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Autore: eleanor89    04/05/2011    9 recensioni
Gli amici di Cedric affronteranno l'ultimo anno di spensieratezza rimasto agli studenti di Hogwarts prima della guerra e dei Carrow, ma riusciranno comunque a mettersi nei guai in modi che non avevano neppure immaginato. Seguiteli tra strane pozioni, coppie neonate, incontri dettati dal destino e aggiunte inaspettate al loro già sgangherato gruppo!
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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Aggiunta la prima parte mancante del capitolo.

 

 

 

 

Non aveva mai corso così veloce in vita sua. Non riusciva a pensare ad altro che alla reazione che avrebbero avuto i suoi amici al suo posto, la sua mente si era come bloccata.

Quill sarebbe svenuto, forse morto, Hannah avrebbe strillato come una pazza, Susan sarebbe stata la più veloce di tutti, Stephen lo avrebbe stordito a parole facendogli presente che stuprarlo avrebbe comportato il rischio di prendersi malattie, Wayne gli avrebbe lanciato un'occhiata raggelante e poi avrebbe usato qualche incantesimo sconosciuto, Michael lo avrebbe preso a pugni anche a costo di soccombere, Georgia avrebbe corso esattamente come lei, magari in lacrime ma meno nel panico, cercando una via d’uscita veloce, Sally-Anne avrebbe cercato aiuto ovunque, Rent non avrebbe neanche capito cosa stava succedendo, Jack avrebbe avuto la scopa con sé e sarebbe volato via, e lei... lei aveva la bacchetta nella tasca dei jeans e cercare di aprire il mantello e di raggiungerla avrebbe voluto dire rallentare o rischiare di farla cadere nel tentativo di sfilarla, qualcosa che non si poteva permettere, e per quanto fosse aggressiva non era stupida, sapeva che se avesse dato un pugno con tutte le sue forze a quel licantropo lui le avrebbe riso in faccia.

Ma poteva rallentarlo.

Lei non rallentò, ma afferrò il primo banco pieno di boccette che vide al lato della strada e lo scagliò indietro, colpendo il mostro, perchè era un mostro, e facendolo volare a terra. Nell'istante in cui la prima bottiglietta di vetro era esplosa contro il suo petto del fumo si era sprigionato tutto attorno a lui e la vecchia strega che possedeva il banco aveva strillato oltraggiata. Lui invece scivolò, ma nel secondo in cui i palmi delle mani toccarono terra si diede una spinta verso di lei e Megan tornò a guardare avanti per non rischiare di inciampare e farsi prendere. Riusciva a vedere la fine della strada prima della svolta a destra: o c'era Diagon Alley oppure si stava per infilare nel cuore di Nocturn Alley.

E poi si chiese come avrebbero reagito alla sua morte, se Wayne avrebbe pianto, se Michael lo avrebbe fatto. Georgia di sicuro. I pensieri morbosi si moltiplicarono e già s’immaginava sopravvissuta allo scontro ma distrutta a vita...

La afferrò per un gomito, costringendola a voltarsi con violenza, un ghigno osceno dipinto in volto e i vestiti che ancora fumavano, rotti in più punti come se corrosi da acido. Lei per riflesso lasciò che lo strattone le permettesse di avere una sorta di ricorsa e sfruttandone la forza lo colpì al petto con un pugno, raggiungendo quasi il collo. La sua mano le intrappolò il polso, trattenendolo contro il suo petto massiccio.

«Oh, sì, mi piace proprio così...» gemette lui, ma gli occhi erano brucianti d'ira. Megan lo guardò disgustata; lui non dovette fare alcuno sforzo per scaraventarla a terra.

Sbatté la schiena contro un muro e sentì che qualcuno chiudeva le tapparelle per non vedere. Cerco di rimettersi in piedi e un dolore orrendo le esplose sulla faccia. Si portò le mani la viso, sospettando di avere un naso rotto e forse anche le labbra spaccata, e vide lui fare un passo indietro dopo il calcio, e un attimo dopo si sentì afferrare e sollevare per la vita.

«Già finito, bambina? Mi stavo eccitando un po', finalmente...»

Megan sollevò la testa per guardarlo, con gli occhi pieni di lacrime di dolore e paura: si stava leccando le labbra, e lei pensò di essere sul punto di morire o peggio. Soprattutto peggio.

Non aveva quindi molto da perdere.

«Anghe dua madre si eggida gosì fagilmende, figlio di puddana?»

E poi lo colpì a un occhio, che non era la mossa più coraggiosa ma neanche la più stupida, e nel momento in cui lui si ritraeva di scatto tentò di dargli una ginocchiata tra le gambe e scappò di nuovo.

Zoppicava un po' ma la paura le permetteva di non fermarsi, e Megan arrivò alla fine della strada.

Purtroppo però era pieno di persone dall'aspetto non più raccomandabile di quello del mostro, anche se naturalmente meno minaccioso, e tutti le puntarono gli occhi addosso avidamente. Uno stregone stava già per sfiorarla quando sentì ringhiare alle sue spalle: «No!»

Si guardò indietro e lo vide arrivare, apparentemente divertito, e rendersi conto che tutti quegli scherzi della natura si ritraevano era ancora più agghiacciante. Di cosa potevano avere paura i rifiuti di Nocturn Alley?

E ora riusciva a vedere Diagon Alley oltre tutti loro, ci era arrivata così vicina...

Riprese a correre disperatamente e alla cieca, intravedendo un passaggio tra due case costruite storte, un piccolo varco che poteva anche essere un vicolo cieco, e saltò su una cassa per infilarcisi dentro. Il ginocchio quasi la tradì e si piegò in due, ficcandosi nel piccolo spazio e torcendo il busto per non incastrarsi.

Il licantropo l'afferrò a un piede e lei strillò, cercando di scalciarlo via mentre lui la trascinava fuori con forza incontrastabile: riuscì a bloccarlo con un calcio al viso mentre si agitava per liberarsi e cadde in avanti con una capriola, scuotendo appena la testa per riprendere il controllo e poi rialzandosi in tutta fretta. Ormai doveva trascinare la gamba e pregò che lo spazio non fosse abbastanza per lui, che non riuscisse a seguirla, mentre cercava di capire dove fosse finita. C'erano soltanto muri, il retro delle case di Diagon Alley a sinistra e quelle di Nocturn Alley a destra, ed era in trappola, ma perlomeno aveva il tempo di prendere le bacchetta.

«Sei in trappolaa...» canticchiò lui.

Megan si voltò di scatto e lo vide: era dentro una delle case il cui muro storto le aveva permesso di passare. Doveva essere entrato come se fosse il padrone, o per quel che ne sapeva lo era, e ora stava scavalcando la finestra.

«SDAMMI LONDANO! SDUBEFICIUM!»

Era ovvio che non avrebbe funzionato col naso rotto, lo sapeva anche lei.

Sapeva anche che Wayne ce l'avrebbe fatta senza parlare.

«Oohh, ti preferivo prima, tutta botte e lingua lunga... Chissà com'è poi, la tua lingua, te lo chiedi mai? Oggi potresti avere l'occasione di vederla...» la infornò lui in tono colloquiale.

«SDUBEFICIUM!»

«L'ultima ragazza era un regalo di mio padre, beh, non proprio padre, di chi ha fatto di me ciò che sono. Forse dovrei cederti a lui, che ne pensi? Sono venuto qui proprio per trovarlo e lui adora le ragazzine... Più i bambini, ma sa divertirsi anche con le ragazzine. Forse è un segno. Credi nei segni?»

«Adesso gome adesso sì.» rispose lei con un filo di voce, facendo tanti passi indietro quanti lui ne faceva in avanti. Non sentiva più le gambe e le braccia, ma sospettava che presto le avrebbe sentite di nuovo eccome.

«Però lui potrebbe essere lontanissimo ora, sprecarti sarebbe un peccato. Quanti anni hai?»

«Gazzi miei

«Oh, mi piace quando parli sporco. Ce l'hai il fidanzato, piccola? Hai mai fatto la sporca anche con lui? Spero di no, mi piace quan-»

Non poté continuare perché un fascio di luce rossa lo spedì a terra, non svenuto ma stordito e colto di sorpresa. Lei spalancò gli occhi e poi una voce familiare le disse: «Prendi la mia mano!»

Si voltò e vide che gliela tendeva sporgendosi dalla finestra: gli si aggrappò subito e cercò di darsi una spinta poggiando il piede sano contro il muro e stringendo le dita contro il bordo del davanzale.

