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Autore: SunriseNina    24/09/2011    4 recensioni
-Luna?-
-Sì?-
-Ma quindi io e te adesso stiamo… stiamo insieme, penso, no?- si dondolò avanti e indietro con le guance di un rosso vivo e quel maledetto nodo alla gola.
-Certo che adesso stiamo insieme, non vedi? Qui ci siamo solo tu ed io!- rispose lei.
-Non intendevo in quel senso!- Neville si tormentò i capelli con aria disperata –Volevo dire insieme inteso come fidanzati! Insieme, stare insieme, capisci? Essere fidanzati, ecco!- si torturava come suo solito le dita tremanti e sudate, spiccicando faticosamente parola.
Gli sorrise. Un sorriso dolce e felice, un sorriso che Neville amava più di qualsiasi altra cosa al mondo:-Sì, penso di sì. Tu che dici?-
-Secondo me sì- rispose, senza capire il senso di quel discorso.
-Allora dev’essere per forza così- affermò lei –Sì, siamo fidanzati. O come dici tu, stiamo insieme-.
-Adoro le tue fossette- disse a un certo punto Luna.
-Me lo avevi già detto- osservò lui, non per questo meno compiaciuto.
-No, quella volta ti ho detto che mi piacciono le fossette, in generale- puntualizzò lei con naturalezza –Ma era una piccola bugia. A me piacciono le tue, e basta-.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neville Paciock | Coppie: Luna/Neville
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Neville alzò il bavero della giacca: faceva un freddo cane, lì fuori dai Tre Manici di Scopa.
-Entriamo?- cinguettò la bionda ragazza davanti a lui. Per pochi istanti gli sembrò essere un’altra persona, poi si accorse che era Hannah. “Sei uno stupido” pensò, mentre annuiva alla Tassorosso; con il volto nascosto nella sciarpa e stringendosi il più possibile tra le spalle, entrò dietro di lei nel locale e i due si sedettero in un tavolo vicino ad una finestra.
L’ambiente era più tiepido della gelata strada esterna, la luce era così intensa da sembrare folgorante, I tavoli erano pieni di persone che chiacchieravano allegramente, gustando burrobirre fumanti che scendevano roventi in gola. Quell’ambiente caldo, illuminato e pieno di un felice brusio però non miglioravano l’umore di Neville: si era detto in tutti i modi di essere carino, simpatico, di non fare brutte figure e trattare Hannah come si meritava in un giorno come S.Valentino.
-Cosa volete da bere?- chiese la voce allegra della barista.
-Due Burrobirre, grazie- disse Neville -… Offro io- disse titubante, guardando con aria interrogativa Hannah. Sembrava contenta di quel gesto di galanteria.
Era un buon inizio.
Avevano camminato uno affianco all’altro per tutto il cammino verso Hogsmeade, tra le strade ormai sgombre dalla neve ma ugualmente fredde e brulle; Il cielo si ostinava a rimanere cinereo, lasciando trasparire solo una luce soffusa dalle nuvole. Neville aveva utilizzato la muta scusa del freddo per ficcare le mani in tasca con veemenza, preso dall’ansia che Hannah avrebbe potuto prendergli la mano: il ricordo della sua mano e di quella di Luna che ondeggiavano così vicine da potersi sfiorare gli faceva ancora battere il cuore più di quanto avrebbe voluto.
Tutto in realtà gli ricordava quella volta: la strada non era più coperta di umido nevischio e c’erano ciuffetti erbosi d’un tenue verdastro tra un vialetto e l’altro. Ricordava i buffi e deliziosi stivali di gomma della ragazza,  di quel giallo acceso, che facevano quegli strani rumori con le suole ad ogni suo passo. Ricordava quando gli aveva sfiorato con innocenza la guancia, notando su tutto quel viso di cui lui tanto si lamentava un particolare tenero, le fossette.
Il rumore dei boccali poggiati sul tavolo di legno lo riportarono alla realtà, e gli si formò un nodo in gola: stava pensando alla giornata con Luna, ed era lì insieme ad Hannah, che lo guardava con un sorriso felice. Si sentiva un ipocrita, un doppiogiochista.
