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Autore: Nischino    26/06/2011    8 recensioni
-Subito al sodo, Granger?- si avvicinò di un passo e lei, inconsciamente, arretrò. Nella luce che proveniva dalla finestra il volto di Malfoy sembrava ancora più pallido del solito e le ombre accentuavano la magrezza naturale, ma ora forse scheletrica, del suo viso –Obliviami-.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Voldemort | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Epilogo: Alla fine

 

Malfoy Manor

 

Voldemort era stato sconfitto. Harry Potter aveva trionfato.

E Draco Malfoy era seduto sul divano della sua casa distrutta con tra le mani la Gazzetta del Profeta.

Harry Potter sorrideva in prima pagina con la sua cicatrice ben in vista.

Hermione si materealizzò al suo fianco e la prima cosa che Draco notò fu che si era tagliata i capelli. Adesso li portava corti.

-Posso?- chiese Hermione indicando il posto vuoto accanto al suo

-Si, siediti-.

Hermione si mise una mano in tasca e ne estrasse la piccola ballerina argentata. La porse a Draco.

-E’ questa, dunque- mormorò lui, prendendola tra le mani per guardarla da vicino –Adesso mi ricordo. Mia madre me la fece vedere, una volta, quand’ero bambino-

-Mi avevi chiesto di ridartela, quando sarebbe stato tutto finito- bisbigliò Hermione –Riavrai i tuoi ricordi, Draco-.

Draco tornò a guardare la ragazza che gli aveva salvato la vita ma che, con quei capelli corti e quelle occhiaie scure, era irriconoscibile

-E’ la cosa giusta?-.

Su questo, dopo mille incertezze, Hermione non aveva dubbi.

-Si-.

Vide Draco esitare un istante e poi svitare la testa della ballerina. Hermione si alzò.

-Grazie per tutto quello che hai fatto per noi, Draco-

-Non lo so ancora che ho fatto- rispose.

 

Grimmauld Place – Casa di Harry

 

Harry aveva rilasciato decine di interviste e scattato migliaia di fotografie con la testa che gli scoppiava e una nausea pressoché continua. Dopodiché era tornato a Grimmuld Place, si era gettato sul letto e aveva dormito per venti ore consecutive.

Si era svegliato ancora confuso su cosa fosse realmente accaduto e che cosa invece no.

Provava sentimenti contrastanti e non sapeva nemmeno quali fossero davvero suoi.

Le cose certe erano poche ma, per lo meno, tangibili.

Voldemort era morto.

Hermione non era affatto impazzita, ma aveva permesso a tutti loro di vincere la guerra.

E lui era ancora vivo.

Ogni tanto, per accertarsene, Harry sentiva il bisogno opprimente di tastarsi la carne sotto ai vestiti o di sentire il proprio cuore battere.

Quel tum tum rassicurante serviva a ricordargli che niente era finito e che moltissime cose dovevano appena cominciare.

Robert andò a trovarlo un pomeriggio. Harry lo fece accomodare in salotto.

Per tutto il tempo non fecero altro che osservarsi constatando che non erano altro che due estranei e, se Robert non sembrava più di tanto stupito da questa rivelazione, per Harry era scioccante.

Aveva davvero creduto che Robert rappresentasse qualcosa di importante per lui?

Solo ora si rendeva conto che Hermione aveva avuto ragione quando gli aveva detto che cercava solamente una distrazione.

Si salutarono con una stretta di mano e si dissero addio allo stesso modo.

Quando Robert lasciò la casa di Harry, arrivò Hermione.

La prima cosa che Harry notò fu il suo nuovo taglio di capelli.

Si abbracciarono sulla soglia di casa e si tennero stretti finché non fu Harry a parlare.

-Forse dovresti raccontarmi tutto- le disse, ma Hermione scosse il capo

-Credo che dovresti chiederlo a Malfoy-.

 

La Tana

 

Harry andò a trovare Ron dopo una settimana.

