovò casualmente dei vermetti da giardino rinchiusi crudelmente nei barattoli dei sott’aceti, foglie d’erba nel sacchetto dell’insalata, i contenitori dell’olio e dell’aceto scambiati, coca-cola dentro la bottiglia del vino rosso, zucchero dentro la caraffa dell’acqua, maionese nel barattolo del sale…).

 

Se non fosse stato già schifosamente platinato, si sarebbero scorti i primi capelli bianchi.

 

***

 

-Dormono? Sei sicuro?-

 

-Si Draco, sono sicuro!- ripeté per la milionesima volta, esasperato.

 

-Ma solo sicuro oppure sicuro sicuro?-

 

-Sicuro sicuro Draco-; sbuffò.

 

-Ma è un sicuro sicuro detto tanto per essere detto o è un sicuro sicuro detto con convinzione?-.

 

Harry lo guardò shockato.

 

-Draco! Vuoi piantarla?! Ti ho detto che stanno dormendo, punto!-.

 

Salì sul materasso, cacciando via le lenzuola; faceva un caldo boia.

 

Draco lo guardò con espressione crucciata e contraria; -Scusa tanto eh se volevo essere sicuro sicuro!-.

 

Harry scosse la testa con fare melodrammatico, stendendosi sulla pancia e poggiando gli occhiali sul comodino; nascondendo le braccia sotto il cuscino, sbadigliò sonoramente.

 

Il biondo sorrise maliziosamente, cominciando ad avvicinarsi, già gongolando all’idea di scoparlo selvaggiamente.

 

-No Draco- esalò il moro, già mezzo assonnato, senza neanche guardarlo.

 

Il ragazzo s’arrestò, mettendo il broncio; -Perché?- chiese con voce infantile.

 

-Hermione, Ron, Tim, Will… ti ricordano qualcosa?-

 

-No- rispose genuinamente, continuando la sua avanzata verso la conquista del mon… emh… del moro.

 

-Draco…- disse stavolta con tono di avvertimento il suo ragazzo, alzando la testa dal cuscino e guardandolo male.

 

Il biondo sbuffò allargando le braccia e alzando gli occhi al cielo; -E va bene! Ma domani sera voglio anche gli interessi!- rispose con tono minaccioso.

 

Harry ridacchiò divertito, battendo una mano sul letto; -Forza, vieni a dormire che domani ci aspetta una giornata mooolto lunga-.

 

-Già- ribatté con tono nauseato, avvicinandosi alla parte opposta del letto; -Li ucciderò a mani nude se combineranno qualche altra cosa-.

 

Si sedette.

 

Prrr.

 

Harry alzò nuovamente la testa dal letto, guardandolo con un sopracciglio inarcato; -Pucci pucci, hai male al pancino?-.

 

Le guance di Draco, presero fuoco; ed è tuttora cosa rara.

 

Il moro scoppiò completamente a ridere, tanto che cascò dal letto; si teneva lo stomaco e nel frattempo tentava di prendere aria per i polmoni a corto di ossigeno.

 

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!-

 

Un urlo squarciò la notte, mentre un giovane qualsiasi, in una stanza qualsiasi, di una casa qualsiasi si armava di un’accetta qualsiasi.

 

***

 

-Buon…awn… giorno- Will entrò in cucina, stropicciandosi gli occhi assonnati.

 

Harry ricambiò allegramente il saluto, mentre Draco si limitò a fulminarlo con lo sguardo, sorseggiando la sua tazza di caffé amaro.

 

Indifferente, il bambino si sedette a tavola, versandosi un po’ di latte e cereali nella sua scodella.

 

-Dov’è Tim?- chiese il moro, addentando un cornetto caldo.

 

-Non lo so, starà scendendo-.

 

Infatti, poco dopo, il ragazzino entrò in cucina già lavato e vestito.

 

-Buongiorno- esclamò, mettendosi accanto al fratello e prendendo un bicchiere di succo d’arancia; lanciò un sguardo allo zio con uno strano ghignetto disegnato sulle labbra.

