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Autore: Erin_Prince    23/03/2011    13 recensioni
La mia prima FF...E' il quinto anno ad Hogwarts e la Umbridge richiede la presenza della sua assistente per il lavoro che deve svolgere...
Dal Capitolo2
Marzia Roberts????Quella è Marzia Roberts???la mente di Severus Piton fece uno sforzo per auto controllarsi: la sua ex-alunna era l'assistente della donna-confetto.
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Un anno dopo...

Un sole di piena primavera inondava la Sala Grande con i suoi raggi tiepidi. I quattro tavoli erano stati tolti, centinaia di panche erano state allineate per ricevere maghi e streghe da ogni parte della Gran Bretagna per quello che sarebbe stato il Giorno in memoria della Vittoria.

Vittoria...pensò amaramente Marzia, attraversando la Sala.

Una manina pallida vicina al viso catturò la sua attenzione.

Abbassò gli occhi grigi sulla bambina che teneva tra le braccia.

A quale prezzo, Helena, i cosiddetti buoni hanno vinto...pensò tristemente.

La bambina la guardò con i suoi occhi neri, tali e quali a quelli di Severus.

E ogni volta che li fissava, Marzia provava una fitta al cuore, un nodo allo stomaco.

Severus se n'era andato, ucciso in modo orrendo, per un motivo assurdo, lasciandola.

Anzi, lasciandole.

Per sempre.

Una settimana dopo la sua morte, una settimana dopo che l'aveva trovato nella Stamberga Strillante con due orrendi buchi nel collo, in una pozza di sangue, Marzia aveva scoperto di essere incinta. Subito aveva pensato che la gravidanza potesse essere la cosa peggiore che sarebbe potuta capitarle dopo la scomparsa dell'uomo che amava. Il nuovo arrivato avrebbe avuto sicuramente qualcosa che poteva ricordarle Severus.

E così era stato.

I capelli, gli occhi, la pelle. Ogni cosa poteva essere ricondotta a lui.

Ma quella creatura, il fiore del loro amore, non poteva essere odiata.

-Marzia!- la voce della Preside la riscosse. Quanto la detestava, non la poteva vedere, la odiava con ogni singola cellula del suo corpo. In qualche modo le attribuiva parte della colpa della morte di Severus. Una cosa sciocca, si era detta più volte, ma almeno poteva scaricare il peso di quella perdita su qualcun altro, oltre che su Voldemort.

-Marzia hai preparato il discorso..-

Il discorso...già, un'altra cretinata...pensò Marzia.

-No, no Preside non l'ho preparato e non ho intenzione di farlo. Sa come la penso.- disse, decisa e gelida. Helena cominciò a tirare pigramente un ricciolo della madre, mentre guardava incuriosita la vecchia Mc.Granitt, segnata dai suoi innumerevoli impegni e dagli anni, ovviamente.

-Marzia, te ne prego...-

-No, se vuole lo faccia lei!Cosa dovrei dire?Di quanto era coraggioso?Di quanto ha rischiato?Di quanto ha dovuto sopportare?- i suoi occhi pizzicarono.

La Preside non rispose.

-Lo sapete tutti, ormai- e sottolineò quella parola, come per marcare il fatto che, se non fosse morto, Severus non sarebbe mai diventato un eroe.

La Mc.Granitt spostò, sconsolata, lo sguardo sulla piccola, distogliendolo subito, però, appena incrociò quei ben noti occhi neri.

La giovane madre riprese la sua camminata solitaria, rivolgendo un sorriso alla bambina.

Già, solo per lei sorrideva, solo per lei si alzava dal letto la mattina, solo per lei cercava di andare avanti. Helena era il centro della sua giornata. Senza di lei non ce l'avrebbe fatta. Senza di lei avrebbe vissuto per il passato, più di quanto già faceva: ogni volta che poteva, sebbene fosse doloroso, Marzia prendeva uno degli innumerevoli ricordi su Severus e vi si immergeva, potendo così risentire la voce che l'aveva incantata, rivedere gli occhi che l'avevano ipnotizzata, ammirare l'uomo che aveva, e avrebbe, sempre amato.