Lui si ricordò di essere un mago, evidentemente, perché con un colpo di bacchetta la fece lievitare dentro e poi, nel momento in cui lei poggiava i piedi sul solido e si lanciava dentro la stanza scoprendo che era un bagno, lanciò una fattura contro l'altra dietro il suo assalitore, che si ritirò di corsa.

Megan si lasciò scivolare a terra, poggiando le mani tremanti sul pavimento freddo e prendendo respiri profondi. Poggiò la schiena contro il muro e lo guardò: «Gosa ci fai qui?»

«Mi serviva il bagno.» rispose lui, chiudendo la finestra.

Lei si guardò attorno: «Dove siamo?»

«Sei all'Emporio del Gufo. Stavo comprando un gufo. Il mio è morto.»

«Mi sbiage

«Non preoccuparti, era anziano, ha avuto una lunga vita.» rispose lui, «Vado a chiamare aiuto, d'accordo? Stai sanguinando, molto. Sei ferita anche al petto? O è tutto dalla bocca e dal naso?»

«Niente beddo.» disse la ragazza, abbassando lo sguardo e accorgendosi che in effetti il sangue era colato sino allo stomaco. Le venne la nausea, e si accorse di avere i brividi freddi nello stesso momento in cui gli arti tornavano a segnalare la loro presenza e il naso le pulsava più dolorosamente.

«Tra te e Perks non si può dire che non mi teniate occupato. Sai, quando ho detto di sentirmi legato a te non intendevo diventare una specie di eroe alla Harry Potter nel tempo libero. Intendevo più una cosa tranquilla.» spiegò lui, porgendole un asciugamano pulito, «Senza bastardi di mezzo. È una cosa del vostro gruppetto o è solo un caso?»

Megan lo guardò in faccia e si rese conto in quel momento di quanto fosse pallido e furioso, con le labbra sottili tirate come per trattenere una smorfia. 

«È una gosa del nostro grubbeddo. Sei foddudo, Andony.»

Anthony sorrise per un momento, e poi dopo averle lanciato un'ultima occhiata, aprì la porta e corse a cercare aiuto.

Megan cominciò a rendersi conto di ciò che le era appena successo, e si lasciò cadere stesa a terra, cercando di non piangere e anche di capire se il naso le fosse proprio stato staccato dalla faccia, visto quanto le faceva male.

Quando lui tornò, col proprietario, lo guardò da terra e poi proclamò: «Guando de lo ghiedono, c'erano dre lubi mannari e io ne ho sdeso uno gon un galgio volande

 

«Come nuova.» disse la donna, una passante che si era accorta della ragazza seduta all'Emporio con una borsa del ghiaccio sul naso. Megan si sfiorò il ginocchio e poi le sorrise.

«Grazie.»

«Ho preso il libro che ti serviva.» disse Anthony, avvicinandosi al bancone e prendendo la gabbia del gufo, «Ti accompagno a casa. Sicura di non volerlo denunciare?»

«E che vuoi che dica? Che c'era un lupo mannaro a Nocturn Alley? Tanto vale che vado a dire che c'è un mago idiota a Hogwarts.» sbuffò lei, «Stava cercando qualcuno da Burgin, è tutto quello che so. Burgin e Borgles o qualcosa del genere.»

«Borgin and Borke.» la corresse il proprietario dell'Emporio.

«Quello. Non dirlo neanche ai tuoi, Anthony, o lo diranno ai miei.»

«E tu non hai intenzione di dirlo?»

«Domani torno a Hogwarts, si preoccuperebbero per nulla. Voglio solo dimenticare.»

«Ti accompagno comunque.» offrì lui, porgendole un gomito. Lei lo prese a braccetto e salutarono il proprietario e la donna, che ripresero a parlare mentre loro se ne andavano.

«Cosa stavi dicendo di Sally-Anne? Anche lei è stata attaccata in quel modo?»

«Quasi. Era un gruppo di ragazzi nel suo caso. Credevo te l'avesse detto.»

«Diciamo che ci sono state altre notizie che ci hanno distratti nel frattempo.» borbottò lei, pensando a Michael, «Grazie, eh.»

«Prego.» sorrise lui, «È stato un piacere darti una mano.»

Megan annuì e poi si morse le labbra, «Mi chiedo cosa l'abbia fatto diventare un tale mostro. Non può essere solo l'essere un lupo mannaro, professor Lupin non era così.»

«Credo che non dipenda da ciò che si è ma da come si è. Sicuramente lo stato di degrado in cui i licantropi sono costretti a vivere ha contribuito, particolarmente nel caso di questo, che aveva già una certa età e quindi ha probabilmente vissuto in tempi persino peggiori del nostro per quanto riguarda il modo in cui vengono considerati. Però da come me l'hai descritto sembrava essere anche abbastanza pazzo e perverso e comunque capisco che la miseria ti faccia diventare un ladro ma non uno stupratore, perciò di sicuro era guasta già la materia prima. Era già rovinato come essere umano prima ancora di avere i suoi problemi. O almeno, io non riesco a concepire che una brava persona possa diventare un mostro sadico per via dei suoi problemi. Non in questo modo. Ma forse sono solo troppo giovane e ingenuo sull'argomento.»

«Preferisco essere ingenua e continuare a pensare bene dai licantropi, che non aspettarmi il peggio da tutti loro. E già non mi aspetto molto.» ribatté Megan, «E non mi sembri così inesperto. Sarà che sei Ravenclaw e quindi sembra che ne sai a prescindere.»

«Dovrei scrivermelo in una maglietta questo slogan. Ravenclaw: sembra che ne so a prescindere.»

Megan sorrise, e poi entrarono assieme nel locale notturno accanto alla gelateria di Florian, ormai chiusa dato che il proprietario era scomparso.

«Sono di casa qui.» le disse dopo aver salutato decine di persone, «È una succursale della torre Ravenclaw. Qui c'è la polvere volante, non preoccuparti, pago io.»

Lei si bloccò a guardare il camino e poi guardò lui.

«Cosa c'è?»

«Ho... Non vorrei sbagliare di nuovo.» bofonchiò.

Anthony la guardò per qualche secondo, pensando, e poi annuì, «Andiamo, prendiamo il Nottetempo.»

«Prendiamo?» ripeté lei.

«Ho detto che ti avrei accompagnata. Ti pare che ti faccio rientrare da sola a quest'ora? Vorrà dire che poi prenderò io la polvere volante da casa tua. Diremo ai tuoi che ti ho voluta accompagnare dopo averti trattenuta per un caffè.»

«D'accordo.» accettò subito Megan, sollevata.

Non riuscì a chiacchierare molto durante il viaggio, aveva ancora freddo nonostante la temperatura fosse più alta del solito e lui, dopo averle assicurato che no, non era una mossa per provarci con lei, le aveva appoggiato un braccio sulle spalle dopo averle dato il suo mantello.

«Ma tu dov'è che vivi?» domandò lei alla fine del viaggio.

«A Diagon Alley, vicino a quel locale che ti ho detto essere la succursale della torre Ravenclaw.»

La strega spalancò la bocca e quasi cadde dal gradino del nottetempo, «Ma sei scemo? E perché mi hai accompagnata

«Perché mi faceva piacere farlo.» ribadì lui, divertito, «Andiamo.»

Nessuno si mostrò sospettoso nel vederlo lì, a quanto pare tutti loro sapevano che Anthony non avrebbe mai lasciato rientrare una ragazza da sola, e dopo avergli detto più di una volta di salutare la famiglia lo lasciarono finalmente andare e Megan si rifugiò in camera, buttandosi sul letto sicura che non avrebbe dormito per nulla. Era terrorizzata, per quanto lo trovasse imbarazzante.

Gli occhi le caddero sul cellulare: sentire Wayne o Georgia o uno qualunque degli altri l'avrebbe rassicurata forse, ma non voleva farli preoccupare né fare la figura della bambina spaventata.

A meno di non chiamare Quill, che avrebbe sicuramente capito.

 

“Ehi! Sono andata a Diagon per un libro che mi ero dimenticata e son finita a Nocturn. Per poco non mi ha mangiata un licantropo pazzo, che col culo che ho voleva anche farmi la festa. Mi ha solo sbattuta un po' a terra ma poi Goldstein mi ha aiutata a scappare. E boh, non riesco a dormire per l'adrenalina. Tu eccitato per domani? Se già dormi, notte.”

