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Autore: whatashame    15/05/2011    10 recensioni
Cosa siete disposti a fare per la carriera? Tanto? Molto? Troppo?
Riformulate la domanda ad Hermione Jean Granger: lei vi risponderebbe “TUTTO”!!!
E se per quella terza pagina fosse costretta a sopportare un vecchio nemico? Poco male, sarebbe pronta a vedersela una seconda volta persino con Voldemort...figuriamoci con lui!!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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neville 2





Auror, il tuo wizard azzurro.

Come conquistarlo in cinque facili mosse


capitolo 7



Neville Fred Paciock

L'Auror impacciato








-Allora? Cosa dicevi tesorino?-.

Odiava quando sua madre lo chiamava in quel modo, lo faceva sentire un poppante.


-Niente, mà.- rispose secco.

Ed era vero. Lui non diceva nulla, e la sua augusta genitrice cercava di estorcergli le parole con la forza.


-Insomma chi è?- esplose la signora Malfoy, non riuscendo più a contenere la propria curiosità. Narcissa Cassiopea Black era, ad un'occhiata superficiale, una strega di classe, dal portamento affettatamente aristocratico e dai modi sofisticati e austeri, cinica e fredda, ma in fondo era una madre amorevole ed una donna sfacciatamente pettegola come una qualunque villica babbana di uomini(?!?)&sceme.


-Chi è chi?- Chiese Draco sfoggiando un'arietta di finta e stupefatta perplessità, posticcia come il parrucchino di Gilderoy Allock.


-Ma come chi!?!?- Sbottò la donna esasperata, sbattendo le mani sul tavolo molto poco elegantemente. -Lei, la tua nuova ragazza!-.


-Mmmm...- fu l'unico commento di cui la degnò, mentre si allungava verso il bricco del tè.


Sua madre si accasciò sul prezioso tavolino della veranda con il viso cesellato fra le mani, in un più che teatrale tentativo di commuovere il figlio.


Il rampollo dei Malfoy scoccò un'occhiata scettica alla bionda matrona (180kg di peso per 120 cm di altezza) e alzò un sopracciglio. Quella donna era un po' troppo teatrale in privato...

Alla presenza di un estraneo sfoggiava il repertorio consumato “fiera e altezzosa nobildonna purosangue”, snob e raffinata, ma col suo unico figlio, col suo “tesorino” -una volta davanti a Blaise lo aveva chiamato addirittura “cocchino”- invece sembrava regredire al livello culturale di un lattante capriccioso o a quello delle gemelle Patil ai gloriosi tempi di Hogwarts.


Meno male che Narcissa amava troppo il bel mondo e lo sfarzo dei party per lasciarsi andare troppo spesso a quell'intimità molesta...


-Non ho una fidanzata!- si degnò di comunicarle alla fine, curandosi di sembrare oltraggiato anche solo a nominare quella tetra prospettiva. -Te l'ho già detto. Tre volte.-.


-Tesorino, perché dici le bugia alla mamma? Discolaccio che non sei altro!- lo riprese bonaria la signora Malfoy sporgendosi sulla selva di tazze, tazzine e zuccheriere per scompigliarli i capelli.

-La mamma lo capisce subito se non sei sincero.- spiegò - Allora, chi è???- domandò per la centesima volta quel pomeriggio.


-Madre- sbuffò Draco più stanco di quando, per lavoro, era coinvolto in una retata ai Mangiamorte superstiti.- Ti ho già detto che non ho una fidanzata!-.


-L'ho capito, non sono sorda.- s'impermalì la donna.


Alleluja!


-Ma non sono nemmeno cieca, tesorino.- rivelò con fare cospiratorio.

-Si vede che sei preso da qualcosa. È mezz'ora che giri lo zucchero nel tè!- gli fece notare zelante, come se quella fosse una prova del reato schiacciante e incontrovertibile.


-E allora???- protestò il biondo -Voglio che lo zucchero si sciolga e non rimanga sul fondo!- trillò compiaciuto di quella sua brillante uscita, come un moccioso di tre anni.


-Tesorino...a te il tè non piace-.


Occavolo, pensò Draco smettendo immediatamente di agitare il cucchiaino nella tazza.


-Touchè- ammise compito -Ma potrei star pensando a qualche importante questione di lavoro...- ghignò subito dopo, riprendendo di nuovo a mulinare la posata come un frullatore e schizzando goccioline di tè sulla tovaglia ricamata da poveri elfi minorenni sfruttati.


Un suono gutturale di disappunto provenente da sua madre fece eco alla sua ultime parole.


-Come vuoi- si arrese Narcissa acida. -Non dire niente alla tua mamma, che si preoccupa per te- fece con voce querula e sfoderando il labbro tremulo e gli occhioni da cucciolo maltrattato. Era il suo asso nella manica e aveva funzionato perfettamente con i suoi compianti genitori quando, a tre anni, chiedeva altre piume di zucchero.


Draco, dopo tutto quel suo insistere, finalmente capitolò e, tirando un sospiro di puro sconforto, bisbigliò avvampando fino alle verruca sull'alluce:

-In effetti una ragazza ci sarebbe...-.


Narcissa si appuntò mentalmente di rispolverare quella tecnica dalla comprovata efficacia per convincere Lucius a comprarle l'ennesimo cappellino, prima di cacciare un urlo selvaggio:


-Lo sapevo- gongolò alzando le braccia modello tifoso in curva nord.


-L'hai fatta visitare? E' fertile???-.


-Cos...cosa???- chiese Draco allibito, soffocando con la propria saliva.