In quel lasso di tempo che ad Harry era scivolato addosso come una doccia fredda, Ron non aveva provato a contattarlo in nessun modo.

Harry non odiava Ron per quello che aveva fatto o, per lo meno, ci provava. Sapeva che avrebbe dovuto cercare di capire le sue ragioni, giustificarlo, in qualche modo, ma non ci riusciva.

Solamente la consapevolezza che la paura ed il terrore che lui stesso aveva provato durante l’assalto a Malfoy Manor erano stati talmente forti da risultare incontrollabili gli diede la forza di recarsi alla Tana per parlare con lui.

Ad accoglierlo fu Molly Weasley.

Aveva il viso stanco ma sereno e mancava di quella solita allegria che l’aveva contraddistinta fin dal primo incontro con Harry. Sembrava sfinita.

-Vieni, caro-.

Condusse Harry fin davanti alla porta della camera di Ron e vi bussò con leggerezza.

-Ron, tesoro, c’è Harry- mormorò.

Dalla stanza non giunse nessuna risposta ma Molly sembrò non preoccuparsene ed aprì la porta.

Ron era disteso a letto, con la schiena poggiata alla testiera e lo sguardo vuoto perso fuori dalla finestra. Anche quando entrarono Ron non provvide a spostare i suoi occhi su di loro.

-Vi lascio soli un momento- disse Molly.

Uscì e si chiuse la porta alle spalle.

Harry osservò Ron che, come Hermione, sembrava così diverso dal Ron che aveva vissuto con lui per sette anni. Era come se fosse invecchiato di molti, moltissimi anni, e che del ragazzo diciassettenne che era in realtà non restasse che un’eco.

Prima di vederlo Harry era stato arrabbiato con lui. Si rese conto che l’aveva odiato sul serio, anche se aveva provato a negarlo.

Ma adesso che se lo trovava davanti capì che non c’era niente che Ron potesse fare per fargli dimenticare l’affetto che provava per lui.

Dovevano dirsi un sacco di cose e c’erano un sacco di punti da cui poter cominciare.

Ma ad Harry non ne veniva in mente nemmeno uno.

Così si sedette su ciglio del letto di Ron e, con cautela, poggiò una mano su quelle dell’amico unite in grembo.

Ron non lo guardò ma contrasse le labbra e socchiuse gli occhi. Non pianse, ma Harry pensò che se non avesse finito le lacrime l’avrebbe fatto.

Ron non era ancora pronto a guardarlo in faccia, non era ancora pronto a perdonarsi e a pensare a quello che aveva fatto. In futuro confidò ad Harry che aveva avuto paura di se stesso e di quello che quel suo gesto avrebbe potuto significare.

Ma quel giorno non disse niente e lasciò che Harry passasse delle ore in silenzio insieme a lui.

Non parlarono di Voldemort, della guerra, di Malfoy o del futuro.

Ma Ron capì, senza bisogno che Harry dicesse niente, che non c’era bisogno di chiedere scusa.

 

Malfoy Manor

 

Draco non si era mosso da quel divano per i successivi tre giorni. Si era alzato per mangiare, lavarsi e cambiarsi d’abito ma non aveva fatto nient’altro, a parte crogiolarsi in quei pochi ricordi che gli erano rimasti.

Non appena aveva aperto la ballerina e i suoi pensieri erano tornati al loro posto, tutto gli era apparso incredibilmente chiaro. E si era ricordato di quanto amasse Harry e di quanto fosse stato stupido a non dirglielo.

Il terzo giorno Harry bussò alla sua porta.

Draco non si stupì di vederlo perché sapeva che, prima o poi, Hermione l’avrebbe mandato da lui. Eppure si sentì ugualmente imbarazzato quando lui lo guardò con quei suoi intensi occhi verdi.

Draco non ricordava come si fossero scambiati il primo bacio, com’era stata la prima volta che avevano fatto l’amore, ma si ricordava abbastanza per sapere che Harry era l’uomo della sua vita.

