Ciao a tutti.. Questo è l'ultimo capitolo! Buona lettura... e spero che vi piaccia!!
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15. Il volo dell’angelo
Jessica
aprì gli occhi e lentamente mise a fuoco la stanza, era sempre molto buia. Aveva
la nausea, non ce l’ha faceva più, doveva cercare di andarsene da lì.
Ma come diavolo faccio ad andarmene? Pensò la ragazza Non ho la
bacchetta e dubito che il corso di difesa personale che ho fatto l’altra estate
mi possa servire a molto contro dei Mangiamorte pronti a scagliare malefici in
ogni momento. No devo pensare a qualcosa!
Jessica chiuse gli occhi, doveva trovare una soluzione a quella decisamente
scomoda situazione!
Mmm.. Allora, scommetto che fuori di qui ci sono almeno due Mangiarmorte. E
scommetto anche che saranno due gorilla senza cervello, quindi posso provare ad
ingannare loro!
“EHI! EEEEEEEEHI! LO SO CHE SIETE LI FUORI!!!” gridò la ragazza. “EEEEEEEEEEEEEEEEEEHI!!!!!!!!!”
La porta si aprì di scatto “Che vuoi?” chiese un grosso Mangiamorte.
“Devo andare in bagno!” disse Jessica.
Il Mangiamorte scoppiò a ridere e richiese la porta:
“EEEEEEHI! NON CREDI CHE IL TUO SIGNORE SARÀ SCONTENTO DI TE VEDENDOMI POCO
INCLINE A OTTEMPERARE ALLE SUE RICHIESTE SOLO PER COLPA TUAAAAAAA!!” gridò di
nuovo la ragazza.
La porta si riaprì “Che vorrebbe dire?” chiese il Mangiamorte.
“Eh effettivamente dovrei parlare in modo più semplice perché effettivamente
non mi sembri molto intelligente!! Allora te lo spiego subito. Se tu non mi
fai in bagno io poi sarò ancora più di cattivo umore e metterò di cattivo umore
Voldermort! Lui scoprirà che è tutta colpa tua e se la prenderà con te! È chiaro
adesso?” disse Jessica.
“Bhè.. adesso si.. ma io non so.. e va bene però fai presto!” ripose il
Mangiamorte avvicinandosi a Jessica.
Il Mangiamorte slegò la ragazza, lei si alzò barcollando, le girava la testa.
Camminò lentamente con il Mangiamorte alle spalle che le puntava la bacchetta
contro.
“Tu stai qui a controllare!” Ordinò il Mangiamorte ad un altro, mentre spingeva
in avanti la ragazza.
Percorsero il corridoio lentamente, sembrava di essere nei sotterranei di
Hogwarts, quasi sicuramente il nascondiglio di Voldemort era in un qualche
castello e quelle erano le segrete.
In fondo al corridoio vi era un bagno malconcio, Jessica pensò che prima di
tentare di scappare tanto valeva andarci. Fece tutto con molta calma, perché più
tempo passava più riprendeva le forze e sapeva già che una volta in fuga avrebbe
dovuto correre molto.
“Era ora!” disse il Mangiamorte prendendola per un braccio mentre usciva dal
bagno, Jessica si abbassò di scatto e gli fece uno sgambetto, il Mangiamorte
cadde rovinosamente a terra, la ragazza rotolò su un fianco, prese la bacchetta
del mago e lo schiantò.
“Fin troppo facile” sussurrò Jessica, alzandosi in piedi.
Fece levitare l’uomo nel bagno e lo chiuse dentro. Guardò il corridoio da cui
era venuta ed un altro che stava alla sua sinistra. Come cavolo avrebbe fatto ad
uscire da quel labirinto?
Decise di prendere il corridoio alla sua sinistra credendolo più prudente.
Camminò per qualche minuto senza incontrare nessuno, ma poi sentì un rumore di
passi e delle voci provenire dalla parte opposta alla sua, si infilò in un
cubicolo ed attese.
Due Mangiamorte svoltarono l’angolo ed iniziavano a camminare verso lei ed il
suo scomodo nascondiglio.
“Quanto pensi che ci metterà il Signore Oscuro a piegare la ragazza?” chiese uno
dei Mangiamorte.
“Non lo so, Amycus. Ma ho sentito che è molto tenace!” ripose l’altro.
I due Mangiamorte passare accanto alla ragazza ma non si accorsero di nulla.
Jessica aspettò che il rumore di passi si fosse spento. Doveva muoversi, perché
quando avrebbero capito che era scappata ci sarebbero stati Mangiamorte da tutte
le parti. Provò a Smaterializzarsi tenendo bene a mente le tre D, ma non ce la
fece. Probabilmente anche in quella parte delle segrete c’era un incantesimo
anti-materializzazione. Iniziò a correre velocemente, prese qualche corridoio,
ma non riusciva a vedere una via d’uscita. Finalmente trovò delle scale. Quella
sembrava essere la via giusta!
“Ehi!” sentì gridare alle sue spalle, erano i due Mangiamorte che aveva visto
prima.
