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Autore: Luz_    06/08/2011    2 recensioni
Nessuna continuità.
Nessuna storia.
Solo un solo filo rosso che inizia per A e termina per Z.
Alex e Zoe, gli antipodi della loro storia.
[...] “In sintesi: sì, amo te. Amo te, Zoe. Amo le cose più banali che ti caratterizzano, amo i tuoi occhi, le tue labbra, il tuo sorriso. Ma anche il neo che hai sulla nuca, non vorrei si offendesse. Amo il dentifricio che dimentichi di sciacquare via dal labbro la mattina e che levo con un bacio appena ci incontriamo; amo quando ti arrabbi e mi offendi, perché le offese che crei sono le più belle che io abbia mai ascoltato. Amo il pensiero che forse, io e te, un giorno andremo a fare la spesa insieme per riempire il nostro frigorifero. Amo gli infiniti motivi per cui ti sto dicendo queste cose. E come dimenticarlo, amo il pensiero che tu ami me. Perciò in sintesi, Zoe: io sì, amo te.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve! Con estrema calma ho creato questo ennesimo momento che spero vi piacerà. Il clima descritto credo vi possa rinfrescare mentalmente dal caldo che sta facendo in questi giorni (finalmente!) xD
Un'ultima cosa: questa canzone direi che è perfetta per questo momento, in quanto il testo e l'ambientazione rispecchiano l'immaginario che ho visto nella mia mente, scrivendo. (Non seguo per nulla Taylor Swift, ma devo ringraziarla per questa canzone che mi ha 'ispirato' un po') http://www.youtube.com/watch?v=QUwxKWT6m7U&feature=share
Buona lettura! Spero possiate apprezzare :)


                      



11. I will always love you.

 
 
Era il Natale del 2000 e per la prima volta dopo molti anni, soffici batuffoli bianchi di neve cadevano su Londra, rendendola ancor più magica di quanto apparisse già agli occhi del mondo.
Ondeggiavano e roteavano nell’aria come tante farfalle colorate e si posavano delicatamente su ogni superficie.
Alex era tanto che non ammirava un tale spettacolo ed ora era lì,
incantato e senza parole, davanti la finestra della sua camera,  dove era rientrato dopo quattro anni di lontananza.
Due anni di cambiamenti, due anni di stravolgimenti, due anni di nostalgie, due anni di nuove esperienze, due anni in cui era maturato e cambiato completamente.
Ormai aveva venticinque anni e l'asociale della Saint Meredith School era quasi del tutto scomparso; vi era un nuovo Alex, un ragazzo consapevole delle proprie scelte e del proprio futuro.
Percorse con lo sguardo il giardino posteriore della sua dimora e si soffermò su quella grande quercia all’angolo del recinto; anche da lì si poteva distinguere la grande incisione fatta sul tronco qualche anno prima con lei.
 
“Tua madre ci ucciderà appena se ne accorgerà.”disse Zoe, guardandosi attorno guardinga, mentre Alex lavorava il legno con un taglierino.
“Non lamentarti, non è nulla di che.”
“Tagliuzzare il tronco della Grande Quercia non è nulla secondo te? Come ti sentiresti se io ti tagliuzzassi la schiena? Non sarebbe nulla di che vero?”
Alex sbuffò e alzò gli occhi al cielo. Lei e i suoi discorsi pacifisti, che tuttavia lo facevano sorridere. Era unica, anche da quel punto di vista.
La guardò, mentre se ne stava seduta sul prato, con le ginocchia al petto e il mento posato su di esse. Osservò il suo profilo, i capelli che danzavano dolcemente per via della brezza estiva che soffiava su Londra, il sole che baciava il suo volto, illuminandolo di luce propria. Non sarebbe mai riuscito ad annoiarsi nel guardarla, oramai era parte fondamentale della sua vita.
“Ecco qui, finito.”esclamò Alex dopo un po’ e si spostò, permettendole di vedere il suo lavoro.
 Zoe gattonò sull’erba fino al tronco e quando vide il lavoro di Alex il suo viso si illuminò come un girasole e si gettò su di lui, rotolando sull’erba del giardino, mentre le loro labbra si univano in un tenero bacio.
 

Ovunque io vada, ovunque tu sia.
Le nostre mani rimarranno intrecciate.
Indissolubilmente.

