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Autore: eleanor89    14/06/2011    8 recensioni
Gli amici di Cedric affronteranno l'ultimo anno di spensieratezza rimasto agli studenti di Hogwarts prima della guerra e dei Carrow, ma riusciranno comunque a mettersi nei guai in modi che non avevano neppure immaginato. Seguiteli tra strane pozioni, coppie neonate, incontri dettati dal destino e aggiunte inaspettate al loro già sgangherato gruppo!
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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Capitolo 11 Prima di Natale.

 

«È il re Weasley quello che sta succhiando la faccia della Brown?»

«Kevin, sei disgustoso!»

«E guardalo!»

«Preferirei di no.»

Megan quasi soffocò, ridendo del discorso tenuto alle sue spalle da Anthony e Kevin. Non era l’unica, Michael Corner si era appoggiato a Terry e rideva, mentre Susan si era coperta il viso.

«Come accidenti sarebbe a dire che tu resti a scuola?» sbottò Sally-Anne in quel momento.

Wayne sospirò pesantemente: «Quando Megan è di buon umore cominciano gli altri…»

«Aspetta, ma stai parlando con Georgia?» si allarmò Michael, notando a chi Sally stesse indirizzando l’occhiataccia.

«Robert non rientra a Natale e Charlotte quindi resta qui…» cercò di dire Georgia.

«Venite a casa mia! Ho ospitato Megan e Michael l’anno scorso, figurati se non posso ospitare gente normale!»

«Hai invitato anche i Ravenclaw, Dorian e Cindy?» sussurrò Susan.

«Ho detto gente normale, casa mia non è un canile.»

«Georgia, resti qui a Natale?» domandò Rowan a voce ben alta, in modo che praticamente tutta la Sala Grande lo sentisse. «Allora festeggeremo assieme

«Ma...» cominciò Monica, dando un'occhiata di sfuggita a Dorian.

«Rowan sta cercando di far arrabbiare la sua ragazza.» sghignazzò Michael a bassa voce.

«Rowan James.» ringhiò Megan, «Ti darò questo calcio che rientrerai in dormitorio con i denti in tasca. Georgia viene con noi.»

«Di classe.» commentò Wayne. Megan gli urtò il bicchiere che teneva in mano facendogli cadere il succo di zucca addosso; Stephen la guardò con orrore inesprimibile a parole, Wayne fissò il bicchiere con aria tradita, e Rowan si nascose dietro Sheldon.

«Ti uccido, Georgia.» minacciò Sally-Anne, «Non puoi lasciarmi con gli incivili. E ti perderai Hannah.»

«Lo so...» mormorò lei, che però non voleva assistere alle smancerie delle varie coppie. E poi si divertiva parecchio sia in compagnia di Rowan sia rilassandosi con Dorian o ridendo con i Ravenclaw. «Vorrei restare con Dorian.» buttò lì come scusa.

Sfortunatamente i suoi amici avevano già attirato abbastanza la sua attenzione e la sua frase non passò inosservata al resto del tavolo, tranne a Dorian e Cindy stessi, che si erano seduti al tavolo Ravenclaw. Tutti quelli del quinto e qualcuno del settimo, tra cui i gemelli Buggin, si fecero attenti.

«Posso invitarlo!» propose Sally-Anne, improvvisamente disponibile, «Cindy e Dorian almeno. Magari anche Kevin.»

«No.» mugugnò lei, sia intuendo le intenzioni romantiche dell'amica sia notando tutti gli occhi del tavolo su di sé.

«Georgia e Dorian si amanooo...» canticchiò Charlotte sedendosi sulle gambe di Megan, che si era voltata apposta per farle da sgabello, e lasciandosi accarezzare i capelli da lei.

«TI SENTO!»

Dopo il pranzo, Greta Buggin, settimo anno, tanto trasandata quanto pettegola, fu fermata da Martin.

«Ehi, ti accompagno a lezione.»

Lei lo guardò sospettosa, ma lui le tolse i libri di mano e se li mise sottobraccio: «Cosa stavano dicendo i tuoi compagni di casa a pranzo? Georgia rimane a Hogwarts?»

«Perché ti interessa?» domandò lei, già emozionata dall’idea di un nuovo pettegolezzo.

Martin le sorrise di traverso. Greta deglutì nervosamente.

 

«Domani c'è mia cugina a scuola, per lo Slughclub.» annunciò Megan, «Gli ha chiesto di invitarmi perché vuole vedermi e mi serve un cavaliere. Vieni?»

«Perché no. Scacco matto.» rispose Wayne.

«No!» rantolò Stephen.

«Devo mettere qualcosa di elegante?» proseguì lui.

«Boh, penso. Anche io.»

«Vuol dire che ti vedremo con un bel vestito?» domandò Dorian, incuriosito.

«Guarda che ne aveva uno anche al Ballo del Ceppo. Forse non l'hai riconosciuta.» lo informò Georgia, seduta accanto a lui.

