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Autore: whatashame    01/04/2011    5 recensioni
Cosa siete disposti a fare per la carriera? Tanto? Molto? Troppo?
Riformulate la domanda ad Hermione Jean Granger: lei vi risponderebbe “TUTTO”!!!
E se per quella terza pagina fosse costretta a sopportare un vecchio nemico? Poco male, sarebbe pronta a vedersela una seconda volta persino con Voldemort...figuriamoci con lui!!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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cap 4

Smetto subito di rompervi le scatole, ma spendo giusto qlc rigo per fare la svenevole e “provarci” con Valengel che ha gentilmente betato il capitolo. L'ultima volta le ho proposto di sposarmi come ringraziamento per la pazienza, ma visto che mi è sembrata restia inizierò a corteggiarla all'antica, un poco alla volta...se mi ha detto di no è SICURAMENTE perché è una tipa “andiamo con calma- conosciamoci meglio”.






Capitolo 4 parte 2







Per fare spazio alle badilate di cartacce che puntualmente Draco Lucius Malfoy, altrimenti detto il sadico, ammonticchiava sulla sua scrivania, Hermione Jean Granger, nel corso delle settimane trascorse al Ministero, era stata costretta a sgomberare il proprio tavolo da ogni forma di suppellettile più o meno inutile che potesse togliere spazio vitale alla dirompente orda di cellulosa prodotta dal capo.

Aveva dapprima rinunciato alla spillatrice e al fermacarte, occultandoli nel primo cassetto, in seguito al portapenne e alle boccette d'inchiostro, poi alle piume e alle pergamene che aveva ficcato tutte insieme in una scatola. Alla fine aveva dovuto dire addio persino alla lampada da lettura e adesso, le toccava arrangiarsi col caro vecchio lumos.

Il brillante cervellino della Granger, che per fortuna sotto quella tonnellata di boccoli scuri riceveva ancora ossigeno, era addirittura arrivato a sospettare che, se non avesse davvero avuto bisogno di una segretaria f.f. per sbrogliare quel marasma, il dispensatore cartaceo avrebbe volentieri barattato lei, la sua sedia, il portaombrelli e persino il bellissimo ficus dell'ingresso con un una qualsiasi forma di superficie potesse accogliere cartelle, fogli, foglietti, bigliettini e documenti vari.


Eppure, giovedì mattina, sulla scrivania di Hermione Jean Granger non c'era assolutamente nulla.


Niente. Nisba. Nada. Nothing.


In effetti non è che non ci fosse assolutamente nulla...

Non c'era nulla di...rilevante, perché ovviamente il solito, e ormai praticamente quotidiano, omaggio floreale c'era eccome! Questa volta però l'omaggio non era esattamente floreale: aveva vaso, terra e radici, e si presentava nelle sembianze di una piccola pianta irta di spine. Una mimbulus mimbletonia carnivora per la precisione.


Incredibile, aveva talmente protestato ed inveito contro gardenie, tulipani e fiori assortiti che alla fine le avevano addirittura regalato una pianta...


Comunque, a parte quell'incrocio tra un cactus e una mangrovia bonsai, quella mattina la scrivania era vuota, e non era un sogno ad occhi aperti dovuto alla mancanza di caffè!


Hermione non si illuse nemmeno per un secondo che l'infido essere si fosse finalmente deciso a fare il proprio lavoro e ad accollarsi addirittura quello altrui per alleggerirla magnanimamente dai numerosi impegni.

Per questo, fra uno sbadiglio e l'altro, bussò alla porta del capo e, non ricevendo alcun segno di vita in risposta, entrò nell'ufficio alla ricerca delle incombenze che Mefisto le aveva assegnato per la giornata.


Si avvicinò allo scrittoio del principale e si mise a frugare fra le varie carte impilate, volgendo le spalle alla porta.

Trovò dei ritagli della Gazzetta del Quidditch (invece di lavorare guarda che faceva quel cretino) e un paio di fumetti di Mickey Wizard (se qualcuno osava dirle un'altra volta che gli Auror erano l'incarnazione vivente del macho inglese li avrebbe affatturati), i turni per le ronde e dei dépliant pubblicitari. Uno reclamizzava un famoso resort per maghi schifosamente ricchi, un altro il servizio di cibo da asporto del paiolo magico e un altro ancora una ditta di fiori e piante di Diagon Alley che promuoveva il servizio di consegna a domicilio.


