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Autore: alessia21685    08/04/2011    5 recensioni
Cosa fareste se vi innamoraste perdutamente del vostro peggiore nemico?
Se sapeste che per salvare il futuro del mondo e delle persone a voi più care dovrete uccidere la vostra unica ragione di vita?
Quando l'amore e la passione sono così forti da strapparti l'anima, anche il bene e il male si mescolano, al punto da non riuscire più a discernere l'uno dall'altro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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Voglio ringraziare tutte/i coloro che stanno seguendo questa mia neonata Fanfiction, e soprattutto un grazie a coloro che commentano!
Siete fantastiche ragazze!! Spero di non deludervi ! :) 
Ecco a voi il nuovo capitolo...a presto il prossimo! 


Capitolo 3: Occhi verde veleno


Hermione non riusciva a dormire.

Si girava e rigirava nelle lenzuola cercando inutilmente di prendere sonno, ma era così strano trovarsi nel dormitorio dei Serpeverde, così diverso da quello a cui era abituata.
La sala comune e i dormitori si trovavano nei sotterranei, sotto il Lago Nero, e tutto le sembrava buio e intriso di odore di muffa.
Cominciò a pensare che il brutto carattere dei ragazzi di quella Casa,per i quali cominciava a provare comprensione,  fosse in parte dovuto all’ambiente in cui vivevano.
Non c’erano finestre, e le stanze erano buie e fredde, così diverse da quelle inondate di luce della torre.
Nonostante tutto comunque,quella  sera aveva scoperto che non tutti i Serpeverde erano antipatici e spocchiosi.
Sarah, la ragazza che la aveva fatta accomodare accanto a lei subito dopo che fosse stata smistata, era stata molto gentile.
Forse perché le ricordava tanto Ginny, a causa dei capelli di un rosso acceso così familiare, le era andata subito a genio.
Ovviamente il fatto di essere la “nuova studentessa arrivata da Beauxbatons”  aveva regalato ad Hermione un breve momento di celebrità, in particolare fra quelli del quinto anno, che iniziarono a tempestarla di domande e che la guardavano incuriositi bisbigliando commenti fra di loro. 
“Sai, non dimostri sedici anni, sembri più grande” le aveva sibilato contro un ragazzo biondo dall’aria snob.
“I tuoi parenti sono maghi?” continuò senza accorgersi degli sguardi di rimprovero che gli stava lanciando Sarah.
-Ancora quella idiota mania del sangue puro!-  pensò amara tra sé e sé Hermione , e rispose senza esitazione  a quella domanda : “Si”.
Aveva già lavorato a quella risposta ancora prima di partire.
Non era il caso di correre rischi ancora più grandi di quelli a cui già stava andando incontro.
E dichiararsi figlia di babbani l’anno in cui la Camera dei Segreti sarebbe stata aperta… non le pareva una idea grandiosa.
“La pianti Cam? Perché non torni ad abbuffarti di budino e la lasci un po’ stare?” le abbaiò contro Sarah.
Hermione le fu grata, stava già ridendo sotto i baffi per l’espressione irritata del ragazzo biondo, quando all’improvviso,  con la sensazione di aver appena ingoiato un grosso cubetto di ghiaccio,  si ricordò dell’obbiettivo della sua missione.
Forse perché l’ “obbiettivo” la stava fissando dal fondo della tavola, con uno sguardo così intenso e raggelante da obbligarla ad abbassare lo sguardo. 
Fra l’agitazione per la cerimonia e il timore di farsi scoprire dai suoi nuovi compagni, Hermione si era completamente dimenticata che Voldemort  sedeva alla sua stessa tavolata.
Nascondendo dietro i capelli boccolosi il suo improvviso rossore, ci mise un po’ per calmare il battito del suo cuore e mascherare il suo stato d’animo di terrore e odio.
“Hey Hermione! Tom Riddle ti sta fissando!” Bisbigliò al suo orecchio Sarah , con tono incredulo.
