Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: eldarion    03/06/2011    7 recensioni
Tsubasa e Sanae stanno per sposarsi. Sono felici. Tuttavia, la felicità a lungo sognata viene bruscamente spazzata via da una tragica fatalità.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi non sono miei, appartengono a Yoichi Takahashi.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Note personali: non amo scrivere storie con più di un capitolo, perchè ho poca pazienza, ma ho voluto tentare. E’ una specie di sfida e spero di fare un buon lavoro!
Ringrazio coloro che dedicheranno del tempo alla lettura della mia storia e coloro che avranno la pazienza di recensirla.
Buona lettura!
 

Anima nera

 
"Ti senti strana Sanae?...Dormi, dormi... Ho messo del sonnifero nella tua bevanda..."
 

Così le disse, fredda, indifferente, senza intonazione...senza guardarla. Nemmeno quando Sanae, mentre si accasciava ai piedi dell'albero, le chiese in un sussurro
"Perchè?... Io ti volevo bene...eri mia amica..mia amica..."
Sanae non ebbe alcuna risposta. Anzi, la ragazza che era con lei e che l'aveva ingannata drogandola se ne andó in silenzio voltandole le spalle.

Sanae non era più un problema: nessuno l'avrebbe mai ritrovata.
Aveva ingannato la sua amica abbandonandola, dormiente, ai piedi di quel tiglio secolare.
Sanae dormiva, di un sonno pesante cui l'aveva costretta con alcuni dei suoi calmanti. La lasciò lì, rannicchiata tra le radici del vecchio albero che l'accoglievano come un grembo antico.
Sanae sarebbe stata come morta. Morta al mondo che conosceva ma destinata alla rinascita. Stava per rinascere in un altra realtà.
“Addio Sanae”....si congedò...
Scappò...
Mentì...
Mentì sull'accaduto dicendo che improvvisamente, nella nebbia, Sanae era sparita.

Mentì spudoratamente.
Mentí alle squadre di soccorso, mentì alla polizia, mentì agli amici, a Tsubasa, ai genitori...costruì un castello di menzogne...
 
 

..."CLACK!"...

il suono della valigia che aveva appena chiuso la risvegliò dai suoi oscuri pensieri.
Sospiró...
"che vuoi farci? Ció che è fatto è fatto..."

Si consolò ad alta voce tornando alla realtà.
Posó la valigia vicino alla porta d'ingresso e tornò nella sua stanza.
La giovane modella si sedette davanti allo specchio e prese a spazzolarsi i capelli. Era calma mentre si guardava studiandosi minuziosamente: Splendidi e setosi capelli neri, occhi scuri e profondi, un magnifico sorriso, un fisico invidiabile, una conversazione brillante, molto corteggiata. Perfetta! Si sarebbe detto...
Questa era la sua immagine allo specchio ma dentro...
Se qualcuno avesse potuto vederla dentro?
Il suo cuore era oscurato dalle ombre, dalla colpa, dall'ipocrisia.
Allungò una mano verso il suo riflesso nello specchio e chiuse gli occhi...
Tornó indietro nella memoria.
Frugava nei ricordi. Voleva ricordare. Voleva capire quando l'invidia verso Sanae avvelenó il suo cuore tanto da indurla a danneggiare l'amica.
Fermò il suo viaggio a ritroso nel tempo quando si ricordò della festa...La festa per la vittoria del World Youth. Forse fu proprio lì che cominciò tutto....
 

....Iniziò come una piacevole serata...

Ad un certo punto si ritrovó sola, in giardino, con Sanae.
Fu allora che, per la prima volta, riversò contro l' amica parole velenose, ma non voleva. Non aveva previsto di comportarsi cosí!
Erano amiche lei e Sanae, anche se a causa dei rispettivi impegni, ormai si vedevano di rado. Sanae viveva ancora in Giappone mentre lei, dopo aver intrapreso con successo la carriera di modella, viaggiava molto e passava gran parte del suo tempo a Parigi. In ogni caso si sentivano spesso e si volevano bene.
Quella sera però, qualcosa  nella giovane modella si spezzò: vedere Sanae così felice la ferì profondamente. Sapeva che lei e Tsubasa stavano ancora insieme, nonostante la lontananza, ma vederli a quella festa così uniti e innamorati la urtò. Sapere la verità e vederla con i propri occhi fu un colpo.
Aveva sempre finto di voler bene alla ragazza del capitano?
Sentì male.
Era come se dentro di lei ci fosse un'altra se stessa, a lungo intrappolata, che finalmente era uscita tumultuosamente allo scoperto dando voce alle ombre del cuore.

