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Autore: Gokychan    19/04/2011    5 recensioni
Harry si girò lentamente e proprio alle sue spalle si ritrovò Draco Malfoy, intento a fissarlo con gli occhi assottigliati e una strana espressione in volto.
“Malfoy” sibilò Harry, alzandosi in piedi, la mano già pronta ad afferrare la bacchetta.
Osservò il ragazzo biondo avvicinarsi di qualche passo, con andatura lenta e stranamente ondeggiante.
Malfoy stava… sculettando?
Storia nata per prendere prendere in giro il sempre più dilagante fenomeno "Mary Sue".
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Salve. In questo periodo quanto mai grigio della mia vita (ergo: non me la stò passando molto bene), ho deciso, in collisione con il mio spirito da bastian contrario, di scrivere qualcosa di comico. O che, almeno, spera di esserlo. Questa fanfic non è altro che una parodia nata  per prendere in giro tutti i cliché delle storie yaoi e delle varie giustificazioni che le autrici del fandom usano per poter accoppiare i personaggi, cercando di risultare plausibili (Sì. Anche io sono tra queste autrici).

Suppongo che la maggior parte di voi sappia il significato del temine Mary Sue. In caso contrario, vi do una breve spiegazione: Le Mary Sue sono tendenzialmente le eroine delle storie. Personaggi creati dagli autori (o dalle autrici) fatti in maniera tale da risultare perfette. Super bellezza, super tette e tante altre cose super. Sono le eroine che con un battito di ciglia conquistano i cuori più duri, che salvano il mondo con uno starnuto e che sono simpatiche a tutti i personaggi della storia. Peccato che siano rese odiose da chi, la storia, la legge. Il corrispettivo maschile è Gary Stu. Da qui il titolo.

Sperando di divertirvi,

Gokychan.

Capitolo 1

Harry Stu e l’improvvisa pazzia di Draco Malfoy.

 

Harry Potter camminava tranquillo lungo le sponde del lago nero di Hogwarts. Era raro, per lui, riuscire a godersi tanta tranquillità in un qualsivoglia momento della giornata. Era sempre circondato di persone, che fossero Ron e Hermione o uno qualunque degli studenti rompi maroni della scuola, attirati dal suo nome. Ormai la guerra contro Voldemort era finita. E loro tutti si stavano impegnando nel loro ultimo anno.

Si sedette sul prato con un sospiro e osservò la piovra gigante nuotare placida tra le acque scure.

Che tranquillità. Che pace. Che silenzio idilliaco.

“Potter!”

Vaffanculo.

Harry si girò lentamente e proprio alle sue spalle si ritrovò Draco Malfoy, intento a fissarlo con gli occhi assottigliati e una strana espressione in volto.

“Malfoy” sibilò Harry, alzandosi in piedi e con la mano già pronta ad afferrare la bacchetta.

Osservò il ragazzo biondo avvicinarsi di qualche passo, con andatura lenta e stranamente ondeggiante.

Malfoy stava… sculettando?

Così pareva. E anche abbastanza vistosamente.

Harry si ritrovò ad inarcare un sopracciglio, leggermente perplesso. Troppo tardi si accorse che la sua analisi sullo strano comportamento del compagno, lo aveva distratto dal fatto che il biondo si era avvicinato pericolosamente. Istintivamente, Harry fece un passo indietro.

Malfoy lo notò “Paura, Potter?”

Harry si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo, stufo delle solite battute che sputava il ragazzo, da quando facevano il secondo anno.

“Ti piacerebbe” rispose come da copione, con tono monocorde.

Malfoy fu soddisfatto evidentemente da ciò, perché mise su un’espressione compiaciuta che durò più o meno due secondi, prima di riprendere il solito cipiglio altero.

“Potter” disse nuovamente “Io e te dobbiamo parlare”.

Harry si ritrovò nuovamente ad inarcare il sopracciglio.

“Parlare” ripeté, come se non avesse sentito bene “Noi” disse, come per accertarsi di aver capito bene.

Malfoy stava comportandosi in maniera strana. Che diamine stava tramando?

Draco annuì, compito “Sì, parlare. Ho notato che sei cresciuto molto, di recente”

Harry si ritrovò a sbattere furiosamente le palpebre, confuso. Cosa che lo fece sembrare un gufo tramortito.

“Come? Malfoy, cosa…?”

“Sì, decisamente cresciuto” ripeté Draco, ricominciando a camminare, stavolta in circolo, studiando Harry da ogni angolazione “E anche bene”

Potter ormai lo guardava spaesato, con la bocca leggermente aperta, ormai dimentico della bacchetta.

