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Autore: Strega_Mogana    29/06/2006    11 recensioni
Una guerra e un destino che nessuno vuole accettare.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy, Sovrannaturale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Takanori camminava lungo il sentiero che costeggiava il lago ghiacciato, erano passate tre settimane; ormai l’esercito aveva raggiunto le Terre Nere. Era preoccupato, arrivavano voci lontane che dicevano che l’esercito dell’Alleanza stava vincendo e poi ne arrivavano altre che dicevano che i demoni avevano quasi ucciso tutti i soldati nemici.
Lui non sapeva a chi credere, non sapeva cosa fare o chi pregare.
Sfoderò la lunga spada che aveva fissato alla cintura di pelle marrone, la luce faceva brillare il freddo metallo grigio.
Erano anni che non la usava più contro un vero nemico.
Il vecchio chiuse gli occhi immaginando il solo demone che avrebbe voluto sconfiggere con le sue stesse mani e, lentamente, con gesti fluidi e passi veloci, prese a muoversi fingendo di lottare contro il fratello.
Ma il suo corpo non era più abituato a sforzi tanto elevati e, trascorsi solo pochi minuti, un crampo al polpaccio lo costrinse a sedersi su una roccia.
- Maledetta vecchiaia! – imprecò infuriato infilzando l’antica spada nel duro terreno ghiacciato – Stare qui inerme mi fa impazzire. – si mise le mani tra i capelli – Serenity...
- Il tuo animo è turbato. – fece una voce nota alle sue spalle.
- Lo sai che sono preoccupato. – rispose il mezzo elfo continuando a fissare il ghiaccio che si assottigliava sulla superficie del lago.
- Dovresti darle più fiducia.
- Non é una questione di fiducia. Vorrei solo sapere cosa le sta succedendo.
- Posso mostrartelo.
Takanori si voltò, Esmuena stava proprio dietro di lui, aveva in mano un lungo scettro d’oro dove alla sua estremità brillava un diamante grosso quanto una noce.
- Usi la magia nel mondo degli umani Esmuena... non dovresti farlo.
- Il tempo degli elfi sta giungendo al termine Takanori. – rispose saggiamente la donna – Non nascono più bambini da anni, la mia gente é vecchia e stanca di nascondersi. Se dobbiamo estinguerci, voglio lasciare un ricordo positivo della nostra esistenza, non voglio che gli elfi siano ricordati come un branco di uomini codardi che si nascondono, ma come un valido esercito che aiuta gli amici nel momento del bisogno.
- Molto saggio. – valutò Takanori con un sospiro tornando a concentrarsi sul lago- Esmuena... tu hai figli?
- Madre Natura non mi ha dato tale gioia. – mormorò la regina tristemente – Ma quando sei la Regina degli Elfi, ogni creatura vivente é parte di te. Per me tutti gli elfi sono miei figli, comprendo la tua angoscia Takanori, la comprendo bene... ma devi avere fiducia in Serenity.
- Non é la mancanza di fiducia a rendermi inquieto, ma la paura. – rispose tristemente mentre con i piedi disegnava delle righe nel terreno - Ho già perso troppe persone che amavo in questa guerra, non voglio perdere anche l’ultimo legame che mi resta.
- Tu non la perderai.
- Come fai ad esserne così certa Esmuena? Conosco mio fratello... conosco il suo odio, lui non si fermerà davanti a nulla. – chiuse gli occhi non pensando a quell’eventualità – Si accanirà con ferocia su di lei... solo perché é mia figlia. Solo per distruggere anche me.
Esmuena non rispose, si avvicinò al lago ghiacciato stringendo lo scettro, delicatamente sfiorò il ghiaccio sottile con il diamante che mandò dei deboli fasci di luce colorata, Takanori si era avvicinato all’elfa in silenzio. Sul ghiaccio si stavano formando dei cechi di fumo bianco, lietamente questi si allargarono mostrando uno specchio, immagini sfuocate iniziarono ad apparire come flash sulla superficie riflettente, quando divennero nitide Takanori sentì un nodo alla bocca dello stomaco.
- Serenity...

