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Autore: SC_Swami    19/07/2011    3 recensioni
Selene, a corto di soldi, e innamorata del suo capo Luke, conosce una bella ragazza che le propone di fare una pubblicità televisiva per guadagnare qualche spiccio. Ma qualcosa di quella strana donna la attira particolarmente. Si ritroverà presto a combattere in un triangolo amoroso senza via d'uscita. Chi sceglierà?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caffé Nero Bollente 

Brad Philips era il classico regista di seconda mano.
Troppo in gamba per semplici cortometraggi. Ma troppo sfigato per produzioni cinematografiche che superassero un certo budget.
Pubblicità. Il suo campo erano le pubblicità.
Non sarai un grande regista di film – si ripeteva ogni mattina mentre si recava nel suo studio – ma almeno hai il tuo studio e le tue banali pubblicità. Sei nel ‘Giusto mezzo’.
In realtà era totalmente insoddisfatto.
Aveva dedicato la vita intera a studiare per diventare un grande produttore.
Ma non era mai stato all’altezza delle sue aspettative. O semplicemente non aveva abbastanza appoggi nel mondo dello spettacolo per poter sfondare.
Sapeva accontentarsi.
L’agenzia per cui lavorava andava a gonfie vele e lui svolgeva il suo lavoro sempre al massimo delle sue possibilità, impegnandosi e concentrando tutte le sue attenzioni su quello.
< Jhon sono arrivate le nuove ragazze? > chiese al suo assistente mentre quello gli porgeva il suo solito caffè nero bollente, seguendolo nel corridoio.
< Si Mr. Philips. Stanno tutte aspettando di là per fare il provino. > rispose l’intimorito ragazzetto.
Sarebbe stata una giornata difficile. Quella pubblicità era stata la peggiore idea che il suo capo avesse mai avuto. Possibile che tra tutte le idee che lui gli aveva proposto aveva scelto proprio quella?!
Puntualmente quando le aspiranti “attrici” venivano a sapere il loro “copione” si volatilizzavano.
Nessuna voleva sfigurare in televisione.
Manco fosse una tortura! E’ un cazzo di bacio!
Un semplice inutile bacio!
Le uniche che accettavano l’incarico erano delle povere disperate troppo brutte per attirare l’attenzione, e puntualmente le doveva cacciare lui stesso.
Non era possibile una cosa del genere. Per un semplice bacio.
Poi dicono che i tempi sono cambiati…che non esistono più differenze e discriminazioni…Stronzate!
Aprì la porta della sala d’attesa e iniziò a parlare alle “aspiranti” con tono scocciato ed estremamente irritato.
< Buongiorno signorine. > le squadrò una ad una dalla testa ai piedi.
Senza pietà le catalogava nella sua mente.
Troppo grassa. Troppo alta. Troppi ricci. Decisamente troppi brufoli, sorella esiste lo Scrubs! Tu non sei niente male biondina e anche tu “bei boccoli” non sei da buttare… ma scapperete per non far “sfigurare” il vostro bel visino, ne sono certo.
< Allora, mettiamo subito in chiaro una cosa. Prima di iniziare i provini ci tengo a spiegarvi quale sarà il vostro ruolo nello spot. Sono stanco di trovarne una perfetta e poi rinunciarci. Quindi… vi dico subito che il mio adorato capo ha pensato bene che per attirare l’attenzione maschile, ci voglia un bacio lesbo. > Fece una pausa per godersi gli sguardi attoniti delle presenti.
< Detto questo…Quelle di voi che voglio ancora sostenere il provino, entrino pure in sala, le altre…la porta è da quella parte…Arrivederci. > e indicò l’uscita col pollice.
 
 *****
 
Quella mattina Selene si era svegliata particolarmente agitata.
Cavolo non era proprio da lei accettare impegni così…su due piedi.
Ma, dannazione, aveva bisogno di soldi.
E quella era la sua unica possibilità per potersi pagare l’appartamento in tempo. Un altro ritardo le sarebbe costato caro.
Tuttavia continuava a sentirsi a disagio.
Una pubblicità – si diceva – ti pare che io sia una tipa da pubblicità? Io le odio le pubblicità. Odio tutto quello che fa parte del mondo dello spettacolo!
Finì di lavarsi velocemente e dopo essersi riassettata i capelli afferrò le chiavi del motorino e scese di casa, convincendosi che quella fosse almeno un’esperienza abbastanza buona, per quanto banale, da poterci scrivere un articolo.
 
Salutò Benny, il portiere, e nell’istante in cui infilò il casco, sentì il telefono squillare.
Guardò lo schermo del suo blackberry incuriosita. NUMERO PRIVATO. Lesse velocemente.
 