-L'amore dura massimo 5 anni, me lo hanno detto le amiche dalla parrucchiera. Segue che il sesso diventa sempre più raro, e raro, e raro....scema inesorabilmente. Quindi una sola cosa: procrea! E sbrigati!!!- lo esortò convinta.


-Mamma cosa stai farneticando???- urlò Draco isterico -Non sono nemmeno fidanzato!!!-.


-Oh, insomma muoviti! Lo sai che voglio almeno 4 nipotini...- sbuffò la signora Malfoy.

-E ho già pensato ai nomi: Scorpius e Hyperion e...-


E Asdrubale e Ermenegildo... ma che razza di nomi!!!


-E se nasce una femminuccia…-


-Mamma frena- la bloccò.


-C'è una ragazza che mi piace, ma non so nemmeno se lei mi consideri un essere umano...da qui a ...- esitò sul termine -...riprodurci, ce ne passa di tempo.-.


Tutto l'entusiasmo di Narcissa scemò nel giro di un istante.


-E chi è quella mentecatta che non vuole il mio tesoro?!?!- berciò con aria bellicosa. -Deve essere una cretina integrale..e anche orba, se non ti vuole! Dai retta a me! Non volere il mio cocchino adorato!!! Il bambino più bello del mondo magico!!!- s'inalberò l'augusta genitrice.


Fantastico, come se non ci fossero già abbastanza obiezioni ad un suo eventuale fidanzamento, adesso ci si aggiungeva pure l'antipatia di sua madre a complicare il tutto!


-Ma non ti preoccupare, che ci pensa la mammina tua!!! Se quella brutta...strega non ti vuole...- proseguì intanto Narcissa.


-Mamma, non lo so se mi vuole!!! E'...è difficile da spiegare, ma è una situazione così...così strana! Quasi surreale...-.


La sua interlocutrice lo stava ignorando, continuando a borbottare fra sé e sé.


-Le lancio un cruciatus in mezzo agli occhi...ho una certa pratica, anni e anni con zio Voldie... vedrai come la sistemo!-.


-Mamma!!!- la richiamò esterrefatto.

Finalmente sua madre acquietò la propria esuberanza e ricominciò ad ascoltarlo. Sembrava anche sul punto di dire qualcosa di sensato e intelligibile quando una voce profonda risuonò dall'interno della casa.


-Colombella, dove sei???-.


La faccia di Narcissa Malfoy si dipinse di una piacevole tonalità do rosa come quella di un'adolescente alla prima cotta, mentre Draco trascolorava per il disgusto.


L'algida -per gli estranei ovviamente- padrona di casa, si portò le mani alle guance per nascondere l'imbarazzo, mentre saltava in piedi e squittiva con una vocetta fastidiosamente zuccherina: -Passerottino sono qui!!!-.


Immediatamente un uomo stempiato e dai lunghi capelli bianchi comparve nel vano della porta a vetri che dava accesso al giardino tuonando:


-Rondinella diletta!!!-.

Lucius Malfoy sfoderò uno sguardo sexy e lascivo all'indirizzo della consorte, poi spalancò le braccia lanciando lontano il bastone, che disegnò una parabola verso l'alto ed atterrò infine fra i cespugli di rose.

Una baldanzosa Narcissa Malfoy in subbuglio ormonale, gli si lanciò felice fra le braccia con tutti i suoi 180 kg di peso, avvolgendolo in una presa stritolatrice modello koala.


-Passerottino adorato, mi sei mancato tanto tanto tanto in quest'ora che sei andato a comprare la pozione per i reumatismi- soffiò ad un centimetro dal viso di lui, prima di passarsi la lingua sulle labbra e gettarsi avida sulla bocca del marito.


Draco si voltò schifato per non vedere i glaciali Mangiamorte Lucius e Narcissa Malfoy scambiarsi effusioni come due scimmie in calore.


Peccato però che non avesse più 5 anni e non potesse anche tapparsi le orecchie, perché benchè girato e con le palpebre serrate continuava a sentire lo schioccare dei baci dei due pomicioni folli e pure uno strano suono di risucchio del tipo “sturalavandini in azione”.


Bleah...

Ma l'amore non durava 5 anni?!?!


Chiunque l'avesse detto non conosceva i suoi genitori...




***





-Neville...com'è la tua donna ideale???-.


-Co...come?- Domandò Paciock perplesso imporporandosi tutto. Era da un paio di giorni che Hermione aveva preso a dargli il tomento con una sequela di domande assurde e terribilmente imbarazzanti.


In quel momento l'Auror non aveva nulla di diverso da un semaforo nell'ora di punta: rosso da dieci minuti almeno; la Granger sospettò che da un mento all'altro sarebbe crollato a terra visto che tutto il flusso sanguigno dell'amico era stato dirottato alle guance.


-Com'è la tua donna ideale?- Chiese di nuovo risoluta.


-Non...non...non lo so. No-non ne ho u-una.- tartagliò.


-Ma come no!!!- si infervorò Hermione disperata.

Merlino mica gli stava chiedendo quale posizione del Kamasutra gli fosse più congeniale fra le lenzuola!

-Ceeeerto che ce l'hai- insistette. -Una donna la preferisci bionda o mora? Alta o bassa? Magra o più formosa?- lo incalzò.


-No-normale. Non tro-troppo alta, non troppo bassa, né magra né grassa...e i capelli sono davvero l'ultima cosa.... - balbettò Neville a fatica, fissando inconsapevolmente la chioma modello fungo atomico dell'amica.


-Umm...- fece la riccia pensierosa. Gusti del genere non erano granché utili per il suo articolo.


-E caratterialmente? Cosa cerchi in una possibile compagna?-.


