- Ero seduta morbidamente sul mio letto
da una piazza e mezzo con il mio stupendo libro di filosofia babbana
sulla gambe e un sorriso soddisfatto sulle labbra.
- Amavo Kant, lo amavo con tutto il cuore. Nonostante molti lo
credessero ‘inutile’ e ‘complicato, io l’adoravo.
- Forse la spiegazione sta nel fatto che io
adoravo le sfide di qualsiasi genere, ma questo è un altro
discorso.
- Mi inumidii un dito con la saliva, poi mi
accinsi a girare la pagina numero 465 di quel immenso tomo didattico
quando una furia rossa entrò nella stanza del mio dormitorio.
- E lì tutte le mie certezze
finirono.
- Non venni mai a sapere come si concludesse
quel capitolo, non scoprii mai il finale enigmatico e per molti assolutamente
bizzarro; no! No, perché Ginny Weasley mi puntò un indice contro e mi buttò il
libro lontano dai miei occhi con un semplice gesto della
bacchetta.
- Squallido come quel semplice ‘accio
libro’ mi sconvolse tanto.
- “Hermione!”, proruppe con la sua voce
squillante che- nonostante fosse una delle mie più care amiche mi ricordava un
topo in procinto di strozzarsi con il formaggio- “ cosa stai
facendo?”
- Il modo in cui picchiettava disturbata un
piede a terra mi ricordò tanto Molly, la sua adorabile madre.
- “Ginny! Stavo leggendo.” E se la matematica
non è un opinione mi mancavano solo cinque pagine alla fine del mio
agognato libro.
- “Lo sai, vero, che è ora di
cena?”
- “Non ho fame” borbottai cercando di
riafferrare il tomo, ma lei me lo allontanò.
- “Hermione, come non hai fame? Come puoi non
avere fame?”
- “Non tutti sono dei pozzi senza fondo come…”
avrei voluto dire Ron, ma ero così arrabbiata con lui da non averne la
forza. Un groppo mi si formò in gola che spezzai con un colpo improvvisato di
tosse.
- La rossa se ne accorse e si
sedette sul mio letto, maternamente nonostante lei fosse più piccola di
me.
- Ginny era una di quelle ragazzine
impertinenti, dolci, simpatiche, estroverse così completamente diversa da me che
alcune volte mi chiedevo come potesse provare pena verso i miei
confronti.
- Se lei aveva lunghi capelli lisci e rossi, i
miei erano goffi e spettinati, ricci e castani.
- Se i suoi occhi erano blu, blu come il mare, i
miei erano di un marrone sciacquato, smacchiato e orribile alla
vista.
- Se il suo fisico era allenato e tonico, il mio
era normale esattamente come il naso, le labbra e le insignificanti guance prive
delle efelidi che lei criticava tanto.
- Se lei aveva per ragazzo Harry James
Potter, io ero single e probabilmente lo sarei restata per la
vita.
- “Hermi, Hermiò-Hermione.” Iniziò a storpiare
il mio nome carezzandomi circolarmente una spalla “ non devi stare male per quel
demente di mio fratello.”
- “Quel demente di tuo fratello è molto più che
demente..” iniziai.
- “Ah, vorresti dire che è un coglione? Uno
stronzo? Un incrocio tra una razza canina e una ragazza obesa con il verme
solitario e l’infinita voglia di mangia-?”
- La interruppi storcendo il naso;non avevo mai
sopportato le volgarità e in confronto a me Ginny era un vero scaricatore di
porto.
- “Veramente volevo dire che è un uomo senza
cuore.”
- “Umh, lo so. Ma quello che ho detto io rende
molto di più l’idea.”
- Accennai un sorriso per farla felice, mentre
dentro di me scompariva piano anche la voglia di leggere Kant.
- Probabilmente una ragazza normale avrebbe
parlato con quella che- ahimé- era la sua migliore amica, ma io invece negai
ancora una volta l’evidenza e mi tenni tutto dentro.
- Ero innamorata di Ron, ne ero certa. Amavo
quella sua goffaggine, quel suo essere totalmente inadatto e anche quel suo
assurdo modo di camminare stupidamente al fianco di Harry lanciando sguardi
languidi a delle galline.
- Io però non ero una gallina, non era nemmeno
un anatroccolo e non sarei mai stata un cigno.
- Io ero molto di meno; io ero la stupida
amica di seconda mano, quella che lui osservava con attenzione per poi dirle: “
Hey ‘Mione, mi presenteresti quella Corvonero? Ho visto che siete
amiche.”
