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Autore: Sara Weasley     22/03/2011    24 recensioni
Un fumo dall’odore dolciastro si diffonde nel vicolo e l’ennesimo boato esplode nell’aria: da qualche parte oltre il terrore, le maledizioni, i rumori assordanti, qualcuno urla e io sento il gelato di Florian risalirmi lentamente lungo la gola. Potrebbe essere chiunque dei miei amici: potrebbe essere Remus, oppure Peter, Frank o Alice… ma io, più di tutto e tutti, spero che non sia Lily. Non può essere Lily.
Imprecando tra i denti, schiaccio ancora un po’ la schiena contro il vecchio muro dietro cui sono nascosto e mi azzardo a fare capolino per cercare di capire cosa Merlino sta succedendo nel putiferio là fuori. La bacchetta nella mia mano freme e asciugo freneticamente un rivoletto di sangue che dalla fronte mi scivola sulle palpebre. Nessun Mangiamorte in vista, potrei…
Sirius lancia un sibilo di avvertimento e riprende a strisciare sotto i cumuli di macerie in cui è quasi intrappolato. "Lo avevo detto" dice tra i denti, con il suo classico tono sarcastico "che i compleanni portano sfiga. Ma tu no, dovevamo per forza fare una festa! E adesso guarda… "
Genere: Comico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Mangiamorte, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Da chi lo ha tre volte sfidato. '
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Capitolo 60.

 
 
 
Gli studenti che frequentarono Hogwarts in quell’anno non dimenticarono mai il Novembre del 1977. Qualcosa di molto strano era successo, e questo non si poteva negare.
Non era una novità che i Malandrini e le ragazze Grifondoro del settimo anno fossero diventati quasi amici: ormai, vedere Sirius Black battibeccare con Alice Prewett sulle qualità canore di celestina Webber era un fenomeno comune, quasi quando osservare la bella Emmeline Vance dare ripetizioni ad un imbarazzato Peter Minus, mentre Remus Lupin nascondeva la sua cioccolata preferita da Mary McDonald, che tentava di appropriarsene per fare chissà cosa, ricattando in povero Frank Paciock per farsi dare una mano a compiere il furto.
Quello che era realmente strano, era il comportamento di Lily Evans e James Potter.
I due erano stati avvistati da tutto il corpo studentesco mentre discutevano civilmente su quale fosse il modo migliore di organizzare le ronde dei prefetti, e Lily Evans non aveva gridato contro di lui nemmeno una volta. Alcuni Tassorosso –ragazzi di buona fede, loro- avevano bisbigliato che il Malandrino e la Caposcuola fossero quasi amici e in un lampo il pettegolezzo si era diffuso al volo.
Le scommesse erano state aperte.
Amos Diggory aveva scommesso undici Zellini e nove Falci che Potter ed Evans si sarebbero messi insieme entro l’inizio dell’anno nuovo. I gemelli McKinnon avevano rilanciato, puntando su una fuga amorosa di James che, cotto d’amore, si caricava in spalla Lily per fuggire a Las Vegas sulla sua scopa e sposarla. Anche Xeno Lovegood aveva rischiato, puntando un Galeone sulla Evans che inceneriva Potter perché infondo, i Gorgosprizzi  che vivevano tra i capelli del ragazzo non li avrebbe mai sopportati.
Ma il pettegolezzo fu subito smentito. Olivia Greengrass e Jessica Higgs avevano solennemente giurato di aver visto la Evans minacciare Potter di rasargli la testa con una grattugia Babbana se lui avesse «nominato ancora quella promessa assolutamente ingiusta» in sua presenza.
I Serpeverde si erano accaparrati per prima il dominio della notizia, ma la politica di Olivia era basata sull’assoluta condivisione, così la voce si era sparsa in tutta Hogwarts e Diggory era stato costretto a sborsare i suoi soldi ad un entusiasta Lovegood, che desiderava da tempo un Corno di Erupment.
Dicembre arrivò con dolcezza inaudita, proprio mentre il James Potter Fan Club organizzava una squadra di ricognizione speciale che aveva il compito di pedinare il Soggetto- Capello- Splendente  per scoprire il livello d’amicizia che aveva con Lily Evans, quella bizzarra ragazza evidentemente cieca e asessuata, visto che continuava a rifiutare le avances di un figo come Potter.
Quando caddero i primi fiocchi di neve, tutta la scuola aveva una gigantesca domanda per la testa: Ma che diamine sta succedendo?
 