-Boh...non saprei...La vorrei gentile e simpatica. E dolce.-.


Ok, bisognava dare a Neville qualche incentivo ed estrargli con le pinze ciò che voleva sapere.


-Come hai conosciuto la tua ultima fidanzata?-.


Eh???

Hermione stava sicuramente scherzando...


Peccato che il cipiglio severo e l'espressione avida di informazioni dell'amica non combaciassero affatto con quelle di una persona in procinto di fare una battuta. Anzi, Neville ebbe un brivido di terrore ricordandosi la faccia che la Granger si era portata in giro per tutta la settimana dei G.U.F.O.


Quel quiz a cui Hermione continuava a sottoporlo era un tantino stressante.

Neville aveva anche valutato l'ipotesi di nascondersi nello sgabuzzino delle scope per avere qualche minuto di tregua...


-Non troppo intraprendente, non troppo loquace... che mi faccia parlare e che mi stia a sentire, ma anche che mi parli di sé e che mi permetta di ascoltarla quando vuole sfogarsi. Che voglia starmi vicino quando sono triste, senza bisogno di tante parole... ma anche che voglia me vicino anche solo per condividere il silenzio...- affermò alla fine.- E la mia ultima fidanzata l'ho conosciuta ad un corso di giardinaggio per dilettanti.-.


Neville si sarebbe accorto che la penna prendiappunti che aveva incantato stava trascrivendo la loro conversazione parola per parola? Si domandò Hermione distrattamente mentre annuiva convinta.


-E se una donna volesse conquistarti cosa dovrebbe fare?-.


-Niente di troppo plateale suppongo... il perché lo sai.-.


Hermione lo sapeva. Neville sarebbe scappato a gambe levate da una tipa sfacciata come ad esempio Pansy Parkindson che al quinto anno si era innamorata di Corner e gli aveva cantato una serenata in piedi sul tavolo di Slyterin in sala grande. Paciock all'epoca era stato male per lei...


-E poi... ad esempio spiegandomi le cose quando non le capisco o aiutandomi con una ricerca o con un incantesimo se non riesco a fare da solo. Ma anche semplicemente ascoltandomi quando sono arrabbiato direi...- fece una pausa per raccogliere le idee poi continuò: -E non dovrebbe saltarmi addosso o girare troppo nuda, o insomma mettermi in imbarazzo.-.


Hermione pensò alle sue colleghe segretarie...Vetriolo, Zoe e le altre sgallettate giravano tutte piuttosto nude: a Neville sarebbe uscito il sangue dal naso solo a guardarle da una distanza inferiore ai tre metri. Per questo in tutto il secondo piano era amico solo di due creature di sesso femminile: lei e Millicent Bullstrode... E Milly sembrava un uomo, parlava come un uomo, ruttava come un uomo e si vestiva da uomo!


-E non devono avere le unghie troppo lunghe e affilate... mi fanno paura così armate!- confessò.

Chissà che avrebbe detto la cara Esther sapendolo...


-Sono d'accordo.- assentì Hermione convinta -Ma se...-.


-Senti Herm...- la interruppe Neville sull'orlo di una crisi isterica -Sono le otto passate, è tardi ed è ora di cena. Persino quello stacanovista di Malfoy oggi ha lasciato l'ufficio alle cinque....-.


La Granger aveva già aperto la bocca per iniziare a scusarsi in tutte le lingue del mondo per averlo trattenuto così a lungo, quando Neville la sorprese esclamando allegro: -Che ne dici di andare a cenare da qualche parte?-.



***




-Oh Neville, il tuo invito è stato un colpo di genio. È bello parlare con te e poi un'uscita mi ci voleva proprio. Senza contare il fatto che dopo che me lo hai fatto notare tu...beh, mi sono accorta che stavo morendo di fame! Il Furetto Malefico mi obbliga sempre a saltare il pranzo...e poi il lavoro ultimamente è stato stressante!!!- si lamentò Hermione Granger.


-Lo credo bene... avere a che fare tutto il giorno con Draco!!! Anche se mi sembrava che ultimamente andaste più d'accordo...- le sorrise Neville, anche se per un attimo la sua voce tradì una strana intonazione e si fece insinuante.


-Malfoy? Figurati se io e Platinette potremmo mai andare più d'accordo di così!!!! Cercare di affatturarlo un giorno sì e uno no mi sembra un compromesso più che accettabile... e poi quel tronfio idiota ha ancora i riflessi sviluppati dal quidditch e...-.


-Veramente fa l'Auror: è normale che abbia i riflessi pronti.- la bloccò Neville insolitamente puntiglioso.


-Comunque quel borioso, arrogante, vanesio individuo...- riprese lei senza scomporsi.


Addirittura, pensò Neville, ma ebbe il buon senso, questa volta, di starsene zitto.


-...appena cerco di schiantarlo si nasconde dietro la scrivania o fra le foglie del ficus. Insomma, non è leale!!! Sa benissimo che quella pianta è l'unico essere vivente simpatico al Ministero e non potrei mai colpirla...-.


-Hermione per favore, potresti smetterla di parlarmi di Malfoy?- sbottò alla fine Paciock -Ti sei accorta che passi tutto il tuo tempo a fare domande strane o a parlare di lui? In ufficio gli stai sempre appiccicata, quando passo a trovarti me ne parli, quando andiamo a mensa me ne parli...almeno quando usciamo la sera potresti trovare un altro argomento di conversazione?- chiese sforzandosi di essere educato, anche se l'irritazione traspariva dallo stringersi dei pugni sotto il tavolo imbandito.