- E da vera testarda quale ero, permalosa, ero
la stessa ragazza che storceva il naso per poi alzarmi stizzosa dal tavolo della
Sala Grande per dirgli caldamente di andarsi a farsi fottere.
- Avrei anche voluto dirgli che aveva una lingua
e che era capacissimo di fare tutto da solo, ma probabilmente non c’era bisogno
di illuminarlo ulteriormente; io volevo il contrario non che frequentasse altre
tizie quindi perché invogliarlo?
- Scossi la testa e mi rivolsi nuovamente a
Ginny che mi carezzava una gamba, non era pratica di quelle cose. Non ero mai
stata consolata tanto meno da una ragazza. L’unico che
veramente sapeva tutti i miei problemi- esclusa la cotta enorme per Ron- era
Harry e nonostante tutto non ero io quella che correva tra le sue braccia ma lui
che le allargava incrociandomi nel mio cammino.
- “Mmm”, la voce di Ginny mi riscosse ancora dai
miei pensieri mentre la sua mano girava circolarmente sul mio polpaccio in una
leggera carezza “pensala così, Hermione! Meglio avere un cretino come Ron nella
tua vita che un Draco Malfoy, giusto?”
- Inavvertitamente sobbalzai “ io non voglio Ron
nella mia vita!”, cercai invano di difendere il mio orgoglio. Nessuno, e dico
nessuno, doveva sapere del mio interesse per lui.
- Ginny rise e mi mostrò i denti bianchi “ Oh,
sì, certo e io sono la fidanzata di Harry Potter.”
- “Tu sei la
fidanzata di Harry Potter!”
- “Appunto.” Il suo sorriso era malizioso e mi
ritrovai ad arrossire, pudicamente.
- Ancora una volta desiderai avere con me il mio
adorato Kant e seppellire tra le sue idiozie- le avevo veramente chiamate così?
Avevo osato tanto? Maledetto Ron, cosa mi faceva dire!- i miei
dolori.
- Presi un respiro e guardai diritto avanti a me
“ senti Ginny, apprezzo la tua solidarietà, ma veramente io non ho bisogno del
tuo aiuto.”
- “Lo sai che così rischi di risultare
arrogante? Tutti ne hanno bisogno, anche chi dice di non averne. Pure
Malfoy!”
- Era la seconda volta che lo nominava e mi
iniziai a sentire prudere il corpo, come l’orticaria.
- “Non mi nominare quel furetto..” brontolai
mordendomi l’interno guancia.
- Conoscendo l’irruenza di lei mi sarei
aspettata una domanda poco garbata come “ che è successo? Che ha fatto lui?
Racconta alla tua amica!”, ma invece fece spallucce e brontolò una frase che-
forse mi impressionai- somigliava ad un “quel ragazzo ha più crisi ormonali di
tutte le donne e Ron messi insieme.”
- Scossi la testa e sorrisi,
divertita.
- Ginny parve cogliere quel mio sorriso e fece
un gesto vittorioso con la mano, molto simile a quello che Harry esibiva quando
prendeva il boccino, poi mi posò una mano sulla spalla “ allora Hermi,” mi
richiese con tono più dolce “ scenderai a cena con me? Non lasciarmi con quei
incelebrati dei ragazzi, sola soletta.”
- “Lo sai che lì in mezzo c’è anche il tuo
fidanzato, vero?”
- Fece nuovamente spallucce tirandomi per una
manica e sfilandomi il piumone di lana grigio topo che avevo posato sulle spalle
“ sarà” proruppe alzando il tono della voce di parecchie ottave “
ma rimane sempre un incelebrato con l’unico neurone che durante le ore di
pozioni vola esattamente come fosse un boccino d’oro!”
- Risi- nonostante sapessi che offendere il
Quiddith per lei fosse stato orribile- e mi feci trascinare nella Sala
Grande.
- Quando scesi in Sala Grande trovai davanti a
me lo spiacevole spettacolo di Ron che cercava di ingozzarsi con maggior cibo
possibile, osservandolo capii che il mio ero vero amore perché continuavo a
trovarlo attraente. Storsi il naso e mi sedetti al fianco di Harry con
avanti a me una Ginny sorridente che pareva mimarmi con le labbra un “ vedi? Che
ti avevo detto? Non è in compagnia di quella
Priscilla.”
- Le tirai un calcio sibilando la
mia risposta che comprendeva un “ non mi interessa con chi sta e dove sta,”
senza evitare alla mia voce di tremare.
- Altro difetto alla Granger era
indissolubilmente l’essere incline a dire sempre la verità
ma stando con Harry stavo imparando le regole basilari per
mentire.