Wayne rimase per un minuto in piedi in silenzio a leggere il messaggio, col rubinetto del lavandino ancora aperto, cercando di capire se lei fosse seria e, nel caso lo fosse, se fosse uscita di testa per lo spavento.

O se fosse, appunto, così terrorizzata da aver scritto pur di poterne parlare con qualcuno.

 

Megan aveva fatto in tempo a mettere il pigiama prima che il cellulare vibrasse per una chiamata in arrivo. Ci mise qualche secondo a premere il pulsante per accettare la chiamata, e poi la voce di Wayne disse: «Apri la finestra.»

Lei guardò subito fuori, quasi aspettandosi di vederlo volare lì davanti, cosa impossibile perché Wayne aveva abbastanza paura delle altezze e faceva pena nel volo, il suo molliccio poteva benissimo essere una scopa, e in effetti lo vide fluttuare lì davanti col cellulare ancora in mano. Si precipitò ad aprire e lui entrò un po' traballante.

«Mi sono smaterializzato in giardino, ma non potevo bussare a quest'ora.» spiegò alla sua faccia scioccata, scendendo e cadendo sul letto. Si rialzò subito e corse ad abbracciarla.

«Hai volato.» mormorò lei contro la sua spalla.

«Non ricordarmelo. Avete del dittamo? Mi sono un po' spezzato.»

Megan lo spinse subito indietro, squadrandolo dalla testa ai piedi, e lui spinse indietro i capelli e le mostrò un orecchio rosso di sangue, «Lo dirò direttamente a Madama Pomfrey perché me lo faccia ricrescere.»

La strega cercò di nascondere la spontanea smorfia intenerita e poi lo baciò. Wayne si dimenticò piuttosto in fretta del pezzo di orecchio mancante.

 

«La Piattaforma Nove e Tre Quarti… non è strano non dover partire?» domandò Rent a voce alta, guardando le persone passargli attorno.

«Già. Bella giornata comunque.» commentò Jack, prima di notare Charlotte tra la folla e sorriderle.

«Jack!» strillò lei, finendo urtata da un ragazzino. Lo spintonò con inaudita violenza prima di fiondarsi tra le sue braccia.

Walter e Rent quasi caddero a terra dal ridere e Megan, dietro di loro con Wayne, sollevò un pollice in segno di approvazione mentre Jack scuoteva la testa e mormorava: “cos'hai fatto...”

«Tanto è uno Slytherin.» fece spallucce lei. «Ciao Rent.» salutò poi dignitosamente e lui le scompigliò i capelli.

«Ciao tesoro, dov'è tua sorella?»

«Indietro coi bagagli.» rispose Georgia per lei, in arrivo mentre spingeva i suoi e quelli della sorella, e Walter subito si lanciò ad aiutarla.

«Siete qui.» disse Stephen, abbandonando i genitori senza neanche salutarli. Georgia notò che la madre si metteva le mani sul viso e sogghignò.

«Converrà salire e prendere posti da ora?» domandò.

«No!» rispose subito la sorella.

«Per i posti hai detto? Sfratteremo qualche deficiente.» affermò Megan, «Ciao Helen!»

Helen, la Hufflepuff un anno più piccola che spesso le ricordava Georgia ma sapeva essere persino più dolce, sobbalzò e poi la notò, sorridendo subito, «Buongiorno a tutti. Avete visto Lance, Rowan o...»

«Ho visto Gerard di là.» disse Megan, indicando.

«Geoffrey.» la corresse Wayne.

«E anche il francese, Chardonnay.»

«Sheldon. Chardonnay è un vino.» gemette lui.

Helen rise: «Grazie! A dopo!»

«Chardonnay....» ripeté Georgia, incredula, «Un attimo, e voi tre che ci fate qui?»

«Ci mancava venirvi a salutare...» rispose Jack con aria malinconica.

«Ehi, Stephen...» chiamò Megan, e lui si distrasse dallo stirarsi le maniche con la bacchetta.

«Sì?»

«A proposito di Divinazione...»

«E voi cosa ci fate qui? Walter, non dovevi essere in Romania?» domandò Sally-Anne, raggiungendoli.

«Ho ritardato la partenza di mezzora solo per salutarvi.» spiegò lui orgogliosamente.

Lei continuò, ignorandolo: «Quindi siete qui per vedere la fidanzat-»

«Certo che siamo qui per la fidanzata di Michael.» la interruppero i tre in coro.

Georgia ghignò di nuovo, stavolta in un modo che fece arretrare Stephen.

«Ragazzi!» salutò Michael, sbracciandosi, «Qui!»

Tutti si scambiarono uno sguardo, poi Walter, Rent, Jack, Charlotte e Megan partirono di corsa verso di lui, seguiti da Wayne e Sally-Anne che camminavano nel modo più veloce possibile e infine Georgia, che prese un respiro profondo e prese di nuovo i bagagli.

Michael era il suo migliore amico, non aveva ragione di sentirsi messa da parte; anche quando stava con Sandy aveva dimostrato di non avere intenzione di mollarla alla prima fidanzata. Però, se questa era davvero la donna che considerava la sua metà, ed era anche una che non conosceva, avrebbe dovuto per forza farsi da parte...

«Att-» cominciò un ragazzo che aveva urtato, e poi Georgia si ritrovò faccia a faccia con Martin Travers. Due anni prima aveva fatto l'errore di accettare un suo invito a uscire, e quando l'aveva infine rifiutato accorgendosi delle sue idee razziste lui aveva cominciato a trattarla peggio di quanto non facesse coi nati-babbani. L'aveva presa abbastanza in odio da provocarla di continuo, venendo ignorato sempre e a maggior ragione da quando suo padre era comparso sulla Gazzetta del Profeta e lei aveva scoperto che era figlio di un famoso Mangiamorte, ma alle volte provava di nuovo ad avvicinarsi quasi gentilmente come se volesse convincerla a uscire.

«Runcorn.»

«Travers.» salutò a denti stretti.

Lui fece un passo verso di lei, «Tutta sola?»

«Non sono affari tuoi. Lasciami in pace.» disse lei a voce alta e Travers si guardò attorno.

«Tutto bene qui?» domandò una voce profonda.

Georgia si voltò e vide che era Rowan, più alto e abbronzato che mai, con gli occhi azzurrissimi puntati su Travers.

Le era sempre piaciuto Rowan; prima di tutto era discepolo di Michael e gli somigliava tantissimo, poi era sempre gentile con lei e con le donne in generale, nonostante a volte avesse la sensazione che ci fosse un muro a dividerli; inoltre era incredibilmente divertente nonché una delle persone più coraggiose e leali che conoscesse, che non aveva lasciato andare Michael neppure quando l'anno prima era stato lui stesso a scacciare via tutti.

«Ovvio.» disse Travers, con uno strano sorriso, prima di allontanarsi.

«Ciao, Georgia.» la salutò poi Rowan, ancora contrariato.

Perlomeno non mi chiama più Signora Maestra, pensò lei, salutandolo con un cenno stanco.

Lui la guardò sospettoso: «Non ti ha fatto niente, vero?»

A volte le ricordava anche Megan nel suo essere schietto e onesto, non poteva non starle simpatico. Era curiosa di sapere come avrebbe reagito alla notizia del suo maestro fidanzato, ma non volendo rovinare il momento a Michael si limitò a sorridere.

«Niente. Sono solo stanca. Vado.» disse, dirigendosi verso le teste ben visibili dei suoi amici più grandi e infilandosi tra Sally-Anne e Megan.

 

Monica Ladgewolf era una ragazza fisicamente minuta, molto magra e con gli occhi grigi un po' sporgenti. La sua pelle era di un biancore quasi malato e aveva lunghi capelli color ebano belli e curati. Non era brutta, né fastidiosamente carina come Sandy, e probabilmente non erano gli occhi a essere sporgenti ma il viso troppo smagrito per degli occhi grandi e oggettivamente belli come i suoi. Sembrava una bellezza rovinata da qualche tragedia e chissà, forse lo era, e ogni volta che Michael parlava sorrideva istintivamente, mentre quando gli altri le rivolgevano qualche parola si avvicinava appena a lui e arrossiva, rispondendo sempre in modo molto gentile.

«Ci conviene salire sul treno ora. Tra poco partirà.» notò Michael guardando l'orologio, «Ragazzi, vi scrivo presto.»

«È stato un piacere conoscervi, finalmente.» aggiunse Monica con un sorriso, «Spero di rivedervi presto.»