“Quella è la ragazza, sta scappando! Prendiamola!” disse il Mangiamorte di nome
Amycus.
Jessica iniziò a salire le scale più velocemente possibile. Alla fine della
scalinata si ritrovò in un corridoio identico a quelli del piano inferiore,
continuava a correre velocemente cercando di seminare i due Mangiamorte che le
scagliavano incantesimi. “Stupeficium!” gridò Jessica, agitando in dietro la
bacchetta del Mangiamorte che aveva schiantato in precedenza. Si sentì un urlò
soffocato a quanto pareva aveva avuto fortuna, si voltò velocemente ed infatti
vide uno dei Mangiamorte a terra, mentre quello di nome Amycus continuava a
correre. Per fortuna della ragazza, Amycus era abbastanza lento ed iniziava a
perdere terreno. Jessica svoltò l’angolo ed andò a sbattere contro qualcosa di
duro. Stava per cadere quando due mani le afferrarono i polsi tenendola in
piedi, mentre la bacchetta le cadde a terra.
“Bene bene, volevi scappare?” chiese l’untuosa voce di Severus Piton. Jessica si
dimenò, ma la presa di Piton era molto forte, così lo colpì con una ginocchiata
in mezzo alle gambe. Un’espressione di dolore apparse sul volto olivastro di
colui che era stato il professore di pozioni della ragazza. Piton mollò la presa
e cadde in ginocchio. Jessica lo scavalcò e continuò a correre.
“Idiota! Fermala!” ordinò Piton ad Amycus, mentre la ragazza si allontanava.
Jessica correva velocemente, ma Amycus era sempre alle sue calcagna. Purtroppo,
per colpa di Piton, la ragazza non aveva più la bacchetta e quindi doveva
cercare di schivare in qualche modo gli incantesimi del Mangiamorte e correre in
fretta.
Jessica inciampò e cadde rovinosamente sulla fredda pietra. Si rialzò
immediatamente, ma qualche istante dopo tutto divento buio, un’altra volta.
“Sveglia
stupida ragazzina, sveglia…” una voce la stava chiamando, era una voce
conosciuta, ma non riusciva a decifrarla. Jessica aprì gli occhi, si trovava di
nuovo in quella stanza buia dove aveva sofferto tutte le torture di Voldermort.
Tentò di muoversi, ma era legata ancor più strettamente di prima.
“Ooooh.. la principessina si è svegliata!” disse la voce di Bellatrix
Lenstrange.
“Bellatrix, qual buon vento?!” disse Jessica, con voce rocca.
“Volevo vedere quanto male stavi. Peccato che non mi è concesso torturarti
personalmente, sai ho una certa.. possiamo dire affinità.. con la Maledizione
Cruciatus” rispose Bellatrix.
“Si ne ho sentito parlare, ma il caro Voldermort dopo i tuoi numerosi fallimenti
non credo che sia cosi felice di darti qualche altro incarico importante. Mica
ti fa pulire i pavimenti adesso?” disse malignamente Jessica.
“Stupida ragazzina insolente! Se solo potessi scagliarti una maledizione la
smetteresti di fare l’insolente!”
“Come come come? Ho sentito bene? Credi di poter fare meglio del tuo Signore?”
chiese Jessica, ridendo.
“I-io non ho detto questo…”
“Oh invece si!” disse Jessica “Cosa credi che dirà quando gli riferirò quello
che mi hai detto?!!”
Bellatrix si avvicinò alla ragazza puntandolo contro la bacchetta, Jessica era
riuscita a farla arrabbiare! E in questo la ragazza ci prendeva gusto!
“Non ti crederà mai!” esclamò Bellatrix.
“Ah ok… E allora non è di paura l’espressione che c’è sul tuo volto?!”
Bellatrix fece un gesto di stizza, doveva essere frustrante non poter farla
pagare alla ragazza.
E così Voldemort ha dato l’ordine che solo lui può toccarmi… interessante
pensò Jessica. Subito dopo due mani sporche con delle lunghe unghie giallastre
poggiarono sulle sue spalle. Jessica si spaventò e tentò di allontanarle
scrollando le spalle.
“Volevo farti conoscere una persona, sai Piton dice che hai una certa affinità
con i Lupin Mannari e così…”
“E Piton come sta quel traditore?!”
Bellatrix rise “Oh gli hai dato una bella botta, ci ha messo un po’ a
riprendersi”
“Peccato, speravo che non si riprendesse…” disse Jessica, sprezzante.
“Oh si, tu saresti un fantastico Lupo” le sussurrò la voce di un uomo,
all’orecchio.
“Posso presentarti Fenrir Greyback?!!” disse Bellatrix, con un gesto teatrale.
“Mmm… Incantata” mormorò Jessica, disgustata.
Greyback accarezzò la chioma della ragazza e la annusò avvicinandosi al suo
collo. Il Lupo Mannaro aveva una voce strana, come una sorta di abbaiare
rasposo.
“Ah come vorrei assaggiarti, se solo potessi…” disse Greyback, iniziando a
baciare il collo della ragazza “Sai sono specializzato in bambini piccoli, sono
così morbidi e teneri, ma per te farei un’eccezione”
“Sei ripugnante” disse Jessica, tentando di allontanare il Lupo Mannaro.
