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Autore: AmeliaWitch    01/09/2011    6 recensioni
Sequel di “Credendoci davvero”
Quando un brutto scherzo del destino fa incrociare le vite di due persone così lontane e diverse, possono succedere cose inaspettate.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Vite parallele
Salve a tutti ! Il sole e il mare mi hanno fornito l'ispirazione giusta per poter cominciare a pubblicare il sequel di "Credendoci davvero". Per chi non avesse letto la storia , penso ( almeno per ora ) che non sia necessaria la lettura (anche se mi farebbe molto piacere se decideste di darle uno sguardo^^). Vi consiglio comunque la lettura dell'epilogo per non soprendervi della presenza di personaggi che non ci dovrebbero assolutamente essere nel corso normale della storia ^^!

Ovviamente la storia non è scritta a scopo di lucro e i personaggi non mi appartengono (purtroppo). Ora vi lascio al capitolo! Buona lettura!


Severus aprì uno dei suoi grandi occhi neri, nel vano tentativo di ricordare cosa fosse successo la sera prima.
Si trovò perciò ad osservare le travi che si intrecciavano sul soffitto della sua camera.
Fortunatamente era rimasto al Paiolo Magico.
Buttò un’occhiata al lato destro del letto e non si stupì di vederlo occupato. Una donna dai capelli rossi dormiva beatamente, ignara che il proprietario della camera la stesse fissando , cercando di ricordarsi dove l’avesse incontrata, perché fosse ancora lì con lui e soprattutto, come si chiamasse.
L’uomo sbuffò passandosi una mano sul viso.
L’estate era quasi al termine e presto sarebbe dovuto tornare a scuola a fare da babysitter a centinaia di ragazzini piagnucoloni.
Gli sarebbero mancati parecchio i giorni in quella Taverna. Aveva deciso ,infatti , di non passare le vacanze a Spinner’s end .
Se voleva dare un taglio al passato, quella casa era la prima cosa da evitare.
“Buongiorno uomo tenebroso …”
Una voce ,impastata dal sonno,  lo riportò alla realtà.
La donna dai capelli rossi si era svegliata e ,completamente nuda, si era alzata dal letto alla ricerca dei suoi vestiti.
“Buongiorno.”
Severus ,con le spalle appoggiate alla testata del letto, seguì il gironzolare della donna per la camera.
In un flash , gli tornarono alla memoria le scene della sera prima e  un ghigno soddisfatto si disegnò sul suo volto.
La rossa ,quasi completamente vestita , puntò su di lui gli occhi scuri incorniciati da delle ciglia lunghissime.
“Non mi chiamerai, giusto?” Nella voce non c’era né ansia né astio. Sembrava divertita.
“Non credo che tu lo voglia …” mormorò Severus , accomodatosi tra i cuscini del grande letto.
“Mh, no. Comunque devo dire che ,anche se un po’ sbronzo, sei stato un ottima compagnia notturna.” Miagolò la donna, chiudendo l’ultimo bottone della camicia. Dopo di ché si avvicinò al letto e posò un leggero bacio sulle labbra di Severus , prima di uscire dalla stanza.
Questo ,non appena fu solo, si alzò dal letto e si regalò un lunghissimo bagno.
Il Paiolo Magico non era mai stato una taverna a cinque stelle ma con tutti i soldi che aveva a disposizione , era riuscito a farsi riservare la stanza migliore per l’intera estate.
Aveva tutta l’intenzione di godersi a pieno quegl’ultimi giorni di riposo, prima di rientrare a lavoro. Niente avrebbe potuto turbarlo.
Con quel pensiero ben fisso in mente, l’uomo terminò il suo bagno , poi indossò una camicia bianca e dei pantaloni neri e uscì dalla camera.
Silenzioso e con la solita aria annoiata scese nell’unica sala della locanda , per fare colazione.
Non appena si sedette, un cameriere zoppo si avvicinò per prendere l’ordinazione.
“Signor Piton buongiorno! Cosa vi porto da mangiare stamattina? Una colazione bella abbondante è sicuramente quello che ci vuole ,dopo una bella serata …”ammiccò l’uomo ,assumendo un’espressione piuttosto buffa.
Severus tentò di ignorarlo.
Ogni volta che passava una notte con una donna, quello stupido cameriere cercava di intavolarci sopra un discorso , fatto di ammiccamenti , doppi sensi e pacche di congratulazione sulle spalle.
Era una cosa che Severus mal tollerava, ma , trovandosi bene nella locanda e non avendo voglia di cambiare alloggio, si limitava a non dare soddisfazione alle domande dell’uomo.
“Allora  vi porto un po’ di pancetta e delle ottime uova strapazzate e …”
“Del caffè amaro e una Gazzetta del Profeta bastano. Grazie.” Lo interruppe Severus.
“E’ sicuro … le rosse sono focose … stancano più delle altre.”
“Visto che mi porta il giornale … prenda anche la mia corrispondenza. Grazie.”
Vinto da quella totale indifferenza , il cameriere sbuffando ,andò a prendergli ciò che aveva chiesto.
Dopo qualche minuto Severus leggeva la Gazzetta del profeta , soffiando distratto sulla sua tazza di caffè bollente.
Quell’estate era stata, fortunatamente, tranquilla e il giornale , privo di storie macabre da raccontare , aveva dedicato un’intera pagina all’inizio dell’anno di tirocinio dei giovani che si erano appena diplomati.
Il giornale , infatti , faceva un elenco di tutti i possibili lavori che richiedevano tale tirocinio e poi presentava l’intervista di alcune ragazze che avevano intrapreso il tirocinio per diventare medimagi.
Storcendo il naso, Severus riconobbe nella foto , che affiancava l’intervista, la starnazzante Lavanda Brown e una delle Patil. Non si era mai preso la briga di distinguere le due gemelle.
Le ragazze ,nella foto, salutavano esaltate con  la mano e si mettevano in posa da modelle. Un unico pensiero prese spazio nella mente di Severus.