La bambina emise un verso, la madre le diede un lieve bacio sulla fronte, mentre usciva nella luce del sole, nel parco. Gruppi di studenti si stendevano sul prato, altri leggevano, altri passeggiavano.

-Signorina Roberts!- una voce cristallina la chiamò, facendola voltare.

Una ragazza al sesto anno di Corvonero le veniva incontro.

-Volevo chiederle se poteva consigliarmi un libro sulle Pozioni usate in Medio Oriente nel XII secolo: ho seguito la sua lezione l'altro giorno e...-

-Certo, signorina Dorian, venga domani nel mio ufficio, ne parleremo con più calma e..Helena, smettila!- fece sorridendo alla bambina che le tirava insistentemente una ciocca di capelli. -E vedremo cosa offre la mia biblioteca.- o meglio, quella di Severus...concluse.

-Grazie infinite!Sua figlia è davvero bella, i suoi occhi sono due calamite..-

-Come quelli del padre..- disse tristemente Marzia, guardando lontano, verso il sentiero dov'era diretta.

-Oh, mi scusi..a domani...- disse la ragazza, allontanandosi.

Marzia osservò la giovane mentre tornava dalle amiche, sedute poco distanti.

Ecco un altro motivo per cui si alzava dal letto la mattina: i suoi studenti. Aveva accettato il posto che la Mc.Granitt le aveva offerto. In un primo momento non voleva niente da quella donna, non voleva più tornare ad Hogwarts, ma poi aveva pensato che quel castello era stato la prima casa di Severus, il posto dove si erano incontrati. Era solo l'assistente di Lumacorno, ma il vecchio insegnante l'aveva già designata come sua “erede”. Marzia teneva le lezioni del primo anno e alcune, più specifiche e storiche, per gli studenti dei MAGO.

Riprese a camminare verso il sentiero che conduceva ad un posto tristemente noto.

Passò accanto a gruppi di studenti, alcuni di loro si voltarono a guardarla, ma lei aveva imparato ad essere indifferente a quelle occhiate cariche di pietà e dispiacere.

Mi dispiace..quante volte se l'era sentito dire?Quante scuse aveva ricevuto?

Ma cosa se ne poteva fare, lei, delle loro scuse?

Niente, niente di niente, le loro scuse non ce lo riportano indietro...

Si incamminò su per un sentiero che sembrava abbandonato, ai lati spuntavano fiori, Helena cercava di prenderli, come fossero giochi.

-Signorina Roberts!-

Una voce famigliare le fece alzare gli occhi dalla bambina.

-Oh, Granger!-

Hermione Granger arrivava nella direzione opposta, con la sua aria fastidiosamente orgogliosa e fiera da Caposcuola.

-Sono andata a controllare se è tutto a posto...Sa..- disse, a mo di scusa.

-Si certo, magari qualcuno vuole vedere dov'è sepolto il grande eroe che tutti odiavano...- fece sprezzante Marzia. Non sopportava tutte quelle cerimonie, tutte quei riti inutili e tremendamente superflui.

Niente di tutto ciò me lo riporta indietro...

Marzia riprese a camminare, lo stretto sentiero saliva, arrivando ad uno spiazzo.

Una tetra lapide nera, una solitaria lastra d'ardesia si ergeva al centro di quella radura. Marzia camminò lentamente, Helena tra le braccia. Il sole le illuminava, le circondava come in un sogno.

Peccato che di un sogno non c'era proprio niente.

Sulla pietra nera spiccavano lettere argentate

 

Severus Piton

09 gennaio1960

02 maggio1998

 

-Sev..- mormorò Marzia, incapace di trattenersi dal dire il suo nome.

Mise la piccola a terra, sull'erba tenera e verde, seduta.

Quanto era difficile andare avanti mentre il cuore, andato in pezzi, prendeva atto della sua morte. Ogni giorno cercava la colla per rimettere insieme quei frammenti, ma non la trovava, Helena non era abbastanza. Una lacrima scese sulla sua guancia, mentre la bambina giocava con un campanellino che era legato al suo polso. Marzia strinse gli occhi nella luce dorata di maggio che filtrava tra i rami ancora spogli degli alberi, impreziositi solo da pochi fiori bianchi.