Cercò di annegare i sensi di colpa nella bevanda bollente e attaccò bottone:-Allora, come vanno le lezioni?-
-Oh, a me tutto bene!-
-Preoccupata per i G.U.F.O.?-
-Uhm, sì, un po’- annuì lei, sorseggiando dal suo bicchiere. Il silenzio che si formò era palpabile e imbarazzante.
-E… com’è essere prefetto?-
-Oh, non saprei dirti- disse lei gesticolando –Da una parte c’è da dire che è stancante, lo ammetto, ma comunque ti da tanta autorità, hai più permessi… sei un po’ più libero nei confronti delle regole, ma devi anche farle rispettare…-
La porta del locale si aprì con uno scampanellio: mentre Hannah continuava a parlare, entrarono Hermione, Rita Skeeter, la subdola giornalista, Harry e Luna.
Improvvisamente sembrò che qualcuno avesse iniziato a sbattere freneticamente i piedi, ma ben presto Neville si accorse che quel rumore assordante era il suo battito cardiaco che gli rimbombava nelle orecchie.
-Non so, sai, Ernie è simpatico, certo è mio amico ma è un po’ spocchioso, specie ora che è Prefetto… E dire che non si cura di quello che fa, l'unica cosa che gli interessa è poter usare quello stupido bagno dei Prefetti, e mi ha rotto per una settimana perché non si ricordava che la parola d'ordine era "Acromantula"...-
Neville annuiva distratto, lanciando sguardi al tavolo in cui era riunito quello strano quartetto: cosa stavano facendo?
A parlottare erano Hermione, Harry e la giornalista: Luna li osservava solamente, con un sorriso entusiasta. Aveva il naso arrossato e l’aria da bambina che le conferivano un aspetto tenero ed angelico.
Neville si voltò ad osservare con insistenza Hannah, ripetendosi di non guardarla, di non arrossire, di dare retta alla ragazza davanti a lui; la fissava con una intensità tale che la Tassorosso si interruppe e gli chiese, con espressione stranita:-C’è… qualcosa? Sono sporca sul colletto?-
-No, assolutamente- esclamò lui, agitandosi –Solo sei molto, come si dice molto, molto…- gesticolava mordendosi le labbra alla ricerca di quella parola.
-Molto…?-
-Molto con un bel vestito, con una bella faccia, come posso dire?- disse lui ad alta voce; qualche testa si girò nella loro direzione.
-Molto carina?- chiese Hannah arrossendo.
-Sì, molto carina!- tremava da capo a piedi con il viso in fiamme –Hai dei bellissimi capelli, mi piacciono i capelli biondi e lunghi!-
Hannah sussultò cercando di nascondere l’irritazione per le sue parole.
Neville capì solo pochi secondi dopo il significato che aveva fatto intendere la sua frase avventata: capelli lunghi e biondi.
Com’era stupido.
Cercò qualcosa da dire, aprendo la bocca senza però proferir parola; dopo qualche tentativo si arrese e iniziò a fissarsi la punta delle scarpe intrecciando nervosamente le dita. Aspettavano che il silenzio cancellasse un poco l’imbarazzo, ma sembrava solo aumentarlo a dismisura:-E quindi, cosa dicevi su Ernie?-
Lei lo guardò severa, poi disse con tono sbrigativo e acido:-Si comporta da spocchioso-.
-Oh, brutta cosa, vero?- accennò un sorriso, ma l’indifferenza dell’altra lo fece spegnere immediatamente.
-Sì, brutta cosa, hai ragione- rispose apatica, e continuò a sorseggiare la Burrobirra ormai tiepida con lentezza.
Neville si massaggiò le tempie con le mani, imbarazzato e deluso: sapeva che quell’appuntamento non aveva senso, non ne aveva mai avuto. Lanciò uno sguardo di sottecchi a Luna, e per pochi attimi i loro occhi si incontrarono; la ragazza fece però finta di niente e tornò a guardare Rita Skeeter con espressione serena.
