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Autore: Lucenera88    02/06/2011    5 recensioni
Megamind ha appena ucciso Metroman, e preso possesso del municipio.
ps. preferisco di gran lunga la versione originale in inglese. Inizialmente avevo lasciato le battute in inglese, ma poi ho inserito quelle in italiano che però in molti casi fanno perdere senso al contesto. "What a turn-out" significa "wow, chi si aspettava un colpo di scena così, un capovolgimento del genere?". Nella versione italiana viene tradotto con "ragazzi, che folla!" che... bè, si perde un po' tutto. Sia ben chiaro, io in generale sono a favore del doppiaggio, ma lo svantaggio della traduzione è che a livello contenutistico si perderà sempre qualcosa dalla lingua di partenza a quella di origine.
Spero apprezziate, io personalmente adoro Megamind.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bernard, Roxanne Ritchi, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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What a turn-out.

Faccio un passo in casa, la mano lascia andare la porta,
“In fondo, ho solo eliminato…”,
che si chiude da sola.
“…l’uomo più potente dell’universo”.
Silenzio.

Sospiro.
Mi tolgo le scarpe. Maledizione, si è rotto il tacco destro... erano anche scarpe di Gucci. Ma pazienza.

“Altre domande?...”
Non si muove nulla nell’appartamento… tutto è fermo al proprio posto, tutto è senza lati oscuri nella luce elettrica che non risparmia niente. Un ronzio di elettrodomestici accesi mi accoglie in cucina, per il resto sembra tutto muto.
Ma non è così.

“Il tuo punto debole è il rame?...”
Rame?
Ripeto mentalmente, le labbra sillabano la parola.
Ma non è possibile, la mia stessa voce risponde dentro di me.
“… che fai, prendi in giro?...”
Senza nemmeno pensarci su mi giro intorno. La mia testa sembra in una bolla d’acqua.
“Sì, lei lì dietro!”
Lei lì dietro.

Per un istante, mi si materializza davanti agli occhi una seconda me che alza un braccio semi-paralizzato.
Lì dietro …
Per un secondo mi sembra di mancare, sbatto gli occhi
Dietro…
Mi ritrovo nella cucina.
Apro i cassetti, “Credo spalanco le ante delle credenze, che a tutti piacerebbe sapere solo piatti trasparenti, bicchieri in stile semplice, che progetti solo pentole, hai per noi solo forchette e questa città”.
Lascio tutte le credenze aperte e indietreggio fino a tornare al centro della cucina, urtando il tavolino.

Che progetti hai per noi.
Mi calmo:
No, non ci sono di certo Brainbots in cucina.

“Innanzitutto: ragazzi, che folla!”
Quel pallone gonfiato blu sarà troppo occupato a festeggiare la sua “vittoria” in questo momento, per farmi sorvegliare.
“Immaginate le cose più orribili, spaventose, e cattive che possiate pensare…”
La mia faccia muta in un sorrisetto nervoso. Di quali cose malvagie poteva essere capace?
Eppure…

“Niente panico, Roxy, sto arrivando!”
Rivedo queste scene come se nulla fosse accaduto. No, non posso crederci.
Non posso.

“…la giustizia. E’ un’idea, un principio!”
Non ci credo. Punto.
“Ma anche il più sincero dei principi si consuma col tempo”.
Non ci credo. Dopotutto, aveva ragione. Perché ho sempre finto di non vedere?
“Tentatrice”.
La gola è chiusa, mi sembra di soffocare.
“Felice Metro-Day, Metro City!”
Non lo vedrò più… non è possibile.
“Il tuo punto debole è il rame?...”
E tutto per colpa sua… non è possibile…
Odio i miei singhiozzi, sembrano lo squittire di un topo, ma non riesco a contenerli,
esco dalla cucina, attraverso il salottino, apro tutte le ante,

…e moltiplicatele per sei!” - non sai nemmeno che cosa fare di noi.
Trovo una vecchia pagina di una rivista - le loro facce trionfanti ognuno per un motivo diverso,

“Per ora continuate a divertirvi, dai!”
Ti odio, ti odio!
Appallottolo la carta e la getto per terra, maledetta me!