«Peccato non ci siano delle foto.» commentò Stephen.

Michael si schiarì gloriosamente la gola: «Si dà il caso che il sottoscritto ne abbia.»

«Vedere!» esclamò Megan. «Voglio farle vedere ai miei!»

«Cosa farai per Natale, allora?» sussurrò nel frattempo Dorian.

Georgia sospirò: «Torno con gli altri. Non dirlo ancora a nessuno però. Dovrò anche avvertire Rowan ora che ci penso.»

«Beh, alla fine avrò un po' di tempo per Cindy e Jeremy.»

«Kevin rientra, vero?»

«Si sente troppo lontano dalla famiglia... Sai, stando nel mondo magico, mentre loro sono babbani...»

«Scendiamo a cena tutti assieme? Mi sto scocciando di stare qui con le mani in mano.» disse Susan, che ormai non ne poteva più di stare senza Hannah e contava i minuti. Tutti acconsentirono e, a metà cena, furono raggiunti anche da Charlotte. Nel momento in cui la ragazzina stava arrivando si alzò anche uno Slytherin del suo anno, anticipandola poco prima che arrivasse al loro tavolo. Lui inciampò strada facendo, aggrappandosi con entrambe le mani alle sedie di Anthony e Megan che si davano la schiena e attirando l'attenzione di tutti loro, poi trotterellò da lei.

«R-Runcorn.» balbettò, arrossendo.

Lei lo squadrò con aria poco amichevole, «Che vuoi?»

«Volevo d-darti gli auguri di Natale, visto che io torno a casa.»

Charlotte annuì, disorientata: «Anche a te, allora.»

Michael, come prevedibile, rise a voce alta, e tutti si voltarono a zittirlo per sentire meglio. Nessuno guardava davanti a sé, quindi tanto meno videro il bicchiere di Georgia. O la bacchetta di Martin fuori dalla tasca della sua veste.

 

«Cos'era quello?» lo interrogò Monica, bloccandolo accanto a un'armatura.

«Il mio esperimento di Pozioni.» rispose lui, «Nulla di velenoso, non temere.»

«Un filtro d'amore?» domandò lei.

«Nah, solo qualcosa per scioglierla un po', è troppo repressa... E visto che io non sono alla sua altezza vedremo cosa farà quando tornerà da me strisciando solo perché l'ho resa più sincera...»

«Un filtro della verità? Uno della lussuria?»

«Esiste un filtro della lussuria?» sbottò Martin, «A saperlo... No, è solo un qualcosa che risveglierà tutti i suoi istinti. Vedremo chi è all'altezza di chi...»

«Dorian Varley ti ucciderà. E anche tutti i suoi amici.»

«Tanto non sapranno mai nulla, lei passerà il Natale qui e io le darò l'antidoto prima che lei faccia danni... Dopo che sarà venuta da me. E se dici una parola di ciò a qualcuno io rivelerò il tuo segreto.»

Monica sbiancò del tutto e vacillò: «Di cosa parli?»

«Lo sai... Ho visto che appunti hai preso dal libro di Pozioni che Jones ci ha portato via. Quella è magia oscura da Azkaban.»

«Sta zitto.» sussurrò lei.

«Toglie la coscienza delle persone stregando un oggetto da indossare... E non come la pozione che ho dato a Georgia, quella più che altro le toglierà la scopa dal culo, ma con la tua, la persona perde tutti i buoni sentimenti. Se la usi su un nemico lui ti darà la caccia e sarà il più pericoloso di tutti, se la usi contro un amico lo perderai, che senso ha? Non usarla, Ladgwolf

«Fatti gli affari tuoi.» sibilò lei, «Lo stavo solo studiando, comunque.»

«D'accordo... E questa discussione non è mai avvenuta.»

 

Quando Georgia andò a letto quella sera, non si sentiva minimamente stanca e finì con il rialzarsi di nuovo e andare a lavarsi i capelli. Rientrò con l'asciugamano a mo' di turbante e sbatté la porta con un po' troppa forza, svegliando Megan che aveva sempre il sonno leggero, incubi o meno.

«Cosa succede?» domandò l'amica, assonnata.

«Non riesco a dormire. Secondo te Sally-Anne si incavola se le prendo lo smalto? Domani c'è lezione solo la mattina, non dovrebbe essere un problema se ne metto un po'.»

«Sally-Anne se la prende solo se la svegli.» replicò la ragazza in questione, irritata.

«Posso prendere anche la crema per capelli ricci?»

«Vuoi fare colpo su Dorian?» domandò Susan, svegliatasi a sua volta.

«Veramente rientro con voi.»

«Evvai!» festeggiò Megan. Anche Sally sorrise.

«È nel mio baule.»

«Non avete caldo?» domandò Georgia.

«Ho sonno.» rispose lei. «Ma sei sicura di stare bene?»