Una sorta di anima nera...
Un po’ gelosa di Sanae lo era sempre stata. In fondo, forse, desiderava  confessare alla giovane quell'invidia sopita che nutriva dentro al cuore.
Tacerla era solo un'ipocrisia.
Non andava orgogliosa di questi sentimenti. Pensò sinceramente che parlarne con calma all’invidiata amica l’avrebbe aiutata a sentirsi meglio. Era anche possibile che, da quella chiarificazione, la loro amicizia ne uscisse rafforzata e più salda.
Sanae avrebbe capito, era intelligente e sensibile.
Ma non ci fu un pacato confronto tra le due ragazze.
Purtroppo l’invidia si era tramutata in rancore, un rancore che esplose improvviso facendole perdere il controllo. Mossa da quell'orribile sentimento che s'ingigantiva sempre più, non confessó semplicemente i suoi contrastanti sentimenti alla ragazza del capitano ma desiderô ferirla.
Non sapeva come ci si trovó, ma dopo aver detto a Sanae, in modo del tutto innocente e senza secondi fini, che era contenta di vederla così felice, il discorso prese una piega inaspettata...
La giovane modella guardò l'amica con sufficienza e poi esclamò  “So che Tsubasa ha ricevuto molte offerte in Europa..."
Sanae annuì, ma notò una strana intonazione nella voce della ragazza.
Non disse comunque nulla perchè la sua interlocutrice continuò quasi malevolmente compiaciuta.

“State ancora insieme ma credi che durerà?...in fondo...non ti ha chiesto di andare con lui...Perchè non l’ha fatto vero?” rimarcò.
Sanae era impietrita, non riuscì a replicare e...no, Tsubasa non gliel’aveva chiesto. Non avevano ancora parlato del futuro. Sanae se ne rese improvvisamente conto: il capitano, in effetti, lontano, e tutto preso dal suo desiderio di diventare professionista non aveva mai parlato del loro futuro insieme. L’amica aveva fatto centro!
Sanae ebbe improvvisamente paura.
“Mia cara Sanae vedo che cominci a intuire: i calciatori non sposano le maestre d’asilo! Tsubasa può avere tutte le ragazze che vuole, modelle, attrici...Lui non appartiene più al tuo mondo. Probabilmente ha già capito che può avere molto di più dalla vita...tu cosa puoi offrirgli?...Solo il tuo amore..."
“Ti sembra poco?” ribattè spontanea Sanae mentre ricacciava le lacrime: perchè le diceva quelle cose? Si sbagliava, lui era sincero, non era cambiato, la amava! Si fece forza e aggiunse “In ogni caso Ti sbagli! Tsubasa non è una persona così vuota e meschina.”
Ma la modella sembrava ben convinta delle sue parole e rincarò la dose “Forse...ma il successo cambia le persone, le cambia, è così e basta! Non puoi farci nulla...Lui ormai fa parte dell’Olimpo...lo sai cosa succede ai mortali che si innamorano degli dei?”
Troncò la discussione.
Voltò le spalle e lasciò il giardino.
Sanae, attonita, non rininciò a controbattere, lei credeva in Tsubasa.
“ti sbagli su di Lui. Lui mi ama, è sincero e leale...io lo conosco! Non so perchè mi dici tutto questo ma, su una cosa hai ragione, è vero che il successo cambia le persone o almeno, ha cambiato te: tu vivi in un mondo effimero, di latta e lustrini...Ma tu non vivi veramente, non sei felice, la tua è solo apparenza!"
La modella trasalì ma, imperterrita, raggiunse la sala del rinfresco. Non appena varcò la soglia del locale si pentì.  Doveva scusarsi. Come aveva potuto rovesciare su Sanae tutte quelle cattiverie. Si voltò di scatto per tornare in giardino ma si fermò.
Il morso della gelosia la trattenne.

Tsubasa aveva raggiunto la sua ragazza e, senza dare troppo nell’occhio, la stava spingendo verso una delle uscite. Perchè mai lui la portava via così, di soppiatto?
Di colpo la modella sperò: forse le parole pronunciate poco prima contro Sanae si sarebbero presto avverate. Tsubasa se ne andava dalla festa per stare solo con la sua ragazza. Magari doveva dirle qualcosa d'importante, subito.  Magari il giovane calciatore avrebbe lasciato la sua Sanae quella sera stessa!