***
Endimion continuava a lottare contro Xazumi, per quanto il demone sembrava indebolirsi, il soldato non riusciva a tenergli testa.
- Mi sembri affaticato Endimion. – mormorò Xazumi con un sorriso divertito – Arrenditi!
- Mai! – gridò il re scagliandosi sul demone.
Ma Xazumi si aspettava una tale reazione, afferrò Endimion e lo scaraventò dall’altra parte della stanza.
Si stava divertendo... da troppi anni non lottava veramente contro un umano, questo combattimento gli riportava alla memoria le prime volte che aveva ucciso, l’euforia di vedere spegnersi una vita tra le proprie mani, il piacere che ti dava quella sensazione di potere assoluto sulle fragili esistenze umane.
Era come una droga, una potente droga che ti faceva sentire onnipotente ed invincibile, una droga a cui non potevi mai dire no.
- Non mi ricordavo quanto fosse divertente uccidere voi umani...- disse il demone avvicinandosi al sovrano che cerava di tirarsi in piedi sulle gambe tremanti – tu sei uno dei più stupidi e caparbi che io abbia mai incontrato. – un calcio ben piazzato all’altezza dello stomaco fece rotolare Endimion di un paio di metri fino al centro della sala – Perché continui a lottare? Vuoi morire? Vuoi lasciare sola tua moglie? Ammetto che sei coraggioso, ma perché devi esser proprio così stupido? Vuoi che la tua giovane sposa sia già una vedova?
Endimion ansimava a terra, in bocca aveva il sapore del sangue, si sentiva un paio di costole fratturate e le forze gli stavano venendo meno. Xazumi lo afferrò per il collo sollevandolo da terra come se fosse stato una piuma.
- Inutile uomo...- gli alitò in faccia – tu morirai.. proprio com’é morto tuo padre o come tutti i soldati del tuo regno. Sei un pessimo Re e un pessimo marito. Quando avrò finito con te... mi supplicherai di toglierti questa misera vita.
- Lascialo stare. – ordinò una voce alle sue spalle.
Xazumi sorrise voltandosi lentamente.
- Guarda... guarda... la mia cara nipotina... se avessi saputo prima che Takanori aveva una figlia avrei approfondito meglio i rapporti di parentela.
- Lascia Endimion. – ripeté più lentamente la donna minacciosa.
Il demone ridacchiò facendo cadere il soldato a terra.
- Patetico...- soffiò osservando l’uomo a terra – salvato dalla propria moglie.
- Il tuo esercito é stato sconfitto.
- Io non posso esser sconfitto! – ringhiò il demone - Troverò altri demoni Serenity, tornerò con un esercito più forte, più numeroso e, per allora, non ci saranno gli elfi ad aiutarti. Tu e il tuo stupido maritino sarete troppo vecchi per tenermi testa di nuovo, ci saranno i vostri figli a combattere al vostro posto e io li ucciderò uno dopo l’altro.
- Io non te lo permetterò. – rispose l’altra mettendosi in posizione da combattimento.
Il demone rise divertito.
- Vuoi batterti con me?
- Sono abbastanza forte da batterne venti come te Xazumi! – rispose Serenity stringendo la presa sull’elsa della spada.
- Bene... vediamo se é vero.
Sotto gli occhi della ragazza Xazumi iniziò a sdoppiarsi, poi triplicarsi, quadruplicarsi fino a quando Serenity non si trovò venti cloni del demone davanti agl’occhi.
- Usi la magia perché sai che posso batterti vero Xazumi? – disse con tono di sfida ma tremando dentro all’idea di dover combattere contro così tanti demoni tutta sola.
- Hai detto che sei abbastanza forte da batterti contro venti me... – ripose l’altro da un punto non ben definito della stanza – avanti vediamo se mio fratello ti ha adeguatamente allenato per questo incontro.
Tutti e venti i cloni si scagliarono sulla regina, Serenity riusciva a parare tutti gli attacchi dei demoni, ma erano più forti e non avrebbe retto per molto quel ritmo, in più se colpiva i cloni, questi non morivano, continuavano a lottare anche feriti.
- Devo trovare l’originale. – pensò mentre usava uno dei cloni come scudo – Altrimenti finirò a pezzi.
Endimion aprì gli occhi, sentiva i rumori della lotta ma non riusciva a vedere nulla, al sua vista era oscurata dal sangue che gli scendeva sul viso da una brutta ferita alla testa. Si rialzò a fatica con una smorfia di dolore per via delle costole fratturate, con la manica della divisa si pulì il viso, afferrò la sua spada da terra e si voltò per aiutare la moglie.