Georgia tolse l'asciugamano e scosse i capelli bagnati, ravviandoli poi indietro e sorridendo al proprio riflesso: «Ti dirò... Era da tanto che non stavo così bene.»

 

Il giorno dopo Georgia saltò l'ultima lezione di Antiche Rune, dormendo fino a tardi e decidendo con calma che vestiti indossare. Alla fine scelse una gonna che era di un palmo più corta del ginocchio, e aprì due bottoni della camicia invece che uno solo, sciogliendo anche i capelli mossi e mettendo un po' di lucidalabbra e di mascara. Non era nulla di così eccessivo da allarmare la McGonagall, voleva solo sentirsi più carina per una volta, non infrangere qualche regola e finire in punizione, quindi scese le scale con leggerezza e andò direttamente verso la torre Ravenclaw per incontrare gli amici davanti al ritratto.

Si trovò così accanto a Sandy Fawcett che rientrava da una lezione e cercò di ignorarla.

«Devo chiamarti Goldstein e gli altri?» le domandò la Ravenclaw senza guardarla.

«No, arrivano loro.» rispose Georgia in tono divertito, «Da quando mi parli?»

Sandy quasi sbuffò. «Non ce l'ho con te ormai.»

«Ma eri gelosa...» le ricordò Georgia quasi cantando.

Lei arrossì e le rivolse un'occhiata gelida: «Sfacciata, eh? Più che altro pensavo al fatto che Monica si è accaparrata Michael anche alla faccia tua e che mi dispiace per te.»

«Anche alla faccia tua

«No, non è mai stato mio.»

«Io penso che lo fosse e che non si sarebbe mai accorto di nessuna ragazza al mondo se tu non fossi stata così idiota da costringerlo a mollarti. Quindi tu l'hai abbandonato convinta di cederlo alla tua nemica numero uno, io, mentre la tua nemica numero uno non te l'avrebbe mai toccato e lui non l'avrebbe mai guardata... Fai bene a non avercela con me, dovresti avercela con te stessa. È stato tutto inutile.» commentò Georgia.

Entrambe si fermarono davanti al ritratto; Sandy era sconvolta.

«Sei molto più insopportabile di quanto ti ricordassi.» osservò.

«Oggi non mi va di essere più gentile di quanto la gente non meriti.» commentò lei, «Mi sento… schietta.»

«Vedi di esserlo anche con Monica, allora.» ribatté Sandy, rinunciando anche a litigare. Aveva la sensazione che Georgia fosse su di giri e non voleva certo farle un favore.

«Quell'altra ha le ore contate.» ribatté la Hufflepuff.

Il ritratto si aprì, rivelando i tre Ravenclaw in arrivo. Sandy si chiese se avesse capito bene e se fosse il caso di chiedere ancora delucidazioni che, di sicuro, non sarebbero arrivate ora che loro non erano più sole.

«Quell'altra?» ripeté quindi senza aspettarsi davvero una risposta.

Georgia si strinse nelle spalle: «Monica non ha niente a che vedere con Michael ed io glielo porterò via. Sono meglio di lei, con lui, almeno mille volte. E se lui non sarà d'accordo allora è un idiota e lei se lo può tenere.»

Sandy spalancò la bocca mentre Anthony la guardava incuriosito. Kevin fischiò in segno di approvazione, mentre Terry rideva allegramente.

Alla fine la Ravenclaw sollevò un pugno mentre rientrava e disse: «Tra te e lei, se deve averlo qualcuno preferisco che sia tu. In bocca al lupo.»

«Oh mio Dio, che succede?» domandò Kevin, incredulo, poi notò, con la solita attenzione a quel genere di dettagli, qualche differenza nel suo modo di vestire. «Hai veramente delle belle gambe.»

«Non le stai guardando quelle. Le gambe sono più giù.» borbottò Terry.

«Grazie, lo so.» fu la risposta tranquilla di Georgia, invece.

«Mi piacciono i tuoi capelli così.» commentò Anthony, «Come mai questo cambiamento di stile?»

«Volevo sentirmi carina, una volta tanto.» rispose lei onestamente.

«Ma tu sei sempre carina.» obbiettò Kevin, «Non che la cosa mi dispiaccia. Anzi, se tu volessi sbottonare un altro bottoncino della camicia sarebbe cosa gradita.»

Georgia lo guardò, sorrise ammiccante e poi sbottonò il terzo; Kevin fischiò, finendo col ridere e l’applaudire festosamente: «Così si fa!»

«Georgia, sei sempre single?» s’informò Terry, scherzoso.

Anthony guardò galantemente altrove, pur sorridendo del loro modo di fare giocoso: «Ti sei decisa con Michael?»

«Mi sono decisa a fare quello che mi pare.» ribadì lei con fermezza, «E sì, sono single. Non so per quanto.»

«Sentito, Terry? Datti una mossa.» ridacchiò Kevin.

«Non è Terry quello che dovrebbe darsela.» replicò lei.