-Neville... io non passo tutto il mio tempo a parlare di lui!!! Detto così sembra strano... Io passo tutto il mio tempo ad insultarlo. È ben diverso!!!- esclamò Hermione basita, mollando la posata nel piatto.


-Oh, come vuoi tu! Stavamo parlando di lavoro... dicevi, che è molto faticoso...- tentò lui, cercando di sviare su un altro argomento.


-Giusto, ma non mi riferivo a quello al Ministero. La Gazzetta vuole il mio sangue, ne sono certa!!!- affermò cercando di alleggerire la tensione con quella sciocca battuta.


-La Gazzetta???- Hermione non si accorse del tono perplesso dell'amico.


-Sì, con questa storia degli articoli sugli Auror sto rischiando di finire da uno strizzacervelli. Insomma... è vero che hanno un grande successo e che l'ultimo dalla terza pagina l'hanno passato addirittura alla seconda, ma davvero io non riesco più a sopportare questa vitaccia e poi...-.


-Articoli? Auror? Ma Hermione, di cosa accidenti stai parlando???- domandò Neville strabuzzando gli occhi.


-Oh, beh...delle cose cretine che mi tocca sopportare per lavoro! Ron non fa altro che prendermi in giro e lui e George hanno organizzato un giro di scommesse fra i vecchi amici di Hogwarts!!! Pensa che Tonks mi ha persino telefonato (e non ho idea di come abbia fatto poi a far trasfigurare la mia cornetta in una scatola da scarpe) per farmi gli auguri e Luna mi ha spedito uno dei suoi ravanelli portafortuna!!! E tutto per degli stupidi articoli per la Gazzetta che...-.


-Hermione frena, non ci sto capendo nulla! Tu lavori per la Gazzetta???- domando sbalordito.


-Ma certo Neville!!! Non dirmi che non lo sapevi!?!?-.


-Beh sì, certo che lo sapevo... ma vedendoti al Ministero pensavo avessi smesso!!!-.


-No Neville, non l'ho fatto.- spiegò sorridendo -Mi hanno dato un lavoro al Ministero come copertura perché mi hanno affidato una serie di articoli sugli Auror. Non te l'ho detto prima perchè in quell'ufficio pieno di pettegoli anche i muri hanno orecchie!!!- E anche perchè era mooolto imbarazzante, aggiunse mentalmente.


-Wow!- fece il ragazzo ammirato, e anche un tantino lusingato di far parte della categoria. -Certo che alla Gazzetta sono proprio... boh, non lo so cosa sono, però per un articolo sono pronti a tutto! Ma di cosa parlano i tuoi articoli esattamente? Mica ti hanno mandata ad indagare su quelle teorie complottiste su un colpo di mano da parte di Scrimgeur? Non sono assolutamente fondate e...-.


-No...purtroppo i miei articoli non parlano di politica o cronaca!!!- sbuffò la strega mostrando l'espressione più sconsolata del suo repertorio di faccine tristi.


-E di cosa scrivi allora?- chiese lui portandosi alla labbra il bicchiere di vino.


-Gli articoli parlano di come possa fare una giovane strega a sedurre un Auror e a farlo cadere ai suoi piedi...- confessò vergognosa.


-CHE COOOOOOSA???- La faccia di Neville era diventata cianotica, mentre il sorso di chianti che aveva in bocca l'aveva sputato tutto nel piatto dell'arrosto.


-Sì, ti rendi conto? Mi hanno costretta a scrivere certe insulsaggini...-.


Paciock virò rapidamente dal blu al verde bile.


-Neville... sicuro di stare bene?-.


Nessuna risposta, ma l'espressione stralunata dell'amico e la smorfia folle e agghiacciata dipinta sul suo volto accesero un campanello di allarme in Hermione Granger.


-Neville?- tentò ancora.


Ancora silenzio. Poi Neville alzò gli occhi e li puntò in quelli scuri di Hermione.


La fissò muto, con uno sguardo freddo e tagliente come un coltello.


-Hermione...- esordì piano, con voce sepolcrale -Mi stai dicendo che lavori al Ministero e che hai fatto la... la...- Neville deglutì -la cretina con degli Auror per sedurli?- domandò in un soffio.


A volte Neville era incredibilmente sveglio e percettivo...


-Beh...detta così suona davvero malissimo...- iniziò incerta -Comunque non proprio...diciamo che ho provato a...-.


-Mio dio Hermione!!!- la interruppe l'ex-Grifondoro -Mi stai dicendo che davvero hai accettato di fare una cosa del genere? Tu?!?! Fare la gatta morta, la svenevole con un mago per... Santo Godric!!!- Paciock era talmente indignato che a stento riusciva a trovare le parole.


Hermione tacque ferita.

In fondo non aveva fatto proprio nulla di così tremendo e poi...beh, nemmeno uno dei suoi piani di conquista era andato a buon fine!!! Cosa c'era da arrabbiarsi tanto?


-Hermione...- la voce di Neville sembrava arrivare alle sue orecchie da molto lontano -Non posso davvero credere che tu abbia fatto una cosa simile.- inspirò a lungo per cercare di calmarsi. -Dimmi solo una cosa: è per scrivere un articolo che sei venuta a cena con me?-.


-Ma certo che no Neville! Come puoi pensarlo? Sono uscita con te perché sei mio amico e ti voglio bene!-.


Evidentemente quella non era la risposta giusta perché la palpebra sinistra di Neville iniziò a tremare vittima di una specie di tic nervoso...


-Ah.- disse secco -Quindi non hai cercato in nessun modo di usarmi per uno dei tuoi articoli, giusto?-.


La gola di Hermione si fece all'improvviso arida e secca.


