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Autore: Soul Sister    17/07/2011    8 recensioni
Dal primo capitolo:La mia vita era sempre stata come una di quelle sit com americane, piena zeppa di colpi di scena, ma sempre prevedibili. Di quelle con teenager alle prese con qualche cretino super-figo che le tormenta e rende la loro vita un inferno, ma che, inevitabilmente, poi, le fa innamorare di lui come delle povere pere cotte.
Ma, fortunatamente, io non ero la classica ragazza da sit com che s’innamorava del cretino della città. Io ero la teenager che affrontava il deficiente in questione, perché, purtroppo, anche nella mia prevedibile realtà, lui esisteva.
Non poteva mica non esserci. Perché quella presenza era peggio di una piaga in via di putrefazione, un porro peloso, un foruncolo, e resisteva.
Ma, se nelle sit com, poi diventava l’eroe, si poteva star certi che qui, nella mia città, nella mia vita, lui non sarebbe mai diventato magicamente il santo della situazione. Non c’erano segreti scabrosi della famiglia che l’avevano irreparabilmente rovinato, niente maschere che nascondevano un cuore d’oro. Eh sì, perché, purtroppo, il figone del mio, di villaggio, lo conoscevo fin troppo bene. Perchè le nostre famiglie erano amiche da quando mio padre e mia madre andavano al liceo, e, come se non bastasse, una delle mie sorelle era fidanzata col fratello maggiore della mia nemesi. Solo per informazione, nel mio universo, la pustola, colui che rompeva le palle insistentemente, aveva il famoso nome di Adam Brown: mi rifiutavo categoricamente di ritenerlo mio cognato. Era troppo..deprimente.
Restava il fatto, che la Pustola aveva appena segnato la sua ora.

-Spero vi abbia incuriosito :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Okay, ci sono. Ci sono davvero, non sono scomparsa misteriosamente e sono viva. Sono tornata, e munita d'ispirazione! Quella sacrosantissima ispirazione che mi ha abbandonata qualche mese fa, rovinando tutto. Ora..so che è passato tanto tempo, e molte delle persone che leggevano questa storia avranno perso il filo della trama, magari si sono pure stufati di aspettare, e non seguono piu Amore Irrazionale. Chiedo scusa se ho fatto attendere, se avevo detto che sarei tornata a scrivere e poi ho fatto una pausa di tempo lunghissima. Scusate, scusate, e scusatemi ancora, se potete u.u"
Meglio ricapitolare un po' quello che è successo nei capitoli precedenti: ad Adam è venuta la febbre, e Nat è andata a casa sua. Lui le ha chiesto di diventare amici, e NON stava delirando per la febbre a 38.8. E proprio quando sembra che tutto vada bene, sbuca Rick, l'ex di Natalie, che l'aveva tradita perchè insinuava che tra Nat e Adam-che si odiavano per davvero- ci fosse del tenero. Okay, il punto è questo. :) Spero che nonostante tutto, leggerete...
Buona lettura. Un bacione. :*
Capitolo 11 .Quando Adam ed io venimmo accantonati per la Sorella Prodigio
Sbuffai, richiudendo il quaderno degli esercizi. Matematica quel pomeriggio non riuscivo proprio a farla, mi arrendevo.
Tra i pensieri di Rick-che non avevo più rivisto, fortunatamente- e l’ansia da compiti, quel giorno non combinavo nulla.
Decisi di mettermi l’mp3 nelle orecchie e rilassarmi sul divano, mentre ancora avevo qualche minuto di silenzio e pace in casa.
-Sono tornata!- ecco, appunto. Fine della pace.
-Ehi, Nat!- Rose si buttò a peso morto su di me, anziché sul cuscino del divano. Complimenti per la mira, pensai.
-Com’è andata la giornata?- domandò tranquillamente. Nelle ultime settimane, nonostante cercasse di essere discreta, si preoccupava tantissimo per me. Mi analizzava sempre, chiedeva come stavo, cercando di leggere qualcosa nel mio sguardo capace di rivelarle una mia crisi di pianto.