«È una proposta?» ribatté lui, sogghignando.

Georgia ricambiò con un ghigno molto più cattivo: «Non ho i capelli abbastanza chiari per te. Né gli occhi verdi o le lentiggini.»

Kevin incassò il colpo – il sorriso gli s’incrinò appena – e poi la guardò incuriosito.

«Sei sicura di non aver bevuto?»

«Al cento per cento!» esclamò lei, scompigliandosi i capelli con una mano.

Passarono la giornata a ridere e scherzare, seduti sulla scalinata dietro l’ingresso al castello, nel tepore della sala d’entrata illuminata da mille fiaccole, guardando il via vai dei ragazzi che si preparavano a lasciare il castello o a restare, aggiungendo qualche personale decorazione.

Cindy fece il suo naturale ingresso strabuzzando gli occhi alla vista di Georgia e indicandole il seno: «Le hai enormi! Vorrei averle anche io così!»

Dorian, che stava bevendo da una bottiglietta, sputò tutto addosso a Jeremy che gli diede un calcio alle gambe in risposta, mentre Terry e Kevin ridevano quasi rotolando sui gradini e Anthony si prendeva la testa tra le mani, nascondendo il fatto che fosse arrossito quanto Dorian.

Georgia abbassò lo sguardo sorpresa, «Non sono così grandi.»

«Rispetto alle mie sì! E a parte Hannah le altre non le hanno così. A proposito, come sta la Abbott?»

«Ecco, ottima domanda.» convenne Dorian, imbarazzato.

Jeremy rise con voce rauca: «A me andava bene anche l’altro argomento.»

«Vero. Il fatto che tu indossi sempre roba larga è tristissimo.» concordò Kevin tra sé e sé.

«Hannah… Lo scoprirò presto, stiamo per rientrare.» disse Georgia, un po’ persa. Poi si portò le mani alle tempie, «Wow, che mal di testa…»

«Madama Pomfrey?» suggerì Anthony.

«No, è solo stress, immagino… È tutto il giorno che ho caldo, anche. E mal di schiena.»

«Ormoni.» disse Cindy, «È quel periodo del mese?»

 Jeremy e Terry protestarono. Dorian fece un inutile giro in tondo giusto per allontanarsi mentre Anthony restava impassibile, come Kevin che aveva abbastanza sorelle da non mettersi problemi.

Georgia fece cenno di no con la testa, un po’ divertita. «Complimenti per la maturità, Anthony e Kevin esclusi. Magari sta per venirmi il raffreddore… No, aspetta, quello mi darebbe freddo…»

«Forse dovresti riposarti per non farti buttare giù dal viaggio in treno di domani.» le consigliò Anthony.

«Forse…» convenne lei, che ora iniziava a sentirsi parecchio distrutta, «Non penso ci vedremo a cena, semmai direttamente domani.»

«Che peccato, allora ti farò gli auguri ora?» domandò Cindy, immusonitasi, prima di abbracciare Georgia.

«Anche io! Passa buone feste!» le augurò Jeremy, saltando su e baciandole le guance.

«Ti accompagno in sala comune.» offrì Dorian.

Fecero la strada assieme e nessuno li fermò, considerandoli praticamente una coppia, salutandosi solo davanti al dormitorio femminile.

Georgia si tuffò a letto e si portò una mano alla fronte sudata, sentendosi particolarmente euforica senza una ragione valida. Era troppo su di giri per dormire e preparò i bagagli per il giorno dopo, poi crollò definitivamente e non si svegliò neanche all’arrivo delle altre in camera.

 

Quando si svegliò era ancora più su di giri di prima. Indossò un paio di jeans di Sally-Anne, sapendo che l’amica era più che contenta di condividere con lei le sue cose, un paio di stivali e un’altra maglietta, aderente e troppo leggera per la stagione.

«Come mai ti vesti di nero?» domandò Susan, «Sei di cattivo umore?»

«No, trovo solo che il nero mi si addica.» rispose lei. Sally-Anne la guardò speranzosa. «Pensate che le giacche di pelle siano volgari?» proseguì.

«No.» rispose subito Megan.

«Non lo so. Dipende.» rispose Susan.

«Sì.» rispose invece Sally-Anne. Le tre si scambiarono un’occhiata divertita.

A quel punto Georgia tentò di trasmutare in pelle la sua giacca.

«Vuoi essere volgare?» domandò Megan, perplessa.

«No, ho chiesto per capire cosa ne pensa la gente, a me piacciono. Voglio essere diversa anche fuori.» disse lei, sorridendo al proprio riflesso ancora una volta, «Non è male essere guardate.»

«Anche fuori?» ripeté lei, perplessa.

«Concordo.» fu la replica di Sally-Anne. «Ma non farti sgridare.»

«Saremo sul treno tra pochissimo!» protestò Georgia, mettendo mano ai trucchi, «Che c’è di male se mi trovo qualcuno da baciare nel frattempo?»

