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Autore: XShade_Shinra    18/08/2011    1 recensioni
[ ON HIATUS ]
Benvenuti a NevediNotte, un luogo dove nevica solo dal tramonto all'alba, come se la notte stessa volesse celare qualcosa...
- Tratto dall'ultimo capitolo postato: L'Abbraccio del Gelo - Come un gatto guarì la solitudine di una creatura centenaria. -
[ Raccolta Disomogenea Dark Fantasy. Generi e Avvisi all'interno di ogni Capitolo e nel Capitolo Indice ]
[ Il capitolo "03. Lo Spirito del Villaggio" ha vinto l'Award come Best Song Fiction alla Quinta Edizione dei "Never Ending Story Awards" ]
[ Il capitolo "05. La Cicatrice della Vita" si è classificato 1° e ha vinto i Premi "Giuria", "Miglior Titolo" e "Originalità" al contest "Drabble and flash Collection" indetto da Deidaranna93 sul forum di EFP ]
Genere: Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'NevediNotte'
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- Hellcome to NevediNotte -
 La Fine della Guerra

C'è chi va e c'è chi resta.


Il Cacciatore fissava con occhi vacui la lapide di fronte a sé.
Tutti gli altri abitanti di NevediNotte che avevano partecipato alla Santa Messa se n’erano ormai andati dopo il seppellimento, e perfino il nuovo parroco era tornato a casa.
«Cacciatore?», lo chiamò Neve. La voce triste si fondeva con il forte vento, il quale soffiava ormai da giorni, portando con sé i fiocchi di neve. Il Cacciatore non sollevò gli occhi, e lo spettro decise comunque di continuare. «Ha fatto tanto per noi. Era l’ultimo tassello del puzzle perché tutto questo finisse».
Le sue parole erano atte a tranquillizzarlo, a fargli capire che quella tomba conteneva il cadavere di una persona che era morta con il sorriso sulle labbra, perché in vita aveva dato molto a tanti ed era sempre rimasta fedele ai propri ideali, arrivando perfino a voler trascorrere da single tutta la vita per non mancare di rispetto al suo amore non corrisposto.
L’uomo dai capelli bruni continuò a fissare quella lapide senza muoversi, sbattendo solo le palpebre. Non una lacrima in quegli occhi scuri. Non un sentimento in quel viso severo.
A un occhio disattendo sarebbe sembrato solo assorto, ma Neve sapeva bene che il Cacciatore, dentro di sé, soffriva come poche volte gli era accaduto.
La neve continuava a cadere accompagnata dal vento; e ormai aveva ricoperto le tombe e le parti superiori delle lapidi del cimitero. Neve fluttuava in posizione seduta sulla lapide della tomba accanto a quella dove era il bruno, con il lungo vestito candido che ne copriva l’iscrizione.
Il gatto poltergeist era seduto sul suo grembo, e si lasciava accarezzare. Anche lui aveva compreso che quel giorno era accaduto qualcosa di molto triste per i suoi due amici a due zampe. 
Solo dopo parecchi minuti il Cacciatore si rivolse al fantasma, parlandole con voce triste e profonda:
«Sai bene che questo incubo non finirà mai, Even…», le disse il Cacciatore. «Abbiamo solo ristabilito l’equilibrio, ma quanto durerà?».
Lei annuì, facendo i grattini dietro le orecchie al poltergeist.
«Lo so, ma… io ho assolto il mio compito. Non ho più rimpianti, e la tua missione è ormai terminata. Ora, posso andare via», gli disse, tendendogli la mano. «Tu, invece?».
Lui la guardò e scosse il capo.
«Io non posso accedere né all’Inferno, né al Paradiso, né al Purgatorio. Io sparirò qui». Lo aveva capito ormai da secoli. Un essere senza anima non avrebbe avuto futuro dopo la morte. L’avrebbe atteso solo il nulla.
«Ricordi cosa diceva Padre Bernardo? Dio è grande e misericordioso e accetta tutte le persone buone che bussano alla porta della sua Casa», gli disse la donna.
«Io non sono buono», sussurrò lui, accarezzando la tomba sulla quale era seduto.
«Invece lo sei: hai lottato per il bene di tutti…», gli sorrise. «E anche lei l’ha sempre saputo».
Il Cacciatore, allora, abbozzò un sorriso.
«Even… posso chiederti un ultimo favore?».
«Certo…».
«Posso andarmene prima di te?».
