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Autore: Keif    26/07/2011    6 recensioni
E’ passato un anno dalla fine della guerra ed Harry si trova a Hogwarts per sostenere i M.A.G.O che contro ogni sua speranza non gli hanno conferito a honoris causa, tallonato dalla sua più cara e vecchia amica: la sfiga.
E' proprio a causa - o per merito? – di questa che una sera che credeva di poter finalmente stare tranquillo, viene catapultato nel passato, all’epoca dei suoi genitori.
Dovrà quindi fare i conti con il caro vecchio Silente, più strano ed illogico che mai, con una Lily Evans ricolma di sentimenti materni che non riesce spiegarsi, con un James Potter cretino e geloso ed un Sirius Black completamente imbecille.
Ed anche con tanto troppo verde.
Genere: Avventura, Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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6. (O meglio: cupidi sulla strada della disoccupazione)



Non c’è logica spiegazione a una tal disturbazione
Niente di sgretola
Ti scombussola
Ti scompisciala
Ti scombussa
Di più


Erano passati un paio di giorni e, a parte qualche esplosione di calderoni, non era successo assolutamente nulla di rilevante. Piton continuava a tormentarlo e lui passava tutte le sere a cercare di convincersi che, no, soffocarlo con il cuscino non sarebbe stata una buona idea ai fini della trama originaria nonché a pensare ad un modo per avvicinarsi a sua madre e a suo padre.
Cercava anche una scusa per parlare un po’ con Sirius che nel suo presente gli mancava come l’aria e la cui morte non aveva mai veramente accettato, o con Remus a cui tra l’altro avrebbe voluto raccontare i progressi che aveva fatto il figlio, imparando a camminare un poco, benché sapesse che non poteva toccare l’argomento.
Peccato, perché non gli sarebbe dispiaciuto farsi rimborsare tutti maglioni su cui quel mostro di un bambino aveva allegramente vomitato sopra.
< Harry! > si voltò vedendo Lily che affrettava il passo per raggiungerlo al tavolo su cui era seduto. Era in biblioteca, ufficialmente per studiare, ufficiosamente per fuggire dalla presenza di Piton - che va bene aver scoperto essere una sorta di eroe protettore ma che a diciassette anni era un gran rompicoglioni - e nella segreta speranza di incontrare qualcuno dei malandrini o sua madre.
E per una volta il destino era stato dalla sua parte.
Miracolo!
< Ciao > salutò a bassa voce per non urtare la, al suo tempo vendicativa, bibliotecaria
< Sei qua per studiare? > domandò Lily sentendosi un po’ stupida per l’ovvietà della domanda: lei sentiva a pelle di poter parlare di qualunque cosa con quel ragazzo, ma era così anche per lui? Non l’avrebbe presa per una fanatica se avesse cominciato a parlargli dei suoi dubbi sul mondo? Non che avesse dubbi sul mondo ma, in caso gliene fossero sorti, era sicura che gliene avrebbe parlato senza problemi. Sì, anche se era praticamente uno sconosciuto. Carenza di affettività Lily Evans?
Harry era indeciso: dire la verità col rischio di essere rimproverato o mentire e fingere di studiare in sua compagnia? Poi ci pensò e si sentì un’idiota. Era sua madre sì, ma tanto lei non ne aveva idea!
E poi là non c’erano siepi da fargli potare per punizione come faceva zia Petunia, che magari era cosa di famiglia.
< In realtà no > ammise dopo parecchi minuti di silenzio, che avevano indotto Lily a pensare che la stesse ignorando < Stavo evitando Severus Piton che non fa altro che subissarmi di domande. Non si fida molto. In realtà non ho ancora incontrato nessuno che si fidi di me > e come biasimarli vista la scusa schifida che Silente si era inventato
Lily ridacchiò < Io mi fido > affermò < Sembri proprio un bravo ragazzo, e non preoccuparti per Piton, è diffidente per natura > sorrise ripensando ai vecchi tempi in cui Piton era il suo migliore amico
< Lo conosci bene? > domandò Harry, anche se sapeva benissimo la risposta. Non era facile trovare un argomento così su due piedi con una persona che in fondo non conosceva affatto.
< Abbastanza > rispose lei, meravigliandosi di non provare quel sentimento d’imbarazzo che la assaliva quando qualcuno le faceva domande sull’argomento < Ma che ne dici di chiacchierare fuori? La bibliotecaria non sembra molto entusiasta della nostra conversazione>
A dire la verità la bibliotecaria si stava tranquillamente passando lo smalto alle unghie, totalmente disinteressata alla loro presenza < Tanto tu non stai studiando ed io sono venuta qua per riflettere in pace > aggiunse con un sorriso allegro.
Praticamente la biblioteca invece di sala di studio e lettura era diventata il rifugio dei poveri derelitti.

