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Autore: LaurenSmith    22/03/2006    27 recensioni
"Hermione arriva alla Tana dieci giorni prima dell'inizio dell'ultimo anno di scuola per trascorrere gli ultimi giorni di vacanza assieme ai suoi migliori amici. Quello che non sa però è che l'aspettano i dieci giorni più caldi della sua vita..."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Allora, sono una fan della UST e penso che questa splendida coppia la rappresenti in modo magnifico. C’è anche chi mi chiama sadica, e se avrete voglia di leggere questa storia, capirete il perchè. Ecco, la storia è più o meno ambientata dopo HBP in un universo leggermente alternativo, nel senso che Silente è ancora vivo e la situazione non è poi così tragica, i ragazzi prevedono di tornare a Hogwarts.


le dediche: alla mia sis agata, impareggiabile beta senza la quale il secondo capitolo non avrebbe mai visto la luce: grazie!
E poi a ramona55 alias patsan che ha seguito tutto il processo di revisione facendo da balia alla storia XD

TEN HOT DAYS

-10


Quell’estate era stata strana, diversa dalle altre. L’ultimo giorno di scuola Ron e Hermione avevano litigato furiosamente e arrivati alla stazione di King’s Cross si erano separati senza nemmeno salutarsi. Quando Hermione era arrivata a casa sua a Londra era ancora così arrabbiata con Ron che aveva accettato di buon grado la proposta dei suoi genitori di passare l’estate in giro per l’Europa, facendo magari una capatina in Bulgaria.


Ma quando era partita aveva cominciato a capire che Ron e Harry le sarebbero mancati terribilmente e aveva passato buona parte della sua vacanza a immaginare cosa stavano facendo i ragazzi alla Tana. Harry aveva ottenuto da Silente il permesso di recarsi alla Tana in tempo per festeggiare il suo compleanno con i Wealsey: era stato sicuramente il più bello della sua vita, anche se, quel giorno, aveva sentito più forte la nostalgia di due cose che l’avevano un po’ depresso: gli era mancata Hermione e le cose con Ginny si erano decisamente raffreddate dalla fine della scuola. Anche se ogni tanto Ron l’aveva colto a guardarla ancora teneramente.


Poi il signor Weasley aveva trovato ai ragazzi un “lavoretto estivo” come l’aveva definito lui. Si trattava di svuotare dei camion carichi di merce che arrivavano in un’impresa babbana, naturalmente, pertanto l’uso della magia era assolutamente escluso. Durante le ore che i ragazzi passavano a scaricare camion, Harry, dal canto suo, aveva dovuto sorbirsi Ron che parlava ininterrottamente di Hermione: di quanto fosse intelligente, anche se a volte dimostrava una certa stupidità, di quanto fosse affascinante mentre a volte assolutamente poco attraente; senza riuscire mai a decidersi se doveva parlarne bene o male.
Il lato positivo del lavoro era che aveva permesso loro di guadagnare qualche soldo (babbano, ovvio, ma che il signor Weasley poteva facilmente cambiare al ministero), e che tutte quelle ore al giorno di “palestra” per un intero mese, avevano visibilmente rafforzato i due giovani.
L’ultima settimana di agosto, che era anche l’ultima di lavoro per i due ragazzi, il capo aveva chiesto loro di dormire lì, in una stanza sopra ai capannoni, perchè i camion sarebbero arrivati molto presto al mattino. Così Harry e Ron avevano passato un’intera settimana lontani dalla Tana.


Poi, Hermione era tornata dalle vacanze ed era ripartita il giorno stesso per la Tana, attesa da una Ginny molto ansiosa di ascoltare tutte le cose meravigliose che Hermione aveva fatto. Avevano passato tutta la notte a parlare e così Hermione aveva scoperto come si era sentita Ginny dopo che Harry l’aveva lasciata e come ormai avesse superato quel colpo, “Harry non è di certo l’unico ragazzo al mondo!” aveva esclamato al rossa convinta, e Hermione aveva avuto il sospetto che Ginny stesse già pensando a qualcun altro. Poi era stato il turno di Hermione di confessare che Ron le era mancato moltissimo e che più di una volta l’aveva anche sognato.
“Sogni sconci, scommetto” l’aveva presa in giro Ginny. Ma Hermione era arrossita e non aveva negato. Del resto era ormai chiaro a tutti, o quasi, che quei due erano pronti a lanciarsi in una storia vera.