Aggrottò le sopracciglia, indispettito e confuso:-Vieni Hahhah-.
La ragazza si riprese dalla sua aria capricciosa e, probabilmente per l’innaturale tono fermo di Neville, lo seguì fuori dal locale con aria stupita:-Dove andiamo, Neville?-
Le agguantò la mano con forza, quasi stritolandogliela:-Da Mielandia. Compriamo qualche dolce, ti va?- non aspettò risposta e la trascinò per la strada con passo svelto e deciso. Tenerle la mano non era per nulla piacevole, anzi, gli ricordava quel maledetto ritorno verso Hogwarts e gli occhi gli si inumidivano; si strofinò con forza le palpebre ed inspirò col naso, lasciando che il vento gelato gli raffreddasse le guance arrossate e bollenti. Si sentiva lo stomaco in confusione, non voleva essere lì, avrebbe dovuto essere ad Hogwarts, nella sua Sala Comune a giocherellare a scacchi o a finire quei maledetti compiti, lontano da Luna, da Hannah, da quella strada freddissima e quelle vetrine così allegre e colorate da dargli il voltastomaco.
Hannah, per tenere il suo passo, trotterellava con difficoltà dietro di lui, aggrappandosi alla sua mano: non sembrava avere intenzione di lamentarsi, anzi, era curiosa di sapere il perché di quel comportamento insolito, e si limitava a guardarlo ansimando con gli occhi sbarrati.
Ed eccola, Mielandia, con i suoi scaffali di colori sgargianti e l’aria piena di profumi zuccherini, stipata di clienti come al solito.
-Cosa vuoi?- disse Neville, rovistando nelle tasche.
-Uhm- Hannah fece un sorriso e si mise a cercare tra gli scaffali con lo sguardo –Posso prendere delle Penne di Zucchero e… vediamo… dei Calderotti?-
Neville agguantò una scatola di Penne d’aquila di Zucchero delux e una confezione di Calderotti, facendo conti nella mente con grande sforzo: gli sembrava di sentire degli zellini tintinnare nel suo cranio mentre calcolava i pochi risparmi che gli rimanevano. Comprò comunque tutto, riempiendo di monetine il proprietario, e lui e Hannah si avviarono con più calma per le strade di Hogsmeade.
-Sei stato carinissimo! Grazie, grazie ancora! Sicuro che non devo ridarti i soldi?!- lei era molto più felice, anzi, sembrava essersi completamente dimenticata dell’allusione di Neville ai suoi capelli; stringeva i pacchetti tra le mani con aria contenta e golosa.
Neville si sentiva ancor più di malumore. Aveva soffocato i sensi di colpa con due pacchi di dolcetti. Sentiva la sensazione di essere un grande bugiardo ammorbarlo, guadagnare terreno nel suo corpo come un virus mortale. Almeno Hannah sembrava felice. “Certo, non sa quello che stai pensando, se lo sapesse ti avrebbe urlato contro fin dal primo momento, e avrebbe fatto pure bene…” disse una vocina maligna nella sua testa.
Strinse i denti con amarezza: non era colpa sua se riusciva a pensare solo e soltanto alla ragazza seduta a quel tavolo ai Tre Manici di Scopa, anche se passeggiava con la timida Tassorosso.
Intorno a loro si muovevano ridacchiando e sorridendosi sdolcinate mandrie di coppiette; ogni tanto alcuni si fermavano in mezzo alla strada e si mettevano a sbaciucchiarsi senza ritegno. Neville provava il desiderio orribile di Schiantarli all’istante, o che uno dei due si rivelasse un Dissennatore.
-Che dici, torniamo al castello?- chiese Hannah guardando il cielo –Si sta facendo buio, e anche gli altri stanno tornando…-
Il ragazzo annuì. Aspettava quel momento dall’inizio della giornata.
-Ne vuoi uno? Tieni- Hannah aveva scartato la confezione di Calderotti e gliene porgeva uno con gentilezza; Neville lo prese e iniziò a sbocconcellarlo, ma il suo dolce sapore gli sembrava nauseabondo e gli restava in bocca.
