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Autore: thecarnival    22/09/2011    5 recensioni
Meredith Spurce è 22enne di Los Angeles che studia a Berkeley. La sua vita è piuttosto tranquilla,proprio come tutte le sue coetanee di LA. Genitori ricchi,villa con piscina,ecc. Ma per fortuna non è una ragazza viziata..ha le sue passioni, ha la sua band ed i suoi amici che le sollevano il morale. La sua vita sta per cambiare totalmente, grazie ad internet..grazie a Twitter. Cosa succederebbe se una mattina, un attore famoso, ti mandasse una email per chiederti di bere un caffè?
Una mini-fic basata su un'idea piuttosto semplice. Per scoprire di chi si tratta,basta leggere..
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A wish right now.'
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Because of.. THE NET!

Ciao a tutte.. so che è tardi, ma avevo voglia di postare e quindi eccomi qui! Allora questa non è una OS, e neanche una long.. ma semplicemente una mini-fic..  Che vede come protagonista una ragazza, Meredith Spurce di 22 anni, e un noto personaggio famoso. Che non vi dico qui.. lo scoprirete solo se leggerete il capitolo. E' un'idea piuttosto semplice, che mi è venuta stando su internet! xD
Spero vi piaccia.. buona lettura.. e alla prossima.








PRIMO CAPITOLO

Allora, NOME: Mered..
Ma devo scrivere il nome per intero o va bene anche il soprannome? Credo che voglia il nome per intero! Ok.
NOME: Meredith COGNOME: Spurce EMAIL: meandonlyme@ gmail.com PASSWORD..la solita. Ok, fatto. Email di conferma. E che palle, conferma a destra, conferma a sinistra, se sono io che mi iscrivo che cavolo mi devo confermare a fare?

-Meredith, puoi scendere per favore? E' arrivato tuo padre e siamo già a tavola. Aspettiamo solo te.
-Merda... SI SI ARRIVO.
Chiusi il mio portatile, per evitare che quel cretino di mio fratello spiasse gli affari miei, ed uscii dalla mia camera. Ci misi un po' ad arrivare in cucina, non perchè fossi lenta, ma per la lontananza delle due stanze. Casa mia era enorme, e come non esserlo, i miei genitori erano stra-ricchi. Mio padre si occupava di non so cosa in una famosa compagnia di computer. E mia madre... beh, lei se la spassava con i suoi alunni del Los Angeles City College. Insegnava Arte. Una materia prettamente inutile, ma intanto era super pagata per farlo. Non andavo molto d'accordo con mia madre, forse perchè era così attaccata ai soldi, era così materiale. E poi pensava troppo all'aspetto fisico. Ok, ok. Vivevo a Los Angeles, come non esserlo, e poi anche io mi curavo, andavo in palestra, mangiavo sano -non troppo, perchè mi concedevo le mie schifezze- e praticavo tanto sport, nello specifico.. tanto sesso!
-Alla buon ora Mer.
-Scusa tanto se mi avete relegato in mansarda e per scendere devo fare due piani di scale.- Le risposi sedendomi a tavola, e sporgendomi verso mio padre, per baciarlo sulla guancia. Non lo vedevo da tre settimane, dato che stavo via per l'università. Ebbene sì. Anche io frequentavo il college. E menomale. Pensate se avessi dovuto vivere in quella casa insieme alla vipera di mia madre, e l'idiota di mio fratello.
Che poi di solito le mie amiche non mi credevano quando parlavo del carattere di mia madre. Per rendere meglio l'idea l'avevo sempre paragonata alla mamma di Marissa Cooper. Avete presente? Quella di O.C... l'idiota che si scopava mezzo cast e alla fine moriva. Ecco, sua madre.. Che beh, era uguale alla figlia, tranne che per la morte finale! Mia madre e Julie Cooper..erano uguali. Due vipere, speravo solo che lei non si facesse i suoi alunni, perchè mio padre l'avrebbe buttata fuori di casa, da Los Angeles, e penso dall'America stessa. Avrebbe firmato un accordo con Obama per non farle mettere piede in nessuno stato Americano. Si può dire “Stato Americano”? No perchè io non ero mai stata brava in geografia, e non avevo mai capito una mazza di tutto sto casino di stati e starelli.. ma poi che importa. Volemose bene no?
-Accidenti Meredith, ma che diavolo hai oggi?- Mia madre mi richiamò,urlando così forte da attirare la mia completa, e totale attenzione. -Stavo dicendo, quand'è che ritorni al campus?-
-Ti serve qualcosa?- Le risposi addentando un pezzo di carne arrosto con le mani. Odiava il fatto che lo facessi.. ergo, continuavo a farlo.
-Non ti sopporto quando mangi come un maschiaccio. Neanche fossimo in quei self-service da quattro soldi.-
-Si chiama Mc Donald's mamma.. E se avessi avuto l'idea geniale che hanno avuto quei fratelli lì sarei miliardario come loro-
-Wow, sai la storia di come è nato il Mc Donald's?- Ero davvero stupita di quest'ultima conoscenza di mio fratello..
-Stai zitta Mer, o dico a papà quello che hai fatto oggi-
-E cos'è che avrei fatto oggi?- Lo sfidai, anche perchè non avevo fatto nulla, ero proprio curiosa di sentire l'enorme balla che si sarebbe inventato.
-Ti sei fatto accompagnare dal quel fattone di John, anche se papà te l'aveva proibito- Vidi mio padre guardarmi truce e mia madre ridere sotto i baffi. L'odiavo quando facevano così. Poteva mia madre, almeno per una volta, essere mia complice? E quella testa di broccolo di mio fratello, poteva farsi gli affari suoi?
-Non era John. Papà, non lo ascoltare. Era un mio compagno di corso, si chiama... Marcus. Ed è un ragazzo per bene-
-Non è vero. Ho anche le prove.. ho visto su internet che vuole vendere la sua auto, ho confrontato le due targhe e sono le stesse. Quindi o è lui, o è il fratello gemello.- Avrei voluto tanto ucciderlo. Anzi, prima torturarlo, farlo soffrire così tanto da fargli implorare pietà.
-Mi hai mentito.. Meredith. Come hai potuto..-
-Papà mi dispiace. Tu non conosci quel ragazzo, è gentile, buono, bello.-
-Non studia, non lavora, non ha un soldo e si droga.-
-Ma è successo solo una volta, e sarà capitato anche a voi, da giovani. Siamo a Los Angeles, lo fanno tutti..- Magari questo non avrei dovuto dirlo. Mio padre si alzò, e per poco non lanciò la sedia, in aria. Mi puntò il dito contro, minacciandomi.
-Non voglio che tu veda più quel ragazzo, se lo farai ancora la tua vita sarà.. finita. Tornerai a vivere qui con noi.- A malincuore dovetti accettare le sue condizioni, e dopo aver finito di mangiare, corsi in camera. Non avevo certo intenzione di stare un altro minuto con loro, soprattutto con quel coglione di mio fratello.
Dio quanto lo odiavo. Doveva essere stato, sicuramente, adottato. O forse quella proveniente da un'altra famiglia, ero io. Non c'entravo nulla con loro. Non capivo nulla di computer, e mio padre era un genio in quell'ambito. Odiavo l'arte e non avevo un minimo di fantasia, cosa che aveva mia madre.. e beh, Sam era davvero qualcosa di indescrivibile. Un abominio.
Avevo solo due passioni, forse tre. Scrivere, cantare, e la fotografia. Non che fossi brava, ma mi piaceva scrivere tutto ciò che mi passava per la testa. Fotografare i volti della gente.. anche nelle posizioni più strambe, e non usavo una macchina professionale, mi bastava anche una di quelle compatte. Insomma, più che avere la passione della fotografia, avevo la fissazione per i ricordi. Il canto? Mh. Oltre a farlo sotto la doccia, avevo un gruppo, formato il primo anno di college con alcuni compagni di corso, e da quel giorno, ogni giovedì sera, ci esibivamo in un locale vicino al campus. Non che venissimo pagati chissà quanto, ma lo facevamo per il piacere di suonare, di stare insieme, e di esprimerci con la nostra musica.