-E’ andata- risposi solo, mentre cercavo di divincolarmi dal suo fondoschiena.
Qualche minuto dopo, rientrò anche mamma, più allegra del solito, e con una trentina di borse della spesa nelle mani.
Era assurdo che mia madre, a discapito del resto del mondo-che sembrava divertirsi nel pucciare il naso nella vita altrui-, non si fosse accorta del mio umore. Non che lo mostrassi, ma di solito una mamma certe cose le capiva.
-Ragazze, indovinate?- incalzò, appoggiando le chiavi di casa sulla credenza, facendo manovre da contorsionista. Scappò in cucina, e tornò libera dalle sporte. –Eh? Dai!- sorrise entusiasta, insistendo a farci indovinare. Io e mia sorella la guardavamo, attendendo una risposta.
-Vengono i Brown a cena!- mi guardò immediatamente, accigliata e severa.-Nat, non fare storie!- riprese, senza che potessi aprir bocca. E anche se l’avessi fatto, di certo non mi sarei lamentata.
-Cerca di essere amichevole con Adam. E’ così un caro ragazzo, non male come pensi tu!-e chi l’aveva detto? Ah, beh, forse io un miliardo di volte, quando gli davo del microcefalo ignorante, pervertito, idiota, insolente- e altri aggettivi poco carini. Oddio: pervertito rimaneva, sicuramente. Però la mia stima di lui, da inesistenze, cominciava a nascere. Altrochè. In quest’ultimo periodo avevamo parlato tanto, e avevo scoperto un lato di lui riflessivo. Sapeva dare dei buoni consigli, e mi aveva fatto capire che se avessi avuto bisogno di lui, ci sarebbe stato.
Ovviamente, il nostro rapporto non era melenso con paroline dolci, ma tra battutine e risate, ci sostenevamo l’un l’altra.
Lui, a differenza di mia sorella, Kim e Bryan, mi dava più fiducia. Probabilmente perché sapeva che se avessi avuto bisogno d’aiuto, non avrei esitato nel dirglielo. Non mi faceva terzi gradi e non mi pedinava.
Oppure, non chiedeva perché semplicemente per lui ero davvero un libro aperto. Restava comunque il fatto che mi piaceva il suo modo discreto di aiutarmi.
A mia volta, cercavo di capire perché non volesse chiarire con Wilson. Lui diceva che era uno stronzo, ma era sempre stato il suo migliore amico. Ragion percui, ero sicura ci fosse sotto dell’altro. Però non ero invadente, e aspettavo solamente che lui mi dicesse la verità.
Cercai di informare mia madre degli ultimi avvenimenti, ma lei continuava a ciarlare a vuoto. Rose invece avrebbe voluto ascoltare le news, anche perché presa com’era dalla storia di Rick, non aveva indagato su Adam, e come me, poco dopo, si rassegnò, limitandosi ad annuire e sospirare annoiata.
Rosalie, ovviamente, aveva notato qualcosa di diverso tra me e Adam. Solo il fatto che mi fosse venuto a cercare, qualche settimana fa, dopo aver incontrato Rick, l’aveva fatta insospettire. Inoltre, non mi vedeva più maledirlo in ogni lingua del mondo al mio rientro da scuola, come facevo un tempo. E lei sapeva bene che anche due anni fa, l’assenza di Rick non mi aveva mai fermata dall’insultarlo apertamente. Anzi, in quel periodo ero una macchina spara-parolacce.
Mi feci una doccia veloce, rilassandomi completamente. Era bello sentire il getto caldo dell’acqua sulla pelle; oltre che effetto rigenerante, aveva il potere di svuotarmi la mente da pensieri molesti.
Appena fui pronta, aiutai ad apparecchiare.
Rose invece si occupò di preparare qualcosa di commestibile con Emily. Mamma non cucinava male, sia chiaro, ma preferivo cento volte le pietanze di mia sorella, alle sue.