 

Draco, già furioso di suo, divenne ancora più livido a quell’affronto e alzandosi stizzito, uscì dalla cucina con passo impettito; Harry sghignazzò insieme al nipote, nascondendosi dietro la scatola dei cereali.

 

Pochi secondi dopo, si sentì un tonfo tremendo e delle imprecazioni che avrebbero fatto risvegliare anche i morti.

 

***

 

-Ahi… ahi! Mi fai male!-

 

-Fa poco il ragazzino, è solo un po’ di ghiaccio!-

 

-Hai comunque la delicatezza di un elefante!-

 

Harry sbuffò, premendo maggiormente il canovaccio, contenente dei cubetti di ghiaccio, sul capo del biondino.

 

In risposta, Draco emise un gemito, stringendo i pugni sulle ginocchia; li ammazzerò, li squarterò, li ucciderò, li farò a pezzi, li impiccherò, li torturerò, li affogherò, li appenderò per gli alluci al soffitto, gli caverò gli occhi con un cucchiaino, gli staccherò tutti i denti, uno per uno, con uno schiaccianoci, li cucinerò alla brac

 

-Draco?-

 

Il moro, interruppe il corso dei pensieri omicidi del biondo.

 

-Si?-

 

-Non mi hai ancora detto come caspiterina hai fatto a capitolare dalle scale come un deficiente-

 

-Grazie amore, anch’io ti amo- rispose acidamente Malfoy, lanciando un’occhiataccia alla mini riproduzione di una Ferrari appoggiata sulla superficie lignea del tavolo.

 

-Ricordami che se un giorno dovessimo adottare un figlio, di non comprargli mai delle macchinine- continuò quindi, emettendo un altro gemito di dolore.

 

Il moro non capì cosa intendesse dire e facendo spallucce, continuò a tamponare il bel bernoccolo spuntato al suo ragazzo.

 

***

 

-Dici che possiamo uscire?-

 

-Ma certo, di che ti preoccupi?!-

 

-Di questo!- indicò il bernoccolo che aveva sotto l’occhio sinistro; -Se rimbuca all’improvviso quella vecchiaccia e mi picchia ancora?!-

 

-Non ti picchierà, stai tranquillo!-

 

-Non sto tranquillo perché tanto tu scappi! E mi lasci sempre da solo! Ecco!-

 

-Insomma, vuoi vendicarti sì o no?!-

 

-Vendicarmi?-

 

-Ho in mente un piano!-

 

Will sorrise contento, annuendo freneticamente e sfregando le mani tra loro; non sapeva cosa significasse la parola “vendetta”, ma aveva un bel suono.

 

***

 

Dlin Dlon…

 

La porta della villetta si aprì e la nonnina  guardò sorpresa l’uomo sulla soglia della porta; -Sì?- chiese, comunque cordiale.

 

-Casa Smith, vero?-

 

-Sì, lei chi è?-

 

-Sono l’avvocato che ha chiamato appena un’ora fa. Scusi per il ritardo- e senza far ribattere nulla alla signora, entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle.

 

-Un avvocato? Ma io non ho chiamato nessun avvocat…-

 

Dlin Dlon…

 

La nonnina aprì nuovamente la porta.

 

-Salve signora, ecco a lei le venticinque pizze che aveva ordinato. Fanno 87£ e 25 cent.-

 

La donna sgranò gli occhi sbiancando, mentre da dietro il ragazzo delle pizze, faceva capolino una ragazza minuta.

 

-Buon giorno signora Smith, sono la traduttrice. Ho portato le valigie spero entrino in macchina-

 

-Le valigie?!- sbottò la vecchietta; -Valigie per cosa?!-.

 

La biondina scoppiò a ridere allegramente; -Oh, lei è molto spiritosa! Va bene, starò al gioco: si ricorda signora? Dobbiamo partire per l’Olanda tra meno di due ore!-

 

-Ma cosa sta succedendo qui?- chiese quindi l’avvocato, con un cipiglio.