Inghiottì l’ultimo boccone cercando di nascondere l’espressione di disgusto e improvvisamente si fermò: erano arrivati ai Tre Manici di Scopa e in quel preciso momento lo strano quartetto stava uscendo dal locale. Luna, stretta in un cappotto color prugna, stava affianco alla ragazza dai folti capelli crespi. I lunghi capelli si riversavano sulle spalle, le magre gambe erano coperte da dei pantaloni aderenti a righe nere e rosa acceso, mentre ai piedi portava delle scarpe laccate di rosso con un leggero tacco e un laccio all’altezza delle caviglie. Era bella, “Come sempre, cavolo!” pensò Neville. Quel sorriso sincero, il viso pallido e delizioso, i suoi occhi, i suoi occhi celesti come il cielo…
-Neville?- la voce di Hannah era interrogativa e con una nota perplessa –Che stai facendo?- dal suo viso traspariva che stava per ripetere la scena successa in locanda.
-Niente!- si voltò di scatto con aria sconvolta –Tranquilla, niente. Andiamo, Luna…- le prese la mano, ma lei la strattonò via con espressione furibonda:-Come… come mi hai…- sembrava una bomba ticchettante che diventa sempre più pericolosa, con i pugni serrati e frementi e la fronte corrucciata –Come mi hai chiamato?!?-
Neville divenne paonazzo, rendendosi conto del pasticcio immenso:-Scusa, io… io, ecco!- non riusciva neanche a parlare, tale era l’imbarazzo.
Hannah lo guardò con aria sprezzante, scaraventò in terra i dolci e corse via; all’angolo si voltò e gli urlò:-Vaffanculo!-, poi riprese a correre via per la strada, la sciarpa svolazzante e l’espressione imbestialita.
Neville raccolse lentamente i pacchetti spiaccicati e si diresse a lato della strada, appoggiandosi con la schiena ad un muro. Il cuore sembrava essergli scomparso dal petto, inghiottito dal vuoto che si faceva strada nel suo torace.
Era uno stupido.

Una ragazza si avvicinava a lui, le scarpette rosse che tacchettavano sulle pietre della strada lastricata.
 
 



-Vaffanculo!-
Luna ebbe un tremito quasi impercettibile, ma che non sfuggì ad Hermione. Vide i grandi occhi azzurri di Luna seguire Neville mentre si accasciava con le spalle al muro con il volto sconvolto.
Rimasero lì un paio di secondi, poi Hermione disse:-Vai da lui-.
Luna si voltò, guardando la ragazza con gli occhi spalancati:-Cosa hai detto?-
-Vai da Neville- disse con semplicità la ragazza dalla chioma crespa e voluminosa.
-Perché dovrei?- chiese Luna, ma nella sua voce si sentiva la preoccupazione e la tristezza repressa.
Hermione la guardò storta:-Andiamo, Luna! So che c’è qualcosa tra te e Neville!-
-Oh- Luna arrossì più di quanto avrebbe voluto –E, per sapere… come lo hai…scoperto?- sussurrò senza guardarla in faccia per l’imbarazzo.
-Eddai!- disse con un sorriso di scherno –Non potete umanamente pensare di potervi baciare in biblioteca senza che IO vi veda! Sono nel bel mezzo del mio studio pre-G.U.F.O. e dovevo ripassare alcuni libri di Trasfigurazione, anche se sono cose che in realtà si imparano al sesto anno, non al quinto…- si perse un attimo nei suoi pensieri, poi riprese –Comunque, non pensare che vi stessi spiando! Ho sentito la voce di Neville, e poi un libro cadere. Sai com’è maldestro, avevo paura si fosse fatto male o qualcosa del genere, e invece lo trovo tutto…- fece un risolino e le lanciò un’occhiata maliziosa –Impegnato con te. Sono rimasta nascosta dietro l’angolo dello scaffale per qualche secondo, poi me ne sono andata-.
-Capisco- disse Luna –Comunque, penso di aver fatto male, quel giorno, a baciarlo. Non penso di voler stare con lui, credo-.
