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Autore: eleanor89    07/06/2011    9 recensioni
Gli amici di Cedric affronteranno l'ultimo anno di spensieratezza rimasto agli studenti di Hogwarts prima della guerra e dei Carrow, ma riusciranno comunque a mettersi nei guai in modi che non avevano neppure immaginato. Seguiteli tra strane pozioni, coppie neonate, incontri dettati dal destino e aggiunte inaspettate al loro già sgangherato gruppo!
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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Capitolo 9

 

«Qual è il tuo letto?» domandò Georgia.

Rowan, senza ragione apparente, arrossì: «Perché?»

Georgia scostò i capelli indietro: «Vorrei sfogarmi in modo fisico.»

«Scu-scusa

Lei scoppiò a ridere: «Ma dai, magari è perché voglio sedermi, no?»

Rowan riprese a respirare e poi rise a sua volta: «Peccato, ci perdi tu. Quello.»

«Non fregherei mai il ragazzo di un’altra, come hai visto.»

Il ragazzo trasalì e la guardò di nuovo: «Cosa?»

«Che succede, Rownie? Hai cercato di parlarmi più volte in questo mese di quanto tu non abbia mai fatto prima.»

Lui arrossì di nuovo al modo in cui lo aveva chiamato e si sedette a più distanza possibile: «Perché tu non sei mai stata male prima. Di solito se ne occupa Michael, ma stavolta è colpa sua, quindi…»

«Sì, non capisco cosa succeda…» ammise lei, «Con Wayne non è così.»

«Beh, mi sembra ovvio.» ribatté Rowan, «Wayne è tuo amico.»

«Pensi che io e Mike non siamo più amici?» domandò lei, sgranando gli occhi, «Guarda che lui non se n’è accorto!»

«Non mi riferisco a… a… Georgia, scusami, perché pensi di stare male?»

«Perché sono molto protettiva e possessiva.» rispose lei prontamente. «Sono un’amica che si ingelosisce. Un po’ come Hannah.»

Lui fece una smorfia: «Come no.»

Georgia lo fissò e lui la guardò direttamente negli occhi, poi trasalì di nuovo.

«Ma tu ci credi sul serio!» esclamò sconvolto.

«Oh, per favore, non sono innamorata di Michael. Non posso esserlo, lo sarei dovuta essere da prima che si fidanzasse…»

«Ma infa… Voglio dire… Certo che tu somigli proprio tanto a Helen.» borbottò, sconfitto.

«Considerato che lei è più piccola, è lei che somiglia a me.» commentò Georgia, tranquillissima.

Rowan si alzò in piedi: «Vedi? C’è un motivo se non mi sono mai avvicinato prima! Tu sei sempre così perfetta in tutto che sei fastidiosa! Sei bella, sei buona, sei simpatica, sei gentile con tutti… Pensavo fossi noiosa!»

«Hai elencato anche qualità di Helen.» fece presente lei.

«Con lei è diverso.» ribatté subito Rowan, contrariato.

«Allora cos’è cambiato?» domandò Georgia, inclinando leggermente la testa, «Se mi trovavi noiosa e hai usato il tempo passato, devo aver fatto qualcosa di particolare.»

Rowan la guardò di sottecchi, dandole l’impressione di essere ancora in imbarazzo, cosa veramente strana da parte sua: «Michael mi ha raccontato di quanto tu non sia perfettina

«Co… Oh. Certo. Io l’ho detto alle mie amiche dopotutto.» mugugnò lei, avvampando, «Ma ehi, avevo sedici anni e siamo entrambi adulti e consenzienti…»

Rowan la guardò sbigottito e lasciò che lei continuasse a blaterare a vanvera. Quando lei si bloccò, evidentemente in pausa di riflessione, sbottò: «Di cosa accidenti stai parlando?»

«Di quando lo abbiamo fatto in un’aula! Va bene, non era il posto migliore, ma non vuol dire che io sia un ragazza che-»

«Fatto cosa

Si squadrarono sospettosamente e poi entrambi sobbalzarono e Georgia si portò una mano alla bocca. Rowan si alzò e cominciò a camminare in una direzione a caso.

«Non te l’aveva detto?»

«NO!»

«Ma allora tu di cosa parlavi?»

«Michael mi ha detto cose in generale! Motivo per cui mi piacevi ancora meno!»

«Mi stai confondendo.»

«Sono confuso anche io.» ammise Rowan con un sospiro, lasciandosi di nuovo cadere seduto accanto a lei, «Il fatto è che…»

«Che?» domandò lei, poggiando le mani sul letto e piegandosi verso di lui.

«Tu… Io potevo capire Cedric, ma tu… Tu sei sempre stata più un migliore amico di quanto non lo fossi io, anche se sei una ragazza.»

«Vuoi dire che eri…»

Preferì non dire “geloso” ad alta voce, e Rowan voltò la testa e annuì seccamente, fissando il muro.

«Senza offesa, ma questa è la cosa più carina che abbia mai sentito.»

Il ragazzo si portò una mano alla fronte con ostentata disperazione e poi tornò a guardarla: lei stava sorridendo terribilmente divertita.

«Ed è un po’ quello che provo io con Monica, suppongo.»

Rowan scelse di ignorare il paragone per un momento e continuò:  «Ma quest’anno Michael è impazzito.»

Il sorriso di lei si incrinò.

Lui prese un respiro profondo, «E io sarò sempre dalla sua parte, però avrei preferito che… avesse scelto un’altra persona.»

«Non te, vero?»

«NO, NON ME!»

Georgia stava ridendo di nuovo e Rowan si lasciò cadere all’indietro: «Sei impossibile. Però, vedi, sei divertente. Sei anche più cretina di quanto pensassi. Questo va bene. Questo posso accettarlo.»

«Grazie! Comunque Monica non ha ancora parlato con te, vero?»

Si era fatta seria, e Rowan la guardò mentre faceva cenno di no con la testa.

«Forse è questo che dà fastidio a tutti, il fatto che non fosse nel gruppo dall’inizio. Nei gruppi come il nostro è difficile accettare che uno di noi si leghi a una persona completamente estranea, è come se se ne portasse via una parte e lasciasse a noi solo metà amico… Però penso sia anche naturale.»

«Immagino…»

«Anche se sbaglia a non avvicinarsi a te. Ma è timida. Forse dovresti avvicinarti tu. Insomma, per quanto sia un’estranea, tu sei sempre stato un fratellino per Michael… Il che suona strano, chiamarti così, considerato che sei, tipo, quanto, venti centimetri più alto di me? Dicevo, sei sempre stato un po’ un fratello un po’ un migliore amico per lui, se una ragazza decide di stare con Michael deve fare conto col fatto che tu sarai sempre nella loro vita.»

Rowan si tirò a sedere e la fissò, cercando di capire se fosse sincera. Aveva sempre temuto che quando Michael si fosse fidanzato con Georgia ci sarebbe voluto poco perché loro entrassero nel loro mondo e scordassero tutti gli altri. Certo, ora questo non poteva succedere, ma ciò non toglieva che ora era curioso di sapere cosa lei ne pensasse.

«Se, solo per esempio, tu fossi la fidanzata di Michael… Mi avresti costretto a parlarci da prima? Con te?»

«No! Non ti avrei costretto a far nulla, credo.» rispose lei, «Certo, però, avrei sempre saputo che se ci fossimo sposati avremmo avuto una stanza per te a casa. O magari saremmo vissuti nella stessa strada e saresti stato spesso a pranzo da noi. No?» gli chiese conferma.

Rowan le sorrise e annuì: «Ovvio. Sai cucinare?»

«Da quando avevo otto anni.» rispose lei orgogliosamente. «Dovevo cucinare per mia sorella, sai.»

«Ho sentito qualcosa del genere…»

«Anche tu hai una sorellina, vero?» domandò lei e Rowan annuì entusiasticamente, «Ma nessun fratello o sorella maggiore.»

«A parte Michael.»

«Certo, a parte lui.» convenne Georgia in tono di chi aveva finito il suo discorso, guardandosi attorno, «Bel fermaglio.»

«Cosa?»

Lei lo indicò: «Bel fermaglio, quello col fiorellino. Nuovo tuo stile notturno che non ha niente a che vedere con la ragazza che penso io, vero?»

Rowan quasi sbiancò all’insinuazione: «È di Sheldon!» mentì velocemente.

«Di… Sheldon

«Sì!» si affrettò a confermare lui, lanciandosi a razzo per prendere il fermaglio e metterlo via, «Si veste da donna. È francese, lì hanno abitudini diverse.»

«Non dirlo a Cindy, lei ci crederebbe.» rise lei.

«Senti…» disse lui, dopo aver chiuso il baule ed essersi calmato, «Tutto bene stamattina con Monica?»

«Credo…» Rowan lo prese come un sì, ma Georgia continuò: «Che ci siamo dichiarate guerra, tra sorrisi e tutto.»

«Cosa

«Beh, ci siamo lanciate frecciate tutto il tempo, mascherandole da buoni consigli… A me non piace, te lo dico chiaro e tondo. Se vuoi andare a dirlo a Michael… Beh, evita.»