«Anche noi!» esclamò Rent per tutti.

«Prendiamoci uno scompartimento per noi, facciamo smammare qualche deficiente.» propose Michael e Wayne alzò gli occhi al cielo.

«L'ho già sentita questa.»

«Se vuoi restare con loro non c'è problema.» mormorò Monica.

«Al massimo tutti assieme.» disse Georgia, «Potete restare con noi.»

Monica la guardò sorpresa, poi arrossì appena, «Forse...»

«Se non troviamo uno scompartimento per noi vi veniamo a cercare.» decretò Michael, prendendola per mano e trascinandola via. Lei salutò con un gesto della mano a cui tutti risposero.

«A dopo!» disse Sally-Anne acutamente, poi smise di sorridere, «Scarlatta da quattro soldi.»

«SALLY-ANNE!» urlarono tutti, increduli.

«In qualche modo me l'aspettavo.» commentò Stephen, che non si era scordato chi lei fosse.

«Eh.» convenne Wayne.

Sally-Anne poggiò una mano sulla spalla di Georgia e parlò a bassa voce: «La odierò anche per te.»

«Non ce n'è bisogno!» esclamò subito lei, allarmata.

«È brutta.» decretò Megan.

«Meg, non si dice...» tentò Wayne.

«Ma lo è! Perché devo dire che è bella se non mi piace?»

«Non ha tutti i torti.» convenne Rent.

«Io la trovo carina, è delicata.» ribatté Walter.

«Ma non è il tipo di bellezza che attirerebbe Michael.» disse Jack, «Quindi...»

«Quindi fa sul serio.»

«Oh, poveri noi.»

«Michael è stato fregato, alla fine.»

«Santa mucca!» esclamò Stephen, ignorando tutti, «È quasi ora! Correte!»

«Siamo qui da due anni e riusciamo comunque a salire in ritardo? Ma...» e cominciando ad imprecare Megan lo seguì.

Rent, Jack e Walter seguirono il treno e li salutarono, seguendolo mentre questo partiva. Charlotte fu l'ultima a scomparire, quasi in lacrime mentre salutava Jack.

«Poveretta, non la invidio. Senza di noi Hogwarts non vale niente.» disse infine Rent.

«Ci dimenticherà in un paio di mesi.» replicò Jack, realista.

«Spero che Wayne se la cavi.» sospirò Walter, «Beh, i draghi mi aspettano, quindi...»

«Vai, vai. Mi occupo io di tuo fratello.» ghignò Rent.

«Merlino» rise Jack.

 

Il treno era già in viaggio da un'ora quando Michael si mise in testa di parlare con Rowan di Monica. Ovviamente non aveva trovato scompartimenti vuoti così si erano tutti seduti nel vagone comune con tanti sedili divisi in coppie che permettevano ai gruppetti di guardarsi in faccia ma non di avere privacy, e Megan si era seduta davanti a loro trascinando Wayne prima che ci finisse Georgia. C'erano ancora due posti liberi, uno accanto alla coppia e uno accanto a loro, e prima che Michael chiamasse la strega Megan ordinò a Stephen di sedersi accanto a lui e a Sally di prendere posto accanto a lei, permettendo così a Georgia di sedersi nel sedile dal lato opposto al loro, insieme a Susan, Quill, Justin, e ai due posti liberi in attesa del ritorno di Hannah ed Ernie dalla ronda.

Charlotte era andata da Euan e Mary, i compagni del suo anno, abbandonandoli con aria molto affranta.

Quando Michael decise di fare il suo annuncio, quindi, Monica pensò che fosse il momento adatto per andare a cambiarsi, dato che era già abbastanza in imbarazzo così, e lui invece proclamò: «Georgia, per Rowan sei una sorellona, vieni con me!»

«Sorellona?» ripeté Wayne, suonando molto scettico.

«Se passa la signora col carrello prendetemi qualcosa di sostanzioso.» borbottò Georgia.

«Fottuta.» commentò Megan tra sé e sé, «Quando tornate vi racconto cos'è successo ieri.»

«Qualcosa di divertente?» domandò Michael.

«Da morirci

Un po' confuso dalla smorfia di Wayne, Michael uscì dal vagone, seguito dagli sguardi molto curiosi di un gruppo di Gryffindor seduti nei posti più vicini alla porta, si voltò subito verso Georgia con aria ansiosa: «Come ti sembra?»

«Non lo so ancora, Mike. Mi devo fidare del tuo giudizio.»

Lui rispose con l'aria da cane bastonato che la faceva sempre capitolare.

«Ma sembra molto dolce.» aggiunse lei.

«E noi siamo apposto, vero?» le domandò, abbassando la voce e arrossendo leggermente, «Con quello che è successo l'anno scorso...»

«Non avevamo già detto che non è successo nulla? Era uno sfogo, Mike.» ribatté lei con voce acuta per l'imbarazzo, «Anche io ho normali pulsioni umane, capita, ma è finito lì.»

«Sssht, Slytherin.» la zittì lui, guidandola via dalla porta scorrevole prima che lei potesse guardare chi era seduto in quello scompartimento.

Dopo qualche minuto trovarono Rowan, seduto con Helen, Lance, Sheldon, Amelia e un ragazzo di nome Liam che Georgia conosceva poco. Michael, invece, di sicuro aveva confidenza con tutti e spalancò la porta senza complimenti, facendoli sobbalzare.

«Buongiorno!» salutò allegramente e tutti per un momento lo fissarono sbalorditi, forse memori del comportamento che aveva tenuto l'anno scorso con loro. Poi Rowan fu il primo a ricambiare il saluto, raggiante, e gli altri dopo di lui.

«Cosa ti porta qui, maestro?» domandò scherzosamente e Michael ghignò.

«No, seriamente.» si corresse da solo, smettendo di farlo e sorridendo in modo normale, «Rowan, volevo dirti questo prima che lo sentissi da qualcun altro, ma non volevo farlo per lettera  e l'anno scorso ancora nulla era sicuro, così ho preferito aspettare di rivederti faccia a faccia e finalmente di buon umore.»

Tutti si tesero verso di lui, incuriositi.

«Suona melenso, ma era da tanto tempo che non ero così felicemente... felice, che me ne frego! Mi sono innamorato, ho trovato la donna della mia vita, la mia metà, mettetela come volete, fatto sta che per mia enorme fortuna lei ricambia, perciò sono fidanzato e appena finiremo la scuola ci sposeremo!» annunciò con entusiasmo, mostrando loro l'anello.

Rowan spalancò la bocca.

Caitlin, la ragazza dai capelli rossi che Georgia aveva sempre visto litigare con Rowan, era arrivata proprio alle sue ultime parole e guardò prima l'uno e poi l'altro: «Era ora che tu e Rowan vi dichiaraste!»

«Oi!» protestò il compagno, ancora troppo scioccato per mettere su una vera risposta.

Helen squittì: «Georgia?» e lei sentì un tuffo al cuore: «No, sono qui in qualità di migliore amica.»

«Già, questo confonde le cose. No, lei si chiama Monica ed è un anno più piccola di me. Beh, ora che sono bocciato del mio stesso anno.» spiegò lui, divertito.

«Oh, certo... Congratulazioni!» esclamò la ragazza, e i due si scambiarono un abbraccio.

Georgia incontrò per un istante lo sguardo di Rowan, che aveva la fronte aggrottata e quasi boccheggiava ancora, e poi lui stirò il viso in un sorriso beato: «Così si fa!»

«Allora si sposa davvero?» domandò Caitlin, incredula.

«A fine scuola.» ripete Michael, dando il cinque a Rowan che ghignava.

«Ah, l'amour! È sgiusto così, due anime sgemelle che si incontrono, porché aspottare?» convenne Sheldon con entusiasmo, ricevendo occhiate sconcertate dagli altri.

«Non avere bambini. I bambini fanno la cacca e poi devi pulire.» decretò Amelia.

«Giusto! I bombini! Una familiola felisce!»

«Sheldon, mi sta spaventano.» comunicò Rowan.

«È un po' presto per i bambini.» convenne Michael, sghignazzando e stringendo la mano a Lance, che era chiuso in un cupo silenzio, e poi baciando le guance di Caitlin e Amelia.

«Come sai che è vero amore?» domandò Liam, interessato.

