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Autore: Will Turner    02/07/2011    1 recensioni
Cosa succede quando una ragazza scopre la verità che rischia di distruggere la storia d'amore attesa da una vita? Da quando ha incontrato Max, Faith ha imparato a sognare: il suo tormentato passato sembra ormai superato per sempre, ma un tremendo segreto incombe su di lei senza lasciarle alcuna possibilità di fuga e mettendole davanti la scelta più difficile. Un racconto d'amore fatto di romanticismo, passioni, tormenti e lacrime che riuscirà a strappare anche qualche risata.
Aggiornamento periodico mensile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Eccoci qui, in una nuova estate! Quello che trovate qui in basso è il penultimo capitolo che pubblico prima delle vacanze! Ci ritroveremo il 15 settembre 2011, ma tornerò a ripeterlo tra due settimane prima di salutarvi!
Come sempre non dimentico di ringraziare Saty e Mozzi per il loro lavoro! Siete le migliori amiche che si possano desiderare! Ma vi ringrazierò con qualche altra bella parolina nell'ultima pubblicazione!
E poi un grazie va anche a chi inserisce questa storia tra le Preferite e Seguite! Continuate a leggere!!
Buona lettura!
MM

36. U N GIORNO MIGLIORE

    Il pomeriggio del giorno seguente Faith ricevette la notizia che più di ogni altra non avrebbe voluto ricevere: zia Becky stava morendo lentamente e la diagnosi iniziale del dottor Fawcett non lasciava più spazio ad alcuna possibilità di guarigione.
    A malincuore, aveva aiutato la zia a prendere le ultime cose ed insieme avevano lasciato l'ospedale.
    Zia Becky sembrava dimagrire a vista d'occhio e più i giorni passavano, più le forze le venivano a mancare.
    All'inizio di luglio Faith si accorse che nella maggior parte dei discorsi che intraprendeva, la donna faticava a comprendere i dettagli e spesso le ripeteva più volte i concetti affinché mantenesse il cervello allenato il più possibile. Una sera, al tramonto, la ragazza uscì in veranda per avvertirla che la cena era pronta.
    La donna si stava cullando lentamente sulla sedia a dondolo e guardava ipnotizzata il sole tingere di arancio le creste dell'oceano. Non parve accorgersi della sua presenza, così Faith la osservò in silenzio.
    In poche settimane era invecchiata parecchio. I capelli fini e bianchi legati sulla nuca le conferivano più anni di quelli che aveva, il perenne colorito roseo delle guance era sbiadito e profonde rughe le contornavano le labbra. I suoi piccoli occhi iniziavano a perdere valore infossati sotto le sopracciglia leggermente irregolari. Malgrado ci fossero temperature piuttosto alte, tendeva sempre a coprirsi, e tante volte Faith la sorprendeva a tremare.
- Ho preparato qualcosa da mangiare, zia.- Sussurrò la ragazza.
    Zia Becky si destò da quel sonno ad occhi aperti e la guardò con un debole sorriso. Faith le posò una mano sulla spalla avvertendo una fragilità tale da suscitarle tenerezza e commozione.
- Sai una cosa, Faith?- Fece la donna carezzandole la mano sulla spalla - Saperti qui al mio fianco in un momento così delicato della mia vita mi riempie il cuore di gioia.-
- Oh, zia...- Mormorò Faith piegandosi sulle ginocchia.
    Zia Becky guardò l'oceano mentre alcune barche spiegavano le loro vele e cavalcavano maestose i marosi dorati. Un vento d'inizio estate sospingeva verso l'orizzonte nubi grigie a macchiare l'azzurro intenso del crepuscolo.
- Ricordo ancora bene quando sei venuta ad abitare qui con me. Avevi soltanto nove anni, ma dimostravi già una grinta ed un coraggio incredibile nell'affrontare le cose.- La zia sorrise ricordando quei giorni del passato, e gli occhi si fecero lucidi.
    Faith sentì un groppo in gola. Avrebbe voluto continuare ad ascoltarla a lungo, ma, allo stesso tempo, desiderava che smettesse di ricordare.
    Quelle parole in quel contesto assumevano un significato doloroso, nonostante si trattasse di bei ricordi che, improvvisamente, racchiudevano in sé il sapore delle cose dette da una persona che l'avrebbe abbandonata da un momento all'altro, lasciandole una ferita nel cuore costantemente aperta.
    Quasi fosse l'ultima lacrima versata, l'ultima cosa divertente raccontata. E tutto ciò la angosciava terribilmente.
- Da allora sono passati sedici anni, Faith.- Continuò la zia - Ma io ti vedo ancora come ti vedevo allora: fragile e forte, dolce e profonda.-
    La donna la guardò posandole una mano sul viso e, con il pollice, le asciugò una lacrima.
- Sei sempre tu, la mia bambina, qui con me fino alla fine. E so che ci sarai anche dopo che io...-
- No. Smetti di parlare così, zia.- La zittì dolcemente Faith scuotendo la testa.
- È così, Faith.- Insistette zia Becky tornando ad ammirare ciò che restava del sole nel cielo - Io morirò presto. Solo ora comincio a capire che cosa significa, ma sono serena. Non ho rimpianti, nella vita ho fatto tutto ciò che volevo, ho ricevuto tutto l'amore che desideravo e ne ho dato altrettanto. Quanti possono dire lo stesso?- Chiese rivolgendosi alla nipote, che volse la testa di lato contraendo le labbra per trattenere le lacrime come poteva - Tu puoi dire questo, Faith?-
    La ragazza chiuse gli occhi e tra le folte ciglia brillò una lacrima.
- No.- Affermò semplicemente.
- Sembra ieri quando sei arrivata qui. Il tempo è un attimo, Faith. Ha la durata di un soffio, di un battere d'ali. Devi sfruttarlo al meglio o, in men che non si dica, ti ritroverai con niente in mano.-
- Anche se sono trascorsi tanti anni, credo di non sapere come si fa, zia.-
    La zia piegò la testa di lato e sorrise.
- Si.- Sussurrò - Si che lo sai. Devi solo volerlo.-
    Faith le prese entrambe le mani e rimase a guardarla a lungo negli occhi, come volesse scoprire e imparare i segreti di tutta una vita scrutando quelle pupille che trasmettevano ancora la forza degli anni, la volontà di volere.
- Vorrei solo che tu non andassi via.- Le confidò con gli occhi lucidi sollevando un angolo della bocca - Vorrei che restassi con me perchè io ho ancora bisogno di te. Sei l'unica cosa importante della mia vita e, quando tu non ci sarai più, io non saprò cosa fare. È così poco il tempo che abbiamo trascorso insieme...-
    Zia Becky le prese il viso tra le mani e la tirò a sé per abbracciarla.
- Non andrò mai via da te, bambina mia.- Le sussurrò in un orecchio prendendo ad accarezzarle i capelli - Io resto qui.-
    La tenne stretta a lungo e pianse con lei finchè la luce del sole svanì completamente e il giorno non divenne altro che un ricordo.