Tornò anche papà, baciò la mamma, me e Rose, poi si lavò e si cambiò, sotto l’ordine perentorio di mammà, che lo voleva impeccabile.
Cosa assurda, poi. Noi e i Brown ci conoscevamo da tempi ormai dimenticati, e a vederci in tuta o in vestiti eleganti, che cambiava? Per altro, Adam mi aveva vista anche con il mio pigiama maculato, ovvero il peggio del peggio. La parola ‘imbarazzo’ non si associava più al cognome Brown. Tra l’altro, io avevo avuto l’immensa occasione di vedere Adam nel suo stato più vulnerabile e pietoso, quando gli era venuto il febbrone da cavallo ed eravamo diventati pseudo-amici.
Il campanello suonò, e mia madre si fiondò ad aprire la porta, pimpante e allegra. Come sempre, quando i nostri amici venivano.
Era strano non fare la differenza nella loro famiglia: prima, li vedevo come amici di mamma e papà con figli adorabili, accompagnati dalla pecora nera che odiavo. Ora la parola ‘Amici’ era veritiera completamente, perché adoravo indiscutibilmente tutti i membri della famiglia Brown.
Emma-con figli e marito al seguito-fece il suo ingresso, salutando calorosamente.
La signora Brown abbracciò mia madre, mio padre e mia sorella. Mi sporsi a mia volta, e lei mi sorrise dolcemente. –Ciao Natalie! Vedo che i capelli stanno ricrescendo..- le sorrisi, annuendo.
-Per fortuna! Meno male che con le forbici me la cavo!- lanciai una frecciatina a Adam, che stava salutando mia madre in quel momento. Emily era già pronta a riprendermi, ma si fermò alla risata complice di Adam, che poi mi fece un occhiolino.
Avevamo lasciato a bocca aperta anche i nostri genitori: gli unici che rimasero impassibili-quasi fossero preparati- erano Rose e Bryan, e poi ovviamente la piccola di casa Brown, che aveva assistito al trattato di pace in diretta.
-Nat!- presi al volo Kate, e le sorrisi entusiasta.
-Ciao piccolina!- era troppo tenera questa bambina! E non mi sarei mai stancata di ripeterlo. L’adoravo. Era così simile ad Adam: avevano lo stesso identico sorriso caloroso, che mi scaldava il cuore e mi metteva buonumore.
Ci accomodammo a tavola, mentre mamma e Rose portavano la cena. Avevo MP davanti, che continuava a guardarmi e a sorridere.
-Che c’è?- domandai, divertita ed esasperata.
-Speravo avessi addosso il pigiama..- fece, con un tono quasi dispiaciuto.
-Haha, spiritoso! Sappi che non mi vedrai mai più con quello addosso- lo informai, con un’aria sostenuta e convinta.
Lui fece una faccia affranta: -Nuuh, che peccato! A me piaceva!- gli feci una linguaccia, e lui ridacchiò.
-Ma allora...
Bryan mi guardò attentamente, poi squadrò il fratello, e infine portò gli occhi su Rose, che sorrise trionfante. -Con calma, tesoro.- fece mia sorella, quasi maliziosa,-Un passo alla volta.-
-Ma di che diavolo state parlando?- incalzò Adam, irritato quanto me dai messaggi in codice dei due piccioncini.
Rosalie sorrise amorevolmente, come un angelo innocente. Per questo, m’insospettì ancor più.
–Niente!- arricciò le labbra, poi le ridistese in un sorrisino. –Voi non dovete dirci nulla?-
Avevano già capito tutto, non erano sprovveduti.
-Che dobbiamo dirvi?- incalzò Adam, vago, con un sorriso furbo.
-Ad esempio, come mai l’hai cercata poco tempo fa, quando è scappata a casa in lacrime..e sembravi così preoccupato- rispose mia sorella, cantilenante. Maliziosa. Insinuante.
Col cavolo che avevano capito. Avevano frainteso quasi certamente.
