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Autore: Circe    06/10/2011    6 recensioni
Rabastan è ossessionato dalla sua Bellatrix. Alecto è invidiosa dell'unica ragazza del gruppo, Bellatrix. Rodolphus è l'unico che può possedere Bellatrix, la sua anima gemella. Ma lei, Bellatrix, è innamorata dell'unico irraggiungibile, l'unico inarrivabile ... il suo maestro di arti oscure.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Mangiamorte, Rabastan Lestrange, Rodolphus Lestrange, Voldemort | Coppie: Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Eclissi di sole: l'ascesa delle tenebre'
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Dal grimorio di Bellatrix: “ABBANDONARSI AL VENTO”

(Epilogo)

 

Impegnarsi sempre fino in fondo, al limite delle proprie capacità, per imparare tutti gli insegnamenti delle arti oscure.

La prima regola che mi aveva insegnato: mi vagava lenta nella mente giusto in quel momento.

Non aver mai paura di oltrepassare, anzi, sbaragliare i limiti imposti alla magia normale.

La seconda: stessa sensazione, stessa vaghezza della prima.

Non innamorarsi mai …

Eccola … la terza. Penetrava nel mio cervello e mi faceva battere il cuore, scuotendo tutte le membra e dandomi una sensazione di perenne vertigine.

Come potevo non innamorarmi? Come potevo, se già era successo?

E questo amore, durante quel momento, non faceva che esplodere prepotente dentro tutta me stessa, mentre lui, il mio maestro, il mio Signore, continuava la sua splendida tortura.

Mi toccava delicatamente il collo mentre mi scostava i capelli all‘indietro, sfiorandolo poi con sue fredde labbra, facendomi accendere tutto il corpo di incostanti scariche di desiderio puro.

Poi tornava a salire con le sue labbra verso le mie, che tenevo socchiuse per il piacere e per la voglia.

Le mie labbra che smaniavano i suoi baci.

E quel vento che mi accarezzava tutta. Continuamente, sensualmente.

Non innamorarsi mai …

Come potevo non innamorarmi perdutamente, se lui era l’uomo che avevo sempre agognato da quando ero solo una ragazzina, e in quel momento mi stava facendo sentire in tutto una donna, la donna più desiderosa e desiderata fra tutte?

Così bello, affascinante, potente.

Così forte.

E non si fermava, non si placava nemmeno per un secondo, mi sfiorava il seno, guardando ogni mia reazione al suo tocco, sorridendo e scostandomi il vestito, per farmi sentire il paradiso.

Poi le sue mani sottili, morbide e fredde tornavano sul mio viso, per dirigere le mie labbra sulle sue, e baciarmi in modo feroce, audace, sublime.

E il vento mi accarezzava il seno seminudo. Ancora il vento.

Era tutto tremendamente inebriante.

Non innamorarsi mai …

Come potevo, dopo i suoi sguardi languidi e vogliosi e allo stesso tempo distaccati, provocanti e provocatori?

Fra ogni bacio e ogni carezza fremevo. I suoi occhi nei miei, e la sua lingua, i suoi denti e il suo sapore mi facevano impazzire.

Quelle mani sfuggenti sul mio seno, sulla mia pelle: mi toccavano appena, e sprigionavano così in me più voglia e desiderio che se mi avessero afferrata completamente.

Come potevo non amarlo? E desiderarlo … molto più di prima?

Nella penombra della notte continuava a baciarmi così, lungamente e appassionatamente. Se si allontanava appena, io lo stringevo di nuovo, e lo riavvicinavo a me, ribaciandolo con fuoco e stravolgimento.

Non mi rendevo conto del tempo che passava, di nulla di ciò che mi circondava.

Fino a che, improvvisamente, si è scostato leggermente dalle mia labbra, rimanendo col viso a sfiorare il mio e senza guardarmi direttamente, ma con ogni senso attento al mio essere.

“Ti sei innamorata di me, Bella?” mi ha sussurrato suadente, per poi posare il suo sguardo nel mio.

Quegli occhi … i suoi occhi.

Prima così lontani, persi, scuri, ora sembravano diventati rossi come il sangue. Selvaggi e pericolosi come la morte.

Erano magici, eppure sembravano così reali, così attenti.

Mi hanno fatto battere il cuore ancora di più, e hanno fatto nascere in me una strana sensazione di panico e angoscia pura.

Non innamorarsi mai.

Era la terza regola, la più importante: tutto era iniziato da lì, e io lo sapevo molto bene da sempre.

In quel momento però, durante quella notte, dopo quel bacio e tutte quelle sensazioni che continuavano perenni, avrei voluto solo abbandonarmi al vento che mi accarezzava i capelli, la pelle, le labbra e il seno semi nudo.

Abbandonarmi a lui e chiedere ancora baci e anche di più. Scordarmi che l’amore non esiste.

E ora me lo domandava, aspettava una mia parola …

E io, per la prima volta davanti a lui, non sapevo davvero cosa rispondere.

 

……………………………..

E siamo arrivate anche alla fine di questa storia.

Sono contenta perché è sempre bello concluderne una, ma è anche vero che mi mancherà …!

Comunque, come notate, è praticamente lasciata in sospeso, pronta per l’ultimissima parte della trilogia che ricomincerà, più o meno, da questo momento, o comunque si ricollegherà a questo.

La prova di Bella non è finita: in pratica il maestro la mette alla prova sulla terza regola che le aveva insegnato (vedere primo capitolo di questa stessa storia), ovvero sull’amore.

Non penso che sia stupido, anzi, penso che lui avesse capito bene i sentimenti della sua allieva che poi in seguito diventerà Mangiamorte.

A seconda della risposta di lei, farò proseguire la storia in un modo o in un altro, anche se l’idea c’ è già, in parte.

Ora passo ai ringraziamenti, non vorrei dimenticare nessuno perché siete tutte importanti!

Grazie ei lettori e a chi ha seguito la storia anche saltuariamente, sono contenta che vi abbia interessato almeno in parte!

Grazie infinitamente a chi è rimasto con me fino alla fine, partecipando e commentando le mie varie peripezie e quelle dei personaggi. Grazie a chi a scoperto la storia già iniziata e ha deciso di seguirla con entusiasmo, dandone molto anche a me.

Circe

   
 
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