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Autore: LazyLuchi    01/10/2011    4 recensioni
“[…] Per il suo ultimo progetto, la L.B.S. ha scelto di puntare su una mente giovane. Gli scienziati più famosi al mondo under 30 hanno protestato quando hanno scoperto che la suddetta mente è Blaine Anderson, 22 anni, due lauree alla Central University e un futuro promettente nella scienza. […]”
Siamo nell'anno 2437.
Blaine crede che la sua vita sia perfetta. Un misterioso esperimento gli dimostrerà che non è così.
Perchè ciò che cerca vive in un altro secolo...
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – That guy

 

Le ginocchia cedettero e caddi a terra. Riuscii a sostenermi con le braccia mentre vomitavo l’anima. Sapevo che il mio corpo avrebbe subito delle conseguenze, nonostante tutte le numerose simulazioni che avevo affrontato – in realtà, nessuno sapeva cosa aspettarsi.

Respirai profondamente. Dovevo assolutamente calmarmi.

Cominciai a riflettere sul viaggio, in attesa che la nausea cessasse o almeno diminuisse.

Era strano pensarlo, eppure in un viaggio nel tempo il tempo stesso era relativo. In alcun modo potevi capire se durasse nanosecondi o millenni.

Ciò che aveva scombussolato il mio fisico, tuttavia, non era questo. Era stata la sensazione di galleggiare nel vuoto e sentirsi stretto da tentacoli allo stesso tempo.

Non seppi quanto ci misi a tranquillizzarmi, ma per tutto quel tempo mantenni gli occhi chiusi. Se li avessi aperti, avrei vomitato ancora, me lo sentivo.

 

Finalmente sollevai le palpebre. Mi alzai in piedi, spolverandomi i pantaloni e sistemandomi il borsone sulla spalla.

Ero circondato da… alberi? Che fossi in un bosco? A Lima?

Ah, giusto. Sono nel ventunesimo secolo. Qui Lima è una città senza importanza rilevante.

A giudicare dalla luce che filtrava tra le foglie, era pieno giorno.

Dovevo uscire da quella foresta, ma, prima di farlo, mi avvicinai ad uno degli alberi e sfiorai la corteccia con le dita. Inalai il profumo delle foglie umide. E ricordai.

L’unica volta che avevo visto degli alberi in vita mia era stato durante l’estate dopo il mio decimo compleanno. Mamma e papà mi avevano portato nel parco più vicino, comunque molto fuori Lima. Non appena arrivammo, mi tolsi la scarpe e la maglietta, rotolandomi nella morbida e fresca erba, ridendo perché mi faceva il solletico e perché ero veramente felice.

Mi scappò un sorrisetto. Erano passati talmente tanti anni… erano cambiate talmente tante cose. Scossi la testa. No, non dovevo pensarci.

 

Non fu difficile uscire dalla selva. In poco tempo mi ritrovai per le strade per niente trafficate di Lima. Era una cosa stranissima vedere gli spazi così aperti, gli edifici distanti da loro, il cielo ben visibile. Oh, il cielo. Era di uno stupendo colore azzurro, non lo avevo mai visto così chiaro e brillante. Non pensavo che la natura potesse offrire spettacoli del genere. Abbassai subito lo sguardo, preoccupato che un uomo con il naso puntato verso l’unica nuvola presente potesse sembrare strano. In quel tempo la gente era abituata a panorami del genere.

Cerca di comportarti normalmente, Blaine.

Oh, giusto. Il mio nome.

Cominciai a girovagare per la città, cercando di orientarmi; intanto, cominciai a pensare alla mia nuova identità.

Simone mi aveva detto che era necessaria per questioni di sicurezza. Potevo capirlo.

 

Prima di tutto, mi serviva un nome.

- Mamma, se non mi aveste chiamato Blaine, quale sarebbe stato il mio nome? – avevo chiesto quattro mesi prima della partenza.

- Uhm. Darren. Sicuramente, Darren. – aveva risposto mia madre.

- Ok, grazie. –. Poi avevo chiuso la chiamata.

Quindi, il nome ce l’avevo. Non appena fui in un luogo lontano da occhi indiscreti, presi la carta d’identità vuota usata nel ventunesimo secolo e, grazie a un congegno datomi dalla L.B.S., stampai il nome. Compilai i campi che potevo con i miei dati e rimisi l’apparecchio dove l’avevo preso. Mentre uscivo dal mio nascondiglio, speravo che nessun agente mi avrebbe fermato e chiesto i documenti. Almeno finché non avessi trovato un cognome.

Continuai a camminare. A un certo punto notai una scritta che attirò la mia attenzione come una calamita: Lima Bean. Le due parole più belle al mondo!

Ci entrai, ordinai il mio solito cappuccino medio e andai a sedermi. Tirai fuori dei fogli stampati, dei falsi appunti presi in un’inesistente università, facendo finta di leggerli. Cominciai a guardarmi attorno per vagliare le opzioni.

 

- Dovrai studiare il comportamento di una persona media di quell’epoca. – mi aveva spiegato il signor Murphy. Eravamo nel suo ufficio, il mio contratto era davanti a me, pronto ad essere firmato.

 

Riflettei, sorseggiando il cappuccino medio migliore della mia intera vita.

Qual’era il tipo di persona migliore da studiare? Sicuramente un maschio, per ovvi motivi. L’approccio sarebbe stato sicuramente più facile.

Ma di che fascia d’età? Per lo stesso motivo, scelsi un ragazzo che avesse più di venti anni.

