Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: arwen_eli    06/07/2011    9 recensioni
"Aveva lanciato un'occhiata indolente alla sua bacchetta, stretta tra le dita ossute, e gli era venuto da ridere. Era buffo come fosse riuscito a maturare tutta quell'autoironia, in solitudine. Si trovava spesso a ridere da solo della sua situazione, a prendersi in giro per il suo aspetto trasandato, per le fughe notturne, per i pasti frugali, sottratti come un vagabondo alle case o cacciati nei boschi, come un primitivo.
Dieci anni fa sarebbe inorridito, immaginandosi in una tale situazione. Ora non riusciva a fare a meno di trovarla divertente. In un modo stranamente macabro, ma divertente.
Sua madre si sarebbe preoccupata per la sua magrezza, per la barba incolta, per i capelli spettinati e gli abiti sgualciti. Aveva scacciato l'immagine del sorriso dolce di Narcissa scuotendo la testa, ricacciando in gola il magone che pensare a lei gli provocava."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Val, la mia amour.
Per il tuo primo passo verso il “diventare grandi”,
sarò orgogliosa di poterti essere accanto.

A Rea, il genio, l'amica.
Per essere quella che sei.
Per capirmi sempre, anche quando penso che nessuno potrebbe.

A Momy, la mamma, la donna.
Per la vita che ti aspetta. Ora, domani, quando vorrai.
Sarò con te, quando aprirai la porta per andare là fuori.

A Lu, la mia Principessa.
Perchè sei la mia coscienza, l'angioletto sulla mia spalla.
L'angioletto che non si fa scrupoli a buttare l'aureola nell'immondizia.




What lasts forever: the ballad of a Guilty Love.



Who broods upon what he calls our guilty love:—
Tell him that my love for you, no less than my love for him
Wrought out my destiny—that through the flesh
I won spirit, and through spirit, peace.
There is no marriage in heaven
But there is love.


Edgar Lee Masters – Spoon River Anthology




Una dopo l'altra.
Le avrebbe potute contare ad una ad una.
Un continuo sgocciolio, con la capacità di penetrare la mente, fino ad amplificarsi in un pensiero totalizzante. Aveva provato di tutto, per fingere di non sentirle, ma non c'era alcun modo di isolare quel suono. Oltrepassava ogni barriera, ogni gesto, ogni tentativo di liberarsene.
Gocce. Sul pavimento.


Plin. Plin. Plin.


Finirò al manicomio, sempre che non mi ammazzino prima.


Aveva lanciato un'occhiata indolente alla sua bacchetta, stretta tra le dita ossute, e gli era venuto da ridere. Era buffo come fosse riuscito a maturare tutta quell'autoironia, in solitudine. Si trovava spesso a ridere da solo della sua situazione, a prendersi in giro per il suo aspetto trasandato, per le fughe notturne, per i pasti frugali, sottratti come un vagabondo alle case o cacciati nei boschi, come un primitivo.
Dieci anni fa sarebbe inorridito, immaginandosi in una tale situazione. Ora non riusciva a fare a meno di trovarla divertente. In un modo stranamente macabro, ma divertente.
Sua madre si sarebbe preoccupata per la sua magrezza, per la barba incolta, per i capelli spettinati e gli abiti sgualciti. Aveva scacciato l'immagine del sorriso dolce di Narcissa scuotendo la testa, ricacciando in gola il magone che pensare a lei gli provocava.

Era cresciuto in fretta, per essere un Purosangue viziato, ma la guerra non fa sconti per nessuno, specialmente quando capisci troppo tardi di esserti schierato dalla parte sbagliata.
Aveva solo sedici anni quando era stato marchiato e Lui non si era nemmeno posto il problema della sua età. Era un nuovo schiavo, un altro burattino di cui muovere i fili, sapendo di poterli tagliare a suo piacimento, null'altro contava. Non importava che fosse poco più di un bambino, che non avesse vissuto nemmeno la metà delle esperienze che un uomo dovrebbe vivere, prima di decidere di votare la sua esistenza ad una causa, quale essa sia.
Ma c'era un motivo per cui questo non era rilevante: Draco non aveva deciso, semplicemente perchè non aveva mai pensato che ci fosse in ballo una scelta; era il figlio di Lucius Malfoy, non aveva altra possibilità che seguire gli ideali che gli erano stati insegnati, che seguire le orme di un padre che ammirava oltre ogni misura e che lo aveva cresciuto tra l'amore, i vizi e la Magia Oscura.
Aveva sedici anni e delle convinzioni ferree, inamovibili, come solo quelle di un adolescente e di un pazzo possono essere. E così, con l'incoscienza di un ragazzino, aveva messo la sua esistenza nelle mani di un folle ed offerto il suo braccio al simbolo di morte che ancora portava.
Rideva ancora Draco, nel silenzio di quella solitudine rotta soltanto dalle gocce che cadevano sul terreno; rideva della sua ingenuità, dei suoi ideali costruiti su fragili impalcature di sabbia, miseramente crollati davanti agli occhi di suo padre, che guardavano la bacchetta dell'Oscuro Signore puntata alla sua gola.


Mi dicevi sempre che la vita è per metà menzogna e per metà apparenza e che per sopravvivere tra i Purosangue dovevi soltanto capire a chi mentire meglio.
Ma non si può mentire sempre, non con Lui.


Accarezzava il Marchio con un dito, sopra il tessuto della camicia. Non aveva alcun bisogno di guardarlo per sentirlo. Bruciava. Sempre, ancora, senza scampo.
Lo chiamava ancora.


