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Autore: Gokychan    24/04/2011    8 recensioni
Harry si girò lentamente e proprio alle sue spalle si ritrovò Draco Malfoy, intento a fissarlo con gli occhi assottigliati e una strana espressione in volto.
“Malfoy” sibilò Harry, alzandosi in piedi, la mano già pronta ad afferrare la bacchetta.
Osservò il ragazzo biondo avvicinarsi di qualche passo, con andatura lenta e stranamente ondeggiante.
Malfoy stava… sculettando?
Storia nata per prendere prendere in giro il sempre più dilagante fenomeno "Mary Sue".
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Salve. Eccomi qui con il secondo capitolo. Grazie davvero per le recensioni, siete state tutte gentilissime.

Charme: Ti ringrazio per i complimenti. Sono contento che i dialoghi ti siano piaciuti, nonostante il primo, fosse un capitolo piuttosto spiccio e diretto. Come potrai notare, in seguito alla lettura di questo capitolo, in questa mia modestissima storia non si prendono in giro solo i cliché delle Drarry. Ma di tutti i paring in cui le autrici infilano il povero Harry. Sperando che anche questo capitolo ti diverta, buona lettura. Spero che continuerai a seguirmi.

dramy96123: Sono contento che la storia ti sia piaciuta e che ti abbia strappato qualche risata. Come vedi, le disavventure di Harry proseguono e proseguiranno ancora per un bel po’. Spero che avrai pazienza e continuerai a seguirmi. Buona lettura.

Lunadistruggi: Ciao o assidua lettrice. Ho notato che hai commentato un po’ tutte le mie storie. Ti ringrazio. Sono contento di averti appassionato. Ancora più contento, poi, del fatto di averti divertito con questa piccola storia un po’ scalcagnata. Spero che continuerai a seguirmi. Buona lettura.

***

Capitolo 2

Io volevo solo un po’ di tranquillità

 

La corsa di Harry non si interruppe nemmeno quando oltrepassò il portone della scuola. Corse a perdifiato finché non si trovò davanti al ritratto della Signora Grassa. Esalò la parola d’ordine,  entrò nel dormitorio e solo quando il passaggio si fu chiuso alle sue spalle, si concesse di accasciarsi al suolo, sotto lo sguardo incuriosito dei suoi compagni di Casa.

“Harry?” chiese una voce leggermente allarmata.

Potter sollevò lo sguardo e si ritrovò davanti il suo amico Ron, intento a fissarlo con un’espressione tra lo stupito e il preoccupato.

“Ron!” balbettò Harry, fissandolo con sguardo perso “Ron!” esclamò poi, quando si rese conto chi aveva davanti. Afferrò l’amico per il bavero della divisa, con le mani che tremavano leggermente “Oh, Ron! È un tale sollievo vederti! Una faccia amica…Ron!” esclamò nuovamente, guardando l’amico come un naufrago potrebbe guardare la nave salvatrice, pronta a portarlo in un porto sicuro.

“Harry, ma che cavolo hai?” borbottò Ron nervosamente, imbarazzato dagli sguardi insistenti dei curiosi che fissavano intenti la scena bizzarra.

“Malfoy!” esclamò Harry, sgranando gli occhi “Malfoy! Il destino! Parlava d’amore!”

“Malfoy?” domandò Ron, improvvisamente all’erta “Che ti ha fatto il furetto? È successo qualcosa?”

“Sculettava” disse disperatamente Harry “Diceva che i genitori lo fustigavano”

“Sculett…Malfoy?” balbettò confusamente Ron, non riuscendo a capire l’amico. Scosse la testa, e brontolò un “E’ meglio se andiamo in camera”

Harry si fece trascinare impotentemente su per le scale. Lasciò che Ron lo lasciasse sedere sul letto e lo osservò mentre chiudeva la porta con fare nervoso, prima di tornare da lui e sederglisi accanto, ansioso.

“Allora” disse accigliato, Weasley “Dicevi?”

Harry si passò inconsapevolmente la mano tra i capelli, arruffandoli ulteriormente, in un gesto nervoso.

