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Autore: Will Turner    15/07/2011    1 recensioni
Cosa succede quando una ragazza scopre la verità che rischia di distruggere la storia d'amore attesa da una vita? Da quando ha incontrato Max, Faith ha imparato a sognare: il suo tormentato passato sembra ormai superato per sempre, ma un tremendo segreto incombe su di lei senza lasciarle alcuna possibilità di fuga e mettendole davanti la scelta più difficile. Un racconto d'amore fatto di romanticismo, passioni, tormenti e lacrime che riuscirà a strappare anche qualche risata.
Aggiornamento periodico mensile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le Ragioni Del Cuore BN
R ISPOSTE ALLE RECENSIONI

Ciao a tutti i lettori!
Eccoci giunti all'ultimo capitolo della stagione. A qualcuno piacerà, a qualcun altro meno, ma spero che lo possiate commentare.
Spero anche che a settembre siate in tanti a leggere questa fan fiction!
Nel frattempo ringrazio Saty e Mozzi84 per la pazienza e la cura con le quali si occupano di questa storia: siete fantastiche!
Come ultima canzone da ascoltare vi consiglio “New Day” di Tamar Kaprelian, e vi saluto aspettandovi il 16 settembre 2011!
Buone vacanze a tutti e buona lettura!
MM


37. A  NEW DAY HAS COME

    Trascorsero cinque giorni da quella notte e Faith si sentiva sempre più stupida man mano che le ore passavano. Ogni volta che il telefono squillava o che qualcuno bussava alla porta il cuore iniziava a batterle come un martello pneumatico. Ed ogni volta la delusione e la tristezza si alimentavano irreversibilmente.
    Non sapeva più a cosa pensare. Non capiva perché Jason non avesse risposto al suo messaggio ed arrivò a credere che se la fosse presa così tanto da sentirsi stanco di essere preso in giro da lei, la ragazza che gli aveva rubato il cuore, gettandolo a terra e calpestandolo come erba selvatica.
    Finché, passato il quinto giorno, alle sei del pomeriggio avvertì zia Becky che sarebbe uscita a cercarlo, promettendole che sarebbe stata di ritorno prima di sera.
    Era giunto il momento di smettere di aspettare, aveva già perso troppo tempo. Prima che il buio fosse calato lei avrebbe ottenuto tutto, oppure niente. Era un bel rischio, ma sentiva che era giusto correrlo.
    Salì in auto e partì alla volta di Hermosa Beach, anche se non era certa che lo avrebbe trovato in casa a quell'ora.
    Il cuore sembrava esploderle nel petto mentre il sole bollente penetrava all'interno dell'auto attraverso i finestrini aperti e le scaldava la pelle del viso e delle braccia.
    Improvvisamente si rese conto che non avrebbe saputo cosa dire nel caso se lo fosse trovato davanti, ma quel pensiero venne ben presto spazzato via dalla frenesia di voler trovare la persona della quale si era innamorata.
    Accese la radio, spegnendola subito dopo aver capito che non c'era altro all'infuori di Jason che potesse interessarle in quel momento.
    Lui era diventato il centro del suo mondo e doveva ad ogni costo dirgli di persona quello che provava nei suoi confronti. Avendo capito di essersi comportata da immatura e da prepotente, sperava ardentemente nel suo perdono.
    La strada era trafficata, ma non impiegò molto tempo ad arrivare a casa del ragazzo.
    Accostò al marciapiede e, dimenticando la borsetta in auto, si precipitò a suonare il campanello dell'abitazione.
    Le venne ad aprire Kate, la madre di Jason, che si mostrò subito preoccupata notando lo stato di agitazione della ragazza.
- Entra, Faith, e spiegami cosa sta succedendo.- Le disse con la voce carica di ansia.
    Faith varcò il cancello a grandi passi e si avvicinò alle scale sforzandosi di sembrare il più civile e adulta possibile.
- Salve, signora Conrad, sto cercando Jason. É in casa?- Chiese fermandosi a riprendere fiato.
    Kate parve sconcertata da quella domanda.
- A dire il vero, Faith, lui è partito.- Fece laconica.
    La ragazza rimase un attimo in silenzio, confusa, ripetendosi mentalmente la risposta.
- Partito? Per dove?- Domandò sbalordita, senza nascondere un pizzico di delusione.
    Kate scese le scale con una mano sul parapetto e l'altra a sistemarsi il grembiule legato in vita.
- Si, non te l'ha detto? Trascorrerà tre mesi in Polinesia lavorando a bordo della barca di una coppia di soci dello Yacht Club.-
    D'un tratto Faith comprese che doveva essere questo ciò che Jason avrebbe voluto dirle quella sera, quando lei lo aveva accusato di averle mentito riguardo ai sentimenti che provava. Che stupida!
- Io... Io ho lasciato un messaggio sulla segreteria del suo cellulare, ma...- Balbettò sconsolata la ragazza.
Kate scosse la testa portandosi le mani sui fianchi.
- Quel distratto di mio figlio ha perduto il cellulare poco meno di una settimana fa, quindi non credo che lo abbia ascoltato.-
    A Faith si illuminarono gli occhi: adesso era certa che lui non fosse arrabbiato al punto di non volerne più sapere di lei. Ma s'incupì immediatamente ricordandosi che ormai era tardi: aveva lasciato Los Angeles.
- Però credo che farai ancora in tempo a trovarlo se corri al porto.- Continuò Kate, instillando nel suo animo una buona dose di speranza - Mi ha detto che sarebbe salpato alle 6.30.-
