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Autore: MusicDanceRomance    23/03/2011    11 recensioni
Hogwarts e l'intero mondo di Harry Potter sono nel mirino di una comicità spietata.
Troverete un Albus Silente che traumatizza con magie assurde il piccolo Tom Riddle e Dudley Dursley, tiferete per Neville Paciock innamorato perdutamente di una certa Serpeverde e scoprirete un Lord Voldemort ansioso di lottare contro... i suoi stessi Mangiamorte!
La storia ha partecipato al contest "Perle Nascoste" di Violet Acquarius e ha vinto il Premio Sorriso.
Prima classificata al flash contest "Make me smile" indetto da dea_93 sul forum di Efp e vincitrice del Premio Miglior Risata.
Prima classificata al "Flash contest: fammi sorridere in 42 ore" indetto da demebi sul forum di Efp.
Prima classificata al "Flash contest del week end" di Bethpotter.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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                            Come Tom capì cosa avrebbe fatto da grande
 
La signora Cole, direttrice di un modesto orfanotrofio londinese, non avrebbe più assaggiato un solo goccio di gin in vita sua.
Possibile che il mondo fosse andato tanto a rovescio dall’ultima volta in cui si era concessa un innocuo bicchierino?
Perché Tom Riddle, il piccolo che ospitavano nel pidocchioso istituto da più di dieci anni, non poteva essere tanto benvoluto dagli altri bambini.
Lui di solito li spaventava, li terrorizzava, li plagiava.
Ed invece, da quando Tom aveva ricevuto la visita di quel bizzarro professor Sipiente-Saliente-demente, i ricatti e le minacce erano passati in secondo piano nella vita del più pestifero e solitario orfanello della struttura.
Il piccolo ripeteva che si sarebbe dovuto comportare bene ad Hogwarts, la scuola che avrebbe frequentato presto, e perciò si era allenato tutta l’estate in buone maniere. Ma essere tanto buoni arrecava qualche svantaggino...
 