Ad Hermione mancò il respiro.


Poi sentì il fiato caldo di Draco Malfoy sulla propria nuca ed oltre al respiro le mancò anche la terra sotto i piedi. Si girò lentamente su se stessa mentre i suoi occhi si incatenarono a quelli grigi di Draco alle sue spalle.

Il mago la fissava così intensamente che per un momento pensò potesse incenerirla solo con lo sguardo. Aprì la bocca e balbettò incerta:


- ...Mal..Malfo -


- Sta zitta Granger! - sibilò lui ad un centimetro dalle sue labbra - Che diavolo stai facendo qui? Come ti sei permessa di frugare fra le mie cose??? - le chiese con un tono freddo e pericolosamente controllato.

La strega più intelligente fra quelle della sua età, per la prima volta in vita sua si trovò spaventosamente a corto di parole. In effetti mettere le mani fra i documenti di Draco non era stato un gesto carino, ma lei non ci aveva pensato affatto. Adesso, colta in fallo, si sentiva davvero stupida.


Non aveva nemmeno immaginato però che lui avrebbe potuto inalberarsi così tanto!


Non trovando niente da ribattere Hermione Granger se ne rimase ostinatamente zitta, mentre Draco, rigido e impettito, la congedava con un gesto secco, senza nemmeno guardarla in faccia.


Hermione si precipitò fuori dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Tirò un sospiro di sollievo e ripensò a quel maledetto volantino. Possibile che...?


No impossibile, decise.


Accantonò il pensiero e iniziò a lavorare.


Impossibile...




***





L'incazzatura per l'incursione di Hermione nel proprio sacro tempio non passò a Draco nemmeno con un bel sigaro di fattura folletta. In compenso il tabacco gli irritò la gola e appestò l'ufficio, peggiorando ulteriormente il suo umore nero.

Si sentiva piuttosto irritato, ma persino il suo scarso senso della giustizia gli impediva di addossare alla sua efficientissima segretaria la colpa delle proprie turbe mentali. Almeno non tutta.


Draco Malfoy era arrabbiato per tantissimi motivi.


Fra le cause di tanto scontento c'era in pole position sua madre col suo stupido gatto pulcioso. L'indomani, a quella maledetta festa, Narcissa non avrebbe fatto altro che dargli il tomento per le sue abitudini libertine (nemmeno fosse moro, abbronzato e all'anagrafe figurasse come Blaise Zabini) e gli avrebbe presentato ogni creatura femminile respirante presente al party nella speranza -vana- che si accasasse.

La menopausa giocava brutti tiri alla signora Malfoy: si era ficcata in testa di volere dei nipotini.

Dei nipotini! Tanti nipotini. Robe dell'altro mondo!

Sua madre pretendeva pure di scegliere per lui una donna adatta per sfornare una nidiata di pargoletti, sembrava volesse farne una squadra di quidditch! Peccato che la signora Malfoy avesse anche dei gusti a dir poco “discutibili”, almeno a giudicare dagli eufemistici soprannomi che Blaise e Lucius appioppavano alla Balena Spiaggiata, Vacca Sacra, Tricheca Pedinatrice di turno. Draco invece, più crudo ma senza dubbio sincero, davanti a Genevieve Higgs -un metro e cinquanta per centotrenta chili- aveva asserito che sua madre aveva dei gusti raccapriccianti, orrendi, terrificanti... insomma dei gusti di m... e si era beccato un'orcovolante in mezzo agli occhi.

L'ultima volta invece, gli era toccato sorbirsi per ore i rimbrotti dell'augusta genitrice quando aveva schiantato Astoria Greengrass. Quella pallida creatura, che si spacciava per vergine e casta sorellina di Daphne, in realtà si era rivelata un'infoiata pazzesca che aveva attentato alla patta dei suoi pantaloni non appena Narcissa li aveva abbandonati in soggiorno per il tè, cosa che normalmente Draco avrebbe anche apprezzato se la giovane Greengrass non avesse avuto il naso storto, due natiche cascanti e avvizzite come quelle di un'ottantenne e due seni che sommati non raggiungevano le dimensioni di un boccino.