Harry era lì per avere delle spiegazioni e Draco era pronto a fornirgliene, perché ne aveva il diritto, anche se questo l’avrebbe fatto soffrire terribilmente. Si sedettero sul divano (perché era l’unico mobile di casa Malfoy a non essere andato distrutto durante la battaglia).

Draco rimase zitto. Fu Harry a cominciare la conversazione.

Mentre si dirigeva a Malfoy Manor, Harry si era chiesto come sarebbe stato rivedere Draco, che cosa avrebbe provato una volta che ce l’avesse avuto davanti. Ora era tutto chiaro.

-Che cos’è successo?- gli chiese. Draco lo guardò dritto in faccia perché di quella parte della storia andava orgoglioso ed era convinto che fosse stata la cosa migliore e soprattutto la più coraggiosa che mai avrebbe fatto in vita sua.

-In realtà è stato tutto merito della Granger- disse, giusto per non sembrare troppo vanitoso –Un mese fa le diedi un ciondolo a forma di ballerina, che in realtà era un porta profumo..- ma Harry l’interruppe

-Io intendevo che cosa è successo tra noi due-.

Ecco, si disse Draco, quella era la parte su cui non era affatto preparato e alla quale non sapeva dare una risposta. Non si era aspettato che Harry glielo domandasse subito; sperava, almeno, che avrebbero rotto il ghiaccio, prima.

L’Harry che aveva davanti era quello dei suoi ricordi e il sentimento che provava per lui era immutato. Eppure aveva paura di dire qualcosa di sbagliato.

-Perché- continuò Harry –Sono confuso. Dopo aver visto il tuo tatuaggio..- sollevò gli occhi al cielo e Draco capì che stava per dire qualcosa di estremamente imbarazzante –So che ti amo, ma non ricordo perché-.

Il cuore di Draco si fermò in quell’istante. Evidentemente la Granger era davvero più brava di lui con quel tipo di incantesimi se ad Harry era bastato vedere un tatuaggio perché la sua fattura perdesse efficacia.

-Davvero?- domandò Draco, sorpreso.

Harry arrossì e Draco pensò che fosse buffo veder arrossire l’eroe del Mondo Magico. In realtà, pensò Draco, anche la sua voce doveva sembrare buffa, così tremula ed acuta.

-Cos’è, Malfoy- scherzò allora Harry, per sdrammatizzare –Sei anche tu soggetto al fascino dell’eroe del Mondo Magico?-.

Draco sollevò un sopracciglio. Se l’era ricordato davvero?

-No- esitò –Suppongo di essere più soggetto al fascino del tuo sedere- disse.

Harry lo guardò per un momento e a Draco sembrò che lo studiasse. Poi lo incollò al divano e lo baciò sulla bocca.

Draco non capì se Harry ricordasse qualcosa di quella conversazione che aveva dato il via alla loro storia.

Ma andava bene ricominciare da lì.

-Scusa- Harry si staccò dalla sue labbra –Non lo so che mi prende-

-Lo so io, Potter- Draco gli prese il viso tra le mani –Volevi ricordare com’era bello baciarmi-.

E lo baciò ancora.

 

eHm…

 

Eccoci giunti alla fine. Con quest’epilogo si conclude la mia ennesima avventura che spero vi abbia fatti emozionare, sorridere e magari trattenere anche un po’ il fiato.

Vorrei dedicare questo capitolo alla mia beta Alyxya.

Inoltre vorrei fare un ringraziamento speciale a seven, lucluc, Akanexx87 e draco potter per aver commentato pazientemente ogni capitolo e avermi dato utili consigli e suggerimenti, oltre ad avermi aiutato a continuare questa storia grazie al loro entusiasmo che è bastato a compensare il mio nei momenti in cui è venuto meno.

Grazie anche a tutti gli altri recensori e alle innumerevoli persone che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti, da ricordare ma soprattutto tra i seguiti (davvero un numero insperato).

Ci rivedremo presto con una nuova storia che sto già preparando.

Per ora vi saluto, anche se con un po’ di tristezza.

A presto,

Nischino

   
 
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