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Autore: Kagome008    12/06/2006    6 recensioni
una storia di pirati...leggete che mo sono diventata scema!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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O___O
Ragazzi, ragazze, quanto tempo sarà ke nn posto questa ff? Purtroppo la scuola mi ha impegnato parecchio, infatti purtroppo, ho deciso di sospendere “l’equilibrio del tempo” a data da destinarsi. Non temete, non rimarrà così per sempre!
Allora, spero vi ricordiate ankora a ke punto siamo arrivati! La grotta ci attende… e Midoriko?

CAPITOLO 28
FUOCO

Kagome si alzò barcollando.
Nel buio che permeava nella grotta, ora che la loro unica fonte di luce era stata spenta, Inuyasha e i suoi compagni rimanevano immobili nell’oscurità, senza discendere nulla oltre il loro naso.
- Solo un terremoto? – chiese Inuyasha, alzandosi a fatica, reggendosi su dei spuntoni di roccia.
- Terremoto o meno, volontà e ira di Midoriko in più, siamo comunque in una situazione alquanto bislacca! – disse Miroku – Procedere senza luce è impossibile! – - Torniamo indietro? – chiese Sango, mentre le loro voci si propagavano in sordi echi nel tetro cunicolo.
- No, ci impiegheremmo troppo tempo! – disse Inuyasha – In più molti uomini sono tornati indietro! –
- E pensi, dunque, di procedere a naso, capitano? – chiese Kikio, con voce malefica.
- Procediamo a tastoni – rispose Inuyasha – Fate attenzione –
Con movimenti e gesti lenti, vedendo unicamente il buio, Inuyasha prese la mano di Kagome e si avviò lungo il tunel di tenebra. Dietro di lui anche Sango, Miroku, Koga e Kikio procedevano lentamente, individuando il loro cammino lungo la parete.
La pirata nemica, che chiudeva il piccolo gruppo rimasto in quella missione verso il tesoro maledetto, seguitava quel gruppo di nemici/alleati provvisori, con un sorriso, sebbene invisibile, dipinto sul volto.
Era vicina… maledettamente vicina ad una metà che ambiva ormai da anni.
Aveva tradito, aveva ucciso, si era abbassata a diventare una schiava, ma ora tutto era così, pericolosamente vicino, da diventare realtà.
L’accordo che aveva con Naraku non significava più nulla. Per quel che le riguardava avrebbe atteso sue notizie per l’eternità. Ora aveva i mezzi per arrivare a quel tesoro… ora aveva la chiave per divenire inarrestabile.
L’unica sua preoccupazione riguardava quegli allocchi dei suoi nuovi alleati part- time… 5 contro uno non era certo uno scherzo.
Coperta dall’ombra delle tenebre avrebbe potuto ammazzarli alle spalle uno dopo l’altro e il cammino sarebbe rimasto sgombro… ma come avrebbe fatto a superare le prove che la dividevano dalla sua ambita metà?
Era necessaria quella stupida ragazzina… almeno per il momento.
- Cos’è quest’odore? – la voce di Inuyasha la distraè dai suoi pensieri.
- Sembra… - sussurrò Kagome.
- Sembra… fuligine! – continuò Sango.
- Guardate, laggiù c’è una luce! – disse Inuyasha, incrementando l’andatura.
Man mano che si avvicinavano la piccola lamella diveniva sempre più concreta e ben visibile, e l’odore di bruciato così intenso da riempire le narici.
Arrivarono, quindi, d’innanzi ad un piccolo spiazzo: diffronte a loro, in una nicchia incavata nella parete di roccia, una torcia brillava nelle sue calde lamelle rosse e gialle. A separare i nostri dalla fiaccola, un baratro largo molti metri, la cui profondità era celata nel buio più tetro. I margini del baratro erano avviluppati in un turbinio di fiamme che si alzavano lungo tutta la parete che costeggiava il burrone, arrivando a toccare il soffito.
- Bene… ed ora che si fa? – chiese Kikio – Almeno che qualcuno di voi non sia dotato di un super potere in grado di saltare 50 metri buoni di uno strapiombo, direi che siamo arrivati al capolinea! -
- Avessi almeno la cortezza di aspettare un secondo … – la zitti Kagome - … questo non è affatto un capolinea… è la prima prova, quella della natura… la prova del fuoco! –
***
Il rumore delle onde, la pace del mare e il lento suono della risacca, furono squarciate dal rimbombo gutturale di un cannone.
Sesshomaru si voltò di scattò, mentre la cascata dei suoi lunghi capelli corvini brillava di argento in risposta ai caldi raggi di sole.
Un boato assordante si alzò dalle profondità del mare quando il colpo di cannone andò a sfiorare la grande galea dalle vele nere del potente signore dell’Ovest, mentre una grattacielo di schizzi si alzava dalla superficie increspata delle onde, spandendo ovunque un mare di gemme di acqua.
- Siamo attaccati! – urlò allora un pirata dal ponte, mentre in lontananza la nave pirata di Naraku era ben visibile.
Tutti i pirati riuniti sul ponte corsero agli armamenti: chi impugnava e brandiva la spada, chi si dirigeva a gran foga verso i cannoni già armati. Sesshomaru scrutò la nave nemica all’orizzonte, increspando le labbra sul volto stoico.
