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Autore: Crazy_Me    27/07/2011    1 recensioni
Jack ha dimenticato quanto i pericoli siano sempre in agguato, proprio dietro l'angolo, e soprattutto quanto siano vicini.
Così vicini da avere il suo stesso sangue.
Il capitano dovrà tornare di nuovo ai Confini del Mondo, prima che qualcuno glielo rispedisca, stavolta per sempre.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14



William si era alzato lentamente, notando che quasi tutti i pirati dormivano ancora tranne quelli fuori per il turno di notte e tranne Jack.
Jack si svegliava sempre prima di tutti, doveva essere sicuro che la direzione presa alla sera fosse quella giusta e, se non fosse stato per cause di forza maggiore, non si sarebbe mai staccato dal timone.
Lui diceva per precauzione, non faceva altro che ribadire che su quella nave si fidava solo di sé stesso e di William, ma secondo quest’ultimo il motivo del suo attaccamento al timone era anche la nostalgia dei bei vecchi tempi con la Perla Nera.
Bei vecchi tempi ambientati, più o meno, una settimana prima.
Bei vecchi tempi che sembravano non voler ritornare.
Ah, speriamo che Jack abbia ragione quando dice che la fortuna non lo perde mai di vista!
Il ragazzo si stirò per bene, sentendo ancora qualche dolore alla schiena dovuto al giorno prima, poi si alzò, s’infilò gli stivali e i suoi effetti personali, come li chiamava Sparrow.
Si guardò attorno. Era abbastanza presto, il sole era ancora sotto al livello del mare e si vedeva solo come un bagliore riflesso all’orizzonte. Questo voleva dire che aveva tempo e che poteva benissimo spenderlo per, come dire, perlustrare la nave.
Naturalmente perlustriamo, non ficcanasiamo in giro, Will si era immaginato la voce di Jack e gli era risuonata in testa come se l’altro fosse stato a pochi passi da lui.
Turner avanzò e scese alcuni scalini che lo portarono davanti ad altre scale. Solo alla sua destra c’èra una porta di legno, ben rifinita e per niente rovinata, che agli occhi di William sembrava parecchio invitante.
Stava per aprire quando si rese conto che, così facendo, avrebbe rischiato grosso. Non ne valeva la pena.
Scosse la testa e proseguì, appoggiando un piede sullo scalino che aveva di fronte.
Un leggero cigolio gli fece apparire una smorfia in viso, che lo accompagnò durante tutta la sua discesa.
Era arrivato al piano che precedeva la stiva, dove tenevano prigionieri gli altri. Qualche altra scala e li avrebbe raggiunti.
Si guardò attorno: era il posto che aveva sistemato il giorno prima. Si complimentò con sé stesso, aveva fatto davvero un bel lavoro.
E mentre era impegnato a lucidare, si era accorto di una porta. Aveva provato ad aprirla, ma l’aveva trovata chiusa.
La sfortuna aveva voluto che un pirata della BlackBlood stesse andando a controllare l’operato di Will e, quando l’aveva trovato a sbirciare dalla serratura, non l’aveva presa molto bene.
Il ragazzo aveva così sospettato che quel legno consumato e quella maniglia ossidata proteggessero qualcosa di prezioso. Nel migliore dei casi poteva essere la stanza dei tesori, o magari di qualche tesoro in particolare.
Lo avrebbe scoperto, prima o poi, magari se fosse riuscito a far innamorare Juliet, lei doveva avere per forza la chiave.
I primi raggi illuminarono il legno sotto ai suoi piedi, probabilmente si stavano già alzando gli altri e lui non poteva permettersi ritardi.
Cercò di essere il più silenzioso possibile e, allo stesso tempo, rapido a ritornare sui suoi passi.
Quando pensava di avercela fatta, di aver superato la parte più complessa, ovvero la scalinata, la porta su cui pochi minuti prima si era soffermato si aprì.
William s’immobilizzò quando vide Juliet sistemarsi la bandana azzurra in testa. Aveva la camicia spiegazzata bianca ancora con il laccio che la stringeva vicino al collo a penzoloni, in modo che s’intravedesse un pezzo in più del solito.
In quel pezzo spiccava un tatuaggio nero, un po’ sfumato nei contorni come se fosse stato consumato dal tempo.
William si prese un attimo per fissarlo. Era un cuore trafitto da un pugnale con sotto la scritta Sparrow.
Il ragazzo si chiese se anche Jack ne avesse uno identico e nel mentre non aveva notato che anche Juliet si era paralizzata.