Il giorno dopo, era il giorno in cui sarebbero tornati Harry e Ron, ed Hermione se ne stava pigramente distesa su una sdraio, in compagnia di Ginny, all’ombra di un bell’albero del cortile della Tana, sorseggiando una bibita fresca e osservando con interesse Fred e George che degnomizzavano l’orto.
“Certo che i tuoi fratelli sono cresciuti proprio bene...” osservò Hermione guardando le magre ma ben modellate schiene dei gemelli al lavoro.
“Già...” rispose Ginny, “Peccato solo che siano tutti quanti così... miei fratelli” sospirò teatralmente.
Ed entrambe si misero a ridere forte.
“Ma ti avverto, se Fred e George ti fanno questo effetto, quando vedrai Ron ci rimarrai secca. Questo lavoro estivo ha fatto proprio bene a Harry e al mio fratellino” disse Ginny con sguardo furbetto, scrutando la reazione di Hermione. Ma lei si limitò a rispondere con un “hmmm”, lo sguardo perso in lontananza...
“Hermione!” la voce indignata di Ginny interruppe le sue fantasticherie. “Non starai mica di nuovo facendo pensieri impuri su quell’idiota di mio fratello!”
“Eh?... Cosa?... Io non... ma no, che stai dicendo?” ma la sua faccia era di un bel color peperone e tutte e due scoppiarono a ridere.
Ancora ridacchiando, Hermione si ridistese comodamente sulla sdraio mentre Ginny era intenta a sistemare alcune erbe in certe boccette che stava raccogliendo. Ad un tratto un’auto babbana si fermò sul vialetto ed Hermione girò la testa incuriosita per vedere chi ne scendeva.
“Oh merda!” esclamò all’improvviso e cominciò a tossire perchè la bibita che stava bevendo le era andata per traverso.
Ginny alzò subito lo sguardo preoccupata, più dal fatto che Hermione avesse detto una parolaccia che dal fatto che stesse realmente rischiando di soffocare. Poi guardò nella direzione in cui stava guardando Hermione, che nel frattempo stava cercando di ricomporsi, e sulla faccia le si stampò un largo sorriso.


I ragazzi erano scesi dall’auto e ora stavano avanzando verso di loro in tutta la loro gloria. Harry indossava una maglietta verde militare con dei jeans neri e un paio di anfibi. Ron portava una canotta nera su un paio di jeans chiari a vita bassa, larghi e sporchi, ai piedi le sue inseparabili ALL STAR. Sulla spalla teneva appoggiata una camicia a quadri e aveva le mani ficcate in tasca.
Stavano chiacchierando tranquillamente tra loro, evidentemente ignari degli sguardi delle ragazze.


“Allora, che ti avevo detto?” chiese Ginny sorridendo.
Hermione non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Ron. Quel lavoro gli aveva fatto davvero un gran bene e in due mesi, da tanto Hermione non lo vedeva, gli aveva fatto sviluppare una massa muscolare notevole, con i bicipiti ben scolpiti. Si era anche alzato di parecchi centimetri, quindi l’effetto era sempre quello di un ragazzo magro e slanciato, ma ora era più evidente la sua muscolatura.
“Hermione ti prego, tira il fiato! Morirai soffocata se non ti decidi a ricominciare a respirare!” A queste parole di Ginny, Hermione rilasciò il respiro che non si era nemmeno accorta di trattenere.
“Oh per gli Dei, Ginny! Prevedo che questi giorni alla Tana saranno piuttosto caldi...”


Quando i ragazzi finalmente si accorsero di loro, i loro sorrisi si allargarono. Ginny si alzò e andò ad abbracciare il fratello.
“Bentornati” disse, mentre dava un veloce abbraccio anche a Harry. “Guardate un po’ chi è arrivata ieri sera?”
Hermione si fece avanti e abbracciò anche lei forte Harry.
“Hermione, è davvero bello rivederti! Avrei voluto averti qui per il mio compleanno” disse Harry.
“Lo so. E, credimi, avrei voluto esserci!” rispose lei sciogliendosi dall’abbraccio e dirigendosi titubante verso Ron.
Ma lui non perse tempo, la prese per le braccia e la attirò tra le sue. All’iniziale imbarazzo, si sostituì una sensazione di calore ed Hermione sentì sciogliersi la tensione che l’aveva attraversata prima, quando aveva visto Ron. Anche lui si rilassò e in quell’abbraccio rifluì tutto l’affetto e l’amicizia che non avevano potuto esprimere nei mesi precedenti.
“Andiamo a cena?” disse Ginny prendendo Harry per un braccio e avviandosi con lui verso la cucina della Tana. Dopo qualche passo si voltò e vide che Ron e Hermione non li stavano seguendo, ma erano ancora abbracciati.
“Ehi, voi due! Per quanto tempo avete intenzione di stare ancora lì così?” chiese Ginny con le mani sui fianchi.
“Per sempre?” risposero in coro i due. Poi si guardarono negli occhi e si sorrisero.
Hermione si staccò da lui e gli si mise a fianco, cominciando a camminare verso la casa.
“Ron, ti devo dire un paio di cose...” disse lei incerta.
“Vai avanti” fece lui, “ti ascolto”.
“Be’, la prima è che volevo chiederti scusa per quello che è successo l’ultimo giorno a scuola...”
“Oh, non preoccuparti di quello. Sicuramente la colpa era di entrambi e, onestamente, non ricordo neanche più perchè avevamo litigato”.
“Già. Però io ho passato due mesi a maledirmi per aver litigato con te. E di conseguenza avere accettato la proposta dei miei, e ho passato tutto il tempo a immaginare quanto vi stavate divertendo voi. Insomma, uno schifo di vacanza, ecco!” concluse lei.
Ron non riuscì a trattenere un sorriso. “E la seconda?” chiese.
“La seconda è che... be’... mi sei mancato terribilmente” concluse lei abbassando gli occhi.
Il sorriso sul viso di Ron si allargò, la prese per mano ed entrarono così in cucina.

  
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