Se quelle dovevano essere le medi maghe del futuro, avrebbe preferito farsi curare con i “tocca-sana” di quel bifolco di Hagrid , piuttosto che farsi mettere le mani ,o peggio, la bacchetta addosso da delle oche simili.  

Abbandonando la Gazzetta sulla sedia accanto a sé, prese a scorrere la corrispondenza.

Lettera di Silente. Della Mc Grannit. Di Vitius .

Sembrava che , magicamente, tutti avessero voglia di parlare con lui.
Continuò a scorrere la posta.

Pubblicità di un emporio magico. Un’altra di un negozio di prodotti per pozioni. Una lettera di Lily …

Aveva già  posato la piccola busta chiara su cumulo di lettere che avrebbe gettato , quando , accortosi a chi apparteneva , l’aveva ripresa velocemente in mano.
L’indirizzo e il suo nome erano scritti nella  bella calligrafia della sua migliore amica e tutta la busta aveva il suo profumo.
Avido di sapere cosa potesse spingere Lily a scrivergli, aprì la busta strappando in malo modo la carta.
Rimase purtroppo deluso da quello che vi lesse. Lily infatti , lo invitava semplicemente a pranzo il giorno seguente , spiegandogli che avrebbe fatto piacere a lei e suo figlio salutarlo, prima della sua partenza per Hogwarts.
L’uomo arricciò un po’ le labbra. Aveva promesso a Lily che avrebbe fatto di tutto per essergli amico, nonostante i suoi sentimenti. La cosa si era , però, dimostrata più facile a dirsi che a farsi.
Ogni volta infatti che riceveva una sua lettera non poteva far a meno di sperare di leggervi qualche parola che potesse rivelargli qualcosa di diverso, rimanendo irrimediabilmente deluso. La donna era seriamente intenzionata a ricostruire il rapporto che avevano da giovani e , se questo non fosse stato abbastanza penoso, ci si metteva anche il figlio , Harry Potter, più cocciuto della madre che ,  solo perché lo aveva aiutato a liberare ,da una strana realtà parallela, i suoi genitori e Black, voleva mantenere dei buoni rapporti.