Il secondo motivo del malumore del rampollo Black-Malfoy era Pansy Parkinson. Draco voleva molto bene alla sua ex compagna di casa, ma quella gli aveva appena spedito un gufo per informarlo che l'indomani anche lei avrebbe partecipato alla festa e Draco non aveva per niente voglia di sorbirsi tutti i pettegolezzi e le lagne di Pansy sull'ultima storia naufragata o i suoi problemi sul lavoro.


Il terzo motivo era quell'imbecille del capo degli Auror che aveva l'abitudine di materializzare dei documenti segreti e confidenziali direttamente in cima alla sua scrivania senza preoccuparsi che eventuali segretarie zelanti e ligie al dovere (amichette del cuore del suddetto capo) potessero inavvertitamente leggerli e finire nei guai.


Ultimo, ma non per importanza, c'era quel cretino di Antony Goldstain che da un po' di giorni gironzolava spesso molto vicino al suo ufficio e Draco ricordava troppo bene l'incontro ravvicinato della sua faccia con le mani di Goldstain tanti anni prima, per non sentire un brivido di orrore e disgusto ogni volta che, disgraziatamente, lo incrociava nei corridoi. Ovviamente la frequenza di questi incontri, che fino a qualche settimana prima erano stati decisamente sporadici, si era incredibilmente intensificata negli ultimi giorni, e questo delitto pendeva sulla testa di quella brutta cretina (brutta in effetti non lo era per nulla ma cretina sicuramente sì) della sua segretaria. Quella deficiente della Granger si era palesemente presa una cotta per Goldstain.

Ma cielo come si poteva essere così stupide? E soprattutto, così cieche?



***




Il fatto che Draco Malfoy non avesse potuto attribuire alla sua segretaria troppe colpe, non scoraggiò affatto l'Auror dall'accollarle un bel po' di lavoro, giusto quello necessario per farle saltare la pausa caffè e relegarla in ufficio anche per il pranzo, con un tramezzino schiacciato in una mano, e una bottiglietta d'acqua nell'altra.

Così la trovò Antony Goldstain quando, per l'ennesima volta in quella settimana, fece il suo trionfante ingresso nel suo ufficio.


- Hermione, buonasera – esordì timido.

- Buonasera a te, Antony - gli sorrise la strega radiosa - come mai da queste parti? - .

Ti prego dì che sei venuto per me...


- Ecco, so che è un po' tardi - si scusò - ma avevo due biglietti per il balletto questa sera. Dovevo andare con Liam Doween - lo conosceva, era l'Auror dell'ufficio di fronte al suo, pensò Hermione - ma all'ultimo momento non è più potuto venire. Ecco io – tentennò - mi chiedevo se volessi venire al suo posto. -


Sì.

Sì, sì, sì, sì!!!


- Danno lo Schiaccianoci....-


Ribadisco sìsìsìsìsìsìsìsì!!!


    - Lo so che è un po' tardi, ma so che ti piace il balletto e così... -

    - E' fantastico Antony - trillò lei liberandolo dall'impiccio e ricordandosi di essere dotata della parola - sono felice che tu me lo abbia chiesto, in effetti avrei un impegno... - con il quiz a premi della tv babbana e Grattastinchi 2 - però per il balletto rimanderò volentieri - certo proprio per il balletto. Solo per il balletto...

    - Davvero? - si illuminò lui – fantastico! Allora ci vediamo questa sera. Passo a prenderti verso le otto. Ora scappo che ho del lavoro urgente da sbrigare. Ci vediamo questa sera. - le sorrise e si congedò.


Hermione era talmente felice che improvvisò una danza maori fra il portaombrelli e la parete, a esclusivo beneficio della sua nuova mimbulus mimbletonia che la osservava dimenticata sul tavolo, e di Draco Malfoy che aveva appena aperto la porta e si era ritrovano, casualmente e del tutto involontariamente, gli occhi sul grazioso deretano della segretaria, mentre questa lo scuoteva a destra e sinistra ondeggiando i fianchi e agitando il bacino.


L'esibizione sconvolse Malfoy al punto da lasciarlo sorprendentemente zitto, del tutto annichilito dalla consapevolezza che qualcosa nei suoi pantaloni aveva apprezzato tutto quell'ancheggiare.


Quando finalmente Hermione si accorse della sua presenza era ancora piuttosto su di giri e col cervello evidentemente fuso da tutto quel movimento, per cui non si fermò troppo a pensare (come invece faceva di solito) alle conseguenze delle sue azioni: se lo avesse fatto, di sicuro non sarebbe saltata al collo del suo capo come una perfetta imbecille.