«Ovvio che non lo vado a riferire a lui, non piace neanche a me.» borbottò lui.

«C’è qualcosa di sbagliato in lei, che va oltre il fatto che io sia gelosa. Ma non mi crederebbe nessuno… Non sul serio, neanche io poi so cosa esattamente sia… Forse è solo che non sono abituata alla sua presenza… Ma so che quando lei è con lui non mi sento più la benvenuta accanto a Michael.»

«E c’eravamo noi prima.» l’assecondò Rowan, pensando che in effetti si sentiva allo stesso modo.

«Non voglio essere meschina, però sento che prima o poi finirò con l’affatturarla anche solo perché mi ha guardata nel momento sbagliato.»

«Chiedi a Megan di farlo.» le suggerì e Georgia rise.

«Lo farebbe. No, penso che proverò a passare un po’ di tempo con Dorian e con gli altri.»

«Non ti innamorerai di Dorian.» sentenziò lui.

Georgia lo guardò.

«Non riuscirai a farcela. Ti accontenterai e Dorian ci starà male.»

«Non preoccuparti, non ho intenzione di uscirci assieme in quel senso…» lo rassicurò lei, «E per quanto riguarda l’amore… Non mi capisco, lo ammetto. Non voglio neanche pensarci.»

«Ho provato a convincere Mike a non farti uscire con Monica ma niente.» ricordò Rowan, «Se gli farete pensare di aver legato, magari lui si convincerà che è così. Forse dovresti metterti d’accordo con lei. Prima che lei gli dica che la odi, o cose del genere. Non che sia una cattiva idea anche quella, magari si lascerebbero…»

«La vuole sposare, Rowan… Sceglierebbe lei. Ha scelto lei. Se voglio restargli amica devo sorridere.» replicò Georgia stancamente.

«Sì, beh, se sorridi come hai sorriso l’ultimo mese non inganni nessuno, ti avverto che eri agghiacciante. Lance non è più pauroso come al primo anno ma è stato tentato di cambiar strada più di una volta quando eri con quei due.»

Georgia sbuffò una mezza risata che sapeva di pianto: «Beh, ora ho un alleato in più.»

«Chi?»

Lei lo guardò male e Rowan rise.

In quel momento i suoi compagni di stanza rientrarono, fermandosi tutti alla vista di Georgia come se fosse un’apparizione.

«Sì, è esattamente come pensate.» disse lei, alzandosi in piedi.

«Io e Georgia ci amiamo.» concordò Rowan, poggiandole un braccio intorno alle spalle.

«Ma va là…» sbottò Geoffrey, andando al proprio letto. Gli altri si rilassarono e la salutarono.

«Beh, grazie per l’aiuto, co-testimone.» disse Georgia, andando alla porta. Lui l’accompagnò.

«Come farai a fargli da testimone, a proposito?» sussurrò lui.

«Mi drogherò prima della cerimonia. Nah, preferisco quello che finire col fare da damigella a tu-sai-chi.»

«Che detto così…»

«Grazie, Rowney.» disse lei, fermandosi a dargli un bacio su una guancia: «Sei un amico. Un amico strano che mi disapprovava fino all’anno scorso, ma comunque un amico.»

Lui arrossì appena e le sorrise: «Quando vuoi. E non ti disapprovo più.»

«Ci credo, guarda la mia concorrenza…» rise lei.

«Ah, ah, non è proprio Hufflepuff questo atteggiamento…» la bacchettò scherzosamente lui.

Georgia gli mandò un bacio e scese le scale di corsa, salutando chi era rimasto in sala comune, tra cui Megan che stava parlando con Stephen di una qualche pozione, Wayne che preparava la scacchiera e Quill che leggeva una lettera appena arrivata. Non notò neanche le occhiate delle ragazze più piccole, compresa la proprietaria del fermaglio in camera di Rowan che la seguì con uno sguardo omicida.

 

Megan si era infilata nel bagno dei Prefetti per poterne usare la vasca, dopo aver chiesto la parola d’ordine a Susan, che aveva dovuto prendere il posto di Hannah come Prefetto.

Aveva gettato la pozione nell’acqua e sapeva che sarebbe bastato immergerci il viso per potersi ritrovare in quel mondo diverso. In fondo tutto ciò che voleva era sbirciare, non c’era nulla di male in questo.

“Voglio vedere cosa sarebbe successo se Rookwood fosse stato fermato prima di arrivare a casa mia. Se i miei genitori fossero entrambi vivi…

«Voglio vedere cosa sarebbe cambiato se Rookwood fosse stato fermato prima che uccidesse mia madre!»

 

Era alla stazione nove e tre quarti ed era il primo settembre del primo anno. Megan si trovò subito, una bambina bassa e magrolina coi capelli legati in due codini. Accanto a lei c’erano i suoi genitori, entrambi, e i Goldstein. Anthony era poco più alto della replica di se stessa e stava dicendo qualcosa che lei non poteva sentire, immersa nel baccano com’era.

Megan si perse a guardare sua madre, alta, bella e coi capelli identici ai suoi e i suoi stessi occhi. Suo padre era molto più giovane e sorrideva come lei non ricordava di averlo più visto fare, mentre con una mano accarezzava distrattamente i capelli della piccola se stessa.

Megan si sforzò di smetterla di fissare sua madre e fece un giro veloce, cercando di vedere gli altri. Notò Wayne, imbronciato e stipato tra Walter e i genitori, e vide Harry Potter aiutato dai gemelli Weasley che gli stavano dando una mano a caricare il baule. Vide Malfoy che parlava a bassa voce con sua madre e Narcissa Malfoy che si piegava per sentirlo, distinta e splendida. Vide Cedric e distolse subito lo sguardo, cercando Georgia e Sally-Anne, e notando quasi per caso Neville Longbottom che quasi inciampava nei gradini del treno.

«Ma voglio andare anche io!»

«Charlotte, per favore… Georgia, scrivi

Megan si voltò così in fretta da rischiare di cadere e vide la piccola Georgia che salutava una coppia, e Charlotte, che era tenuta per mano dalla donna che aveva appena parlato. La donna aveva i capelli tra il castano e il biondo come Georgia e gli stessi occhi grandi, lo stesso sorriso. L’uomo era molto più alto e aveva i capelli scuri; accanto a lui c’era una donnina anziana che salutava agitando un fazzoletto.

«No…» sussurrò Megan, chiedendosi come fosse possibile, cosa c’entrassero loro con Rookwood, e poi si ritrovò sbalzata in Sala Grande, accanto al Cappello Parlante.

«GRYFFINDOR!» urlò il Cappello e l’altra Megan trotterellò al tavolo, salutando Anthony con un gesto della mano, lui che era già tra i Ravenclaw e che sembrava un po’ triste.

Si vide festeggiare con tutti per Potter, e poi anche Georgia fu smistata a Gryffindor, con sua enorme sorpresa, e si sedette vicina a lei.

«Anche mia madre e mio padre erano Gryffindor!» annunciò la piccola Megan, «Il Cappello era indeciso, ma io volevo essere come loro…»

«Anche i miei erano qui!» dichiarò Georgia, «Ehi, riesci a vedere la cicatrice?»

La piccola sé si sporse, cercando di ammirare il segno distintivo del Bambino Sopravvissuto. Megan restò a chiedersi quanto Georgia fosse cambiata dall’esistenza dei suoi genitori nella sua vita.  

 

Si vide dividere la camera con Hermione Granger - tutte le ragazze se ne stavano per conto proprio, tranne Lavender e Parvati che sembravano aver legato fin da subito – e si chiese se sarebbe diventata amica del trio. O se Georgia lo sarebbe diventata, molto più probabile visto il suo carattere. Improvvisamente tutto si mosse in modo brusco e nauseante e lei si ritrovò a guardare la stanza e loro che vi si muovevano dentro a tutta velocità, mentre il sole sorgeva e calava ogni due secondi. Pensò di aver rotto in qualche modo la vasca o che la pozione fosse già arrivata alla fine del suo lavoro, ma poi tutto rallentò di nuovo.

«Weasley è solo un antipatico, lascialo perdere» stava dicendo Georgia, mentre Hermione piangeva disperata. La piccola Megan le stava passando dei fazzoletti.

«Se vuoi te lo picchio.» le offrì, e la vera Megan sogghignò. Questo non era cambiato neanche con sua madre viva.

«N-no…»

«Hai un aspetto terrificante.» annunciò Georgia, mancando considerevolmente di tatto, «Vuoi che ti porti da mangiare in camera?»

«No, ho già passato il pomeriggio a piangere in bagno come una stupida, non mi nasconderò più…» borbottò Hermione, «È anche Halloween… Voglio vedere la festa.»

«Io devo andare da Anthony!» esclamò la piccola Megan, che sembrava esserselo ricordato solo in quel momento.

Lei pensò che non fosse comunque molto amica di quelle due, non ancora almeno, e che forse sarebbe stata lei quella appiccicata ai Ravenclaw.

 

Poi accadde qualcosa che Megan non comprese: invece che vedere se stessa si ritrovò in giardino accanto a Ron Weasley e Harry che si dividevano cioccorane. Il “Re” quasi soffocò e sollevò una figurina: «Harry! Trovato!»