***
I soldati combattevano ferocemente fuori dalle mura del castello, i demoni cadevano come mosche, si erano indeboliti da qualche minuto e i soldati sapevano che i loro sovrani stavano per vincere la battaglia.
Ami lanciava tre frecce alla volta, quando anche l’ultima freccia fu scagliata prese la prima spada che trovò a terra e iniziò a tagliare arti e teste come se fossero di creta molle.
Zoisite e Nephrite combattevano schiena contro schiena lanciando rapide occhiate al castello sperando di vedere presto i loro compagni.
- I demoni sembrano confusi!- urlò Ami mentre infilzava uno dei nemici – Sta succedendo qualcosa.
Zoisite si voltò per risponderle quando vide uno di quegl’esseri che si stava scagliando sulla sua donna.
- AMI!
La ragazza dai capelli turchesi si voltò in ritardo, il demone stava per colpire quando un pugnale gli perforò la gola facendolo cadere a terra agonizzante.
Rei e Jadeite stavano correndo verso di loro.
- Rei! – urlò felice la ragazza andando incontro alla sua amica.
- Sono tornata!- esultò l’altra sorridendo – Ed ora.. prendiamo a calci qualche demone!
Mentre stavano combattendo una forte scossa di terremoto fece tremare la terra sotto i loro piedi.
Demoni, elfi ed umani si fermarono all’istante e si voltarono verso il palazzo nero.
- Serenity... Endimion...

***
Xazumi aprì la bocca per parlare ma quello che uscì fu solo un rantolo incomprensibile.
Sentiva dolore, un dolore che non aveva mai provato, dolore fisico a cui credeva esser immune, abbassò il capo e vide la punta della spada elfica di Endimion uscirgli dal torace.
Credeva di averlo messo fuori combattimento, invece quello sporco umano si era rialzato e l’aveva colpito alle spalle.
Si voltò verso di lui, Endimion era in ginocchio a terra, troppo stanco anche solo per parlare ma l’occhiata che gli stava lanciando era molto esplicita.
- Non... non é possibile...
- Bell’incantesimo Xazumi...- mormorò Serenity alle sue spalle – peccato che non lo potrai più rifare.
Si voltò in tempo per vedere la spada della donna lacerargli la gola... i suoi occhi videro un lampo rosso... poi più nulla.
Serenity osservò il corpo del demone mentre cadeva a terra, vide la luce spegnersi nei suoi occhi mentre la pozza di sangue si allargava anche sotto i suoi piedi.
L’incantesimo che aveva fatto era solo una stupida allucinazione che non aveva colpito Endimion, quando lui si era ripreso aveva visto sua moglie lottare contro l’aria mentre Xazumi si divertiva a provocarla.
Aveva recuperato quelle poche forze che gli erano rimaste e l’aveva infilzato dritto al cuore liberando Serenity da quell’incantesimo.
Quando con un ultimo gemito Xazumi morì, le fiamme nere avvolsero il suo corpo bruciandolo all’istante e lasciando solo una macchia scura sul pavimento.
La Regina osservò per qualche istante la macchia poi andò verso Endimion che era di nuovo caduto a terra.
- Endimion...- mormorò osservando le sue ferite – come stai?
- Un po’ ammaccato...- sdrammatizzò il soldato cercando di non far preoccupare la moglie – devo avere qualche costola rotta.
- Ami e Zoisite ti rimetteranno a posto.
Mentre lo aiutava ad alzarsi il palazzo iniziò a tremare.
- Qui crolla tutto. – esclamò la donna osservando le crepe che si ingrandivano a vista d’occhio sulle pareti.
- Andiamo...- mormorò il sovrano a denti stretti – dobbiamo uscire. – ma al primo passo Endimion cadde a terra con un gemito di dolore.
- Non puoi camminare in questo stato. – fece Serenity in preda al panico.
- Va via...- le disse l’altro – lasciami qui... me la caverò... tu va via..
- Mi dispiace caro. – gli rispose duramente l’altra guardandosi attorno cercando di farsi venire un’idea – Ma io non intendo lasciarti qui a compiere il tuo stupido gesto eroico.