- Jaken! – urlò il capitano, mentre il piccolo rospo verde accorreva, tremante di paura, al suo cospetto.
- Si, o mio potente signore? –
- 5 gradi a babordo, dobbiamo toglierci da qui! Siamo a portata di cannone! – disse perentorio Sesshomaru.
Altri boati partirono dalla, ormai, poco lontana nave nemica, mentre un denso fumo si alzava dalle bocche dei cannoni che avevano appena sparato. I pirati e Sesshomaru trattennero il respiro, mentre anche quei colpi sfioravano la loro nave.
- Veloci uomini, via di qui! Presto aggiusteranno la mira! – urlò il capitano, mentre la sua nave incominciava a mettersi in posizione da tiro.
Sesshomaru osservò in silenzio la galea nemica: uno scontro non ravvicinato era a loro svantaggio. Difatti la nave di Naraku aveva più cannoni a lungo raggio e solo un colpo di fortuna avrebbe permesso loro di avere la meglio da quella posizione. Tentare la fuga, d'altronde, oltre che non essere un azione minimamente contemplata dal signore dell’Ovest, era praticamente impossibile: dare le spalle a Naraku significava offrirgli la schiena da bombardare.
- Avanti tutta! – urlò il capitano, indicando la galea nemica.
L’unica alternativa era avvicinarsi e tentare un arrembaggio, sperando di schivare il più possibile numero di cannonate. Naraku osservava, al sicuro della sua postazione, la manovra di avvicinamento del nemico.
Un mesto sorriso comparve sul suo volto.
- Come avevo immaginato … - bisbigliò tra sé, mentre Kagura, ancora sconvolta, fissava con odio la schiena del suo signore.
***
Il pesante silenzio che avvolgeva la buia grotta, galleria di insidie nel seno dell’isola di Midoriko, era avviluppato dal turbinio del sibilare silenzioso del fuoco. Fiamme altissime, dai caldi colori di rosso, arancione e giallo, si alzavano sinuose, accompagnate da faville, lungo uno strapiombo appena scorgibile dalla luce intensa di quella barriera di fiamme.
Kagome si chinò a terrà, raccogliendo un piccolo sassolino dal terreno scosceso e gettandolo oltre la barriera di fuoco.
- Dobbiamo spegnere il fuoco! – asserì certa.
- Qualche idea? – domandò Inuyasha, osservando apprensivo le lamelle che gli ostacolavano il cammino, mentre i suoi occhi d’ambra si dipingevano di calda ambra.
- I pezzi della mappa di Umi… - disse Kagome -… dammeli per favore! –
Inuyasha si portò le mani nelle tasche dei pantaloni, estraendone l’anello dalla gemma rotta e il sasso con la strana incisione.
Kagome sorrise, osservando divertita Inuyasha.
- Secondo te quale pezzo ci serve? – chiese.
Inuyasha la guardò perplesso, osservando poi i due magici oggetti che teneva in mano.
- Bhe… - mugugnò.
- Ma come diavolo pensi che potranno esserci utili un sassolino e un anello rotto? – disse, allora, stizzita, Kikio.
Kagome roteò platealmente gli occhi, sbuffando. - Inuyasha… ti ricordi come hai accesso il fuoco quando siamo entrati nella grotta? – chiese Kagome, evitando di rispondere a Kikio.
Il ragazzo dai lunghi capelli corvini annuì, stringendo in pugno la pietra della natura.
- Con questa…ma… come pensi possa tornarci utile? – chiese il capitano.
Kagome sorrise, prendendo il pezzo della natura tra le mani. - Miroku… vieni qui! – disse Kagome, richiamando l’amico – Unite le braccia… devo salire sulle spalle di Inuyasha! -
- Eh???? – sbottò il capitano.
- Dai Botolo, fai come ti dice! – lo stuzzicò Koga.
- Ma… -
- Allora Kagome,sali sulle mie spalle! – disse Koga.
- No!! Avanti Kagome, sbrigati! – disse, irruento Inuyasha.
Kagome sorrise. Inuyasha era sempre il solito! Lentamente e facendo attenzione Kagome si drizzò sulle spalle di Inuyasha, tenendosi con le mani alla parete di neri spuntoni di roccia.
- Passatemi la roccia! – disse Kagome, mentre con le mani tastava il soffitto di fredde pietre.
- Cosa stai cercando, Kagome? – chiese Sango, dal basso, osservando l’amica.
- Qui… ci dovrebbe essere… Ecco trovato!- esclamò Kagome. Prendendo in mano la pietra della natura, la appoggiò sul soffitto, dove, tra spuntoni di grezza roccia, un piccolo incavo, della stessa forma della pietra, era nascosto ala vista.
Un bagliore folgorante si sviluppò dal pezzo della mappa di Umi, mentre le fiamme attorno alla strapiombo incominciavano a scemare.
- Guardate! – urlò Sango, incredula.
Le fiamme ke avvolgevano il burrone si spensero di colpo, mostrano ke ai lati dello strapiombo c’era un piccolo camminamento radente la parete.
- Fantastico! – esultò Koga.
Improvvisamente un boato assordante si propagò dalle viscere inesplorate del tunnel, mentre la terra ricominciava a tremare.
Kagome, ancora sulle spalle di Inuyasha, lanciò un urlò, mentre si sentiva, inesorabilmente, cadere all’indietro.
Continua cap 29…
  
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