< Sì. Chi è? >
< Hey sconosciuta > rispose una voce femminile all’altro cavo.
< Sconosciuta? Aspetta. Emily? Come hai avuto il mio numero? >
< Ho le mie fonti segrete. > rispose, imitando una risata diabolica, poi continuò < Piuttosto… sei pronta per la grande sorpresa? >
< Diciamo più che altro che è la disperazione che mi da la forza di andare a quel maledetto provino. >
< Siamo negli stessi panni. Solo…penso che il tuo ragazzo non ne sarà troppo contento. >
Il mio ragazzo. Che strano sentirlo dire. Wow.
< Come sarebbe scusa? > riuscì poi a chiedere sbigottita per quell’affermazione.
< Vedrai ragazzina. Ci vediamo lì. >
Non diede il tempo a Selene neanche di ribattere che attaccò.
 
Chissà cosa diavolo voleva dire… e poi quale sarà questa “sorpresa” di cui tanto parla.
Salì sul suo scooter e mise in moto.
Continuava a chiedersi come avesse fatto quella ragazza a trovare il suo numero.
Ma la domanda che più la tormentava era se stesse andando a quel provino per i soldi…o semplicemente per rivederla.
La intrigava terribilmente. Lei è quel suo modo di fare sfacciato.
Ci provava spudoratamente nonostante sapesse del suo fidanzato.
Una che non si da per vinta facilmente.
Pensò. E la cosa le piacque, malgrado non lo volesse davvero.
 
Parcheggiò il motorino negli appositi spazi e si diresse verso lo studio, ancora poco convinta.
Al 731 di Lexinghton Avenue, a Midtown Manhattan si elevava per 246 metri nel cielo la Bloomberg Tower, un moderno ed avveniristico grattacielo, occupato in parte da uffici e negozi ed in parte da lussuosi appartamenti.
Selene alzò gli occhi mentre camminava nello spiazzale a “ferro di cavallo” che caratterizzava quel luogo e si sentì incredibilmente insignificante.
Viveva già da tre anni a New York e ancora doveva abituarsi ai suoi grattacieli.
Rimaneva sempre allibita, quasi incantata a guardarli.
Alcuni dei suoi primi veri articoli erano stati proprio sui nuovi palazzi in costruzione nella ‘Grande Mela’. Ricordò quei bei tempi in cui le idee le balzavano da ogni dove agli occhi e scriveva continuamente, quasi indecisa su quale fosse la miglior cosa da riportare.
Ma quei tempi erano cambiati. Con lei. E con tutta la frenesia che porta vivere in una grande città.
Entrò nell’edificio e scorse dietro una grande colonna l’ascensore per gli uffici.
Cercò nella borsa il biglietto con l’indirizzo e il piano dell’ufficio.
< Dove diavolo l’ho messo dannazione… >
L’ascensore si aprì e senza alzare gli occhi dalla borsa vi entrò, pur non sapendo il piano.
< Serve una mano signorina? >
Una voce maschile dietro di lei richiamò così la sua attenzione.
< No, no grazie. > continuava a frugare con le mani in ogni tasca del giubbotto e taschino della borsa.
< Insisto. > continuò il ragazzo, sembrava quasi… divertito?
Selene alzò gli occhi e finalmente si rese conto del perché di tutto quell’interessamento.
< Luke? Che…Cosa diavolo ci fai qui? >
< Modera i termini Thikin! Sono sempre il tuo capo. > la canzonò l’altro.
< Ok, signor capo. Cosa ci fa LEI qui? >
< Potrei farti la stessa domanda. > sganciò uno dei suoi migliori sorrisi, che funzionò come una bomba nell’intestino di Selene.
< Oh, diamine. Sono fuori servizio…e potevi anche risparmiarmi di farti chiamare capo per poi riservarmi una risposta del genere! >
< Quanto siamo simpatiche questa mattina Thikin. Scommetto che sei in ritardo. Cosa cerchi con tanta frenesia in quella borsetta? >
< Non immagini neanche quanta voglia ho di scherzare. > rispose sarcastica. < Cerco il numero di  piano. E tu ancora non hai risposto alla mia domanda. >
< Da quando mi dai del “tu” signorina. > sorrise di nuovo.
< Dio, quanto sei pesante oggi. Seriamente, cosa ci fai qui? > rispose la ragazza ridendo.
< Che domande. Ci lavoro. >
La faccia allibita di Selene, scatenò un’altra risata.
< Che pretendi scusa? Per quanto io mi spacci per il tuo capo, e lo faccio soprattutto perché esserti superiore mi dona un fascino innato, sai benissimo che il proprietario è mio padre. A lui non interessa che io sia suo figlio, sono uno come tanti, e il locale lo devo mantenere a mie spese. Ed eccomi qui… e tu invece, non ti basta il tuo ben pagato stipendio? >
Ci volle qualche secondo prima che Selene rielaborasse quello che aveva sentito.
< Ti senti davvero così affascinante, ragazzo? > domandò con un pizzico di malizia e sarcasmo allo stesso tempo.
< Proprio così, ragazza. Lo sono talmente tanto da aver bloccato la tua frenesia, ti ricordo infatti che siamo da più di cinque minuti fermi in ascensore, e averti distratta dal tuo ‘appuntamento col destino’ >
< Merda! Sai qual è il piano per la Tropt Network? >
< Dici l’agenzia pubblicitaria? > chiese sbigottito.
< Esatto proprio quella. Dimmi il piano e non fare domande. >
< D’accordo. Ma solo se dopo vieni a bere qualcosa con me al bar della piazza, diciamo alle 12 in punto, e mi spieghi tutto. >
< Ci sto. Ma solo se mi offri un Cosmopolitan. Ho bisogno di quel rosso. Ora dammi il piano. >
< Detto fatto > sorrise soddisfatto.
Il ragazzo si girò verso i bottoni e digitò il ventisei.
L’ascensore salì quasi impercettibilmente.
Quando il campanello suonò e le porte si aprirono Selene sgusciò via senza voltarsi.
Luke la guardò correre verso l’ufficio e le urlò < Buona fortuna! > scuotendo il capo.
Possibile che la veda sempre correre?
 