Gli occhi verdi che lo fissavano, quasi come per trapassarlo, e le braccia ancora sollevate a sistemare la bandana.
- William Turner. – Disse secca Juliet, mentre si sistemava velocemente sia la camicia che il cappello.
- Io…-
- Oh bene, sono contenta che tu abbia una scusa anche per questo. -
- Non ho fatto niente di male. – Si giustificò subito il ragazzo.
- Aggirarsi per le navi altrui senza il permesso del capitano non mi sembra esattamente ciò che si potrebbe chiamare niente di male. -
- E’ quello che stai facendo anche tu con la Perla Nera e l’Olandese Volante. -
- E’ completamente diverso e la Perla mi appartiene. E’ finita nelle mani di quello stolto di mio fratello per uno sfortunato caso che spero non si ripeterà mai più. Comunque non accetto critiche dai prigionieri, e vedi di non farti trovare in posti sbagliati ancora. Non ci metto niente a disfarmi di te. -
William decise di approfittare del momento, quindi si avvicinò con le labbra a quelle della ragazza.
- Potresti farlo anche questa volta, non ti servo a nulla io. Eppure qualcosa ti blocca, non è vero? -
Juliet percepì le labbra di Will stirarsi in un sorrisino. Avrebbe voluto tirargli uno schiaffo, ma rimase immobile.
Il ragazzo la precedette e se ne andò, pensando che quella volta gli era andata veramente bene.
Juliet tirò un pugno alla porta dietro di sé.
Dannazione, non devi lasciarglielo fare!

Jack guardò verso il cielo con una smorfia, mentre con le mani si teneva ben stretto il cappello.
- Ju… Capitano! – Gridò per farsi sentire.
La ragazza si era girata all’istante ed era corsa verso il timone, lasciando una fune in mano ad un altro pirata.
- Il tempo peggiora di minuto in minuto, guarda il cielo e guarda il mare. – Juliet spostò gli occhi prima in alto, poi in basso – Sta per arrivare una tempesta e il vento non è neppure favorevole. Dobbiamo fermarci. -
- Pazzo! – Sbraitò Juliet – Fermarci? Neanche per sogno! Dobbiamo continuare finchè ci è possibile e…-
- E arenarci su qualche isoletta sperduta con tre delle migliori navi del mondo a pezzi? -
Il capitano strinse gli occhi riducendoli a due fessure e digrignò i denti.
In quell’esatto momento iniziò a piovere, in pochi secondi tutti i pirati erano fradici con i vestiti incollati addosso.
- Hai vinto, dobbiamo ancorarci qua, altrimenti il vento ci spingerà a Sud Ovest! –
Tutte e tre le navi si ancorarono a debita distanza, altrimenti, se fossero state troppo vicine, avrebbero sbattuto tra loro.
William fissava a sinistra l’Olandese e Jack a destra la sua amata Perla, entrambi con la preoccupazione che non accadesse niente ai loro tesori più preziosi.
- Tutti sotto coperta! – Urlò Juliet mentre correva anche lei a ripararsi.
In pochi secondi le navi erano vuote, tutti erano dentro a sperare che quella tempesta, da un lato, finisse in fretta, dall’altro durasse in eterno. Naturalmente solo le ciurme delle due navi catturate speravano che il maltempo durasse, così non avrebbero raggiunto il luogo del tesoro.
Loro non sapevano il piano di Jack.
- Ci siamo tutti? – Chiese il capitano guardandosi attorno.
- Ehm… sì, tranne un piccolo oggettino che… beh… - Sparrow sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi.
- Parla! – Ordinò Juliet.
- Ho lasciato fuori la bussola. L’ho tolta e attaccata al timone, dimenticando di prenderla quando stavamo entrando. – Fece una pausa – Ma non c’è problema! Ho tutta la rotta in mente, la so a memo… -
- Jack, dannazione! – Gridò la ragazza, guardando fuori dalla finestra sbarrata.
Il tempo peggiorava a vista d’occhio, si vedevano addirittura le onde bagnare il parapetto e le cose all’interno della nave cadevano, andando a depositarsi verso il lato più inclinato in quel momento.
Doveva andarla a riprendere, non si fidava della memoria di suo fratello e soprattutto, se avessero perso la bussola, non avrebbe neppure potuto ucciderlo visto che sarebbe diventato l’unico a sapere la rotta.
All’improvviso si tolse la cintura di dosso e il cappello, dandoli al primo pirata che aveva di fianco, aprì la porta e subito un vento terribile fece cadere altri oggetti.
