Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: elrohir    01/04/2006    1 recensioni
Elladan Peredhel è lo splendido elfo che tutti conosciamo, e passa le giornate nel castello di Imladris con il suo biondo amante, Legolas Trandhuilion. Eppure, non c'è qualcosa di strano? Qualcosa che manca? E perchè Gandalf pensa che lui sia l'unico in grado di compiere quella pericolosa missione che li porterà in un mondo sconosciuto, nel nostro mondo? Cosa hanno nascosto gli elfi sulla terra, cosa volevano proteggere? E chi è quel ragazzo straordinario che gioca a basket e suona e legge e canta eppure non riesce a estirpare dall'anima quel vuoto, quel dolore? Quella sofferenza che gli mozza il fiato ogni volta che gli occhi grigi del suo riflesso dallo specchio gli sorridono?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elladan, Elrohir, Legolas
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rumil

Rumil

 

-E quindi adesso che facciamo?

Mi chiedo perché qua tutti diano per scontato che io ho le risposte. Ok, sarò anche un galadhrim, ma non è che stare a stretto contatto con Dama Galadriel automaticamente mi dia il potere di leggere il futuro. Insomma ragazzi, io ne so quanto voi! Cosa aveva detto Gandalf? Che dovevamo tornare là appena avevamo trovato la cosa?

Anche se poi, continuare a chiamare cosa quella meraviglia dagli occhi grigi che sta rannicchiata nella poltrona e sbadiglia… non è un po’ riduttivo?

Bè, e adesso che succede? Ah no, ti prego, El non ti ci mettere anche tu…

-Beh io non ci penso nemmeno ad andarmene proprio adesso.

Elbereth, El, dovevi scegliere proprio questo istante per cominciare a fare i capricci? Tu devi venire… andiamo mio bel narmomelindo, comportati da elfo maturo quale sei…

-No. Ho detto di no. Io non me ne vado senza di lui.

Con mia grande sorpresa, è sua altezza reale a sbottare –E come pensi di portarcelo? Valar, El a volte sei così infantile…

Elladan sbatte le palpebre ma non ribatte. Siede a terra, vicino a Elia, facendo bene attenzione a non toccarlo. Cercano di nasconderlo, ma ogni volta che la loro pelle entra in contatto sobbalzano.

Mi chiedo quale sia il motivo. È doloroso? O forse… non sono abituati alla scarica di emozioni?

Dovrei chiederlo a Gandalf, quando torneremo. Aggiungiamolo alla lista delle curiosità su questo terrestre improbabile.

Certo che Elia è proprio un mistero. Cosa ci fa qui, su questo mondo sporco e schifoso, una stella elfica di una tale purezza? È del nipote di Luthien che stiamo parlando… ho sentito mille volte dire che Elladan è il più bell’elfo che abbia mai illuminato Arda, e adesso mi ritrovo con la sua fotocopia tra gli scialbi terrestri… come una perla nascosta nel fango…

Gandalf ha detto che l’hanno nascosto qui, per impedire a Mordor di prenderlo. Perché era in pericolo? Non può essere solo per la sua discendenza, altrimenti Elladan sarebbe a rischio quanto lui. Ma cosa poteva determinare, alla nascita, una tale maledizione?

E perché adesso può tornare? Non è che Sauron sia stato esattamente sconfitto, a quanto mi risulta…

Sua altezza reale mi fissa. Cosa vuole? Sorride, poi torna a osservare Elladan. Ho la vaga impressione che abbia qualche idea per far ragionare il mio testardo narmomelindo.

Decisamente, se ci riesce la mia stima verso di lui sale. Forse dentro quella bella testolina bionda si nasconde un cervello, dopo tutto, anche se lui si sforza di passare per completo minorato mentale.

 

 

Legolas

 

Incredibile, Rumil ha ammesso di non sapere cosa fare. Non credevo che sarebbe arrivato questo giorno. Come tutti i galadhrim, ha la fastidiosa tendenza a credersi imbattibile.

Adesso però è proprio a terra, per arrivare a suggerire di tornare su Arda.

Cioè, si è bevuto il cervello? Come pensa di schiodarlo, Elladan?

Devo ammettere però che l’idea non è male… e poi è quello che siamo tenuti a fare. Così ha detto Gandalf. Certo, non sarà facile far ragionare il mio dolce peredhel, ma ci proverò…

-El, ascolta. Qui non possiamo fare niente. Non sappiamo cosa si aspettano da noi, cosa vogliono, qual è la nostra missione. Non sarebbe un addio… torneremmo qui subito, appena saputo cosa Gandalf ha in serbo per noi. E poi dovresti parlare a tua nonna, e a tuo padre…

Una reazione… finalmente! Sapevo che l’accenno a Elrond avrebbe funzionato. In fondo, è l’unico che può far chiarezza nella tempesta di emozioni che lo scuote, l’unico che sa cosa significa avere un gemello.

