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Autore: whatashame    30/08/2011    11 recensioni
Cosa siete disposti a fare per la carriera? Tanto? Molto? Troppo?
Riformulate la domanda ad Hermione Jean Granger: lei vi risponderebbe “TUTTO”!!!
E se per quella terza pagina fosse costretta a sopportare un vecchio nemico? Poco male, sarebbe pronta a vedersela una seconda volta persino con Voldemort...figuriamoci con lui!!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Avrei preferito non spezzare il capitolo, ma penso che la seconda parte dramionesca del racconto meriti altri giorni di lavoro, e non volevo farvi aspettare altri secoli per gli aggiornamenti, e poi dovevo assolutamente uscire fuori dall'impasse, quindi ecco a voi il capitolo 8 !!! Tanto non rovino nessuna sorpresa... insomma lo sappiamo tutti chi è il protagonista assoluto da qui in poi :-P ...

Hermione, ovviamente !!!




Auror: il tuo wizard azzurro

come conquistarlo in cinque facili mosse



Capitolo 8



Scomparsa Penis Halton

i membri del corpo Auror sono tutti a terra




Venerdì pomeriggio Hermione Granger aveva tentato di infilarsi in uno sgabuzzino per le scope ma, mentre cercava di farsi spazio tra secchi e stracci per la polvere, si era fatta miseramente beccare da una curiosissima Vetriolo, richiamata, come un vampiro assetato di sangue, dall'odore del mascara sciolto che le imbrattava le guance. Aveva quindi optato per una fuga strategica sul tetto del Ministero, dove qualche impiegato buontempone aveva trasportato un paio di sedie sfondate e una vecchia scrivania. Visto che con le scrivanie aveva ormai una certa confidenza, Hermione aveva optato per parcheggiare la sue stanche terga su quella ed era rimasta lì sopra, con i piedi a penzoloni, ad ammirare Londra dall'alto, senza vederla realmente, per un tempo pericolosamente vicino a... molte ore.


Era stata proprio scema. E sorda. E cieca.

Chi altri avrebbe potuto mai regalarle dei fiori? Non certo uno cinico come Malfoy... come aveva anche solo potuto concepire un pensiero simile?!?!

Neville adorava Erbologia e apprezzava le piante persino più delle persone!

Non si era mai accorta dei sentimenti dell'amico, eppure gli voleva bene... non avrebbe mai voluto farlo soffrire, e invece aveva preso i suoi sentimenti e li aveva infilzati coi tacchi a spillo, e tutto per colpa di uno stupidissimo articolo.


Hermione aveva provato disperatamente a trattenere le lacrime, ma quelle dispettose goccioline d'acqua salata avevano continuato a scorrere copiose giù dalle sue guance, fregandosene bellamente dei suoi goffi tentativi di arginare i singhiozzi.


- Granger, si può sapere che diavolo stai facendo rintanata quassù? - aveva sbraitato una voce dura e ansante alla sue spalle.

Draco Malfoy aveva cercato la propria squilibrata segretaria facendo su e giù per le scale, come un cretino, frugando in ogni angolo dell'edificio, persino nel bagno delle signore dove due vecchie cariatidi con le cosce flaccide lo avevano scambiato per un maniaco allupato e lo avevano inseguito brandendo la bacchetta per affatturargli le chiappe (poco male in realtà: la carica delle streghe inferocite lo aveva aiutato a correre più in fretta nella sua ricerca).


Hermione aveva fissato il suo capo da sotto in su e, fra un accesso di pianto convulso e l'altro, aveva racimolato abbastanza fiato per sbraitargli contro un risentito:


- Malfoy lasciami stare. Vattene via! -


Lui aveva risposto con un piccolo ghigno, ma lei non poteva esserne sicura, per via di quella dolorosa cortina bagnata che le appannava la vista.


- Dal tuo attacco isterico devo dedurre che tu e il tuo amichetto Paciock abbiate litigato? - aveva domandato retoricamente.


- Cosa??? - aveva sussurrato lei esterrefatta - Tu come fai a saperlo? -


- Andiamo Mezzosangue - era stata l'acida replica - Anche un cieco come Ronald Weasley avrebbe capito che quell'imbecille è pazzo di te! -


Di fronte alla faccia sconcertata della Granger aveva aggiunto:


- È invariabilmente scemo tutto il tempo ma, quando ci sei tu nei paraggi, riesce addirittura a peggiorare -


- Neville non è affatto scemo... è solo un po' maldestro!!! - l'aveva difeso lei, sentendo che almeno questo glielo doveva, ma Draco non la stava ascoltando.


