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Autore: MedusaNoir    22/03/2011    3 recensioni
"Un giorno Zeus fece un dono alla dea Lamia: potersi togliere le orbite degli occhi per non vedere quello che le faceva male": è questo il Dono della storia, la possibilità che ognuno ha di "non vedere" quello che non vuole vedere; ed è quello che Ginny, all'inizio del suo sesto anno a Hogwarts, vorrebbe fare per paura delle conseguenze. Ma qualcosa le farà cambiare idea.
Ho sempre voluto rappresentare Ginny e Draco a modo mio, ora voglio renderli più vicino possibile ai loro personaggi: quindi sarà molto difficile riuscire a creare qualcosa tra di loro, e volevo cimentarmi in questa sfida. Ho pensato che il modo migliore per farli "incontrare" fosse raccontando quello che potrebbe essere successo a Hogwarts mentre il Trio è alla ricerca degli Horcrux.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Draco uscì di fretta dalla Sala Grande, allargando violentemente il nodo alla cravatta perché si sentiva stringere troppo, in trappola. Tiger e Goyle si affettarono a raggiungerlo senza dire una parola.

- A che gioco sta giocando? - , chiese Draco svoltando l’angolo, diretto all’ufficio del Preside: era determinato a parlare con Piton, a farsi togliere il prima possibile da quell’assurda situazione. – Quel Lumacorno… cosa diavolo ha per la testa? – .

I due scagnozzi grugnirono in risposta.

- Ma Piton deve sentirmi, non ho nessuna intenzione di passare la serata quella Babbano-fila -

- Forse… - . Goyle sembrava intento a cercare una spiegazione, la fronte aggrottata come se stesse compiendo uno sforzo enorme. – Forse vuole che facciate amicizia… -

- Ma ci sei o ci fai, Goyle? - , sbottò furioso Draco. – A nessuno sano di mente verrebbe un’idea del genere! –

- Vorrà farvi smettere di litigare - , intervenne Tiger, titubante. – Non date un bello spettacolo… - .

Draco si fermò di botto, si guardò intorno e appoggiò la schiena sul muro di pietra accanto all’entrata dell’ufficio di Piton, incrociando le braccia. – Qualunque sia il motivo, stasera, da Lumacorno, ci sarà soltanto la Weasley - .

Rimase in attesa del Preside, ma non dovette aspettare molto: qualche minuto dopo Piton si avvicinò e diede segno di averli visti solo quando non poté più evitarli.

- Preside! - , proruppe Draco appena gli fu davanti. – Mi tolga immediatamente dalla punizione! - .

Piton non sembrò offeso dal tono arrogante del ragazzo, ma continuò a guardarlo con rabbia, evidentemente colpito da altro.

- Non se ne parla - , rispose infine.

Draco sembrava aver appena ricevuto un ceffone in pieno viso.

- Cosa? - . La sua voce si era fatta più bassa, strascicata.

- Te la meriti - , disse Piton, e ora anche lo sguardo del ragazzo si riempì di rancore.

- Me lo… me lo merito? E’ impazzito? Solo perché ho attaccato quella sporca Babbano-fila di una Weasley… -

- No, perché l’hai fatto senza bacchetta - , concluse Piton. – Ti sei comportato come un volgare Babbano, vergognati - .

Non sembrava voler pronunciare la parole d’ordine davanti a loro tre, probabilmente per paura che Draco salisse nel suo ufficio costringendolo a continuare la discussione; ma il Serpeverde sembrava aver capito esattamente il suo sbaglio e rimpiangere abbastanza quell’attimo di debolezza, così fece cenno ai suoi compagni di seguirlo.

Già rimuginava sui mille modi di usare la bacchetta per vendicarsi della Weasley.

 

Non era la prima punizione per Ginny, quindi si avviò verso l’ufficio di Lumacorno con abbastanza tranquillità; l’unica differenza sarebbe stata la presenza di Draco. Lui l’avrebbe insultata, questo sì, ma una punizione con Lumacorno sarebbe sicuramente stata più gradita di quelle che aveva sopportato finora.