“Ma coooome?” esclamò Bellatrix “Non ti piace la sorpresina che ti ho portato?
Ah no aspetta tu preferisci.. com’è che si chiama? Lupin?!!”
Greyback smise di colpo di baciare a mordicchiare il collo della ragazza.
“Hai detto Lupin?” chiese rivolto alla Mangiamorte.
“Sì… O cosi almeno dice Piton” rispose Bellatrix.
“Lupin, Lupin, Lupin… Questo nome non mi suona nuovo…” disse Greyback pensieroso
“Ah ma certo che stupido! Me ne stavo quasi dimenticando… Sai anche lui è uno
dei miei.. Era un tenero bambino… Come sta il caro Remus?” chiese infine rivolto
alla ragazza.
“Bastardo! Sei stato tu! Tu l’hai morso!” disse Jessica.
“Bè non lo nego e non mi vergogno nemmeno. È una missione la mia!” rispose
Greyback.
“Si si… ma adesso dobbiamo andare!” disse Bellatrix, indicando la porta al
Mannaro.
“D’accordo… Ciao piccolina, verrò presto a trovarti!” disse Greyback, leccando
un ultima volta il collo della ragazza. “Posso ritenermi fortunata che è appena
passata la luna piena, allora” borbottò Jessica, ma nessuno dei due la sentì. La
ragazza venne scossa dai brividi, Greyback era ripugnante, ora si sentiva sporca
ovunque lui l’aveva toccata. Il suo pensiero andò a Lupin. Così era stato
Greyback e renderlo schiavo di quella maledizione. Chissà se lui lo sapeva. Ed
un’ovvia domanda sorse nella sua mente, se Remus non fosse stato morso sarebbe
stato comunque la persona che era oggi? Così sensibile, dolce, comprensivo.
La porta si aprì di nuovo e distolse la ragazza dai suoi pensieri. Voldemort
entrò della stanza con passo sicuro. Guardò duramente la ragazza e si sedette di
fronte a lei.
“Mi hanno detto che hai tentato di scappare. Male, direi!” disse Voldemort.
A molti
chilometri di distanza Harrry iniziava a perdere la pazienze. Non riusciva a
sentire la ragazza come diceva Silente. Era sempre più preoccupato ed ormai era
notte fonda.
“È inutile!! Non funziona!” sbottò Harry “Non c’è un altro modo? Così non la
troveremo mai!”
“No, non c’è, mi dispiace… Devi provarci di nuovo!” disse Silente.
Lupin mise la mano sulla spalla del ragazzo “Ce la puoi fare Harry, so che ce la
puoi fare!”
Harry chiuse di nuovo gli occhi e si rilassò. “Ora rilassati e concentrati su
Jess… cercala dentro di te..” disse Lupin, in un modo che suonava rassicurante.
Harry si concentrò, vedeva nella sua mente il volto della ragazza che le
sorrideva. Poi l’immagino cambiò ed ad un tratto la ragazza soffriva, sentiva
tutto il suo dolore. Le maledizioni che le scagliavano, era terribile! Harry
aprì gli occhi, era sudato.
“Lo sentita” annunciò Harry “Soffre, soffre tremendamente! Dobbiamo salvarla!”
Lupin si passò la mano nei capelli sempre più preoccupato “Devi trovarla Harry,
sei a buon punto! Concentrati!”
“Remus a ragione, libera la mente, so che ce la puoi fare Harry!” disse Silente.
Harry chiuse di nuovo gli occhi, questa volta doveva riuscirci, doveva andare a
salvare la sua Jess. Ora più che mai aveva bisogno di lui.
Si concentrò di nuovo sul volto sorridente della ragazza, ogni particella della
sua mente pensava a lei.
L’immagine della ragazza che gli sorrideva scomparve, vide un grande castello
nero, molte persone vestite di nero. Harry fu subito consapevole di averla
trovata, sentiva Jessica. Sentiva che era da qualche parte in quel castello, la
sua aura lo avvolgeva.
“L’ho trovata!” esclamò Harry, alzandosi in piedi. “È in un castello, so come
arrivarci!”
“Fantastico! Sei stato bravissimo Harry” esordì Lupin.
“Molto bene! Dovrei portarmici Harry, dovrai farlo con la Materializzazione
Congiunta!” disse Silente..
“Ma professore, io non ho ancora fatto l’esame e non so se sono in grado” disse
Harry.
Silente poggiò le mani sulle spalle del ragazzo e lo guardò fisso negli occhi.
“Ce l’ha puoi fare Harry, tu hai un immensa forza di volontà e sono sicura che
un esame non ti fermerà per salvare Jessica” disse il preside. Harry annuì.
“Ora” continuò Silente, rivolto a Lupin e alla McGranitt “Aspettatemi qui,
tornerò subito e convocate tutto l’Ordine della Fenice. Farò in modo da poter
Smaterializzarmi e Materializzarmi con Harry qui.”