 

 
Ricordava ancora quella frase, quel giorno, quel periodo della sua vita ormai passato.
Zoe Beggins, il desiderio nascosto dei numerosi ragazzi della Saint Meredith School, la persona di cui si era innamorato per la prima volta, la ragazza che fu capace di cambiarlo, rendendolo un uomo. Le doveva molto.
Aveva profonda nostalgia di lei, del suo sorriso, dei suoi occhi verdi come un prato in primavera; avrebbe desiderato rivederla ancora una volta, un’ultima volta, ma ciò non sarebbe stato possibile.
Il loro addio era avvenuto cinque anni prima e Alex non avrebbe mai dimenticato i diamanti che rigavano il volto di Zoe, mentre lui pronunciava quelle maledette parole, di cui, ne era già consapevole, si sarebbe pentito per tutta la vita. Ma doveva andare via, temeva di non riuscire a mantener vivo quel loro splendido rapporto una volta in America. Non poter vivere a stretto contatto per diversi mesi, accontentarsi di misere e sofferenti chiamate: non avrebbero saputo resistere e Alex ne era ben consapevole.
Perciò aveva fatto la scelta di porre la parola fine a quella che era stata la più bella favola che potesse esistere, ma non c’era alcun ‘e vissero felici e contenti’, no, quella frase non esisteva.
Il campanello della porta suonò ancora una volta; gli invitati continuavano a giungere per festeggiare il Natale, proprio ciò che Alex non amava.
Sospirò silenziosamente, appannando leggermente il vetro della finestra, e dopo un ultimo sguardo al loro tronco, attraversò la sua stanza e discese le scale verso il salotto, da cui proveniva il vociare degli invitati.
Appena varcò la soglia, calò un silenzio improvviso. Venti paia di occhi lo scrutavano da tutte le angolazioni, ma lui si soffermò esclusivamente su quello sguardo: unico, indimenticabile, profondo più dell’oceano.
Stentava a crederci, non riusciva a realizzare che Zoe fosse lì davanti i suoi occhi, in piedi accanto al piano.
Ma non era la Zoe di allora. Davanti aveva una donna ora.
I suoi lunghi capelli, il suo viso rotondo e dai lineamenti dolci, la sua figura minuta ed esile...tutto ciò era scomparso, ad eccezione di quegli occhi e di quelle labbra, che Alex non avrebbe mai potuto dimenticare.
Non percepì le persone che lo abbracciavano, che lo baciavano, che gli ponevano domande. Per lui c’era solo lei.
I loro sguardi si scontrarono e né Alex né Zoe furono capaci di sviare quel contatto: sebbene fosse passato del tempo, ciò che c’era stato tra di loro non poteva essere cancellato ed in quel momento entrambi, a poca distanza l'uno dall'altro, compresero che sarebbe rimasto impresso nel loro essere per sempre. Era troppo grande ciò che avevano provato l’uno per l’altra e ciò che tuttavia Alex non riusciva ancora a superare.
Vedendola, fu come se ogni cosa si fosse risvegliata da un lungo letargo e solo in quel momento avesse ripreso a vivere, ma d’altronde lei aveva sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella sua vita.
“Ciao.”
Fu un flebile sussurro quello che fuoriuscì dalla bocca di Alex, ma era incantato, sorpreso, sconvolto dalla sua presenza.
“Ciao Alex.”
La sua voce. Quante volte, nel corso di quegli anni lontano da lei, aveva sognato quella voce, aveva sognato lei?
Tante, troppe, infinite volte.
Zoe abbassò lo sguardo sul suo calice di spumante, mentre Alex invece non riusciva a distogliere gli occhi dalla sua figura: era troppo tempo che non la guardava ed in i suoi occhi non riuscivano a far altro che percorrere febbrili il corpo e il viso di lei, ubriacandosi della sua presenza.
Se non avesse pronunciato quelle orribili bestemmie, se non le avesse detto addio per paura e sfiducia verso il loro rapporto, ora avrebbe potuto consumare quella piccola distanza fra i loro corpi e stringerla forte a sè, quasi a divenire un unico essere.
“Come..come stai?”si trovò a domandarle e sul viso di Alex comparve un sorriso appena accennato, che lo riportò a molti anni prima, ai tempi della scuola.
“Sto bene. E tu?”
Come stava? Poteva rivelarle che non capiva più alcuna cosa, che non ricordava neppure il suo nome in quel momento?
“Ora bene.”rispose sorridendo appena e lei risollevò lo sguardo, guardandolo intensamente.
Dopo anni di conoscenza, Alex non era ancora in grado di non sprofondare in quel pozzo smeraldo, in quegli  occhi così magneti, enigmatici, unici, come lo era lei.
Zoe si voltò verso la finestra, sospirando silenziosamente e Alex osservò ciò che si intravedeva della sua schiena dalla scollatura dell’abito.
 