Sorrise malevola al pensiero.
Sbagliò!
Lo scoprì pochi giorni dopo...
I vecchi giocatori della New team e le managers si rividero qualche giorno più tardi per una nostalgica partita al campetto che li aveva visti divertirsi da bambini e...
Al dito di Sanae splendeva un magnifico anello: Tsubasa le aveva chiesto di sposarlo.
Sì!
La sposava, sposava Sanae, la voleva con sè per sempre.
Dopo quella partitella Sanae non si fece più sentire.
Non sapeva spiegarselo ma l’amica le mancava, si era comportata male, a dir poco. Tuttavia non aveva il coraggio di prendere il telefono e, con umiltà, scusarsi. E c’era dell’altro: temeva di perdere nuovamente il controllo.
La sua anima nera stava in agguato, ne era certa, certissima.
Essa traeva linfa dalle ombre del suo cuore.Le ombre di un amore non corrisposto, di un amore che ancora voleva ma che non poteva avere. Non aveva  voltato pagina, non aveva dimenticato. Eppure lei e Sanae erano diventate amiche. Ai tempi della scuola, avevano finito con l’avvicinarsi sinceramente. Ma... l’invidia insidiosa e tacita, crebbe inesorabile. Non ne era felice, non le piaceva ciò che provava e si rimproverava sempre chiedendosi perchè non riusciva a togliersi dalla mente quegli orribili pensieri.
Spesso urlava contro se stessa ....”io le voglio bene, le voglio bene,  BENE, BENE...hai capito?!...”
Presa da questi sentimenti opposti, finiva col piangere. Non erano lacrime liberatorie, erano amare e si facevano sempre più salate mentre si guardava dentro confessando a se stessa...

 " Io vorrei volerle bene ma...adesso si sposano, si sposano e saranno felici...pensare che potevo esserci io al posto di Sanae, ero convinta che tra loro non sarebbe durata. E’ proprio questa mia convinzione che mi ha rovinata! Non era affatto un fuoco di paglia come credevo...Chissà, forse posso ancora conquistarlo, non tutto è perduto: lui non ha ancora detto SI’ sull’altare!"
Ed ecco...
il viaggio nei ricordi giunse al ricordo più amaro: di lì a poco rivide Sanae...
Era decisa a riappacificarsi con lei. La breve vacanza con gli amici della New team le era sembrata una buona occasione. Nelle idee del gruppo si trattava di una specie di addio al celibato e addio al nubilato per Tsubasa e Sanae che, al ritorno dal soggiorno montano, si sarebbero sposati. Sembrava l'occasione perfetta per appianare l’attrito. Inoltre, la giovane modella aveva un lavoro che amava e la divertiva. Ciò le era d'aiuto nel superare tutti gli oscuri ricordi, la gelosia e la frustrazione. Era felice e pensó anche che avrebbe potuto incontrare  qualcuno che che l'avrebbe amata con tutto il cuore come era capitato a Sanae!
Ma...
Esattamente come accadde alla festa per la vittoria, la vacanza prese una piega diversa, tragica...
Ripensando a quei momenti si morse il labbro.
Non era andata affatto bene con Sanae.  L'anima nera, incontrollabile, prese il Sopravvento e durante la vacanza,  appena ebbe l'occasione, abbandonó i buoni propositi e si liberò dell’amica-rivale...
 
 

“DRINNNNNNN”

Stridulo, il suono del citofono interruppe il terribile viaggio nel passato. Era il portiere: il taxi che aveva chiamato l'attendeva di sotto.

Si alzò, prese il suo bagaglio a mano e scese.
Il  tassista aprí la portiera per farla accomodare.
Salì.
Sul sedile un giornale malconcio, abbandonato da chissá quanto tempo, parlava di Tsubasa e Sanae.
"La grande promessa del calcio Tsubasa Ozora sta per sposarsi con il suo primo amore. Una ragazza semplice, conosciuta sui banchi di scuola."
Questo titolo campeggiava sulla prima pagina della vecchia rivista.

Sospirò e poi commentò, infastidita
“No mio caro... Non è andata proprio così!... Ora tocca a me!"
Parlò a voce alta sbattendo il giornale più in là.
"Come dice?!" chiese di rimando il tassista.
"ehh... No niente...mi porti all'aeroporto!" rispose imbarazzata: adesso parlava anche da sola!
Mentre rigirava il cellulare tra le dita rimuginava ...
"coraggio, ora vai fino in fondo. Finisci ciò che hai cominciato... È il tuo momento, è il tuo momento..."
 
Continua...
 
 
 
N.B.
Lo spunto per questa storia mi è stato offerto da una novella tedesca “Germelshausen” scritta da Friedrich Gerstacker. Questa storia, nel 1954, ispirò un musical della MGM “Brigadoon”. Dal musical, Vincent Minnelli, trasse l’omonimofilm. Fu il suo primo film girato in Cinemascope. 

  
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