«Eh?» fecero tutte e tre.

Georgia rise, una risata quasi derisoria, «Andiamo, siamo quasi maggiorenni, non fate le bambine! Che male c’è a volersi divertire un po’? E poi una volta andate oltre si ha sempre un po’ voglia, sapete… È qualcosa che capirete quando non sarete più innocenti, suppongo.»

Ovviamente nessuna delle tre apprezzò il tono, ma Megan cominciò a rifletterci sopra, mentre Sally-Anne cercava ancora di decidere se ammettere o no di essere stata con Walter; Susan avrebbe potuto replicare quanto stesse bene così, ma non era nel suo stile battibeccare con le amiche per questioni simili ed era completamente stordita dall’atteggiamento da ‘cattiva ragazza’ di Georgia, che mai aveva apprezzato il genere, semplice com’era, e che oltretutto non era mai sembrata una persona così egocentrica. O antipatica, a dirla tutta.

«Ci vediamo a colazione?» chiese infine Megan, scocciata.

Georgia finalmente trovò la giacca di suo gusto e la infilò con aria soddisfatta: «Perché no, ho tempo da perdere…»

Quando fu uscita, Susan si rivolse alle altre: «Preferisco la Georgia normale.»

«Io non ne sono sicura. È divertente vederla così. Almeno finché non si rigirerà contro di noi.» ribatté Sally-Anne.

«Sì, ma se lei non si preoccupa più di trattar bene le persone, è tutto sulle spalle di Susan.» obbiettò Megan, «Io non lo capisco e tu lo fai apposta, quindi se adesso Georgia decide che lo fa apposta anche lei, Susan sarà sola soletta e si deprimerà.»

«Grazie della preoccupazione, Meg.» sospirò l’amica.

A pochi passi dall’ingresso della Sala Grande, Georgia incontrò Caitlin del quinto anno e una ragazza con la cravatta Slytherin, che doveva essere quella di cui Rowan le aveva parlato come di un’amica.

«Non starai civettando con troppi ragazzi in una volta sola?» le domandò quest’ultima, seccata, «Vuoi prendere in giro Rowan, quell’altro o entrambi?»

Georgia si fermò, ricambiando i loro sguardi con freddezza. Non aveva nulla contro di loro, ma se pensavano di poterla calpestare sbagliavano di grosso.

«E se fosse? Cosa mi faresti?» la sfidò.

«Non ho paura di te.» le fece presente la Slytherin.

«E fai male.»

«È una minaccia?»

«No, una mera constatazione.»

«Che succede?» domandò Rowan, in compagnia di Lance al portone. «Oh, ciao Edith! Ciao anche voi due, state litigando?» aggiunse, rivolto a Georgia e Caitlin che ora si fronteggiavano.

«Ovvio che no.» rispose Georgia con un sorriso. Guardando meglio Rowan si rese conto che era veramente, veramente attraente. Non se n’era mai resa conto prima, ma un ragazzo così ben piazzato, alto, con le spalle larghe e due splendidi occhi chiari…

Caitlin, furiosa per via dell’interruzione, diede una spallata a Rowan, anticipandolo e tornando in Sala Grande. Lance sospirò tetramente, borbottando che ci avrebbe parlato, ed Edith le scoccò un’occhiata ammonitrice prima di seguirla.

Restarono solo lei e Rowan, che le si avvicinò confuso; lei guardò dentro, notò che Travers stava per andare a prendere posto e sentì solo nausea.

«Sembrava steste litigan…do?» in quel momento Rowan si accorse di quello che gli altri avevano chiamato “il suo cambiamento di stile” – e dell’aderenza della maglietta - e la osservò incuriosito.

Georgia sollevò la testa per guardarlo meglio e sorrise.

«Tu saresti perfetto.» commentò pensierosa.

«Per cosa?» le chiese lui innocentemente.

La strega fece un altro passo avanti, arrivando quasi a sfiorarlo, e Rowan automaticamente fece un passo indietro.

«Timido, Rowan James?»

«Certo che no!» rispose lui di slancio senza neanche pensarci, e poi la guardò ancora più confuso. «Che succede?»

«Stavo pensando…» cominciò lei, costringendolo a finire con le spalle al muro senza smettere di avanzare, e infine poggiandogli una mano sulla cravatta, facendo scivolare le dita fino ad afferrarla, «Che la tua ragazza ti lascia di continuo, e non è bello.»

Rowan aveva smesso di respirare e la stava guardando completamente sconvolto. Fece cenno di no mentre lei parlava, rapito.

«Sei un ragazzo, non dovresti avere tanti problemi per un po’ di sano divertimento.»

Rowan annuì automaticamente. La mano di Georgia tornò a salire, aggiustandogli pieghe inesistenti della divisa che lui aveva continuato a indossare nonostante fossero finite le lezioni.