Hermione non potè fare a meno di alzare il volto e constatò che il futuro Signore Oscuro la stava ancora fissando.
I  suoi occhi verde veleno lampeggiarono freddi  nei suoi, e lei per la seconda volta si sentì un nodo allo stomaco. Si voltò di scatto sistemandosi un ricciolo di capelli castani dietro l’orecchio.
L’aveva scoperta? Aveva capito che era lì … per  ucciderlo?
- No, impossibile- disse a sé stessa cercando di calmarsi. –Non è ancora un Legilimens. Silente me lo ha assicurato. –
Mentre cercava di riacquistare una respirazione regolare, Sarah continuò.
“Strano. Di solito è sempre troppo snob per notare qualcun altro tranne sé stesso. Questa è davvero la sera delle novità a Hogwards!” esclamò ridacchiando Sarah.
Hermione cercò di sorridere alla nuova amica, ma il suo battito era ancora accelerato.
Doveva stare calma. Probabilmente Voldemort era semplicemente curioso, come tutti quanti.
Prese un sorso di succo di zucca e la familiare sensazione del liquido fresco e delizioso che le scendeva nella gola ebbe il potere di calmarla.
Mentre Sarah continuava a parlare di sciocchezze, come del motivo per il quale aveva recentemente deciso di cambiare il proprio taglio di capelli, Hermione  pensava  a tutte le cose orribili che Colui-che-non-deve-essere-nominato aveva commesso, come se caricarsi d’odio contro l’erede di Salazar Serpeverde servisse  per darle coraggio.
-Goditi i tuoi ultimi giorni,piccolo bastardo!- Pensò stringendo i denti.
Con un moto d’odio alzò di nuovo lo sguardo, ma Riddle non la stava più guardando.
Hermione notò stupita che era il più bel ragazzo della tavolata, i capelli neri pettinati con cura da una parte, il viso pallido dai lineamenti nobili e ben disegnati. Non dimostrava affatto sedici anni, poteva benissimo passare per uno dell’ultimo anno.
Eppure nessuno sembrava osare guardarlo, o rivolgergli la parola.
Sembrava fuori posto, seduto fra i rumorosi studenti che ridevano e scherzavano tra loro, come avvolto in una bolla invisibile, mentre in silenzio,con il volto impassibile e lo sguardo vuoto, si portava educatamente la forchetta alla bocca con movimenti aggraziati .
Senza rendersene conto, Hermione stava fissando le sue labbra carnose chiudersi sulla forchetta d’argento con la quale aveva appena portato alla bocca una fragola.
“Uh oh… lo so cosa stai pensando…” le mormorò Sarah nell’orecchio risvegliandola improvvisamente dal trance. “Tutte noi all’inizio abbiamo perso la testa per Riddle. Credimi, non ne vale la pena…”
Hermione sentì le guance andare a fuoco. Non lo stava guardando perché lo trovava bello o attraente,no?
Era il dannato TU-SAI-CHI! Come potevano le altre ragazze prendersi una cotta per un tale mostro?
“Non… stavo affatto avendo quel tipo di pensieri!” Ribattè lei con foga, forse eccessiva.
Sarah la guardò sgranando gli occhi, un po’ spaventata dal suo scatto d’ira.
“Beh, meglio così. Cose brutte sono successe alle ragazze che hanno infastidito  Riddle con le loro continue moine….”
 Hermione rabbrividì. Così era già iniziato? Il mostro era già ben radicato dentro quel ragazzo apparentemente ben educato, e che tutti i professori idolatravano come il migliore studente della scuola?
-Fin troppo educato e taciturno- pensò Hermione mentre quella sera si girava senza tregua nel letto scomodo.
  Il ricordo del suo sguardo inespressivo e calmo,che assomigliava troppo alla calma prima della tempesta, la tormentava.
–Fa raggelare il sangue, ecco perché tutti lo evitano- .
