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Autore: ElseW    12/06/2011    6 recensioni
Ci tengo a puntualizzare che io in questa storia avrò un ruolo ben diverso da quello della tipica ragazzina da salvare.
Solitamente infatti sono gli altri che vogliono essere salvati da me.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shadow
Capitolo 14:
Shinedzilla
 
-
 
Ok, sono confuso.
Ero più che convinto di essere morto, eppure sono abbastanza certo di respirare e i morti, che io sappia, non respirano; sì, di tanto in tanto gemono, barcollano, agitano le braccia e mangiano qualche cervello ma sono abbastanza certo che non respirino.
Con cautela socchiudo gli occhi: niente nuvole e signori con barbe bianche. Molto bene.
Rischiando la cecità riesco ad aprirli totalmente, quindi mi guardo un po' intorno, rendendomi conto che non sono in una prigione umida ma nel comodo letto della stanza di Myers. Alla mia sinistra, sul comodino, ci sono due fiale cicatrizzanti vuote e una scatola di compresse post-risveglio – probabilmente ero ridotto un po' male – mentre alla mia destra c'è… Shine.
Ed è viva.
Il sorriso nasce spontaneo e, in un primo lampo di lucidità, non posso fare a meno di pensare che si è sentita abbastanza sicura da addormentarsi accanto a me; non l'aveva mai fatto.
Purtroppo non ha un'espressione molto serena: ha la fronte corrugata, la bocca socchiusa e il respiro accelerato. Starà facendo un incubo e, tenendo conto di tutto quello che è successo, posso anche capire che genere di sogni stia facendo.
Dopo aver preso le compresse che ho trovato sul comodino, le poggio una mano sulla fronte, cercando di svegliarla senza agitarla ulteriormente. “Shine,” sussurro. Lei apre la bocca, come se volesse rispondermi, ma non emette suono. “Shine, svegliati.” Vedo i suoi occhi muoversi al di sotto delle palpebre e sono tentato di Vederla per capire cosa la sta agitando tanto, ma non me lo perdonerebbe mai se lo scoprisse. Scaccio dalla mente l'idea di indagare e la scuoto leggermente. “Shine!” La chiamo con più insistenza e dopo un'altra scossa più forte, i suoi occhi si spalancano di colpo.
Scatta a sedere ansimando e io con lei. Sembra terrorizzata. “Shine.” Tento, non ricevendo risposta.
Mi avvicino, cercando di vederla in viso. “Shine, era solo un so... ”
Ha appoggiato la testa su di me.
La sento respirare profondamente contro la mia maglietta, la fronte sul mio petto e le sue spalle che si abbassano e si alzano sempre più lentamente. Dopo pochi secondi si allontana – secondi: a me è sembrata un'eternità - ma solo per alzare il viso e lanciarmi una lunga occhiata inespressiva.
Sei sveglio.” Constata, con un tono piuttosto neutro.
Annuisco, imbranato come pochi altri esseri umani possono apparire solamente annuendo.
Sì, da poco. Ho visto che ti agitavi e ti ho svegliata… non sembrava affatto un bel sogno.”
Non mi azzardo a chiedere cosa stesse sognando: probabilmente mi tirerebbe un pugno sul naso.
Era… era uno strano miscuglio tra la scomparsa dei miei genitori, quella di Brayden e…” Mi lancia un'occhiata d'avvertimento, ma io non me ne accorgo, sorpreso da questa sua confidenza non estorta, “... e la tua morte.” aggiunge infine, con un tono che ad un orecchio poco allenato potrebbe sembrare imbarazzo, quando in realtà è di puro disagio.
Cerco di non sorridere e decido di ignorare l'ultima parte.
Be', credo sia normale che tu abbia sognato i tuoi genitori, Brayden e… e tutto il resto. Da quello che mi ricordo – e a dire il vero non è che ricordi molto – non è stata una bella esperienza la nostra. Gli incubi, dopo uno stress del genere, sono praticamente d'obbligo.”
Tenta di nascondere la sua espressione con i capelli, ma posso chiaramente vederla sorridere. Probabilmente ha notato la mia omissione.