«G-Ge…» balbettò lui, «Signora Maestra, sarebbe meglio se tornasse indietro, appunto perché sono un ragazzo non mi sembra il caso di avvicinarsi tanto…»

Georgia sogghignò, avvicinando il viso al suo, che ora stava diventando rosso fiammante: «Mettimi le mani addosso… e allontanami tu.» gli sussurrò con voce allettante.

Rowan deglutì nervosamente, agitando per un momento le mani con l’intenzione di prenderla per le spalle, ma poi queste tornarono giù impotenti.

«Guarda che posso farlo, eh. Non dovresti provocarmi.» le fece presente per puro auto-convincimento. «Posso toccarti quando voglio senza problemi.»

«Fallo.» lo sfidò lei, sorridendo e sfiorandolo col proprio petto. Rowan s’irrigidì quanto un ciocco di legno. «Puoi farmi quello che vuoi.»

Il ragazzo a quel punto le sembrò molto combattuto e ne sorrise.

«Io potrei farti quello che vuoi.» rincarò la dose lei, «Dove vuoi, quando vuoi, per il tempo che vuoi…»

Allungò un braccio e gli sfiorò una ciocca di capelli, facendo scivolare le dita lungo il suo viso.

Rowan mosse impercettibilmente la testa per fare segno di no.

«Michael…» le sussurrò.

«Cosa?» domandò lei, sporgendo le labbra in un broncio, «Mike si sta sposando, ricordi? Lui si prende la sposa, noi testimoni possiamo far festa…»

«GEORGIA

Lei sobbalzò, separandosi di scatto da lui, non tanto infastidita per l’interruzione quanto sentendosi arrabbiata con Michael come non mai. Rowan espirò rumorosamente.

Wayne la raggiunse a grandi passi e la prese per una mano, trascinandola via. «Cosa stavi facendo… proprio con Rowan?»

«Un bel niente, non hai una ragazza a cui pensare?» si lamentò lei, guardandosi indietro.

Rowan era sparito.

«Ho anche una sorella.» ribatté Wayne in tono di rimprovero.

«Cosa c’entra lei?»

«Parlo di te, non di Jennifer!» sbottò lui, guardandola male e rallentando, «Animale!»

«Sono tua sorella?» ripeté lei, con voce fioca e gli occhi improvvisamente pieni di lacrime. «Oh, che cosa carina… Ti voglio bene, Wayney

«Ti voglio bene anche io…» mormorò lui, nello sconcerto totale, lasciandosi abbracciare e pensando che Georgia fosse scoppiata del tutto dopo quei mesi a guardare Michael.

 

«Sta dormendo?» ripeté Michael, guardando Georgia che riposava con la testa sulle gambe di Sally-Anne.

«Non penso stia benissimo.» disse lei, «Anche se ha mangiato qualunque dolce la signora avesse nel carrello, sembrava un animale affamato. Ora tornatene ovunque fossi nascosto, ti faremo sapere se ci sono novità.»

Michael sghignazzò e le spettinò i capelli, evitò per un pelo di essere accoltellato dalla sua bacchetta, e fuggì da Monica.

«Georgia sta tornando a casa?» gli domandò la fidanzata, che per qualche ragione sembrava inorridita all’idea.

«Che male c’è?» chiese Michael, «Ascolta, a proposito, ti raggiungo io dai tuoi e passiamo il Natale da Sally, va bene? Ho delle cose da sbrigare con Walter, Rent e Jack, d’accordo?»

Monica annuì, sembrando ancora piuttosto sottosopra.

 

E, una volta tornati ognuno dalla propria famiglia, non restò che attendere i pochi giorni che li separavano dalla vigilia di Natale prima di ritrovarsi a qualche ora dalla cena a casa di Sally-Anne.

«Stiamo aspettando Hannah.» spiegò Sally-Anne a Jack che si chiedeva perché nessuno si fosse ancora seduto. «Dovrebbe essere qui tra-»

In quel momento bussarono alla porta; tutti si precipitarono ad aprire e ritrovarono finalmente Hannah, che non sembrava affatto cambiata - non che sapessero cosa si aspettavano di trovarsi davanti - e che si gettò subito ad abbracciare Justin ed Ernie. Susan si fece strada praticamente a spintoni per piangerle su una spalla.

«Mi sei mancata tanto!»

«Anche voi! Sapete, forse l’anno prossimo riesco a tornare a Hogwarts! Non ce la stiamo cavando tanto male…»

«Sei così coraggiosa…» commentò Stephen con sentimento.

«Chi manca?» domandò lei, guardandosi attorno.

«Michael ha salvato suo padre dalla grinfie di sua madre ed è rimasto a casa nostra.» rispose Walter, «Te lo spiego a cena. Oh, e Monica ovviamente… e dove sono Rent, Georgia e Quill?»

«Quill è in bagno, Rent c’è andato prima e non è ancora tornato e Georgia si stava finendo di preparare…» rispose Sally-Anne, impensierita dall’assenza prolungata del più grande.