-O perché non vi siete ancora insultati, né guardati male..-proseguì Bryan, alzando e abbassando le sopracciglia con fare cospiratorio.
-Credo che si sia capito, ormai.- disse Adam, appoggiandosi tranquillamente allo schienale della sedia, portandosi la forchetta alla bocca e giocherellandoci un po’. Era buffo, con quell’espressione da Braccio di Ferro con la pipa in bocca.
-Non che volessimo nascondere qualcosa, anzi. Era piuttosto palese- aggiunse poi, continuando con quell’aria da duro che aveva assunto. Alzai gli occhi al cielo. –Che ho messo incinta Natalie-
Rose e Bryan strabuzzarono gli occhi, e io q uasi soffocai con il boccone che avevo appena inghiottito.
-Adam ma sei deficiente?- sibilai, shoccata, provocando solo delle grasse risate da parte sua. Sbuffai, incapace di trattenere un sorriso.
-Dai, era per ridere..-ansimò, vedendo gli sguardi truci di Bry e Rose.
-Playboy, già che ci sei, mi passi l’acqua?- chiesi, rauca e con le lacrime agli occhi. Il boccone era ancora lì, sospeso in mezzo alla mia gola, e non si decideva a scendere.
-Frizza o natu?-
Mi accigliai: -ma che lingua parli? Lascia stare, faccio io.-
Mi alzai, e lui lo fece contemporaneamente a me, sporgendoci per prendere la bottiglia di plastica all’unisono. E nello stesso momento, la strattonammo, e si rovesciò. Per inciso: la bottiglia era senza tappo, e Adam si bagnò tutto. La sua faccia era impagabile: gli occhi stralunati, la bocca spalancata come un baccalà per l’impatto con l’acqua fredda.
Scoppiai a ridere immediatamente, era impossibile non farlo. Sembrava un pulcino tutto bagnato con un’espressione contrita.
-Natalie, cosa ridi? Non è carino!- e simultaneamente alla ripresa di mia mamma, un paio di pennette mi finirono in faccia.
-Adam!-
Le ammonizioni delle nostre madri caddero a vuoto. Io, dopo il momento iniziale, scoppiai di nuovo a ridere, seguendo Adam che era da un pezzo che lo faceva. Gli unici che trovavano la scena esilarante erano i nostri fratelli (Kate si spanciava dalle risate, ed era tenerissima), e anche mio padre e Seth erano particolarmente divertiti.
-Hai..hai una faccia!- e risi ancora, lasciandomi andare sulla sedia. –Sembri un pulcino!-
No, non eravamo normali. In sé, non era una situazione che faceva poi così sbellicare, ma io non riuscivo più a fermarmi. Era l’effetto Adam-amico.
-Parla lei, con la faccia da baccalà!
Mi fermai solo per guardarlo male. Mi alzai, l’aria accigliata, come se volessi dargli una lezione- in realtà, volevo andare a recuperare un asciugamanto per lui. Ma piantai uno scivolone sulla pozza d’acqua che si era rovesciata, e cercai un appiglio per tenermi. –Natalie!-
Beh, a qualcosa mi afferrai: al collo di Adam. E infatti mi seguì sul pavimento, ridente come un povero idiota, insieme a me.
I genitori ci guardavano stralunati. Mia madre, poi, non credeva ai suoi occhi.
Appoggiai la fronte alla spalla di Adam, su cui ero praticamente seduta per metà, cercando di smettere di ridere.
-Oddio, scusa..!- per quanto mi dispiacesse averlo buttato a terra, non riuscivo a smettere di ridere.
-Okay, okay!- ansimò lui, mentre cercava di riprendere contegno, -Però alzati ora, non sei una piuma!-
-Ehi!- feci indignata, tirandogli un pugno sulla spalla. Mi alzai, e gli porsi una mano per aiutarlo.
–Sei un idiota, Brown.-borbottai, mentre si issava tranquillamente senza nemmeno pesarsi sul mio braccio. Ovviamente era superfluo dargli una mano, agile com’era, ma mi era venuto d’istinto.