«Cosa?» domandò subito lui, e poi Megan vide la Sala Grande. Mentre ancora si chiedeva cosa ci fosse di importante in quelle piccole differenze, come loro che consolavano Hermione e festeggiavano il primo Halloween assieme o Weasley che trovava una figurina nelle cioccorane, e quali grandi cambiamenti avrebbero comportato, dato che se gli era stato mostrato qualcosa doveva pur significare, la piccola se stessa andò a sbattere contro Wayne.  

«Scusa.» disse Wayne.

«Niente.» rispose inaspettatamente la piccola Megan.

«Ma noi eravamo così piccoli al primo anno?» si domandò Michael a voce alta e Cedric nascose un sorriso dietro una mano. Megan quasi svenne a rivederselo davanti vivo e felice.

«Come ti chiami?» domandò la piccola sé, con una voce innocente che non le apparteneva.

«Io? Michael Stebbins.»

«Michael Stebbins, quando imparerò le fatture ti verrò a cercare.»

Megan vide la faccia di Michael e scoppiò a ridere, senza neanche realizzare che fino a un attimo prima piangeva, poi sentì Walter dire: “Mi piace. Amichetta tua, Wayne?” e si ritrovò in infermeria di colpo, stavolta senza neanche avvertire lo spostamento.

C’erano Georgia, in uno dei letti, accanto a Ron che aveva la testa fasciata, Hermione e la piccola sé. Due letti accanto c’era anche Harry Potter, che dormiva ed era molto pallido.

«Il preside Dumbledore ha detto di non dirlo a nessuno.» stava spiegando Georgia a Ron, che si era evidentemente appena svegliato.

«Ma io non ho capito come tu ci sia finita in mezzo.» ribatté la se stessa più giovane.

«Colpa mia.» annunciò Neville, che Megan notò solo in quel momento nel letto accanto, «Io volevo seguire Hermione per darle una mano, Hermione ha seguito loro per fermarli-»

«Non ti fai mai i fatti tuoi, Granger.» precisò Ron Weasley, ma in un tono di pura simpatia che fece sorridere la ragazzina. Megan pensò che da quel momento sarebbero stati amici anche in quel mondo. Strano che non lo fossero diventati da subito, forse era colpa della presenza di altre ragazze decenti in camera con Hermione.

«E meno male che eri con noi! Solo tu avresti potuto sistemare la Tentacula Velenosa!» esclamò Georgia, rivolta a Neville. «Io sono andata subito a cercare aiuto, comunque. Per questo ci sono finita in mezzo.» rispose poi alla piccola Megan.

«Ma cos’è che c’era lì sotto?» domandò allora lei.

«Non lo sappiamo.» risposero tutti all’unisono.

Megan ebbe l’impressione che stessero tutti mentendo, Neville compreso.

«Comunque io ho chiuso con questo genere di avventure.» annunciò Georgia, che se aveva notato non aveva dato impressione di volerne sapere di più.

«A chi lo dici…» commentò Neville.

Hermione non aprì bocca; Ron la notò e il suo sorriso si fece più largo.

 

L’altra sé e Anthony erano seduti in una veranda, e lei stava facendo le bolle con un giocattolo babbano.

«A che ora arriva Kevin?» gli domandò.

«Tra mezzora. Si sta portando Cindy e Dorian.»

«E certo, perché non si porta dietro tutta Sfigapuff?» sbottò lei.

Megan si sbatté una mano in fronte.

«A me stanno simpatici tutti.» disse Anthony diplomaticamente, «A parte Perks.»

«A me stanno sulle scatole tutti, a parte Susan e Hannah che mi sono indifferenti. Soprattutto Wayne e quei suoi amici di merda. Tranne Diggory magari, lui si salva.»

«Sapevo che l’avresti detto, hanno tutte una cotta per lui.»

«Preferisco il professor Snape.» ribatté lei, facendo qualche altra bolla.

«Sicuramente meglio di Lockhart, lo ammetto.»

«Già.»

«Sai cosa dovremmo fare?» saltò su Anthony. Megan aspettò una spiegazione ma l’altra Megan stava già annuendo, avendolo capito al volo.

«Lo vado a dire a mamma!»

 

Ci furono altre scene, in cui Megan notò che Georgia sembrava più immatura di quella che conosceva: era naturale, del resto non aveva mai dovuto occuparsi della sorellina né prendersi cura di stessa; aveva una madre, un padre e potenzialmente un fratello maggiore, ecco perché era una persona diversa, che invece che il lavoro duro preferiva l’avventura, esattamente come tutte le persone adulte che conosceva. E se Georgia era cambiata, chissà com’erano diventati i loro amici senza averle praticamente mai conosciute…

 

«Bottom, preparati!» gridò Michael in mezzo al corridoio, causando non poche risa e un salto da parte di Neville.

Appunto, pensò Megan.

«Bottom è proprio un nome adatto a lui!» rise Rent.

Michael puntò la bacchetta verso Neville, che sbiancò.

«Non c’è bisogno di affatturarlo, è già un disastro ambulante…» commentò Malfoy di passaggio.

«Non voglio affatturarlo… Ti piacerebbero i capelli gialli e neri?» sghignazzò lui.

«Ma lascialo in pace!» gridò Georgia, sbattendo la porta dell’aula da cui era appena uscita, «Perché non te la prendi con uno della tua taglia?»

«Sto solo giocando!» protestò Michael, «E tu chi sei, la fidanzatina? Il bambolotto non si sa difendere da solo?»

Megan assottigliò lo sguardo e poi si rese conto che Michael non era mai stato tenuto a freno da Georgia né tenuto occupato da lei, era semplicemente cresciuto solo con gli altri ragazzi ed era più selvatico del loro Michael effeminato. Oltre che un imbecille ad un livello diverso e superiore.

«Non sono la sua fidanzata e non ha bisogno del mio aiuto, ma tu sei veramente irritante quindi stai infastidendo anche me.» sbottò Georgia, e Rent e Jack fischiarono. Loro due erano chiaramente ancora allo stadio di “persona unica divisa in due corpi”.

«Mike, che succede?» domandò Cedric, raggiungendolo. Megan si irrigidì ma notò che il ragazzo aveva fatto una smorfia, come se non volesse farsi vedere così.

«Una del terzo, credo, vuole pestare Michael!» annunciò Walter esilarato.

«Non bastava Megan Jones…» commentò Wayne e la sé più piccola fece la sua apparizione colpendolo con la cartella mentre passava.

«Tanto so che le piaccio già.» commentò Michael, tornato tranquillo, e Georgia lo fissò truce.

«Le persone arroganti come te mi fanno vomitare.»

«Cos’hai detto?» si mise in mezzo anche Sandy Fawcett.

«Calma, calma, è una ragazzina…» rise Michael, «Non te lo tocco il tuo amico, d’accordo? Voi Gryffindor dovete fare di tutto una causa…»

«E voi Hufflepuff dovreste essere brave persone… Sicuro di non aver sbagliato casa? Prendi sempre in giro Harry, anche lui più piccolo di te, e anche Neville che non ti ha fatto niente, solo perché sei più grande e puoi permettertelo…»

«Quanto sei permalosa!» protestò Michael, «Se sono così cattivo non ti conviene provocarmi, potrei affatturare anche te.»

Georgia sorrise malignamente: «Se non mi affatturi è perché sei furbo, non perché sei buono.»

«Diglielo!» rise ancora più forte Rent. Walter lo guardò con esasperazione.

Michael la stava guardando a metà tra l’ammirato e lo scioccato: «Ma chi sei? Amica di quella lì, vero?»

La piccola Megan sollevò il dito medio: «Quella lì ha un nome.»

«Il mio nome non sono affari tuoi. È maleducazione chiederlo prima di presentarsi, oltretutto.» rispose lei dignitosamente.

«E se infastidisci ancora Neville scriviamo a tua madre.» aggiunge la piccola Megan, che stava chiaramente scherzando.

«Ah beh, tanto vivo con Cedric.» fece spallucce lui, ignorando la folla che stava ascoltando.

«Scriverò alla signora Diggory.» ribatté Georgia, che non sorrideva affatto, «E prima di farlo cercherò un incantesimo castrante. Sei avvertito.»

E girò i tacchi.

Michael restò a bocca aperta mentre gli amici gli facevano le condoglianze, e poi sorrise a Cedric: «Chi diavolo è quella ragazzina?»

«Non lo so, ma hai smesso di infastidire quel povero ragazzino, quindi spero di rivederla presto. Non è dello stesso anno di Megan Jones?»

Michael cominciò a dire qualcosa, passando oltre a Sandy Fawcett senza neanche rivolgerle uno sguardo. Del resto lei e le sue amiche stavano già prendendo in giro una ragazza, e Megan riconobbe che era Monica. Né Michael né nessun altro vi badò.

 

Non ebbe troppo tempo per rifletterci sopra perché ebbe una rapida visione di Michael che cominciava a correre dietro a Georgia dappertutto, e poi si vide litigare con Wayne e uscire con Anthony e gli altri Ravenclaw.