Michael si strinse nelle spalle: «È la prima persona da cui voglio andare per sentirmi bene e poi se provo a pensare che passerò il resto della mia vita con lei non ho paura, anzi, non riesco ad aspettare. Certo, io sono cresciuto in una famiglia di purosangue e qualche valore come quello del matrimonio è rimasto, quindi non è una gran cosa, ma il fatto che senta che lei è quella giusta senza che la cosa mi spaventi, per come sono io...»

«Vero.» concordò lui.

«Rowan, sarei ovviamente onorato se tu fossi il mio testimone insieme alla mia Georgie. Sei il mio fratellino e uno dei miei migliori amici e vorrei averti lì.» disse infine Michael, facendosi serio e portandosi una mano al petto.

Rowan lo guardò ancora più sbalordito, poi sorrise, toccato, «Sono io quello onorato.»

«Bene. La mia fidanzata è un pochino timida ma ve la presenterò prestissimo, ora vado a cercarla, si stava cambiando.» riprese in tono di normale conversazione.

«Ci vediamo all'altare.» scherzò Georgia, ironica, e si sentì quasi a disagio all'occhiata di Rowan, che aveva appena realizzato che anche lei era appunto una testimone.

«A dopo!» salutò Michael, allegro.

Quando chiusero lo scompartimento subito il discorso cadde su Michael e su quanto alcuni di loro lo trovassero affrettato mentre gli altri lo capivano benissimo. Rowan e Lance non vi presero parte per motivi diversi, e il primo cominciò a guardare il paesaggio fuori dal finestrino con aria contrariata, tanto che neppure Caitlin lo stuzzicò.

 

«CHE COSA?» quest'urlo e diverse variazioni sullo stesso tema si accavallarono mentre tutti gli Hufflepuff che conoscevano Megan, compresi quelli un anno più piccoli e anche Charlotte e i suoi due amici, erano rannicchiati a terra o poggiati sui sedili mentre lei raccontava l'avventura del giorno prima.

Era l'ultima ora di viaggio quando lei aveva cominciato a raccontare e nessuno sembrava intenzionato a prepararsi a scendere.

«Ve lo ricordate Rent? Ecco, più grosso! E più alto! E aveva anche una cicatrice da qui a qui e i capelli grigi e i denti strani. Ed era fortissimo, mi ha sollevata con un braccio solo e mi ha lanciata via!»

«Ti ha lanciata via?» ripeté Michael, pallido.

«Come una bambola!»

«E non ti sei fatta male?» domandò Helen, tremando come una foglia. Rowan le diede qualche pacca sulla schiena, ma anche lui non era molto più tranquillo.

«Certo! Alla gamba! E poi mi ha dato un calcio quando ero a terra, dritto in faccia, e mi ha sfasciata da qui a qui, naso, labbra, anche un po' qui sulla guancia, e poi mi ha di nuovo tirata su e mi ha detto che l'avevo fatto eccitare o qualcosa del genere quando ho cercato di fargli male.» spiegò in tono cospiratorio.

«Ma eccitato proprio nel senso...» tentò Stephen, disgustato.

«Sì, sì! Voleva farmi male in ogni senso!» confermò lei con lo stesso tono deciso e serio di un bambino di tre anni che voleva raccontare di come aveva battuto il padre a braccio di ferro, «E io ho pensato “no, adesso muoio, non ho più niente da perdere”. E allora gli ho chiesto se anche sua madre si eccitava facilmente, perchè era un figlio di puttana.»

Quill rantolò qualcosa mentre c'era chi si copriva il viso con le mani e chi la guardava come se non l'avesse mai vista.

«Questa parte l'avevi saltata...» sussurrò Wayne con gli occhi spalancati, atterrito come non mai, «COSA DIAVOLO C'È DI SBAGLIATO IN TE!»

«POTEVA... Poteva...» cominciò Georgia, incapace di sgridarla per lo shock.

«Non era il momento! NON ERA IL MOMENTO PER ESSERE MEGAN!» ululò anche Michael. Monica, accanto a lui, stava scomparendo dentro il sedile.

«Sei fantastica.» decretò Rowan, «Pazza come un nargillo, ma fantastica.»

«Non complimentarti!» abbaiò Caitlin.

«Cos'è un nargillo?» domandò Mary, l'amica di Charlotte che era nascosta dietro la ragazzina.

«Una creatura... boh, c'era nel Quibbler.» rispose lui.

«Comunque poi gli ho quasi cavato un occhio.» continuò Megan tranquillamente, mimando il gesto con Stephen che quasi si buttò a terra di riflesso, «E gli ho dato una ginocchiata nelle palle, che magari gli passava la voglia. Solo che penso di averlo eccitato pure di più. E poi ho corso come una pazza.»

Michael si voltò per un secondo alla sua destra con un principio di sorriso divertito, pronto a far notare a Cedric la pazzia della sua protetta, e poi si ricordò che Cedric era morto e fece una smorfia, affondando il viso nei capelli di Monica e ascoltando a occhi chiusi.

«Era pieno di gente strana che aveva paura di lui, così mi sono infilata in uno spazietto fra due case e ho continuato a correre tra i muri, praticamente dietro i negozi che si affacciano su Diagon Alley. Alla fine mi sono dovuta fermare e ho preso la bacchetta, ma avevo il naso rotto e gli incantesimi non funzionavano. E ne è spuntato lui da una casa.»

«Da una casa?» ripeté Stephen, allarmatissimo, «È tranquillamente entrato nella casa non sua?»

«Sfido a fermare un tizio del genere.» borbottò Caitlin.

«Infatti.» convenne con lei Megan, «E lui ha iniziato a dire cose strane sul cedermi o meno al tizio che lo aveva morso per primo o se tenermi con sé... E io ero spacciata, no? E poi invece ne sbuca Goldstein che mi tira dentro un negozio e caccia via il tizio con la magia!»

«EH?» fecero tutti.

«Chi è Goldstein?» domandò subito Rowan.

«Ravenclaw del nostro anno.» rispose Georgia, «Ma cosa c'entra lui?»

«Sì, infatti!» esclamò Sally-Anne, indignata.

«Ero nel retro.» rispose direttamente Anthony, arrivando dall'altro vagone insieme a Terry Boot e Kevin Entwhistle, «Ho sentito le urla e mi sono affacciato. Ho capito cosa stava succedendo e l'ho tirata dentro. Poi sono andato a chiamare aiuto. Buona sera a tutti, ad ogni modo. Sally-Anne.» aggiunse con un cenno della testa.

«Sono Perks per te.» sibilò lei.

«E io sono Wayne per te.» disse Wayne, raggiungendolo e stringendogli la mano, «Grazie per averla salvata.»

«Il famoso Wayne.» disse lui con un sorriso, «Molto piacere, finalmente.»

Tutti gli amici di Megan si presentarono e lo ringraziarono; Sally-Anne invece fece solo un altero cenno della testa e incrociò le braccia. Terry arrossì nel trovarsi accanto a lei e lei abbozzò un sorriso.

«Passata una buona estate?»

«Sì, grazie, spero anche tu.»

Anthony li tenne d'occhio per un secondo, assicurandosi che lei non lo maltrattasse, e poi ricordò a tutti che stavano per scendere e conveniva che prendessero le valigie.

«Ho sentito che sei imbattibile a scacchi, mi farebbe piacere sfidarti.» disse poi a Wayne, appoggiandosi alla parete.

«Non so quanto io possa essere considerato imbattibile, viste le persone con cui gioco…» e guardò Stephen, che finse di lanciargli un'occhiataccia, «Ma certo, quando vuoi.»

«Non fraternizzate troppo, quello là non è cordiale come sembra.» sbottò Sally-Anne, tirando le proprie valigie, come sempre molto grandi e troppo pesanti.

«Sono cordiale solo con chi credo che lo meriti.» replicò Goldstein con un sorriso sicuro.

«Dall'alto del tuo piedistallo?» domandò lei, contrariata.

«Dall'alto del fatto che non mi fermo solo al bel faccino altrui, come ti ho già detto.»

«Anthony!» esclamarono Kevin e Terry, il primo entusiasta nel vederlo comportarsi in modo diverso dal solito e il secondo scioccato per lo stesso motivo.

«Meglio, non avrei voluto avere uno come te ai miei piedi, non sei degno neanche di strisciarmi dietro, tu e le tue arie da pavone spennato.» ringhiò Sally-Anne, aprendo con violenza la porta scorrevole e rischiando di incastrarlo. Terry arrossì di nuovo, pensando che lui in effetti le era strisciato dietro, e Anthony se ne accorse, poggiando una mano sulla porta che ora era contro il muro e chinando appena il viso per parlare con lei occhi negli occhi.