Lupin e la McGranitt annuirono. “Sei pronto Harry?” chiese Silente.
“Sì sono pronto!” rispose il ragazzo, tentando di concentrarsi il più possibile
sulle tre D.
Silente si aggrappò il braccio di Harry e qualche istante dopo sparirono in un
sonoro crack. Harry sentì la solita sgradevole sensazione e quando poté
di nuovo respirare aprì velocemente gli occhi, ed una sensazione di sollievo lo
pervase. Ce l’aveva fatta, era riuscito a materializzarsi nel parco del castello
proprio dietro ad un cespuglio. Il parco era pieno di Mangiamorte, vide anche
qualche strana creatura e due giganti!
Comunque non li avrebbero fermati, ora sarebbero andati a salvare Jess.
“Vieni Harry, torniamo ad Hogwarts” disse Silente, con dolcezza.
“Come torniamo a Hogwarts?? Dobbiamo salvare Jess!!”
“Lo so Harry, ma hai visto anche tu le forze a disposizione di Voldemort,
abbiamo bisogno di rinforzi. L’Ordine della Fenice è stato convocato, torneremo
presto con loro. Ora Harry, per favore, Congiungiti a me” rispose Silente.
Harry domò l’impeto di correre in direzione del castello e si attaccò al braccio
di Silente, deciso a salvare Jessica, ma altresì deciso a seguire la saggezza di
Silente.
Jessica sentiva qualcosa le che sfiorava il viso, era una sensazione piacevole.
Alzò la mano per toccarsi la guancia, tenendo sempre gli occhi chiusi. Sentì la
mano che la sfiorava ed aprì subito gli occhi. L’uomo che stava davanti a lei le
sorrise. “Bentornata” le disse.
Prese la mano dell’uomo e la strinse nella sua. Era calda e morbida.
“Sono venuto a salvarti” sussurrò il mago, chinandosi per baciarla sulla fronte
e poi slegarla.
Jessica si alzò barcollando, era debole. L’uomo la sostenne.
“È un sogno?” chiese Jessica, toccando lentamente il viso dell’uomo.
“No”
“È come faccio a sapere che non è un altro sogno?”
“Bè potrei tirarti uno schiaffo per dimostrarti che sei sveglia, ma sono contro
queste cose.. Quindi se vuoi dattelo da sola”
Jessica si tirò uno schiaffo e subito dopo sentì un gran dolore alla guancia, le
bruciava da matti.
“Ahia” mugugnò la ragazza. “Visto che ti avevo detto?” disse l’uomo, sorridendo.
“No!!” esclamò Jessica, spingendolo via “Tu sei morto, Sirius!”
“No, angelo mio, no… Non sono mai stato morto, non so come possa essere
successo, il velo avrebbe dovuto uccidermi ma non è stato così. Qualcosa è
andato storto, forse sarà stato per via dello Schiantesimo. I maghi che finisco
oltre al Velo sono consapevoli della morte, mentre io non lo ero. Mi sono
trovato in un'altra dimensione. Qualcosa nel processo magico non ha funzionato,
prima pensavo di essere nella dimensione dei fantasmi. Ma non incontrai nessuno
che stava trapassando, non sapevo dove ero finto. Era come il nostro mondo, ma
ero solo. Però riuscivo a sentire quando le persone provavano forti emozioni. Ma
soprattutto sentivo il tuo immenso dolore. Per questo ho tentato di comunicare
con te, ero nel tuo stesso posto ma in un'altra dimensione e per questo, quando
rilassavi la mente, riuscivo a comunicare con te. Però era sempre faticoso.
Soprattutto dopo che ti mostrai il mio posto segreto non riuscii più a
comunicare perché ero sfinito. Quel sogno mi era costato molta energia.
E adesso sono qui, sentivo che avevi bisogno di me, dovevo riuscire a tornare! E
ce l’ho fatto, non so ancora bene come ma ce l’ho fatta. Finalmente tutto questo
è reale Jess, adesso io sono reale! Ti prego, guardami, sono io, sono tornato da
te!” disse Sirius.
Una lacrima solitaria percorse il viso della ragazza e si scaraventò sul padrino
per abbracciarlo.
Sirius la strinse forte, grazie a lei era di nuovo nel mondo reale. Jessica si
sentì al sicuro tra le braccia del padrino, era un abbraccio così caldo e
protettivo. Sirius era tornato, il suo sogno più grande era stato esaudito!
Sirius si sciolse dall’abbraccio “Ma non è ancora finita, dobbiamo ancora uscire
da qui! Tieni angelo mio, direi che questa è tua” disse Sirius, porgendole la
bacchetta.
“Oh fantastico! Grazie mille!” disse Jessica.
“Andiamo allora”
“Qui fuori ci sono due Mangiamorte” disse Jessica.
“Lo so, ma sono già fuori combattimento” disse Sirius, sorridendo.
Jessica sorrise a sua volta e lo seguì nel corridoio.
“Sirius, ma tu sai come uscire da qui?” chiese Jessica, vendendo il padrino che
si guardava in giro.