 

***


«Remus, tutto bene?»
«Certo, Emm» rispondo, abbozzando un sorriso stanco.
James mi lancia un’occhiata comprensiva da sopra la sua crostata, mentre Sirius, troppo impegnato a strafogarsi di pancetta  e uova strapazzate borbotta qualcosa di assolutamente incomprensibile.
Emmeline mi sorride gentile, il viso dolce e delicato incorniciato dai suoi lunghi capelli dorati. «Mi sembri stanco» aggiunge.
Adesso anche Lily mi sta guardando, e dal modo in cui aggrotta le sopracciglia sono certo che ha capito.
«Stanotte ho dormito poco» mi affretto a rispondere. «Sirius non la smetteva di fare casino.»
Mary ridacchia maliziosa. «Che cosa stavi facendo, Sirius?»
Il diretto interessato solleva gli occhi dal suo piatto con la bocca così piena di chissà cosa che la sua faccia sembra sformata. «’atto niente, io» borbotta innocentemente.
«Sai, Black» commenta sarcastica Lily, sorseggiando il suo caffè, «tu parli esattamente come mangi.»
«Il che è proprio una sfortuna» aggiunge distrattamente Alice, troppo occupata a leggere una rivista per darci davvero retta.
«’atevi affari vostri» afferma elegantemente Sirius, l’unica persona al mondo che riesce ad essere altezzosa anche con un intero pollo –ossa comprese- in bocca.
«Stasera ci sono gli allenamenti, vero James?» chiede Mary, passandosi una mano tra i capelli cortissimi.
«Non oggi» risponde James, a sorpresa. «Ti lascio un giorno libero, Frank: questo per dimostrare che sono un capitano magnanimo.»
Gli occhi di Frank si illuminano angelicamente, poi però sembra ripensarci. «Questo significa che domani faremo allenamento doppio, vero?» geme disperato.
James ghigna sadicamente. «Esattamente, Frak. Esattamente.»
Il vero motivo per cui mi sento poco bene, non è Sirius che fa le ore notturne.
Stasera ci sarà la luna piena: il mio appuntamento con la maledizione mi aspetta, malignamente preciso come ogni mese, per tutta la mia vita. Certo, da quando ho conosciuto James, Sirius e Peter, e siamo diventati Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, ogni cosa è cambiata. Adesso la Luna Piena è diventata il mio Piccolo Problema Peloso, e la maledizione si è trasformata in una benedizione: niente più lancinante dolore e ferite sul corpo, solo meravigliose avventure con un topo, un cane e un cervo in giro per il parco di Hogwarts.
«Evans» esordisce James, passandosi una mano tra i capelli. «Che ne pensi di farci un giretto intorno al lago nero, domani?»
Lily alza gli occhi al cielo, infastidita. «Preferirei annegare, Potter.»
Ovviamente James non si scoraggia.  «Io sono come il sole, Evans! Splendente, illuminante, abbagliante…»
«…sì, Potter. E guardarti mi fa male agli occhi.»
Sirius ridacchia così forte che sputa pezzetti di uova sulla torta al cioccolato di Peter e sulla rivista di Alice, che lo guarda con disgusto ed esasperazione allo stesso tempo. Mary ride sguaiatamente, rotolandosi così tanto da finire addosso ad un Frank allucinato.
James decide che è meglio tapparsi la bocca.
 
 
 
Manca quasi un’ora al tramonto, lo sento. Le mie ossa scricchiolano, e la testa mi fa così male da sembrare imbottita di piombo bollente. Tra due ore mi infilerò nel passaggio sotto il Platano Picchiatore, collegato direttamente alla Stamberga Strillante: Sirius, James e Peter mi raggiungeranno lì, come al solito.
Per ora, posso solo limitarmi ad andare in Infermeria, prendere un antidolorifico che Madama Chips prepara apposta per me una volta al mese, e sorbirmi gli effetti delle erbe che servono a ben poco contro i miei muscoli infiammati e il mio corpo che grida.
«Questa volta te la farò pagare per quel morso, Pad» sta dicendo James.
Sirius ghigna in maniera quasi animalesca. «Le tue corna non possono competere con me.»
«Il cervo è il re della foresta, questo lo sanno tutti!»
Peter ridacchia. «Quello è il leone, James.»
Ramoso fa per aprire la bocca, poi vede Lily in avvicinamento e allora si blocca, con una mano che automaticamente finisce tra i suoi capelli e un sorrisetto stampato sul volto. «Lily!» saluta immediatamente.
«James» risponde lei, abbozzando un cenno con la testa. «Ragazzi.»
«Dove stai andando?» le domando con gentilezza.
Lei sbuffa, un ciuffo di capelli che le rimbalza sulla fronte. «Punizione» borbotta seccata.
Nonostante il rapimento, nonostante abbiamo scoperto che Rosier è un alleato di Voldemort, nonostante sia passato un mese, Lily continua ad andare in punizione, tutte le sere. Questo è perché spia Rosier, per conto dell’Ordine della Fenice, e sotto consiglio di Silente: a me –e a James- la cosa non piace affatto.
«Se vuoi ti accompagniamo» propone immediatamente James, «tanto sei di strada.»
Sorvolo sul fatto che l’avrebbe accompagnata anche se la destinazione fosse stata Plutone, ma comunque.
«Voi dove andate?» chiede Lily.
«In infermeria» rispondo.
«Per il Piccolo Problema Peloso di Remus» aggiunge James.
Lei sorride, divertita dall’assurdo soprannome che James usa abitualmente per definire la trasformazione. «Quindi andrai alla Stamberga Strillante, e poi gli altri ti raggiungeranno trasformandosi in Animagi, giusto?»
«Questo è il nostro programma» borbotta Sirius, osservandola attentamente.
 Lily annuisce comprensiva, come se trasformarsi in un lupo assetato di sangue fosse una cosa normale: la cosa mi riempie così tanto il cuore di gioia, che l’aria per un attimo ha il sapore della cioccolata. Poi però le sue sopracciglia si aggrottano, e si morde un labbro in silenzio, fissandomi così intensamente da farmi arrossire. Alla fine, borbotta: «voglio venire anche io.»
James strabuzza gli occhi, allucinato, guardandola come un maniaco che vede una ragazza per la prima volta nella sua vita.
Sirius incespica un po’: «che cosa?» urla quasi, accompagnato dagli squittii meravigliati di Peter.
Io le prendo un braccio saldamente, puntando i miei occhi nei suoi: conosco Lily quel poco da sapere che quando si mette in testa una cosa, non cambia mai idea. Ma questa volta non ci sono i diritti dei Lupi Mannari, in gioco: la cosa è molto più seria.
«Non se ne parla neanche, capito?» dico immediatamente. «I morsi dei Lupi Mannari sono mortali per gli umani! Non puoi venire, Lily, proprio non puoi
«Sarebbe troppo pericoloso» concorda anche James, più serio del normale.
«Lo so» si affretta ad assicurare lei, evidentemente contrariata. «Mi piacerebbe esserci, però» sbuffa, incrociando le braccia al petto.
«Fidati» le sorrido tristemente. «Non ti perdi proprio nulla.»
 
