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Autore: Moriartied    27/06/2011    2 recensioni
Storia che gira attorno alle vite di un gruppo di amici, alle prese con la vita di tutti i giorni. Tra casa, scuola e amori impareranno a crescere ed a maturare, ad aprire gli occhi sul futuro e soprattutto a vivere pienamente la loro vita.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi con il secondo capitolo :) Spero vi piaccia anche questo. Fatemi sapere. Baci,
MissMalfoy1



-Non ci capisco nulla di questa dannata versione!- esclamò Leira, posando la penna sul tavolo e mettendosi le mani nei capelli.
-E’ vero, in effetti è complicata.- affermò Serena, grattandosi la testa, confusa.
-Ragazze non c’è nulla di difficile, bisogna solo applicarsi un po’…-
-Io continuo a dire che la mia testa è piena, non ci entra più nulla! Abbiamo già fatto tutte le materie, sono esausta!!.-
-E’ mai possibile che ti stanchi così facilmente? Ok, abbiamo studiato un sacco, ma cosa ti aspettavi, di finire tutto in meno di un’ora?-
-Tutto in meno di un’ora forse no…ma è dalle tre di questo pomeriggio che studiamo, non sarebbe forse ora di una pausa? Insomma, abbiamo studiato come delle pazze fin’ora! E anzi, abbiamo anche anticipato gli altri compiti!-
-Meglio, Leira, così poi non dobbiamo studiare tutto in una volta!- esclamò Serena, visibilmente stanca anche lei.
-Perché non ci prendiamo un thè allora? Tanto, bene o male,  i compiti li abbiamo quasi finiti, tranne che per questa versione di greco.- propose Faith.
-Ottima idea! Preparo l’acqua.-
Mentre aspettavano che l’acqua cominciasse a bollire Leira prese il pc portatile ed entrò su facebook. Ad un tratto trattenne bruscamente il respiro, facendo sobbalzare le altre due.
-Cos’è successo??- chiese Serena avvicinandosi al computer.
-Jeremy… ha fatto la richiesta d’amicizia…-
-E allora? E’ solo una richiesta…probabilmente per avere più amici.- disse Faith, spegnendo il fuoco e prendendo tre tazze.
-Tu aggiungilo in ogni caso, non si sa mai.- disse Serena, dandole una pacca amichevole sulla spalla, mentre Leira premeva il bottone “conferma”.
-Ehi, vedete che qua l’acqua è pronta.-
-Ah, si! Prendo il thè.- disse Leira e dopo aver preso le bustine di thè, ognuna diversa per ciascuna, riprese il discorso.
-Però è strano. Credevo che non sapesse nemmeno il mio nome.-
-Ma perché ti fai questi mille problemi? Non potresti semplicemente essere felice?- disse Faith, bevendo il thè a piccoli sorsi, poiché era troppo caldo.
-Scusa se voglio fare un po’ di chiarezza sulla faccenda, sai! Volevo vedere te al mio posto.-
-Effettivamente Leira ha ragione. Per me c’è qualcosa sotto!-
-Cioè?- chiesero entrambe, all’unisono.
-Non ne ho idea!- disse Serena, alzando le spalle e le altre due si misero a ridere. Dopo aver finito di bere e di chiacchierare un altro po’ decisero che era meglio tornare a studiare.
-Maledetto greco.-
 
 
 