-Gne gne! Come sei petulante, Smith, ti lamenti sempre!- mi punzecchiò, beffandomi.
-Il bue che da del cornuto all’asino! Vogliamo parlare delle tue lamentele per prendere le medicine?- Lui si fece scuro in volto.
-Quando ti ammalerai tu, vorrò essere presente a farti da badante, e poi vedremo.- borbottò. Scoppiai a ridere, assentandomi un attimo in bagno per recuperare una salvietta,e ritornando nel salotto pochi istanti dopo. –Tieni!- dissi, lanciandogli l’asciugamano, che afferrò prontamente.
-Grazie, Nat.- Mi sorrise, in un modo che avrebbe potuto farmi rimanere a gambe all’aria se non mi fossi appoggiata allo schienale della sedia di Rose.
-Posso capire che cavolo sta succedendo?- Emily, acuta come uno spillo e arzilla come un grillo, capì (alla buon’ora, aggiungerei) che c’era qualcosa che le era sfuggito. Meglio tardi che mai, no?
Ormai avevano tutti capito che la sua perspicacia rasentava lo zero, e di più non poteva dare.
Anche Emma aveva alzato gli occhi al cielo, per la furbizia immonda di mia madre. Probabilmente si chiedeva come avesse fatto a diventare sua amica, sempre che la ritenesse realmente tale. Dopotutto, i veri amici erano Seth e mio padre, ed Emma e Emily si erano dovute adattare. Forse si era adattata più Emma, di mia madre, che poverina non ci stava con la testa. Okay, forse esageravo. Restava il fatto, che Emily era proprio tarda.
-Be’, credo proprio che i nostri figli abbiano realmente imparato ad andare d’accordo, senza sotterfugi per riconquistarsi lo scooter e comprarsi un nuovo amplificatore per la chitarra..- Ebbrava Emma! Aveva decisamente capito tutto; altro che Jessica Fletcher! Emma Brown e i misteri adolescenziali: al cinema.
-Ah.- fu l’unica replica di mia madre, con una faccia stralunata.
Poi mi accigliai. –Nuovo amplificatore, eh? Riprenderti lo scooter, eh?- guardai fintamente indignata Adam che, udite udite, arrossì ed accennò un sorriso imbarazzato. –Sei un vero approfittatore, Adam James Brown.-
Emma rise, -Ho il vago presentimento di aver parlato troppo.-
Adam la guardò un po’ alterato. –Il vago presentimento, mamma?-
-Uuuh si scoprono gli altarini..!- fu il commento di Bryan, che ghignava con Rosalie.
-Fratello, taci!- lo rimbeccò Adam, e non riuscii a non ridere.
-La situazione ha del comico- commentò Seth, ridendo con mio padre. L’unica che non trovava divertente la scena era mia madre, piuttosto seccata e taciturna.
Finchè non suonarono al campanello, e lei si alzò per andare a vedere chi fosse a quell’ora della sera e che cavolo volesse. Sentimmo un urlo agghiacciante di Emily, seguito da un –Melanie‼- esclamato con tutto il fiato che aveva.
Evviva..era tornata La-Figlia-Prodigio di mammà. Quale gioia immensa..e che sorpresa.
Lo sguardo preoccupato di Bryan e Rose mi fece sciogliere i muscoli che automaticamente avevo irrigidito. Erano quasi sicuramente preoccupati per un mio crollo emotivo per le scene Tutto-Amore di Emily, considerando il mio umore instabile. Rick, più Mammà, più SorellaProdigio, uguale Catastrofe. Allegria! Ma non avevo intenzione di buttarmi giù, non quella sera: stava andando tutto bene, per una volta.
Ed ecco fare l’ingresso con tanto charm Melanie Smith, la secondogenita Bellissima Altissima Purissima (si fa per dire) e Levissima di Emily e Richard Smith, con una Aston Martin per la promozione, che aveva deciso di andare a scuola in Francia, à Paris, la ville lumière. Ullalà.