 

-Salve signora, sono il fioraio, le ho portato le 500 rose che aveva richiesto più i 250 tulipani e le 360 violette-; stavolta a parlare, anzi, ad urlare, era stato un uomo abbastanza anziano, alla guida di un furgone fermatosi proprio all’entrata del vialetto che portava alla villetta della signora.

 

A seguire, si presentarono un’equipe di esploratori, dei pagliacci per le feste, dei pompieri, una brigata di cuochi, un gruppo di turisti coreani, un pittore, un’agente immobiliare, l’ambulanza, un zoologo, un veterinario per il presunto gatto morto, un commercialista, uno stilista, un contrabbandiere, una schiera di venditori ambulanti (arrivati per caso), l’FBI, la CIA (chiamata dall’FBI), un elettricista, un idraulico, dei ricercatori di presenze extrasensoriali, un satanista, un band rock, dei ballerini, Berlusconi (detto il Berlusca… no anzi, quest’ultimo no, mi son sbagliata), uno strozzino, un giornalista, un gruppo di alcolisti anonimi, una comitiva di attori, un centralinista e la lista si potrebbe protrarre sino al tardo pomeriggio.

 

***

 

Nel frattempo, dalla loro casetta tranquilla e beata, Draco ed Harry spiavano dalla finestra, nascosti dietro le tendine a fiori, tutto quel corteo di gente presentatosi dinanzi la casa della vicina, con le idee un po’ confuse.

 

-Perché non ci ha invitato?- chiese Harry, imbronciato.

 

-Harry, devi capire che la signora non può aver fatto tutto questo…- gli rispose il biondino con tono accondiscendente, mentre spostava lo sguardo di tanto in tanto, verso la cabina telefonica situata dall’altro lato della strada, dove si trovavano due certi bambini in preda ad una crisi di risatine acute.

 

Draco chiuse le tende, sbattendosi una mano sulla fronte con fare melodrammatico; -Non ci posso credere…- sbuffò.

 

-Cosa?- chiese quindi il moretto, osservandolo.

 

-Niente, lascia perdere-; si avviò verso la cucina.

 

-No dai, dimmelo!-; lo seguì.

 

-No!-

 

-Dai!-

 

-No!-

 

-Ti prego!-

 

-Ho detto di no!-

 

-E suuu!- Harry si aggrappò alle gambe del biondo, facendolo quasi sfracellare sul pavimento.

 

-Ma sei deficiente?!- sbottò Draco, fulminandolo con lo sguardo.

 

Il moro, per tutta risposto, sfoggiò il suo miglior “sguardo-da-cucciolo-bastonato”.

 

-Non attacca!- sbottò Malfoy, con voce più morbida.

 

-Per favore?- aggiunse al carico da 100, Sfregy, con voce infantile.

 

L’altro si chinò su di lui, baciandolo a stampo; -No-.

 

***

 

Tim e Will rientrarono in casa ancora sghignazzanti.

 

-Cos’avete da ridere voi due?-

 

-Niente zio. Ma, dove stai andando?-

 

-A comprare il latte. Zio Draco sta facendo la doccia. Mi raccomando, non combinate nulla, d’accordo?-

 

-Certo zio- disse Tim.

 

-Noi siamo buoni- continuò Will.

 

Annuirono contemporaneamente con espressioni angeliche; come resistergli? Harry sorrise loro, scompigliando i capelli a turno, con fare scherzoso.

 

-Tornerò tra breve. Non andate in cucina che ci sono le pentole sul fuoco. Ciao!-

 

Il moretto uscì di casa, mentre i nipoti gli sorridevano ancora, coccolosamente.

 

Appena la porta fu chiusa, le due pesti schizzarono su per le scale, diretti nella camera degli zii; entrati, aprirono le porte finestre che davano su un piccolo balconcino ed uscirono.