***
Il castello tremò ancora più forte, iniziando a sgretolarsi sotto gli sguardi allibiti di tutti i soldati che c’erano fuori dalle mura.
- Sono ancora dentro!- urlò Ami iniziando a correre verso il castello – Gli altri sono ancora dentro!
- Ami no!- urlò Zoisite bloccando la sua corsa – Non puoi entrare.
- Le mie amiche...
- Ci sono anche i miei amici... ma non possiamo entrare, il palazzo sta crollando.
Mentre il castello crollava come un castello di sabbia sulla spiaggia, si udì un urlo disumano, un enorme boato che fece accapponare la pelle di tutti i presenti, i soldati di voltarono, i demoni si stavano agitando, erano come spaventatati. Un’altra scossa di terremoto e il terreno si squarciò sotto i piedi dei dannati risucchiandoli negli inferi della terra, quando anche l’ultimo demone fu inghiottito, la terra si richiuse su se stessa senza lasciare la minima traccia.
I soldati dell’Alleanza e gli elfi restarono in silenzio per qualche istante poi urlarono di gioia: Xazumi era stato sconfitto e il periodo di terrore e sottomissione era finito.
I tre generali e le due donne non condividevano la stessa gioia dei soldati, stavano guardando il castello nero che si accartocciava su se stesso anche lui inghiottito dal terreno, come se l’inferno stesso volesse cancellare ogni sua traccia sulla terra.
Le donne si strinsero ai rispettivi uomini, piangendo per la perdita di amici molto speciali.
- Guardate! – urlò Nephrite.
Dalla polvere alzata da crollo, si videro tre figure camminare verso il campo di battaglia.
Minako aiutava Serenity a camminare mentre Kunzite portava Endimion sulle spalle.
- Ce l’hanno fatta! – esultò Ami correndo verso gli amici.
Sistemarono i feriti nelle tende, Minako camminava ansiosa per l’accampamento urlando ogni ordine le venisse in mente seguita da Kunzite che cercava, invano, di curarle le leggere ferite.
Del regno di Xazumi non restava più nulla e anche il sole tornava a fare capolino in quelle terre non più aride e senza vita.
Serenity aprì gli occhi esausta, era stata una dura lotta, l’incontro con Minako e Kunzite era stato provvidenziale, senza di loro non ce l’avrebbe mai fatta a trasportare Endimion fuori dal palazzo.
Ami entrò nel suo campo visivo, sorrideva anche se aveva un vistoso ematoma sulla spalla destra e un braccio fasciato.
- Endimion...- mormorò con un filo di voce.
- Sta riposando. – la rassicurò – Ha tre costole rotte e una caviglia slogata, ma nulla di grave.
- E gli altri... Rei... – cercò di alzarsi ma la sua amica glielo impedì.
- Jadeite ha slavato Rei, stiamo tutti bene e tutti vi siamo riconoscenti. Ora tutto andrà bene.