 
                                     ***
 
 
Ormai era giunta la sera e finalmente le ragazze, stremate, avevano finito di studiare. Stese sul divano in camera di Leira facevano fatica a tenere gli occhi aperti, tanta era la stanchezza.
-Come vorrei fosse ancora estate.- si lamentò Serena, mentre accarezzava il gatto di Leira, piuttosto affettuoso per essere un felino.
-Vorremmo tutti che fosse vacanza, Serena. Ma purtroppo non è così.-
-E poi parli tu che hai viaggiato per tutta la durata delle vacanze estive! Da me sei venuta pochissime volte quest’anno!-
-Mica è colpa mia! La prossima volta ci pensi prima ed invece di studiare come una matta alla fine dell’anno per non prendere i debiti, studi prima, così partiamo insieme, no?.-
-Ma perché siete tutti fissati con lo studio per ora, si può sapere??-
-Leira, non siamo fissati con lo studio, è che….-
-Si, si, la so la solita storia “…è il nostro dovere”, ma secondo me non esiste solo questo!-
-Ad ogni modo, chiudendo questa parentesi…e per sempre!- disse Faith, fulminando Leira con lo sguardo.
-A che ora ci vengono a prendere i tuoi Serena?- riprese, rivolgendosi all’altra ragazza.
-Tra poco penso.- disse stiracchiandosi. Ad un tratto squillò il telefono di Leira, che spalancò gli occhi per lo stupore.
-Jeremy?- azzardò Serena e l’amica annuì, a bocca aperta.
-Come diavolo l’ha avuto il tuo numero??- chiese Faith, avvicinandosi all’amica.
-Non lo so… Julius è nella sua classe, forse gliel’avrà dato lui!- azzardò Leira. Julius era il suo migliore amico, un ragazzo di colore, alto e mingherlino, con dei capelli nerissimi e ricci ed il sorriso sempre sulle labbra. Lo conosceva da molto tempo e, nonostante le varie prese in giro che si facevano a vicenda, si volevano davvero molto bene, anche se avevano un modo strano di dimostrarselo.
-E’ vero, sicuramente è stato lui, non c’è altra spiegazione.-
-Il perché però resta: come mai mi ha scritto?-
-Ma se apri il messaggio non è più facile saperlo?- domandò Faith, con una nota di sarcasmo. La ragazza annuì e lesse il messaggio.
-“Ehi ciao! Sono Jeremy. Volevo dirti di stare tranquilla, riguardo ‘sta mattina. Non hai fatto nessuna brutta figura, tranquilla.”- Leira lesse il messaggio ad alta voce e assunse un’espressione delusa.
-Mi aspettavo di più…-
-Prendila come una scusa per iniziare a parlare con lui no? Almeno tu che puoi…- disse Serena, sospirando e le altre due scossero la testa, divertite. Suonò all’improvviso il campanello e Serena e Faith presero le loro cose.
-Sono arrivati i miei genitori. Ci si vede domani Leira!- disse Serena e l’amica le accompagnò alla porta. Dopo averle salutate la ragazza si diresse immediatamente in camera sua per rispondere al messaggio.
-“Ehi! Grazie per avermelo detto. Se non l’avessi fatto mi sarei dannata per tutta la vita. Ma come hai avuto il mio numero?”- scrisse, ma ci mise un po’ a mandarlo, indecisa se premere il pulsante d’invio oppure no. Più volte rilesse il testo ed alla fine si decise. La risposta arrivò immediatamente.
-“Me l’ha dato Julius (“come volevasi dimostrare” pensò Leira). Sei una tipa divertente sai?"- a queste ultime parole il cuore della ragazza fece un balzo, arrivando fino in gola. Era la prima volta che parlava con lui e già Jeremy la considerava una tipa divertente. Un sorriso le spuntò sulle labbra e si affrettò a scrivere il prossimo SMS. Messaggiarono per tutta la serata e quandò arrivò il momento di salutarlo le sembrò che fosse passato meno di un minuto.
-“Bhe, è stato divertente messaggiare con te. Ci si vede a scuola domani, ok?”- scrisse lei con parole piuttosto sobrie. Tutt’altra cosa rispetto al messaggio di lui.
-“E’ stato divertente anche per me. Se un’ottima compagnia, davvero. Un bacio, a domani.”- lei rilesse le ultime quattro parole almeno cento volte, non riuscendo a capacitarsi della cosa. Si conoscevano da meno di un’ora e lui già scriveva quelle cose. L’inizio di quel nuovo anno scolastico non le sembrava più così brutto ora.
 
***
 
Faith tornò a casa stravolta, ma insoddisfatta. Nonostante avessero studiato tutto il pomeriggio, sentiva che non bastava, non si sentiva sicura e dire che lei era quella che andava meglio a scuola, visto che eccelleva in ogni materia, seppur con molta fatica, a causa dei professori. Leira la chiamava perfezionista, o genio, Faith si definiva solo una ragazza diligente e con il senso del dovere; ecco perché, appena varcata la soglia della sua stanza, si rimise subito a studiare, sottolineando ed annotando le cose fondamentali.
-Ancora che studi?? Ma sei appena tornata da casa di Leira, cosa avete fatto tutto il pomeriggio?- chiese la sorella di Faith, entrando all’improvviso e facendo sobbalzare quest’ultima.
-Kate! Quante volte ti ho detto di bussare prima di entrare? Mi hai fatto prendere un colpo!- esclamò, rimproverandola. Kate era più piccola della sorella di due anni e passavano il loro tempo a litigare anche se, ovviamente, si volevano molto bene, nonostante ciò non fosse esattamente evidente.
-Scusa! Come se l’avessi fatto apposta!- rispose offesa Kate, stendendosi sul letto di Faith.
-Esci subito di qui, ti prego. Devo ripassare e non ho tempo da perdere con te.- disse la ragazza, cominciando a perdere la pazienza.
-Uff, che palle! Stai sempre a studiare, divertiti una buona volta! E poi si vede che sei stanca, dovresti riposarti.-
-Non mi sento abbastanza preparata, ho bisogno di studiare un altro po’.-
-Fa’ come vuoi, ma vedi che tra un po’ si mangia, capito?-
-Mmmh.- rispose semplicemente Faith, senza darle retta. Sbuffò, ormai incapace di concentrarsi, e si stiracchiò. Era vero, era davvero stanca e non sarebbe riuscita a stare un minuto di più sui libri, così li chiuse, definitivamente. Accese il computer e la prima cosa che fece fu controllare se una certa persona era in chat: da un po’ di tempo si era innamorata di un ragazzo, incontrato un pomeriggio, mentre era in palestra. Si chiamava Josh e aveva avuto modo di parlare con lui solo qualche volta, mentre facevano tapis roulant insieme. Era un ragazzo piuttosto simpatico ed anche parecchio carino. Aveva due anni in più di lei e molte passioni in comune: come lei, anche lui era un tipo piuttosto studioso ed inoltre amava la musica.
-Cosa ascolti?- le chiese un giorno, mentre lei era intenta a correre, con l’I-pod nelle orecchie.
-“You are the only exeption” dei Paramore.- rispose lei, un po’ imbarazzata.
-Forte! Li adoro, sono fantastici!- esclamò lui, entusiasta, sorridendole. Lei lo guardò e poi distolse lo sguardo, arrossendo lievemente.
-E che altra musica ascolti?- continuò lui, fermandosi per bere un sorso d’acqua dalla bottiglia.
-Varia. Ascolto un po’ di tutto. Ad essere sincera non ho preferenze.-
-A quanto pare abbiamo un paio di cose in comune, eh?- disse lui ridendo, contagiando anche Faith.
-Piacere comunque, Josh.-
-Faith, il piacere è mio.-
-Abiti lontano da qui?- le chiese lui, asciugandosi il sudore.
-Un po’, ma non è un problema. Andare a piedi può farmi solo del bene.- disse lei, scherzando.
-Se vuoi ti posso dare un passaggio con la moto.- le propose lui e lei arrossì, cominciando ad agitarsi.
-No, no! Non c’è n’è bisogno, davvero! Non ti preoccupare!-
-Ok, tranquilla. Non volevo metterti in agitazione!- disse lui con una risatina e lei sorrise nervosamente.
-Ad ogni modo, io per oggi ho finito. Ci si vede, ok?- disse poi, infine, salutandola ed uscendo dalla palestra, con il casco in una mano e il borsone della palestra nell’altra. Faith rimase lì a guardarlo, come incantata. Era stata la prima volta che aveva incontrato un ragazzo del genere.
-Faiiiiith! A tavola!- urlò Kate e la ragazza si riscosse dai suoi pensieri, andando a mangiare.