 

Tim individuò subito il suo obiettivo e cominciò a guardarsi dubbioso intorno; sulla parete, proprio accanto all’entrata che riportava in camera, vi era appoggiato un lungo bastone con all’estremità superiore una rete, nella quale vi erano incastrate alcune foglie.

 

-Cos’è quel coso?- chiese Will, seguendo lo sguardo del fratello.

 

-L’ho visto usare allo zio l’hanno scorso. Ci puliscono la piscina-.

 

Ebbene sì; Harry e Draco, nel retro della villetta, avevano un giardino con al centro una bella piscina.

 

Tim si avvicinò all’oggetto afferrandolo dal lungo manico; poi, tornò vicino al suo obiettivo.

 

-Will, quando te lo dico io apri la gab…-

 

-No!-

 

-No cosa?-

 

-Non ci arriverei mai!-.

 

Il fratello maggiore sbuffando, entrò nella stanza degli zii e ne uscì poco dopo trascinando una sedia; la sistemò vicino al parapetto di marmo e allargò le braccia.

 

-Va bene adesso?!-

 

Will salì in piedi sulla sedia per una prova; -Sì, ora sì-

 

-Bene! Allora, ti stavo dicendo quando te lo dico, apri la gabbia, ma solo quando te lo dico, d’accordo?-

 

-Sì ho capito-.

 

Tim posizionò la rete davanti l’apertura della gabbia, mentre l’animale che vi era all’interno, tubava come un matto, arruffando le penne.

 

Il bambino assunse un’espressione concentrata, mentre rafforzava la presa sul bastone di plastica; prese un respiro profondo e fece un cenno deciso verso il fratello minore che, alzando il chiavistello, aprì la gabbia.

 

Il gufo, irato, schizzò fuori, finendo nella rete che Tim teneva posizionata alla sua altezza; l’impatto tra l’animale e lo spago fu tale che il bambino cadde all’indietro, finendo a terra.

 

-WIIIILL!! BLOCCA LA RETE!- urlò, tentando di mettersi in ginocchio e saltare sull’animale.

 

Will saltò giù dalla sedia e facendo una smorfia di paura, tentò di bloccare i lembi della rete con un piede, appiattendoli l’uno sull’altro.

 

Il gufò continuò a dimenare ali e zampe, nel tentativo di liberarsi, mentre i suoi acuti gridi, riempivano l’aria.

 

Tim, che nel frattempo era riuscito ad alzarsi, aiutò il fratello, calpestando anch’egli i lembi dell’improvvisata “trappola per pennuti”.

 

Dopo aver chiuso “la trappola” con dello scotch magico (Will era sceso per prenderlo), i due ragazzini, sollevando il bastone insieme (era troppo pesante per uno solo), scesero le scale con cautela, tenendo ben lontana l’estremità dalla loro persona.

 

Giunti in cucina, posarono il fagotto a terra ed aprirono il forno, mettendolo alla massima temperatura.

 

Con fatica, quindi, rialzarono il manico dal pavimento, ficcando senza tante cerimonie l’estremità opposta nel forno, mentre l’uccello, a contatto con quel calore improvviso e straziante, cominciò ad emettere suoni ancora più acuti.

 

-Emh… Tim… come facciamo a chiuderlo?- chiese Will dubbioso, osservando il lungo bastone di plastica che superava di un bel po’ lo sportello aperto orizzontalmente verso il basso.

 

-Non lo si chiude, no?! Il pollo si arrostirà lo stesso, solo più lentamente, ovvio! Ed è per questo che abbiamo messo la temperatura al massimo, per fare una bella sorpresa agli zii! Così, quando entreranno in cucina e vedranno il pranzo già pronto –perché il pollo per quel momento sarà pronto-, non potranno fare a meno di dire quanto siamo stati bravi e quanto siamo buoni! Così nello stesso momento ci facciamo anche perdonare dallo zio Draco per il piccolo incidente delle impronte…-

 

-E dei biscotti…-

 

-E della macchina…-

 

-E del bagno…-

 

-E dei pomodori…-

 

-E dei barattoli scambiati in cucina…-

 

-E del gadget di zio Fred e zio George che gli abbiamo nascosto sotto il materasso…-

 

-E delle scale…-.