Non appena le mani della Granger sfiorarono le spalle del mago ed il suo corpo aderì a quello di Malfoy entrambi sentirono una scossa sulla pelle e un brivido lungo la schiena.


Rimasero i quella posizione immobili e in silenzio per un tempo che sembrò lunghissimo, incapaci di trovare la forza per staccarsi.


- Hermione, ciao, scusa se non sono passato questa mattina ma avevo un'ispez...- Neville, che era appena entrato in ufficio, incespicò nel proprio mantello e cadde lungo disteso, senza nemmeno mettere le mani davanti per attutire il colpo. Era troppo occupato a fissare l'abbraccio del secolo: una scena che aveva dell'assurdo, una scena dai contorni surreali e impossibili.


Accortasi di stare dando spettacolo, Hermione sciolse l'abbraccio leggermente accaldata, mentre un velo di rossore saliva a imporporarle le guance e la mente tornava al foglietto che aveva trovato quella mattina sulla scrivania del suo capo.

Draco Malfoy ad una spanna di distanza, era sotto shock al punto da salutare addirittura Paciock prima di darsi ad una fuga strategica. Corse a capoffitto e con la testa bassa verso l'ufficio di Blaise Zabini e si precipitò ansante al suo interno, avendo cura di sbattersi la porta alle spalle con tanta forza da minacciare l'integrità dei cardini.



***



Ne era valsa la pena.


Antony le aveva detto che era molto graziosa.

Certo non si era sprecato, ma lui era un vero uomo, uno che guardava alla sostanza, non alla forma e all'apparenza!


Aveva dovuto sottoporsi alla torture sadiche di Ginny e ai supplizi congiunti di Lavanda e Calì, ma ne era decisamente valsa la pena.


Ne era valsa la pena anche se Ron, che a sua detta non aveva mai tempo per niente e nessuno a causa degli allenamenti estenuanti dei Cannoni, era rimasto stravaccato sul divano a contemplare il suo supplizio con un sacchetto di popcorn in mano.

Il grande portiere si era decisamente gustato lo spettacolo fornito da sua sorella e dalla sua migliore amica che non avevano fatto altro che urlarsi conto per tutto il pomeriggio, una con la bacchetta in mano, e l'altra coi bigodini in testa e una maschera verde in faccia.

Harry, al contrario, non era riuscito a stare fermo più di cinque minuti, preoccupato che gli schiantesimi che le due donne si lanciavano reciprocamente addosso potessero demolirgli la casa.


Incredibilmente, alla fine, Ginny non era stata costretta ad impastoiarla per tenerla buona ma, seppure tra un'infinita sequela di improperi e proteste, aveva trovato, insieme a Calì e LavLav, l'abito perfetto, il cappotto perfetto, la borsa perfetta, le scarpe perfette ed il trucco perfetto per Hermione.


Meno male che fra le sue amiche poteva vantare Ginevra Molly Weasley, pensò la Granger mentre, scortata da Antony Goldstain, si accomodava sull'elegante poltroncina di uno dei palchetti centrali.


Non era da tutti riuscire ad organizzare un centro estetico nel salotto di casa Potter con solo un paio d'ore a disposizione.



***




Durante l'intervallo, mentre canticchiava ancora fra sé la danza cinese, Hermione colse l'occasione per andare a rifarsi il trucco. Incredibile: Ginny le aveva fatto il lavaggio del cervello!


Mentre procedeva impacciata sui tacchi altri, Hermione ebbe la seconda prova settimanale che il destino mettesse ultimamente troppo spesso il naso nei suoi affari. Doveva senza dubbio essere un fato maligno quello che la portava ad incrociare Malfoy anche a teatro, come se sopportarlo in ufficio cinque giorni su sette, per otto ore al giorno non fosse abbastanza!

Draco, mollemente appoggiato ad una colonna con in faccia un'espressione di tedio assoluto, alzò gli occhi e la vide. La fissò basito per qualche secondo mentre con lo sguardo percorreva la sua figura dall'alto in basso, più volte, evidentemente colpito da quanto vedeva.


E beccati questa furetto platinato...


- Granger? - mormorò esitante.

- Buonasera Malferret, che cavolo ci fai tu qua? Il balletto non ti interessa di sicuro, quindi mi spieghi perché ti devo ritrovare fra i piedi persino nel mio tempo libero? - lo aggredì.