    Senza pensarci, Faith rivolse un immediato sguardo all'orologio che portava al polso: 6.20.
- Grazie mille, signora Conrad.-
    La salutò velocemente, uscì dal cortile, si fiondò in macchina e partì facendo stridere i pneumatici sull'asfalto. Oh, mio Dio, sembro una povera pazza!
Tamar Kaprelian “New Day”
    Il porto distava circa tre chilometri dalla casa di Jason, ma l'abituale traffico li faceva sembrare il triplo.
    Lungo la strada Faith lanciava insistentemente occhiate all'orologio, attanagliata dal timore di non riuscire a raggiungere il ragazzo. I particolari del paesaggio attorno sfrecciavano in una miriade di strisce colorate, creando lo stesso effetto di un dito passato su un dipinto appena terminato, mentre il sole, in uno squarcio dorato nel cielo bluastro, pareva danzare beffardo sulla linea dell'orizzonte.
    Alle 6.28 giunse al parcheggio dello Yacht Club e fermò la macchina con una frenata degna di un film poliziesco. Si osservò un breve istante allo specchietto retrovisore dell'auto, ripensando a quella volta che Holly le disse “Occorre essere sempre in ordine ogni volta che si esce di casa!”. Se l'avesse vista ora avrebbe concluso che la parrucca di un clown sarebbe stata più in ordine dei suoi capelli, ma poco le importava. Non indossava neppure niente di eccezionale: un paio di jeans strappati alle ginocchia e una canotta rossa. Le infradito ai piedi non erano il massimo per fare una corsa, ma finse di non badarci. L'importante era raggiungere il molo - e Jason - al più presto.
    Attraversò il giardino, ricco di piante e fiori di ogni tipo, e imboccò la scala che scendeva ripida al pontile in un paio di rampe, sotto lo sguardo incuriosito di un giardiniere con in mano un'enorme paio di cesoie, e di un trio di vecchietti che stava giocando alle carte all'ombra di un gazebo.
    Quel luogo, al tramonto, era spettacolare, realizzò affascinata, notando le barche ormeggiate che si andavano lentamente coprendo dei morbidi  e suggestivi colori serali.
    Si guardò intorno cercando di localizzare Jason quando, grazie al rombo di un motore e un fugace bagliore riflesso nei vetri, intravide uno yacht lasciare il porto sfilando tra le altre imbarcazioni ancorate in un'intricata distesa di alberi e di vele che ondeggiavano al dolce cullare del Pacifico.
    L'odore salmastro le giungeva a tratti al naso, a seconda della direzione del vento, mentre sulle travi di legno nerastro i gabbiani arruffavano le penne, emettendo il loro grido vivace e nascondendo il becco sotto un'ala.
    Faith non perse tempo. Prese a correre lungo il pontile e, sotto i piedi, le assi velate da un sottile strato di sabbia scricchiolavano, rimandando il tonfo leggero dei suoi passi.
    Lo yacht era ancora vicino. La ragazza oltrepassò un altro paio di barche e riuscì a vedere Jason che si occupava delle vele, esattamente come aveva fatto il giorno della loro gita al largo.
    Si fermò e, unendo le mani ad imbuto, lo chiamò a gran voce.
    Jason parve non sentire a causa del rombo del motore, ma, al secondo richiamo, si volse in direzione del pontile e la vide. Lasciò perdere le vele per sporgersi dalla barca, ma la lontananza dal molo era ancora troppa. Sentì il cuore balzargli in gola e togliergli il respiro perché sapeva che Faith era là per un motivo. Sapeva che era là per lui.
- Jason, ti amo! Ti amo!- Ripeté più volte la ragazza facendo un paio di saltelli, come fosse servito a farsi sentire meglio.
    Jason le sorrise e si portò una mano sulla fronte, giudicando incredibile tutto quello che stava accadendo. Quella ragazza era una sorpresa continua ed era riuscita a stupirlo ancora una volta, facendogli dimenticare la stupida lite di qualche giorno prima.
    Lo yacht si stava allontanando dal porto sempre più rapidamente e Faith corse fino a raggiungere l'estremità del pontile senza più fiato nei polmoni.
- Ti amo, Faith! Sei tutto per me!- Urlò Jason di rimando.
    Poi gridò parole a lei incomprensibili, poiché il vento trasportò lontano dal molo ogni suono.
    La ragazza lasciò allora che le braccia le scivolassero lungo i fianchi e piegò la testa da un lato, rimandandosi indietro i lunghi capelli in un sorriso. Gli soffiò un bacio con la mano prima di salutarlo con il palmo immobile e aperto.
    Una volta che lo yacht raggiunse il largo, Faith udì i suoi motori spegnersi, e l'osservò prendere velocità, con le vele che schioccavano al vento coprendosi gradualmente d'oro, mentre l'oceano si striava di rosso, di rosa e di arancione.
- Sarò qui ad aspettarti...- Mormorò la ragazza quando la barca divenne poco più di un puntino luminoso sull'acqua.
    Poi s'incamminò verso la sua auto, ammirando sulle colline in lontananza il profilo della scritta metallica HOLLYWOOD riflettere l'intensa luce del tramonto in un bagliore, tra il verde scuro della vegetazione e il viola del crepuscolo. Si fermò e voltò soltanto la testa, mentre la brezza marina le faceva ondeggiare una ciocca di capelli sopra le labbra.
    L'arancio del sole si dipinse nei suoi occhi facendoli brillare, e lei sorrise, soddisfatta, pensando che prima dell'imbrunire era riuscita ad ottenere tutto ciò che voleva.
  
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