 

***

 

Guardo l’orologio da polso che Remus ha lasciato sul suo comodino: a quest’ora lui sarà già nella Stamberga, in procinto di trasformarsi e con i muscoli a pezzi.
Il boccino d’oro con cui sta giocando si allontana di qualche centimetro dalla  mano di James: scatta velocemente di lato, e lui con un movimento fulmineo lo riacchiappa. Lo tiene stretto per qualche secondo, il tempo che le sue ali si addormentino un po’, poi lo lascia di nuovo andare.
In quello stesso istante, i suoi occhi color nocciola si sgranano un po’: vedo l’espressione cambiare repentinamente e il suo sorriso congelarsi gelidamente sul suo viso, mentre un’ombra oscura sembra disegnarsi nell’aria di fronte a lui.
È un istante: il boccino gli sfugge di mano prima che James possa riacchiapparlo, alzandosi in alto e cominciando a girare velocemente al centro della stanza.
Frank alza gli occhi dal suo libro –Quidditch attraverso i secoli- e lo guarda perplesso: «è la prima volta che vedo una cosa del genere» borbotta.
«Hai lasciato scappare il boccino?» esclama anche Peter.
James non sa cosa dire: osserva entrambi con le ciglia aggrottate, senza riuscire ad aprire bocca. Mi chiedo, fissando il baldacchino porpora, a che cosa stia pensando: è passato  un mese da quando lui e la Evans sono stati rapiti e torturati, eppure ancora adesso qualche volta  i suoi occhi si velano di grigio, proiettando ricordi che noi non vedremo mai. James ha raccontato i pochi dettagli del loro rapimento senza fermarsi sui particolari: nessuno di noi sa che cosa sia successo con precisione nel posto in cui sono stati portati, ma una cosa è certa: è stato qualcosa di orribile che ha segnato entrambi, sia fisicamente che internamente.
Se prima James non era altro che un bambino ottimista che viveva nell’utopia costruita di un magico mondo perfetto in cui condividere amici, amore e famiglia spensieratamente, adesso so che in lui c’è qualcosa di diverso che prima  non c’era. Non è cambiato, e so per certo che non lo farà mai: resterà insopportabile, irritante e fastidiosamente ottimista a vita; è cresciuto. Ed ora, accanto alle sue cieche speranze in un mondo e in un futuro migliore, c’è la consapevolezza che la guerra è più vicina a noi, e qualcosa potrebbe non andare come lui aveva previsto.
Pensa spesso a Lily Evans, ultimamente. Me ne accorgo dal colore dei suoi occhi e dalla forma del suo sorriso: se ha lei in testa, non c’è spazio per nient’altro.
Come adesso: sorseggio un sorso di Burrobirra gustandomi tra il disperato e il divertito  il sorriso inebetito di James e ridacchio tra me e me. «James, sai che Mocciosus si è dichiarato gay?»
«Mmm» biascica lui, senza distogliere lo sguardo dal nulla.
«Silente sta ballando nudo la conga con Voldemort.»
«Mmm.»
Io, Frank e Peter ci scambiamo uno sguardo complice.
E va bene, James. L’hai voluto tu.
Sorrido malandrino, prendo un bel po’ d’aria e poi con tutto il fiato che ho nei polmoni urlo: «Lily Evans sta baciando Xeno Lovegood!»         
«CHE COSA?» salta su James, la bacchetta già in mano e una luce omicida negli occhi. «Dove? Dov’è, quel traditore?» poi, senza accorgersi che è in mutande, attraversa a passo di marcia la stanza, con il chiaro intendo di uscire e sezionare chiunque ci stia provando con la Evans.
Frank, che è così calmo e tranquillo da essere amico di tutti, afferra James per il maglione e lo spinge sul letto. «Per l’amor di Merlino» esclama esasperato, «metti almeno un pantalone.»
James fa una smorfia risentita, incrociando le braccia al petto. «Le ragazze avrebbero gradito» borbotta, mettendo il broncio come un bambino.
Peter squittisce. «Non ne dubito.»
E mentre non posso evitare di ridere come un matto, perché diamine, il mio migliore amico è proprio un’idiota, mi viene in mente una cosa che devo dirgli da tempo ma che non ho mai voluto neanche provare a spiegare.
Forse è arrivato il momento: e se non va come avevo previsto… beh, posso sempre uccidere la Evans, no?
 

