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Autore: Luffies    03/05/2011    4 recensioni
Strinse il lenzuolo sotto di sé mentre le lacrime scendevano senza sosta. Non cercava di trattenere i singhiozzi. Voleva solo morire. Come Ace.
Si morse il labbro con violenza e sentì il pungente sapore del sangue stuzzicargli la lingua.
Valeva la pena continuare ad amare, se poi doveva subire un dolore così insopportabile?
Forse No. Si rispose mentre le lacrime gli offuscavano la vista.
AcexRufyxZoro
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ragazzi! Grazie mille a tutti! Ogni volta che vedo chi segue o chi commenta, sono felicissima! … siete il massimo davvero<3<3

La via per l’ inferno.

Il monotono rollio della nave stava diventando quasi snervante. Il mare era calmo come il cielo che andava sull’ imbrunirsi.
Rufy non riusciva a staccare lo sguardo dall’ isola. Era di forma irregolare, ricoperta di quella mantella verde d’ alberi e di arbusti. Davanti a sé l’ imboccatura del corso d’ acqua che conduceva al suo interno pareva chiamarlo. Le rocce sopra l’ entrata apparivano friabili e pericolanti, ma non avevano altra scelta.
- L’ isola di Kanatsuya- Aveva detto Nami quel pomeriggio. - Chiamata anche “ Le chemin de l‘ enfern”-
- “La via per l‘ inferno?”- Aveva chiesto interrogativo Sanji con la fedele sigaretta tra le labbra.
La navigatrice aveva annuito.
- Esatto. Intorno a quest’ isola corrono correnti d’ acqua che, se prese, possono riportare alla porta del Grande Blu o in posti ben più pericolosi..-
- E allora che facciamo? Dobbiamo tornare indietro?!- Aveva chiesto Franky.
- No, basterà attraversarla con la Sunny.-
Tutti si erano zittiti senza capire, allora Nami aveva continuato a parlare tirando fuori un cartina dalla propria borsa.
- L’ isola è attraversata da un canale sotterraneo dove è presente una corrente molto forte che può farci sbucare in pieno oceano nel giro di diverse ore o poco più-
- Quindi ci basta percorrere questo tunnel, no?- Aveva azzardato candidamente il Capitano.
- Non è così semplice, Rufy.. Quel percorso è molto pericoloso, ha portato alla deriva centinaia di navi.-
- Ed ecco spiegato il soprannome dell’ isola..- Aveva decretato Ace con tono lugubre.
- Infatti.- Aveva risposto Nami.
- Non potremmo tornare indietro e prendere un’ altra strada? Ce ne sono di tante..- Aveva proposto il cecchino.
Zoro era intervenuto immediatamente, appoggiato alla balaustra con le braccia incrociate.
- Impossibile. Oramai i viveri scarseggiano, non siamo nelle condizioni di affrontare un’ altra traversata di quelle dimensioni.-
- Potremmo approdare sull’ isola, fare scorta di provviste e successivamente tornare indietro.- Aveva mormorato Chopper.
- No purtroppo. La corrente non ce lo permetterebbe. Trascinerebbe subito la nave all’ interno del tunnel sotterraneo-
Nessuno aveva replicato a quelle parole. Era tutto vero.
- In ogni caso, l’ ultima parola spetta al Capitano,Yohohoho!- Aveva decretato infine Brook.
- Noi appoggeremo la tua scelta.- Aveva aggiunto poi Nico Robin.
Rufy si era ritrovato improvvisamente, tutti gl’ occhi puntati su di sé. Li aveva restituito lo sguardo, squadrandoli uno ad uno. In ogni caso, il rischio era altissimo.
- Attraverseremo la corrente che passa per l’ isola. Mantenendo la dovuta calma dovremmo essere in grado di superala senza troppi problemi.- Aveva decretato in conclusione.
Ora stavano per entrare nell’ imboccatura, Cappello di paglia lanciò un ultimo sguardo al cielo prima che il suo viso venisse inghiottito dall’ ombra umida delle rocce. Il mare nel tunnel era nero come inchiostro e pareva risucchiare la nave che procedeva con cautela. Gli tremava il respiro. Non si sarebbe mai perdonato se fosse accaduto qualcosa ai suoi compagni.
- Hai fatto la scelta più giusta, Ru.- Gli rispose la voce di Ace come se gli avesse letto nel pensiero.
- Sarò tranquillo solo quando saremo tutti dall’ altra parte dell’ isola.-
Pugno di fuoco rise.
- Non avevo dubbi!-
Rufy si sforzò di sorridere. Stavolta nemmeno suo fratello poteva calmare la sua angoscia.