Quella proposta fece rimanere senza parole il fantasma, e il Cacciatore si affrettò a spiegare:
«Ormai, qui non è rimasto nessuno di coloro che sono diventati importanti per me, a parte te… Appena te ne andrai via, io rimarrò solo. Mi sarebbe piaciuto morire prima di qualcuno…».
Even annuì piano, capendo ciò che il Cacciatore doveva provare in quel momento.
Era sempre stato burbero e scontroso davanti agli altri, ma nel buio della sua casetta piena di carcasse, lui penava e si disperava nella solitudine che lo corrodeva dentro.
«Allora… Addio, Cacciatore… Spero di rivederti nell’aldilà…».
Il bruno sospirò felice e un braccio gli si staccò dal corpo, rimanendo intrappolato a ciondoloni tra i pesanti vestiti. Poi fu il momento della mano inguantata, che cadde a terra, sulla tomba, puzzando di cadavere. E così, a seguire, il suo corpo cominciò pian piano a disfarsi, come un oggetto che abbia ormai terminato il proprio ciclo di vita. Il Cacciatore stava trattenendo da giorni quel processo di autodistruzione, perché voleva morire il più tardi possibile.
Pezzi di carne, cute, ossa e tessuti caddero a terra, tra la neve, sotto gli occhi impotenti di Neve, che lacrimarono appena.
Conosceva il Cacciatore da secoli ed erano sempre rimasti insieme in quella lotta contro le Creature che andava avanti da tempo immemore.
«Grazie di tutto, Even… Grazie per non avermi lasciato solo in tutti questi anni…», sussurrò il bruno, con voce roca. «Salutami tutti quelli che ho conosciuto e che non mi hanno trattato come l’ammasso di carne che sono, e ringrazia anche da parte mia coloro che ci hanno aiutato in questa guerra di cui nessuno saprà mai l’esistenza… E di’ alla Dottoressa che se fossi nato umano avrei davvero voluto una donna coraggiosa e buona come lei al mio fianco».
«Lei, nel suo cuore, lo sapeva già, bambino…», sorrise Neve, mentre lo vedeva perdere sempre più consistenza, finché non crollò del tutto a terra, riverso al suolo, come a voler dormire per sempre là, sulla tomba della Dottoressa dei Morti.
Neve si asciugò le lacrime e sollevò il micio per posargli un bacio sulla testina.
Lui la guardò interrogativo con i suoi grandi occhi rossi come tizzoni ardenti, e lei gli disse piano:
«Sei rimasto solo tu, ora. Io devo andare… I fantasmi rimangono sulla terra finché hanno dei rimpianti, e ora è il tempo per me di riabbracciare Xuěyún».
«Miè!», miagolò gioioso il gatto, strofinando la testina contro il viso dello spettro. Fece un piccolo saltello e si arrampicò sulla sua spalla, mettendosi comodo, come se non volesse che se ne andasse.
«Ehi», lo sgridò appena, prendendolo e facendolo saltare sulla neve fresca. «Anche io vorrei portarti con me, ma devi restare… altrimenti, chi baderà al villaggio?», gli domandò. 
Il gatto miagolò piano, capendo quello che Neve voleva dire. 
«Mi raccomando… Ora il villaggio è in mano tua. Proteggilo come hai sempre fatto», sorrise composta. «Ciao, gattino… È da non so quanto che desidero questo momento, ma non riesco a essere pienamente felice… Anche io, come il Cacciatore, mi ero affezionata tanto alle persone che ho conosciuto attraverso i secoli, e anche io come lui soffrivo nel vederli morire, ma il fatto di essere già passata a miglior vita mi ha aiutato a sopportare meglio la sofferenza che mi affliggeva», sussurrò, chiudendo gli occhi.
In quel momento, Neve avvertì come se il vento la stesse abbracciando, trasmettendole calore. Quel calore umano che aveva quasi dimenticato.
«Mi mancherà questa città… Spero di incontrare tutti i miei amici nel posto dove andrò…», sussurrò, per poi scomparire con una folata di vento un po’ più forte, come se non fosse mai esistita.
In quel cimitero rimase solo un ammasso di carne avvolto da degli stracci, che presto sarebbero diventati cibo per i cani del musher, già attratti da quel forte odore di carogna.
Il gattino poltergeist andò dal Cacciatore e gli leccò il volto senza più lineamenti, come un ammasso di carne sciolta. Un ultimo saluto anche da parte sua.