Bussò alla porta dello studio, calma, e quando il professore venne ad aprire notò con stupore che Draco era già dentro. Il ragazzo evitava il suo sguardo, ma a Ginny non dava assolutamente fastidio; al contrario, lo reputava un passo avanti per la serata che stava per iniziare.

- Ah, signorina Weasley - , la accolse Lumacorno scuotendo la testa. – Non avrei voluto, glielo assicuro… ma non è assolutamente così che ci si dovrebbe comportare –

- Ora che è arrivata, mi spiega cosa dobbiamo fare… professore? - , chiese Draco con irritazione: evidentemente, pensò Ginny, non doveva essere la prima volta che poneva quella domanda.

- Per prima cosa, dobbiamo uscire di qui - .

Ginny lanciò istintivamente uno sguardo alla finestra, verso i prati bagnati dalla pioggia incessante: voleva portarli nella Foresta Proibita?

Lumacorno parve leggerle nel pensiero. – Oh, no, signorina Weasley, non ho alcun intenzione di portarvi fuori dal castello con questo tempo. Pensavo… ad una semplice gita nei sotterranei - .

La ragazza guardò Draco, che sembrava, come lei, non stare al passo con i pensieri del professore. Tuttavia, seguì Lumacorno fuori dalla stanza, con Draco alle calcagna. Scesero le scale stando attenti agli imprevedibili scherzi di Pix; svoltarono a destra, poi proseguirono lungo uno stretto corridoio ai cui lati pendevano delle torce che illuminavano fiocamente la loro strada.

Ginny si rese conto che si stavano recando nell’aula di pozioni: cosa avrebbero dovuto preparare?

Giunti davanti all’aula, Lumacorno spalancò la porta, incitando i due ragazzi ad entrare, mentre lui dondolava sull’uscio.

- Le bacchette, prego - .

La richiesta giunse inaspettata: Draco, meccanicamente, infilò la mano in tasca, più che per stringerla piuttosto che per consegnare la bacchetta di biancospino: Ginny guardò sospettosa il professore, ma infine decise di consegnare la sua, cosicché il Serpeverde fu costretto a fare altrettanto.

Lumacorno mise via le bacchette e il suo volto si fece serio. – Passerete la notte qui, a riordinare gli scaffali: state attenti a non rompere o mescolare le pozioni, non voglio incidenti –

- Perché ci ha preso le bacchette? - , chiese Draco, inarcando le sopracciglia.

- Preferisco evitare che vi feriate a vicenda: ho imparato a conoscervi –

- E non ha paura che la aggredisca lo stesso? –

- No, signor Malfoy, perché so che non è uno stupido –

- E se dovesse succedere qualcosa? - , intervenne Ginny.

- La ragazzina ha paura - , commentò Draco, sprezzante.

- No, razza di idiota, non ha sentito quello che ha detto sulle pozioni? – . La Grifondoro gli lanciò un’occhiata di fuoco.

- Ho dato per scontato che non avreste distrutto niente - . Lumacorno parve indeciso in quel momento; dopotutto, si trattava di lasciare un’aula completamente nelle mani di quei due, che non erano certo noti per la loro tranquillità. – Ma dato che andrò a dormire nel mio ufficio e qui non rimarrà nessuno… - . Tracciò una linea sul pavimento, appena dentro la stanza, con la propria bacchetta. - … meglio evitare spiacevoli inconvenienti. Se dovesse crearsi qualche problema, basterà che superiate questa linea e suonerà un allarme nel mio studio. Questo serva anche da avvertimento: se provate a scagliarvi oggetti e uno di essi dovesse raggiungere questo punto, non sarò affatto contento di trovare la mia aula distrutta solo per i vostri litigi, chiaro? - .

I due ragazzi annuirono mentre Lumacorno lasciava la stanza; poi si guardarono, disgustati.

   
 
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