- Riesce addirittura a versarsi il caffè sui pantaloni. Pende dalle tue labbra e si gira continuamente a fissarti... l'ultima volta ha persino travolto il portaombrelli all'ingresso! -


Evidentemente era l'unica a non aver capito. Hermione si sentì ancora più stupida e continuò a piangere in silenzio.


Malfoy si schiarì la voce:

- Granger, ti atteggi tanto a paladina del bene, ma dimmi... ne valeva davvero la pena, per uno stupido articolo? -


Hermione sollevò gli occhi di scatto:


- Che cosa??? Tu... tu sai dell'articolo??? -


- Mi sembra ovvio. Pansy è mia amica e lavora con te alla Gazzetta. Me lo ha raccontato alla festa a casa dei miei. -


- Quindi lo sapevi?!?! E non hai detto nulla!!! -


- Mezzosangue, innanzitutto l'ho saputo da poco, e poi il Ministero ti ha appioppato a me come assistente e finché fai quello per cui ti pagano io non ho problemi. Il resto, non mi importa affatto. Ora muoviti, hai del lavoro da fare.- fece brusco.


Poi girò sui tacchi e se ne andò, sperando che pungolare la Granger avrebbe aiutato la ragazza se non proprio a tirarsi su, almeno a reagire. Peccato che Hermione, lungi dall'immaginare i contorti e machiavellici intenti di Malfoy, rimase sul tetto, annichilita da un dolore sordo, all'altezza del petto.


Faceva male.


Era triste per quello che aveva fatto a Neville, ma il nodo che le opprimeva la gola non c'entrava nulla con quella faccenda.


La durezza di Draco l'aveva ferita. Aveva sentito il disprezzo e non capiva neppure se era stato lui a gettarglielo addosso o lei stessa.


E faceva dannatamente male.


Non era per niente abituata alle critiche e, in un solo giorno, essere oggetto dell'ira di Neville e del disprezzo di Malfoy era troppo. Lei era Hermione Granger, la figlia perfetta, la studentessa modello, quella con la media più schifosamente alta dai tempi di Priscilla Corvonero! Quella a cui la maestra diceva brava e che tutti additavano ad esempio di virtù. Quella che camminava sempre a testa alta procedendo salda nei propri solidi principi, sicura di quanto fosse giusto quello che faceva e dei suo nobili ideali.

Passare in pochi secondi dall'essere l'integerrima Hermione, il perfetto esempio da seguire, ad oggetto di critica altrui, beh... era semplicemente troppo.


E faceva dannatamente e dolorosamente male.


Ma, anche se la Granger per prima non avrebbe saputo dire esattamente come, venerdì pomeriggio era ormai passato da un pezzo ed Hermione aveva trascorso il week-end continuando a frignare appallottolata fra le coperte, al sicuro nella sua cameretta come una bambina di cinque anni, ripensando a tutto quello che era successo. In un modo o nell'altro, finalmente, lunedì pomeriggio era arrivato ed invece di essere nel suo ufficio (del Ministero o della Gazzetta a quel punto aveva poca importanza visto che nascondendosi per quasi quattro giorni probabilmente era stata licenziata da entrambi) Hermione era ancora intenta a fare la capra al pascolo, la larva, la perla nell'ostrica... insomma: aveva la stessa vitalità di un acaro della polvere.

Se ne stava sdraiata sul letto da ore, a uomo vitruviano, avvolta nel pigiama con le pecorelle e il plaid attorcigliato alle caviglie.

Non aveva fatto altro che girarsi e rigirarsi nel letto, con la voce fredda di Malfoy che le riecheggiava nelle orecchie come un canto funebre.


Era triste Hermione Granger. E non aveva bisogno di pensare alle miserevoli condizioni degli elfi domestici o di scomodare i bambini del Darfur per sentirsi uno schifo. Bastava semplicemente rendersi conto che a volte il dolore, come la felicità, può nascondersi in tante piccole cose.

Si sentiva uno schifo: pensava tanto alle battaglie per salvare il mondo e poi era cieca davanti alla sofferenza che lei stessa, superba e tronfia nella sua posticcia armatura da eroina Grifondoro, aveva inflitto. E il peggio era stato il vedersi sbattere in faccia quella verità dall'ultima persona della terra da cui avrebbe mai potuto aspettarselo: Draco Malfoy. Il Serpeverde. Il Mangiamorte.