“Bè diciamo che ho una mezza idea” rispose Sirius “Vieni Jess, dobbiamo andare
di qui!”
Percorse qualche corridoio e salirono di due piani ma non trovarono nessuno sul
loro cammino. Sentirono una forte esplosione ai piani superiori.
“Ma che diavolo….” Iniziò Jessica.
“È l’Ordine! Sono venuti a salvarti… Andiamo!” disse Sirius.
Iniziarono a correre per il corridoio, ma nello stesso sbucarono due
Mangiamorte.
“Sta indietro!” le ordinò Sirius.
“Non essere stupido! Ne affronteremo uno per ognuno!” disse Jessica.
“Ma tu non eri morto?” disse uno dei Mangiamorte, avvicinandosi a loro.
“Ehm.. no, Avery… Mi dispiace deluderti” rispose Sirius.
“Bè lo sarai tra poco! Avada Kedavra!”
Iniziarono a combattere, Jessica era ancora piuttosto debole ma riusciva
comunque a tener testa al Mangiamorte ed infine con l’aiuto di Sirius (che aveva
già messo k.o. Avery) riuscì a schiantarlo.
“Sei stata bravissima” disse Sirius, baciandola in fronte.
“Sì sì, grazie… dai andiamo, voglio uscire da qui al più presto!”
Stavano arrivando alla fine di quel lunghissimo corridoio quando videro una
sagoma ben conosciuto passare via di corsa.
“L’hai visto anche tu?” chiese Sirius.
“Si, si!”
“REMUS!” gridarono in coro.
L’uomo tornò sui suoi passi e sbucò nel corridoio dove erano i due.
Jessica gli corse in contro e praticamente si scaravento su di lui,
abbracciandolo.
“Jess! Oh Jess! Finalmente ti ho trovata!” disse Lupin, stringendola forte.
Sirius percorse lentamente il tratto che lo separava dai due, nel suo viso si
era aperto un grandissimo sorriso. Quando Jessica lasciò andare Lupin si voltò
verso Sirius e finalmente anche il Lupo Mannaro vide il suo amico. “Oh mio dio!”
disse Lupin, sgranando gli occhi dallo stupore. “Sto sognando anche io adesso”
Jessica si mise a ridere e disse “No Remus, è tutto vero!”
Sirius si mise davanti a Lupin con le mani incrociate sul petto “Allora
Lunastorta, hai fatto il bravo in mia assenza?”
“I-io si.. ma tu… tu come hai fatto a….”
“Non ora Remus, te lo spiegherò più tardi…” rispose Sirius. I due amici si
abbracciarono e poi inspiegabilmente Lupin diede uno schiaffo a Sirius.
“Non provare mai più a farmi questi scherzi! Non osare più a far finta di
morire!” disse Lupin.
“Ci proverò!” disse Sirius, toccandosi la guancia.
“Remus, ma come avete fatto a trovarmi?” chiese Jessica.
“È stato Harry, lui ti ha trovato…”
“E dove è ora?”
“Non lo so, per questo stavo correndo. Stavo scendendo con lui nei sotterranei
del castello, ma ci siamo imbattuti in un paio di Mangiamorte e poi l’ho perso”
ripose Lupin.
“Andiamo a cercarlo, allora” disse Sirius.
Camminarono per altri dieci minuti, cercando di ripercorrere la strada che aveva
fatto Remus, ma purtroppo i corridoi del castello erano un vero labirinto.
Sentivano spesso qualche esplosione, la battaglia infuriava sopra di loro.
Harry stava combattendo contro Rodulphus Lentrange. Era un osso duro, ma il moro
non aveva intenzione di mollare. Doveva salvare Jessica.
Ad un certo punto senza preavviso il Mangiamorte cadde a terra schiantato.
“Ma che diavolo…” gridò Harry, ma le parole gli morirono in gola, quando vide il
terzetto che si trovavo poco più in la di dove c’era prima il Mangiamorte.
Tutti e tre gli sorridevano, Harry avanzò velocemente verso di loro come in
trans. Era completamente shockato. Abbracciò e baciò velocemente Jessica e poi
volse lo sguardo verso il padrino.
Gli mise le mani sulle spalle, gli toccò i lunghi capelli neri, sfiorò la sua
guancia e gli prese le mani, come se volesse vedere se era lì veramente, infine
lo abbracciò. Una sensazione indescrivibile pervase il cuore di Harry, un misto
di sollievo, felicità, riconoscimento. Si sentì un singhiozzo soffocato e Sirius
accarezzò gli ispidi capelli di Harry.
“Sei tornato, sei tornato veramente?!” disse Harry, staccandosi dal padrino.
“Sì Harry, sono tornato” rispose Sirius, sorridendo.
“E non mi lascerai più?”
“No Harry, non lo farò”
“Grazie” sussurrò il ragazzo, rivolse i suoi splenditi occhi, in quel momento
estremamente lucidi, verso Jessica e sorrise. “Sei salva, amore mio, sono stato
tanto in pena” disse Harry, per poi baciarla di nuovo.
“Dobbiamo uscire da qui” disse dolcemente Remus, indicando le scale in fondo al
corridoio.