Charlotte era invece finalmente comparsa e si era appiccicata a Jack come da copione, mentre lui le dava qualche pacca sulla testa.

Rent fece la sua comparsa quasi di corsa e si aggrappò a Megan, che barcollò di conseguenza.

«Che c’è?» domandò lei scontrosamente.

«Georgia. Devono averle dato un filtro d’amore sbagliato e ci serve una mano, è impazzita.»

«Cosa?» esclamò buona parte dei presenti, mentre gli altri lo fissavano sbalorditi.

«Oh, questo spiega tutto.» fu il commento tranquillo di Wayne, unico rimasto impassibile, «Dov’è ora?»

«L’ho lasciata ammanettata al letto.»

«Allora prendiamo subito un antidoto e… L’hai lasciata dove? Cosa?» sbottò Hannah, sconcertata. «Mi siete mancati tutti, ragazzi! Davvero!»

«Non è qualcosa di cui essere felici questo, Hannah.» fece presente Justin.

«Dev’essere stato Buggin.» decretò Megan.

«Perché avrebbe dovuto farlo?» chiese Quill, tornato dal bagno appena in tempo per le novità, «Ciao Hannah!»

«Perché è Buggin.» rispose eloquentemente l’altra.

«Cos’era quella cosa che abbiamo usato per Stephen? La coda di granchio?» fece Ernie.

«Per Stephen?» si allarmò Susan; l’amico impallidì.

«Oh, ehm…»

Stephen fu salvato dalla suoneria del cellulare di Megan.

«È Michael… Ciao, cosa vuoi? Siamo occupati.»

«Megan…» si lamentò Wayne.

«Ma da dove hai preso le manette?» domandò Sally-Anne all’improvviso.

Rent fece spallucce: «Le ho trasfigurate. Georgia le voleva usare per…»

«Okay, okay.» lo interruppe lei subito, disgustata.

«Sì, auguri a tutti da parte di Michael… no… sì… ah, no, è che Georgia è sotto un filtro d’amore o qualcosa del genere e quindi adesso dobbiamo aiutarla, infatti era strana da un po’… Cosa?… No, non penso sia pericoloso… Oddio, tutti i filtri son pericolosi, di sicuro è stato Buggin…»

«O Travers.» suggerì Susan, voltandosi poi verso Hannah, «Sai, Georgia l’ha rifiutato malamente…»

«O Travers perché Georgia ha rifiutato le sue nuove molestie…» continuò Megan al telefono.

«Megan, non dirglielo così!» protestò Justin.

«Pronto? Michael? Pronto?»

«Appunto.» gemette lui.

Neanche un minuto dopo sentirono il rumore di una materializzazione, mentre Sally-Anne andava a chiamare Milpy, borbottando che i negozi erano chiusi a quell’ora del ventiquattro dicembre e che aveva bisogno di trovare un’altra coda di granchio, qualunque cosa fosse. Milpy assicurò che ci avrebbe messo un attimo.

«Praticamente, quindi, annulla l’effetto di pozioni mediamente forti.»

«Esatto, Hannah.» confermò Megan, «E poi se uno è sotto un filtro molto forte lo si scopre perché quell’odore è nauseante da morire. Uno vomita se è sotto Amortentia. Anche se in quel caso lo noti senza coda di granchio, perché un improvviso amore barra ossessione per qualcuno che prima non calcolavi si vede.»

«Dov’è?» domandò Michael, spalancando la porta.

Hannah lo indicò un gesto eloquente della testa e Megan sussurrò: «No, Ernie ha già provato a fargliene sentire l’odore ma lui non ha percepito nulla di puzzolente, quindi non c’è neanche la possibilità che Monica gli abbia dato qualcosa di leggero… E poi qualcosa di così leggero neanche avrebbe funzionato se di lei non gli fosse importato già da prima…»

«Non penso dovresti andare, Mike…» tentò di dire Jack in quel momento, distraendole.

«A dire il vero sono curioso anche io…»

«ERNIE!»

«Ho detto curioso!»

Michael li ignorò e guardò Sally-Anne con decisione. Lei sospirò, in realtà condividendo il sentimento di Ernie, e lo guidò per la stanza che aveva lasciato a Georgia, in compagnia degli altri, che però si mantennero a distanza.

Georgia era seduta sul letto, senza bacchetta, ammanettata per un polso alla spalliera e palesemente infastidita. Alla vista di Michael, che per un motivo o l’altro negli ultimi due giorni non aveva incontrato, si illuminò.

«Ciao, tesoro, vuoi unirti a me? Io sono comunque bloccata qui, quindi…»

«Se vuole farsi tutti è più una pozione della lussuria, no?» azzardò Wayne, avendola sentita dal corridoio.

«Ma non ha cercato di farsi te.» replicò Stephen, «O me l’avresti detto. No?»