 

I due si lanciarono un’occhiata melodrammatica, sospirando in ugual modo; poi, di comune accordo, si diressero nell’ingresso, ed uscirono in giardino, dirigendosi verso il retro della villetta, dove si trovava la piscina, per controllare se vi fossero delle erbacce da mettere come contorno al pollo.

 

***

 

Draco uscì dal bagno con solo un asciugamano legato in vita, delle ciabatte ai piedi ed un altro panno con cui si stava frizionando i capelli bagnati; cazzo, se faceva caldo.

 

Sentendosi meglio grazie alla doccia non fredda, ma ghiacciata, cominciò a scendere le scale che portavano al pian terreno mentre nel frattempo iniziava ad avvertire uno strano odore.

 

Chissà cos’è? Pensò, mentre scendeva l’ultimo gradino e curioso si avvicinava alla soglia della cucina, con espressione ingenua.

 

Appena si fu fermato sulla porta a soffietto aperta, il panno con cui si stava asciugando i capelli gli cadde di mano, mentre le braccia, rimasero ferme e immobili sopra la testa, andando ad incorniciare per bene un’espressione di pura incredulità.

 

Era il suo gufo quello dentro il forno e  a cui stavano andando a fuoco le piume della coda?!

 

Imprecando pesantemente, corse verso il forno, afferrando il manico sporgente della “trappola per pennuti”; tentò di tirare fuori l’animale immediatamente ma il calore del forno aveva squagliato la plastica del bastone e così, rimase con solo quello in mano, mentre il suo gufo continuava a tubare come un dannato dell’inferno.

 

Reagendo prontamente, alzò il manico e lo incastrò in uno dei buchi della rete fatta di spago (che cominciava a bruciare) e tirò fuori l’uccello; quest’ultimo, preso da una crisi isterica, di nervi, epilettica e chissà quanto altro, si dimenò immediatamente, liberando dalla rete e cominciando a volare per la cucina, riempiendola del fumo che saliva dalle penne della coda in fiamme.

 

Draco lo rincorse, tentando di bloccarlo, ma il risultato che ottenne fu… disastroso.

 

Il gufo gli volo vicino e disgraziatamente, un suo artiglio si impigliò nell’asciugamano che Draco portava legato in vita e che prese fuoco quasi subito.

 

-Oh merda, oh merda, oh merda, merda merda merda merda merda!!!!-

 

Disperato e preoccupato come non mai per i gioielli di famiglia, tentò di raggiungere il lavandino con tutte le sue forze, per spegnere il fuoco, ma l’uccello, troppo impaurito, dimostrò un forza sovrumana, trascinandolo fuori di lì, oltre la soglia della cucina.

 

Il biondo cominciò ad urlare incazzato nero e non vedendo soluzioni tentò di slacciarsi l’asciugamano dalla vita, abbassando lo sguardo; fu una mossa decisamente sbagliata perché prese in pieno, nell’anca, lo spigolo di un mobile.

 

Bestemmiò senza pudore, mentre il gufo lo trascinò su per le scale continuando a tubare.

 

Malfoy strinse gli occhi lucidi dal dolore, mentre portò entrambe le mani sul punto offeso, che già aveva iniziato ad acquistare un colorito violaceo; storse la bocca in un’espressione sofferente e maledì in tutte le lingue possibili ed immaginabili il suo stramaledettissimo gufo, regalatogli oltretutto da Lenticchia e la Castora! Maledetti, anzi, stramaledetti pure loro!

 

Senza che se ne fosse reso conto, tanto i fatti erano accaduti velocemente, si accorse, troppo tardi, che il gufo lo aveva trascinato nella disperazione verso la porta finestra aperta che si trovava in fondo al corridoio del piano superiore, la quale poi si affacciava su…

 

-No! NO! NOOOO FRENAAAAAA!!!!!!- tentò di bloccarsi facendo leva sui talloni, ma questo gesto non fece altro che fargli prendere un maggiore slancio per un volo da guinness dei primati.

