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Autore: Strega_Mogana    07/06/2006    1 recensioni
Due anime che si incontrano dopo la fine della guerra. Due anime sole e ferite che cercheranno di alleviare il proprio dolore.. magari iniziando anche ad innamorarsi.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Granger al tavolo 6 vogliono altro caffè!
- Vado!
Odio questo lavoro ma é l’unico che ho trovato nel giro ci pochi giorni, con questo misero impiego posso pagarmi la stanza al Paiolo Magico dove, provvisoriamente, alloggio mentre cerco un piccolo appartamento dove sistemarmi.
Ho viaggiato a lungo, provando decine di lavori diversi, incontrando nuove culture, conoscendo nuove persone a volte maghi, altre volte solo semplici babbani ma mi sono fatta un sacco di amici.
Mi sento diversa e forse sono diversa.
Avevo nostalgia di casa e sono tornata, mi sentivo pronta per ritornare ad affrontare il mio vero mondo, ora sono in grado di affrontare tutti gli sguardi pieni di pena e finto conforto che poseranno su di me, posso affrontare il dolore dei ricordi, posso guardare il passato e urlargli: Ho sofferto ma ho voltato pagina.
Riesco perfino ad andare alla Tana senza sentirmi male.
Ma non ho ancora mandato una lettera a Severus, non so perché... vorrei tanto rivederlo.
Mi é mancato tantissimo, spesso ero sul punto di tornare indietro e farmi proteggere ma poi mi ricordavo la promessa che mi ero fatta, ho ricordato i miei amici e i loro sacrifici allora ho continuato ad andare avanti senza mai voltarmi.
Non gli ho mai scritto, forse solo per pura di una sua brusca reazione, forse perché lo credevo arrabbiato con me... forse non so neppure io il perché.
Verso il caffé nella tazza scura dei clienti e torno al mio posto dietro il bancone, devo pulire ancora il pavimento e sistemare le zuccheriere.
Devo cambiare lavoro.
Prendo lo straccio bagnato e inizio a pulire il pavimento, un pavimento che, come minimo, non viene pulito da almeno mezzo secolo.
Fuori si é scatenato un bel temporale, sento la pioggia battere contro la vetrina e già mi immagino gli aloni che dovrò pulire domani mattina.
Devo assolutamente cambiare lavoro.
Potrei andare a Diagon Alley a vedere se qualcuno cerca una commessa, magari al Ghirigoro o da Olivander... giusto per guadagnare i soldi per pagare la camera.
Un tuono fa rimbombare le mura del piccolo bar dove lavoro, una ragazza si stinge al suo ragazzo fingendosi spaventata.
Li invidio... mi ricordano me e Severus... quando ci siamo baciati per la seconda volta.
Sospiro e continuo il mio lavoro di pulizia del pavimento. E pensare che basterebbe un gratta e netta per sistemare tutto in pochi attimi.
- Grager il pavimento é pulito! – gracchia il mio capo come una cornacchia – Vai a pulire i piatti.
- Va bene. – rispondo contro voglia.
Mentre sciacquo lo straccio nel secchio blu il mio sguardo si perde oltre la vetrina con l’insegna del locale.
Tra la folla che cammina veloce con gli ombrelli aperti e colorati scorgo, dall’altra parte della strada, un uomo che fissa il bar, è vestito di nero e sta sotto la pioggia senza un ombrello.
Lentamente la mia mente mette a fuoco la figura e lo straccio mi cade di mano mentre cerco invano di respirare.
E’ Severus.
Non so come abbia fatto a scoprire che ero in Inghilterra, non so come abbia fatto a rintracciarmi, sta di fatto che lui é qui... ed ora vedo chiaramente che mi sta guardando attraverso la vetrina.
Un autobus a due piani rosso percorre la strada in questo preciso istante coprendo la mia visuale, era lui ne sono certa, non l’ho confuso con nessun altro.
Il pullman passa veloce, questioni di attimi e quando torno a vedere l’altra parte della strada l’uomo in nero non c’é più. Lascio perdere il mio lavoro e corro fuori, la pioggia che scende non mi da fastidio e anche se mi sto bagnando non mi interessa nulla, mi interessa solo di Severus.
- Severus!- la mia voce risuona strana in questa via, la gente mi passa accanto guardandomi come se fossi una pazza che grida alla pioggia, coperti da loro ombrellini firmati, ma non m’importa nulla della gente – Severus!- nessuno risponde e nessuno si fa vivo.
Inizio a credere di essermelo immaginato, ho così bisogno di lui che lo vedo ovunque.