Bene, il tipo ce l’avevo ben fisso in testa. Ora dovevo solo trovarlo.

Cominciai a guardarmi attorno, anche se sapevo che non lo avrei trovato oggi. Ci sarebbero potuti volere giorni, se non sett-

 

Oh.

 

Trovato.

 

Era lui, non poteva essere che lui. Non appena lo avevo visto, avevo sentire qualcosa dentro di me mancare. Ma non era una brutta sensazione; mi sentivo più leggero.

Era il ragazzo più bello che avessi mai visto. I capelli castani perfettamente acconciati, la pelle diafana, le labbra rosee e quegli occhi azzurri. Sentivo che avrei potuto guardare quegli occhi finché anche i miei fossero diventati dello stesso colore.

 

È lui.

 

Continuai a fissarlo, dimenticando di essere in un luogo pubblico – ero incantato. Ogni suo movimento nutriva la mia vista, i miei occhi bevevano ogni singolo centimetro della sua figura. Più ne avevano, meno erano soddisfatti.

Se non avessi avuto qualche contatto con lui, sarei impazzito, ne ero certo.

“Simone, ho trovato la persona da studiare.” digitai sul mio rudimentale cellulare – andiamo, touchscreen? Siamo seri?

Ci vollero circa dieci minuti prima che arrivasse la risposta. Il messaggio necessitava di un po’ per viaggiare nel tempo, perciò ne avevo approfittato per osservare ancora quel ragazzo, che, nel frattempo, era stato raggiunto da una sua amica dalla pelle color del cioccolato. Se la ragazza non avesse smesso di farlo ridere, ero abbastanza certo di svenire o, più probabilmente, di venire assordato dal battito martellante del mio cuore.

“Perfetto, Blaine! Non ci aspettavamo questa rapidità, complimenti!”

E Anderson continua a non sbagliare un colpo. Mi scappò un sorrisetto.

Alzai lo sguardo, desideroso di rivedere quegli occhi azzurri. Mi si mozzò il respiro in gola quando vidi che proprio quegli occhi mi stavano fissando. Il ragazzo sembrava non ascoltare più la sua amica mentre i nostri sguardi s’incrociavano.

Tutto il resto sparì.

Un sorriso spuntò autonomamente all’angolo della mia bocca. Si estese quando vidi che anche le labbra di quel ragazzo si erano incurvate all’insù.

Sapevo che avrei dovuto distogliere lo sguardo. Ma non ci riuscivo. Ogni volta che lo guardavo, la sensazione di leggerezza che avevo sentito ribadiva la sua presenza.

 

Stupido, stupido, stupido! Perché lo sto facendo?!

Avevo seguito quel ragazzo. Mi sentivo a disagio mentre sbirciavo da dietro un albero quale viale avrebbe imboccato. Slacciai il primo bottone della camicia e deglutii. Non appena entrò in casa, mi avvicinai quel tanto che bastava per vedere il nome Hummel-Hudson sulla cassetta delle lettere.

 

- Ehm, scusami. – sussurrò una voce alle mie spalle.

Staccai le mani dal volantino che stavo attaccando al muro e mi voltai.

- Ciao. – dissi, sorridendo a quel bellissimo ragazzo dagli occhi azzurri.

- Ciao. – rispose, abbozzando anch’egli un sorriso. – Perdonami per il disturbo, ma ho notato che cerchi un coinquilino. Si, insomma, sono interessato alla proposta.

Anderson, sei un genio.

- Piacere, io sono Darren. – mi presentai, porgendogli la mano. – Darren Criss.

Era il primo cognome che mi era venuto in mente, perciò avevo usato quello. Avrei dovuto ricordare di stamparlo sulla carta d’identità, più tardi.

- Kurt Hummel.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’angolo di Sue Lu.

Salve! Parto subito con le note (che è il motivo per cui sto scrivendo adesso, come dice il titoletto e… sto divagando, vero?)

3x01 – lo so, il capitolo è molto corto. Ma se voglio aggiornare più frequentemente che una volta al mese, purtroppo è l’unica soluzione. Vi prego, non vogliatemi male T^T

3x02 – Darren Criss. Eeeeeeh, lo so! Morivo dalla voglia di usarlo e sinceramente non sapevo neanche quale altro nome avrei potuto scegliere… avete suggerimenti?

3x03 – grazie alle 2 persone che hanno inserito la storia tra le preferite!

3x04 – grazie alle 14 persone che hanno inserito la storia tra le seguite!

3x05 – grazie alle 5 persone che hanno recensito lo scorso capitolo!

3x06 – grazie alle 10 persone che hanno recensito in totale!

3x07 – il prologo ha circa 145 visualizzazioni! *^*

3x08 – capitolo “dedicato” alla mia migliore amica, perché è la cosa più bella e importante che ho <3

3x09 – ma quanto non mi piace scrivere il numero della nota così??

3x10 – a proposito, avete visto le puntate?? *u* <3

3x11 – in un primo momento volevo fare 22 note…

3x12 – … ma poi mi sono detta che era meglio di no.

3x13 – ma se continuo così ci arrivo in un attimo

3x14 – perciò meglio che la smetto!

3x15 – ultimissima, giuro!

3x16 – le recensioni sono sempre non obbligatorie ma immensamente gradite!

3x17 – cavolo, avevo detto che la 3x15 era l’ultima!

3x18 – e invece sto continuando!

3x19 – la devo smettereeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!

3x20 – Alla prossima!

3x21 – Luchi

 

3x22 – P.S.: 22 note!

  
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