Mentre valutava se appellare il gelato che aveva in freezer e servirlo a lei e alla sua depressione direttamente fra le lenzuola o compiere la titanica impresa di spiaggiarsi sul divano, Ginevra Weasley e il suo smagliante sorriso si smaterializzarono nel bel mezzo della quadrettata trapunta che aveva gettato sul pavimento.


Ginny, che teneva stretta al petto una copia della Gazzetta del Profeta, si gettò un'occhiata intorno, soffermandosi rapidamente sui capelli a balla di fieno dell'amica e sullo scenario post-bellico della camera da letto, mentre il suo sorriso si spegneva di colpo. Hermione aveva fatto la lotta con i cuscini, sparpagliando i guanciali e le coperte dappertutto e rendendo la stanza piuttosto simile al rifugio di Grop.


- Hai riletto Tom Sawyer e anche David Copperfield... - constatò incolore fissando la pila di libri sul comodino - E per deprimerti al meglio... - soffiò lasciando la frase a metà mentre indicava la tv che trasmetteva la centomilionesima puntata di The O.C. - The Owl Course (quella in cui Fabian scopre che lui e Rick sono fratelli, proprio mentre questi è in punto di morte, mentre la sua ragazza lo lascia per sposare suo padre).


Probabilmente la signora Potter era venuta per dirle qualcosa, ma evidentemente giudicò la situazione dell'amica troppo grave per pensare ad altro.


- Sono passata da te, al Ministero, dovevo parlarti... ma Malfoy mi ha detto che eri in ferie. - iniziò incerta - Non me la sono bevuta. Tu non vai MAI in ferie! Allora, che è successo? - l'aggredì.


- Cosa ti fa pensare che sia successo qualcosa? - tentò Hermione, che non aveva molta voglia di parlare.


- Vuoi un elenco? - la sfidò l'altra.


- In effetti... no. Ne faccio volentieri a meno... - mugugnò prendendo a fissarsi i piedi avvolti nelle pantofole del Re Leone con un buco sull'alluce dove spuntava glorioso il pollicione coperto da un calzino di Hello Kitty, che aveva perso il compagno almeno quattro lavatrici prima. Il suddetto calzino poi era ripiegato sopra al pigiama, come era solita fare sua nonna in inverno, per evitare di prendere freddo ai piedi.

E fuori c'erano 40 gradi all'ombra.


Ginny, magnanimamente, glielo fece comunque.


- Allora, le tue sopracciglia sono pericolosamente prossime ad unirsi al centro della fronte, esattamente come quelle di Hagrid, i tuoi occhiali sono storti peggio di quelli di Harry al primo anno, quella cosa che indossi ha conosciuto tempi migliori almeno 15 anni fa... e la vestaglia l'hai rubata alla vecchia Mc perché davvero non posso credere che comprarne una scozzese sia stata una tua scelta, e, ti prego, dimmi che la macchia marrone è cioccolato... anzi no! Non voglio saperlo! -


L'amica continuò a fissarla dall'alto in basso con occhio critico.


- Hermione che ti è successo? - domandò di nuovo - Sembri mia madre quando è entrata in menopausa... però tu dovresti ciclare per ancora una trentina d'anni prima che le tue ovaie entrino in sciopero... anche se credo stiano per ammutinarsi visto che, a quanto pare, tu stai scioperando dalla femminilità. Anzi no... tu stai scioperando dal genere umano! Sai... - aggiunse melodrammatica - quando parlavi della salvaguardia delle foreste pensavo avessi in mente quella Amazzonica, non il Partito Pro Ricrescita Selvaggia & Peli Superflui. -


Pur di farla smettere, Hermione si decise a vuotare il sacco. Ma proprio tutto il sacco. E già che si stava confessando, ne approfittò per lamentarsi di nuovo di quella simpaticona della parrucchiera di fiducia di Ginny. Mentre raccontava, si stupì di quanto in realtà avesse bisogno di parlare e di sfogarsi, e le parole vennero fuori una dopo l'altra.


Ginevra ascoltò tutto con attenzione, da vera amica. Poi le allungò il giornale che aveva portato con sé.


- Ti stavo già cercando, ma sono venuta perché Harry mi ha mandato una civetta. Diceva che Millicent ha detto a Oliver, che ha detto a Calì che ha detto a... a Seamus mi sembra, che ha detto a… beh a qualcun altro, che ha detto a lui che... -


Auror... pettegoli più della parrucchiera di cui sopra.