- Hey Mezzosangue, guarda che non è un piacere nemmeno per me incontrarti - la apostrofò lui che aveva di nuovo ritrovato il sangue freddo, pronto ad iniziare l'ennesima querelle.

- Ti informo comunque che i Malfoy hanno da secoli un palco riservato alla famiglia in questo teatro. - urlò visibilmente alterato. La sua rabbia eccessiva per i loro soliti alterchi quasi la spaventò. Doveva ricordarsi che il suo capo era un sociopatico aspirante omicida quindi provocarlo in quel modo non era una idea brillante

- Quindi, semmai Granger, dovrei essere io a chiedere a te come mai hai osato invadere il mio territorio, capito? -


- Sono venuta con Antony, capito serpe? Hai un palchetto, mica tutto il teatro, e poi la cultura non si compra coi galeoni e tu... - non era arrivata nemmeno a metà della sua brillante arringa che una voce flautata la interruppe.

- Draco, tesoro, ha appena suonato il campanello... -

Agli occhi di Hermione si palesò una mora snella e slanciata, con il vestito più oscenamente corto che si fosse mai visto. Malfoy le dedicò un ultimo sguardo inceneritore e si lasciò trascinare via dalla bellissima e discinta creatura, ancora piuttosto furioso.





Ma Draco Malfoy non fu l'unico incontro inaspettato che Antony ed Hermione fecero quella sera. Proprio mentre uscivano dall'opera, Hermione incrociò gli occhi con quelli sorpresi di Liam Doween che li fissava sbigottito e con le guance in fiamme.


Ma allora era una scusa, pensò felice, voleva andare con me e non sapeva come invitarmi per cui si è messo d'accordo con Liam... peccato che Doween si sia fatto sorprendere.


Non se la prese affatto per quella piccola bugia, anzi, riconoscente sorrise a Liam. Lui non la ricambiò continuando a fissare Antony con aria colpevole.

Goldstain, invece, continuò a sorridere al tappeto rosso sotto i suoi piedi e a trascinare Hermione per un braccio oltre la barriera anti smaterializzazione.




***




Appuntamento fantastico.


Vestito stupendo.


Musica sublime.


Balletto eccezionale.


Perfetto baciamano da perfetto gentiluomo quando l'aveva riaccompagnata a casa.


Insomma....... tutto assolutamente e meravigliosamente da sogno.


E allora perché erano già le tre di venerdì e Antony Goldstain non si era ancora presentato in ufficio per salutarla?


Hermione aveva cercato di imporsi una certa disciplina e aveva provato a distrarsi lavorando, ma dopo aver trascorso la mattina in trepidante attesa era stremata! Tesa come una corda di violino, non aveva fatto altro che fissare l'orologio appeso alla parete e controllare il proprio riflesso nello specchio per accettarsi che ogni singolo ricciolo stesse al suo posto. Si era addirittura fatta beccare in bagno da Malfoy mentre faceva i gargarismi! Era stato terribilmente umiliante, ma, se le sue supposizioni erano giuste, il tanto agognato primo bacio con Antony era ormai prossimo e lei non voleva rischiare di rovinarlo con i residui della colazione fra gli incisivi, o peggio, con un alito mefitico. Forse limitarsi a spazzolarsi i denti quattro volte sarebbe bastato, ma Hermione era pur sempre la figlia modello di due maniacali dentisti e conservava ancora qualche complesso per i suoi antichi denti da castoro.


Le passeggiate in bagno e l'attesa la stavano logorando lentamente, e alle tre e cinque era ormai sfiancata dall'attesa: si era praticamente spalmata sulla scrivania, in mezzo a tutta la corrispondenza di Malfoy e aveva appoggiato la fronte fra le mani.


Se il mago non va dal calderone, è la pozione ad andare dal mago, diceva Molly Weasley.

Per esperienza personale Hermione iniziava a dubitare dei consigli della mamma di Ron, ma decise comunque di darle credito ancora una volta e, approfittando di un momento di distrazione dell'aguzzino biondo, decise di fare una bella sorpresa al suo cavaliere dalla scintillante armatura e, quatta quatta, si appropinquò verso l'ufficio di Antony Goldstain.


Percorse il corridoio a piccoli passi, col cuore in gola e con mani tremanti aprì la pesante porta in mogano.