Brucia anche a te, Lord?
Ti brucia che il tuo soldato migliore giochi all'eremita nei boschi?


Era cresciuto in fretta per la guerra e diventato ancor più vecchio nella fuga.
Suo padre l'avrebbe schernito per l'aria da eroe tragico che aveva in quel momento: seduto sul ciglio di una branda, che altro non era che un masso trasfigurato, la testa tra le mani, con i capelli ormai troppo lunghi – troppo simili ai suoi, gli avrebbe detto – che gli scivolavano tra le dita.
Finito a vivere tra i boschi, un animale braccato da cacciatori esperti, senza alcuna possibilità di respiro.

Un anno.


Era in fuga ormai da quasi un anno.
Scappava da tutto, da tutti. Nessun posto era sicuro, al di fuori dei nascondigli che era riuscito a trovare, ma che doveva abbandonare periodicamente, per evitare di farsi vedere troppo spesso anche dai babbani che abitavano i paesini da quelle parti.
La sua grotta era “casa” da circa tre mesi. Presto avrebbe dovuto lasciare anche quella, prima che qualche Mangiamorte o gli Auror lo trovassero dormire beato come un troll di montagna.

Nessuno doveva vederlo, trovarlo. Non poteva fidarsi.
Aveva tradito la sua causa, tutto ciò in cui aveva investito fin dall'inizio. Era braccato dai suoi stessi sottoposti, dai suoi uomini, mentre quelli che gli erano rimasti fedeli erano probabilmente già stati illuminati dalla luce verde tanto amata dal loro Padrone.
Già, un Padrone. Ci aveva messo anni a capirlo, ma Voldemort non era altro che quello: signore delle loro vite e della loro volontà, anche a costo di ottenerle a suon di Maledizioni.
Lui era stato la sua eccezione, ma era servito a poco.
Per il resto del Mondo Magico, invece, era e sarebbe sempre stato Malfoy, quello che aveva guardato morire suo padre ed era rimasto al fianco del suo assassino.

Se solo sapessero.


Ricordava ancora le prime notti tra gli alberi, gli abiti umidi, che rimanevano gelidi anche dopo incantesimi riscaldanti o dopo averli fatti asciugare accanto al fuoco. Non avrebbe mai dimenticato i brividi, il dolore ad ogni articolazione per l'aver dormito sul terreno, l'intorpidimento alle gambe per il freddo intenso delle notti inglesi.


Un Principino spodestato, ecco cosa sembravi.


Non era la prima volta che dormiva all'addiaccio, non con tutti i combattimenti degli ultimi sette anni. Ma era sempre stato preparato, per le incursioni e non era mai stato solo. Aveva sempre avuto con sé altri uomini, che il Signore Oscuro gli aveva affidato come squadra.


Il giovane orgoglio di Voldemort.


Nessuno, guardandolo ora, avrebbe pensato a lui come ad uno degli esponenti delle famiglie di maghi con il sangue più puro del Regno Unito. Men che meno avrebbero pensato al giovane rampollo dei Malfoy, ormai da tutti conosciuto come il Mangiamorte per eccellenza, il braccio destro di Voldemort, fiero nipote di Bellatrix Lestrange.
Non era altro che un vagabondo ora.


Hai rimuginato abbastanza per oggi. Muovi il culo.


Aveva maturato la pessima abitudine di parlare da solo, in quei mesi, almeno per evitare di impazzire per il continuo silenzio che lo circondava, lo faceva prevalentemente nella sua mente, ma alle volte finiva per parlare anche a voce alta, quasi come volesse tenere la voce in allenamento, per quando avrebbe di nuovo rivolto la parola a qualcuno che non fosse se stesso o gli animali del bosco.
Si era alzato lentamente, puntando con le mani sulle ginocchia ed aveva afferrato il suo mantello, che giaceva disordinatamente buttato sul fondo della branda. Se l'era messo sulle spalle con un gesto rapido ed aveva alzato il cappuccio, fino a coprirsi quasi gli occhi.

- Andiamo a caccia, su -.






Una storia che mi ha investita come un autotreno con quattro rimorchi.
Ho provato a resistere, a fingere di non volerla scrivere, ma non c'è stato scampo.
Ambientata a circa sette anni dalla partenza del Trio alla ricerca degli Horcrux, con la differenza, non trascurabile, che questa ricerca non è terminata e che Voldemort zompetta ancora felicemente sul pianeta, lanciando qui e là qualche Maledizione Senza Perdono.

La guerra si trascina al limite con la guerriglia, qualcosa che può ricordare una Resistenza partigiana, con battaglie sporadiche sparse nel Paese, tra sparuti gruppi di combattenti delle due fazioni, mentre ai “piani alti” si raccolgono le forze per sferrare l'attacco decisivo.

Altre notizie arriveranno con il resto della storia.
Secondo la mia idea dovrebbe essere una mini-long, non più di 4-5 capitoli, anche perchè vorrei tornare a dedicarmi a B&H, ispirazione anarchica permettendo.

Ringrazio Val (Valaus) per avermi concesso senza colpo ferire di farmi prendere ispirazione dalla sua “The Ballad of Azkaban Gaol” per l'idea della goccia e Rea (Poison Spring) per il solito impareggiabile aiuto con il titolo.

E ringrazio voi, al solito, per essere arrivati fino a qui.

<3


Vi ricordo che se vi va, per spoiler, anticipazioni, qualche sclero e qualche foto di maschi nudi potete venire a trovarmi su Facebook. Sono QUI. xD

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: arwen_eli