«Potter puzza!» sentì urlare quando il cambio di scene si fermò, lasciandola in cortile.

«STEBBINS!» ululò Georgia.

Megan ebbe la netta impressione che lui stesse solo cercando di attirare la sua attenzione, a giudicare dalla sua espressione vittoriosa.

Poi si rese conto di che anno fosse, quello con gli slogan anti-Potter, e gelò.

 

«Runcorn! Ehi, Runcorn!»

Adesso le divise erano estive. Rabbrividì, sapendo cosa stava per succedere.

«RUNCORN!»

«Cosa, Stebbins, cosa?» sbottò Georgia, alzando gli occhi al cielo.

Megan si accorse che ora con loro due c’era anche Wayne, e che sia lui sia l’altra sé più giovane sembravano contrariati.

Evidentemente litigavano anche lì, tanto per far compagnia a Georgia e quella versione mezzo-Slytherin di Michael.

«Vieni con noi ad assistere alla terza prova? A sederti vicino a noi?» domandò Michael, allegro.

Lei sentì un dolore sordo all’altezza dello stomaco.

«Preferisco sedermi vicino alla piovra gigante.» rispose Georgia lapidaria.

«Eddai

«Tu cosa fai?» domandò Wayne e l’altra sé si strinse nelle spalle.

«Se il giorno porti tu da mangiare e bere, io mi siedo con voi.»

«Sei allucinante, Jones.»

«Ora che ci penso c’è Cedric, non è niente male come idea…»

Megan pensò di aver capito male, poi Michael si accodò al loro gruppo e Georgia sbuffò sonoramente.

«Secondo me Cedric sarebbe stato un gran Campione.» decretò.

«Mi stupisco che tu non l’abbia obbligato a partecipare.» commentò l’altra Megan.

«Beh, ci ho provato, ma mi sono annoiato subito…» rispose Michael con leggerezza.

«Mai sentito parlare di pazienza?» ribatté Georgia, alzando gli occhi al cielo.

«Tutta la mia pazienza è nell’aspettare che tu decida di uscire con me.»

Megan non riuscì a seguire il resto del discorso e si accasciò a terra: Cedric non era un Campione, non lo era diventato perché Michael non aveva insistito. Michael non aveva insistito perché era un Michael diverso senza di loro, meno innocente, per quanto fosse strano definirlo tale, meno dolce, più impulsivo e più distante.

E Cedric non sarebbe morto in questa realtà.

 

«Non sai altro allora?» domandò Georgia a Hermione, che era raggomitolata a letto e accarezzava il suo gatto.

«Non so nient’altro. So solo che se Harry dice che Tu-Sai-Chi è tornato, dev’essere vero.»

«I miei vogliono farmi ritirare, si sono convinti subito appena gli ho scritto quello che ha detto.» sbuffò l’altra Megan, «Perché mia madre e mio padre sono figli di babbani… Ma che c’entra? Chi li sta calcolando, vorrei sapere.»

«I miei per fortuna non stanno facendo storie, però mio fratello è rientrato dalla missione in anticipo, credo voglia essere a casa per quando rientro.» commentò Georgia.

«Già… Povero Harry però… e meno male che Angelina è svenuta prima di arrivare alla Coppa.» sospirò Hermione.

Megan chiuse gli occhi. Quando li riaprì sentì la propria voce stridula domandare:  «Stai uscendo con chi e vide che Hermione era sparita e c’era soltanto Georgia, vistosamente in imbarazzo.

«Con Kevin!»

«Con chi

«Megan!» protestò lei.

«Ti rendi conto del perché ci stai uscendo, vero? È ovvio che lui ti ricordi Michael!»

Georgia si incupì: «Non è così, Michael non è il mio tipo e lo sai.»

«Bah, non so quanto ci si può fidare dei “tipi”… Wayne sta uscendo con la Perks.» ribatté l’altra sé.

«CON CHI?» urlò Megan, quella vera.

«No, guarda che era Michael quello.» precisò Georgia.

«Oh… Cosa?» esclamò di nuovo la vera Megan.

«Oh. Con chi sta uscendo Wayne?» domandò la sé più piccola.

«Con Cindy.»

«Con chi?» bisbigliò la vera Megan, sconvolta.

«Sai che verrete piantati entrambi perché Kevin e Cindy finiranno assieme, sì?»

Georgia sbuffò, «Me ne rendo conto. Certo, ci ho messo più tempo di te. Tu hai questo sesto senso quando si parla di sentimenti…»

Megan, stralunata, guardò la sé più piccola: lei aveva cosa? Ma forse dipendeva dalla presenza di una madre, doveva essere quello…

E come evocata, la scena si spostò su un Natale, non sapeva se quello del quinto anno o quello del sesto, e lei e sua madre erano sedute su un divano di un salotto che Megan non conosceva ma che era pieno di oggetti che urlavano il suo nome e di foto. Suo padre stava parlando col padre di Anthony in cucina e c’era la sorellina di Anthony seduta per terra a guardare la televisione, mentre di Anthony e sua madre non c’era traccia. La vera Megan si sedette sul divano accanto alla madre, sapendo che non avrebbe potuto vederla né toccarla, ma che perlomeno l’avrebbe sentita vicina, anche solo per finta, e restò appoggiata accanto a lei per un po’, limitandosi a guardarla.

 

«Siamo anche noi nel DA!» esclamò Georgia, con le mani piantate sui fianchi.

Megan si guardò attorno: erano sul ponte e Harry e Hermione erano sporchi di sangue. Erano tutti malconci in realtà.

«Ma non… Senza offesa, Georgia, ma non sei esattamente la miglior duellante…»

«E allora? Se ci ritroveremo contro i Mangiamorte nessuno di noi avrà scampo a prescindere!» la difese Ginny.

Megan capì che era la fine del quinto anno e rabbrividì.

«Sentite, fate quello che vi pare.» sbottò Potter, «Megan, tu non vieni.»

«Co-»

«Vai a cercare Snape, lui è legato a… a Sirius in un certo senso. Digli che stiamo andando al Ministero! Georgia, accompagnala, nel caso la squadra di Inquisizione si sia ripresa. Gli altri vengano con me.»

«Non ha bisogno di aiuto, Megan è capacissima di difendersi!» protestò Georgia.

«D’accordo allora! Ma qualcuno deve avvertire Snape che…»

«Ho capito, vuoi meno gente possibile.» sbuffò l’altra Megan, «Vado. Buona fortuna.»

Megan la guardò correre via e pregò che Georgia non ci lasciasse la pelle.

Fu accontentata, ritrovandosi in infermeria. Michael era al capezzale di Georgia.

«Per fortuna sono arrivati subito il professor Lupin e altri amici di Harry…» stava dicendo lei, «Non posso credermi di essermi persa quasi tutto, però almeno Hermione è rimasta illesa.»

«È incredibile che non sia morto nessuno.» mormorò Michael, «Tu non hai idea di che paura abbia avuto quando Megan mi ha detto che eri andata via con loro!»

«Mike…» sussurrò Georgia, accarezzandogli il viso pallidissimo, «Sto bene, mi vedi?»

«Mi hai chiamato Mike.» sorrise lui, prendendole la mano, «Sono innamorato di te.»

Georgia restò a bocca aperta. Megan incrociò le braccia, pensando che questa non se la doveva perdere, visto che la sua realtà faceva schifo.

«Tu non sai cosa stai dicendo.» disse infine Georgia.

«Lo so invece, e credo che tu provi lo stesso per me.»

«Ti rendi conto che stai per lasciare la scuola, Michael? Che senso ha dirmi una cosa simile ora?» si lamentò lei, arrossendo e voltando il viso.

«Ha senso, perché che io sia a Hogwarts o meno non fa differenza. Voglio stare con te, non importa dove siamo e con chi siamo temporaneamente, voglio stare con te e se questo non è possibile voglio che almeno tu sappia che mi sono innamorato di te dal primo momento in cui abbiamo litigato. Te lo ricordi?»

Georgia ridacchiò: «Certo che me lo ricordo.»

«Così è come dovrebbe andare.» commentò Megan, pensando con fastidio a Monica.

E poi ci fu un’accelerata temporale, di nuovo, e si ritrovò a vedere se stessa che chiedeva a Wayne se sarebbe andato allo Slugclub.

«Io faccio pena in Pozioni.» confessò lui, «Tu sei invitata?»

«Già. Vuoi venire con me?» domandò lei, e, con grande orrore della vera Megan, arrossì.

«Se vuoi.» accettò lui, poi la guardò perplesso, «Come mai me lo chiedi?»

«Perché mi fa piacere andare con te.»

«Oddio…» gemette Megan, sentendola rispondere questo e facendosi un giro per la Sala Grande per non sentirsi parlare come l’eroina di una storia romantica. Fu in quel momento che notò che Quill era seduto da solo, lontano da tutti, mentre Stephen era accanto a Wayne ma impegnato a leggere.