“Io… non so nemmeno bene cos’è successo” disse con tono esitante “Ero in riva al lago. Mi facevo gli affari miei e ad un tratto arriva Malfoy” cominciò a raccontare, sgranando ulteriormente lo sguardo, fissandosi le mani come se stesse rievocando un terribile trauma “voleva parlare”

“Malfoy?” domandò sorpreso, Ron “Parlare?” chiese, come se non avesse sentito bene.

Potter annuì, ricordando lo sconcerto che aveva avuto lui stesso quando il biondo aveva pronunciato quelle parole “Sì. Parlare. Si è avvicinato. Io cercavo la bacchetta. Pensavo tramasse qualcosa, come al solito. Lui trama sempre qualcosa” notò solo vagamente l’amico annuire, concordando con le sue ultime parole.

“Però…però…” Potter deglutì “Lui, lui ha cominciato a dire cose strane. Sculettava, ancheggiava verso di me. Non se ne andava. Diceva qualcosa sul destino, sull’amore. Credo anche qualcosa sulla tensione sess…sessuale tra di noi. Non capivo che cazzo stesse dicendo. Voglio dire, ci siamo sempre odiati, Ron. Odiati!” esclamò, fissando ora, disperato, il suo migliore amico “E all’improvviso lui fa discorsi sui miei occhi che gli rapiscono l’anima! Dice che sono labirinti. Labirinti…” mormorò con tono febbricitante, abbracciandosi da solo e cominciando a dondolare leggermente avanti e indietro “L’ho schiantato e l’ho fatto finire nel lago. Se tutto va bene, la piovra dovrebbe finire di digerirlo tra poco” fece una pausa “Credo che abbia anche accennato a qualcosa sul fatto che suo padre lo fustiga. O simili” mormorò. Stette in silenzio per qualche secondo “Io volevo solo un po’ di tranquillità” concluse alla fine, con tono piagnucolante.

Ron, da parte sua, lo osservava con occhi sgranati “Malfoy sculettava?” riuscì solo a dire, in preda allo sbigottimento.

Harry si girò lentamente verso di lui, fissandolo con uno sguardo così poco stabile, che il rosso si ritrovò ad indietreggiare istintivamente.

“Ron” sibilò Potter “Ti ho appena finito di dire che Malfoy, QUEL Malfoy, mi ha dichiarato imperituro amore e tutto quello che sai chiedermi…” si fermò, ansimando in preda all’isteria.

Weasley capì di aver fatto un errore e si affrettò a porre rimedio alla sua uscita “Scusa, amico” disse frettolosamente “E’ che è tutto talmente strano! Sono sorpreso, ecco tutto. Voglio dire, sicuro che fosse Malfoy?” chiese dubbioso.

“Altroché se era lui!” esclamò Harry “Non è certo un tipo che si può confondere, quello”

“Vero…” si ritrovò ad asserire il rosso, ancora stupito da quello stranissimo racconto fornitogli dall’amico.

Calò un silenzio shockato tra i due. Il primo a fare qualcosa fu Ron, che avvolse Harry in un goffo abbraccio.

“Forza, amico” borbottò, dandogli pacche imbarazzate sulla schiena “Forse hai ragione. La piovra lo potrebbe già aver divorato, a quest’ora”

Harry si sentì più tranquillo, alle parole dell’amico. Chiuse gli occhi e sospirò, maledicendo la sfiga che lo perseguitava da sempre. Per fortuna ora era in un luogo sicuro, con una persona fidata e…

 “Ron…?”

“Dimmi, amico” rispose solerte il rosso.

“…Perché una delle tue mani è sul mio culo?”

“Pensavo volessi un po’ di consolazione” spiegò Weasley.

Harry avvertì il proprio respiro aumentare di velocità e l’isteria rimontare gagliarda dentro di lui.

“Chissà come ti sei spaventato, eh?” sussurrò Ron, senza sembrare per nulla intenzionato a spostare la manina balorda dalle grazie dell’amico e, anzi, azzardando qualche sordida palpata “Ma non preoccuparti. Ora ci sono io” terminò di dire con un tono che sembrava volesse essere tranquillizzante “mh…” sospirò inalando leggermente con il naso “Sai che hai un buon odore?”