Gli altri tre annuirono e si incamminarono con la bacchetta pronta per ogni
evenienza.
Salirono un’altra rampa di scale e finalmente arrivarono a quello che sembrava
il piano terra. C’era un gran salone dove Mangiamorte e membri dell’Ordine
stavano combattendo
L’Ordine era palesemente in svantaggio quindi si buttarono nella mischia
tentando di riequilibrare la situazione. Tutti rimasero molto scioccati nel
vedere Sirius, ma continuarono a combattere.
Nella Sala vi erano tutti i membri dell’Ordine che Jessica conosceva, tutti
tranne uno, Silente.
Schivò per miracolo un Anatema che Uccide e con un po’ di fortuna schiantò il
Mangiamorte.
“Dove è Silente?” chiese Jessica a Tonks, una volta che l’Auror l’aveva
raggiunta.
“È sparito poco dopo che siamo arrivati qui, penso che stia combattendo con
Tu-Sa-Chi!” le rispose Tonks.
“Ma non avete visto dove….” Iniziò Jessica, ma fu interrotta dal grido di
Tonks ”REMUS!” gridò la giovane Auror, Jessica si voltò all’istante e
vide Remus cadere a terra. Le due ragazze corsero da lui, Jessica si sostituì a
Lupin nel duello, mentre una proccupatissima Tonks si inginocchiò accanto a lui
per assicurarsi delle sue condizioni. Ma qualche istante dopo balzò di nuovo
accanto alla ragazza e schiantò il Mangiamorte.
“Come sta, Remus?” chiese preoccupata Jessica
“Vieni è solo schiantato” disse Tonks, tornando dal Lupo Mannaro per farlo
rinvenire. Jessica si diede una rapida occhiata in giro. Ora era l’Ordine della
Fenice ad essere in vantaggio, scorse Harry e Sirius che combattevano spalla a
spalla poco lontano da lei, stava per raggiungerli quando la voce sentì la voce
di Lupin. “Jess! Attenta!” gridò l’ex professore.
La ragazza sentì un colpo alla schiena e cadde a terra, qualcuno la prese per la
gola e la fece alzare, mentre le puntava la bacchetta nelle costole.
“Non vi avvicinate o la uccido!”disse la voce di Greyback a Tonks e Lupin,
mentre quest’ultimo si alzava.
“Non osare farle del male! Non devi nemmeno toccarla” disse Lupin, arrabbiato.
“Che c’è Remus? Non vuoi che la faccia diventare un Lupo Mannaro come noi?
Potresti essere la mia Lupacchiotta, piccolina” disse Greyback, annusando i
capelli della ragazza.
“Lasciala! Ce la vediamo io e te da soli! Lei non centra!” gridò Lupin
“Bè credimi Remus, l’ultima volta che ci siamo incontrati ti ho fatto solo del
bene! Credimi figlio mio, dovresti essere fiero di quello che sei!” rispose
Greyback.
“Hai rovinato la mia vita e quella di molti altri bambini e pagherai per questo!
Dopo stanotte non farai più del male a nessuno!” disse Lupin, riprendendo il
controllo di se.
“Non capisco proprio cosa di trovi di speciale in lui, piccola” disse Greyback,
per poi leccare il collo e la guancia della ragazza.
“Non la toccare!” gridò Lupin.
“Lasciala!” strillò Tonks.
“Come volete” disse infine Greyback, e fece fare un gran volo alla ragazza che
cadde sulla pietra dura e fredda. Due braccia la sollevarono nuovamente, ma
questa volta era stato Sirius.
“Come stai?” le chiese “Ti sei fatta male?”
“No… non credo… Ahia! Ok si… mi fa male il polso” mugugnò Jessica.
“Ok, facciamo così allora” disse Sirius e le fasciò il polso con un incantesimo.
“Meglio, grazie. Dov’ è Harry?” chiese Jessica.
Sirius si voltò, aveva lasciato Harry da solo per correre da Jessica. Lo vide
uscire dalla Sala e assieme a Jessica gli corse dietro. “Harry?! Dove diavolo
vai?” disse Sirius, una volta che lo ebbero quasi raggiunto.
Harry si voltò. “Voldemort… È qui vicino, lo so… lo sento” disse Harry.
“Dai Harry, lascia stare, dobbiamo andarcene di qui!” disse Sirius, preoccupato.
Lui sarebbe stato il primo a buttarsi nella mischia, ma aveva paura che
succedesse qualcosa ai due ragazzi quindi era deciso a portarli al sicuro, ma
Harry non sembrava ascoltarlo. “Voglio trovarlo! Devo mettere fine a tutto
questo!” disse Harry.
Camminarono per qualche istante, poi Harry si fermò mettendosi la mano sulla
cicatrice.
“È vi-vicino” disse Harry. Jessica lo abbracciò “Chiudi la mente Harry, estranea
il dolore dal tuo corpo” sussurrò la ragazza. Harry la strinse forte ed
incredibilmente il dolore diminuì.
“Ce l’ho fatta!” disse Harry “E solo per merito tuo!”