EPILOGO

L’applauso esplose nel momento in cui le quattro coppie si baciarono.
Serenity e Endimion erano in prima fila, i loro migliori amici si erano appena sposati, il regno aveva ripreso i vecchi contatti, tutto il mondo stava rinascendo sotto il simbolo dell’Alleanza, i demoni erano spariti definitivamente, i villaggi assediati erano stati ricostruiti e gli schiavi liberati.
Tutti potevo vivere la loro vita.
- Dovrai mostrarmi la biblioteca del palazzo ora. – mormorò Zoisite a Ami con un sorriso mentre ballavano stretti in un tenero abbraccio – E se poi so più cose di te?
- Ci vorranno anni prima che tu riesca a leggere tutti i libri ho letto io.
- Adoro le sfide...
- Hai dato una risposta a Feijan?- domandò Jadeite a Rei – Diventerai una sacerdotessa del tempio?
- Credo di si. – rispose la donna.
- Non ci sono problemi se sei sposata, vero? – chiese improvvisamente preoccupato il soldato.
- La Dea della Luna valorizza l’amore... – rispose la ragazza ridacchiando e stringendolo più forte- tutte le sacerdotesse sono sposate.
- Allora ve bene.
- Hai visto che abbiamo vinto la guerra? – disse Nephrite – Ora nostro figlio nascerà in un mondo migliore. – continuò accarezzando il ventre della moglie ormai vicina al parto.
- Hai mantenuto la tua parola. – sorrise Makoto dolcemente mentre il piccolo scalciava nel pancione – Ora non ci resta che aspettare che il piccolo Daiki venga alla luce. E poi tutto sarà perfetto.
- Alla fine Endimion ti ha fatto diventare il Capitano delle guardie insieme a me. – sorrise Minako.
- Temi nella concorrenza? – le domandò divertito l’altro.
- No, - sorrise di rimando la mezza elfa – però se fossi stato un soldato semplice sarebbe stato molto più divertente.
- Ragazzina impertinente! – disse fingendosi offeso Kunzite.
- Sembrano felici. – valutò Serenity mentre osservava le sue amiche ballare, la sala era stata addobbata con i fiori e i tessuti migliori, le sue amiche meritavano una cerimonia in grande stile come le principesse.
- Anche noi siamo felici. – le rispose Endimion abbracciandola alle spalle – Ora abbiamo anche più tempo per noi due.
Serenity sorrise voltandosi verso il marito ma restando comunque nel suo protettivo abbraccio:
- Non saremo in due ancora per molto.
Lo sguardo dell’uomo si illuminò di gioia, sollevò Serenity in aria facendola volteggiare per poi darle un lungo bacio.

***
Takanori stava seduto nella sua casa al buio.
La cerimonia non faceva per lui, sentiva la musica in lontananza, le risate e questo gli bastava, voleva restare solo, voleva solo godersi quel momento di calma.
- Il nostro tempo é finito. – fece Esmuena comparendo davanti a lui – Qui le nostre strade si dividono Takanori il saggio.
- Saremo sempre grati al popolo elfico per il suo prezioso aiuto. – dichiarò l’uomo con un lieve inchino – Le vostre gesta saranno immortalate nelle nostre canzoni.
Esmuena sorrise chinando il capo e poi sparì.
L’uomo aprì la finestra della sua piccola casa e osservò il cielo limpido dove la luna era solo un disco trasparente bianco.
- Ti vorrei qui Selene... saresti così fiera di lei.
Un caldo alito di vento gli accarezzò il viso.
Lo sono...
Una voce che gli riscaldava il cuore e l’anima, che non lo faceva più sentire solo e abbandonato.
Selene non li aveva mai abbandonati, lei era sempre presente a vegliare sulla sua famiglia.
- Mi manchi così tanto...
Un giorno saremo di nuovo insieme... ma, fino ad allora, stai vicino a nostra figlia.
Il vecchio sorrise alla luna, un giorno l’avrebbe rivista e avrebbero potuto vivere il loro amore.
- Ti amo Selene. – mormorò prima di chiudere di nuovo le finestre.
Ti amo anch’io Takanori...

FINE



Siamo giunti alla fine anche di questa storia.
Ringrazio tutti voi che avete sempre letto e puntualmente commentato.
Devo dire che non é stato facile scrivere questa fanfiction e non ne avevo mai scritta una così lunga (solitamente arrivo a 70 pagine di word questa è arrivata a 131!).
Spero che il finale vi sia piaciuto, anche se, forse, un po’ scontato.
Dico subito che non prevedo un seguito, ma spero di tornare presto a scrivere qualcosa!
Bene vi saluto!
Un abbraccio e un bacio a tutti!
Alla prossima.
Elena.

   
 
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