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Autore: Silyia_Shio    25/06/2011    2 recensioni
L'unica luce che ti fa vivere si è spenta, ormai vai avanti per inerzia riposando in una soffice illusione di nulla finchè l'acqua non ti cattura portandoti dove il dolore è bianco e si presenta nelle vesti di una bambina.
Al tuo fianco avrai i riflessi di una te ancora nascosta e per vincere il dolore dovrai smettere di lasciarti trascinare dalla corrente.
Questa è la tua battaglia, Lidia!
Genere: Dark, Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bambole di Porcellana :
 

 L’aria nei suoi polmoni si stava facendo pesante e sembrava le stesse strappando la pelle della gola.
Gli occhi bruciavano, bruciavano tantissimo e l’acqua che le avvolgeva il corpo continuava a vorticare con forza strattonandola; e quell’essere, non sapeva come, le stava urlando nella mente.
Lidia cercava disperatamente di mantenere l’ossigeno nei polmoni premendosi una mano sulla bocca mentre l’altra si appigliava a scogli invisibili.
Se almeno quella voce stridula avesse smesso di colpire e distruggere i suoi pensieri e la sua lucidità, forse sarebbe riuscita ad uscire dal fiume; ma quella creatura continuava imperterrita a graffiarle la pelle e la mente.
Era impossibile che qualcosa del genere stesse realmente succedendo. Eppure, nonostante la ragazza cercasse di convincersi che tutto quello non era vero, che eventi simili potevano solo avvenire nei libri, la mancanza d’ ossigeno e le ferite che stava provando non potevano che essere vere, perché le sentiva, le sentiva come solo le ultime sensazioni prima della fine si possono provare.
Cercò, provò in tutti i modi di mantenere le energie, di non perdere la concentrazione, di tenersi in vita però il suo corpo e la sua mente protestarono. La sua testa chiedeva riposo e tutte le sue cellule necessitavano nuova aria.
Così anche le sue ultime energie scemarono, la mano abbandonò le sue labbra viola, l’aria morta uscì in bolle dalla sua bocca e finalmente il riposo che tanto aveva bramato le fu concesso.
 
~
 
“Ragazze, ma come siamo scortesi! È un ospite e bisogna trattarla come tale. Su forza, lasciate in pace questo povero corpo.”
Quando Lidia riprese i sensi sembrava che quel gioco non dovesse mai finire. L’acqua continuava a strattonarla, la sua mente era martellata da continue grida stridule ed il suo corpo veniva incessantemente graffiato e lacerato.  
Ma per sua fortuna, così credette, una voce leggera e serena fece terminare quel gioco dove lei era una bambola tra le mani di troppe bambine vogliose di giocarci.
Quando finalmente riuscì a trovare un po’ d’ energia e ad aprire gli occhi, a poco distanza dal suo viso, scorse quello delicato e fanciullesco di una ragazza; i grandi occhi scarlatti puntati sulla sua figura alla ricerca di un qualche segno di vita.
“Oh, è viva!” esordì pronunciando quelle parole come una bambina quando vede esaudito il suo più grande desiderio. Danzando la fanciulla passava da una roccia all’altra leggera e felice con i lunghi capelli bianchi ad ondeggiarle lungo la figura snella ed infine giungendo vicino ad un ragazzo gli si aggrappò al braccio, sorridendo come una giovane amante.
Lidia tentò d’alzarsi puntellando i gomiti e cercando di far leva, ma il suo sforzo venne ricambiato con una dolorosa caduta sulla schiena contro la parete della roccia su cui era stata adagiata.
Si guardò intorno sperando di capire la situazione e di veder qualcuno correre in suo aiuto, così com’era tipico nelle favole: la bella principessa è in difficoltà e dal nulla compare il coraggioso principe sul suo perfetto cavallo bianco. Ma se lei non fosse stata la principessa? E se nessuno fosse venuto ad aiutarla? In fondo perché? Era già tanto se quella ragazza dagli occhi scarlatti avesse impedito alle creature d’acqua di continuare il loro gioco.
Invece qualcuno venne.
Proprio nell’attimo in cui sentì le calde lacrime arrivarle agli occhi, si sentì sollevare e si ritrovò tra le braccia perfette dell’amato della bianca fanciulla.
Lidia osservò il ragazzo, incapace di pensare se tutto quello fosse la giusta via. In fondo perché non doveva esserlo? Il bel principe era arrivato anche se al suo fianco aveva già un bella principessa, ma a chi importava? Qualcuno era venuto ad aiutarla e l’avrebbe portata in un posto sicuro, quello era tutto ciò che potesse chiedere in quel momento, ed a nient’altro poteva pensare.
Una risatina allegra la fece voltare e di nuovo davanti a sé vide il viso della bella fanciulla bianca.
“Non ti preoccupare, adesso Bario ti porta nella tua stanza e quando starai bene verrai a prendere il thè con me, va bene?” chiese, ma alla sua domanda non si aspettava una risposta perché sarebbe stato così, perché lei lo voleva.
Stanca chiuse gli occhi, di nuovo, sentendosi protetta da quella calda perfezione così irreale.
 