***


 

  Lily deve essere ancora da Rosier.
Da sola, in punizione con lui: la sola idea che un individuo del genere la guardi, mi da il voltastomaco. Perché lui la detesta, e lei non è il tipo che si fa mettere i piedi in testa: se succedesse qualcosa, però, so che non sarebbe lei ad avere la meglio.
Magia a parte, lui è un uomo adulto e, per quanto Lily possa essere forte, è pur sempre una ragazza.
Più passano le sere di punizione, più penso che quella di Silente sia stata una pessima idea: farle fare la spia, quando è certo che Rosier lavora per Voldemort. Siamo stati rapiti una volta: e se lui ci riprovasse? Se volesse finire ciò che aveva cominciato, e ucciderla?
«James» dice ad un tratto Sirius, seduto sul suo letto con espressione corrucciata, che giocherella distrattamente con una bottiglia di Burrobirra.
Mi alzo dal letto di Frank, e senza abbandonare l’aria imbronciata vado a sedermi sul mio, gettandomi poco delicatamente sulle coperte rosse e porpora. «Cosa?»
«Senti» comincia di nuovo lui. «Prima che tu sparissi, noi stavamo litigando. Per la Evans e per quella tua scopa del cavolo.»
Un ricordo si fa strada nella mia memoria, così veloce da non riuscire a fermarlo.
 
« Voglio aspettare Lily » proclama.
« La Evans? Andiamo, James! Tornerà quando tornerà! Che la aspetti a fare? »
« Voglio solo vederla, tutto qui. »
« Bene vorrà dire che andrò a fare qualcosa da solo. Tanto che ti importa, tu devi vedere la Evans. »
« Stai scherzando, vero? »
« Affatto. »
« Sirius, andiamo, non è mica una tragedia stare una sera soltanto in Sala Comune. Tra poco ci sarà pure la festa e… »
« Infatti. Non mi importa, okay? Io esco… »
« Sirius! Sirius, aspetta un attimo! »