Neville la fissò negli occhi come per cercare di estrarre direttamente la verità da quelle pozze scure.


-Io...- provò a dire la strega, ma l'altro aveva capito perfettamente.


Si alzò in piedi e le rivolse le spalle.


-Neville scusami...-.


Senza salutare, l'Auror si diresse a grandi falcate fuori dal locale, mentre Hermione non riusciva a raccogliere abbastanza forza per seguirlo.


Buffo” pensò la giovane mentre dal vetro di una finestra vide l'amico smaterializzarsi con un sonoro crack.

Per una volta che aveva voluto inciampasse, la proverbiale goffaggine di Neville sembrava del tutto scomparsa.




***




Venerdì mattina Hermione Granger aveva le occhiaie, il viso di uno spaventapasseri e i capelli a balla di fieno. Aveva passato la notte a spedire gufi a Neville ma nessuno era tornato indietro. Aveva persino provato a contattarlo via cellulare ma l'aveva trovato sempre irraggiungibile. Verso le tre del mattino, finalmente una civetta scura le aveva consegnato un biglietto stropicciato. Hermione lo aveva aperto con dita tremanti, ma era solo una breve lettera di Augusta. La vecchia strega, ancora in gambissima, le aveva scritto che il nipote sembrava fuori di sé e che non era evidentemente il caso di mandargli altri messaggi visto che aveva tentato di impagliare il gufo di Hermione con un Avada Kedavra, e la signora Paciock non aveva intenzione di restare ulteriormente sveglia per salvare pennuti a colpi di protego.


A quel punto Hermione si era convinta che Neville fosse davvero incazzato nero e non era riuscita a prendere sonno fino alle cinque del mattino, rigirandosi nervosa fra le lenzuola.

La nottata agitata e la stanchezza accumulata, l'avevano portata scioccamente a demolire la sveglia con un reducto, ragion per cui si era alzata tardissimo bestemmiando in goblinese stretto.

Aveva avuto a stento il tempo di farsi una doccia e cambiarsi, e si era dovuta accontentare dei primi vestiti a portata di mano. Indossava quindi una maglia verde e un pantalone viola che facevano a pugni fra loro e con le ballerine nere, e non aveva potuto nemmeno mettere le lenti a contatto, quindi ,dopo tanto tempo, sfoggiava sul naso gli orrendi occhialacci di corno.


Tutte le segretarie del Ministero, davanti a quella nuova-vecchia mise, le rivolsero un'occhiata indignata e di puro disgusto ma, per la prima volta da settimane, ad Hermione non gliene importò assolutamente nulla.


Scarmigliata e con i capelli in disordine, quel giorno Hermione Granger era molto più simile all'Hermione Granger che era sempre stata. Probabilmente era sciocco, ma rivestire quei panni da eroina Grifondoro, quei panni da donna sciatta e controcorrente che era sempre orgogliosamente stata, le conferiva una certa sicurezza. Le dava coraggio e forza.


Fregandosene degli sguardi di biasimo e delle battutine allusive alle sue spalle -il pettegolezzo (falsissimo) che il suo stato pietoso fosse dovuto ad una delusione amorosa si era diffuso come un incendio estivo fra l'erba secca- Hermione trotterellò fino alla sua scrivania e, ignorando i plichi di docomenti che la ingombravano, si buttò sulla sedia e nascose la testa fra le carte come uno struzzo sotto la sabbia.


Non contenta, decise di esasperasi a morte e di deprimersi ulteriormente ripensando ai bei tempi andati e a tutte le bravate che lei, Harry, Neville e Ron avevano fatto durante la scuola.


Gli scherzi ai Serpeverde, i duelli nei corridoi, le spedizioni in cucina...


-Hermione, che stai facendo? Sembri una larva!!! Una pecora al pascolo! Il ficus all'ingresso è più attivo di te.- l'apostrofò la voce baritonale di Draco Lucius Malfoy -E su questa lettera invece di scrivere “alla cortese attenzione del signor Carter” hai scritto “sfiga Carter”!!! Mi spieghi che diavolo ti prende?-.


-Malfoy, poca confidenza! Da quando io e te siamo diventati amici??? Vedi di mettere la tua appendice nasale ben lontana dagli affari miei!- strillò arrabbiata, sfogandosi con il primo bersaglio che le capitava sotto tiro.


-Ma che hai? Ti sono tornate?!?!-.


Evidentemente Malfoy cercava rogne.


-Poca confidenza ho detto, signor Malfoy. Se ne vada!-.


-Chi se ne deve andare?- domandò quello perplesso.


-LEI, signor Malfoy!-.


Signor Malfoy. Ora gli dava del lei. E pensare che lo aveva chiamato Malfuretto platinato dal primo giorno d'assunzione...


-Hermione cercavo solo di...- “di essere gentile”, avrebbe voluto dire, ma non era il caso di palesare quell'improvviso e inaspettato slancio di bontà Serpeverde a beneficio di quella stupida ingrata. -Lasci perdere signorina Granger. E quando il suo ciclo le sarà passato torni a lavorare. Arrivederci.-.

A quel punto Draco avrebbe voluto completare quella scena madre di rabbia e astio sbattendosi teatralmente la porta dell'ufficio alla spalle, ma non fece in tempo a girare i tacchi che Hermione si era alzata dalla sedia bruscamente e si era precipitata fuori dalla porta sbattendola per prima.



***




Qualche secondo dopo un'altra porta, quella dell'ufficio che l'Auror Neville Paciok condivideva con l'Auror Millicent Bullstrode, si spalancò di colpo.