Hermione la guardò storto:-Luna, non prendermi in giro-.
Nei suoi grandi occhi si leggeva un’espressione imbarazzata:-Io non… io non sto mentendo…-
-Senti, so che cos’hai!- sbottò Hermione –Hai paura!-
-Io non ho…-
-Ascoltami! Quando vedi Neville ti senti completamente vulnerabile, e dimmi se non ho indovinato. Hai paura, perché per una volta c’è qualcosa, anzi, qualcuno, che riesce a sorprenderti anche con il suo modo di fare timido e … e impacciato!- la rimproverava con energia –Prova a dire che non è vero! Sei solo spaventata dalle situazioni nuove, da… da tutto quello che non riesci completamente a spiegarti!-
-Un po’ come te?- chiese con innocenza Luna.
-Sì- ammise Hermione –Sì, come me. Esatto. Ho paura della novità. Mi spaventa qualcosa che non mi è perfettamente chiaro. Siamo simili su questo, diciamo, ma non devi lasciarti andar via Neville per questo motivo, staresti solo peggio!-
Luna si morse il labbro e si voltò a guardare Neville, i suoi occhi pieni di desiderio e malinconia.
Aveva dannatamente ragione.
Non si spiegava come quel ragazzo, fin dalla prima volta che lo aveva visto, era riuscito a colpirla; in tutti i suoi gesti, sempre gli stessi, sempre timidi, c’era qualcosa che la faceva sorridere ogni volta.
Era speciale.
-Grazie, Hermione- si diresse a passo deciso verso il ragazzo, mentre Hermione sorrideva soddisfatta.
In fondo, Luna non era poi così pazza.




-Ti ha dato buca?-
Neville alzò lo sguardo: conosceva quella voce cristallina, ma non capiva perché la ragazza fosse lì a parlargli.
-Luna?-
Sorrise come solo lei sapeva fare:-Proprio io. Non è che… vuoi tornare al castello con me?-
Il ragazzo si raddrizzò dalla sua posta scomposta e rimase a guardarla perplesso:-Certo-.
-Grazie, non volevo fare la strada da sola!- con entusiasmo gli scoccò un bacio sulla guancia e gli prese la mano, stringendola con le dita fredde.
Neville non capiva, e forse era meglio così. La pelle della guancia scottava come se le labbra di Luna fossero state fuoco ardente.
–Andiamo?- lo tirò delicatamente verso la strada.
-Va bene- sorrise lui con dolcezza. Lei ricambiò.
Era bello camminare con lei per Hogsmeade: era come se il resto del mondo fosse una realtà lontana e dai contorni soffusi, mentre loro erano i padroni indiscussi della loro esistenza. Al di fuori di quel confini sentivano delle esclamazioni di sorpresa, delle risatine, qualche frase maliziosa come:”Lunatica e Imbraciock? Che cosa assurda!”, ma a loro non interessava niente di tutto ciò.
Parlavano dei più e del meno, di come era andata l’intervista con Harry, della scuola, dei compagni, dei mesi seguenti, del Quidditch, ma sempre stringendosi le mani con energia.
-Hai visto come cammina Marietta? Sembra una papera! Io adoro le papere, sono così carine! Eppure quando gliel’ho detto si è arrabbiata un sacco!-
-Non a tutti piace sentirsi dire che sembrano delle papere- rispose Neville senza riuscire a trattenere una risata. Le strinse ancor di più la mano.
-Sì ma non c’era bisogno di offendersi! Se le avessi detto che camminava come un cammello allora sì che poteva offendersi…-
-Sei adorabile- le sussurrò sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Lei arrossì, poi continuò a dire come papere e cammelli fossero animali completamente diversi in quanto a fascino.
Era incredibile parlare con lei con naturalezza e allo stesso tempo sentire quell’emozione dilagargli per la testa e per il ventre; gli sembrava di levitare da terra tale era la sua euforia. Ogni tanto si scambiavano qualche parola più dolce delle altre, e subito si interrompevano guardandosi alcuni secondi con tenerezza, gustando il sapore zuccherino di quelle espressioni.