- Con naturalezza iniziai a mangiare il mio
petto di pollo- tacchino o chiunque altra cosa fosse con lo stomaco che si
chiudeva sempre di più fino a sparire nel profondo del suo buco
nero.
- Ad un certo punto sospirai ed allontanai il
piatto da me, disgustata.
- “Hey Hermione, cosa hai?” mi chiese Harry di
soppiatto con gli occhiali a cadergli sul naso.
- “Sì Hermione cosa hai?” rimbeccò la sua
ragazza,perfida.
- Arricciai il naso e sbuffai “non ho
fame.”
- “Herm, ne abbiamo già parlato-”iniziò la
piccola di casa Weasley, ma la bloccai.
- “No Ginny, non è per
quello.”
- “Quello cosa?”
- Ignorammo entrambe Harry.
- “E allora cosa diamine ti è preso
ora?”
- “Io…”
- Pensa Hermione, pensa! Sei sempre stata brava in tutto e ora che ne hai bisogno
non pensi?
- “Io ho la nausea.”
- “Perché?”
- “Perché…”
- “Sei incinta, ‘Mione? ” Ron ruppe il silenzio
con uno dei suoi terribili teatrini. Avrei voluto sotterrami, sorridere, ma
invece sbuffai ancora e lo aggredii.
- “Oh sì, certo Ronald. Sono incinta di quel
bacato cervello che ti è venuto mancare alla tua di nascita”
- “Ehy, non essere così scorbutica! Se sei acida
vai da un ginecologo, hai troppi acidi nello stomaco.”
- “Quello si chiama gastroenterologo
Ronald! Possibile che tu sia tanto ignorante?”
- Il rosso arrossì vistosamente- che gioco di
parole!- e sotterrò la testa nel suo piatto sibilando un “ vai al diavolo,”
imbarazzato.
- Per un momento mi sentii forte, invincibile
perché lo avevo messo a tacere ma tutte le mie certezze si spensero quando mi
accorsi che poco più distante una mora tutto fisico e niente cervello-
esattamente il mio opposto- lo fissava
lasciva.
- Lavanda Brown; la odiavo!
- Non mancava mai a lanciarmi sguardi maliziosi
e carichi di cattiveria come per voler marcare il territorio. Era innamorata di
Ron, lo avevo capito, e quindi era una rivale alla quale cercavo di
dimostrarmi indifferente verso il sopracitato rosso, ma della quale nutrivo
dell’astio grande quasi quanto tutto il mondo magico.
- Sperai che si ingozzasse e strozzasse con
l’oliva, ma poi me ne pentii rendendomi conto di essere arrivata proprio ai
limiti della decenza.
- Ero diventata … cattiva.
Io non lo volevo essere!
- Annaspai in cerca del mio rinnovato controllo
e presi a stritolare senza sosta un fazzolettino al che mi accorsi di essere
fissata confusamente da Ron. Sbuffai.
- “E tu? Cosa vuoi? Torna a magiare, su!”, lo
aggredii furiosamente.
- “Ma guarda questa!”, borbottò in risposta e
leggermente offeso “sei isterica!”
- Per quanto quelle parole mi fecero male e
desiderai affatturarlo, mi imposi la calma.
- “Parli proprio tu, Weasley?” non riuscii ad
evitare di dire prima di scomparire veloce fuori dalla Sala Grande desiderando
che Ginny non mi seguisse e che Kant tornasse ad essere il mio unico
problema.
- Era tanto bello lo studio, amavo aggrovigliare
il mio cervello alla ricerca di comprendere al meglio gli studi. Mi faceva
sentire viva saper fare qualcosa meglio degli
altri.
- Quando leggevo lo sgomento negli occhi dei
miei compagni di corso perché sapevo l’ennesima risposta esatta, quando i
professori mi sorridevano elegantemente sibilando un “ ben fatto, Granger,” io
mi sentivo utile.
- E invece che soddisfazione mi
sapeva dare un troglodita come Ron? Isteria? Fastidio?
Nervosismo?
- Nonostante mi trovassi meglio con i ragazzi
che con le ragazze in quel momento desiderai non averlo mai
conosciuto.
- Mi fermai nei pressi della biblioteca con
ancora la bacchetta al fianco e gli occhi spiritati; se qualcuno mi avesse visto
non avrebbe riconosciuto in me la ragazza che solo due anni prima aveva ballato
vestita come un confetto accanto a Viktor Krum.