Le mani intrecciate tra loro.
Sospiri leggeri e lontani.
Occhi negli occhi.
“Se..se provi dolore dimmelo ti prego.”
“Tu non potrai mai farmi male.”
E quei dolci gemiti di una nuova scoperta fatta insieme volarono nell’aria assieme ai loro baci.
 
“C’è ancora.”la udì mormorare e Alex aprì di scatto gli occhi, seguendo lo sguardo di Zoe oltre la finestra. I ricordi inondarono anche la sua mente ed un sospiro leggero, ma sofferente uscì dalla sue labbra carnose.
“Vuoi fare una passeggiata, ornitorinco?”gli domandò, utilizzando quel ridicolo soprannome, affibbiatogli anni prima ed un brivido d’emozione percorse la schiena del ragazzo, che annuì.
 
La neve cadeva silenziosa e lenta su di loro e il loro passaggio era segnato dalle varie orme lasciate sulla coltre di ovatta del retro del giardino.
Zoe stava sfiorando la superficie del tronco, mentre Alex la guardava da una certa distanza.
Apparentemente era così diversa, stentava a credere che quella fosse la sua Zoe, ma se la guardava negli occhi con attenzione, il basco, il cappotto, lo stivale col tacco, non celavano la sua tipica determinazione e ciò che Zoe era realmente.
“Mi sto per sposare.”mormorò improvvisamente lei, volta ancora verso il tronco dell’albero.
Un pugno nello stomaco. Il respiro pesante. Rabbia, tristezza.
Rabbia, perché era colpa sua. Rabbia per averla allontanata. Rabbia verso chi era stato capace di renderla felice, al contrario di lui, che non ne era stato capace.
E tristezza perché non l’avrebbe mai potuta riavere con sé e perché ciò che gli apparteneva ancora era solo l’amore che provava per lei.
“Quando?”domandò con voce monocorde.
“Tra due mesi.”soffiò, mentre si faceva spazio nella neve, dirigendosi verso di lui con le mani nelle tasche del cappotto.
Si fermò ad un passo dalla figura di Alex e sorrise dolcemente, quel sorriso che lui amava più di ogni altra cosa, poiché era capace di infondergli tranquillità e soprattutto serenità, ma in quell’istante fu solamente un’ulteriore fitta al cuore.
Zoe alzò una mano diafana verso il suo viso e gli accarezzò una guancia con i polpastrelli.
La sua pelle era morbida come un petalo di rosa e a quel tocco Alex chiuse gli occhi, beandosene completamente.
“Non farlo, ti prego.”le sussurrò e dalla sua voce trasparì tutta la sofferenza che stava provando, ma era inutile nasconderla: il suo volto era stato sempre un libro aperto per lei.
“Tempo fa hai scelto la tua vita, Alex. Ora tocca a me.”
“Lo ami?”le domandò e aprì gli occhi fissandola: doveva capire se diceva la verità, qualunque risposta gli avesse dato.
Zoe annuì e nessuna incertezza né ombra di menzogna apparve nei suoi occhi. Era vero, tremendamente vero.
“Ma ciò che ho provato per te, l’amore che abbiamo condiviso non scomparirà, non sono capace di cancellarlo, anche dopo questi anni trascorsi lontano da te. Una piccola parte del mio cuore ti amerà per sempre, ornitorinco nano.”
Non riuscì a reprimere un sorriso e la compostezza mantenuta sino a quell'istante crollò come un castello di sabbia al soffio del vento: non ce la fece più e la strinse a sé, affondando il viso tra i suoi capelli corti.
Inspirò quel profumo così familiare, il profumo della sua pelle e strinse tra le sue braccia quella Zoe ormai donna, ma che sarebbe rimasta sempre lo scricciolo di cui Alex si era innamorato.
Zoe affondò il viso nel suo petto e in quel momento rivisse ad occhi chiusi gli attimi più belli della loro storia indimenticabile, una storia che sarebbe rimasta incisa nei loro cuori, ma che non era destinata ad un lieto fine.
“Ti amo Zoe.”sospirò Alex all’orecchio di lei un momento prima di separarsi.
Rimasero con le mani strette fra loro a guardarsi negli occhi.
Parlare non era indispensabile, i loro occhi gridavano già tutte le parole del mondo.
“Buon Natale Richards.”mormorò Zoe, allontanandosi piano da lui.
“Buon Natale Beggins.” e la sua mano scivolò via dalla sua.
Non era importante che ci fosse un vissero felici e contenti come avveniva nelle favole; la cosa realmente importante era che il loro amore rimanesse scalfito nei cuori di entrambi, senza la possibilità di essere cancellato, come sul tronco della Grande Quercia.


I will always love you.
You will always love me.

 
 

 
   
 
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