«Io invece credo che ti piacerebbe parecchio avermi ai tuoi piedi, ma non accadrà mai.» rispose serenamente, «Perché sarai anche una ragazza, ma sei più insidiosa e pericolosa di uno schiopodo sparacoda, e io non voglio scottarmi.» aggiunse con una punta di divertimento, facendole cenno di poter passare per prima.

«Te lo dico io dove ti puoi far bruciare da uno schiopodo!» sbottò lei, lasciando cadere le valigie e cercando le bacchette. Anthony corse indietro ridendo e quando la strega sollevò la bacchetta vide che si era già allontanato troppo e digrignò i denti cercando di ingoiare la rabbia, afferrando poi le valigie e attraversando la porta: «Stronzo!»

«Questo è uno dei più bei momenti della mia vita.» dichiarò Michael, che era rimasto addirittura seduto per lo shock.

«Non sci posso credere...» mormorò Sheldon, basito.

«Ha detto “stronzo”, vero? L'ha detto!» stava dicendo Megan a ripetizione.

«Ma si son visti quando? Una volta? Neanche con Walter era arrivata a quel livello!» esclamò Georgia, esterrefatta.

«Noi torniamo a... oh, vabbé.» commentò Kevin, stringendosi nelle spalle e tirando via Terry che stava ancora indicando i punti da cui erano usciti senza riuscire però a esprimersi.

«Quanto mi mancava Hogwarts...» sospirò Hannah e tutti risero.

 

Scesi dal treno Georgia si affiancò a Megan, tentando di sfuggire a Michael, e sbadigliò.

«Che fame... Ehi, alla fine eri andata a conoscere i tuoi suoceri, tu?»

«Li ho visti entrambi, non te l'ho detto?» ridacchiò lei.

«Perché quella faccia? È successo qualcosa di divertente quando eri a casa di Wayne?»

Wayne la sentì e si voltò a guardarle con espressione stranamente inorridita: «Non è successo niente! Muovetevi, ci sono le carrozze!»

Georgia lo guardò trascinare via Megan e scambiò un'occhiata sgomenta con Susan e Hannah, mentre Sally-Anne le aspettava avanti a braccia incrociate e con aria battagliera.

«Chissà perché, ma ho l'impressione che si stia divertendo.» commentò Stephen, «Perché Wayne corre?»

«Ho solo chiesto se è successo qualcosa quando Megan è andata a casa sua.» spiegò Georgia, «Ne sai niente?»

Stephen la guardò inespressivo.

 

«Di nuovo Gloria Rainor?» domandò Wayne, sedendosi a tavola per mangiare il sandwich mentre le note di “I will survive” echeggiavano per la casa.

«Cambio!» disse la madre, andando allo stereo.

«Tua madre fa i sandwich buonissimi...» constatò Michael, rubandone uno di mano a Stephen che gli lanciò un'occhiataccia e prese posto accanto a Megan.

«Barry White.» notò Walter, ascoltando la musica; lui e Michael erano rimasti in piedi davanti al piano cottura, accanto alla porta che dava all'esterno e si era messo a frugare in cerca di salse.

«Allora è di buon umore.» disse Wayne.

«Meglio così, vuol dire che mia suocera mi approva.» commentò Megan.

«Scherzi, cara? Ho sempre voluto avere un'altra donna per casa!» esclamò lei, danzando mentre andava a prendere la ciotola per il cane che aveva comprato qualche mese prima.

«Allora dovrà aspettare che se ne trovi una il nostro Walter.» sghignazzò Michael, prima che Megan lo colpisse con una violenta gomitata.

«Mamma... sembriamo a un concerto dal vivo.» si lamentò Walter, «Abbassa il volume!»

«Scusa, è che mi piace tantissimo questa canzone!»

«Ma chi sono?» domandò Michael.

«Cantanti babbani, mamma ne va pazza.» spiegò Wayne.

«Senza motivo apparente.» grugnì il fratello.

Sua madre rise mentre andava al salotto, «Non dire così, se non fosse per questa canzone non saresti neanche nato! L'ascoltavamo proprio quella sera, così romantica...»

La comprensione ci mise due secondi a filtrare nel cervello di Walter, che stava chiedendo un «Cos...» e poi si strozzò.

Wayne sputò il succo di zucca sul tavolo e si portò una mano alla bocca, prima di voltarsi bruscamente verso la porta e gracidare uno stridulo: «MAMMA!»

Megan cominciò a ridere accanto a lui mentre Stephen guardava la porta a occhi spalancati e Michael si mordeva le labbra per non ridere, anche se gli angoli puntavano inevitabilmente all'insù.

«Sei ancora sorpreso che abbia probabili danni mentali e tanti problemi nelle relazioni?» domandò gravemente Walter a quest'ultimo, che scosse la testa.

«No, non più. Vostra madre è fantastica, però! Voglio dire, già è una sexy-mamma single, se poi dice certe co...» si bloccò, notando le occhiate omicide dei due Hopkins, e si voltò verso la porta che dava all'esterno: «Sì?» esclamò, fingendo che lo avessero chiamato e uscendo di fretta.

Wayne sbatté la fronte contro il tavolo, ancora coprendosi la faccia con le mani.

«Fa sempre un sacco ridere.» commentò Megan, dandogli una pacca sulle spalle.

«Non toccarmi. Non farlo.» mormorò lui, distrutto.

«Non può averlo detto.» decretò Walter, «Questo non è successo. Lei non l'ha mai fatto.»

«Ne ha solo parlato, non è come se l'aveste beccata.» minimizzò Stephen con voce neutra; poi continuò: «Con vostro padre... Di giorno...»

Wayne sollevò lentamente la testa e si voltò a guardarlo, mentre gli altri facevano lo stesso; Stephen continuò a fissare dritto davanti a sé con espressione sempre più contratta, «Ho bisogno di bere!»

Megan lo guardò fuggire via e poi commentò debolmente: «Questo spiega un sacco di cose.»

«Oh Merlino!» gemette Walter ancora, scappando poi fuori.

Wayne sbatté di nuovo la testa contro il tavolo.

 

«No.» rispose Stephen, mentre la risata sguaiata di Michael faceva voltare più di una persona.

 

«È pieno di sangue!» constatò Georgia a bocca aperta, e subito tutti si voltarono a seguire il suo sguardo. Potter si stava velocemente sedendo accanto ai suoi amici e Michael, Rowan e Megan si alzarono in piedi, come altri, per cercare di vederlo. «Giù, giù!» sussurrò Georgia.

«Che gli sarà successo?» mormorò Ernie.

«Deve aver incontrato qualche Mangiamorte!» esclamò Michael.

«O forse qualche strana creatura...» azzardò Quill, rabbrividendo.

«È sempre così eroico...» sospirò Hannah.

Wayne notò Malfoy mimare un pugno e tutta la tavolata Slytherin a festa, ma preferì tacere.

«Uno scontro fisico? Fico.» commentò prevedibilmente Megan, tastandosi poi però l'addome.

«Ti fa male?» le domandò subito. Lei scosse la testa.

«È solo il ricordo.»

Mangiarono in fretta, affamati dopo il viaggio, e quando Dumbledore si alzò calò il silenzio.

«Auguro la miglior serata a tutti voi!» disse, allargando le braccia.

«Ommioddio la mano!» disse Stephen con voce stridula, «Cos'ha? È nera! È contagiosa?»

«Oh no.» mormorò Helen, accanto a lui.

«Moriremo tutti.» sussurrò Quill e Michael sentendolo si prese la testa tra le mani.

«Spero stia bene.» borbottò Georgia, lanciandogli un'occhiata e poi guardando per un momento Monica che stava seduta accanto a lui; non si era persa le occhiate sconvolte di Sandy, Cho e delle altre ragazze in sala quando la Ravenclaw si era unita a loro.

Il preside fece subito capire loro che non era il caso di preoccuparsi e proseguì col suo discorso.

Megan lo ascoltò soltanto a metà, pensando a quello che le era successo la sera prima. Guardò Goldstein al tavolo Ravenclaw, che seguiva attentamente con accanto a lui Kevin che si dondolava sulla sedia, e poi tornò a fissare il preside.

«Siamo lieti di dare il benvenuto ad un nuovo membro del personale insegnante per quest’anno, il Professor Slughorn.»

Si alzò un ometto grasso e pelato, e si scambiarono tutti un'occhiata.