Mi rimisi al pc, per controllare quella cavolo di iscrizione su twitter. Avevo già un account su facebook, ma i componenti del mio gruppo, avevano detto, che dovevamo averne e anche uno su un altro social network, o non saremmo mai diventati famosi. Quindi, prima dovevo registrarmi a nome mio. E poi.. crearne un altro a nome della band. Una noia mortale, eppure loro lo sapevano che non ero un genio informatico.
Mi collegai contemporaneamente su Facebook, per controllare gli ultimi avvenimenti nel mondo, e nello stesso tempo, sceglievo i colori per il nuovo profilo su Twitter, ero indecisa per il celeste, blu e viola. Ma era carino anche il giallo con le foglie bianche. O forse era arancione, e non giallo.. insomma un colore non molto indefinito.
Uuuuh, una richiesta di amicizia! Qualcuno su facebook voleva aggiungermi, e quando lessi il nome scoppiai a ridere.
Ian Somerhalder. Il bellissimo Ian, vorrebbe aggiungere me?
Quasi piansi per le troppe risate. Accettai ugualmente, volevo vedere dove volesse arrivare questo tizio. Prima di tutto guardai le sue foto, ed erano quelle che i gruppi ufficiali, o i gruppi creati dalle fan, pubblicavano continuamente. Nessuna foto personale.
Era sicuramente un fake. Mi contattò subito dopo, dicendo che mi aveva aggiunto perchè mi aveva visto tra i suggerimenti di facebook e mi aveva trovata carina.
Lo eliminai dai contatti, e mi dedicai al mio nuovo account su twitter. Iniziava la mia nuova carriera da stalker. Mi misi a seguire, dapprima i miei amici, successivamente tutti i cantanti per cui impazzivo, e poi mi ricordai degli attori... E mi venne in mente un'idea brillante. IAN SOMERHALDER.
Prima cliccai su “follow” e poi gli mandai un tweet, dicendogli che su facebook c'era un tizio che si spacciava per lui, ed andava a rimorchiare le ragazze. E che se fossi stato in lui avrei fatto qualcosa, per evitare un'enorme fila di ragazzine pronte ad aspettarlo per uscire.
Notando la tarda ora che si era fatta, spensi il pc ed andai a letto. Era incredibile come trascorresse velocemente il tempo quando non facevo nulla.

   
 
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