Elia apre gli occhi e mi guarda. Mi sento sciogliere sotto quel mare di argento. Lui guarda la nuca di suo fratello, che gli sta accucciato davanti. Gli posa una mano sulla spalla, ed Elladan si volta. Dopo essersi fissati per un po’ come fanno ogni volta, Elia parla.

-Elladan… forse hanno ragione. Dovresti… andare.

Elladan gli afferra la mano. –Non sopporto l’idea di essere di nuovo separati, Elia…

-Ma sarebbe per poco… vero?- chiede Elia, improvvisamente spaventato. Rumil tira un sospiro di sollievo, vedendo lo sguardo risoluto di Elladan ammorbidirsi. Poi annuisce. –Sì, sarebbe per poco. Il tempo di andare e tornare, davvero.

Elladan –Se tu ce la fai… se tu ce la fai, io ce la farò.

È strano vederli parlare. Come se soltanto loro capissero davvero cosa stanno dicendo. Come se… come se usassero le parole con altri significati.

Elia lo guarda fisso, sembra ponderare la risposta. Poi sorride tremante e annuisce. –Ce la farò.

 

 

Elladan

 

Io non volevo venirci, qui. Ma non poteva dirci tutto subito, quel vecchio scemo?

Lasciare il fianco di Elia proprio adesso che l’ho ritrovato… come credono che stia? Ma loro lo capiscono bene come mi sento, e infatti non mi parlano, stanno dietro di me con la testa bassa e si scambiano a volte occhiate colpevoli.

Quanto a me, bè, mi sento uno schifo.

Non credevo che avrei sentito tanto dolore. Invece, salutare El dopo averci dormito tutta la notte di fianco… è stato come se mi avessero staccato un pezzo di fegato.

Anzi. Un pezzo di cuore. O i polmoni. Tutta la parte sinistra del mio corpo fa male. Non riesco neanche a respirare bene, adesso…

Non mi ero accorto di stare così male, prima di vederlo. Le stelle sembrano essersi spente. Anche se quelle che adesso ci brillano in testa sono mille volte più belle e vive e chiare dei pallidi lumini della terra, mancano di vita. Perché la loro vita, quella è rimasta su quel merdoso pianeta chiamato Terra. Negli occhi di mio fratello.

Spero solo che facciano in fretta a dirci tutto. Quando quest’oggi all’alba ho aperto gli occhi, e mi sono trovato il suo viso vicino… ho creduto di morire.

Ci siamo addormentati separati, ieri sera. Ma dormendo, ci siamo avvicinati, fino ad abbracciarci. La sua testa sul mio petto era il peso più dolce avessi mai portato.

E lui era così bello… così perfetto… con quelle labbra chiare, e i capelli spettinati… l’ho accarezzato cercando di non svegliarlo, ma non ce l’ho fatta. Lui ha sorriso e si è chinato nella mia carezza, come un gatto che fa le fusa. Poi, però ha aperto gli occhi. E ha capito.

Si è spostato in fretta, arrossendo. Certo che sono strani i terrestri.

Non posso dire di non essere turbato anche io dai sentimenti che lui risveglia dentro di me. Il cuore sembra essere impazzito del tutto, a volte.

E poi, Elia forse non è abituato a svegliarsi tra le braccia di un ragazzo. Credo siano piuttosto ristretti come mentalità, da queste parti… mi ricordo la faccia dei suoi amici quando hanno visto Ru e Lass abbracciati… che poi, due amanti più improbabili di quei due, con il loro continuo tirarsi frecciatine e sospiri infastiditi… anche se adesso sembrano essersi calmati. Probabilmente hanno fatto fronte comune contro la mia ostinazione a non partire.

Arda non mi è mai sembrata più spenta. Voglio mio fratello di fianco, ho bisogno della sua luce.

A proposito di luce…

Chi è quello?

Gli altri li conosco, Gandalf, i miei nonni, i miei genitori… Erestor, Glorfindel, i fratelli di Ru… un elfo biondo che dall’espressione altera può essere solo un emissario di Thranduil, venuto a controllare che il principino di Mirkwood sia sopravvissuto indenne al soggiorno nel nido dei Noldor (darei qualunque cosa per vedere la faccia di Thranduil quando saprà che il suo bambino è stato mandato in missione attraverso un ambaryanwë)… sì, tutti li conosco, a parte lui.