“E brava la nostra Jess” disse Sirius, sorridendo.
Camminarono ancora per qualche istante e poi fu il turno di Sirius a fermarsi.
“Ma che st…” iniziò Harry, ma Sirius si mise un dito sulla bocca in segno di far
silenzio. Lentamente tornò indietro di qualche passo dove Jessica notò che c’era
un cubicolo come quello dove vi si era nascosta lei qualche ora prima. Con un
gesto fulmineo Sirius tirò fuori dal cubicolo una persona vestita di nero. Era
piccolo e grasso, Jessica ed Harry lo guardarono stupiti, era Peter Minus.
“Allora Peter… Che piacere rivederti… Non ti stavi mica nascondendo?” disse
Sirius, puntandogli addosso la bacchetta. “Si-sirius… Mi avevano detto che eri
morto” disse Minus.
“No Peter, per tua sfortuna no, ma temo che fra poco tu farai quella fine”
rispose Sirius.
Harry si avvicinò Minus e con l’aiuto di Sirius lo alzarono e lo sbatterono
contro il muro.
“Dove è Voldemort?” chiese Harry.
“I-io non lo so” rispose Minus.
“Risposta sbagliata, Peter” disse Sirius, stringendo la mano attorno al suo
collo.
“Davvero non lo so” ripeté Minus, con il respiro affannato.
“Che dici Sirius?! Magari con una Maledizione Cruciatus gli viene in mente”
disse Harry, guardando il Mangiamorte con puro odio e disgusto.
“No no... vi prego… Io penso che sia in fondo al corridoio, la porta la in
fondo… co-combatteva con Silente” disse Minus, spaventato.
“Grazie mille… Crucio!” disse Harry. Minus gridò di dolore qualche
istante, ma Harry fece smettere quasi subito la maledizione.
“Andate ragazzi, di lui mi occupo io” disse Sirius, con un mezzo sorriso sul
volto.
I due ragazzi annuirono e continuarono a percorrere il corridoio.
“Ci siamo, il dolore si fa più forte” disse Harry, aggrappandosi alla ragazza.
“No, amore mio. Elimina il dolore dalla tua mente o non ce la farai mai” ripose
Jessica.
“Non ci riesco” mugugnò Harry.
“Tu puoi fare tutto, devi solo volerlo” gli disse Jessica, dandogli un piccolo
bacio sulla guancia.
“Grazie” disse Harry “Cosi va meglio, come farei senza di te?”
“Ricordi Harry, io sono colei che ti aiuterà” disse Jessica, sorridendo.
“Hai ragione!” rispose Harry deciso “Devo farcela, devo riuscirci per dare un
mondo migliore alle persone che come noi hanno sofferto! Perché in guerra tutti
soffrono e questa guerra deve finire! E stasera metterò fine a questa guerra!
Perché sono io che lo devo uccidere! Andiamo!”
“Sì, andiamo! Bombarda!”disse Jessica, facendo esplodere la porta in
mille pezzi.
“Dovevi proprio farla esplodere?” chiese Harry.
“Si, così è più teatrale, non ti sembra?”
Harry sorrise per l’ultima volta, prese per mano la ragazza ed entrarono nella
stanza.
Entrarono in una sala meno grande di quella di prima, ma comunque abbastanza
estesa. C’era un gran casino, oggetti distrutti sul pavimento, segni di
incantesimo. C’erano gli evidenti segni di una battaglia. Li nel mezzo che si
scrutavano c’erano Voldemort e Silente.
“Bene bene… Potter e Smith” sibillò Voldemort.
Silente si voltò ed ordinò ai due ragazzi di andarsene.
“No, ora tocca a me” disse Harry, deciso.
“Non sei ancora pronto Harry” disse Silente.
“Non è pronto per cosa Silente? Per uccidermi? Bè mettiamolo subito alla prova
Avada Kedavra!”
“NO!” gridò Jessica, si parò davanti ad Harry lo abbracciò ed un campo di forza
li avvolse, la maledizione venne respinta e mancò per un soffio Voldemort.
“Oh molto bene, Smith! Molto coraggiosa” disse Voldemort. Jessica lasciò il
ciondolo che Sirius le aveva regalato ed il campo di forza sparì.
“Allora… Siete tre contro uno, vediamo cosa sapete fare” disse Voldemort “Anzi
no, facciamo tre contro due” continuò sfiorandosi l’avambraccio ed all’istante
Bellattrix Lenstrange apparve accanto a lui.
“Quella brutta oca è mia!” disse Jessica, ora le avrebbe fatto pagare tutto
quello che per colpa sua aveva sofferto. La battaglia iniziò, Silente (che
sembrava molto indebolito) ed Harry affrontarono Voldemort, mentre Jessica e
Bellatrix si davano battaglia a loro volta.
“Bene Bellatrix, ora ti è concesso tentare di farmi male, ma non ce l’ha farai!”
disse Jessica.
“La vedremo! Crucio!”
Jessica schivò la maledizione e ne scagliò una a sua volta che colpì la
Mangiamorte in pieno. Sirius era tornato, ma la voglia di vendetta nei confronti
di Bellatrix non era minimamente mutata.