Wayne annuì, pensando dipendesse dalla mancata attrazione sessuale tra loro, cosa che comunque non lo rassicurava: una pozione d’amore non spiegava perché ci avesse provato sia con Rent che con Michael, quindi non aveva idea di cosa potesse essere.  

«Ti prometto che tra poco starai meglio.» disse Michael, avvicinandosi alla finestra e restando a distanza nonostante lei fosse bloccata, «Georgia, ti ricordi se qualcuno ti ha dato da bere qualcosa di diverso dal solito? Buggin? O Travers?»

«No, perché?»

«Milpy è tornata!» esclamò l’elfo, trotterellando da loro. Tutti si affacciarono alla porta della camera da letto ora, sentendosi rassicurati dalla presenza dell’antidoto, e Charlotte fu spedita a prendere un bicchiere d’acqua.

«Hai chiamato supporto? A me sta bene. Più si è…» cominciò Georgia.

«Quanto starai male per aver detto una cosa simile…» ribatté Wayne, alzando gli occhi al cielo, «Tra l’altro vedo che peggiori di giorno in giorno… Avrei dovuto capire che non eri in te. Una cosa è tentare di fare la ribelle, cosa che tra l’altro non è per niente da te, un’altra è andare così oltre.»

«Non tentavo di fare la ribelle! Stavo solo provando a divertirmi un po’!» ribatté lei, infiammandosi.

«Anche questo è poco caratteristico.» commentò l’amico, notando quanto si fosse irritata facilmente.

«Nessuno sapeva che lei sarebbe dovuta tornare qui, si aspettavano che restasse a Hogwarts.» fece presente Stephen, tentando di non guardarla troppo. «Si aspettavano di poterla usare, forse?»

Justin ed Ernie non si fecero problemi ad affacciarsi alla porta per darle un’occhiata ora che indossava vestiti provocanti ed era in quella posizione “inappropriata”. Lei se ne accorse e gli fece l’occhiolino, e Susan li prese per le orecchie mentre gli altri trattenevano a stento le risate.

«Era solo uno sguardo…» mormorò Justin. Ernie non ebbe il coraggio di dire nulla, rosso in faccia.

«Volevano approfittare di lei.» ringhiò Michael, per nulla divertito.

«Oh, mi piaci quando ti arrabbi…» commentò la ragazza, suadente.

«Georgie…» si lamentò lui, andando alla porta mentre Charlotte tornava col bicchiere pronto.

«Cos’è quest’odore orrendo?» chiese subito Georgia, portandosi una mano al naso, «Non sarà qualcosa per me, vero? Sto per vomitare!»

«Michael, se vuoi andare da tuo padre puoi farlo, ci prenderemo cura noi di lei e manderemo una lettera alla Sprout per dirle cos’è successo.» offrì Ernie.

Michael lo guardò con espressione sofferente: «Immagino di non poter fare nulla. Volevo solo essere sicuro che stesse bene, sempre se quella bevanda immonda non la uccida invece che salvarla. Merlino, che puzza orrida, sembra che ci sia morto qualcuno in quel bicchiere!»

E con questo commento si allontanò a grandi falcate, ignaro della decina di occhi spalancati che lo fissavano.

 

 

 

 

 

 

 

 

Qualche piccola spiegazione: io amo i vestiti di pelle e non li trovo volgari, ma dato che parliamo di gironzolare per Hogwarts, dove anche tenere i capelli sciolti è esagerato, Georgia sta “mostrando il suo sentirsi diversa dentro” a modo suo, cambiando un po’ stile di vestiti e di capelli. Il che fa molto “ragazze dei film che si scoprono cattive e si vestono di nero come se ci fosse connessione”. No, nel suo caso è perché il nero le dona e di solito si veste in modo colorato.

Non che Georgia sia una persona “cattiva” secondo me, sia chiaro, ma è in una situazione difficile, e non avendo alcuna remora a dire ciò che pensa è normale che l’abbia finita con il mostrare “affetto” in modo spassionato a chi ama, come Wayne, a rispondere senza giri di parole alle amiche… e a saltare addosso al ragazzo carino che le sta facendo da migliore amico in vece di Michael e che già trova attraente. Rent ci è passato perché è quello tra i “grandi” ad aver mostrato meno simpatia verso Monica e più verso di lei, oltre che per il fatto che la pozione degenera e inizia a farle fare cose su cui non è mentalmente d’accordo, come volere solo “mangiare-dormire-riprodursi”. Alla fine non era più Georgia a parlare, era solo la sua parte animale che stava vincendo del tutto sul cervello. La vera Georgia a parlare era quella in compagnia di Sandy. E la ritroverete anche nel futuro, pozione o meno, perché ci sono momenti in cui una può smettere di essere diplomatica, e questo lo sa anche lei. Argomento correlato alla fine del capitolo, questo, considerato che sì, ora tutti SANNO di Michael. Quindi aspettate con calma il prossimo capitolo.
P.S. Greta è un prestito da Akami.

 

   
 
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