Ai suoi occhi si palesò La scena che ogni donna non vorrebbe mai e poi mai vedere.

Antony, il suo Antony, stava baciando, anzi stava letteralmente divorando di baci, Liam Doween mentre lo spingeva con la schiena contro la scrivania e gli arpionava sensualmente i capelli chiari fra le dita.


Per i mutandoni lerci di Merlino!!!


Antony Eugeen Goldstain era assolutamente, incredibilmente ed irriducibilmente gay.


Impietrita, Hermione, si ritirò in silenzio con la bocca spalancata e il fiato corto, mentre sentiva il sangue rombarle nelle orecchie e il pavimento aprirsi sotto i suoi piedi.


Rigida e impettita, con un passo marziale che avrebbe reso orgogliosa Minerva McGranitt, si ritirò nel suo ufficio, con una faccia da atterrire un'orda di inferi e un'aura nera al cui confronto Lord Voldemort si sarebbe fatto venire i complessi di inferiorità.


Si sedette alla scrivania con la schiena dritta come un fuso e afferrò la piuma con forza mettendosi a lavorare con così tanta energia da lasciare, ad ogni “i” un buco sulla pergamena.




***



Erano ormai le dieci di sera di un triste lunedì e le stanze del Ministero della Magia erano ormai quasi tutte vuote da un bel pezzo. Qualche Auror indietro col lavoro era solito trattenersi oltre l'orario d'ufficio, ma quella sera, al secondo piano, c'era anche la segretaria più zelante che il dipartimento della Sicurezza avesse mai assunto.


Hermione attaccò alla zampina di una splendida civetta un bigliettino mentre, amareggiata, si crucciava al pensiero di essere ormai diventata una bugiarda incallita esattamente come Rita Skeeter.


Aveva scritto tonnellate di bugie negli ultimi articoli: aveva detto a miss Wiltinson di essere uscita con un fantomatico Auror play boy, quando invece il suo appuntamento era durato sì e no 30 secondi, si era inventata di sana pianta un'improbabile relazione con un clone di Oliver Baston, e adesso aveva sparato la bugia più grossa nella storia! Aveva trovato il coraggio, o meglio la faccia tosta, di buttare giù una bozza sul suo “flirt” con un Auror dichiaratamente non interessato al lei né a qualsiasi altra strega o babbana della terra!


Evidentemente, dopo quell'oca della Patil, Antony doveva essersi convinto che il genere femminile non potesse avere alcuna attrattiva (del resto se il metro di riferimento era Padma) e aveva preferito cercare “altro”. In effetti, adesso che ci rifletteva, Hermione ricordava bene che al settimo anno, Goldstain stava sempre appiccicato a Colin, e tutta Hogwarts conosceva i gusti del maggiore dei Canon visto che aveva le unghie laccate di rosa ed una sciarpetta di taffetà cangiante coordinata che esibiva sempre sulla divisa.


Mentre Hermione indugiava su questi tristi pensieri, un Draco Malfoy tutto agghindato e tirato a lucido uscì dalla propria stanza. Portava i vestiti che avevano comprato insieme e la Granger riuscì a trovare quel minimo di forza necessario per sorridere: ci aveva azzeccato, il vestito gli stava decisamente bene!


Il furetto, da vero Serpeverde, fiutò nell'aria il pericolo come uno snaso da caccia e intuì fin troppo bene cosa, o meglio chi potesse averla ridotta allo stato di basilisco col mal di denti.

Del resto, anche lui era rimasto visibilmente shockato quando, ai tempi, nel pieno di una rissa con la squadra di Corvonero, si era trovato le virili mani di Goldstain decisamente troppo in basso per i suoi gusti, e decisamente troppo intenzionate a fargli qualcosa che non fosse solitamente contemplato nell'etichetta delle scazzottate.


- Granger, che ci fai ancora qui? E' venerdì sera e non mi sembrava di averti dato talmente tanto lavoro da fare da startene ancora qui. -


- Oh Malfoy... non ho voglia di litigare con te... -


- Oh, beh... - era stupefatto: Hermione Granger, quella Hermione Granger non coglieva l'occasione per iniziare l'ennesimo diverbio e per insultarlo. Mah, cose dell'altro mondo (quello babbano, ovvio)!


- Hey Granger... io vado alla festa di mia madre... - iniziò.