 
 
Non appena Serena tornò a casa tirò un sospiro di sollievo. Era felice di essere tornata, per potersi finalmente riposare. Quel pomeriggio aveva studiato come non aveva mia fatto negli ultimi tre anni ed era stato terribilmente spossante. Si buttò immediatamente sulla poltrona che aveva in camera sua e accese la televisione. Non ebbe neanche il tempo di gustarsi l’inizio del suo telefilm preferito che la chiamò sua madre.
-Serena! Vieni in cucina ad apparecchiare la tavola!-
La ragazza sbuffò, contrariata, ma si alzò ugualmente e, di malavoglia, si trascinò in cucina.
-Com’è andata la sessione di studio a casa di Leira?-
-Bene, ma è stato faticoso.-
-Così tanto? Ti vedo stanchissima.-
-Tremendamente. Quel pazzo del professore d’italiano ci ha lasciato già una relazione sui libri che abbiamo letto quest’estate!-
-Bhè, che ti aspettavi? Ah, ha chiamatol’allenatore.-
Serena fece cadere la forchetta che aveva appena preso in mano.
-E…e che voleva?-
-Niente, ha detto che la prossima settimana ricominceranno gli allenamenti.-
-Ah….ok…- rispose lei, sollevata. Serena era un’ottima giocatrice di calcio, aveva del talento e glielo dicevano tutti, amici, parenti e sconosciuti. Con i piedi faceva meraviglie e forse perché, in passato, aveva fatto danza, sta di fatto che era una delle poche giocatrici, in campo, che giocavano con professionalità e serietà. Ci teneva davvero. E non solo lei, ma anche il suo allenatore. In particolare lui. Si chiamava Nathan ed era un bel ragazzo, di ventidue anni. La sua passione era il calcio…e le belle ragazze. Lui e Serena avevano una relazione clandestina da un anno ormai e nessuno li aveva ancora scoperti. Non lo sapeva nessuno, neanche Leira e Faith, alle quali, solitamente, Serena raccontava tutto. Ma quest’ultima era una persona talmente nervosa che non appena qualcuno nominava la parola “allenatore” subito sobbalzava, e cominciava a sudare freddo. Più volte aveva temuto di essere scoperta. Lui non riusciva a capire il perché di tutta questa segretezza.
-Non possiamo portare questa cosa alla luce del sole?- le disse un giorno, dopo aver finito l’allenamento quotidiano.
-Sei impazzito? Se i miei scoprissero una cosa del genere mi rinchiuderebbero in camera mia per il resto dei miei giorni!-
-Perché scusa? E’ così strano per loro che la propria figlia sia fidanzata?-
-Ma non con un ventiduenne! E soprattutto non con il mio allenatore.-
-Mah! Davvero, non ti capisco. Comunque, ottimo allenamento oggi.- disse infine, avvicinandosi per baciarla.
-Serena, ma che hai? Sei strana stasera!- disse sua madre, passandole una mano davanti agli occhi, dato che la ragazza si era incantata.
-Eh, come? Scusami, è che sono un po’ stanca. Sai, abbiamo studiato tantissimo. Dopo mangiato vado subito a dormire.-
-Va bene, come vuoi. Vai a lavarti le mani. È pronto.-
La ragazza annuì e si diresse nel bagno, sospirando.

   
 
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