Capì subito, dall’occhiata rancorosa di Quill, che il fatto che nella realtà lei avesse tenuto Wayne spesso occupato aveva permesso a Stephen di restare con lui, e che il modo in cui il gruppo si era unito dal quarto anno in poi aveva permesso a tutti di diventare più legati tra loro e di non lasciare nessuno escluso. Qui, invece, Quill non aveva probabilmente nessuno, considerato che non aveva una personalità ma solo un insieme di paure.

Si accorse anche che Anthony guardava verso l’altra lei e sorrideva sornione, mentre Kevin e Cindy, tenendosi per mano, facevano i fidanzatini appiccicosi.

Il tempo di girarsi e anche la scena era cambiata: sembrava fosse san Valentino e Quill aveva offerto dei fiori a Susan, che sembrava molto a disagio.

«Scusami, ma… Non posso. Non posso accettare, Rivers

«Capisco…» mormorò lui, e Megan pensò che non avesse capito affatto, a giudicare dalla sua faccia.

E poi si scatenò il finimondo e lei non comprese più nulla, sapeva solo di trovarsi in mezzo a delle macerie che non riuscì a riconoscere, troppo occupata a riprendersi dal capogiro che le aveva dato quel salto in avanti. Pensò che fossero passati molti anni se aveva preso un tale colpo.

«WEASLEY, VIA DI LÌ!» sentì urlare e riconobbe Cedric all’istante, com’era ovvio dato che quella voce la perseguitava nei suoi incubi. Poco dopo ci fu un’esplosione orribile e lei si coprì gli occhi, temendo di vedere cadaveri davanti a sé.

«FRED! PERCY! STATE BENE?»

«SÌ! GRAZIE, DIGGORY! RON?»

«TUTTO BENE!»

«STRAMALEDETTO ROCKWOOD! PER POCO NON CI AMMAZZA!»

Megan pensò con orrore che quella sembrava proprio Hogwarts; fu poi urtata da un bellissimo uomo coi capelli neri e gli occhi grigi, alquanto familiare, e fece per seguirlo, ma si ritrovò in una foresta, forse quella Proibita, e accanto a lei c’era Stephen col fiatone.

Ci fu un movimento tra le fronde e apparve Quill.

Stephen alzò le mani: «Quill, ragiona! Sono i tuoi genitori, non tu! Sono tuo amico!»

«TU NON SEI MIO AMICO!» urlò Quill, «Wayne è il tuo amico, io sono nessuno! Spiegami perché dovrei rischiare di morire per voi!»

«Perché è giusto lottare per il bene!»

«Il bene è quello della mia famiglia! Non lo sacrificherò per i miei compagni di scuola che a malapena mi parlano!»

Megan rabbrividì alla vista della disperazione di Quill, che era magrissimo e i cui occhi sembravano fuori dalle orbite. Di certo quello non era il Quill che conosceva lei, lo avevano cambiato in meglio, lui di certo non li avrebbe traditi, qualunque cosa stesse succedendo. Gliel’aveva letto in faccia, a Hogsmeade. Lo avevano completamente conquistato, genitori Slytherin o meno.

«Stupef-» cominciò Stephen, ma un fascio di luce viola gli attraversò l’addome e lui crollò a terra, forse senza vita. Quill strillò e scappò via.

Megan si accucciò accanto a Stephen e provò a sfiorarlo, ma le sue mani gli passarono attraverso. Quando si rialzò in piedi stava guardando un letto su cui l’altra se stessa riposava, e Wayne era accanto a lei. Sorrise, pensando al fatto che non importava quanto fossero diversi, riuscivano sempre a essere insieme.

Poi si accorse che Wayne piangeva ed ebbe paura per quella Megan che non aveva ancora conosciuto il dolore di sopravvivere a qualcuno. Ovunque e in qualunque momento fosse avvenuta quella battaglia dovevano aver lasciato da poco Hogwarts, erano giovanissimi…

 «Wayne?» chiamò l’altra Megan, mettendosi a sedere. Wayne la baciò senza il minimo preavviso, e fu strano vedersi arrossire come se ci fosse motivo per farlo.

«Volevo farlo ora perché voglio che tu sappia che mi sei sempre piaciuta, non è una conseguenza del volerti far sentire meglio.»

«Okay.» accettò l’altra Megan, perplessa, «Cos’è successo

«Stanno ancora contando i morti.» cominciò Wayne. Entrambe le Megan si irrigidirono. «Michael Stebbins è morto. Cedric è vivo e vegeto ma è sparito dopo che l’ha scoperto. Non abbiamo ancora trovato Stephen dei nostri e Lavender dei vostri…»

Megan sapeva benissimo che tutto questo sarebbe cambiato per il semplice fatto che lì Cedric era vivo e che erano persone diverse, eppure non poté impedirsi di doversi sedere di nuovo a terra per non cadere, prendendosi la testa tra le mani mentre i singhiozzi dell’altra sé riempivano la stanza.

«Georgia è sottoshock ovviamente…» continuò Wayne.

«Anthony?» domandò lei.

«Lui sta bene, per fortuna… Kevin l’ha salvato, ma ha perso una mano. È morto anche Rent, un amico di mio fratello, mentre Dean Thomas si è ferito aiutando Cho Chang e pensiamo che potrebbe aver perso l’uso di una gamba per colpa della magia oscura. Quando si usano certi incantesimi non ci sono cure che valgono.»

«Oddio… Gli altri Gryffindor che conosco?»

Megan si chiese se tutti quelli del DA si fossero radunati per dar battaglia, cosa probabile visto che erano stati nominati praticamente solo i membri e chi era vicino a loro, o se molti studenti di Hogwarts si fossero presentati per qualche motivo particolare. Forse erano stati richiamati da Harry Potter…

«I Weasley hanno perso la madre per colpa di Bellatrix Lestrange. Stava cercando di salvare Ginny, ma Bellatrix era troppo per lei.»

«Michael…» sussurrò Megan, quella vera, «Cedric e Georgia non si riprenderanno mai.»

«Anche se non avevo tutta quella confidenza con lui, mi sento comunque così male…» mormorò l’altra sé.

E senza alcun preavviso la scena cambiò, e l’altra Megan stava piangendo tra le braccia di sua madre, sempre nello stesso letto.

«Andrà tutto bene, tesoro, te lo prometto.» le disse sua madre, accarezzandole i capelli, «Ci sono io ora.»

«Siamo così fieri di te.» aggiunse suo padre, guardandola con affetto.

«Mamma…» chiamò la vera Megan, e Cordelia si guardò per un momento attorno, confusa, prima di continuare ad accarezzare i capelli dell’altra figlia.

Lei trasalì: «Mamma!»

«Leo, hai detto qualcosa?» domandò la donna.

Megan dimenticò completamente l’orrore appena provato, cancellò tutto ciò che non fosse sua madre che era viva e le rispondeva e si avvicinò a lei.

«Mamma!»

Tutto ciò che voleva era prendere il posto dell’altra Megan, per quanto egoista fosse. Quella Megan che non aveva mai perso alcun amico stretto, che poteva ancora conoscere Cedric, che aveva Anthony, Georgia e potenzialmente Sally-Anne e Stephen se non erano morti anche loro, che aveva già combattuto la sua battaglia e aveva una famiglia normale a darle forza.

 

Poi si ritrovò a tossire senza neanche sapere dove fosse e capì di essere sdraiata a terra solo dopo qualche secondo di confusione. I capelli erano appiccicati al suo viso e pensò di stare piangendo, ma si rese subito conto di essere semplicemente fradicia, oltre che gelata e nauseata.

«E lo sapevo che avresti fatto una stronzata!»

«Respira?»

«Sì, è anche sveglia.»

«Devo chiamare qualcuno allora?»

«No, se non vuoi farla espellere.»

Megan si guardò attorno e vide Wayne quasi sopra di lei, e con lui Stephen, Susan e Quill.

«Stephen ci aveva raccontato delle pozioni che avete visto, lo sapevo che l’avresti provata.» riprese Wayne, furioso, «Appena Susan ci ha detto dov’eri era ovvio che non ti stessi facendo solo un bagno.»

«Perché, di solito non mi lavo?» sbottò lei, mettendosi a sedere, «Che è successo?»

«Siamo entrati ed eri dentro la vasca, pensavamo fossi annegata!» esclamò Susan in tono accusatorio, prima di cominciare ad asciugarla con il getto d’aria calda della bacchetta. 

«Devo essere caduta dentro mentre cercavo di avvicinarmi a… Comunque perché non me ne hai parlato, se sapevi che l’avrei provata?» sviò Megan.

«Perché non posso nominare ogni pozione potenzialmente mortale al mondo per dirti di non provarla! Mi aspettavo che ne parlassi tu!»  ribatté Wayne seccamente.

«Noi andiamo.» disse Quill, tirando Stephen per una manica.

«Stephen!» esclamò Megan, saltando in piedi. Wayne la aiutò a tirarsi su.

«Cosa?» domandò lui, allarmato, «Non hai mai detto che avrei dovuto tenere segrete le pozioni!»

«Non volevo rimproverarti.» fece presente lei, chiedendosi perché avesse sentito il bisogno urgente di abbracciarlo. Cercò di ricordare cosa avesse visto ma sentì le ultime memorie sfuggire via come un sogno la mattina, perché l’essere finita completamente dentro la vasca ed essere quasi affogata aveva rovinato i ricordi di buona parte di ciò che aveva visto.