«Che è un mio vecchio collega e che ha accettato di riassumere il suo vecchio posto di Professore di Pozioni.»

«Pozioni?» ripeté Megan, sbalordita.

«Pozioni?» ripeterono anche altri.

Wayne sbuffò; lui aveva smesso di seguire da quando aveva deciso di fare il giornalista.

«E Snape?» domandò Megan preoccupata.

«No.» mormorò Michael, «No, non può essere...»

«Il Professo Snape, invece, prenderà la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure.»

«No!»

L'urlo di orrore e dolore di Harry Potter fece voltare anche Wayne, mentre partivano gli applausi dal tavolo Slytherin.

«Sto per piangere.» disse Michael, annichilito.

«Avevamo deciso di seguire tutti, vero?» domandò debolmente Hannah, «Difesa. Può servire.»

Megan sorrideva e applaudì, insieme agli Slytherin e qualche riluttante Ravenclaw; Sally-Anne poteva vedere Kevin che si lamentava stava probabilmente tirando giù la buon'anima dei maghi defunti dal cielo, e capiva il suo stato d'animo.

«Ma la maledizione sulla cattedra?» si domandò Quill.

«Incrociando le dita magari schiatta anche lui.» commentò Rowan.

Megan tirò un frutto contro il tavolo con tanta forza e precisione che questo andò in pezzi esattamente davanti alla sua faccia. Rowan si voltò molto lentamente a guardarla, insieme a un gruppetto di Hufflepuff del quarto.

«Megan Jones è tornata!» disse qualcuno, non abbastanza a bassa voce.

«Scusa.» Rowan decise saggiamente di dire dopo un'occhiata di Michael. I suoi amici erano visibilmente indecisi se ridere o prenderne le distanze.

Dumbledore attese pochi secondi per assicurarsi che il silenzio fosse completo prima di continuare.

«Ora, come tutti in questa Sala sanno, Lord Voldemort e i suoi seguaci sono ancora una volta in libertà e stanno riacquistando potere.»

Quill abbassò lo sguardo. I suoi genitori non erano Mangiamorte forse, ma erano invischiati fino al collo nei loro traffici e nella corruzione del Ministero.

«Non potrò mai sottolineare con sufficiente forza quanto sia pericolosa l’attuale situazione, e quanta attenzione ognuno di noi debba porre per assicurarsi di rimanere al sicuro dentro Hogwarts. Le difese magiche del castello sono state rafforzate durante l’estate, e ora siamo protetti in nuovi e più potenti modi, ma dobbiamo ancora guardarci scrupolosamente dalla negligenza da parte di qualsiasi studente o membro del corpo insegnate. Vi esorto, quindi, ad attenervi ad ogni restrizione che i vostri insegnanti vi imporranno per la vostra sicurezza, per quanto seccante possiate trovarla… in particolare la regola di rimanere a letto oltre l’orario del silenzio.»

La faccia di Michael disse tutto ciò che pensava su questo, poi scambiò un'occhiata complice con Monica, che arrossì. Sally-Anne tornò a guardare il tavolo Ravenclaw cercando la Fawcett, e la vide spalancare la bocca e voltarsi verso Cho Chang. Poi incontrò lo sguardo di Goldstein, che le rivolse un sorriso che era più un ghigno beffardo, e voltò di scatto la testa.

«Vi prego vivamente, qualsiasi cosa strana o sospetta possiate notare dentro o fuori del castello, di riferirla

immediatamente ad un insegnante. Confido che vi comportiate, costantemente, con il massimo riguardo per la vostra ed altrui sicurezza... Ma ora i vostri letti vi attendono, caldi e confortevoli proprio come voi li desiderate, e so che la vostra principale necessità è di riposarvi bene prima delle lezioni di domani. Permettetemi quindi di augurarvi la buonanotte. Andate, andate!»

«Buonanotte.» borbottarono alcuni di loro.

Ci fu il solito baccano mentre gli studenti liberavano la Sala Grande, e arrivati al punto in cui Ravenclaw e Hufflepuff dovevano dividersi, Michael si fermò a baciare Monica e Georgia e Sandy Fawcett si scambiarono un'occhiata, la prima rassegnata e tentando di sembrare indifferente e la seconda come a chiedere spiegazioni prima di alzare gli occhi al cielo e sfrecciare via con Cho.

«Spero che la nostra camera sia un po' più grande di quella dell'anno scorso, non voglio ritrovarmi stretto perché qualcuno si è fatto bocciare...» brontolò Zacharias Smith.

«Ci devi solo dormire, Smith, non è che tu debba portarci qualche ragazza, e non mi sembra che tu abbia un baule in più degli altri solo per i vestiti, a giudicare da come ti conci, quindi tappati la bocca.» ribatté Megan.

Zacharias le lanciò un'occhiataccia, «Ti fai difendere dalla tua ragazza, Wayne?»

«Perché no? La cavalleria è a Gryffindor, e in ogni caso se tentassi di fermarla picchierebbe anche me. Mi basterà trarre soddisfazione dal modo in cui ti ridurrà senza neanche usare la bacchetta, considerato che tu non sei in grado di difenderti né con quella né senza. E per il futuro, gradirei che tu ti rivolgessi a me quando hai intenzione di lamentarti su situazioni che mi riguardano in prima persona in modo da darmi tempo di rispondere, altrimenti temo che dovrò essere io quello a difendermi, e Megan di certo non mi proverebbe a fermarmi come io invece farei con lei ma si unirebbe al pestaggio. Grazie.»

Zacharias parve restare senza parole per qualche secondo, poi accelerò il passo.

Megan diede il cinque a Wayne, poi i due ripresero a camminare a braccetto.

«Il fatto che ora siano una coppia rende tutto più inquietante.» constatò Stephen allegramente.

«Sono perfetti per stare assieme...» sospirò Susan.

«Neville! Ciao Neville!» si sbracciò Hannah, andando quasi a sbattere addosso a Justin ed Ernie, che la guardarono increduli, «Beh? Non lo vedo da mesi!»

«Ciao, Charlotte!» salutò anche Georgia, e la sorella le rivolse mezzo saluto prima di tornare a parlare con gli amici, «Ah beh...»

«Georgia!» salutò una voce familiare.

«Dorian! Ciao!»

Dorian si avvicinò raggiante, «Ehi, ho sentito che abbiamo davvero guadagnato anche Michael Stebbins in dormitorio...»

«Non so se è un guadagno, visto che avete perso Wayne.» commentò Sally-Anne, tirando dritta; Dorian rise.

«Sompre moravigliosa anche quando si limita a passore.» borbottò Sheldon.

«Non so neanche se lo vedrete, sarà di continuo con la fidanzata.» disse poi Georgia, lanciando un'occhiata indietro.

«Ci perde lui. No, in realtà no, quando comincio a parlare non smetto più.» ammise Dorian.

«Ehi!» li salutò anche Cindy, la ragazza che Georgia aveva conosciuto alla fine dell'anno scorso e che si era confidata con loro riguardo alla sua vita sentimentale. Si era creato uno strano legame di sorellanza tra tutte loro, grazie a questo, e lei fu lieta di rivederla; «Dorian, non sapevo la conoscessi! No, scherzo, non fa che parlare di te.»

«Grazie, Cin.» disse Dorian, arrossendo.

Georgia rise e Rowan, di passaggio, le lanciò un'occhiata perplessa, seguito da Sally-Anne che si era fermata ad aspettarle all'entrata del dormitorio femminile.

«Ehi, coso, tu, James.» lo chiamò, e Rowan si avvicinò senza neanche avere la voglia di prendersela, «Ma a te piace Monica?»

«È la fidanzata di Michael, ovvio che sì.» rispose lui.

Lei lo scrutò dall'alto in basso, quindi annuì tra sé. «Non ti piace per niente. Bene. Ti conosco ormai, quindi sappi che se ti metterai in mezzo quando discuterò con lei non avrò pietà.»

«Sally?» disse Susan nel tono che sottintendeva “non voglio sapere di che parli ma già lo so”.

«Sai... credo che il Maestro possa difendere la sua fidanzata da solo, dopotutto.» commentò Rowan a bassa voce, lanciando un'occhiata indietro.

«Bene, ci conto. Megan, sbrigati! Hai tempo per baciare il tuo schiavo, muoviti!»

Megan sospirò, «Vado, vorrà mettere a punto qualche piano per uccidere Anthony prima di addormentarsi.»

«Probabile. Prevedo che sarà divertente, quest'anno.» commentò Wayne.