Ma ho paura di affrontarlo, ho paura delle sue occhiate accusatrici, delle sue parole brusche, non voglio che mi cacci via, non voglio sentire l’odio che nutre nei miei riguardi.
Per questo non sono ancora pronta.
Rientro nel bar, oramai completamente fradicia, ma ho la mia bacchetta in borsa, senza farmi vedere posso asciugarmi in fretta.
- Granger non ti pago per farti una passeggiata sotto la pioggia. – grugnisce il mio capo.
E’ odioso e un pessimo uomo, mi chiedo come sia possibile che il suo locale sia sempre così pieno con un individuo come lui.
- Mi scusi. – rispondo educatamente – Non accadrà più.
- Lo spero bene, altrimenti ti ributto nella fogna dove ti ho pescato.
Stringo i pugni cercando di non far esplodere la mia rabbia mentre lentamente torno dietro il bancone.
- E poi voglio proprio vedere se trovi un altro come me che ti da un posto su due piedi senza chiederti le referenze.
Le mie mani iniziano a tremare...
- Scommetto che sei sempre abituata ad avere mammina e papino dietro il culo e che ti scusano per ogni cazzata che fai, scommetto che hai abbandonato la scuola per seguire un ragazzo in moto vestito di pelle...
Le bottiglie di liquore scoppiano all’improvviso, le luci iniziano a lampeggiare sopra le nostre teste, la gente grida spaventata mentre i tavoli ballano come se ci fosse un terremoto.
- Ma cosa... – i bicchieri cadono dal bancone, la gente terrorizzata esce dal locale e solo allora la mia ira si placa lievemente e tutto si ferma.
Velocemente mi tolgo il grembiule e prendo la mia borsa da sotto il bancone.
Ho combattuto contro i Mangiamorte e devo farmi lasciare prendere in giro da un pallone gonfiato come lui?
- Mi licenzio. – dico decisa buttandogli il grembiule in faccia.
Sta sbraitando, non so bene cosa, so solo che sono uscita dal bar, sono senza ombrello ma, ormai, sono già completamente zuppa.
Mi metto la borsa in spalla e mi dirigo al Paiolo Magico.
L’immagine di Severus non mi da pace, sono certa che fosse lui, allora perché non mi ha aspettato? Perché non é entrato? Perché non mi ha risposto quando lo chiamavo come una disperata sotto la pioggia battente?
Forse questa é la risposta alla domanda che mi assilla da un anno: Severus mi odia.
Entro al Piolo, prendo la mia bacchetta dalla borsa e mi asciugo immediatamente i vestiti. Il fuoco caldo dei camini mi riscalda e mi fa sentire a casa, mi avvicino a Tom che ha già preso la chiave della mia stanza.
- Qualcosa non va Signorina Granger? – mi chiede con un sorriso.
- Ho lasciato quel lavoro Tom... – sussurro mortificata – credo che non potrò restare ancora per molto se non trovo qualcosa con cui pagarla. Dovrò tornarmene a casa dai miei.
- Il Signorino Potter non vorrebbe questo, - mormora il gestore – può restare pure qui, offre la casa.
- No, Tom. Sei gentile ma non voglio avere pietà solo perché sono amica di Harry, ma grazie ugualmente, apprezzo molto l’offerta.
Prendo la chiave e mi avvio verso le scale.
- Tom, - lo chiamo fermandomi all’improvviso – mi ha cercato qualcuno?
Lui guarda nel registro, spulcia qualche figlietto e poi scuote il capo.
- No, nessuno Signorina. Aspettava visite?
- Non é importante. - sospiro demoralizzata mentendo anche e me stessa.
Salgo piano le scale, non ho avvisato nessuno del mio rientro in patria quindi quell’uomo non poteva esser Severus, era solo un uomo vestito di nero che guardava il bar. E io sono così stupida da averlo scambiato per lui, Severus Piton non indossa abiti da babbano, non viene nel centro della Londra babbana per trovare una ragazzina che l’ha piantato mentre lui dormiva.
No, non era lui... e io sono solo un’idiota.
Inserisco la chiave nella toppa e apro la porta, entro nella mia piccola stanza e appoggio la borsa sul tavolino appoggiato al muro sulla mia destra.
- E così é qui che vivi da due settimane?
Alzo lo sguardo stupita... é in piedi davanti alla finestra, mi fissa nello stesso modo in cui mi fissava attraverso quella vetrina.
- Ciao Hermione.
- Severus...

   
 
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