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Autore: martozza    19/10/2011    1 recensioni
Cosa succederebbe se tutti i tuoi affetti più cari venissero annientati?
Se la tua stessa vita fosse appesa ad un filo?
Bulma lo stava provando sulla sua stessa pelle.
Ma in quel vortice di follia e dolore forse qualcosa stava per cambiare.
Tutto era nelle sue mani, lei lo sapeva bene.
Avrebbe resistito, qualunque cosa fosse accaduta.
"Tutto intorno era silenzio e buio. La luce fioca non riusciva ad illuminare il grande magazzino dove vivevano. Topi, ecco ciò che erano diventati."
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Un po' tutti, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tenebra Azzurra

Capitolo 3: Oltre mondo


“Il fatto semplice è che il mondo gira.

Puoi sederti e girare con lui oppure alzarti ed esserne catapultato fuori.”

Il miglio verde.



Tutto tremava, nel buio.

Tutto taceva, dopo un primo momento di irrazionalità.

Erano tutti in silenzio ad ascoltare impietriti le esplosioni in superficie.

Nella mente di Bulma un solo pensiero fisso le tamburellava il cranio, come un martello pneumatico.

'Loro sono in superficie'.

I suoi amici erano lì fuori.

Iniziò a mordicchiarsi nel unghia, mangiando le pellicine. Non poteva restare rinchiusa lì senza sapere se Yamcha e gli altri stessero bene. Non poteva.

Dopo un'altra esplosione si alzò, traballando. Nel buio nessuno poteva vederla, nessuno poteva fermarla. Anche volendo, quella donna così forte e determinata non si sarebbe fatta bloccare da nessuno. Avanzò a tentoni, nel buio, cercando appoggio sul muro marcio accanto a lei. Sapeva da dove si 'risaliva'. Non riusciva a starsene lì sotto sapendo che i suoi amici erano in pericolo. Era coraggiosa, quella giovane donna, lo era sempre stata..

Iniziò a salire determinata la scala che congiungeva all'entrata. Nel buio le sue mani afferravano ferree i pioli, dandosi la spinta.

Doveva sapere come stavano, doveva vederli, accertarsi che stessero bene.


Avevi detto che ci saresti riuscita!!”

La strattonava, tenendola per il colletto della camicetta. Un Kakaroth evidentemente cresciuto la stava guardando con occhi fiammeggianti, mentre senza alcuno sforzo la teneva sollevata.

Lasciala!” urlò una ragazza vicina, i capelli corvini e il viso dolce. L'uomo non la prese minimamente in considerazione, continuando a fissare la ragazza dai capelli turchini. Bulma, dal canto suo, iniziava a divenire paonazza, le mancava il fiato. La stretta era forte e possente. La stava soffocando.

Non... riesc..” farfugliò in preda al panico. L'uomo era furente. Aveva uno sguardo assassino che poche volte aveva visto. Le narici dilatate quanto le pupille. Faceva paura quel ragazzo. Kakaroth lasciò la presa, sbuffando. “Come siete teneri voi umani, dimentico sempre.” sbottò, senza distogliere lo sguardo dalla ragazza che ansimava ai suoi piedi. L'amica si avvicinò, carezzandone i capelli. “Bulma, come stai..?”

Quest'ultima ansimava, cercando di riprendere fiato. Sudata, si posò una mano sul petto, cercando di calmarsi, per regolare i battiti del suo cuore

Bene.. tranquilla Chichi..” rassicurò la scienziata, annuendo con il capo.

Allora?” Kakaroth le interruppe, freddo come al solito. Questa volta però lo sguardo non era fisso. Saettava continuamente tra le due. Bulma deglutì.

Io ci ho provato.. è una tecnologia che non conosco, non so proprio come riparartelo..” disse, porgendogli uno strano dispositivo. Il pezzo portante bianco, al quale era collegato un vetrino rettangolare verde, era ammaccato, visibilmente danneggiato. L'uomo lo fissò con rabbia.

Avevi detto che avresti saputo aggiustarlo! Sei una bugiarda, donna!”

Bulma sbuffò. Se proprio doveva ucciderla sperava si sbrigasse. Non voleva soffrire troppo. Eppure, nello sguardo di Kakaroth c'era una luce strana, quasi maliziosa. Lo sguardo dell'uomo si soffermava troppo spesso su Chichi, acceso da qualcosa simile al desiderio. Strinse la mano dell'amica e deglutì un grosso grumo di saliva che le serrava la gola.

Potresti.. chiedere alle sfere del drago. Ti potrebbero sicuramente riparare lo scooter..” propose con un filo di voce. Per qualche attimo rimasero tutti in silenzio. Ormai Kakaroth osservava Chichi, scrutandone attentamente i vari dettagli. La ragazza in questione, imbarazzata, stringeva la mano della scienziata.

Interessante..” disse lui, porgendole la mano con il palmo rivolto al soffitto. “Dammi il radar.” ordinò. Non staccava gli occhi dalla ragazza bruna, ormai.

A cosa ti serve lo scooter?” chiese con un filo di voce Bulma, mentre rovistava in un cassetto vicino. Kakaroth saettò per un attimo lo sguardo su di lei, furibondo. “Non sono affari tuoi, donna!” abbaiò crudele. Strappò dalle mani di Bulma il radar e ghignò. “Bene, ora posso anche togliere il disturbo..”

Fece un passo indietro. Poi, dopo essersi fermato a riflettere, ne fece uno avanti. “Anzi, ora che ci penso, manca ancora qualcosa.”

Fu un secondo. Chichi non era più al suo fianco, ora si dibatteva per liberarsi dalla presa di quello scimmione. Bulma si alzò di scatto. “Cosa vuoi da lei, lasciala stare!!!” urlò con tutte le sue forze. La gola ancora le doleva per la stretta precedente.

Kakaroth la guardò ghignando, mentre si alzava in volo, leggero. “Grazie per il radar, donna!” rise, allontanandosi. Chichi continuava a dimenarsi tra le sue braccia, senza risultato. Quel ragazzo era troppo forte per chiunque al mondo. Bulma non potette far altro che guardare la sua amica sparire, tra le braccia dell'uomo.


Dopo aver scalato la lunga scala a pioli, finalmente uscì all'esterno. Rimase stupefatta sentendo il vento sul volto. Le carezzava dolcemente i lineamenti, mandandola in estasi.

Ma fu un attimo. Il terrore, infatti, si radicò in lei non appena si guardò intorno.

Nulla esisteva più. Tutto era maceria, tutto era distrutto.

Case, macchine, alberi. Tutto spezzato e scomposto.

'Non doveva essere così..' pensò la donna, in preda ad un accenno di disperazione. Il cielo era violaceo, anche il sole si rifiutava di guardare lo scempio al quale era ridotto oramai quel bel pianeta.

Una nuova esplosione destò Bulma, che si scosse, mettendosi in piedi. I boati provenienti dalle esplosioni che erano ancora più forti, da quella posizione. Erano vicini, li sentiva. Iniziò a correre tra le macerie, attenta a non inciampare.

Era tutto deserto ed abbandonato. Quelli che un tempo erano stati negozi, ora si presentavano impolverati e devastati. Non c'era più nulla che ricordasse la vita che si svolgeva tra quelle vie, anni prima. Tutto era morto.

Bulma continuò a correre, con il cuore in gola.

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Mi spiace che questa fic non sia piaciuta ç_ç l'idea mi sembrava carina, forse l'ho sviluppata male. Scusate se non scrivo troppo ma ho un dolore al collo che mi ha bloccato da diversi giorni :( volevo postare prima ma solo ora riesco a sedermi davanti al pc! :) 

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