Milly, per la sorpresa e lo spavento (nervi d'acciaio Auror), si rovesciò il cappuccino sulla camicetta e sbatté violentemente il ginocchio contro la scrivania.


-Neville!!!- urlò Hermione Granger con la criniera in disordine e i ciuffi di capelli disordinati che le volavano da tutte le parti.


Millicent la fissò esterrefatta, mentre si piegava a massaggiare il ginocchio offeso.

Neville, dietro l'altra scrivania, scoccò alla Granger un'occhiata ferita e distolse lo sguardo.


-Ma insomma, che ti prende?- strillò la ragazza ancora ansate per la corsa.


Neville incrociò le gambe sotto il tavolo continuando a fissare il foglio davati ai suoi occhi, ignorando platealmente la domanda e l'amica. A sottolineare l'intenzione, prese la piuma e la intinse nel calamaio in peltro. Poi, con forza eccessiva iniziò a vergare le pagine con la sua grafia piccola e spigolosa.


Millicent sbatté le palpebre. Neville si era ammattito.


Hermione non si lasciò smontare da quel teatrino e, ancora ferma sulla soglia, iniziò a sbraitare: -Ma insomma Neville, lo so che non ho fatto una bella cosa, ma non mi sembra così grave da arrabbiarsi tanto!!!-.


-Non ti sembra grave? NON TI SEMBRA GRAVE??? Ma cosa dici? Tu non sei Hermione Granger... io non ti riconosco più!!!- urlò.


-Non dire assurdità Neville! Sono sempre Hermione!!! Non permetterti di...-.


-Mi permetto invece!!! Hai nascosto la vera Hermione dietro tacchi a spillo e vestiti eleganti... la vera Hermione non avrebbe mai fatto niente del genere... di sicuro non per uno stupido articolo!-.


-Non osare!!! Quell'Hermione era stanca di essere sempre perfetta, sai? Non è facile avere addosso tutte le aspettative degli altri! E poi... potrò anche avere lenti a contatto e gonne corte ma resterò sempre Hermione, la caposcuola secchiona, la tua amica Grifondoro!-.


Millicent Bullstrode seguiva quel battibecco con lo stesso rilassato interesse di un babbano medio di fronte a Superquark. Muoveva la testa e destra e sinistra come un periscopio, posando gli occhi alternativamente su Hermione e su Neville.


-Amica? AMICA? - urlò Neville passandosi esasperato una mano sugli occhi.


-Certo Neville! Ed è proprio per la nostra amicizia di anni, per l'affetto che c'è sempre stato fra noi che ti chiedo, per piacere, di smetterla di essere arrabbiato e di ascoltarmi.-.


Millicent rimpianse di non aver portato popcorn e e coca cola. Si chiese se magari poteva appellare delle patatine dal distributore all'ingesso. Sarebbero arrivate schiacciate?


-Non è stato bello nemmeno per me fare la stupida con gli Auror, e non sono fiera di aver tentato di sedurne qualcuno. Mi sono detta che un compromesso in fondo potevo accettarlo, per una volta. Mi dispiace che non la pensi come me, ma sappi che non ho fatto assolutamente nulla di brutto... insomma, in fin dei conti, sono solo andata a cena con Zabini -che si è volatilizzato dopo trenta secondi- e a teatro con Goldstain, e, fidati, lui non era assolutamente interessato a me!-.


Si interruppe per un attimo, controllando che Neville la stesse ancora ascoltando.


-Posso solo dire che mi dispiace se ti ho deluso, ma sappi che non ho certo tentato di sedurre te. Ho solo studiato un po' di più il tuo comportamento e ti ho fatto tutte quelle domande per tirarci fuori un articolo...-.


Neville alzò gli occhi al cielo, come a chiedere la forza dall'alto. Magari dall'addetto al controllo dei manufatti babbani qualche piano più su: Arthur Weasley, con figli come Fred e George, di pazienza doveva averne davvero molta.


-Hermione...- disse finalmente Neville, osservando la Bullstrode che si agitava per aprire una bustina gialla, cercando di fare il minimo rumore possibile.


-Hermione... non hai capito niente!-. Il mago si alzò e la raggiunse; con la mano le indicò la porta e, con un gesto ampio del braccio, la invitò a seguirlo in corridoio.


Accostò lo stipite alle sue spalle e poi abbassò gli occhi al pavimento. Si schiarì la voce e con i modi decisi di un vero Auror, così diversi da quelli timidi e impacciati della sua infanzia e imbarazzata adolescenza, parlò con voce ferma:


-Hermione, io sono innamorato di te.- .


La ragazza strabuzzò gli occhi e spalancò le labbra in una smorfia di autentica sorpresa.


-Sono innamorato di te dai tempi di Hogwarts- proseguì Neville sbirciandola di sottecchi -So bene che non provi nulla per me, che non mi hai mai visto come niente di diverso da un amico, e anche se fa male mi è sempre stato bene. Voglio dire... me ne sono fatto una ragione, e ho avuto anche io qualche ragazza nel frattempo. Ma... ma tu mi sei sempre rimasta dentro, anche se ci avevo rinunciato da molti anni. Poi sei venuta a lavorare qui e per me stato un po' come tornare a scuola, a quando mi ascoltavi lamentarmi delle lezioni di volo e mi davi ripetizioni di pozioni. E in questi ultimi giorni poi... sei stata così gentile, così... diversa con me. Non mi sono illuso di poterti piacere, ma, beh... per un attimo ci ho sperato.- .


Neville sospirò stancamente.

-Venire a sapere che mi hai usato- e quella parola fece male ad Hermione perché era così... vera -Mi ha ferito profondamente. Spero tu capisca.- concluse mesto, con un eco di tristezza nella voce.