- Strinsi fortemente le nocche e sibilai un
mezzo insulto che per molti sarebbe sembrata una battuta, ma che per era ai
limiti dell’indecenza.
- Non ero Ginny, non ero la classica ragazza
sboccata che si lascia scappare appellativi come “ stronzo” e “ coglione” come
se fossero nomi comuni di persona. Già solamente definire qualcuno “demente” per
me equivaleva ad un insulto.
- Lentamente, stanca psicologicamente e
fisicamente, mi lasciai cadere seduta con la testa posato contro la finestra
dove solitamente mi fermavo a guardare i grifoni volare
durante i loro allenamenti di Quidditch nella speranza di scorgere Ron che
finalmente riuscisse ad essere un bravo portiere. Sorridevo, quasi sempre,
osservandolo così imbranato e nello stesso momento dolce per poi ritornare a
correre per il castello con il mio libro al petto.
- Ora, invece, nell’ora di cena quando tutto era
vuoto, accanto alla mia adorata libreria, desiderai solamente poter mandare
tutto al diavolo e concentrarmi sui MAGO dell’anno prossimo.
- Chiusi gli occhi e mi concentrai su quello,
come se fosse una valvola di sfogo.
- L’anno a venire avrei fatto gli esami e poi
sarei andata con Harry alla ricerca di Voldemort per salvare il mondo magico.
Sarei diventata una grande strega, avrei aiutato il mio migliore amico fin dove
mi ero possibile; forse sarei morta ma per lui lo avrei fatto.
Ne ero certa.
- Nonostante quei pensieri non fossero
propriamente felici, mi fecero stare meglio questo almeno finché non mi accorsi
che poco distante da me una coppia stava allegramente
pomiciando.
- O meglio, lei stava attaccata al collo di lui
e lui a tutt’altro di lei.
- Repressi un conato di vomito e mi alzai retta
facendo tintinnare la spilla che avevo al petto come un
distintivo.
- Con il fumo che mi usciva dalle orecchie mi
avvicinai a quei due con il solo desiderio di farli
smettere: mi stavano sverginando la mia adorata porta della biblioteca,
il mio mondo!
- “Ehy, voi due!”urlai quando mi distanziavano
solo alcuni metri visto che le mie gambe chilometriche facevano miracoli quando
motivate “ smettetela subito di fare quello che stavate
facendo!”
- Sembravo tanto un detective uscito da “ la
signora in giallo”, mi accorsi.
- Ero convinta che come sempre si trattasse di
due ragazzini del quinto, quarto, terzo anno ma invece rimasi sorpresa- non
meravigliata, sorpresa-quando vidi di chi si trattava.
- Pansy Parkinson stava letteralmente
masturbando Draco Malfoy e il ragazzo aveva una faccia
totalmente annoiata anche in quella situazione.
- Quel ragazzo era assurdo, capii, sia in
momenti di assoluto piacere, sia in quelli di disgrazia continuava ad avere le
labbra in una linea retta e immacolata nemmeno fosse
disegnato.
- Non era bello, per me non lo
era.
- Aveva sì capelli biondi, quasi bianchi, e
occhi grigi e tremendamente spettrali me era morto e non mi
attirava per niente.
- Non riuscivo a capire come quella ragazza con
il viso a carlino potesse toccarlo con tanta enfasi, pensai.
- Draco alzò per un attimo lo sguardo su di me e
un ghigno perfido si distese sulle sue labbra come a volermi sfidare. La
differenza era che io avevo una bacchetta tra le mani lui … bhè lui
no.
- La sua compagna invece rimase caldamente
chinata su di lui e la cosa mi risultò oltre che impura anche orribilmente
vergognosa. Avrei voluto affatturarla, ma la voce sprezzante del biondino riuscì
a calmare la mora.
- “Granger! Qual buon vento.”, mi aveva chiamato
per cognome, non Mezzosangue.
- “Malfoy, 25 punti in meno ai
Serpeverde!”
- “Ah, e perché Granger?”,
marcò sul mio cognome per sottolineare la presa per i
fondelli.
- “Me lo chiedi pure? Ti stai…” mi bloccai
imbarazzata e rossa.
- “Scopando?”, mi venne in aiuto con un
sopracciglio inarcato e ancora le mani sui glutei di quella ragazza che rideva,
rideva come se lui le avesse appena chiesto di sposarlo.
- Probabilmente quello sarebbe successo a
momenti.
- “Oh! Non lo voglio sapere quello che stai
facendo e quello che hai fatto” urlai puramente sconvolta “ma le tue puttanelle
vattele a fare da un'altra … parte. Se proprio devi.”