-Tom?- la signora Cole lo fermò per le scale, il mattino prima della partenza per Hogwarts -Serve aiuto?-
Tom odiava gli aiuti. Se l’era sempre cavata da solo, per tutto quanto. Ma in quel momento aveva davvero bisogno di una mano. Magica, se possibile.
-Signora Cole- rispose dolcemente -Io sono felice di andarmene ma c’è un problema. I miei compagni mi hanno riempito di regali, regali che vorrei portare con me ad Hogwarts,  ma sono troppi e non ho abbastanza valigie per contenerli. Magari, se qualcuno mi desse una mano o mi suggerisse cosa fare...-
Ebbene, sì.
Quella fu la prima ed ultima volta che Tom Orvoloson Riddle cercò consiglio o aiuto a qualcuno. E da quella sola e sconvolgente esperienza imparò a non richiederne più a nessuno.
-Ma quel professor Studente non poteva venirti a prendere?- borbottò la signora Cole, entrando nella stanza assegnata da anni a Riddle per osservare i doni che gli erano stati fatti.
Nessuno riesce mai a spiegarsi come i bambini possano regalare le cose più strampalate ed ingombranti ai loro coetanei.
-Ecco cosa succede a comportarsi bene con gli altri- si lamentava Tom -Tutti ti riempiono di coccole e sorpresine, ti subissano di cose inutili e tu sei pure costretto a tirartele dietro, se no la gente si offende! Mai più tanto cortese in vita mia! Si guadagnano solo robe da rigattiere!-
La signora ed il bambino diedero una fugace occhiata agli oggetti sparsi per la stanza.
Un tappeto di terza mano, una pianta tropicale di dimensioni spropositate, un gioco di società, un pinguino imbalsamato, un set di posate arrugginite, una meridiana, una lampada gigantesca e di pessimo gusto, vecchie bottiglie di vetro, alcuni libri di poesie, una collezione di fumetti ed altre varie carabattole facevano parte del corredo di Riddle.
-Tutti regali riciclati dagli altri orfani, ma è il pensiero che conta, vero signora Cole?- affermò Tom, ormai rassegnato. -Ma come faccio a portare tutto ad Hogwarts? Accidenti a me quando faccio il buono!-
-Purtroppo non so come aiutarti, caro. Dovrai lasciare i regali qui e sopportare gli sguardi offesi degli altri bambini durante le vacanze estive.- e la signora Cole si congedò da lui.
Sopportare Sam che gli avrebbe urlato, piagnucolando: “Non ti è piaciuto il mio puzzle?”, oppure ancora, Joe che lo avrebbe minacciato: “Se non porti con te il mio peluche, ti faccio vedere i serpenti verdi!”. E la dolce Kate lo avrebbe schiaffeggiato, ammonendolo: “Le mie due bambole di pezza non possono rimanere un solo secondo senza un padrone! Cattivo, le hai abbandonate!”. E ancora, il gigantesco Peter lo avrebbe annoiato fino alla nausea nel ripetergli: “Hai letto il libro di poesie? E quello di cucina? E l’enciclopedia sui sovrani europei? No? Allora sei cattivo, ti picchio”.
-Forse dovrei rimanere in orfanotrofio per qualche anno ancora- meditava Tom, girando a vuoto nella sua stanza -Così mi faccio tornare la mia vecchia reputazione di bimbo cattivo e nessuno mi regala più niente. Ah, se solo il professore fosse qui! Silenteeeee!- cominciò ad urlare.
La finestra si aprì prodigiosamente ed una raffica di vento color prugna si gettò nella camera di Tom. Da una nuvola di fumo comparve, tossicchiando, Albus Silente in persona:
-Coff, coff… Oh…- sbuffò -Questi disservizi di circolazione magica! Sono costretto a trasfigurarmi in vento ormai, e mi intossico tutto. Guai a chi mi canta vorrei essere il vento: Non sa quel che dice, lo tramuterei in cotone!-
Tom amava la magia!
Silente lo aveva raggiunto trasformandosi in un soffio di vento color prugna? Ed anche lui avrebbe imparato a farlo? Grandioso!
-Non dire niente, ragazzo!- Silente rivolse un largo sorriso al suo nuovo allievo -Ho un regalo per te! Il mio settimo senso mi dice che sarai un Grifondoro brillante, e quindi ho voluto scegliere personalmente il tuo animale: eccoti una bella civetta.- e mostrò a Tom le mani vuote - Ehm, cioè... Ermenegilda, dove sei?-
Silente si mise a battere le mani. Poi ricordò, si alzò la veste e tra le sue gambe sbilenche comparve una gabbia argentata con dentro una civetta nera come il carbone, che si apprestò a consegnare al bambino.
Tom, leggermente disgustato, appoggiò la gabbietta sul tavolo, sforzandosi di sorridere alla sua nuova bestiolina.
-Carino il... calimero. - si costrinse a dire, per non offendere il buon gesto del professore.
Lui detestava per istinto le civette, non sapeva spiegarsi il perché. Forse gli ricordavano qualcuno che doveva ancora nascere.
-Ragazzo, perché mi hai chiamato? Non avevi detto che avresti raggiunto la stazione da solo?- chiese Silente in modo brusco.
-Sono nei guai!- confidò Tom, aspettandosi compassione -Ho un sacco di oggetti che non entrano nella valigia, e non posso lasciarli qui- ed indicò la fila di cianfrusaglie che si sarebbe dovuto portare dietro.
-Oh, qual adorabile pasticcio babbano! - affermò estasiato Silente, ammirando la valanga di ciarpami abbandonati alla rinfusa nella camera di Tom -Tanti maghi ti invidierebbero per quello che possiedi. I babbani sono molto creativi!-
-Sì, ma...- aggiunse il bambino, arrivando al punto cruciale- Come posso mettere tutta questa roba dentro una sola valigia?-
-Oh, ora ti aiuto io!- sorrise Silente -Guarda e ammira!- salì sul lettino di Tom.
Si mise quindi ad agitare la bacchetta, che all’inizio si impigliò nella sua lunga barba scapigliata, ed infine pronunciò solennemente:
- Facciamo la valigia, Tom! Prestate attenzione tutti a me! Cominciano i libri!-
Prima il libro di poesie, poi quello di scienze naturali seguito dalla piccola enciclopedia, poi i fumetti ed infine il resto degli oggetti saltellarono nell’aria e raggiunsero la valigia aperta ai piedi del lettino. Allora quella roba tanto indesiderata si striminzì all’estremo per ficcarsi ordinatamente dentro il bagaglio.
Ma Tom non guardava certamente la miniaturizzazione degli oggetti o la magia che li avvolgeva: era concentrato ad osservare la strana danza del suo professore, ed ascoltava, sempre più stravolto, le strane parole che lui vi canticchiava sopra mentre tutte le cianfrusaglie presenti si restringevano a tempo di musica.
Silente gorgheggiava, in un misto tra il divertito ed il concentrato, una filastrocca strampalata, e se quella era magia allora povero Tom Riddle, cosa lo attendeva!
 