Ma a chi importava di avere dei buoni rapporti con Harry Potter?! A lui no di certo…

Tuttavia il problema più serio era il suo rapporto con Lily.
Si era intrattenuto, per tutte le vacanze, con belle donne ma nemmeno quello aveva fatto scendere dal piedistallo la rossa.
“Signor Piton vuole altro caffè?” chiese il cameriere all’improvviso alle sue spalle, poi aggiunse “ mh … questa lettera è di una donna … avevo sentito il profumo , mentre le portavo la posta. Mi dica è un’altra delle sue amiche?” tornò alla carica l’uomo ,tentando di sbirciare la lettera in mano a Severus.
“No! Inoltre la inviterei a farsi un po’ i fatti suoi , soprattutto di mattina quando la gente vuol esser lasciata in pace!” sbottò Severus , raccogliendo la sue cose e dirigendosi verso la sua stanza.
Fortunatamente , fra tre giorni sarebbe tornato ad Hogwarts e avrebbe ritrovato un po’ di pace nel suo laboratorio e un po’ di distrazione nel vessare i suoi studenti.

                                                            ***

Lei si rende conto del danno che ha fatto all’intero laboratorio dell’ospedale?! Lei è un incompetente! Mi aspettavo molto da lei , visto il M.A.G.O pieno di Eccellenti … evidentemente non mi sbagliavo sul suo conto. Esca dal mio ufficio e si auguri di non dovervi rientrare presto. Altrimenti sarà il suo ultimo giorno di lavoro al San Mungo...

Il rimprovero acido e spietato del signor Plump le rimbombava nella testa. Si sentiva umiliata ed affranta. Lei, Hermione Granger , per la prima volta in vita sua non riusciva in qualcosa.
Dopo la fine dalla scuola aveva scelto di cominciare gli studi per diventare medimaga. A metà agosto aveva seguito un corso di preparazione teorica,per poi era stata sbalzata direttamente nel reparto di tossicologia del San Mungo,per sua gioia, insieme Calì Patil e Lavanda Brown. Nonostante la compagnia, non vedeva l’ora di mettere un po’ in pratica ciò che aveva studiato.
Si sentiva euforica.
Il suo buon umore ,però, l’aveva abbandonata rapidamente. Il primo giorno in reparto, infatti , le matricole erano state abbandonate subito al loro destino dai medi maghi, troppo occupati a risolvere l’intossicazione  ,dovuta all’uso di strane bevande, durante i  festeggiamenti  per la vittoria del campionato dei Cannoni di Chudley .
Si era perciò trovata a preparare ,per la prima volta , un antidoto per curare una donna che aveva ingerito dell’Alioto e che , perciò, era in preda ad una terribile attacco di isteria. Il problema sarebbe stato superabile se non avesse dovuto controllare, completamenta da sola, la mistura, molto instabile , che bolliva nel laboratorio e allo stesso tempo  trattenere la donna ,che trovava allettante l’idea di lanciarsi dalla finestra. Le sue due colleghe , infatti , con un’alzata di spalle e un “ sei sempre stata la più brava Granger” si era disinteressate alla faccenda e aveva concentrato la loro attenzione su un giovane medimago , che lavorava nel reparto.
Non essendo provvista del dono dell’ubiquità, mentre legava la donna ad una sedia , per assicurarne l’incolumità , la mistura aveva superato la temperatura giusta ed era esplosa.
Appena la nebbia verde e vischiosa era calata, lo scenario che si era presentato alla vista di tutti era apocalittico. Il composto si era riversato un po’ ovunque , sulle pareti e sui piani di lavoro, ma , quel che peggio , sugli intossicati e sui suoi colleghi.
Ovviamente la colpa dell’accaduto era stata data solo a lei.  In un attimo si era trovata davanti al primario del reparto, un uomo dalla corporatura piuttosto robusta e dall’aria arcigna, nonostante la guance paffute e la pancia da Babbo Natale. L’uomo alla vista di quel disastro era diventato paonazzo e non appena era entrata nel suo studio ,aveva iniziato a gridarle contro.
Davanti a quell'uomo, aveva finalmente compreso perché Harry avesse avuto così tanta paura di suo zio Vernon.
Dopo un quarto d’ora di urla,l'uomo l’aveva sbattuta fuori dall’ufficio , invitandola a non rimanere al San Mungo quel giorno, perché se se la fosse trovata davanti un’altra volta, l’avrebbero sicuramente arrestato per uso della maledizione cruciatus.