- Ginny, tu lo sapevi? Intendo, sapevi di Neville? - domandò senza lasciarle finire la frase.


- Beh... no. -


- Si vede che stai dicendo un palla. -


- Come vuoi. Certo che lo sapevo!!! Solo un imbecille non se ne sarebbe accorto!!! -


Hermione s'incupì. Sembrava già abbastanza giù di morale, e Ginny decise che non c'era alcun bisogno di infierire.


- Comunque non sono venuta da te per questo. Cioè anche per questo... però anche per altro... e per altro ancora. - prese un bel respiro profondo interrompendo quel flusso di parole sconclusionate - Stavo venendo da te quando ho visto questo. - disse e indicò il giornale.


Hermione lo aprì. Al centro della prima pagina, sotto la faccia grassa e tutta sorridente della Skeeter, un articolo a tre colonne faceva bella mostra di sé sotto un titolo a caratteri cubitali.




Scomparsa la giovane ereditiera Penis Halton, figlia del magnate della ViaGra, la nota industria produttrice di lubrificanti per manici di scopa (lubrificanti per tutte le occasioni e tutte le tasche).


Gli Auror brancolano nel buio, si sospetta una fuga d'amore. Tutti i dettagli - piccanti, scabrosi&interessanti - a pagina 3, 4, 5 e 6.




Hermione strabuzzò gli occhi.


- Non quello - protestò Ginny mettendole sotto in naso pagina tre, quella che era la SUA pagina e quello che assomigliava pericolosamente al SUO articolo.


Hermione balzò in piedi come se l'avesse appena punta uno schiopodo sparacoda.


- Pansy Parkinson? Questo è il MIO articolo!!! Quello che avevo buttato nella carta straccia!!! E' stato Lui!!! - strillò inviperita.


- Lui chi? - chiese l'amica.


- Quel cretino!!! Quel deficiente!!! -


- Ma lui chi? - domandò di nuovo l'altra perplessa.


- Ma adesso mi sentirà lo Scemo!!! - e gettando via il lenzuolo, Hermione fece appena in tempo a vedere che Ginevra gesticolava verso il suo armadio prima di smaterializzarsi, con un sonoro CRACK, davanti all'appartamento di Draco Malfoy.


Ma chissà per cosa esattamente Ginny era andata a casa sua... si chiese una piccolissima parte del suo cervello.



***





Un istante dopo Hermione si ritrovò davanti alla porta di casa Malfoy (miracoli della magia dato che non sapeva neppure l'indirizzo). Stava per attaccarsi al campanello, come uno dei peggiori seccatori del pianeta, quando udì distintamente una voce di donna provenire da dietro l'uscio chiuso.


- Tesorino, ero passata solo per un salutino. Cucciolotto, l'impepata di cozze l'ho messa in frigo e la peperonata è nel microonde. Mi raccomando, mangia tutto e ogni tanto pure il pesce. Lo so che non ti piace, ma c'ha gli omega-3 che ti fanno tanto bene. T'ho portato pure lo yogurt coi fermenti per il pancino... -


Attraverso la porta non poteva udire esattamente la conversazione, ma le era abbastanza chiaro che lo Scemo fosse immerso in un violento alterco verbale con una donna. Forse una delle tante.

Doveva forse importargliene qualcosa? Era un motivo per fare dietrofront quello di poter interrompere uno degli incontri galanti del Beota? In fondo a lei cosa importava dei suoi incontri galanti?

Ma chissà come mai a lei qualcosa importava... o più esattamente, e non sapeva bene perché, sentiva una specie di prurito sotto la pianta dei piedi e un nodo di irritazione nello stomaco che si andavano rapidamente a sommare al nervosismo che avvertiva già da prima, precisamente da quando aveva la copia della Gazzetta fra le mani.

E allora si attaccò al campanello con rabbia, immaginando che quell'insulso bottone fosse la testa di Malfoy.


Dopo un paio di secondi la porta si spalancò ed Hermione, senza perdere nemmeno un minuto del suo tempo in saluti e convenevoli di rito, puntò decisa il dito al petto del nemico ed era più che pronta a vomitargli addosso tutti gli insulti che conosceva, quando il veleno che stava per sputare le si congelò sulla punta della lingua.


Non c'era nessuno.


Hermione si fissò l'unghia mangiucchiata dell'indice proteso in avanti. La tip era saltata quella mattina cercando di aprire l'ennesima confezione di gelato (rabarbaro e zucca, il suo preferito) e il suo polpastrello al momento non indicava assolutamente nulla.