Ha capelli neri, e occhi grigi. Come me, come mio padre.

Ha labbra perfette, e i lineamenti più puri che abbia mai visto.

È addirittura più bello di mio fratello (ma che paragoni mi metto a fare adesso?!?).

E di fianco a lui… ha un lupo!

Mi guarda dritto negli occhi, e improvvisamente capisco. Irmo.

Il valar dei sogni accarezza il lupo tra le orecchie, e mi scopro a bere dalla sua bellezza. Le altre volte che sono stato al suo cospetto, la luce era troppa perché ne scorgessi bene i tratti. E adesso… sono disarmato.

Alle mie spalle anche Ru e Lass trattengono il fiato.

Gandalf si fa avanti. –L’avete trovato?

A stento distolgo lo sguardo dal dio. –Sì… sta bene…- improvvisamente mi ricordo perché sono lì, e cosa mi aspetta sulla Terra. –Perché l’avete mandato laggiù? Perché ci avete condannato a questo?

Vedo mio padre distogliere lo sguardo, e mia madre intrecciare le dita alle sue. Galadriel rivolge uno sguardo preoccupato a Irmo, che fa un passo avanti.

La sua voce priva delle risonanze magiche è talmente bella da fare male. –L’hanno fatto su mia richiesta.

Sbatto le palpebre, non riesco a crederci. Perché il mio dio avrebbe fatto qualcosa di tanto crudele?

Modera le parole ragazzino. Niente di quel che è stato fatto era crudele.

La voce è sferzante e io rabbrividisco. Ma non è stato Irmo a parlare. Anzi, lui fa un cenno infastidito con la mano, come a scacciare un pensiero. –Oh, insomma Namo (1), smettila. Ha tutto il diritto di essere arrabbiato… tu come avresti reagito?

Per un attimo mi sono spaventato dall’essere redarguito proprio da quel valar, ma adesso ho la netta sensazione che il silenzio intorno a noi sia colpevole. Irmo ridacchia, ed è terribilmente sensuale. Come faccio a pensare certe cose di un dio?

-Ecco, appunto. Quindi stai buono, fratellino…. Elladan, tu ed Elrohir dovete riunirvi al più presto, qui su Arda.

-Elrohir? è questo il suo nome?

-Sì, è il nome scelto dai vostri genitori alla sua nascita… alla vostra nascita.

Elrohir…. cavaliere elfico, cavaliere della stella. Mio cavaliere…

-Elladan… ascolta cosa ha da dirti Irmo.

La voce di mio padre è foderata di tristezza. Lo guardo per un attimo, poi mi rivolgo al bellissimo valar. Lui continua.

-Come dicevo, dovete riunirvi qui su Arda, ma c’è una complicazione. Vedi, per riuscire a trasportarlo attraverso l’ ambaryanwë, devi essere davvero unito a lui, non deve esserci più nessuna… reticenza, da parte di entrambe le parti… dovete essere davvero un intero, capisci? Altrimenti non riuscirà a passare il velo.

Lo ascolto attento, il lupo struscia il muso contro la sua mano, e lui sorride proseguendo. Non ha smesso un attimo di fissarmi negli occhi e io sono perso in quel suo incantesimo.

-Elladan, pensi di farcela? Pensi di riuscire a conquistare la fiducia di Elia, la sua completa fiducia? Lui è più fragile di te, e più ferito… questi anni per lui sono stati molto duri.

La voce di Irmo è pervasa da un sottile dolore, e di nuovo ho la sensazione che l’aria si chiuda intorno a lui, come per consolarlo. Il lupo gli lecca le dita, e Irmo ridacchia.

-Smettila Namo.

Namo? Il lupo ha lo stesso nome del dio dei morti? La cosa mi sembra strana, anche se guardando quegli occhi grigi… sono così simili a quelli di Irmo, a quelli di un valar…

Mi distolgo da quelle considerazioni e guardo di nuovo il dio. Annuisco. –Sì. Sono sicuro di riuscirci.

Lui sorride. –Allora torna indietro, mio narmomelindo. Torna da lui, e fallo vivere. Accendi la sua stella, liberala dalla polvere e dagli affanni, sciogli la prigione di ghiaccio che si è costruito negli anni…

Gli bacio la mano, sotto lo sguardo irridente del lupo. –Stai tranquillo, mio dio. Non lo lascerò cadere.