-Oh papà!- zampettò sui tacchi e abbracciò mio padre, che si era alzato per accoglierla. Era felice di vederla, ma non su di giri quanto mammà.
-Ti trovo bene, Mel..- commentò, guardandola con un sorriso, -E che sorpresa! Potevi dircelo.-
-Volevo farvi una sorpresa!- Mi irritava quell’accento parigino fasullo, e quella erre moscia falsa come giuda. Sei in america, parla americano, benedetta ragazza!, avrei voluto dirle.
-Oh, sei un angelo, tesoro mio!- Mia madre stava tre metri sopra il cielo, non c’è che dire.
Mel poi,miracolosamente, si accorse che c’eravamo pure io e Rose:-Ma ciao sorelle!- Scoccò un bacio a Rose, e venne ad abbracciarmi. Ricambiai la stretta passivamente, per quanto fossi più-o-meno-felice di rivederla. Più che altro, era l’effetto che aveva su mammà a irritarmi, non lei di per sé. Poverina, Melanie non c’entrava nulla; non era colpa sua se tutti la ritenevano una dea.
-Mel, ti ricordi dei Brown, vero? Emma, Seth..e di Bryan e Adam?- Lei guardò i coniugi e sorrise educatamente, annuendo, per poi salutarli con delle strette formali. Dopotutto non li vedeva da tanto, ed era pur vero che non c’avesse legato molto. Poi guardò i fratelli-maschi- Brown, soffermandosi particolarmente su di loro. Bryan sorrideva incerto, Adam non le prestava molta attenzione; stava guardando me, anzi: mi analizzava. Probabilmente era confuso dal mio atteggiamento.
Quando Mel abbracciò Bryan, potei benissimo vedere la sfumatura verde che prese il viso di Rose. Non perché fosse morbosamente gelosa verso il fidanzato perché abbracciava una ragazza-anche perché Bryan più volte abbracciava me, dato che era il mio migliore amico. Era gelosa, semplicemente perché Bryan non abbracciava una persona qualunque. Abbracciava Melanie, la FigliaProdigio per mammà, la SorellaRubaRagazzi per noi. Non era un nome messo a caso.
-Ehm..piacere di rivederti..- il povero Bryan si stava sorbendo attenzioni non troppo gradite da Melanie, e gli sguardi inceneritori di Rosalie, i cui capelli cominciavano a rizzarsi per l’elettricità.
Melanie si staccò da Bry per avvicinarsi ad Adam, con uno sguardo a dir poco..felino. Da predatrice. Non lui, no. Era l’unico pensiero che mi passava per la testa, mentre il mio stomaco si annodava su sè stesso, e la mia pazienza calava d’un botto. La venerazione di mammà ci stava, la macchina sportiva passava, anche se con attrito: ma guardare così Adam no.
Andiamo, era piccolo per lei..perchè non passava oltre? Perché non guardava i figli di altri vicini, dato che i Brown erano già prenotati?
Okay, Adam non era prenotato, ma il concetto era lo stesso. Lei e la sua appendice nasale dovevano girare al largo dai Brown Brothers.
-Adam..come sei cambiato..!- Traduzione: ma come sei figo!
-Mi stupirei se così non fosse..-sarcasmo, appena accennato, tono piatto, sguardo vacuo e non fisso su qualche parte del suo corpo. Grande sollievo.
Risata frivola di mia sorella, sguardo ammiccante, sorriso stucchevole. Conato di vomito.
Andiamo, avevo appena mangiato, non potevo avere certe visioni subito dopo cena! Eh cavolo!
L’indifferenza di Adam però mi faceva un gran piacere.
Poi notò Kate, la mia piccola Kate. Le si avvicinò con un sorrisone a trentadue bianchissimi e perfettissimi denti, -E lei? Nessuno mi ha informata! Come ti chiami tesoro?-
Kate assunse un’aria crucciata, borbottando il suo nome. Mi venne da sorridere; Kate era una bambina piuttosto aperta con tutti. Se non chiacchierava amabilmente con qualcuno, significava che a pelle non le piaceva, e non intendeva approfondire la conoscenza. E brava la mia Patata, lei sì che capiva tutto.