Lily non ricordava di aver mai parlato tanto. Harry sembrava morbosamente interessato ad ogni particolare della sua vita ed era dolce, comprensivo e gentile, quasi si trattasse di qualcosa che lo riguardava personalmente. Aveva addirittura ascoltato tutte le lamentele sulla sorella e tutti i suoi insulti su lei e il suo stupido nuovo fidanzato Vernon con una partecipazione e un entusiasmo decisamente inaspettati!
Non pensava si sarebbe mai sentita così vicina ad una persona nel giro di tre giorni e sempre quel fantomatico qualcuno a caso le avrebbe risposto che non solo era stata colpita in pieno da un colpo di fulmine ma che stava anche cominciando ad amarlo.
Se fossero stati in un Harmony sarebbe stato senz’altro così e invece di parlare in quel momento si sarebbero rotolati sul pavimento dietro una statua in un fuoco di passione.
Ma non erano in un Harmony fortunatamente per noi, quindi nessuna scena incestuosa sarebbe susseguita al lungo- veramente veramente lungo – monologo della ragazza.
Né lei voleva che quel qualcosa che tra loro c’era si trasformasse in qualcosa di più, né chiaramente lo voleva lui, che la osservava esattamente come lei un tempo guardava Piton.
< E di James che mi dici? > domandò ad un tratto Harry facendola sobbalzare ed arrossire furiosamente. Per la rabbia chiaramente.
Ecco, aveva scoperto che l’argomento Potter era fonte di difficoltà con chiunque
< Che intendi? > domandò la Evans gelida. Harry stupidamente e senza alcuna ragione logica rise < Hai capito. Uscite insieme, siete amici…? >
Harry era affamato di notizie. Dopo tutti quegli anni in cui l’unica cosa sui genitori che per certo sapeva era che al loro quinto anno si odiassero, non vedeva l’ora di venire a conoscenza di ogni particolare delle loro personalità: cosa odiavano? Cosa amavano? Quando si erano innamorati? Si sentiva una donnicciola ficcanaso ma non poteva farne a meno. Voleva conoscerli, voleva portare il loro ricordo nel cuore una volta tornato al suo presente.
Sempre che Silente riuscisse a trovare la soluzione per farlo tornare, ovviamente.
< Certo che no! > rispose lei veemente storcendo il naso
< E perché? > domandò Harry profondamente deluso. Insomma, lui si sarebbe aspettato che gli confidasse che il suo amore per suo padre era immenso come il cielo terso d’estate o qualche altra stronzata insensata del genere.
< Forse non te ne sei accorto: porti gli occhiali, magari sei completamente cieco> rispose la ragazza con un sospiro < Ma voglio farti notare che Potter è la persona più imbecille che si possa avere la sfortuna di incontrare. Il massimo momento di felicità per lui è nascondere rane morte nella sala comune e ridere insieme a quell’altro cretino di Sirius dell’espressione disgustata di chi le trova! Perché mai dovrei volere essere amica di un demente di tal calibro? Non lo sopporto ecco tutto > internamente Lily si congratulò con se stessa per avere usato la parola “calibro” in una conversazione. Il suo modo di parlare stava decisamente migliorando in quei giorni!
Harry aggrottò la fronte. Gli dava fastidio sentire quelle parole da parte di sua madre su suo padre, lo irritava. Da una parte perché non conosceva il significato della parola calibro, dall’altra perché… insomma, era suo padre!
Probabilmente a causa di qualche disfunzione celebrale dovuta al suo viaggio temporale, decise di non crederle. Quando li aveva visti nel pensatoio, si convinse, il disprezzo di Lily per James era più che evidente, in quell’istante mica tanto.
Si sarebbero sposati prima o poi, quello era certo, ma comunque il modo in cui lei si comportava con suo padre era - a suo dire - identico a quello di Hermione con Ron: e loro si piacevano da anni ma erano troppo tonti per capirlo.
Come avrebbe detto Ginny, trasudavano pulsione sessuale. Lui, invece, trasudava imbecillità da tutti i pori.
Si vergognò dei suoi stessi pensieri - sui suoi genitori poi! – e tornò a rivolgere la sua attenzione alla madre.
< A me non sembra > affermò sicuro.
< Non ti sembra un imbecille? > domandò Lily confusa < capisco che non lo conosci bene ma la sua stupidità salta proprio all’occhio! >
< No > specificò Harry < non mi sembra che tu non lo sopporti! >
< Ti assicuro di sì > annuì la Evans < Certo, ultimamente mi sono resa conto che è… non so, cambiato. Cioè, si è un po’ calmato rispetto agli altri anni, ma sicuramente è solo una fase, ritornerà presto il cretino di sempre > scrollò le spalle < e ok, per amor di verità non lo detesto poi così tanto. Mi fa ridere >
Il sorriso da zia zitella e pettegola che comparve sul viso di Harry gli fece rimangiare rapidamente le sue parole e aggiunse sulla difensiva < ma anche i pagliacci e i chihuahua fanno ridere, non per questo sono amica di un chihuahua >
E no. Adesso che lei aveva ammesso che – per lo meno – non lo odiava doveva convincerla che in realtà lo amava. Era compito suo, da bravo figlio!
Che opinioni distorte che aveva sul compito dei figli!
< Ma secondo me sareste veramente una bella coppia! E poi lui sembra così… così… > faticava più del previsto a trovare un aggettivo positivo per James < alto > terminò stampandosi in faccia quel che voleva essere un sorriso invitante e che lo faceva sembrare uno psicopatico.
Lily decise saggiamente che era proprio il caso di defilarsi.
< Ssssì > borbottò < ci penserò > non ci avrebbe pensato affatto < ma ora devo scappare, mi aspetta… Mary > improvvisò. < Ci vediamo Harry > gli sorrise, gli scoccò un bacio sulla guancia e scappò via.
Adorava quel ragazzo, capì mentre tornava in sala comune alla ricerca di una fantomatica Mary. Sì, nonostante fosse scappata via per evitare di parlare ancora di quell’idiota di Potter.