 
Già. Io e Sirius abbiamo litigato: non un litigio serio, come quello del quinto anno,ma un battibecco niente male, se si pensa al fatto che io e lui non litighiamo quasi mai. Tranne che per Lily, in effetti.
Lo guardo interrogativo, aggrottando le sopracciglia. «Ma Regulus non ti aveva cancellato la memoria?»
«Remus mi ha detto tutto» risponde Sirius, scrollando le spalle.
«Ah» rispondo cauto, cercando di capire dove vuole arrivare. «E allora?»
«Insomma» sbuffa nervosamente Sirius, spostandosi dal volto una ciocca di capelli troppo lunga. «Il punto è: abbiamo litigato, poi tu ti sei lasciato prendere come un idiota da quei Mollicci dei Serpeverde perché eri solo e per quanto la Evans possa essere una tosta non c’è storia.»
Ecco, ora sono sul serio confuso. «Questo discorso ha un punto?»
Sirius mi lancia un’occhiataccia seccata, come se fossi io il cretino che non capisce le cose basilari, quando in realtà è lui che fa discorsi contorti dal nulla che non hanno né capo né coda.
«Il punto» precisa, «è che io e te non ci saremmo mai fatti prendere.»
Guardo Sirius, ma lui ricambia con le occhiate penetranti di chi cerca di far capire qualcosa senza usare parole: allora, visto che ormai mi sono perso nel discorso, guardo Peter e Frank, ma loro fanno spallucce, confusi quanto me.
Segue un istante di silenzio in cui tutti guardano tutti e tutti cercano di capire qualcosa. Alla fine, Sirius sbotta esausto. «Oh, ma insomma, sei proprio lento» esclama con disperazione. «Sto cercando di dirti che dobbiamo smettere di litigare per una ragazza. O meglio» puntualizza, «possiamo litigare per tutte le ragazze che vuoi –visto che tanto preferiranno sempre me a te- ma dobbiamo smettere di litigare per la Evans!»
«…ah» è l’unica cosa che dico. Mi passo una mano tra i capelli, spostando la frangetta dalla fronte e sbattendo più volte le palpebre.
È davvero Sirius quello che ha detto che dobbiamo smetterla di litigare per Lily? Lui, che non l’ha mai sopportata, neanche quando eravamo bambini? Pensa, James, pensa: potrebbe essere un Mangiamorte che ha preso della Polisucco; o magari qualcuno lo controlla con la maledizione Imperius: la Evans, tipo, lei ne sarebbe capace.
Osservo gli occhi grigi di Sirius, che batte le dita sulla bottiglia di Burrobirra ormai vuota in maniera snervante: ha il volto rilassato e indifferente come al solito; tutto di lui fa pensare che abbia detto la prima cosa che gli è venuta in mente, quando in realtà sono consapevole che è il frutto di ore e ore di chissà quali ragionamenti contorti. Anche lui mi sta fissando, i suoi occhi che si muovono nervosamente da una parte all'altra, in attesa di chissà cosa.
Frank fa un colpetto di tosse, per richiamare la mia attenzione: con un chiaro gesto della mano, mi fa capire che evidentemente dovrei decidermi a dirmi qualcosa.
Ah, giusto. «Questo è… beh» mi schiarisco la voce, «il pensiero più intelligente che hai partorito negli ultimi sette anni, credo.»
Sirius sbuffa, lanciandomi la bottiglia di Burrobirra in testa: per fortuna la schifo prima che possa rovinare il mio magnifico viso; avere una cicatrice sulla fronte non gioverebbe ai miei splendidi lineamenti delicati, no.
«Sono serio» borbotta Sirius. «Dobbiamo smetterla di arrabbiarci per lei: tu sei cotto della Evans e quando  lei è nei paragi diventi un rammollito, tipo Frank…»
«Ehi!» protesta giustamente il povero Paciock. «Io non sono rammollito.»
Sirius non lo calcola, e continua a parlare a macchinetta. «Mentre io sono figo a prescindere, sempre e comunque, quindi se… che so, qualche volta vuoi fare qualcosa da rammollito tipo aspettarla alzato o portarle i libri e tutta quella roba che Frank fa abitualmente…»
«Ehi!» ripete Frank, indignato.
«…beh, per me va bene. L’importante è che non mi coinvolgi: tra te, Peter, Remus e Frank sono l’unico qui che deve mantenere una reputazione» Sirius si sposta un ciuffo particolarmente ribelle dalla faccia, sbuffando. «Non voglio mica sembrare una checca, io.»
Quando Sirius finisce il suo illuminante discorsetto, nel dormitorio regna il silenzio: io, Peter e Frank ci guardiamo sbattendo le palpebre, shoccati.
«Oh, Sirius» esclamo poi, saltando dal mio letto al suo e piombandogli addosso. Lui fa una faccia schifata, ma prima che possa dire qualsiasi altra cosa, gli getto le braccia al collo. «Questa è la cosa più cariiiiiiina che hai detto
«Ma se non ha fatto altro che insultarci» mi fa notare giustamente Frank.
Sirius invece, con la faccia di un rosa simile al viola, cerca di schiodarsi le mie braccia dal suo collo. «James, levati!» urla schifato. «Sei pure in mutande!»
«Caro Paddy, ti ho mai detto che ti voglio bene?» esclamo innocentemente.
«Merlino» si lamenta Sirius, dimenandosi per riuscire ad alzarsi, «non fare la  checca, James.»
«Avete nascosto i vostri sentimenti per così tanto tempo» ride Peter, sbellicandosi sul suo letto.
«Potevi dirlo che eri geloso di Lily, Siriusuccio caro.»
«Vaffanculo,Jamie» replica Sirius, dandomi un calcio per farmi spostare di dosso e lanciandomi un’occhiataccia. «Ritiro tutto quello che ho detto: non sei rincretinito solo quando c’è la Evans, tu sei idiota ventiquattrore su ventiquattro.»
Faccio un inchino pomposo. «Grazie mille, amore!»
Detto questo, corro in bagno, piazzandomi davanti lo specchio e cercando di sistemare i miei capelli: vedo, nel mio riflesso, un sorriso gigante occuparmi per metà il volto, come una grossa fetta di torta.
Tra me e Sirius non servono parole, non sono mai servite: e so che, accettare che io ami Lily e l’idea che alcune volte potrei mettere da parte i Malandrini per lei, è un grande sforzo per Sirius, il più conservatore del gruppo.
 «Che cosa stai facendo?» mi chiede Peter, quando rientro velocemente in camera.
«Vado a prendere Lily» sorrido, cercando il mio mantello blu tra il disordine generale della camera. «Vi raggiungo in Sala Grande, prima di occuparci del Piccolo Problema Peloso.»
«Di nuovo il coniglio?» chiede Frank.
Sirius ghigna malandrino. «Già, di nuovo il coniglio.»
«Beh, allora io vado. Ci vediamo tra poco e…»
«James?» mi chiama Sirius, con una nota divertita nella voce. «Forse dovresti mettere questi» dice, lanciandomi un paio di pantaloni al volo. «Non credo che la Evans gradirebbe.»
«Già» borbotto. «Meglio non impressionarla troppo.»
Peter e Frank ridacchiano sotto i baffi.
 