«E direi, visto che avresti una bella faccia tosta» borbottò Wayne.

«Vuoi che ti chieda scusa?»

«Anche!»

«E che palle, scusa!»

«Che razza di scuse sono queste?»

Si avviarono verso il piano terra litigando, anche se Megan ogni tanto si interrompeva per guardare Quill. Alla fine il ragazzo, terrorizzato, le domandò cosa avesse.

«Non riesco a ricordare molto di ciò che ho visto alla fine, ma so che tu c’entravi qualcosa.»

«Cos’hai visto, allora?» domandò Wayne, apertamente infastidito.

«Lo dico quando ci sono tutti perché non avrò la forza di ripeterlo.» rispose lei, cupa. Wayne le prese la mano, pur mantenendo l’aria alterata.

Quando passarono per il ritratto trovarono la sala comune piena.

«Cosa sono quelle facce scure?» domandò Michael allegramente, «Tra meno di un mese è Natale!»

«Non ricominciare con il conto alla rovescia.» lo pregò Ernie, ridendo.

«Dove lo passiamo?» chiese Justin, «Io direi non a Hogwarts, così invitiamo Hannah. Potremmo prenotare da qualche parte…»

«No, venite a casa mia.» decise Sally-Anne.

«Megan stava affogando nella vasca dei Prefetti perché ha deciso di usare una stupida pozione.» annunciò Susan, «E sì, andiamo a casa di Sally perché così rivedremo Hannah.»

«Che pozione?» domandarono subito tutti.

«Una pozione per vedere come sarebbe il mondo se qualcosa fosse diverso.» rispose Megan.

«Chiarissimo.» disse Georgia.

Lei sbuffò: «Se io dicessi che vorrei vedere come sarebbe il mondo se fossi stata smistata a Slytherin, me lo farebbe vedere. Solo che c’è qualche controindicazione.»

«Come il fatto che puoi cadere nella vasca e morire.» disse Wayne. «O anzi, che è sicuro che finirai con l’immergerti e l’affogare.»

«O che ti ci butti spontaneamente quando ti rendi conto che la tua vita fa schifo e che sarebbe potuta essere migliore se qualcosa fosse stato diverso, in parole povere.» aggiunse Stephen, «C’era scritto più o meno così nel libro.»

«MEGAN!» urlò Georgia, minacciosa.

«Volevo vedere i miei genitori vivi.» sbottò lei e calò il silenzio improvviso.

«L’avrei fatto anche io.» ammise Michael, «Pazienza. È sopravvissuta, no?»

«Non sei d’aiuto.» tagliò corto Wayne.

 

«Ricordo giusto un po’ l’inizio, poi diventa tutto confuso.» spiegò Megan, appoggiando la schiena contro il gradino dietro di sé. Si trovavano nelle scale che portavano alla torre Ravenclaw, giusto per evitare di essere sentiti in Sala Grande, e con loro ora c’era il trio di Anthony e Monica.

«Hai chiesto di vedere i tuoi genitori vivi.» le ricordò Georgia.

«Ma di ogni cosa che succede ne parlate sempre con tutti?» domandò Terry, interessato.

«Perché no? Tanto lo verrebbero a sapere.» rispose Megan, facendo spallucce, «E no, ho chiesto cosa sarebbe successo se Rookwood non fosse mai arrivato a casa mia.»

«Chi?» domandò Rowan.

«Quello che ha torturato mia madre e l’ha uccisa.»

A Kevin andò di traverso la Burrobirra.

«Rowan, ma la tua ragazza? Com’è che sei sempre con noi?» domandò Ernie, perplesso, «Non che non mi stia bene…»

I Ravenclaw si chiesero se volesse cambiare argomento di proposito o si fossero tutti abituati al modo di parlare di Megan.

«Stiamo litigando perché è gelosa.» rispose Rowan con un’occhiata a Georgia.

«Sì, lo so, l’ha fatto presente anche a me.» commentò lei.

Gli sguardi di tutti andarono dall’uno all’altra.

«Mi spiace…» borbottò lui.

«Stai scherzando?» esclamò lei, «Stavo pensando di abbracciarti subito dopo, se non fosse che non voglio creare problemi.»

«Creare problemi? Mi ha imposto di non parlarti! Ci possiamo abbracciare stasera!»

«Siete diventati amici!» si rallegrò Michael, «Dov’ero io?»

«Con Monica.» rispose Sally-Anne in tono tutt’altro che felice.

Monica arrossì e Michael le mise un braccio attorno alle spalle: «Giusto. Ne vale sempre la pena.»

«Comunque, tornando all’argomento, cos’è cambiato?» domandò Wayne.

«Allora ti interessa!» esclamò Megan, indicandolo con aria soddisfatta.

«No.» rispose lui per puro spirito di contraddizione.

«Beh, prima di tutto… non so quale sia il collegamento, ma, Georgia, i tuoi genitori erano vivi.»

Lei trasalì e si aggrappò a Dorian che era accanto a lei, come se la rivelazione avesse avuto il potere di farla cadere dalle scale.

«Ma come! I suoi sono morti anni dopo!» protestò Michael.

«Non lo so! Forse l’avrebbero catturato loro e sarebbero stati promossi per questo, o hanno rischiato la vita per colpa sua e hanno deciso di restare in casa con loro… O lui è rimasto in giro e quando è impazzito del tutto lo hanno arrestato loro invece che partire…»

«Com’erano?» la interruppe Georgia.

Megan assottigliò le labbra, vagliando le risposte e sapendo esattamente cosa lei stesse provando.

«Molto orgogliosi di te. Ho visto tipo una trentina di scene diverse, alcune con cose normali, altre con cose che non capivano, principalmente mi venivano mostrate le cose più importanti cambiate dal fatto che i miei erano vivi.»

«Eravamo amici.» disse Anthony, «Vero?»

Megan annuì, «Sì, passavamo le vacanze assieme, credo tutte, e ci conoscevamo da sempre. Io ero diversa, ero più come Susan. Arrossivo, ero sempre abbastanza schietta ma mi imbarazzavo…»

«Non riesco a immaginarlo…» commentò Wayne.

«Ero anche Gryffindor…»

«Che cosa?» la interruppe Sally-Anne, «Credevo avessi chiesto al Cappello di mandarti qui.»

«In questa realtà, nella realtà voglio dire, ho chiesto di mandarmi dove avrei fatto meno danni. Ma con una famiglia tutta Gryffindor e felice perché avrei dovuto preoccuparmene?» ribattè lei, «E anche Georgia ci è finita.»

«Gryffindor? Era indeciso anche con te?» si meravigliò Terry.

«No!» rispose Georgia, sorpresa, «Ma neanche per idea!»

«Se i tuoi fossero stati vivi non avresti dovuto fare da mamma a tua sorella, Georgie. Tuo fratello, cresciuto da loro, era Gryffindor, tua sorella cresciuta da voi due è Gryffindor… Evidentemente nella tua famiglia si coltiva quel genere di orgoglio. Tu sei Hufflepuff perché hai imparato soprattutto il lavoro duro e la lealtà dalle tue esperienze.» disse Michael.

«Ha ragione.» convenne Wayne, «È ciò che ho pensato subito anche io.»

«Ma questo significa che due ragazze Gryffindor erano qui ad Hufflepuff e che noi non ci siamo conosciuti?» domandò Stephen, pensoso, «Quindi anche noi saremmo stati persone diverse.»

«Infatti… Oddio, io e Wayne ci conoscevamo, stessa cosa poi con Michael. L’ho minacciato anche in quella vita la prima volta che ci siamo parlati.»

«È una persecuzione!» rise Michael.

«E litigavamo?» si informò Wayne, non riuscendo a nascondere l’interesse.

«Di continuo. Georgia invece non vi conosceva bene, finché Michael, che era particolarmente una merda-»

«Io

«Non ha preso di mira Neville, che era il migliore amico di Georgia, così come Hermione la sua migliore amica. Figo. E lei allora ti ha preso a urla e tu ti sei preso una sbandata per lei. Non sono sicura se perché ti ha trattato male o cosa.» spiegò Megan, insensibile al disagio causato dalle sue parole. Monica era sbiancata.

«E Sandy, scusa?» domandò Michael, ugualmente tranquillo.

«Mai uscito con lei perché era il terzo o quarto anno quando Georgia ti ha risposto male e tu ti ci sei fissato.»

«Quindi hanno fatto subito coppia?» domandò Cindy allegramente. Rowan si prese la testa tra le mani e Kevin guardò Monica e chinò la testa, ridendo silenziosamente.

«No, no. Georgia non lo poteva sopportare.»

«Oh.» fece la ragazza in questione, quasi sollevata.

«Beh, pazienza, in questo mondo di certo non ha il problema.» rise Michael.

Tutti gli altri gelarono, tranne Monica e Megan.

«Già, comunque io ero quella che andava dietro a Wayne ed ero gelosa perché lui stava con Cindy.»

«COSA?» fu l’urlo comune di Wayne, Kevin, Dorian e Stephen.