Il fatto che tu non ricordi molto è un bene; non è qualcosa che valga la pena ricordare.” Quindi continua. “Non credo sia lo stress, comunque. Li faccio spesso sogni del genere, quasi ogni notte.” Confessa, guardando un punto accanto alla porta. Credo stia cercando di non guardarmi.
Ah.” Ottima argomentazione Dorian, molto bene.
La osservo: è ancora un po' pallida e il suo respiro non si è del tutto normalizzato. Probabilmente questi sogni la innervosiscono proprio perché riproducono la vita reale, sono fantasmi del suo passato che si ripresentano ogni notte, ricordandole che tutti quelli che l'hanno amata sono scomparsi per proteggerla.
Mi avvicino un poco, fino a posarle una mano sulla schiena.
La sento irrigidirsi per una frazione di secondo, quindi rilassarsi gradualmente quando capisce che non ho intenzione di abbracciarla, dandole pacche sulle spalle.
Shine, non sei sola.”
Si volta di scatto verso di me, con aria aggressiva. “Mi hai Vista!”
Sobbalzo, sollevando le mani. “Nono, assolutamente no! Ho solo – ho solo capito che lo stavi pensando.”
Questo sembra calmarla e, subito dopo, agitarla di nuovo. “Io... ” Tace per un secondo, quindi ritenta. “Io sono sola. Non voglio fare la vittima, ma sono sola. Lui mi ha portato via tutti quelli che mi amavano per quella che ero, perché… perché ero Shine. Ai miei genitori non importava che fossi una Evoluta e Brayden è sempre stato pronto a farmi smettere nel momento in cui l'avessi desiderato. Non mi teneva con sé solo perché voleva vendicarsi o crescere una creatura che potesse far fuori Orion, lui mi ha voluta. È diventato un reietto per colpa mia.” Sospira, sempre con quello sguardo completamente vuoto. Ormai so che è quello che indossa per non far capire quanto in realtà sia emozionata. “Tutti quelli che mi amano spariscono, Dorian.”
Io ti amo.”
Strabuzzo gli occhi nel momento in cui mi rendo conto di ciò che ho detto.
Nel silenzio che segue la mia affermazione Shine si volta lentamente verso di me, con un'espressione talmente stupefatta che, se la situazione non fosse così tragica, riderei.
Agito le mani e scuoto la testa, come uno di quei ridicoli cagnolini sui cruscotti delle macchine. “No, aspetta, non ti amo! Cioè, non in quel senso, ti voglio bene come se ne vuole a - ad una sorella, sì! Quel genere di amore, ecco che intendevo, non voglio dire che… oddio, magari non proprio una sorella, facciamo – facciamo una cugina, sì. Una cugina. Una cugina di secondo grado. Terzo, magari.”
Certe volte mi chiedo se da piccolo non abbia sbattuto la testa contro qualcosa. Sono ridicolo. Intuisco che devo aver assunto una tonalità che sfiora il bordeaux.
Shine mi osserva, quindi ripete, poco convinta, “Una cugina.” Annuisco febbrilmente. “Una cugina di secondo o terzo grado.” Continua lei e io mi ritrovo ad annuire con un po' meno convinzione. Se provassi quello che provo per lei per mia cugina di secondo grado, allora dovrei amare follemente una quarantenne con seri problemi di aerofagia, Michela Saverla... e non la amo. Per niente. “Quindi per te sono come una cugina di secondo grado?” chiede, con un tono improvvisamente squillante. Mi rendo conto che mi ha appena preso per il culo e io sono piuttosto tardo, non so se l'avete notato, quindi probabilmente peggiorerò la situazione.
Non hai quarant'anni.” Ecco appunto.
Shine inarca un sopracciglio. “Che io sappia no.”
Se le cose continuano così credo che mi consegnerò spontaneamente ad Orion.
No, non intendevo… tu…” Prendo un bel respiro. “Ok, mi sono – sì – mi sono un po' impantanato, io volevo solo dire che tengo a te, ecco. Non sono tuo padre, tua madre o Brayden, ma comunque ti voglio bene - più che a qualunque cugina di secondo grado devo dire – e io non ho alcuna intenzione di andarmene. Anzi, probabilmente sarai tu a cacciarmi prima o poi.”