 

 

***


«Riordina gli ingredienti della dispensa, invece di guardare il cielo, Evans» dice Rosier, con la sua odiosa vocetta nasale assolutamente irritante.
Sospiro stancamente, prendendo una provetta con Unghie di Ippogrifo e sistemandola accanto alle Zampe di Acromantula in polvere. So bene che fino a quando Dicembre non sarà passato dovrò finire di scontare i miei tre mesi di punizione, ma ultimamente mi sembra di essere diventata la schiava personale di Rosier: e sono ben consapevole anche che sto facendo tutto questo per spiarlo, ma non sono riuscita a ricavare nulla; si comporta come un professore particolarmente insopportabile ma nulla –eccetto, forse, una cattiveria sopra la norma- fa pensare che lui sia una spia di Voldemort.
Getto l’ennesima occhiata fugace al cielo: la luna non è ancora completamente sorta nel cielo, nonostante i prati di Hogwarts siano ormai coperti dal buio. Remus deve essere già nella Stamberga Strillante, a quest’ora, in attesa della sua trasformazione.
Ho consultato ogni libro della Biblioteca sui Licantropi, ed ho scoperto che la trasformazione è estremamente dolorosa per i malcapitati: è così terribilmente ingiusto, che una sorte del genere sia capitata a Remus, una delle persone migliori che ho mai conosciuto. La cosa che mi da più fastidio, però, è l’impotenza: non posso fare nulla per aiutarlo; i suoi amici si sono trasformati in Animagi per poter stare con lui nelle notti di luna piena, mentre io non farei altro che peggiorare la situazione, se mi avvicinassi a lui quando è un Licantropo.
«Stai pensando al tuo disgustoso amichetto, Evans?» sibila sarcasticamente Rosier.
Sento il suo fiato sfiorarmi il collo e mi ritraggo immediatamente per il disgusto e il fastidio, guardandolo con gli occhi ridotti a fessure. «Quello che penso non è affar suo, no?»
«Pensare tutto il tempo ad un ibrido, che razza di spreco» infierisce ancora lui, sorridendo in un modo così fastidioso che mi viene voglia di picchiarlo.
«Beh» faccio spallucce, sarcasticamente, «passo tutte le mie sere con lei: peggio di questo.»
Ma Rosier non si scompone più di tanto. «Non hai ancora imparato a tenere a freno la lingua, Evans» dice, scuotendo la testa. «Non preoccuparti, avrai tutto il tempo necessario per imparare: e adesso, fuori di qui.»
Non me lo faccio ripetere due volte, così, trattenendo la rabbia e costringendo me stessa a non schiantare o uccidere Rosier, prendo la borsa a tracolla e senza neanche salutare, esco dalla classe. «Razza di gigantesco idiota…» borbotto tra me e me.
«Chi, io?»
Inarco un sopracciglio perplessa, voltandomi stupita verso il muro: che cosa ci fa lui qui?
Mi ritrovo davanti James Potter, tranquillamente appoggiato al muro, con le braccia incrociate sul petto, i capelli più scompigliati che mai e un sorrisetto brillante.
«Che cosa ci fai qui?» borbotto.
Lui fa spallucce, venendo verso di me con il mantello che ondeggia intorno ai suoi piedi. «Sono venuto a prenderti, Evans» risponde semplicemente.
«Questo lo vedo» gli faccio notare. «Perché?»
Cominciamo a camminare lungo il corridoio, diretti verso la Sala Comune Grifondoro: il silenzio dura poco, visto che Potter non è per niente un tipo timido.
«Perché» spiega, passandosi una mano tra i capelli come se fosse in imbarazzo, «beh… perché credo sia meglio così, visti i precedenti di Rosier.»
«Ti stai preoccupando per me, Potter?»
Lui fa un sorriso. «Qualcosa del genere, Evans.»
Una rampa di scale, davanti a noi, prende a cambiare, sostituita da un’altra con un gradino mancante al centro, che deve per forza essere saltato.
Scuoto la testa confusa, guardando Potter con le sopracciglia aggrottate. «Ma tu dovresti essere con Remus, no?»
James esita un po’, spinto probabilmente dalla forza dell’abitudine che l’ha sempre visto evadere a domande del genere; poi sembra ricordarsi che io so, quindi fa un largo sorriso. «In genere, andiamo da Remus poco prima che la trasformazione cominci, sai, per evitare i sospetti.»
Annuisco comprensiva, cercando di immaginare Remus rannicchiato a terra e dolorante, mentre strilla per la trasformazione e il suo corpo comincia a tremare: addio ragazzo tranquillo, addio prefetto intelligente e benvenuto Lupo Mannaro mangia carne.
«È davvero così doloroso?» mi ritrovo a chiedere con esitazione.
«Sì» James sospira tristemente, infilando le mani in tasca. «Ricordo che la prima volta che ho assistito alla trasformazione non sono riuscito a chiudere occhio per tutta la notte. È terribile, Lily, ma è migliorato molto rispetto agli ultimi anni.»
Mi stringo tra la braccia, osservando con attenzione il profilo di Potter. «Migliorato come?»
«Prima era costretto a rimanere nella Stamberga Strillante per tutta la notte» spiega, guardandomi attentamente con i suoi grandi occhi nocciola, «e visto che non poteva cacciare, si feriva da solo. Adesso… non so, è come se il Licantropo avesse ritrovato un po’ di umanità.»
«E voi non rimanete feriti? Minus è solo un topo!»
James ridacchia, passandosi per l’ennesima volta una mano tra i capelli. «Peter sa cavarsela, e noi per lo più giochiamo.»
«Voglio venire anche io, con voi!» protesto, e mi rendo conto dalla risata di Potter che assomiglio ad una bambina cocciuta.
«Sai meglio di me che è troppo pericoloso.»
Percorriamo il corridoio del settimo piano, salutando con un cenno del capo Nick-quasi-senza-testa e il Barone Sanguinario che stanno parlando di chissà quali faccende da fantasmi.
«Non è giusto, però»sbuffo contrariata, incrociando le braccia, «voi vi rendete utili! Io non posso fare assolutamente nulla.»
«Ma Evans» mi dice lui, con una voce così calda da sembrare morbida al tatto, «non ti rendi conto che hai già fatto tantissimo? Lo hai difeso davanti Rosier, e lo accetti per quello che è: a Remus questo basta e avanza.»
Inarco un sopracciglio, guardando James Potter dal basso del mio metro e sessanta, con un misto di sorpresa e piacevole stupore negli occhi: non tanto perché mi accorgo che lui conosce bene Remus, no –questo lo sapevo già; è il fatto stesso che mi abbia detto una cosa del genere, che mi spiazza: ancora non sono abituata a pensare al James Potter che ho avuto modo di scoprire, e alcune volte mi dimentico che dietro il ragazzo vanitoso e arrogante c’è anche qualcuno con un gran cuore e l’animo buono.
«Parola d’Ordine?» chiede gentilmente la Signora Grassa.
Distolgo lo sguardo dal viso di Potter, borbottando «Basilisco» , e il quadro scivola via, mostrando l’ingresso alla sala Comune. «Tu non vieni, Potter?»
«No» risponde lui, scuotendo la testa. «Vado in Sala Grande e poi direttamente al Platano.»
«Capisco» dico, mordicchiandomi un labro. «Allora…» cosa si dice in questi casi? Divertiti con i tuoi amici animali? Attenzione al Licantropo? Non farti uccidere? «… in bocca al lupo, Potter.»
James ride sonoramente e i capelli, se possibile,  gli si arruffano ancora di più. «Speriamo non crepi, Evans.»
 