Malfoy parve approfittarsi di quell’attimo di smarrimento e riprese, avvicinandosi pian piano al ragazzo.

“Potter, non possiamo negare che tra noi ci sia sempre stato qualcosa”.

“Odio?” chiese esitante Harry.

Malfoy scacciò la risposta con un gesto tranquillo della mano “No. Amore”.

Harry sgranò gli occhi e lo fissò allucinato.

“Ti sei pippato uno schiopodo, Malfoy?” chiese sbalordito.

“Tu mi ami. Noi ci amiamo” proseguì il biondo, come il ragazzo di fronte a lui non avesse aperto bocca “C’è sempre stata molte tensione sessuale repressa, tra di noi. Voglio dire, tutta quella storia della nemesi…”

“Aspetta. Fermo. Che cazzo…?! Che stai…?” Harry ormai boccheggiava, sconvolto. Si ricordò improvvisamente della presenza della bacchetta e la impugnò nervosamente, pronto a schiantalo, in caso di necessità.

Non si sa mai.

“Potter, non negarlo. Anche tu hai sempre avvertito il fremere dei nostri corpi ad ogni incontro ravvicinato che abbiamo avuto”

“Malfoy, per noi incontro ravvicinato significa picchiarci finché qualcuno non ci separa” cercò di farlo ragionare, Harry, ormai convinto che Malfoy si fosse fatto di acidi.

“Il nostro amore è contrastato” continuò il biondo, stavolta assumendo un tono melodrammatico “I miei genitori non approverebbero mai. Mio padre mi ha sempre maltrattato e torturato fin da quando ero bambino. E mia madre guardava, infischiandosene della mia vita e della mia sofferenza”

Harry ormai stava soltanto pensando ad un modo per scappare. Poco aveva ascoltato del discorso di Malfoy. Non gli importava nemmeno specificare che i suoi genitori, quelli che il biondo asseriva lo fustigassero e lo ignorassero, avevano rischiato il culo per salvarlo, durante il duello contro Voldemort.

No. Non era importante. Non capiva nemmeno il punto del discorso. Né come ci erano arrivati. In effetti non era nemmeno tanto sicuro di volerlo sapere. Voleva solo fuggire lontano da Malfoy.

Non si accorse che il biondo si era nuovamente avvicinato e quasi si lasciò sfuggire un urletto ben poco virile, quando Malfoy gli afferrò un braccio guardandolo di nuovo con quella luce nello sguardo. Ora Harry la riconobbe: quella era la luce di un cacciatore che brama la preda.

“Ma-Malfoy” balbettò Potter, cercando vanamente di liberare il braccio dalla presa ferrea del ragazzo “Che cazzo stai facendo?”

“Il destino ci ha uniti” esclamò Draco “Pott…Harry” si corresse, usando un tono improvvisamente sognante, che terrorizzò Harry più dei discorsi deliranti fatti fino a quel momento “In realtà io sono un ragazzo fragile e gentile e nascondo la mia vera personalità dietro la maschera di ragazzo freddo e sarcastico. Ma solo tu, con il tuo amore, imprigionando la mia anima con i tuoi occhi verde smeraldo, sei riuscito a vedere la mia vera essenza”

“Malfoy?” pigolò Harry, sentendosi sull’orlo di un pianto isterico “Che cazzo dici?”

“Io ti amo!” urlò Draco, abbracciandolo e ignorando lo stato di shock catatonico di Potter “Staremo insieme per sempre”

A quel punto, Harry decise che ne aveva abbastanza. Ne aveva abbastanza di Malfoy e di questa assurda situazione.

“Stupeficium!” urlò Harry, osservando gli occhi di Malfoy sgranarsi sorpresi, prima che quest’ultimo volasse dritto nel lago.

“Harry!” urlò Malfoy, sputacchiando mentre annaspava nelle acque “Noi ci amiamo! E’ nel destino!”

“Ma vaffanculo” borbottò Potter, grattandosi le palle a mò di scongiuro. Osservò la piovra gigante, infastidita da tutta quella cagnara, allungare un enorme tentacolo verso Malfoy per poi dargli un poderoso colpo in testa, che lo fece affondare per almeno una decina di secondi.

Quando Malfoy riemerse, vide solo la sagoma di Harry, ormai lontana, scappare a tutta velocità.

Potter, dal canto suo, sperava solo che la piovra divorasse il biondo senza lasciarne traccia.

  
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