Rassegnata  all’idea che per quella sera addormentarsi sarebbe stato impossibile, scostò le tende del letto a baldacchino e afferrò la bacchetta che aveva appoggiato sul comodino.
“Lumus” sussurrò per non svegliare le compagne di stanza, e scese dal letto avvolgendosi in una vestaglia.
Guidata dalla tenue luce che si sprigionava dalla punta della bacchetta afferrò dal suo baule la vecchia copia usata di “Storia di Hogwards” che aveva scovato nell’armadio degli oggetti smarriti, e si diresse alla porta del dormitorio.
Leggere l’avrebbe rilassata, ne era certa.
Era l’unico modo per smettere di pensare e per fingere di essere altrove, nella casa di Grifondoro, e in un'altra epoca…negli anni ’90.
Mentre scendeva la scala a chiocciola dirigendosi verso la sala comune, ancora illuminata dal fuoco morente del camino, sentì una voce.
Hermione si fermò, spense la luce che proveniva dalla bacchetta e rimase in ascolto con il fiato sospeso.
Era la voce di un ragazzo, ma non sembrava completamente umana.
Un brivido scosse il suo corpo mentre ascoltava la voce fredda e inquietante, pronunciare parole a lei incomprensibili, più simili a sibili che a sussurri.
Hermione aveva già sentito quella lingua,quattro anni prima. Era accaduto quando Harry aveva parlato al serpente che Malfoy aveva fatto apparire durante un loro duello.
“Voldemort” pensò Hermione in preda all’agitazione.
Il ragazzo che stava parlando in serpentese doveva per forza essere lui.
In preda al terrore e all’agitazione, il primo istinto fu quello di fuggire, di tornare al sicuro nel suo dormitorio.
Poi però una vocina interiore le ordinò di calmarsi e di analizzare con calma la situazione.
E la curiosità prese il sopravvento.
Che cosa ci faceva Tom Riddle sveglio a quell’ora della notte in sala comune? E soprattutto a chi –o che cosa- stava parlando?
Decisa a svelare il mistero si accucciò sul gradino e vi appoggiò il libro, poi strisciò più sotto lungo la scala, stando attenta a non farsi vedere né sentire.
Sbirciando da sopra la balaustra di pietra, vide la sagoma di un ragazzo stagliarsi nella luce del camino.
Hermione si fece quasi sfuggire un gemito, quando vide che tra le mani teneva un serpente.
Lo accarezzava con delicatezza, come se di fosse trattato di un gattino, e gli sussurrava parole in Serpentese, in quello che a Hermione  parve un tono quasi dolce.
Poi il ragazzo si voltò. Il bagliore delle braci del camino proiettava delle ombre scure sotto i suoi occhi, e il volto pallido dai lineamenti attraenti sembrava intagliato nell’avorio.
Si diresse verso una vasca di vetro appoggiata su un mobile antico e vi depositò con attenzione il serpente, che scivolò con grazia dalle sue braccia sulla ghiaia.
Tom chiuse il coperchio del terrario e rimase per  un attimo a guardare fisso il muro davanti a sé.
Hermione si sentiva stupida, rannicchiata sui freddi gradini di pietra in attesa di una sua mossa.
Forse Riddle non stava facendo nulla di strano e oscuro, dopotutto. Forse anche lui, come lei, non riusciva a dormire.
Ma un istante dopo fu costretta a rimangiarsi quel pensiero, perché il ragazzo aveva raggiunto a grandi falcate l’ingresso della sala comune Serpeverde, e ne aveva varcato la soglia.
Anche se si trovavano negli anni ’40, Hermione era sicura che anche allora fosse proibito agli studenti aggirarsi di notte per il castello.
Sospetto e paura attanagliarono il suo cuore, mentre vedeva il bordo del mantello scuro  del ragazzo scomparire dall’apertura nel muro.
Un pensiero orribile le invase la mente:
“La Camera dei Segreti!” 


  
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