Cindy spalancò la bocca e poi guardò Wayne con sospetto.

«Non ho capito bene perché, se per farmi ingelosire o cosa…» continuò Megan.

«Ma quindi è perché tua madre è morta che tu e Wayne non siete normali!» sbottò Sally-Anne.

«SALLY!» strillò Susan e Michael si tappò la bocca per non ridere a voce troppo alta.

«Mentre Georgia usciva con Kevin.» proseguì Megan senza fare una piega.

«COSA?» ripeté Kevin, stavolta con Dorian, Georgia, e Terry.

«Mio Dio…» fu il commento sentito di Anthony.

«Credo perché le piacesse Michael, sotto sotto… Stiamo parlando del quinto anno ormai.» prosegì Megan.

«E io frequentavo senza di voi?» domandò l’Hufflepuff, sorpreso, «Credevo che dopo il mio sesto avrei mollato tutto…»

Lei restò in silenzio per qualche secondo, poi guardò Wayne come in cerca di aiuto.

«Comunque, poi, altre coppie strane?» domandò lui, sviando per lei.

«Michael è uscito… con Sally-Anne.»

«NO! NO, NO, NO, NO!»

«Sally, calma…» mormorò Georgia, più divertita che infastidita.

«No! Cosa c’è di sbagliato in me? Non ci siete voi due e sono impazzita?»

«Non è così strano.» constatò Rowan, «Siete entrambi belli e non c’è nessun altro per nessuno dei due.»

«Vero.» concordò Kevin.

«Entrambi belli…» ripeté Terry, dubbioso.

«Sì, Michael è bello e Sally-Anne è bellissima.» riprese Rowan tranquillamente.

«Come fai a dire se un ragazzo è bello?» si lamentò Terry, con le orecchie che gli si tingevano di rosso all’idea.

«Non far caso a lui, è un po’ omofobico…» commentò Kevin scherzosamente, guadagnandosi un’occhiata di fuoco che lo lasciò sorpreso. «Non volevo insultare! Scherzavo!»

«Omofobico ci sei tu…» borbottò lui.

«Bambini…» li richiamò Anthony.

«Continua, Megan, è molto interessante la vita amorosa dell’altro universo.» rise Rowan; Sally-Anne, appena gli altri si furono voltati per discutere tra di loro di questa notizia inaspettata, gli tirò un calcio. Una risata soffocata attirò la sua attenzione e si accorse che Goldstein l’aveva notata. Furiosa, voltò il viso dall’altra parte e si ripromise di soffocare Rowan nel sonno.

«A fine quinto anno Georgia e Michael si sono fidanzati dopo che lei è andata nel Dipartimento dei Misteri con Potter e gli altri.»

«Oh.» fu tutto ciò che Georgia riuscì a dire.

Monica scosse appena la testa, come a dire che era un’assurdità.

«Mi sarebbe venuto un colpo… Ecco perché ero lì, se Georgia fosse stata con Potter… anche come amico mi sarei sentito male.» ammise Michael, «Ma se ero già stronzo di partenza non oso immaginare come fossi dopo il sesto anno… Megan?» chiamò dopo che lei distolse lo sguardo ancora una volta.

«Cedric non ha partecipato al Torneo.»

Tutti la fissarono.

«Non so perché.» mentì, sapendo che dipendeva dall’insistenza di Michael, che evidentemente in quel mondo era troppo impegnato a piacere a Georgia per convincere Cedric a partecipare, «Ma Angelina Johnson l’ha fatto al posto suo ed è svenuta prima di arrivare alla Coppa.»

«Oh, Megan…» mormorò Georgia. Dorian l’abbracciò, sfregandole un braccio per farle forza.

Michael guardò lei, poi Monica e poi si prese la testa tra le mani, affondando le dita nei capelli e sembrando sul punto di crollare. Monica gli accarezzò il viso con dolcezza.

«Non ricordo bene cosa sia successo dopo, è tutto molto confuso, forse perché annegavo appunto, ma credo che un altro di noi abbia avuto un incidente o qualcosa del genere, forse al posto di Ced.» mormorò lei, che ricordava giusto che Quill li aveva traditi in qualche modo, ma che non doveva preoccuparsene in quella realtà, e poco altro. «So però che mia madre per un momento mi ha sentita parlare. La vera me che era lì, intendo, anche se so che in teoria niente di tutto ciò era reale. Io l’ho chiamata e lei si è guardata attorno.»

Wayne si sentì agitato senza capirne il perché, ma prese la mano di Megan, che aveva abbassato la testa.

«Forse era un modo di tua madre di farti sapere che ti sente.» suggerì Monica e Megan e gli altri la guardarono. Lei arrossì e si avvicinò maggiormente a Michael.

«Non mi dispiace l’idea.» ammise Megan.

«Ma non usarla più. Poteva anche ucciderti.» le ricordò Wayne.

«Okay.» acconsentì lei.

«Sono serio.» ribatté il ragazzo, «Giuramelo.»

«Giuro. Non la userei comunque, col senno di poi.»

«Perché no?» domandò Terry, incuriosito.

Megan sorrise tristemente: «Perché c’era Cedric, lì.»

Ci fu qualche momento di silenzio.

«Lo conoscevo.» disse infine Anthony, spezzando la tensione, «Ci ho scambiato solo qualche parola per congratularmi, più che altro…»

«È strano.» commentò Wayne, «Era come se fossimo destinati a conoscerti, Anthony. Saresti potuto essere il più caro amico di Megan, abbiamo visto, ma anche senza esserlo l’hai salvata da quel lupo mannaro a Nocturn Alley, ed eri nel DA con Susan e gli altri… io avrei comunque conosciuto Kevin perché seguiamo le stesse materie, e Kevin porta a te.»

«Che sfortuna.» sospirò teatralmente Sally-Anne.

Anthony la guardò e poi le sorrise, neanche lontanamente toccato. Sally-Anne voltò il viso dall’altra parte.

«Tutto ci porta sempre a dove siamo.» disse Kevin, guardando il soffitto.

«Cosa significa?» domandò Quill, confuso.

«Chissà…»

«Probabilmente voleva solo dire una frase ad effetto.» lo smontò Terry.

Megan lanciò un’occhiata a Quill: «Io credo che invece le scelte possano cambiare tutto.»

«A volte sì.» ammise Kevin, «Ma arrivi sempre al dover scegliere, comunque, non puoi seguire un’altra via troppo a lungo.»

«Vero.»

«Tu hai veramente capito cos’ha detto?» domandò Stephen, senza nascondere la sorpresa.

«Attento, Cornfoot.» lo ammonì Megan minacciosamente.

«Tra l’altro se ho potuto salvare Megan è grazie a Kevin,» precisò Anthony, «È lui che mi ha fatto entrare all’Emporio dei Gufi anche se stava chiudendo, e anche se sapeva benissimo che mio zio aveva intenzione di prendermene uno per il mio compleanno, come ha poi fatto.»

«Eh, cosa?» fece Kevin, «Io non ho idea di cosa parli. Io quel giorno me ne sono andato a casa e basta, ti ho rivisto giusto sul treno quando ci avete raccontato quello che era successo.»

Anthony, Terry e Dorian lo guardarono con pena.

«Avevi bevuto troppo, amico?» tentò Terry.

«Più probabile che avesse fumato qualcosa.» commentò Dorian.

Kevin ci pensò su un momento e poi fece spallucce: «Sarà.»

«Comunque noi Ravenclaw siamo neutrali, è normale che prima o poi conosciamo tutti. Voi Hufflepuff siete più vicini ai Gryffindor.» sentenziò Anthony, «Noi abbiamo amici in ogni casa.»

«Anche Slytherin?» domandò Michael, scettico.

«Zabini e Nott non sono male, del nostro anno. Un po’ snob…» commentò Terry.

«Io, in quanto figlio di babbani, mi sento di dissentire.» precisò Kevin. «Non ho problemi con gli Slytherin finché non mi chiamano con quella parola.»

«Al settimo c’è un Meadowes che non è male.» saltò su Michael.

«Io ho un’amica Slytherin.» aggiunse Rowan, «È un po’ stronza e molto ambiziosa… e a volte non sono sicuro che abbia un’anima, ma è comunque okay. Voglio dire, noi abbiamo Buggin.»

«Buggin uno e due. Tre, se contiamo quello che c’era qualche anno fa.» gemette Georgia.

«Ma perché, tu li conti separati i due gemelli?» domandò Sally-Anne, disgustata.

«Solo perché una è femmina.»

«Cosa?» domandò l’altra, confusa, «Scusa, quale sarebbe la femmina?»

«Greta!» rispose Rowan con un brivido.

«È una ragazza? Allora ho visto bene, ha davvero la gonna!»

Tutti scoppiarono a ridere, soprattutto quando si resero conto che Sally-Anne non stava scherzando.

«Sei crudelissima…» commentò Kevin, ammirato.

«Perché, non ha ragione?»

«Georgie!» rise Michael.

Lei si strinse nelle spalle.

«Ora che ci penso anche tu hai un amico Slytherin, quel Travers… più che un amico, anzi.» disse Kevin.