Juliet avanzò e subito l’ingresso venne richiuso, iniziò a correre, ma ogni volta che sollevava i piedi da terra si chiedeva se quell’aria gelida e forte non l’avrebbe sbalzata fuori. I capelli le andavano davanti al viso, l’acqua delle onde più alte la bagnavano e la pioggia si faceva sempre più fitta, quasi da non riuscire a tenere gli occhi aperti.
Raggiunse la scalinata che portava al timone e pian piano, tenendosi ben stretta e quasi del tutto piegata, raggiunse la meta. Si guardò bene attorno, scrutò qualsiasi punto, ma della bussola non c’era traccia.
Forse è caduta, era il primo pensiero che aveva sfiorato la ragazza, ma aveva subito cancellato quell’idea dalla mente.
Se è attaccata deve esserci, e sperava solo di trovarla in fretta perché, oltre che non reggere il filo con cui era legata, non avrebbe retto neppure lei. Si sarebbe rotta e allora l’unica speranza sarebbe stato Jack.
Mentre continuava a cercare, una mano la prese e la tirò via. Juliet subito si girò, pronta per dare uno schiaffo a chiunque fosse stato.
Ma quel qualcuno era William.
- Cosa vuoi? – Urlò per sovrastare i tuoni e lo scrosciare della pioggia.
- Salvarti! Non puoi restare qua! -
- Lasciami! -
La ragazza scese la scalinata e corse verso prua. Non l’avrebbe mai trovata lì, ma forse un tentativo lo poteva fare.
Era piegata verso la base dell’albero maestro quando crollò una parte di albero e la corda che aveva sotto al piede sinistro si tese all’improvviso. Juliet perse l’equilibrio e cadde proprio quando la nave era particolarmente inclinata, quindi venne sbattuta contro il parapetto e sbalzata fuori da un’onda.
William si bloccò un attimo. Il respiro gli morì in gola nel vedere quella scena.
Solo quando l’acqua passò si accorse che la ragazza era ancora lì, attaccata ad una sbarra della balaustra.
Corse verso di lei, cercando di essere svelto ma rallentato molto dal vento.
- Resisti! – Gridò consapevole che lei non l’avrebbe sentito.
Si piantò bene con i piedi vicino al parapetto e prese una corda che sembrava piuttosto robusta e bene attaccata, poi allungò una mano verso Juliet.
- Prendila! – Urlò ancora.
Ma lei lo fissava immobile, con i suoi occhi verdi che in quel momento sembravano più profondi che mai.
- Ti prego! -
- Come posso fidarmi? – Chiese lei, come se avesse avuto tutto il tempo del mondo e non fosse stata viva per miracolo.
In quel momento Will avrebbe potuto dire moltissime cose per convincerla, cose come non hai altra scelta o quel pezzo di legno non reggerà in eterno, ma disse la cosa più semplice che gli venne in mente.
- Non puoi, ma devi. –
La ragazza annuì lentamente, mentre la mano di Will gli avvolgeva il polso, poi, in un attimo, si staccò.
Strinse i denti, pensava che sarebbe caduta, che avrebbe sentito quella morsa aprirsi, ma la presa di William sembrava  non avere intenzione di cedere.
Pian piano riuscì a tirarla su e, non appena il mezzo busto di Juliet fu sulla nave, la abbracciò mollando la corda.
Si guardarono un attimo e corsero via all’istante, cercando di raggiungere la porta.
Non appena furono sotto coperta, tutti i pirati sostennero il loro capitano che si reggeva a mala pena in piedi.
Era completamente bagnata, dei vestiti non restava neppure un minuscolo pezzo asciutto.
- Non mi sento bene. – La ragazza fece in tempo a dire solo questo, mentre gli occhi le si chiudevano e sentiva le gambe che non la reggevano più.





Ecco anche il quattordicesimo capitolo.
Non saprei che dire, se non che mi sembrava un po’ lungo rispetto agli altri e avevo pensato di tagliarlo, però poi diventava veramente minuscolo il quindicesimo. Quindi l’ho lasciato così.
Poi i soliti ringraziamenti a chi mi segue e a VioValo che recensisce sempre :)
Non so, a dire il vero ho sempre paura di cadere nel banale con questa storia, anche se ho un’idea precisa riguardo gli svolgimenti futuri, però se inizio a fare dei capitoli pessimi criticate pure! u.u
Alla prossima! 

  
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