-Neville io...- tentennò Hermione incerta.


-Scusami Neville.- disse dopo un attimo di silenzio assordante.


Paciock rispose con un debole sorriso che non arrivava nemmeno ad illuminargli gli occhi. Era un sorriso triste.

Poi aprì la porta dell'ufficio e Millicent Bullstrode, con tutti i suoi 90 kg di peso, gli franò addosso.

Quella pettegola aveva origliato tutto.




***




Hermione era seduta sulla sedia davanti alla sua scrivania. Stringeva convulsamente una pergamena fra le dita e aveva gli occhi lucidi, con le lacrime sul punto di straripare, dandole la scusa per lasciarsi andare ad un pianto disperato e a singhiozzi isterici.



Beh Hermione, ormai la cazzata l'hai fatta... tanto vale che questa pagliacciata la porti a termine.”, le suggerì la sua parte cinica e cattiva, quella che prima di lavorare al Ministero non aveva mai avuto.

Ma come potresti mai fare una cosa simile a Neville?” domandò insistente l'Hermione buona, che era ancora da qualche parte dentro di lei.


Ma sai quando gliene sbatte a Neville che gli fai anche questo??? Dopo tutto quello che gli hai combinato?!?!” chiosò l'Hermione malefica e spietata. “Tutta questa tragedia e questo impegno per niente? Prendi quel pezzo di carta e spediscilo ai deficienti della Gazzetta, non fare l'idiota!”.




Carriera.


Amicizia.



Terza pagina.

Rita Skeeter.



Lealtà.



Premio Puwizard.







Neville...


Hermione appallottolò gli appunti che aveva ancora in mano e gettò via tutti i fogli vergati dalla sua scrittura piccola e disordinata. Poi si precipitò fuori dall'ufficio alla disperata ricerca di un posto qualsiasi dover poter lasciare finalmente scorrere le lacrime lontano da occhi indiscreti.


Draco Malfoy, che fino ad un attimo prima l'aveva fissata in silenzio nascosto dietro la porta di legno, entrò nella stanza. Si avvicinò alla scrivania e si accovacciò accanto al cestino della carta straccia. Raccolse una pergamena dalla spazzatura e poi la infilò in una busta da lettera. Con le lunghe dita diafane impugnò una piuma e buttò giù qualche rigo. Aprì a finestra e chiamò uno dei gufi del ministero.

-A Pansy Parkinson- gli disse.


Poi lasciò l'ufficio e si mise a cercare la segretaria più problematica con cui avesse mai avuto occasione di ubriacarsi.




***





-Davvero lo faresti?- chiese per le trecentesima volta Miss Wilthinson, fissando riconoscente la signorina Parkinson con gli occhioni acquosi. Era davvero commossa da tanta generosità.


-Ma certo- le assicurò Pansy, come aveva già fatto per gli ultimi venti minuti.


-Che atto di grande nobiltà Pansy, ti fa molto onore.- commentò l'altra soffiandosi il naso nel fazzoletto inzuppato di pianto.


Certo, le faceva davvero mooolto onore cercare di salvarsi le chiappe dalla minacce di Draco Malfoy.


-Quindi scriveresti davvero tu l'articolo di Miss Granger, visto che lei è finita in ospedale?-.


-Ovviameeente!!!- fece l'altra col talento consumato di un'attrice di soap opera di terza categoria. La Granger scoppiava di salute e lei avrebbe fatto volentieri tutt'altro, ma era meglio sorvolare su quelle piccole bugie.


Miss Wilthinson si asciugò gli occhi con le dita e si soffiò di nuovo il naso col suo fazzoletto formato tovaglia -che Hagrid le avrebbe sicuramente invidiato.


-Oh...- disse fra un singhiozzo e l'altro -Chi dice sempre che i giovani d'oggi non hanno più nobili ideali è un cretino!!!- sorrise gentile mentre le lacrime le affollavano il volto.


-Confesso che ero preoccupatissima quando la bozza di Hermione non mi è arrivata. Pensavo avesse rinunciato agli articoli... e dire che ormai ne mancavano solo due! E invece era al San Mungo con una gamba rotta e fratture multiple alle costole... e invece di pensare a guarire lei scriveva!!! Che cara ragazza!!!-.


Pansy annuì mordendosi il labbro inferiore.


Miss Wilthinson le restituì la bozza di Hermione con la stessa sacralità con cui un pellegrino si avvicinava a una reliquia.

-Ecco a te Pansy!- disse infervorandosi -Basterà solo qualche piccola modifica e poi l'articolo sarà pronto.- Aggiunse con voce grave e carica di trepidazione. La Parkinson afferrò il foglietto e se lo ficcò in tasca.

Salutò con un gesto secco del capo e tornò nel suo ufficio a completare il lavoro della Granger. Cosa non si faceva per una collega!

E per un ricattatore come Malfoy...


Stava già per accomodarsi sulla sedia quando la voce acuta del suo capo la raggiunse dal corridoio.


-Pansy... - chiese miss Wilthinson perplessa -Ma secondo te, Hermione come ha fatto a scrivere l'articolo se aveva entrambe le braccia ingessate???-.




***






Come conquistare l' Auror impacciato



L'Auror impacciato è un mago gentile e tranquillo pacato e noioso: proprio sicura di volerlo conquistare?

Timido e introverso Maldestro e goffo, insicuro fino all'inverosimile, questo tipo di Auror considera la donna una misteriosa principessa delle fiabe pericolosa creatura aliena e tende ad avere una imbarazzata venerazione autentico terrore per l'intero mondo femminile e una sacra reverenzialità fifa blu verso tutto ciò che appartiene a questo inesplorato universo.