“Ron…” pigolò Harry, con lo sguardo così sgranato, che chiunque, a vederlo in quello stato, si sarebbe aspettato di vedere i suoi bulbi oculari rotolare via dalle rispettive cavità. Non sapeva cosa stesse succedendo. E non sapeva se lo spaventasse di più il fatto di avere una mano del suo migliore amico sul popò o il fatto che, sempre il suo migliore amico, lo stesse annusando come un cane da tartufo. Sapeva solo che l’istinto gli urlava di fuggire finché era in tempo, giusto per risparmiarsi una nuova follia.

“Harry” disse il rosso, con tono sognante, interrompendo le elucubrazioni dell’amico “Quante volte ho sognato di tenerti tra le braccia. Così.” Disse, sottolineando le parole con una poderosa strizzata alla natica destra di Potter, che rispose a tal gesto con un’esalazione strozzata, piena di disperato stupore.

“Hai idea di quanto tempo sia passato, da quando ci siamo conosciuti?” continuò Ron, con tono enfatico “Quanto tempo sprecato, nel cercare di mettermi in testa che quello che provavo per te erano solo semplici sentimenti fraterni. Che stupido” disse con un sospiro.

Harry, rinsavito almeno un po’ da quell’evento quantomeno…inaspettato, si divincolò dalla presa dell’amico e si alzò dal letto, barcollando sulle gambe malferme, dirigendosi verso la porta.

“Un incubo” borbottava tra sé, mentre arrancava lontano da Ron “Sono in un incubo. Devo svegliarmi” diceva tra sé, cupamente.

“Oh, Harry” disse Ron, riacciuffandolo con un movimento lesto e riportandolo sul letto. Stavolta facendolo accomodare sulle sue ginocchia “Non fare lo stupido e ascoltami, che è importante. Riguarda il nostro futuro”

Harry, dal canto suo, agitava debolmente le braccia verso la porta, chiedendosi perché si fosse improvvisamente allontanata dalla sua visuale. Prima era così vicina…

“…e negli spogliatoi. Merlino, che tentazione” ciarlava il rosso, apparentemente ignaro dello stato mentale in cui versava Harry.

Potter, una volta capito che la porta non si sarebbe avvicinata, abbassò le braccia, sconfitto e si mise ad ascoltare le parole dell’amico.

“Insomma, Harry. Il succo è che noi siamo fatti per stare insieme” disse Ron, con fervore “voglio dire, ci capiamo! Nessuno ti conosce come ti conosco io. E viceversa. E poi, diciamocelo; la storia del migliore amico non regge. Siamo ambigui. Lo sanno tutti. In realtà ci amiamo, ma la paura di far soffrire Hermione, ci frena dall’esternare i nostri sentimenti reciproci. Ma ora basta, Harry. Basta!” esclamò il rosso.

Potter, dal canto suo, si stava chiedendo se Ron si rifornisse dallo stesso spacciatore di Malfoy.

“Ron” disse il moro “Ti sei sniffato polvere volante?” chiese con tono leggermente speranzoso.

E pensare che lui voleva solo qualche minuto di tranquillità…

“ Hermione capirà!” disse Ron, ignorando le parole dell’amico.

“Ron” disse Harry con voce flautata.

“Dimmi, Harry” flautò Ron a colui che già considerava il suo ragazzo.

“Fanculo pure a te” disse Potter con tono soave, prima di alzarsi, afferrare la propria bacchetta e di schiantare l’amico, che volò dall’altra parte della stanza, per poi ricadere al suolo svenuto.

Harry osservò per qualche secondo il corpo esanime del suo migliore amico, prima di fare dietrofront e uscire a passo spedito dalla stanza.

“Che cazzo sta succedendo a tutti?” pensò sconvolto il ragazzo, ancora incredulo per quello che era successo.
Malfoy che si dichiara. Ron che…Ron…che gli PALPA IL CULO.

C’era qualcosa di tremendamente sbagliato in tutto ciò. Qualcosa doveva aver scatenato quella follia.

“Ma cosa?” mormorò Harry tra sé.

 

 

 

 

  
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