Sbatté più volte le palpebre.


Poi si sentì afferrare per i fianchi e cacciò un urlo spaccatimpani.


Come diavolo le era venuto in mente di infilarsi da sola nella casa di un ex Mangiamorte?


Abbassò lo sguardo per ritrovarsi quel nano da giardino che era Narcissa Malfoy che le stringeva i fianchi e sembrava tutta presa dal prenderle le misure del bacino.

Le parve quasi di sentirla borbottare qualcosa a proposito di “parto facile”, ma probabilmente era un'allucinazione uditiva dovuta allo spavento che si era presa.


Lady Narcissa, per nulla turbata dal suo agitarsi, continuava a fissarla imperterrita. Che diavolo aveva da guardare? Cosa avevano le sue ossa iliache di tanto interessante?


Poi la madre di Draco le si avvicinò, con il volto tirato e serio. Un'espressione talmente contrita che avrebbe fatto la sua bella figura al funerale dell'Oscuro Voldie.

La fissò negli occhi, come per scorgere in quelle iridi limpide la sincerità della risposta di Hermione: era una purosangue altezzosa e razzista, ma, nel profondo, era solo una madre affettuosa, desiderosa del bene del suo bambino e in ansia per il suo futuro e la sua felicità.


- Ti piace il nome Hyperion? -




***




Hermione non avrebbe saputo dire esattamente come si fossero svolti i fatti ma era abbastanza sicura che Draco fosse sopraggiunto dal salotto correndo e, con un grido belluino, l'avesse liberata dalla presa stritolatrice della matrona di casa Malfoy. Sempre Draco, aveva congedato molto velocemente la suddetta matrona - più o meno cacciandola di peso fuori di casa - e le era sembrato che, sbracciandosi dalla porta d'ingresso, Narcissa continuasse a sillabare suggerimenti al figlio in merito ad una certa questione. Proponeva come alternative il Confundus e l'Imperio. Poi Draco aveva quasi appiccato fuoco alla sua stessa casa cercando di far bollire il tè scagliando un incendio direttamente sulle tazze. Alla fine si erano ritrovati seduti davanti a dei biscottini al burro mezzi carbonizzati e a due tazze dove il tè era quasi evaporato del tutto per la violenza della fiamma, e se ne stavano in silenzio da svariati minuti.


L'attacco diretto (in tutti i sensi) appena subito da Narcissa aveva tacitato Hermione e tutta la sua rabbia era improvvisamente scemata quando aveva realizzato di essersi appena materializzata in una delle case più eleganti del Regno Unito col pigiamone di flanella, i calzini spaiati e un bigodino in testa.


Draco, notoriamente un pusillanime di prima categoria, si fece coraggio e si schiarì la gola.

- Sai... all'inizio non sapevo del tuo articolo - esordì titubante - Ma quando ho incontrato Pansy alla festa e lei me lo ha detto, beh... non sono rimasto molto stupito... -


Lei lo scrutò perplessa.


- Granger, pensi che sia stupido? Sono rimasto sorpreso quando ho visto te, la So-Tutto-Io della scuola, l'amica di Potter Il Salvatore, ed eroina del Mondo Magico lavorare come segretaria. Per di più lavorare come mia segretaria…- dichiarò arrossendo furiosamente. Forse non era un granché, ma consultando il vocabolario Malfoy-Inglese Inglese-Malfoy quello equivaleva più o meno ad un complimento.


- Certo - continuò poco dopo - non mi sarei mai aspettato che affidassero proprio a te il compito di fare la... la... - esitò in cerca di un termine politically correct - la svenevole con gli Auror, ma... -


- A proposito di questo - lo interruppe precipitosamente lei imporporandosi - volevo spiegarti che... ehm, non ho fatto la... svenevole. Io... -


- Lo avevo capito. - la interruppe a sua volta, salvandola da imbarazzati tartagliamenti.


- Perché volevi spiegarlo proprio a me? - la incalzò curioso.


Quella domanda la sorprese e la turbò parecchio. Colorandosi di un bel rosso brillante balbettò:

- Ecco... perchè, beh... sembravi arrabbiato. Mi hai rimproverato per quello che ho fatto, ma ti assicuro che non volevo mentire e che... -


- Hermione, sono un Serpeverde, perché dovrei farti la predica? -


- Cosa? - boccheggiò incapace di dare un senso a quell'ultima uscita - Ma se non eri arrabbiato, perché sul tetto mi hai detto tutte quelle cattiverie? -


- Ho detto che non ero arrabbiato perché mi hai nascosto del tuo lavoro in incognito, mica che non ero arrabbiato. -


E adesso di cosa stavano parlando? Hermione non riusciva più a capirlo.