-Ma come sei bella!- Kate non cambiò espressione, e non rispose. Non attaccava, e la cosa mi divertiva da morire. Saltò giù dalla sedia e trottò da Adam, gli fece cenno di chinarsi, e gli sussurò qualcosa che lo fece ghignare. Adam annuì, poi ammicò in mia direzione, lasciandomi perplessa.
-Natalie, Kate deve andare in bagno..ci fai vedere dov’è?- Perché mi chiedevano dove fosse il bagno? Lo sapevano meglio di me dov’era, come conoscevano bene ogni angolo di casa mia. Non dissi una parola, e annuii solamente, portandoli nel corridoio e chiudendo la porta che lo divideva dal salotto.
-Nat..è la tua sorellina?- mi chiese con voce sottile Kate, sempre con quel cruccio tenero.
-Sì..- dissi solo.
Lei sbuffò.-Uffa, è antipatica..-
Io le sorrisi dolcemente, -Tranquilla, piccola, anche a me sta antipatica!- la rassicurai, facendola illuminare tutta.
-Quindi posso farle i dispetti?- chiese, speranzosa. Risi di gusto, annuendo: -Tutti quelli che vuoi, piccola.- Kate mi sorrise allegra e soddisfatta, si allungò verso di me e la assecondai. Mi scoccò un bacio sulla guancia, e tutta sorridente corse fuori dal corridoio, esclamando un –Fatto!- Quella bambina era un mito!
Sentii la mano di Adam posarsi sul mio fianco, il suo braccio a cingermi la vita, e il suo naso a sfiorarmi l’orecchio. Rabbrividii quando sentii il suo respiro sulla pelle: -Poi mi spiegherai un po’ di cose, riguardo a Melanie..ho notato il tuo sguardo..e non mi piace quella malinconia e la tensione che ti fa irrigidire e ammutolire..non sembri nemmeno tu.- Detto questo, sciolse la presa e proseguì nel salotto, lasciandomi lì come un baccalà.
Quando mi sedetti sul divano, insieme a tutti gli altri, capii l’argomento del discorso. Come se non fosse ovvio e scontanto, il centro di tutto era Melanie, la sua media scolastica perfetta e l’accento francese perfetto. In realtà, le uniche che parlavano erano mammà e Melanie, perché papà era distratto, Seth ancor più annoiato di lui, e Emma ogni tanto faceva un cenno. Lei era una maga del “Sorridi e annuisci”, quando non le fregava un emerito carciofo dei vaneggiamenti di mia madre e della sua FigliaProdigio. Quando Emma era interessata,le si illuminavano gli occhi. Mentre ora mancava poco che sbadigliasse per la noia in faccia a mia sorella.
Inutile dire che Bryan e Rose erano estranei alla conversazione, troppo impegnati a parlare fitto fitto uno nell’orecchio dell’altra, fingendo di scambiarsi effusioni. Quando facevano i piccioncini, entrambi avevano tutta un’altra faccia; sembravano in un mondo fatto di zucchero filato, mentre ora sembrava quasi che stessero progettando chissà quale piano. Se avessero avuto intenzione di evadere, io mi sarei accodata tranquillamente.
-Rose e Bry non me la contano giusta..- mormorò Adam, facendosi sentire solo da me.
-Sì, decisamente. Staranno progettando un omicidio, chi lo sa!- scherzai.
-E certo, così mia madre indaga su quello e non sulle nostre vite! Quella donna sa anche quante volte andiamo al gabinetto, oramai.- Ridacchiai alla risposta di Adam, pienamente d’accordo. Emma era davvero un mito di donna.
Kate sbagliglò rumorosamente, le palpebre che le cedevano, gli occhi stanchi e la testa a ciondoloni.