Ok, sono andato meglio. Quantomeno non le ho chiesto di sposarmi, nonostante abbia i capelli arruffati, le guance un po' rosee, l'aria stropicciata e... ok, basta.
Improvvisamente il suo viso viene attraversato da quello che, se la vista non mi inganna, potrebbe essere un principio di sorriso.
 
Probabilmente se qualcuno mi avesse fatto un discorso del genere qualche tempo fa l'avrei certamente o deriso o picchiato o ucciso; o probabilmente avrei fatto tutte e tre le cose, possibilmente in quest'ordine.
Eppure sono ancora qui, a guardare l'espressione di Dorian che si fa sempre più tesa e imbarazzata. Devo ammettere che quel 'io ti amo' mi ha inizialmente sconvolta, ma in un certo senso ho capito il ragionamento contorto che ha portato Dorian a dire quella frase.
Certo, è stata un'uscita parecchio imbarazzante, ma… è ok. Ho capito.
Cerco di trattenere un sorriso nel vedere Dorian che tenta in tutti i modi di non alzarsi e scappare: non ho bisogno di chissà quale potere per capire che è terribilmente imbarazzato.
Sai che se mi avessi detto una cosa del genere qualche tempo fa, l'avrei classificata come melensaggine? Devi ammettere che sei stato molto… sentimentale.”
Questa parola provoca uno strano mutamento cromatico della pelle di Dorian. Temo possa prendere fuoco.
In… be', in parte. Forse. Sì, lo so.”
Facendo attenzione a ciò che dice mi rendo conto che sembra rispondere più ad un suo personale processo mentale che a me.
Dovrei brevettare un peluche con la tua faccia, che ne dici? Uno di quelli che li schiacci e dice 'ti voglio bene' con una vocetta ridicola. Farebbe furore.”
Dorian si volta di scatto verso di me, rosso e ferito nell'orgoglio. È pur sempre un maschio.
Quale peluche? Nessun peluche e nessun furore. Perché proprio un peluche? Non sono un peluche!”
Gli tiro un pugno sulla spalla, constatando che è meno morbido di quanto ricordassi. “Non dirmi che ti sei offeso!”
Dorian ricambia la spinta, imbronciato. “Shinedzilla!”
Mi porto una mano al petto, con aria indignata. “Mi hai appena paragonata ad un lucertolone mostruoso che rade al suolo le città?”
Dorian sorride con aria sbarazzina, gli occhi blu luccicanti e quella deliziosa - deliziosa?! - fossetta che fa capolino al lato della bocca ogni volta che la stira anche in un semplice ghigno; e per un momento rimango sconvolta da quello che ogni fibra del mio corpo, in pura autonomia dal mio cervello, ha avuto l'istinto di fare.
Be', devi ammettere che sei piuttosto spaventosa.”
Mi riscuoto e sogghigno. “Ah sì?” E prima che Dorian abbia il tempo di capire quello che sta succedendo, l'ho già aggredito. Lo placco, scaraventandolo a terra e spingendogli la faccia contro il pavimento. Tenendo conto che non lo sento urlare dal dolore, devo dedurre che Myers deve avergli iniettato una fiala cicatrizzante mentre dormiva. “Ripetilo, adesso.”
Lo sento ridere, seduta sulla sua schiena. Dorian porta indietro le braccia, che mi sono dimenticata di bloccare, mi afferra per i polsi e infine rotola, schiacciandomi per terra.
Mi ritrovo i suoi capelli sulla faccia e la sua schiena premuta addosso. Probabilmente soffocherò.
Ti arrendi?” Gongola lui, con un tono da bambino soddisfatto.
Mi lascio sfuggire una risata. “Mai.” Lo prendo per i capelli, tirandomi la sua testa fino a portarla sulla mia spalla, scoprendogli la gola. Questo gesto sembra sorprenderlo. “Se fossimo in un vero scontro, ti avrei già ucciso.” Sibilo io nel suo orecchio.
Lo vedo sorridere. “Non è vero.” Replica Dorian con un tono particolarmente sicuro.