- “Se ti infastidisce non guardare.” Continuò
odioso.
- Assottigliai lo sguardo guardandolo in tralice
per poi, con un colpo veloce della bacchetta, allontanarlo dalla tizia e
sbuffare. In un batter d’occhio lui era nell’ala destra con ancora i pantaloni
aperti, lei invece nella sinistra aprì la bocca impiastrata di rosso come a
voler ribattere.
- “Inanzitutto,” bloccai le proteste di lei con
una mano “ sono cinquanta punti in meno ai Serpeverde!
Venticinque a testa per atti osceni in luogo
pubblico”Draco accennò un sorriso bastardo che mi fece bloccare a
metà del mio discorso.
- “Mezzosangue”- ed ecco il ritorno alle
origini, pensai- “sono anche io un prefetto. Non puoi
punirmi!”
- “Ah, no?”
- “No. Questo implicherebbe anche il fatto che
io posso punire te.”
- “Non sono io quella che si stava strusciando,
per così dire, in mezzo al corridoio, Malfoy.”
- “Questo perché tu non hai nessuno con cui
farlo.”
- E fece male!
- Balbettai a disagio, con un magone alla gola,
ripensando alle parole dispregiative che mi avevo detto, a tutto quelle che
avrebbe potuto rivolgermi ma questa era senza ombra di dubbio la
peggiore.
- Mi diede esplicitamente della frigida, pensai,
e per quanto cercavo di farmi forza ricordandomi che io avevo dei valori e che
ero stata la ragazza di Krum- quel Krum- mi accorsi che probabilmente aveva
ragione.
- Ero sola, Ron non mi avrebbe mai
voluto.
- Prima che potessi anche solamente reagire
sentii la zip dei suoi pantaloni rumoreggiare per poi vederlo alzarsi e mettersi
retto.
- Mi guardò con decisione, poi mi sorpassò e
senza nemmeno guardare in volto la Parkinson che delusa gli fissava la schiena
scomparve verso la Sala Grande. Probabilmente scopare- come diceva lui-
gli aveva messo appetito.
- Ero sicura che cinquanta punti fossero già
stati sottratti dalle loro clessidra e che ora fossimo noi Grifoni in vantaggio
di oltre centocinquanta punti a loro, ma ebbi come il presentimento che lui me
l’avrebbe fatta pagare.
- Che lui avesse un piano.
- Anche perché, ricordai, il sorrisino sghembo
che aveva sulle labbra mi faceva intendere che finalmente si sentiva padrone del
mondo.
- Poi improvvisamente mi ricordai di quando
Harry lo scorso anno mi aveva riferito di aver sentito dire da
Malfoy che non sarebbe tornato a scuola per schierasi apertamente
con Voldemort. Invece quest’anno era tornato, pensai, ma nulla mi indulgeva a
pensare che lui non fosse già diventato uno di loro.
- Sbarrai gli occhi e mi scordai di Pansy che
lentamente mi stava cruciando con il pensiero e di Ron, focalizzando la mia
attenzione solo su un pensiero.
- Dovevo assolutamente osservargli il braccio
sinistro!
- Salve a tutti.
- Eccomi con il secondo capitolo, sono stata
abbastanza puntuale.
- Allora, ho un solo terrore.
- Non ho mai scritto su Hermione, solitamente
scrivo su sua figlia Rose che ho immaginato leggermente
diversa e quindi ho paura di imprimere il sarcasmo della
figlia nella madre.
- Ho cercato di rimanere il più fedele alla
‘Mione che conosciamo, ma spero di non aver divagato con i suoi
pensieri.
- Draco.
- Draco non so gestirlo.
- E’ un ragazzone molto arrogante, lo so,
scorbutico ma non so se farlo giocare con lei o meno.
- Alla fine ho scelto di sì renderlo sprezzante
ma a tratti anche arrogante e perfido … sarà lunatico. Per
esempio nel prossimo capitolo sarà così scorbutico da sembrare- come direbbe la
mia Ginny- una donna in meno pausa con i calori e le ventole fuori
posto.
- Dunque, qui incontriamo una Hermione
innamorata, tanto, e un Ron ottuso, come sempre.
- Ginny sboccata e simpatica, estroversa, Harry
ha ancora un ruolo marginale.
- Pansy… leggermente schiava sessuale di
Draco.
- Nel prossimo entrerà in scena la fedele
polisucco che rovinerà la vita alla
riccia-tutto-studio-niente-vita-sociale.
- Grazie per le recensioni, per
l’attenzione.
- Spero di non avervi deuso.
- Love ♥