    Per Faith non era facile capire cosa volere. Aveva riflettuto parecchio sul discorso di zia Becky. Si era impegnata, sforzata, ma sembrava non trovare alcuna risposta. Tuttavia, le idee su come avrebbe dovuto sfruttare il suo tempo c'erano, anche se lei non voleva ammetterlo a sé stessa. A parte sua zia, i motivi per i quali continuare a vivere erano due. Ciascuno di questi due motivi possedeva una metà del suo cuore, ma era inconcepibile per lei amare allo stesso tempo l'uno e l'altro.
    In un certo modo Max continuava indirettamente ad influenzare la sua vita mentre Jason rappresentava per lei la fuga dal passato.
    Presa dall'impeto di voler prendere una decisione in quello stesso istante, scese dal letto e afferrò il cellulare. Digitò il numero ed esitò qualche attimo prima di inoltrare la chiamata, non sapendo bene cosa dire. Con sua sorpresa e  sollievo si attivò la segreteria telefonica.
- Ciao.- Esordì incerta. In quel frangente si prese la testa tra le mani e pianse - Mi dispiace tanto per tutto quello che è successo, ma ti prego, perdonami. Io ti amo e non riesco a stare senza di te. Ci sto provando con tutte le mie forze ma non ce la faccio. È troppo difficile.-
    Riattaccò subito dopo, pentendosi di essere apparsa così vulnerabile e ridicola, ma, in cuor suo, pregò che lui comprendesse.
    Si mise a sedere sul letto abbracciandosi le ginocchia, illuminata dalla candida luna, sperando che il giorno seguente potesse essere migliore.
  
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