Inarco un sopracciglio, tirando i suoi capelli con più forza e bloccandogli le gambe con le mie “Cosa te lo fa pensare?”
Quando ci siamo scontrati per la prima volta, non mi hai ucciso.” Taccio.
Ricordo perfettamente quando mi ha teso un agguato in questo stesso ufficio, il modo in cui i suoi occhi si sono accesi dalla rabbia quando ha saputo che ero stata io ad uccidere suo padre.
La mia presa sulle sue gambe si allenta e anche quella sui suoi capelli, eppure non mi muovo. Sento la sua schiena contrarsi ad ogni suo respiro e le sue ciocche castano chiaro mi solleticano la guancia.
Hai ragione. Non ti ho ucciso.”
E in pochi secondi mi rendo conto che Ombra è scomparsa nel momento esatto in cui ho incontrato Dorian. Ha spazzato via ogni traccia del mostro insensibile che ero diventata e ha riportato indietro quei pochi brandelli di umanità che mi erano rimasti, rimettendoli insieme con pazienza, dolcezza e discrezione. Mi è stato accanto anche quando non lo volevo e lasciandomi cullare nella convinzione che lui fosse semplicemente un prigioniero, si è ritagliato un posto accanto a me, prendendosi inizialmente un angolino minuscolo e poi espandendosi ad ogni mia distrazione.
Prima era solo una palla al piede, adesso… adesso è Dorian.
Shine?”
Mi rendo conto che dopo Brayden è stato il primo a sapere il mio nome, il primo a vedermi senza maschera, il primo a voler vedere l'essere umano che si nascondeva dietro di essa.
Lui vedrà sempre Shine. Anche quando sprofonderò nelle Ombre più cupe, lui mi vedrà.
Sarà sempre capace di riportarmi indietro.
Questa realizzazione mi travolge come una valanga, lasciandomi momentaneamente incapace di reagire.
Mentre metabolizzo la scoperta, Dorian rotola di lato, stendendosi accanto a me sul pavimento.
Shine?”
Mi volto, constatando che forse è un po' troppo vicino. Specialmente dopo quello che ho appena capito.
Sì?”
Nessuna inflessione vocale Shine, nessuna inflessione.
Tutto ok?”
È arrossito. Maledetto, non arrossire.
Er… sì. Abbastanza.”
Dorian mi scruta con quei suoi occhi esageratamente azzurri, da una distanza pericolosamente ridotta. “Sicura? Sembri…” Riflette qualche secondo, alla ricerca della parola giusta. “... sorpresa.”
Oh sì. Parecchio.
Sì. No.”
È ancora più vicino e io non lo sto allontanando. Mi guarda con quei dannatissimi occhi e io non lo allontano.
Perché non lo allontano?
È così vicino che sento il suo respiro sulle mie labbra…
Perché dovrei allontanarlo?
 
Devo fermarmi.
Non è il momento, non è il caso.
Se lei mi lasciasse fare sarebbe solo perché non vuole respingermi ancora, non perché prova chissà quali sentimenti nei miei confronti: è stata abbastanza chiara al riguardo.
I suoi occhi non mi dicono nulla se non che è nervosa e sorpresa e io non voglio Vederla.
Semmai dovesse accadere qualcosa tra di noi, non ho alcuna intenzione di scoprirlo introducendomi nella sua testa.
Lancio un ultimo sguardo alla sua bocca rossa e invitante, quindi...
prendo un bel respiro e mi allontano di qualche millimetro, tentando un sorriso e facendo violenza su me stesso per scollarmi qualche parola dal palato. “Mi… mi devi una pizza.”
Shine sembra ancora più sorpresa.
Mi osserva per qualche istante quindi annuisce. “Sì. Sì, è vero” Perché mi guarda in quel modo? “Ma credo,” continua “dovrai aspettare, per questo.”
Sogghigno involontariamente. “Sono un tipo paziente.”
 
Il tono con cui l'ha detto fa presumere che si riferisca ad argomenti che nulla hanno a che fare con la pizza. Proprio quando sto per aprire bocca - con l'intento di sparare qualche cazzata in preda al disagio - la porta si apre, costringendo entrambi a voltarci in quella direzione.