Ripiombarono in un silenzio imbarazzato.


- Dimmi Granger, sei stata gentile con me solo per quello stupido pezzo? - domandò il ragazzo incrociando gli occhi con i suoi.


Ad Hermione andò di traverso il poco tè che era riuscita a portare alle labbra.

- Certo che no, Malfoy! - esclamò stupita - E poi quando mai sono stata gentile con te?!?! -


Lui alzò un sopracciglio, metà perplesso e metà dubbioso.


- Malfoy sai bene che non ci avrei mai provato con te - esclamò agghiacciata alla sola prospettiva, senza avvedersi che il sopracciglio del ragazzo aveva preso a tremare pericolosamente.


- Insomma... nemmeno sotto Imperius! - dichiarò risoluta.


Malfoy s'inalberò visibilmente.


- Come sarebbe a dire?- protestò. Sembrava offeso.


- Cioè non volevo dire... oh beh, non lo so. Cioè... tu sei Draco Malfoy. Non mi è mai venuto in mente di provarci con te!!! -


- Oh beh, grazie tante Granger!- sibilò - E si può sapere cos'ho che non va? -


Non sembrava offeso. Era decisamente offeso.


- Oh... oh beh, non lo so. - soffiò lei con un filo di voce. La conversazione stava prendendo una strana piega e la reazione di Draco sembrava proprio quella di... di...


- Comunque Granger, certo che per essere la strega migliore del nostro anno sei proprio una fessacchiotta. E pensare che Paciock ha cercato di trasformare il tuo ufficio in una serra con tutti quei fiori! Solo un cieco non lo avrebbe notato! - se ne uscì Draco, ancora teso, saltando palesemente di palo in frasca pur di allentare quella tensione che aleggiava nell'aria e che poteva essere tagliata con un machete.


Quindi i fiori erano proprio di Neville, il cloroffillofilo! E lei che come una stupida aveva pensato potessero essere...


La conversazione languiva di nuovo, e Draco si alzò in piedi e prese a muoversi su e giù sul tappeto della sala. Poi le scoccò un'occhiata penetrante e chiese, cercando di sorridere come un modello delle riviste babbane:


- Granger non vorresti fermarti a cena? Sono pieno di cose da mangiare e non riesco mai a finire tutto senza mandarlo a male. Mi tocca sempre rifilarlo ai gatti del quartiere, ma penso che per una volta non se la prenderanno... -


- O... ok! - Gracchiò lei. Non seppe perché lo disse, ma lo disse, e lui sorrise di nuovo prima di eclissarsi verso la cucina. E questa volta era un sorriso vero.


Forse Hermione lo aveva detto perché lui doveva ancora spiegarle la faccenda dell'articolo, cercò di autoconvincersi lei. Ma quella scusa non stava in piedi.


- Un'ultima cosa Granger – esclamò il padrone di casa come ricordandosi improvvisamente di una cosa importante e tornando indietro. Un ghigno trionfante si disegnò sulle sue labbra.

- È stata la fretta di dirmi queste cose che ti ha fatto dimenticare le scarpe a casa? -


Merda, aveva pure le pantofole del Re Leone!!!




***



Gente lo so che non aggiorno da un sacco di tempo, ma non solo sono stata presissima da studio esami etc (dove etc sta per meritate vacanze) ma ero un po' in crisi su come sviluppare alcuni punti della trama lasciando la fanfic “demente” ma allo stesso tempo i personaggi coerenti con loro stessi... senza contare che Whatashame ha delle difficoltà enormi con l'esternare il romanticismo!!! Però non mi sono proprio grattata la pancia in questo periodo e ho contribuito a creare danno nella sezione Black Friars e ovviamente ad appestare il fandom di HP con una nuova ficcy (S.O.S.) e come beta reader (a tal proposito consiglio a tutti “ Sogni d'oro Granger, di Valengel”


Detto questo ci vediamo con il prossimo ed ultimo (a meno che io non abbia bisogno di un epilogo) capitolo:


Draco Lucius Malfoy



Perchè l'html non collabora??? Mi compaiono delle frasi evidenziate quando nell'originale non lo sono affatto e la dimensione del carattere si è data all'anarchia!!!!


   
 
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