 

 

***

 

«Andiamo James, siamo in ritardo» urla Sirius, appena mi vede. «Che fine hai fatto?»
«Ehm» borbotto, mentre Peter tira fuori dalla tasca il mantello dell’invisibilità distendendolo sopra tutti noi. «Trasformati in Wormtail, Pet, altrimenti ci vedranno i piedi.»
In un attimo, il nostro amico è diventato un piccolo topolino, che squittisce quando Sirius lo prende in mano per metterlo in tasca. In due il Mantello ci copre perfettamente, anche se dobbiamo stare piegati di qualche centimetro: assicurandoci che nessuno ci veda, apriamo il portone principale quel tanto che basta per sgattaiolare fuori.
«Codaliscia, mi stai rosicchiando il maglione» si lamenta Sirius.
Camminiamo a passi veloci e ben misurati nel buio parco di Hogwarts: lo conosciamo così bene ormai che la Mappa del Malandrino non serve più a disegnarci la via; non impieghiamo molto a raggiungere le fronde irritate del Platano Picchiatore, che agita i suoi rami malignamente, come per avvertirci che se ci prende, ci farà male.
Le luci del castello sono ormai lontane. Con un gesto, Sirius mi fa cenno di togliere il Mantello dell’Invisibilità, che appallottolo con cura.
«Stasera vincerò io, Prongs» ghigna Sirius, malandrino.
«Non ci giurerei, Pad» sorrido di rimando.
Ci scambiamo un ultimo sguardo d’intesa che è il segnale che tutto deve cominciare: il volto di Sirius è l’ultima cosa umana che vedo, prima che la luce argentata travolga me e lui. Osservo distrattamente la schiena del mio migliore amico ingobbirsi e rimpicciolirsi, mentre un folto manto peloso lo ricopre tutto: poi, i miei muscoli si stendono, si allungano, tirano e mollano. In bocca ho il sapore dell’erba appena raccolta, mentre mi abbasso senza muovermi e le mie mani –ormai zampe- bramano per toccare la terra fresca e sentirla sotto gli zoccoli.
Ed ecco che non sono più uomo: ora, sono un cervo.
È la sensazione più piacevole del mondo, qualcosa di liberatorio ed estremamente rinfrescante; è come uscire dai limiti del corpo umano, da tutte le convenzioni e le abitudini che la socialità impone. Se da ragazzo devo comportarmi nel limite delle buone maniere, adesso sono un animale, e seguo l’istinto, i sensi.
In questa forma, tutto è semplice, tutto è facile: non serve pensare, l’importante è agire. È come se il cervello fosse collegato direttamente con gli arti, mi dico, mentre scuoto le corna e batto la terra, annusando l’intenso profumo invernale che mi rinfresca le narici.
Faccio un giro intorno al Platano, sentendo con gioia i possenti muscoli delle zampe che si allungano e si distendono, la schiena flessuosa da cervo che si inarca ad ogni falcata: vedo Sirius –o meglio, Padfoot-  che scodinzola eccitato, fiutando le pietre e i rami come se fosse la cosa più normale del mondo.
Mi viene quasi da ridere, a guardarlo: tra tutti noi, Sirius è quello che si trova meglio nella forma animale, dal momento che è arrivato quasi a prenderne le sembianze. Alcune volte mi viene da pensare che si trovi più a duo agio da cane che da ragazzo.
Peter squittisce, cercando di attirare l’attenzione: passa indisturbato tra i rami del Platano, fino a premere con le zampette un punto delle radici particolarmente nodoso; in un attimo, il passaggio che porta alla Stamberga si apre, e io e Pad ci catapultiamo dentro, entusiasti e felici.