Oketi Poketi Woketi Wa
Abra Cabra Dabra Da
Se ciascun si stringerà il posto a tutto si troverà
Higitus Figitus Digitus Mum
Prestidigitorium
 
Ermenegilda stava per essere strangolata dalla sua stessa gabbietta che andava riducendosi al massimo. Tom la salvò aprendole la porticina della gabbia, e la povera civetta cominciò a svolazzare istericamente per la stanza, quasi volesse gridare al grande mago un sonoro “BRUTTO STUPIDO, MI STAVI AMMAZZANDO!”
L’armadio stesso volò, come attratto da un magnete, verso la valigia, ma nel rimpicciolirsi urtò contro la fronte di Silente che si smarrì un attimo per sbraitare:
-Ah, questi armadi babbani sono così schizzinosi! Vogliono fare le primedonne quando sono sotto incantesimo! Ehm, dov’ero rimasto, Tom?-
Tom, più intontito che entusiasta, cercò di ricordare la formula magica. Poi, in modo incerto, azzardò:
-A...Oketi?-
-Ah, corretto, vedi, sei proprio bravo, hai un grande futuro!- ed il professore si rimise a saltellare sul letto agitando la bacchetta come un forsennato -Oketi Poketi Woketi Wa, tutto quel che servirà...-
Tom odiava la magia.
Cos’era quella danza demenziale?
Qualche canzoncina priva di senso e qualche acrobazia sopra un letto? Tutto lì?
-Higitus Figitus Digitus Mum- terminò Silente urlando a più non posso - Prestidigitorium! Oh!- e balzò dal letto giusto un secondo prima che anche questo si tuffasse nella valigia.
Ora sì che la stanza era completamente spoglia. Anche troppo, a dire il vero.
-Bella magia, vero? Questa è difficilissima e richiede molto impegno fisico e mentale, la studierai al sesto anno- spiegò Silente soddisfatto. -Solo i maghi più potenti la sanno eseguire.- concluse, aspettandosi alcuni giusti complimenti.
Ma Tom era pallido e sfasato. Voleva solo dire a Silente: “Grazie per l’offerta, ma preferisco rimanere qui e studiare per diventare un buon giornalista, piuttosto che imparare a fare magie così ridicole e danze così indecenti!” 
-E poi, Tom- soggiunse Silente, intento a spolverarsi il suo vestito a fiori azzurri -non te l’ho ancora detto, ma ad Hogwarts imparerai soprattutto ad usare la magia buona e a difenderti da quella oscura. Perché ci sono molti maghi cattivi, purtroppo.-
Negli occhietti di Tom lampeggiò un timido barlume di speranza:
-E... i maghi cattivi non fanno magie come quella cretina che... cioè... non fanno balletti e non gesticolano troppo?
-Assolutamente no!- dichiarò un Silente sprezzante -Sono così mesti e depressi! Non li vedrai mai ballare o cantare, perché loro si limitano a puntare la bacchetta, recitare la parola magica e basta! Ah, gente cupa e priva di senso dell’umorismo, ma che può diventare molto pericolosa.-
Tom ragionò due minuti. Dunque non gli rimaneva altra scelta, o i balletti, i saltelli e le canzoncine, o le pacate magie oscure.
Ricordò come si era incasinato con l’essere stato troppo buono con i compagni, ripensò alla danza tragicomica di Silente ed infine sorrise.
Aveva definitivamente deciso.
Sapeva già cosa avrebbe fatto da grande.
 
 
Ed eccomi di ritorno! Allora, prima di tutto ringrazio le persone che hanno aggiunto la storia alle preferite, alle ricordate e alle seguite e soprattutto chi ha recensito i primi due capitoli!
Ovviamente qui ho parodiato l’“Oketi Poketi” della “Spada nella roccia” Disney, mentre “Vorrei essere il vento” è un verso della song “A Maggio cambio” di Virginio. Povero Virginio, spero solo che Silente non lo tramuti in cotone come aveva minacciato  :  )
Devo essere sincera, questo capitolo mi sembra un po’ debole rispetto ai precedenti e rispetto ai prossimi che ho in mente. Fatemi sapere cosa ne pensate, qui mi sono un po’ contenuta, ma nel prossimo, dove assisterete ad un duello mortale tra un padre ed un figlio, prometto grandi risate! Kiss, vi raccomando, non mi abbandonate e recensite!!!  

   
 
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