«No, guarda, l’errore più grande del mio quarto anno.» sbuffò lei.

«Neanche della sua vita, del quarto anno.» sghignazzò Megan.

«Ma io ho sentito appunto Greta dire che state uscendo di nuovo assieme.»

«Cosa?» lo aggredì Georgia, facendo sobbalzare tutti, «Quella…»

«No, gliel’ha detto lui! Lei ha chiesto a lui!» specificò Kevin.

Michael, Dorian e Rowan si scambiarono un’occhiata.

«Te lo dobbiamo affatturare?» domandò il più piccolo a nome di tutti.

«No, ci penso io.»

«Bene, perché faccio schifo nei duelli.» commentò Dorian.

Georgia rise, appoggiandosi alla sua spalla.

«Perché Travers dovrebbe mentire su questo?» domandò Cindy innocentemente.

«L’hai incoraggiato?» suggerì Monica.

«Ma neanche per idea!» inorridì la ragazza.

«Perché è un poco di buono, stella.» Kevin rispose a Cindy, «Vuole avere Georgia a tutti i costi e non si rassegna.»

«Non è male.» intervenne Monica di nuovo, «Io ci lavoro assieme al club di Pozioni ed è molto gentile.»

«Non fidarti.» replicò Georgia aspramente, «È così all’inizio, ma se gli dici di no diventa… sgradevole.»

«Appunto per questo, non andare a cercarlo da sola.» si raccomandò Michael, «Non fare la Megan Jones.»

Megan sollevò il dito medio.

«Tranquillo.» lo rassicurò Georgia, incrociando le braccia.

 

«Ehi! Ehi, Martin!»

Martin si voltò e Georgia quasi gli sbatté addosso, frenando all’ultimo.

«Sei andato in giro a dire che stiamo assieme?» domandò la ragazza, cercando di mantenere un tono calmo.

«Aha.» confermò lui con notevole faccia tosta.

«Perché?» domandò lei, leggermente isterica.

«Perché mi piaci!» rispose schiettamente Martin, lasciandola basita, «Tra Fawcett e Monica, Stebbins non ti guarderà mai! Perché non ti rassegni e mi dai un’altra possibilità?»

«Si può sapere perché sei così fissato con me?» sbottò Georgia, torva.

«Stavamo bene assieme! Anche tu non puoi negare che c’era feeling tra noi due!» esclamò lui.

«No, c’ero io che ero gentile e che mi divertivo con te quando pensavo tu fossi un bravo ragazzo, poi ho scoperto che eri diverso e che appena qualcuno ti contraddice diventi uno stronzo e lo resti finché ti gira, e ti ho mandato al diavolo!» replicò lei, dandogli le spalle e allontanandosi così che non vedesse che era la prima a stare male per quelle parole vere ma crude, «Smetti di inventare stupidaggini, noi non torneremo mai assieme! Anzi, erano solo un paio di appuntamenti, non siamo mai stati assieme!»

Martin la seguì tranquillamente: «Oppure speravi in Stebbins e hai mollato per questo.»

«La vuoi piantare?» abbaiò lei, ferita.

«So che non è per lui, è perché hai paura.»

«Credi che per dimostrarti il contrario uscirò con te? Scordatelo!»

Lui la superò e le si fermò davanti: «No. Sto dicendo che tu ti divertivi con me perché stai benissimo con le persone come noi. Tu sei repressa, sei anche brava a manipolare e, se pensiamo a Monica, sei abbastanza falsa o diplomatica, chiamalo come vuoi, da saperti mantenere neutrale agli occhi del tuo Stebbins. Ti divertivi con me perché potevi essere te stessa, onestamente maligna come vorresti sempre essere sotto quella falsa aria perbene. Ti sei spaventata solo perché ti sei accorta di come sei davvero e di quanto ti piace essere senza limiti, senza alcuna repressione.»

«Io sono come mi vedi, non sono come te!» ribatté lei, sconcertata, «Io sono davvero come mi mostro! Solo perché non dico tutte le cattiverie che mi passano per la testa non vuol dire che non son sincera, sono solo civile! Tu invece sei insostenibile, cambi umore ogni due secondi e mi vuoi con te solo perché ti ho detto di no e vuoi dimostrare a tutti che sai prenderti chi vuoi! Ma noi siamo due persone diverse, fosse anche solo perché per te conta chi ha il sangue puro e per me no! Non nego che abbiamo riso assieme, ma tu tiravi fuori il peggio di me e non voglio diventare quel genere di persona!»

«Sei già quel genere di persona! Sei solo ferma ai pregiudizi Hufflepuff secondo cui devi essere buona e farti calpestare!» protestò Martin, «Dammi un’altra chance!» le ordinò.

«No! Non mi piaci in quel modo!» si negò lei, stanca di ripeterlo praticamente una volta al giorno. Cercò di superarlo di nuovo ma lui la fermò per un braccio. Memore di quello che era successo a Megan lei si preoccupò per un momento, ma poi si rese conto che Martin si limitava a parlare, non metteva neanche mai mano alla bacchetta.

«Stai mentendo. Tu non sei come la gentaglia di cui ti circondi, tu sei migliore.»

«La gentaglia di cui mi circondo è qui in questo corridoio in questo momento!» ribattè Georgia, irritata, «E se c’è qualcuno di cui sono migliore sei tu!»

Lui la lasciò andare bruscamente: «Sangue puro o meno non puoi negare che i tuoi amici non sono normali. Noi due insieme potremm-»

«Ma cos’è questa fissa che hanno tutti? I miei amici sono perfettamente normali, grazie tante! Mi sono scocciata di sentire gente ignobile che si riferisce a loro come perdenti quando non è neanche degna di parlargli!» esplose Georgia, ormai al limite, «Non uscirò mai più con te, Martin, ficcatelo in testa. Tu non sei alla mia altezza!»

“Tu, Sandy, Monica potete tutti andare al diavolo!” pensò, finalmente libera di andarsene.

Martin la guardò allontanarsi e poi strinse i pugni. Gliel’avrebbe fatto vedere lei, chi era il più in basso dei due. Sarebbe tornata da lui strisciando.

 

«Non sei alla mia altezza!» trillò Megan, che era scivolata a terra e si piegava contro il letto per ridere forte.

«Ripetilo, con lo stesso tono!» la pregò Sally-Anne, «È una frase così…»

«Così da Sally-Anne…» terminò Susan, che cercava di non ridacchiare.

Georgia tentò di soffocarsi con la faccia contro il cuscino.

«Forse ha ragione lui, avrò un lato oscuro tutto da esplorare…» borbottò.

«Non più di quanto lo abbiano Megan e Sally-Anne.» commentò Susan. «O io.»

«Solo nel tuo caso è ancora da esplorare, Susan.» precisò Sally-Anne.

«Io non sono cattiva, sono solo schietta!» protestò Megan.

«E dici cose cattive.» tagliò corto Sally.

«Ragazze…» le richiamò Georgia.

«Comunque io dico che dovresti guardarti le spalle. Non sono cose da dire a uno Slytherin che ha spinto, volontariamente o meno, Megan giù dalle scale l’anno scorso.» disse Susan.

«Io starei attenta al veleno nel cibo.» commentò Megan.

«O agli agguati notturni.» aggiunse Sally-Anne.

Georgia annuì. Poi, contrariata, gettò via il cuscino.

«No! Non mi butterà fuori dalla scuola! Ho diritto quanto lui di restare e di essere lasciata in pace! Che vada al diavolo!»

«Così ci piaci!» rise Megan.

Susan tentò di fare da voce della ragione: «Ma stata facendo tutto voi…»

«Non lasciare che uno stupido maschio ti allontani dalla Sala Grande!» approvò Sally-Anne.

Susan gemette.

 

 

 

So che può confondere un po’ la dicitura “Altra Megan” o “piccola sé”, anche se si riferisce sempre e solo alla Megan non reale. La Vera Megan è chiamata solo Vera Megan o Megan.

Comunque, esami o meno, se avete domande sul capitolo, specialmente sulla parte AU, risponderò appena ho tempo o direttamente al prossimo capitolo. Tutto ciò che ha scritto ha un senso preciso nella mia testa, anche se non potevo mettere tutto per iscritto perché Megan certe cose non le poteva sapere ma solo provare a indovinare, quindi se qualcosa non vi torna, chiedete pure.

(Volevo davvero fare un AU, comunque, è stato molto divertente per me XD)

(Oh, e il primo esame è andato. E anche bene.)

Siamo in una scuola di magia, quindi anche se non ci saranno altri capitoli come questo, ogni tanto aspettativi incantesimi o pozioni non usati da Harry.

Inoltre non abbiamo visto TUTTO ciò che Megan ha visto, quindi qualcosa potrebbe essere menzionato in futuro, se utile ai fini della trama che si svolge nella realtà.

E l’uomo bellissimo che si scontra con Megan dopo che Fred non muore è Sirius, sì, Bella si è concentrata sia su di lui sia sulla sanguesporco che era ancora in piedi, e così Sirius non è morto, tanto per dirne una che non penso abbiate immaginato a meno che non siate super-fissati come me.

Grazie come sempre!

 

 

 

   
 
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