Mentre si asciugava qualche lacrima per quel ricordo ,Hermione camminava , o vista l’andatura spedita, marciava, per le strade di Diagon Alley. Aveva pensato che un po’ di shopping l’avrebbe aiutata a distrarsi un po’ da quella mattinata terribile.

Hai combinato un guaio di proporzioni cosmiche , il tuo primo giorno di lavoro… ottimo Granger!

Stava continuando ad offendersi e a torturare mentalmente le due colleghe oche e vigliacche che si ritrovava, quando ,cominciando a guardarsi intorno, si rese conto che ogni negozio era pieno di famigliole che compravano le ultime cose per l’imminente partenza dei figli.

Quanto sentiva la mancanza della scuola! E quanto avrebbe voluto poter partire anche lei per Hogwarts invece di farsi maltrattare in quello stupido ospedale!

Sbuffando , la ragazza decise di andarsene e si smaterializzò.
In un attimo , si trovò davanti a casa Potter. Abitava lì da qualche tempo. Harry infatti , saputa della rottura con Ron ,per non farla rimanere alla Tana, l’aveva invitata a stare a casa con lui e i suoi genitori.
James e Lily si erano dimostrati subito entusiasti dall’idea e l’avevano trattata subito come una seconda figlia.
Hermione era sinceramente grata al suo migliore amico e ai suoi genitori per tutto l’affetto e la disponibilità che avevano dimostrato nei suoi confronti e aveva sempre cercato di ricambiarli.
Entrata nella bella villetta a schiera, un profumo proveniente dalla cucina l’avvolse.
“James finalmente sei arrivato! Pensavo che saresti scappato a nasconderti da Sirius per saltare questo pranzo!”esclamò Lily Evans dalla porta della cucina.
“Ehm … sono Hermione …” rispose la ragazza ,affacciandosi nella stanza e trovando la padrona di casa indaffarata a preparare chissà quali strani piatti.
Hermione a quella vista trattenne a stento una risata. Infatti , nella cucina regnava il caos e Lily, solitamente la perfezione fatta persona, teneva i capelli raccolti in un modo strano e aveva il volto e il grembiule ricoperti di farina e sugo.
“O Hermione sei tu! Ben tornata a casa! Ma come mai sei qui così presto?” domandò candidamente la donna.
La ragazza ,imbarazzata, non ebbe il tempo di rispondere perchè ,alle sue spalle, apparve un imbronciato James Potter .
“Ciao.” Salutò atono l’uomo , prima di sistemarsi pesantemente sul divano e immergere il volto nella Gazzetta del Profeta.
La riccia lo osservò un attimo .
Vedere James Potter di cattivo umore era come vedere la cometa di Halley, capitava una volta ogni svariate decine di anni.
Stava ancora studiando quella situazione bizzarra , quando il suo migliore amico scese velocemente le scale che portavano al piano di sopra.
“Mamma a che punto sei? Starà sicuramente per arrivare!” gridò il moro, senza accorgersi di Hermione.
“Chi  state aspettando?” domandò Hermione , attirando su di sé l’attenzione del giovane.
“Ehi! Ci sei anche tu! Scusa mi sono scordato di avvertirti del pranzo, ma pensavo fossi tutto il giorno al San Mungo ...”si scusò il ragazzo.
 “ Harry va’ a prendere un’altra sedia”. La voce di Lily giunse ovattata tra i rumori della cucina.
Il moro si precipitò a recuperare la sedia, lasciando Hermione senza una risposta e sempre più confusa.
“Se è un problema posso mangiare fuori … non vorrei essere di troppo …” balbettò la ragazza.
“Scherzi? Tu non sei mai di troppo cara!Sei una di famiglia! Ci fa piacere che tu ti unisca a noi!” trillò Lily , in mezzo al rumore di piatti e pentole.
“Sperando che non dia fastidio a lui” ringhiò James , da dietro il giornale.

   
 
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