Elijah ci occhieggia con aria sorpresa dalla soglia. “Oh. Ahm. Interrompo qual... ”
Scatto in piedi, scostando Dorian con una manata decisa. “Assolutamente no.”
Ovviamente non sembra crederci nonostante, in effetti, sia la verità. Per qualche motivo è stato Dorian stesso a fermarsi e se non fossi assolutamente certa di non aver affatto desiderato che non si fermasse, probabilmente attribuirei questo bruciore alla bocca dello stomaco a quello che non è successo.
Elijah lancia un'occhiata perplessa a Dorian - che sta placidamente allacciandosi le scarpe, ancora seduto per terra – quindi si volta verso di me e mi scruta con occhi velati d'angoscia.
Shine...” Sì, sanno come mi chiamo. “ ...credo tu debba vedere una cosa.”
Il mio allarme interno comincia a rumoreggiare mandando segnali preoccupanti, ma il mio cervello riesce fortunatamente a prevalere e mi limito a seguire Elijah in silenzio.
Ci conduce davanti al piccolo televisore che campeggia sul mobile accanto alla porta, di fronte alla poltrona su cui Myers si siede per calmare i nervi dopo una giornata difficile, e alza il volume.
Il servizio è in pieno svolgimento e la telecamera riprende la piazza nella quale si svolgono le esecuzioni dei prigionieri; rare, grazie a Dio.
La giornalista ha un'aria parecchio elettrizzata, probabilmente deve essere un servizio importate:
... e proprio per questi motivi sua maestà ha ritenuto opportuno condannarlo a morte per diserzione, rapimento di minore, alto tradimento e favoreggiamento in più omicidi. Quest'uomo ha creato l'assassina che da anni terrorizza l'Impero, togliendo la vita a persone innocenti, privando figli e mogli dei loro padri e dei loro mariti. Pagherà per i suoi crimini e per aver dato vita alla piaga di Ombra, il mostro sanguinario che infesta ancora oggi Lume. Fortunatamente però sua maestà è riuscito, scampando alla morte, ad ottenere un'immagine molto chiara dell'assassina.” Accanto alla figura della bionda – nonché mia probabile vittima semmai la incontrassi per strada – appare un'immagine piuttosto nitida del mio viso. Mi irrigidisco, tentando di non perdere il controllo. Sento la mano di Dorian posarsi sulla mia spalla; non la scosto. “Come potete vedere è una ragazza attraente, ma questa sua bellezza è solo una maschera che nasconde il suo animo nero e corrotto. Semmai doveste vederla, NON tentate di catturarla ma avvisate la Guardia che verrà a prelevarla il più in fretta possibile.” La mia immagine sparisce e io prendo un bel respiro, credendo che finalmente il servizio sia giunto alla fine. “Tornando al condannato, la cui esecuzione avverrà tra una settimana, possiamo mostrare le immagini che sua maestà Orion in persona ci ha concesso in esclusiva.” E l'inquadratura successiva mi toglie il fiato. All'interno di una cella lercia e momentaneamente illuminata da un riflettore opportunamente piazzato, c'è un uomo. Guarda l'obbiettivo della telecamera con aria apatica, come se non gli importasse niente di essere visto in quello stato o di avere solo una settimana di vita. Fissa il centro dell'inquadratura, bucando lo schermo. I suoi occhi grigi, così familiari, sono opachi e stanchi, il viso è incavato e ingrigito, la pelle sporca e secca, i capelli annodati, infangati e leggermente più lunghi, ha la barba sfatta, gli abiti strappati e la labbra spaccate e sanguinanti.
La stretta di Dorian si fa ancora più forte e posso vederlo con la coda dell'occhio: sembra furibondo.
Osservo con espressione vuota lo schermo del televisore dove una voce incorporea riempie le orecchie della popolazione di bugie e verità rimodellate e mi rendo conto che non sento assolutamente nulla: niente rabbia, tristezza, disperazione, vendetta… niente.
Solo una determinata distesa di nulla.
Sento la voce di Myers, rientrato probabilmente da qualche minuto e messo al corrente della notizia, borbottare qualcosa alla mie spalle insieme ad Elijah e a Dorian, quindi dice, “Quel bastardo vuole te. Non gliene importa nulla di Brayden, lo sta usando per attirare te in una nuova trappola.”