***
 
La sala d’attesa di quell’irritante giallino era quasi vuota. Quattro cinque ragazzette, presumibilmente della sua stessa età, erano sedute sparse, intente a leggere i loro giornali di gossip.
Selene sbuffò, aprendo la borsetta ed estraendone un libro.
Che aspetti? Alzati  e scappa. Sei ancora in tempo Selene. Non è il tuo mondo. Va via.
< Il profumo…Suskind… Bella scelta… >
Quella voce la fece sobbalzare.
< Emily…  si… ho buoni gusti lo so. > le scoccò un’occhiata maliziosa.
< In fatto di libri…può darsi. Ma ho visto il tuo ragazzo poco fa…e non è niente di speciale. > rispose l’altra, sbeffeggiandola senza ritegno.
< Che hai da dire contro il mio ragazzo? > chiese sarcastica, quasi a voler dire - hey non vedi che è perfetto? Dannatamente perfetto? - Intanto estrasse il suo burro cacao al caramello e se lo spalmo delicatamente sulle labbra.
< Oh…nulla cara. Moro, occhi azzurri. Semplicemente mi sembra un manichino. Un Ken coi boccoli. >
< Hey! Lascia stare il mio Ken! > rispose a tono, ma tradita poi da una risata.
< Per carità nulla da dire ragazza! I gusti sono gusti… Ma sappi solo che a tutto c’è un rimedio… > un sorriso bastardo le comparve sul volto mentre si allontanava di spalle, lasciando ancora una volta Selene a bocca asciutta.
Sulla porta che conduceva al teatro si fermò un secondo.
< Hey sconosciuta. Sappi che il burro cacao lo preferisco alla ciliegia! >
< Cos…cosa? > tentò di urlare dietro l’altra, sperando in una risposta, ma non ottenendo che una crescente curiosità mischiata ad ansia.
Al diavolo, come va và.
 
****
 
 
Voglio morire.
Selene guardò il regista con la mascella spalancata.
Scorse dietro la porta una divertita e ridacchiante Emily.
Chiuse subito la bocca, mimandole tra i denti stretti un Bastarda e mangiandosi la ragazza con gli occhi.
Che stronza. Aveva programmato tutto.
Ma gliela darò io la sorpresa. Vedrà.
Si voltò e vide tre ragazze uscire dalla sala.
Guardò perfidamente Emily che ricambiava con occhi sicuri e altezzosi.
Quindi girò i tacchi e si diresse verso l’uscita, tra la delusione del regista e lo stupore mascherato, ma non troppo bene, dell’altra ragazza.
Non gliela darò vinta! E poi non voglio baciarla! Non voglio baciare una ragazza!
Anche se è quella…
Ma mi servirebbero i soldi della pubblicità… e poi…ancora non ho il suo numero.
Perchééééé! Perché voglio il suo numero dannazione. Il numero di quella… di quella  dannatissima ragazza! Meglio che vada via e la faccia sparire dalla mia vita.
I soldi li guadagnerò con l’ennesimo straordinario… e se non riesco… fa nulla… pagherò la settimana dopo a mio rischio.
Chiamò l’ascensore e girandosi un’ultima volta trovò quegli occhi verdi a fissarla sconfitti.
Emily la guardava tentando invano di mascherare la sua delusione, con le braccia incrociate sul petto e la maschera da leonessa fiera e menefreghista.
I suoi occhi la tradivano però.
E riuscirono a tradire anche le convinzioni di Selene.
 
Ok. Ma non si torna più indietro.
 
Continua…
 

Angolo Autrice.

Salve bella gente :) Ecco il secondo capitolo finalmente ^^
Se ci sono eventuali errori…bhe non fateci caso vi prego.
Non ho nessunissima voglia di rileggere <.<
E la mia personale beta ha un computer da fracassare a calci.
 
Al solito spero in una piccola piccola recensione >.<
A voi non costa nulla, ma per me significa tanto!
(Proprio così gente, sto cercando di intenerirvi…o almeno farvi pena xD)
Parlo troppo… tra le righe scoverete anche il titolo del prossimo capitolo :D
 
Enjoy it :D
 
Stefy

 
   
 
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