Mai pronunciare in sua presenza la parola amore o sentimenti assorbenti o ceretta: potrebbe avere un colpo apoplettico!!! Ben di peggio potrebbe succedere qualora vedesse una gamba appena un po' scoperta o un décolleté generoso...

Questo Auror non lascerà trapelare facilmente le emozioni e i sentimenti che prova, risultando estremamente criptico. Magari è innamorato di te da anni e anni e tu non te ne sei mai accorta...


Per sedurlo esistono due tre tecniche:


Un primo approccio è quello “dolce&tenero”:

  • incantalo col tuo buon carattere, e i tuoi modi gentili:sii comprensiva, rispetta i suoi ombrosi silenzi e i suoi impacciati tentativi di aprirsi.

  • stupefiscilo ascoltandolo come una buona amica, sii garbata, stagli vicino senza soffocarlo, regalandogli sempre un sorriso e una parola dolce.


Se questa tecnica non funziona puoi ripiegare sull'approccio “per sfinimento”:

  • invitalo ripetutamente a cena, al cinema, per un tè, un caffè, una camomilla fino a quando non accetta (sfodera il labbro tremulo per convincerlo, mi hanno detto che funziona...),

  • appostati dietro agli angoli bui e quando meno se lo aspetta saltagli al collo o abbraccialo di slancio: dopo due o tre svenimenti dovrebbe riuscire a sopportare la tua presenza senza rischiare la vita ma solo con tartagliamenti vari...

  • incantesimo utilissimo è l'immobilus mentre tenti di baciarlo (spaventato com'è da una gonna rischi sempre che scappi a gambe levate non appena ti avvicini...)

  • pozione portentosa (ma chi è che al giorno d'oggi si mette a trafficare con quegli alambicchi puzzolenti? Bah...) è la felix felicis o eventualmente un otre di whisky incendiario: vi serve assolutamente una dei due affinché un soggetto del genere si liberi delle sue più profonde paure e vi chieda un appuntamento o vi dia un bacio (casto, sulla guancia!). L'unica differenza tra i due liquidi è che il primo devi prenderlo tu, mentre nel secondo devi letteralmente affogarcelo per avere una sbronza adeguata...



Se ti sei rotta le palle dei tempi biblici che richiede la strategia numero 2 e di tutte quelle melensaggini dell'approccio 1 punta alla strategia numero 3:

  • affatturalo per sempre prendendolo per le... pluffe e spogliandolo delle sue inibizioni (spogliandolo e basta!!!): questo tipo di Auror attende da anni la donna perfetta, ragion per cui di donna -e basta- non ne ha ancora incontrata una! È dunque a stecchetto praticamente da tutta la vita, quindi impastoialo al letto ed esibisciti nel tuo repertorio di “danze sexy scatenate”. O ci resta secco sul colpo o ti dichiarerà il suo amore!!! Vedi un po' tu se fargli rischiare o no la vita...


n.b. La redazione del giornale non si assume alcuna responsabilità per le eventuali conseguenze...



Hansy J. Garkinson







*^*^*^*





Ho deciso di soccombere...quello che scrivo sfugge sempre di più al mio controllo e le pagine, che io immagino sempre essere setto o otto, si moltiplicano in venti e più!!! Ergo mi arrendo sperando che i capitoli non risultino troppo pesanti da leggere, e mi rassegno alla prospettiva che le parole abbiano sempre la meglio e che la storia si snodi autonoma per sentieri imprevisti persino per me! Bandiera bianca e scusate per i miei tempi biblici...al momento sono sotto esame (una novità insomma...) quindi vi dico da subito che per il prossimo capitolo mi prenderò un po' di tempo, anche perché la parte “succulenta” si avvicina, e beh...Draco merita un po' di attenzione in più!


A presto, e grazie davvero a chi corregge, consiglia, sorride o legge in silenzio.


E grazie come sempre a Valengel che in questo momento prepara la valigia per l'Inghilterra...buon viaggio!






note


1.Il piccolo sproloquio iniziale è una presa in giro dei Malfoy -che in realtà io immagino molto severi e compiti come in TUTTE le fanfic- ma è anche un atto dovuto verso i miei poveri calderoni!!! Non ne posso più di sentir parlare della nobiltà d'oltremanica (e io i Malfoy li immagino un po' così) e del matrimonio di GUGLIELMO e CATERINA d'Inghilterra, con tutte le cose gravi e serie che succedono nel mondo!!! Insomma... machissenefrega di com'è fatto il suo vestito e di che scarpe porta?!?!? L'unica cosa divertente di questo matrimonio sono stati gli eccentrici cappellini sfoggiati dalle ospiti peggio vestite che si siano mai viste!!!


Oddio... parlo come Hermione Granger quando non vuole scrivere gli articoli di gossip della Gazzetta perché ci sono cose più serie di cui parlare!!!


2.”Colombella” è il modo in cui Pietro Gambadilegno, il celebre antagonista di Topolino, chiama la sua fidanzata Trudy...beh, mi è sembrato appropriato per la mia versione scema dei Malfoy!



ps. Non riesco proprio a capire perché ma anche l'html si ribella al mio volere, e a volte il carattere del testo cambia improvvisamente in mezzo al capitolo o mi escono delle parole evidenziate....ma nell'originale è tutto giusto!!! Ho provato a correggere il tutto e anche a ripostare ma a quanto pare per il carattere che improvvisamente si ingrandisce non c'è proprio nulla da fare! Boh...

   
 
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