Le prime settimane dopo la sua morte erano state un inferno, Marzia passava le giornate da sola, nello studio che, un tempo, era stato il rifugio di Severus. E la sua gravidanza non aveva aiutato.

Ricordando gli ultimi, magici momenti passati insieme, le sue lacrime erano state amare, cariche di rabbia, dolore, amore.

Le settimane diventarono mesi, e mentre Helena cresceva, dentro di lei si faceva strada la consapevolezza di dover andare avanti senza di lui, una certezza che si faceva sempre più reale ogni giorno che passava. In quei mesi, la Mc.Granitt aveva trovato una lettera nel suo ufficio, una lettera per lei da parte di Severus. L'aveva riletta tante volte da saperla a memoria, mentre le ultime parole si tatuavano, indelebili, sui frammenti del suo cuore: ti amerò, Marzia, sempre.

Anche ad un anno di distanza, i ricordi erano come una lama fredda che si rigirava in una ferita profonda, ancora fresca, inguaribile.

Helena emise un gridolino, contenta.

Almeno tu sei contenta Helena...Potresti trasferirmi un po' della tua gioia..Più di quanto già fai..pensò, mentre ammirava l'anello regalatele da Severus scintillare al suo dito, emblema di un amore sbocciato troppo tardi.

Ricordare è così doloroso...Potevi essere un padre fantastico, avresti potuto insegnarle cos'è il coraggio...E insieme..Le avremmo potuto insegnare cos'è l'amore...

Le sue lacrime cadevano silenziose mentre, in lontananza, maghi e streghe cominciavano ad arrivare per la cerimonia.

-Marzia!Marzia..Eccoti, finalmente!- Hortensia arrivava dal sentiero, bellissima.

-Hortensia...- fece la riccia, sottovoce.

L'amica la guardò, in silenzio. Aveva cercato in tutti i modi di starle vicina, di aiutarla. Certe volte aveva preso Helena e l'aveva portata con sé a Londra, lontana da una madre troppo triste per crescerla. Ora la veniva a trovare spesso, come per assicurasi che non si fosse appesa al tubo della doccia.

-Vuoi che prenda Helena..-

-Si, si grazie Hortensia..-

La bionda si avvicinò alla bambina, rivolgendole un sorriso dolce. La prese in braccio e si allontanò.

-Marzia, la Mc.Granitt mi ha detto di dirti che devi almeno partecipare alla..-

-Alla buffonata del secolo...Si, si arrivo..- disse, acida.

Marzia rimase sola, nel silenzio innaturale che quel posto conservava.

Perché la tua vita, perché proprio tu, Severus?Avevi ritrovato un po' di serenità, un po' di pace..In mezzo ai pericoli, sull'orlo di una guerra, eravamo riusciti a trovare un po' di amore...

Posò una mano sulla fredda lapide nera.

Un vento caldo prese a soffiare, portando con sé un profumo di fresie.

 

 

Bene, ora mi volete uccidere, lo so...Però io non riesco a vedere Sev che vive “felice e contento per sempre”! Lo so, potevo farla finire in modo diverso, ma non ce la facevo, non riuscivo a scrivere un finale positivo....

Ora vorrei ringraziare tutti coloro che hanno messo questa storia tra le preferite, tra le seguite e tra le ricordate.

Ringrazio coloro che hanno recensito. Grazie perché ogni nuova recensione mi faceva capire che il mio folle amore per Sev è condiviso e che il modo in cui ha viaggiato la mia fantasia è piaciuto e ha suscitato emozioni.

Un grazie speciale va ad Always85 , che mi ha incoraggiata, anche se inconsapevolmente, a pubblicare questa storia.

Grazie alla mia coinquilina, che, anche se non è una fan accanita come me di HP, mi ha sostenuta.

E un grazie anche a tutti i lettori silenziosi che sono passati di qua...Ora, vorrei chiedervi una cosa..Si, a voi che in silenzio avete letto la storia di Sev e Marzia...Me lo lasciate un commentino ino ino ino? Anche se il finale vi ha fatto schifo, anche se non vi è piaciuto...Ditemi cosa ne pensate della storia!!!! =)

Bene...Ho finito...Alla prossima!!!!!

Alice. 

  
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