Grazie alla vera protagonista di questa storia, ovvero la nostra cara e onnipresente amica Sfiga, aveva assistito alla scena finale nientepopodimeno che James Potter, che chiaramente non aveva sentito le parole (pensate che Sfiga non faccia il suo lavoro per bene?!) ma che aveva visto benissimo lei che dava un bacio a “quello nuovo” come soleva chiamarlo lui nella sua testa.
E che, ovviamente, si era fatto un’idea molto vivida, particolareggiata e totalmente errata della cosa. Non aveva dimenticato l’assurdo sentimento provato quando l’aveva visto afflitto, ma l’aveva classificato come semplice pietà e l’aveva accantonato.
Quella che provava in quel momento invece era gelosia.
Era forte, illogica ed orribile: gli scorreva nelle vene come fuoco, gli ottenebrava la mente, lo riempiva di rabbia, gli impediva di pensare.
No, a ben pensarci non era la gelosia ad impedirgli di pensare, ma andiamo avanti
< Perrott! > urlò per richiamarlo quando Lily non era più nelle vicinanze.
Harry si fermò e, vedendolo, il suo volto si aprì in un enorme sorriso: non sperava nemmeno di poterli incontrare entrambi in un solo giorno, e per giunta parlargli senza esser costretto ad inventare alcuna scusa. Alzò la mano in segno di saluto raggiungendolo velocemente. A ben vederlo non sembrava granché felice di vederlo.
Non che fosse una novità
< Ciao James > disse comunque, cautamente. Che aveva fatto adesso?
< Ho visto che parlavi con Lily > esordì rabbioso, Harry annuì
< E di cosa parlavate? > Harry alzò le spalle.
Quel mutismo irritò James ancora di più.
< Perrott ti avverto, io non mi fido affatto di quelli della tua casata. Siete viscidi, falsi, doppiogiochisti… >
< Cattivi, insopportabili, impiccioni > continuò Harry senza riuscire a trattenersi.
Se c’era da parlar male dei Serpeverde lui era sempre in prima linea. Non aveva ancora perdonato il loro tentativo di regalarlo a Voldemort per salvarsi e poi si sa che un nemico comune aiuta se si vuol fare amicizia con qualcuno.
< Esatto > lo bloccò James trasecolato: e adesso perché mai si metteva a criticare quelli come lui? Era forse scemo? < E siete malvagi, non credere che non lo sappia. Se sei tra loro un motivo c’è di certo, quindi è inutile che ti comporti da amicone con Lily perché se osi farle del male io ti ammazzo >
Harry deglutì quasi spaventato, ma assurdamente felice: lui adorava suo padre. Veramente, lo adorava. Era esattamente il discorso che avrebbe fatto lui se un serpeverde a caso si fosse avvicinato a Ginny.
Se Ginny non fosse stata così pressante, sia chiaro.
< Io non voglio farle niente. Stavamo solo chiacchierando > dichiarò contenendo la voglia che aveva di abbracciarlo
< Ma lei ti piace > affermò sicuro James guardandolo storto
< No no, davvero > gli assicurò Harry
< Ah, quindi non ti piace! Ci stai perché hai un doppio fine! >
< Ma certo che no! Lei mi piace ma nel senso che… >
< Lo sapevo! Lo avevo detto a Sirius, non ero pazzo! Tu stai cercando di rubarmela! Ma io ti ammazzo! >
< A parte che non ti rubo proprio niente perché non sta con te… > e bravo Harry, alimenta le sue convinzioni! < E comunque > aggiunse velocemente bloccando un’altra serie di minacce e insulti < Lei mi piace come amica, è solo molto gentile con me e mi fa piacere parlare con lei. Come avrai notato non ho molti amici qui e lei è l’unica che mi consideri un po’ >