Ben presto i cani giunsero al cimitero, dove il felino li attendeva, sdraiato sopra la lapide della Dottoressa.
Li guardò con i suoi occhi rossi. Li conosceva molto bene: otto bellissimi bastardini.
Aldebaran, Orion, Polaris, Crux, Lattea, Sirius, Alfa e Centauri.
Erano rimasti senza il padrone, ormai. Ed erano mesi che un nuovo musher non metteva piede lì a NevediNotte.
“Mangiate. Voi conoscete già le creature, che hanno portato via il vostro padrone. Mi aiuterete a vegliare su questo villaggio, dove l’equilibrio potrebbe essere rotto da un momento all’altro”, sembravano voler dire gli occhi del felino.
I cani si avvicinarono sommessamente e mangiarono i resti di carne; ce n’erano di tutti i tipi: alce, camoscio, orso, lupo, volpe... Tutto. Tranne carne umana.
Il gatto si stiracchiò ronfando, lasciando la coda a ciondoloni davanti all’iscrizione sulla lapide, sulla quale era inciso un epitaffio; il nome e la data erano coperti dalla neve, ma l’iscrizione tombale era ben chiara.

Qui giace colei che difese sempre i più deboli, dandolo loro voce e incollandone i sogni infranti, affinché potessero avere giustizia: i morti”.

Era stata sepolta accanto a un’altra tomba, risalente a centinaia di anni prima, quella che si diceva fosse la più antica di tutto il cimitero, la quale recava una scritta in latino al sapore di speranza:

Even, detta il Fiore del Freddo
624 – 651
 “Non piangere se mi ami. Il tuo sorriso mi dà pace”.

E nel bosco lì vicino, intanto, un paio di occhi rossi nascosti nell’ombra guardavano il villaggio dove ancora nevicava in quella notte senza luna.
Come ogni giorno da quando era stata posta la prima pietra, avrebbe smesso di nevicare all’alba, dando tempo alla neve di celare i peccati della notte.


§Fine§
XShade-Shinra




Note: Xuěyún significa "nuvola di neve" in cinese. È un personaggio della saga del passato. 
L'ultimo epitaffio l'ho trovato su wiki e tra parentesi c'era scritto "vilivan".

Sono qui. Sono io. O_O
Questo capitolo dovevo postarlo l'undici, ma anche il diciotto è un numero molto importante per me, quindi festeggio il secondo anniversario di NdN un po' in ritardo.
Capitolo particolare, che i buoni intenditori capiranno dove collocare... Mi sembrava giusto festeggiare in grande stile. È una scelta azzardata la mia, ma spero piaccia l'idea. Ricordatevi che mancano tanti capitoli intermedi da leggere, quindi...
Se tutto va bene, ci sentiamo a Settembre! ^^

-Disclaimer: Lo scritto ed i personaggi sono interamente di mia proprietà. Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati.

  
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