Infatti dopo appena 15 minuti di navigazione:
- Rufy stiamo acquistando velocità!- Gli urlò Nami affannata.
Il Capitano si sporse dal parapetto ansioso constatando la veridicità della notizia.
- Spiegate le vele, proveremo a rallentare in questo modo! Usop, cerca di colpire gli scogli che sporgono troppo verso la nave! Franky tu invece vai al timone! Nami Robin e Brook, voi controllate da diverse angolazioni eventuali cambiamenti! FORZA, CORRERE!- Ordinò a gran voce. Quando c’ era di mezzo la vita dei suoi compagni diventava del tutto un’ altra persona.
Ace, Sanji, Zoro e Chopper si precipitarono all’ albero maestro della nave, mentre i compagni eseguivano gli ordini del Capitano.
Il freddo cunicolo si riempì improvvisamente di botti ed parole confuse, naturalmente il buio non aiutava.
Anche a vele spiegate la situazione non cambio di molto, il timone stava diventando incontrollabile e i colpi agli scogli provocavano alla nave tremendi scrolloni che costringevano la ciurma a tenersi a qualsiasi cosa avessero accanto.
Una frase emerse da quello assurdo frastuono.
- Una cascata ad ore 10!- Fece la voce di Robin.
Gli sguardi di tutti si puntarono verso il punto in questione, fissandolo con orrore.
La nave si inclinò pericolosamente avvicinandosi al salto, e facendo ruzzolare a terra metà dei membri dell’ equipaggio.
Rufy respirava pesantemente tentando di ritrovare quella lucidità che si disperdeva poco a poco. Non sarebbero sopravvissuti ad un dislivello del genere. Nemmeno il tempo concludere il pensiero che la Sunny era già sul limite della cascata. Successe in un attimo solo, veloce come un battito d’ ali, e si ritrovarono lanciati verso chissà dove.. A precipitare nel vuoto.
Cappello di paglia cadde a terra mentre lo stomaco si stringeva su se stesso, fu così che il suo sguardo incontrò il soffitto.. Poi un colpo di genio.
Si lanciò letteralmente verso il possente albero maestro con il viso rivolto verso prua aggrappandosi con le gambe ad esso.
- TENERSIIII!- Urlò con quanto più fiato aveva in gola. Dopodichè allungò le braccia sino ad attaccarsi ad alcune sporgenze sopra di sé, nel folle tentativo di fermare in qualche modo l’ ascesa della nave. Il contraccolpo fu durissimo, forte abbastanza da mozzargli il respiro mentre sbatteva violentemente contro il legno.
La gomma si allungava docilmente sotto quel peso mentre nella sua mente sperava di arrivare presto alla fine di quella depressione.
“ Avanti.. Ti prego!” Pregava nella sua mente.
Lo sguardo dei compagni erano puntati su Rufy pregando con lui. Ace e Zoro osservavano la scena preoccupati, l’ angoscia li divorava voracemente. I loro erano occhi uguali. Di chi a paura di vedersi portar via tutto. E poi, si specchiarono gli uni negli altri. E cambiarono entrambi, nello stesso momento: da terrore ad astio. Ad un passo dalla morte si squadravano con ira, rivendicando entrambi il proprio dominio su quello che credevano gli appartenesse di diritto.
Il colpo con l’ acqua arrivò quasi inaspettato, e venne accolto con sollievo mentre le onde alte metri schizzavano prepotentemente intorno.
Rufy con un sorriso stanco mollo le prese, accasciandosi a terra.
- State tutti bene?- Fece una volta ripreso fiato.
Si scatenò un coro di affermazioni tra la ciurma.
Rufy prese un sospiro di sollievo. Restò coricato sul ponte ascoltando di le discussioni dei suoi compagni. Ridevano, scherzavano sul pericolo appena passato, facendo sorridere il Capitano.
Ace si avvicinò al fratellino tendendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi, sotto lo sguardo di Zoro, come a volerlo fare apposta.
- E bravo il mio fratellino! Vedi che quando usi la testa non va poi così male!?- Scherzò scompigliandogli teneramente i capelli.
Rufy sorrise di rimando al fratello, poi qualcos’ altro catturò la sua attenzione.
- Ragazzi, venite un po’ a vedere.- La voce pacata di Robin gli giunse subito all’ orecchio e Cappello di paglia la raggiunse seguito dai compagni d’ avventura. Si sporse quel tanto che bastava per scorgere oltre il parapetto e quello che vide lo lasciò a dir poco sbigottito.