 

-Guarda!- esclamò Will, alzando lo sguardo e puntando il dito in alto; -Cos’è? Una bomba? Una scopa? Un orco volante? Una delle fatture di zia Ginny? Uno gnomo?-

 

-No! È lo zio Draco!-

 

-YYYYYYYYYYYYAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH-

 

SPLASH

 

I due bambini si avvicinarono alla piscina, affacciandosi oltre il bordo, dove poco dopo ne emerse un Draco Malfoy avente un cappello abbastanza bizzarro… sembrava un pollo, a detta dei bambini, con l’espressione più soddisfatta e paradisiaca che avessero mai visto.

 

-Guarda mamma! Lo zio Draco ha un nuovo cappello!- esclamò Will, voltandosi.

 

Il biondo sgranò lo sguardo, allungando il collo per vedere oltre il bordo della piscina…

 

Oh no! No! Nooo! No no no no no! Nonononononono! Non è possibile! Non Weasel e la Granger! No! Ti prego! Fa’ che non abbiano visto niente! Fa’ che Lenticchia non abbia un…

 

-Ehi Malfoy! Ora ho un buon motivo per sfotterti a vita! E non ho neanche fatto tanta fatica a trovarlo!- esclamò d’improvviso e ad alta voce il rosso, appoggiato con un gomito sulla spalla di Harry che teneva entrambe le mani davanti alla bocca per non far federe i vari sghignazzamenti mal trattenuti; entrambi venivano percossi da vari tremiti che gli attraversavano le spalle mentre la Granger, tentava di darsi un contegno.

 

Evidentemente erano arrivati mentre si stava facendo la doccia e avendo sentito le voci dei bambini nel retro, si erano diretti là; che poi, quei due cosa ci facessero lì dietro, era un mistero…

 

-Oh no!- esclamò d’improvviso Tim, attirando l’attenzione di tutti; -Il pollo che avevamo messo a cucinare si sarà bruciato Will! Ce ne siamo completamente scordati!-.

 

Draco spalancò la bocca indignato e in preda ad un’altra furia omicida nei loro confronti; -VOI!!!-

esclamò, con tono carico di rabbia e frustrazione, più un tocco di isterismo e un pizzico di nervosismo.

 

Appoggiò le mani sul bordo della piscina e fece leva sulle braccia per uscire; con una mano si tenne lo straccetto che era rimasto al posto dell’asciugamano mentre con l’altra brandiva il gufo, ancora in stato di catalessi.

 

-SE VI PRENDO VI AMMAZZOOOOO!!!!- ed incominciò a rincorrere i due per tutto il perimetro della piscina, sventolando su e giù l’animale ed urlando minacce.

 

-Come è andato quindi Harry, questo week-end? Vi hanno dato troppi problemi?-

 

Il moro sospirò osservando con un sorriso sereno il fidanzato.

 

-No Ron, continuo a pensare che siano angeli oltre che un ottimo stimolo per Malferret-

 

 

 

THE END

 

Allora! Se siete arrivati fino in fondo… bhè, avete fegato! Dunque, ne approfitto (come sempre) per ringraziare le persone che hanno recensito (o anche solo letto) “Ti amo e non è un reato”. Faccio PUNTUALMENTE pubblicità al mio forum su Draco: www.lovingdraco.forumfree.net e spero vivamente che questa piccola storiella comica vi sia piaciuta e vi abbia fatto divertire. SOPRATTUTTO divertire. Bhè, che altro dire? Un ringraziamento va anche alle mie bete Raigel e Marilia che mi hanno aiutato con la grammatica. Ed inoltre alle persone che hanno lasciato un segno del loro passaggio al primo capitolo di questa piccola fic! Mille grazie! Commentate se non vi costa troppo :P

 

 

KISS KATHY

 

 

P.S. Notato stavolta? Niente shot drammatica! XD

 

   
 
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