- Oh, è vero. Divertiti Malfoy, buona serata. -


- ...Buona serata a te, Granger.... -


Draco fece qualche passo verso l'uscita, poi la coscienza che non aveva mai avuto per tutti i sette anni di Hogwarts, si risvegliò di colpo ad esclusivo beneficio della sua segretaria:


- Hey Granger, non è che per caso vuoi venire? -



Hermione sgranò gli occhi, dubitando di aver sentito bene. Poi le sue labbra disegnarono una “O” perfetta.



- Beh... .- aggiunse il biondo, che iniziava a vergognarsi per essersene venuto fuori con una proposta tanto strampalata - lo so che il compleanno di una gatto non è esattamente un motivo intelligente per festeggiare, ma mia madre lo trasforma in un evento mondano divertente. E poi è sempre meglio che passare la serata in ufficio. -


Hermione sorrise.


Per la prima volta da quando conosceva Draco Lucius Malfoy sorrise. A lui.

E Draco Lucius Malfoy sorrise a sua volta ad Hermione Jean Granger. E per la prima volta sorrise a lei e non rise di lei.


Sembravano due perfetti idioti a sorridersi come due deficienti in un ufficio del secondo piano ormai deserto, e Draco non si era mai sentito tanto a disagio in vita sua...


Per sua fortuna, Hermione, sempre continuando a sorridere, finalmente rispose:

- Grazie Malfoy, ma ho già un impegno questa sera. -

Dare da magiare a Grattastinchi2 non era esattamente un impegno, ma non aveva intenzione di confessare che la sua vita fosse tanto vuota. Non al suo capo almeno. Soprattutto al suo capo.


- Allora va bene Granger. Buona notte - disse gentile, e in un frusciare del mantello se ne andò compito.


Quando le porte dell'ascensore si chiusero alle spalle del rampollo di casa Malfoy, il biondo si sentì finalmente libero di bestemmiare in goblinese stretto.

Contro chi esattamente non ci è dato saperlo, ma probabilmente l'oggetto del turpiloquio aveva capelli biondi e profondi occhi grigi.



***



Miss Wiltinson, in pantofole e camicia da notte, infagottata in una pesante vestaglia a quadri, leggeva compiaciuta l'ennesimo articolo della sua collaboratrice più dotata.

Sorrise radiosa mentre un gattone bianco si strusciava contro le sue caviglie e lo sbuffo della teiera segnalava che l'acqua fosse pronta per l'ennesimo tè della giornata. Non bisognava assumere eccitanti prima di coricarsi, le ricordava sempre il medimago, ma Hermione ci aveva messo un po' più tempo del solito a mandarle l'articolo e lei proprio non riusciva a tenere gli occhi aperti a quell'orario improponibile - le dieci di sera -.




Come conquistare l'Auror intellettuale:




A cinque anni tutte le bambine sognano il principe azzurro.

A tredici-quattordici anni, quando finalmente una ragazza riceve il tanto sospirato primo bacio ritrovandosi davanti un incrocio tra un avvicino con l'acne e la strega di Blair con l'apparecchio, smette di crederci.


Quando nella vita ti troverai davanti l'uomo perfetto e sarai prontissima a dichiarargli che hai già scelto il nome per i bambini e la musica per il matrimonio, ripensa al fatto che a 14 anni, con tutta probabilità, eri giovane ma per niente scema: il principe azzurro non esiste, e se ne passa uno, sta cercando un'altra Biancaneve!


Con la sua vasta cultura, la sua infinita pazienza, il suo bagaglio di inesauribili conoscenze, l'Auror intellettuale riesce molto facilmente a camuffarsi da uomo perfetto.


Tu non credergli. Mai.


Per farlo cadere ai tuoi piedi:


Ricorda che l'Auror intellettuale è una preda estremamente difficile da conquistare, a volte addirittura impossibile.

Topo di biblioteca (e anche d'archivio), questo Auror rifugge le categorie consolidate e gli schemi standard di seduzione: con lui niente tacchi a spillo e mise sexy (punta al cervello non all'aspetto).


  1. incantalo con un confundus, quando sbagli una data, un nome, le gesta di un personaggio storico (non si possono certo ricordare tutti i discendenti di Uthar il Grande, re degli elfi nel 1215 !!!)