«Ehi, Megan.» chiamò anche Stephen, e lei si voltò a guardarlo, «Credo che ora sappiamo che il lupo di Divinazione non era così metaforico. Era questo che mi volevi dire alla Stazione, vero?»

Lei rabbrividì, «Continuerai?»

«No. Sono sicuro che fosse soltanto una coincidenza, Divinazione è già penosa di per sé e dovrò seguire fin troppi corsi rispetto a quelli che volevo, per entrare in Magisprudenza: Storia della Magia, Antiche Rune, Aritmanzia, Difesa e far parte di almeno un club.»

«Se vieni in quello di Pozioni ti do una mano io, tanto non ho bisogno di seguire la materia ma il club lo frequenterò comunque.» fece spallucce lei, «Non vivrei tutto l'anno senza calderoni.»

«Ma il M.A.G.O. lo puoi prendere comunque?»

«Posso provare. Del resto c'è chi li prende dopo aver frequentato studiando da privatista e andando al Ministero, figurati se non posso senza frequentare, è solo molto difficile, ma mi applicherò al settimo anno e intanto studierò di mio per andare avanti col programma. La Sprout mi ha detto che posso perché Pozioni è il mio destino o qualcosa del genere...»

«Ma non volevi fare...» cominciò Wayne.

«Sì, infatti, ma ciò non toglie che nessuno è migliore di me in Pozioni e che mi piace imparare, quindi il club è mio.»

«Alla faccia della modestia.» commentò Michael di passaggio, arruffandole i capelli. Lei diede un calcio indietro.

«Allora ci vedremo al club.» salutò Stephen, sprofondando in una poltrona.

«Ci conto. Buonanotte!» salutò Megan e tutta la sala comune rispose.

 

«Come hai fatto a convincere Stebbins a uscire con te?» domandò Marietta, sconvolta.

«Non ti devo spiegazioni.» disse Monica, tirando le coperte.

«Ma era il fidanzato di Sandy!» protestò Cho, «Non si ruba il ragazzo alle amiche!»

«Amiche?» ripeterono sia lei che Sandy.

«Beh, compagne di stanza...»

«Mi dispiace se questo ti mette a disagio...» cominciò Monica.

«Non sono a disagio!» la interruppe immediatamente Sandy, «Sono solo sorpresa!»

«Eravamo così convinte che le piacesse quella Runcorn...» disse Marietta, lasciandosi cadere sul letto.

«Sono solo amici.» tagliò corto Monica, «È innamorato di me, ed io di lui. E ci sposeremo alla fine della scuola.»

«COSA

La loro quinta compagna di stanza, Eddie, quasi cadde dal letto: «Una cosa da Purosangue anche questa, lasciatemi indovinare.»

«Qualcosa del genere.» confermò Sandy con un filo di voce.

 

«Cos'era quello?» domandò Kevin a voce ben alta, puntando la candela contro il viso di Anthony.

«Se non vuoi bruciarmi con la cera, mettila dritta.» ordinò l'amico, «Quello cosa?»

«Quel modo di fare da disgraziato con la mia ex?» suggerì Terry.

«Chi? Cosa? Come?» domandò Michael Corner subito. Terry gli sorrise raggiante.

«Quando?» domandò Burt Chambers, che stava sistemando la scopa con cura maniacale.

«Perché?» aggiunse Kevin sghignazzando.

«Senti, Sally-Anne ti ha illuso e ti ha mollato, non mi piace. Fine del discorso.» spiegò lui rivolgendosi a Terry.

«Ma santo cracker di Merlino, tu sei sempre stato quello che alle ragazze apriva la porta e si chinava al loro passaggio, simpatiche o antipatiche non sei mai stato così inviperito!» sbottò Kevin, saltando poi in piedi sopra il letto raggiungere il suo baule e prendere il suo pigiama color porpora.

«Saresti più credibile se non inventassi esclamazioni.» fece presente Terry, «E poi ti ho detto di fregartene, io sono andato oltre! Che ti piaccia o no, quello era un attacco in piena regola!»

«L'ha attaccata? Dov'ero io?» domandò subito Burt, «Sai attaccare le donne?»

«Le ho solo fatto presente che non striscerò ai suoi piedi come tutti!» esclamò Anthony, esasperato.

«A me Perks sembra in certa di attenzione e affetto. A guardarla.» commentò Kevin, che si stava spogliando e lanciava gli abiti in giro.

Lo ignorarono.

«Cerca di contenerti, magari.»

«Terry, ti giuro che ci sto provando! È solo che quando la vedo mi va il sangue alla testa! È... così piena di sé e presuntuosa, perfida...»

 

«… Arrogante, presuntuoso, maleducato stronzo!» terminò Sally-Anne.

Megan era per terra e rideva, mentre le altre ascoltavano con aria grave e cercando di non seguire il suo esempio.

«Io ho sonno...» mormorò Susan.

«Non c'è altra parola per definirlo! E quel sorrisetto? L'avrei preso a schiaffi! Ma già dall'anno scorso! Se n'è uscito col “ti salvo io, oh oh!” ed io già pensavo “beh, avrò avuto una prima impressione sbagliata!” e poi comincia a lanciare frecciate perché ho offeso quella zoccola della Chang...»

«Cho non è...» cominciò Georgia.

«E loro sono amici! Capito? Ma chi se ne sbatte! Io ai suoi amici ci sputo sopra se mi gira, non sono fatti suoi!»

«Ma se lui attaccasse noi anche tu...» tentò Hannah.

«Lo odio! Non ho mai odiato tanto nessuno, proprio a pelle! Mi libererò mai di queste persone così irritanti e disgustose? Io lo distruggo! Schiopodo a me?»

«E dire che sembri tanto un unicorno...» sghignazzò Megan, prima di scoppiare di nuovo a ridere silenziosamente con le lacrime giù per le guance.

«Certo! Perché sono elegante, rara, splendida, di classe! È ovvio che io sia un fottuto unicorno! STRONZO!»

 

… quindi come vedi già il viaggio di andata è stato interessante. Spero di non incontrare nessun lupo mannaro, a parte quel famoso Lupin di cui Megan parla tanto, e di non litigare con nessuno come Sally-Anne e Anthony, perché io l'avrei buttato giù dal treno e avrei guardato le ruote maciullarlo.

Devo andare, è tardissimo!

Ti scriverò una lettera anche domani, se capita qualcosa!

Salutami Rent anche se non lo merita.

Baci, Charlotte.

P.S. Io e i miei compagni stiamo già discutendo su cosa tentare quest'anno, visto che dicono che ormai Harry Potter fa tutto e gli altri più piccoli non mantengono alto l'onore della casa. Io ho proposto di andare nella Foresta Proibita, anche se il preside ha fatto tutto quel discorso sullo stare al castello e non uscire la notte... Pazienza! Siamo Gryffindor, no?

Oppure potremmo sgattaiolare a Hogsmeade se troviamo qualche passaggio, ho sentito i fratelli Creveey parlarne ma non sono riuscita a origliare bene, tu che dici?

 

«Maciullarlo.» ripeté Rent lentamente dalle spalle di Jack.

«La Foresta Proibita? LA FORESTA PROIBITA?»

«Sì, leggi le righe prima, c'è scritto “le ruote maciullarlo” qui...»

«Meno male che le ho detto di scrivermi ogni giorno o mi sarebbe arrivata direttamente la lettera dal San Mungo il mese prossimo! Spostati, prendo subito la piuma!»

«Maciullarlo! Quella ragazzina è pazza!»

Jack si strinse nelle spalle, «È una bambina. Ricordi Megan?»

«Una bambina?» ripeté Rent perplesso, «Beh, forse è meglio se la vedi così, altrimenti poi ti ci faresti fin troppi pensieri visto con quanta ansia aspettavi la lettera in questi giorni...»

«Dovrei chiederle di liberarmi di te.» sibilò Jack, «Almeno sarei sicuro di non averti più qui a dire scemenze.»

«Quanto ti annoieresti...» ghignò Rent. Poi guardò la pergamena con aria preoccupata: «Però non dirglielo, ok?»

 

 

 

 

E questo è quanto per il pre-Hogwarts.

Qualche precisazione: il lupo mannaro non era Greyback ma solo uno del suo branco; Megan dice un sacco di parolacce, sempre, ma la maggior parte delle volte le censuro perché non voglio “infastidire” nessuno. In questo caso, però, credo che avesse tutto il diritto di sbottare e insultare come le veniva.

 

   
 
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