 

 

Elrohir

 

Mmm… cos’è sto rumore? E questo freddo…

Quei tre se ne sono andati lasciando la finestra aperta, per caso?

Apro gli occhi. Quei tre se ne sono andati. La finestra è chiusa, ma loro se ne sono andati.

Lui se n’è andato. Ecco perché il freddo…

Dio che male al cuore…

E sto rumore di merda… ah, il telefono… chi è, cosa vuole…?

-Sì?

-El stavi dormendo?

-Mmm, sì ma non importa. Fra… che c’è?

La sento singhiozzare. Ora sì che sono sveglio. –Fra, cazzo, rispondi… ehi…

-El…El posso venire da te?

Le apro la porta con addosso ancora i pantaloni del pigiama. Lei ha gli occhi rossi, è evidente che ha pianto molto.

L’abbraccio. –Tesoro, che succede?

Lei nasconde il viso nel mio petto. Le lacrime mi bagnano la pelle nuda, mi fanno rabbrividire. Le alzo il viso per guardarla. Le bacio la guancia salata. –Su, Fra, vieni dentro…

Ci corichiamo nel letto e le continua a piangere. Dopo un po’ si calma.

-Scusa, devo esserti sembrata una completa idiota…

-Smettila di dire scemenze. Piuttosto… vuoi parlarne?

Lei sorride. –C’è poco da dire… i miei hanno di nuovo litigato, io mi sono messa in mezzo e mi sono presa uno schiaffo. Non è stato piacevole.

La stringo forte. –Immagino.

Lei tiene il viso sotto il mio mento. Sento le rotelline girare nella sua testolina bionda. –El… chi erano quei ragazzi, ieri? Volevamo tutti chiedertelo ma non ci osavamo, e adesso…

-Sono… miei parenti. Quello con i capelli neri in realtà è mio fratello… gemello… non mi aspettavo di vederli. Sai non… non li conosco molto bene.

Fra capisce che non voglio parlare e rispetta il mio silenzio.

-Ho sonno.- mormora, e si accoccola meglio contro di me.

Sorrido, e chiudo gli occhi.

Ma non posso ingannarmi. Per quanto lei sia tiepida, e mi scaldi la pelle, il suo non è il calore di vita e di fuoco di Elladan.

Lei non è mio fratello. E questa consapevolezza fa male.

 

Note

1-     Namo è il valar dell’oltretomba, più o meno l’Ade elfico. È il fratello di Irmo (nella mia immaginazione sono gemelli) e questo è la spiegazione dello scambio tra i due, al cospetto di Elladan. Sapendo che Namo è il valar dei morti, capirete anche perché El ci rimane un po’ male nel venire sgridato proprio da lui… comunque, se mi permettete vorrei riportare il brano del Silmarillion dove vengono descritti i due. Scusate la debolezza, ma a me piace troppo.

“ I Fëanturi, signori di spiriti, sono fratelli e per lo più sono detti Mandos e Lorien. Questi però a rigor di termine sono i nomi dei luoghi in cui dimorano, mentre i loro nomi veri sono Námo e Irmo.

Námo, il maggiore, dimora in Mandos (…). Egli è il custode delle Case dei Morti, colui che evoca gli spiriti del massacro. Nulla dimentica; e conosce tutte le cose che saranno, eccezion fatta soltanto per quelle che ancora stanno nel libero arbitrio di Ilúvatar. (…) Irmo, il minore, è signore delle visioni e dei sogni. I suoi giardini stanno in Lòrien, nella terra dei Valar, e sono i più belli di tutti i luoghi del mondo, affollati di molti spiriti. “

Curiosità: i Fëanturi hanno anche una sorella, che ha il compito più o meno di piangere i dolori del mondo. Sarà un caso, ma a me ricordano da matti i gemellini peredhel e Arwen… lo so che sono fissata! ;)

Comunque, veniamo a noi… volevo ringraziare tutti quelli che continuano a leggere questa e le altre mie storie, in particolare Felicity89 e Poppy… anche perché ogni volta che leggo un loro commento mi viene voglia di ricominciare a scrivere! Grazie davvero, di cuore!

Ah, un’ultima cosa… Poppy stai tranquilla, il tuo Legolas non resterà mai solo come un cane… gli voglio troppo bene per condannarlo a un simile destino! E poi ho in mente proprio una bella conclusione per il nostro principino adorato..! Ma credo che qualcuno abbia già immaginato come finirà questa storia, almeno da quel punto di vista! Baci a tutti e a presto,

Roh

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: elrohir