 
 
 
 
 

 Note dell'autrice!
60 capitoli, 60 capitoli! Merlino, mi sento vecchia T__T
Ma bando alla ciance, andiamo avanti! Questo capitolo è un guazzabuglio (mi fa pensare a mago merlino questa parola, non posso farci niente XD) di cose e punti di vista XD
Cominciamo con una terza persona che ogni tanto spunta dal nulla, per descrivere un mese che è passato e in cui fondamentalmente non è successo nulla. Ho dovuto fare questo piccolo salto, altrimenti la cosa cominciava a diventare noiosa!
Ci sono le classiche battute idiote, James che ci prova, Lily che lo respinge, Sirius che si strafoga, un piccolissimo accenno Rem\Emmeline, Rosier, la licantropia, James\Lily, Sirius\james... oddio XD Però devo dire che mi mancava! XD
Penso -spero- di essere riuscita a farvi capire il rapporto di tutti con tutti, specie tra Lily e James, che sono amici e si odiano\amano contemporaneamente XD E no, non mi sono dimenticata della loro uscita ad Hogsmeade: risolvo un paio di cosette, e poi giuro che usciranno, promesso! XD
Poi c'è il POV di Remus: non avevo ancora parlato della Licantropia, ed era proprio ora di farlo! Le cose cominciano a cambiare, sì! XD
Lily vuole accompagnare Remus perchè si sente inutile... e vi anticipo che questo porterà a qualcosa nel prossimo capitolo! XD
Segue un POV mooolto contorto di Sirius, e non so se sono riuscita a spiegarmi! Sirius continua ad odiare Lily, però non vuole più litigare con James. Sirius si è sentito molto in colpa perchè James è sparito subito dopo che loro avevano litigato, non sapeva se sarebbe tornato vivo o no, e l'ultima cosa che gli aveva detto poteva essere una brutta battutaccia di un litigio!
è per questo che, anche se ancora odia Lily, decide che non deve più litigare con James per lei. Credo che ci abbia pensato su parecchio, e James è il solito totto che queste cose non è bravo a capirle XD
Pooooi, nel POV di James si vedono gli esiti del rapimento! Non ne parlerò più molto, ma far dimenticare a tutti loro una cosa così importante non poteva essere! E James, che ha provato cosa significhi perdere Lily, si preoccupa per lei ancora di più!
C'è il POV di Lily, in cui si capisce -spero!- quanto lei stia cambiando idea su James, poco a poco. Prima lo avrebbe cruciato se si fosse presentato ad aspettarla! xD E di nuovo, lei vorrebbe in tutti i modi rendersi utile. Uno dei pregi di Lily è la giustizia... credo che lei sia la persona più giusta dell'intero mondo di HP, insieme ad Hermione!
Per il resto, è tutto tranquillo! Sto usando definitivamente i nomi inglesi di Padfoot, Moony, Prongs e Wormtail, mi ci sono affezionata! *___*
Ho sempre pensato che durante la permanenza in animali, gli Animagi avessero coscenza. Cioè, l'intelligenza di una persona e i sensi di un animale! E credo che questo sia un pò dimostrato da Peter, in HP3.
E dopo queste note confuse e ingarbuglaite, taglio la corda!
Grazie mille a tutti!
Ah, ho un PS da aggiungere XD
PS: l'altro giorno mentre stavo scrivendo il capitolo, mi serviva sapere una cosa sull'aspetto di Mary -perchè la mia memoria fa schifo!- e allora mi sono detta: ma perchè non prendi un immagine da usare? Quindi mi sono messa a cercare su internet una probabile Mary...e, foto tira foto, ho trovato i rappresenanti di un pò tutti! Quindi vi chiedo: volete -appena capirò come si fa- che le posti? Vi piacerebbe vedere come li immagino io, o è meglio di no? Fatemi sapere ^_^
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Sara ^_^


 

   
 
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