***

Era come se fossero finiti nel sifone di un lavandino, o per meglio dire, un enorme sifone di un lavandino.
Le pareti erano umide e, alzando lo sguardo al cielo, non si riusciva a vedere la fine della caverna. Poco più avanti si estendeva una piattaforma rocciosa contornata per meta da una parete di roccia puntellata di piccoli e bui tunnel e per l’ altra dall’ acqua nera e immobile.
- Ma dove siamo finiti?- Fece Usop percorrendo con lo sguardo il paesaggio.
Solo Nami fu in grado di rispondere alla domanda.
- Questo deve essere “ Le cœur du diable” -
La ciurma la guardò interdetta allora la ragazza si affrettò a riprendere.
- “ Le cœur du diable” è il centro dell’ isola. Vuol dire che siamo esattamente a metà dall’ uscita!-
- Un momento! Io qui non vedo nessuno passaggio in cui potrebbe passare la Sunny.- Constatò Franky osservando il luogo.
- Vuol dire che siamo bloccati qui!?- Chiese allora Chopper.
- Si, almeno fino a domani mattina.- Fece Nami voltandosi poi verso l‘ archeologa.- Robin.. Sai dirmi che ore sono?-
Questa sembrò pensarci un istante.
- Dovrebbero essere le 8 e qualcosa, se non erro.- Rispose infine alzando le spalle.
La navigatrice annui. - Ho capito.. Deve essere colpa della marea..- Sentenziò.
- La marea?- Fece Rufy accigliato. - Che centra ora la marea?-
Ace precedette Nami nella spiegazione.
- In questa parte del globo, la Luna ha una grande influenza sulle acque marine. Probabilmente, il passaggio che porta all’ uscita deve essere stato coperto dal mare.-
- Esattamente.- Commentò Nami.
- Quindi ci basterà aspettare fino a domattina, quando l’ acqua si sarà ritirata..- Si intromise Sanji.
- Per l’ appunto.-
Rufy, continuava a percorrere con gli occhi l’ immobilità della caverna con sguardo assente, ignaro del fatto che Zoro lo stesse fissando ormai da diverso tempo, la cosa non sfuggì però ad Ace.
Pugno di fuoco, con finta naturalezza, passò lentamente una braccio intorno alla vita del fratello che non oppose resistenza appoggiando la testa alla sua spalla, lo strinse dolcemente a sé schioccandogli un bacio sulla fronte, come per marcare il territorio. Lanciò un’ occhiataccia incandescente allo spadaccino che gliela restituì con altrettanta enfasi.
La battaglia era alle porte.

Pietà! So che ul capitolo non è il massimo ma sono stati giorni pesantissimi.. Spero dio rifarmi più avanti! Lasciate un commentuccio! Vi adoro, un bacio**
Seguito: Venerdì 6 Maggio 2011.
  
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