~
 
Riaprì gli occhi che la luce del sole filtrava timido dalla finestra e che con fatica attraversava le tende per posarsi sul suo viso.
Si mosse leggermente e capì dove si trovava: il suo corpo giaceva sotto qualche strato di coperte morbidissime e candide, i suoi capelli corvini si spandevano su un morbido cuscino ricoperto anch’esso dal tessuto prezioso del lenzuolo, indosso vestiva una camicia da notte bianca probabilmente di seta che stonava vicino alle bende dal colore bianco spento che le fasciavano parti di braccia e gambe. Si mise a sedere sul grande letto, anche se incapace di abbandonare la voglia di ributtarsi in mezzo a quel mare di coperte morbide, e si guardò intorno. Il letto a baldacchino era circondato da tende anch’esse di un bianco brillante, decorate da disegni floreali in azzurro. I muri erano ricoperti da scaffali stracolmi di bambole e pupazzi vari che la puntavano con i loro occhi brillanti.
Strinse tra le dita il velluto della gonna. Lei aveva sempre avuto timore delle bambole di porcellana come quelle che ora la stavano fissando. Quelle bambole erano così perfettamente finte, acconciate con codini e pettinature varie che però seguivano diligentemente la piega dei boccoli, la pelle bianchissima ma con le guancie belle rosee, le labbra piccoline ma dalla forma perfetta laccate di rosso o rosa confetto e gli occhi, occhi grandissimi e brillanti che facevano pensare ad un’improvvisa presa di vita da parte delle bambole. Infine le bambole erano costantemente vestite con abiti giganteschi pieni di pizzi e fiocchetti. Adorabili, davvero, veramente adorabili specialmente per la loro espressione angelica che sembrava dovesse nascondere un omicidio.
Per sua fortuna qualcuno bussò alla porta strappandola dai suoi pensieri macabri che presentavano come protagoniste quelle bellissime bambole di porcellana.
La porta si aprì silenziosamente rivelando la marmorea figura di Bario.
Lidia osservò il giovane ed imbarazzata si passò una mano tra i capelli sperando non fossero esageratamente in disordine.
“Vedo che vi siete svegliata. Se siete d’accordo vorrei accompagnarvi a prendere il thè con Leidy.”
La ragazza scese dal letto e constatando che le ferite non le facevano male si avvicinò al ragazzo sotto gli occhi attenti delle bambole.
Mentre percorrevano i lunghissimi corridoi, Lidia notò che il colore dominante dell’intero edificio era il bianco, anche Bario vestiva di bianco.
Scesero una scalinata dai corrimano riccamente decorati e una volta attraversato l’atrio uscirono all’esterno, dove un giardino di rose bianche si estendeva a perdita d’occhio.
Camminarono per un bel lasso di tempo una volta entrati nel giardino di rose, che ora a riguardarsi alle spalle poteva assomigliare ad un labirinto, finché non raggiunsero un gazebo in marmo bianco lungo il quale si arrampicavano delle rose rosse.
Vicino ad una colonna bianca strangolata dal rosso delle rose, la bianca fanciulla accarezzava i petali dei fiori. Al centro del gazebo nascevano dal pavimento un tavolino e due sedie poste l’una di fronte all’altra, sul tavolino vi era posta una tovaglia rossa sulla quale era stati poggiati vassoi di dolciumi, due tazzine bianche ed una teiera provenienti dallo stesso set da thè.
Sulle sedie vi erano stati messi due cuscini rossi sui quali stavano sedute due bambole di porcellana, una dai capelli bianchi vestita di nero e l’altra dai capelli neri vestita di bianco; così com’erano lei e la bianca fanciulla.
“Leidy, la ragazza è venuta a prendere il thè con voi.” disse Bario introducendo la ragazza.
La bianca fanciulla si volse sorridendo come una bambina. 


***

ecco il secondo capitolo!
finalmente ce l'ho fatta ad aggiornare!^^""
beh, non so cosa scrivere come commento dell'autrice quindi lascio che siate voi lettori a commentare!
grazie mille per la lettura!

alla prossima! ^^

   
 
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