James non ci credette affatto: si era accorto di come lui tendeva a volgere lo sguardo verso di lei quando era nei dintorni, aveva notato le continue occhiate che lanciava al tavolo dei grifondoro e di certo non gli era sfuggito che faceva di tutto per fermarsi a parlarle.
Lo faceva anche con lui, ma non era la stessa cosa. Insomma, lei era una donna ed anche piuttosto carina, quali altri motivi potevano esserci perché “quello nuovo” continuasse a ronzarle intorno?
E poi, si diceva, lui era James Potter, chi non desiderava qualche minuto in sua compagnia?!
Povero scemo.
Si impose di non andar fuori di matto e fece un paio di respiri profondi per tranquillizzarsi.
Non si calmò: il cuore batteva forte, le mani gli sudavano e sembrava che qualcuno gli stesse stritolando le viscere.
Nonostante le rassicurazioni dell’altro ragazzo, il sentimento di pura gelosia non accennò ad attenuarsi anzi divenne se possibile ancora più intenso; ma gli fece venire in mente un’idea a suo dire geniale.
Quei due si stavano avvicinando troppo, anche se non se ne spiegava il perché, lui aveva bisogno di tenere d’occhio quello che ormai considerava un rivale e inoltre “quello là” poteva aiutarlo ad avvicinarsi a Lily.
Sorrise sadico, entusiasta per quella cazzata che era riuscito a partorire.
< E’ solo perché non hai nessuno con cui parlare? > domandò allegramente
Harry lo guardò cauto – e ora che diavolo gli prendeva?! – poi scrollò le spalle
< Allora starai con noi > affermò James battendo le mani come un bambino un po’ scemo a Natale.
< Cosa? > domandò Harry stupito
< Ma sì, con me e gli altri. Se è perché non hai nessuno con cui parlare non ti dispiacerà no? > lo guardò malissimo: che ci provasse a dire che aveva mentito e un occhio nero non glielo toglieva nessuno.
Harry scosse la testa, incredulo. Che per una volta le cose girassero per il verso giusto?
< Perfetto. Vieni che ti faccio conoscere meglio i miei amici >
In quell’istante, in quel corridoio solitario, c’erano ben tre persone intensamente soddisfatte.
La terza, chiaramente, era Sfiga.

È incredibile come la gelosia,
che passa il suo tempo a fare piccole supposizioni nel falso,
abbia poca immaginazione nello scoprire il vero
.


Note:
Lo so, lo so, non aggiorno da un anno. E’ che dico sempre che sarò puntuale e poi in inverno tra scuola e idiozie varie non ho mai il tempo.
Spero che questo capitolo vi piaccia, io non sono molto soddisfatta, ma non scrivevo completamente niente da parecchio (se si esclude il tema di maturità su cui possiamo stendere un velo pietoso) quindi è venuto come è venuto. Le critiche come al solito sono più che bene accette. Ringraziamenti vari accompagnati da scatole di cioccolatini e caramelle gommose a tutti quelli che hanno letto e/o recensito, a mago Merlino autore della citazione lassù e a Proust per quellà quaggiù.
Vi voglio bene <3 (e no, non lo dico solo per sentirmi meno in colpa quando ci rivedremo verso maggio)

  
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