-Adoro le tue fossette- disse a un certo punto Luna.
-Me lo avevi già detto- osservò lui, non per questo meno compiaciuto.
-No, quella volta ti ho detto che mi piacciono le fossette, in generale- puntualizzò lei con naturalezza –Ma era una piccola bugia. A me piacciono le tue, e basta-.
Neville arrossì fin sulle orecchie come un bambino, sorridendo con il labbro tremante di commozione; erano ormai arrivati agli enormi portoni di Hogwarts, nella mischia del fiume di persone che tornavano al castello.
Salirono le scale senza lasciarsi le mani, senza interrompere la magia, senza voler abbandonare il calore dell’altro. Erano nel corridoio affollato, destinati a separarsi diretti verso i rispettivi dormitori.
-Bene, io vado- disse Neville, ma non si staccò da lei. La guardò solo con aria serena.
-Anche io- rispose tranquilla Luna.
Si guardarono alcuni secondi con intensità, poi Neville si chinò verso di lei e la baciò, ancora, desideroso come non si aspettava di poter essere. Cercava di imparare le curve di Luna sotto i pesanti e spessi vestiti, le assaliva con forza le labbra. I sussurri intorno a loro si fecero intensi e divennero vere frasi urlate:”OH. MIO. DIO!”
 “Ma queste cose nei corridoi, che maiali!”
“VAI COSì NEVILLE!” urlò la voce di Seamus.
Neville e Luna soffocarono le risa, decisi a non staccarsi.
Era impossibile smettere.
Lui le giocherellava con i capelli, lei gli mordeva le labbra, avvolgevano le lingue in un circolo vizioso ed infinito.
-Lovegood!- la voce di Vitious arrivò da un punto indistinto all’altezza delle loro ginocchia –Un po’ di ritegno, di ritegno ragazza mia! E anche tu, Paciock! Non vorremo dover avvertire la McGranitt!- era severo, ma nascondeva un debole sorriso tra le rughe del volto.
I due si staccarono e Luna annuì al direttore della sua Casa:-Certo, professore- si voltò verso Neville –Ehi, volevo chiederti un favore!-
-Quello che vuoi!- rispose lui.
-C’è un posto a scuola che avrei sempre voluto vedere, solo che non ne so la parola d’ordine… Vorrei poterci andare! Non so se tu la sai, però…-
-Chiederò in giro, se proprio è necessario- disse lui alzando le spalle –Prometto che ti ci porto!-
-Davvero?- disse lei con la voce piena di speranza.
-Io mantengo le promesse- disse, abbracciandola –E… e…- deglutì, sforzandosi di sciogliere quel nodo alla gola –Io…- non era il momento di arrossire, no per niente! –Io…-
-Ti voglio bene, Neville-.
Quel sussurro trapassò il petto del ragazzo con la potenza di un uragano. Luna aveva la testa appoggiata alla sua spalla e gli occhi socchiusi.
-Io…- il ragazzo immerse il viso nei capelli di Luna; profumavano di un tenue odor di lavanda e miele. Era bellissima.
 –Io ti amo, Luna-.
Lei sussultò, stretta al suo corpo:-A…anche io, Neville- strinse la presa delle dita alla sua giacca –Anche io ti amo-.
Le persone passavano affianco a loro guardandoli increduli e divertiti. Incuranti degli sguardi altrui, i tepori dei loro corpi si mescolavano, le loro anime si avvinghiavano come una sola entità.
Neville si accorse di avere gli occhi umidi.
Era il ragazzo più felice del mondo.
-Dove hai detto che vuoi che ti porti?-
























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SPAZIO AUTRICE: Allora, è tardi, domani devo svegliarmi presto e sono sveglia a finire questo capitolo, ho due occhiaie inconcepibili e i compiti di latino da finire! :D
Scherzi (?) a parte, spero vi sia piaciuto! *________*
RECENZZZZZZITE. Crazzzzzie.


Nina.

   
 
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