-Emily, credo che sia ora di andarcene..Kate è distrutta..- Emma si alzò dal divano e prese in braccio Kate, che ormai era più di là che di qua. Anche Seth e la moglie però erano stanchi. Era stata una serata piuttosto noiosa per i nostri standard; per fortuna che almeno l’inizio era stato movimentato.
Mi sporsi a salutare Emma con un abbraccio veloce, non volevo trattenerli ancora, Kate era stremata. –Ciao tesoro..- mi sorrise la signora Brown, e io ricambiai. Diedi un bacio veloce a Kate, che socchiuse gli occhietti stanchi.
-Nat..quando giochi con me..?- Mi intenerii da morire, e sorrisi calorosamente alla piccola Kate.
-Quando vuoi piccola. Lo dici alla mamma che mi chiama, oppure vieni qui con Adam o Bryan, non c’è problema.-
-E’ stato un piacere rivederti, Melanie..- Seth stava salutando con una stretta di mano la Figlia-Prodigio di mammà.
-Oh, il piacere è stato mio, Seth.- si voltò e sorrise civettuolmente a Adam e Bryan. –Spero di rivedervi presto!-
Bryan prese la parola. –Oh, non mancheremo, tranquilla.- Rose diede una gomitata poderosa nelle costole del fidanzato, che ridacchiò. –Ci vediamo domani Rose..- Bry sorrise dolcemente a mia sorella, che si fiondò tra le sue braccia, stringendolo forte e dandogli un bacio a fior di labbra.
Mel rimase stupita: ma come, non sapeva che erano fidanzati?
I Brown uscirono da casa mia, e rimasi perplessa quando Adam non mi fece nemmeno un cenno. Brutto maleducato schizofrenico e lunatico! Avevo voglia di seguirlo e prenderlo a sberle! Ma guarda te, se un amico doveva comportarsi così!
-Ehi, Nat, che ti prende?- Rosalie ghignava; ma cos’è, avevano preso tutti la mania del Leggiamo La Mente Altrui? Va beh che Rose non si doveva sforzare molto per capirmi, come io intuivo quello che le passava per la testa con uno sguardo. Però, almeno, non doveva prendermi in giro!
Le grugnii contro, procedendo spedita verso la mia camera.
-NAT!- ed eccola, mammà che mi chiamava. Ma no, si ricordava di me? Che onore. –Stanotte dormirai con Rose, lascia la tua stanza a Mel, sarà stanca per il volo povera cara..- Ah, ecco. Oltre il danno, la beffa. Mi sembrava strano che mammà non dovesse ordinarmi qualcosa, o che non dominasse la Figlia Prodigio.
-Okay.- risposi solo, proseguendo comunque verso la mia camera per recuperare un pigiama. Salutai i miei con un cenno, sorrisi in modo tirato a Melanie, e andai in camera di Rose, dove mia sorella mi raggiunse poco dopo. Appena Rosalie poggiò il capo sul cuscino, si addormentò. Beata lei, aveva quella fantastica capacità di addormentarsi ovunque e in qualunque momento.
Io invece rimanevo a girarmi sul materasso, irritata ancora per il non-saluto di Adam.
Uffa, era un maleducato. Non poteva andarsene così, almeno un cenno poteva farlo; ma da lui, forse era chiedere troppo.
Continuai a pensare senza sosta, cercando di mettere dei punti fermi e delle certezze in questo periodo, dopo tutte le cose che erano successe. Jim, Adam, Rick, Melanie..mi facevano girare la testa. Era anche vero che Adam, era diventato uno di quei –maleducati- punti fermi in questo periodo.
Il mio fiume infinito di pensieri venne interrotto da un ticchettare al vetro, piuttosto irritante. Guardai la sveglia, constatando che fosse quasi mezzanotte. Ma chi cacchio era? Mi alzai e andai a guardare alla finestra, trovandomi niente popò di meno che Adam, in tuta e giubbotto pesante.
-Scendi, veloce!-
  
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