Dopo qualche secondo - in cui Myers sembra indeciso se ripetere quello che ha detto o meno visto che non do segno di averlo sentito - annuisco con lentezza. “Lo so. È rinchiuso nei sotterranei. Non c'erano telecamere prima della nostra visita, ma adesso ne saranno pieni, senza alcuna possibilità di scampo. Se entrassi nelle segrete non avrei il tempo di portarlo fuori dalla stessa strada. Non ci sono fessure o finestre nelle prigioni. Quelle poche volte in cui ci sono stata ho sempre dovuto rifare la strada a ritroso e Orion avrà intuito che non posso uscire da una stanza ermeticamente chiusa come le segrete. Durante questa settimana non ci sarà una sola possibilità di riprendere Brayden, se non quella di consegnarmi.” Dorian apre bocca, battagliero, ma io proseguo. “Tuttavia,” i tre presenti nella stanza mi guardano con aria interrogativa e preoccupata, “Tuttavia ci sarà un momento in cui Brayden sarà fuori dalla prigione.” Continuo a non sentire assolutamente niente, ma la mia mente lavora per inerzia, quindi continuo ad esporre la mia idea. “Il giorno dell'esecuzione.” Concludo.
Elijah strabuzza gli occhi. “Ma è una pazzia!” Si volta verso Dorian e Myers, probabilmente in cerca di sostegno, ma quello che riceve in cambio sono delle occhiate pensierose. Il biondino li guarda incredulo. “Non – non avrete davvero intenzione di assecondarla in questa follia, non è vero?”
Dorian fa spallucce.
Tanto lo farebbe lo stesso. A questo punto facciamolo come si deve.”
Se non fossi così terribilmente vuota, sorriderei.
Myers sogghigna. “Io mi godrò lo spettacolo.”
Annuisco. “Il giorno dell'esecuzione non dovrai fare altro ma… abbiamo bisogno di un'altra persona. Elijah è un amico di Dorian, Orion non sarebbe così scemo da non capire che abbiamo in mente qualcosa. Deve essere qualcuno di insospettabile, una persona discreta ma ben addestrata.”
Dorian si morde il labbro, pensando intensamente ad un possibile complice, mentre Myers scorre mentalmente i volti delle sue - non più - reclute.
Ci sarebbe una persona... ”
Mi volto verso Elijah che si sta torcendo le mani con aria colpevole.
Gli faccio un cenno con il capo.
Chi?”
 
*
 
Non posso crederci. Davvero hai proposto lei? Myers l'ha fatta chiamare? Sta venendo qui? E se si rifiutasse di collaborare? Se ci denunciasse? Dio, Eli, sarebbe un casino...”
Il mio migliore amico mi lancia un sorriso un po' teso.
Da quando te ne sei andato passo più tempo con lei di quanto facessi prima e, be', di tanto in tanto parliamo e... diciamo che mi ha fatto capire che tollera poco la situazione di adesso. Orion, tra l'altro, non vede di buon occhio le soldatesse, per di più provenienti da famiglie dei bassifondi, quindi lei ha dovuto lavorare il doppio per essere ammessa all'Accademia e diplomarsi. Spera di poter fare la sua parte lavorando nel corpo militare, ma sa che sarà difficile fare gli interessi del popolo quando lo scopo delle guardie armate è quello di tenerlo buono per salvaguardare gli interessi di Orion. È rimasta molto impressionata dalla tua diserzione. Se non avesse fatto tutto quel lavoro per entrare, probabilmente avrebbe fatto lo stesso.”
Annuisco nervosamente mentre lancio un'occhiata semi-isterica alla porta della camera da letto. Myers ha preferito tenere Shine nascosta per evitare che, in caso di rifiuto, lei venisse a conoscenza della sua ubicazione.
Guardo l'orologio, martellando il pavimento con il piede e tirandomi nervosamente qualche ciocca di capelli: se non si sbriga ad arrivare rischio un esaurimento.