  2. stupefiscilo con la tua vasta cultura in ogni materia e in ogni aspetto dello scibile umano!!! Tenta la sorte e prima o poi troverai anche tu qualcosa in cui è assolutamente ignorante: prova con i prodotti per la pulizia della casa o mandando a memoria l'elenco telefonico!

    n.d.a. di solito questo tipo di Auror non capisce una mazza (da battitore) di quidditch... se ti sei avvalsa dei consigli su come conquistare il tuo wizard azzurro- Auror sportivo puoi rispolverare le tue conoscenze in merito


  1. l'incantesimo è quello estensivo irriconoscibile da applicare a tutte le tue borse, borsette e pochette. Appena questo Auror se ne verrà fuori con un lessico astruso e botte di cultura a te ignote, rifilagli la classica scusa di ogni donna/strega: devi andare in bagno a incipriarti il naso/incantarti l'acconciatura! Ovviamente appena sarai in bagno lascia perdere queste frivolezze: a questo tipo di Auror non interessano proprio, ammesso che col suo sapere enciclopedico sappia cosa esattamente sia la cipria. Con un incantesimo d'appello invece, tira fuori la tre maghi dalla borsa e documentati per bene!

  2. pozione utilissima è la felix felicis: vi serve una buona dose di fortuna (liquida, solida, gassosa o come vi pare) per fargli abbassare la guardia e i pantaloni: troppo preso dal mondo magico dei libri, questo Auror ha dimenticato da molti anni cosa siano le donne.

  3. Affatturalo per sempre senza bacchetta proponendogli una rispolveratina a due di Ovidio, e per sicurezza nascondigli Giovanale!

Un consiglio spassionato... va bene prediligere la sostanza alla forma, ma se proprio non vi guarda mai le gambe, ma proprio MAI, forse è alla vostra forma che non è interessato, non alla forma in generale!


A 17-18 avrai senz'altro capito che il principe azzurro non esiste, ma ci sono solo maschi arrapati che ragionano con la patta aperta e le braghe calate!


Haraminta Jalice Garbage






Salve a tutti!!! Come al solito chiedo scusa per i miei tempi biblici, e ringrazio tutti quelli che leggono, commentano, preferiscono etc. Grazie, mi fa davvero piacere!!!


Ci ho messo un bel po' per trovare una scusa per non far funzionare le cose tra Goldstain ed Herm. All'inizio volevo semplicemente che lei si stufasse di un uomo che fosse praticamente il suo clone e avevo paura di poter dire involontariamente qualcosa di sbagliato o offensivo sull'omosessualità. Purtroppo quando si trattano certi temi con ironia e leggerezza si rischia di venire fraintesi e io non voglio assolutamente ferire i sentimenti altrui...soprattutto scrivendo cose che potrebbero venire interpretate molto diversamente da quello che in realtà io penso. Boh... alla fine questo è venuto fuori, spero di essere riuscita a non combinare danni.



Un po' di notizie flash....

-Altri tre capitoli e dovrei finire questa storia

- il quinto capitolo è ancora tutto da scrivere, per ora ho scelto solo l'Auror, e sono già in crisi...del sesto e del settimo ho già buttato giù qualcosa, ma per il prossimo capitolo mi mancano un bel po' di dettagli inutili tipo fiori, piante e tecniche di approccio...

- sto modificando i primi due cap della fic, ammesso che io riesca a capire come cavolo si faccia a ripostarli corretti...non cambia niente per la trama però la forma non mi convinceva tanto. Se per caso notate qualcosa da modificare, errori etc fatemelo notare, grazie.




Note:

  • ovviamente, come quasi tutte saprete, Hermione si riferisce all'Ars amatoria di Publio Ovidio Nasone e alla satira sesta di Giovenale, quella contro le donne.



Appunto personale: mai più parlare di cose di cui non capisco un' acca!!!Ovvero di balletto classico. Ho cercato di inserire un pezzo in merito ma ho dovuto cancellarlo per non umiliare me stessa e il balletto con la mia ignoranza. La mia avventura con la danza è iniziata e finita a tre anni: poi ho supplicato mia mamma di mandarmi in piscina...

Adesso so nuotare piuttosto bene, ma ballo con la grazia di un bufalo in un negozio di porcellane.

cmq se cercate lo schiaccianoci su internet escono fuori un sacco di siti su Barbie...WOW (hanno fatto un cartone su barbie e lo schiaccianoci).





   
 
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