Che progetti hai per noi.
Me l’avevano detto, me l’avevano detto sin dal liceo di non stare troppo azzeccata a quei due,

Cammino rabbiosa, mi guardo allo specchio del bagno – come sono patetica, le lacrime hanno fatto due rivoli bianchi sulla faccia nera,
“…sei caduto nella mia trappola”
Me l’avevano detto, “Megamind è un criminale, non ti appassionare troppo ai suoi articoli”,

Vado in camera da letto, mi sfilo il vestito senza preoccuparmene,
Me l’aveva detto anche Hal tante di quelle volte, “non la prenderei così alla leggera, Roxy… tu non lo prendi sul serio quello schizzoide ma se io fossi Metroman che gli farei…”.
Sono in canottiera e biancheria, sto borbottando da sola.
Mi getto sul letto a pancia in su, e fisso il soffitto.
Un ultimo singhiozzo senza lacrime.

Nel frattempo, vorrei continuaste con le solite, normalissime cose che fate voi gente normale”.
Ma come faccio? Me lo spieghi?
Hai esultato per mezz’ora con il cadavere di Metroman a pochi passi da te,
Tu e quell’insulso pesciolino – lo facevo migliore!

“Ce l’ha fatta, signore!”
Hai esultato e mi hai lasciata lì, legata come un salame, bianca e sconvolta, e non ti sei curato minimamente di me!
No, non voglio mettermi di nuovo a piangere!

“Parla più lento – tentatrice!”
Credevo, io credevo, io, io, credevo che fossi diverso,
“Tu sei prevedibile!”
Io, cre-crede-credevo che, che, che, e invece, aveva, ragione Hal, ave-va-no tutti… ra-…
“Tentatrice!”
A-alla, f-fine, non, non, no-non t-ti co-nosco, cre-credevo che…
“Oh, ragazze ragazze, siete carine – posso andare a casa ora?”
E- e in-ve-ce l’hai f-fat-to, co-come hai po-tu-to co-me?
La testa nel cuscino, sento di soffocare!
Co-come, sen-za Me-metro-man, co-come?

“E’ ora che scendiamo a fare il nostro esordio in società! Minion, al nascondiglio malefico! Raduniamo i Brainbots! Codice: alla conquista di Metrocity!”
Credevo… E-e- in-ve-ce s-sei… un… mo-stro! Un Cattivo!
“Ehm, signore, che ne facciamo di lei?” Minion punta un dito verso di me. Tu mi lanci un’occhiata con sufficienza, poi te ne esci con: “dì ai Brainbots di lasciarla da qualche parte” e torni a sorridere. Al settimo cielo.
“Miss Ritchie, ci rincontriamo…”
“Niente panico, Roxy!”
“Ragazze, siete carine…”
“Lei trova QUESTO prevedibile?!”

È tutto un incubo, un incubo, iniziato come un giorno qualunque in cui mi rapisci, e finito come mai potrebbe finire!
“Miss Ritchie, se non le spiace…”
Un incubo!
“Ce l’ho fatta! Metrocity è mia!”
Hai ottenuto quello che volevi, bravo!
“FUOCO!”
La luce del Raggio della Morte ricompare sotto le mie palpebre chiuse - apro gli occhi di scatto.
Sono sicuramente nello stato peggiore della mia vita. Ma non ci sono Brainbots a spiarmi.

 
Ti odio, ti odio,

e la cosa peggiore,

è che sto piangendo

per te.






note:
Spero che la ff vi sia piaciuta! come ho detto nella descrizione, la traduzione in italiano di alcune battute ha un po' rovinato il senso della storia, ma spero di aver comunque fatto un buon lavoro... 
Nella ff si accenna al liceo. Avevo già letto il primo episodio dei fumetti di Megamind (sono 2 volumi che io sappia), in cui Metroman afferma che per lui è facile rintracciare Roxanne perchè usa sempre lo stesso profumo fin dal liceo; inoltre, martedì ho dato un'occhiata veloce al secondo volume (che si chiama qualcosa tipo "blu, bello, bullo" da "Blue, Bad, Brilliant" dei videogiochi) in cui si racconta dei nostri tre eroi alle prese con la vita al liceo. Roxanne afferma di aver apprezzato l'articolo letto da Megamind - il quale ovviamente se la tira per essere riuscito ad ad attirare le attenzioni della ragazza. Purtroppo, non ho comprato il volumetto (pidocchiosa me, stava solo 3 euro!) e non so com'è andata a finire, ma fatto sta che i due già flirtavano ai tempi del liceo.
Infine, ammettiamolo: Roxanne non considerava minimamente Megamind come un vero cattivo, almeno fino al'assassinio di Metroman. Lo considerava semplicemente come l'attore di una grande sceneggiata di cui sia lei sia Minion - testimoni le loro occhiate solidali - erano pienamente consapevoli. E la scena "questi giochetti non funzionano con me - parla più piano - tentatrice" la dice tutta!
A presto, e grazie per l'attenzione!

 

 

 

 

 

   
 
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