Come se avesse risposto alla mia muta supplica sentiamo un deciso toc-toc al di là della porta. Myers si avvicina a grandi passi e io, per qualche motivo, vedo la scena a rallentatore: le scarpe del Maggiore fanno un rumore terrificante ogni qualvolta si schiantano sul pavimento, mentre la porta appare ai miei occhi come una gigantesca lastra in legno che occupa tutta la mia visuale.
Trattengo il respiro quando Myers allunga il braccio e poggia la mano sulla maniglia, ruotando il polso; la porta si apre. Sulla soglia c'è una ragazza dal fisico asciutto, l'espressione severa e la schiena così dritta che sembra avere le vertebre fuse.
Myers sorride.
Asia.”
La ragazza scatta sull'attenti. “Maggiore, mi ha... ”
Il suo sguardo saetta per un istante alle spalle del Maggiore - ok, non proprio alle spalle. Sotto il braccio. Pochi sono in grado di guardare sopra le spalle del Maggiore - e i suoi occhi si spalancano in un'espressione di estremo stupore.
Sta guardando me.
Agito la mano con un sorriso imbarazzato. “Ehi.”
Asia fa scorrere lo sguardo da me ad Elijah, quindi lo riporta sul Maggiore.
Entra e si chiude la porta alle spalle. “Se ci sei tu… ” Comincia lei, con tono pacato. “... allora c'è anche lei.” Calca leggermente l'ultima parola, guardandosi intorno con sguardo indecifrabile.
Mi irrigidisco. “Prima di pensare che siamo un branco di traditori, credo ti convenga ascoltare la nostra vers... ”
Asia mi interrompe. “Secondo te sono stupida? So come vanno le cose e so che la tua amica, Ombra, non è l'assassina senza scrupoli che tendono a descrivere nei notiziari. Non ha mai ucciso nessuno che non se lo meritasse e, nonostante io disapprovi qualunque genere di omicidi, devo ammettere che se dovessi incontrarla per strada le stringerei la mano. Non ho intenzione di parlare solo con voi sapendo che c'è anche lei. Se mi avete chiamato non sarà sicuramente per discutere del tempo, ma per chiedermi un favore. Voglio che ci sia anche lei.”
Mi concedo di Vederla e mi rendo conto che, in effetti, non avverto nessuna minaccia da parte sua, ma non posso rischiare l'incolumità di Shine, quindi scuoto la testa con aria categorica.
Sono qui.”
Ovviamente non avevo tenuto in conto quello che avrebbe fatto lei.
Asia si volta verso la poltroncina alla sua sinistra dove Shine siede con aria rilassata. Senza maschere. La mia ex-collega la scruta, attenta, quindi si avvicina di qualche passo.
Shine si alza, fronteggiandola. Si guardano negli occhi per qualche istante, quindi vedo il braccio di Asia alzarsi e allungarsi. Le ha appena teso la mano.
Tenta un sorriso sghembo.
L'avevo detto che ti avrei stretto la mano.”
Shine arriccia le labbra in un sorrisino soddisfatto, quindi accetta la stretta di Asia.
Sono felice di non starti esageratamente sulle palle, perché sarebbe difficile altrimenti chiederti… un piccolo favore.”
Qualunque cosa sia, ci sto.”
Oh cielo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
______________________________________________
Spazio Autrice:
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Siamo agli sgoccioli, care!
La storia sta per concludersi e un po' mi dispiace :)
Siete state meravigliose e non vi ringrazierò mai abbastanza per il sostegno e l'aiuto che mi avete dato e che ancora continuate a darmi.
Se da questa storia caverò qualcosa di buono sarà anche per merito vostro, quindi... grazie, grazie infinite.
 
Il prossimo capitolo arriverà giorno 14, cercherò solamente di essere puntuale xD
Invece vi avverto che probabilmente farò una piccola cattiveria per la pubblicazione dell'ultimo capitolo, cattiveria per la quale probabilmente riceverò parecchie maledizioni... ma ne parliamo un'altra volta eh? :3
Besos*
 
P.S. Come al solito se trovate errori vari segnalatemeli, come alcune di voi gentilmente e meravigliosamente già fanno; non mi offendete, non mi irritate, mi aiutate e basta :)
 
 
Moony
   
 
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