Continuarono con le maledizioni. Jessica se la cavava bene, riusciva a tener
testa alla Mangiamorte.
Evitando un Anatema che Uccide finì addirittura nel corridoio. Purtroppo però
inciampo e cadde rovinosamente a terra. In pochi secondi Bellatrix la sovrastava
con la bacchetta puntata contro di lei e con aria di vittoria. “Bè direi che
questa è la tua fine Smith! Quindi… Addio… Avada…” disse Bellatrix.
“BELLATRIX!!” gridò un uomo facendo rimbalzare la sua voce per tutto il
corridoio buio.
“Tu! Tu dovresti essere morto!” disse Bellatrix incredula, vedendo Sirius che
correva verso di loro. Si dimenticò completamente di Jessica e puntò la
bacchetta contro il cugino.
“Bè mi dispiace, ma sono vivo, tu piuttosto sei morta!” rispose Sirius.
“Addio Bellatrix! AVADA KEDAVRA!” gridò Jessica. La Mangiamorte non fece
nemmeno a tempo a rendersi conto di quello che stava succedendo. Cadde a terra
inanime.
Sirius aiutò la ragazza ad alzarsi. I due guardarono un attimo il corpo senza
vita di Bellatrix Lenstrange disteso sul freddo pavimento con gli occhi ancora
aperti.
“Ho appena ucciso una persona” sussurrò Jessica, rendendosi pienamente conto di
quello che aveva fatto “Sono un assassina” si disse ancora.
“No che non lo sei, però la dovevi lasciare a me!”
“No! Io dovevo farlo, lei ti ha portato via da me per tutto questo tempo, dovevo
vendicarmi! Quello che ho fatto è stato giusto” disse Jessica.
Sirius l’abbracciò, capiva che per una ragazza di sedici anni era difficile
rendersi consapevole di aver tolto la vita ad una persona. Anche Sirius era un
po’ scosso, lui aveva appena combattuto ed ucciso Minus, erano quindici anni che
aspettava quel giorno, ed ora che quel traditore non viveva più si sentiva
felice, sollevato ma allo stesso tempo abbastanza scosso.
“Ora manca solo Piton” disse Jessica, staccandosi da Sirius come in preda ad
una furia omicida.
Sirius scosse la testa e le chiese dove era Harry. Jessica lo prese per un
braccio e lo porto nella stanza dove vi era Voldemort che stava combattendo con
Harry e Silente. Il mago oscuro evitò uno Schiantesimo di Harry ed un potente
incantesimo di Silente.
“Oh molto bene, perô Silente mi sembri un po’ stanco” disse Voldemort,
ansimando.
“Non sono più giovane come un tempo, Tom. Ora mi affatico più facilmente”
rispose Silente.
“Allora dovresti sederti!” disse Voldemort e con un gesto della bacchetta
Silente vene scaraventato a due metri di distanza, incredibilmente atterrò in
piedi, ma dopo qualche istante perse l’equilibrio e cadde. Jessica e Sirius
corsero subito da lui per aiutarlo.
“Non così in fretta Black!” disse Voldemort, ed anche Sirius fece un volo di un
paio di metri all’indietro, picchiò la schiena contro il muro di pietra e si
afflosciò a terra svenuto.
“SIRIUS!” gridò Jessica.
“Oh tranquilla Smith! Se abbiamo fortuna è ritornato nel mondo dei morti” disse
Voldemort, con un sorriso maligno. “Bastardo!” strillò Harry e ricominciarono a
combattere. Jessica era in piedi senza sapere che fare, aiutare Silente, Sirius
o Harry? Rimase come paralizzata per qualche secondo poi decise di soccorrere il
preside. Raggiunse Silente che era ancora a terra.
“Sono proprio diventato vecchio” disse Silente, rialzandosi con l’aiuto della
ragazza.
“Ce la fa signore?!” chiese Jessica guardando Harry dalla parte opposta della
sala che combatteva con Voldemort. “Sì, dobbiamo aiutare Harry” disse Silente,
ma si vedeva palesemente che era debole. Jessica lanciò un incantesimo a
Voldemort che lo mancò, ma fu abbastanza per distrarlo, così che poté
avvicinarsi. “Aggiusta la mira Smith!” disse Voldemort, scagliandole un
incantesimo, che la mancò per un soffio e in quella frazione di secondo Harry
riuscì a disarmare il Signore Oscuro.
“No!” esclamò Voldemort, vedendo la bacchetta che rotolava a tre metri di
distanza da lui.
“Questa è la tua fine, Tom” disse Jessica, stringendo la mano ad Harry.
“Ne sei così sicura? Accio Bacchetta” e la bacchetta tornò nelle sue
mani. I due ragazzi rimasero sorpresi ma non si abbatterono. In quel momento
nella sala entrò Severus Piton, che con un’occhiata capì tutto quello che stava
succedendo. “Padrone dobbiamo andarcene! L’Ordine della Fenice sta superando il
muro di Mangiamorte” disse Piton.
“Se-severus… perché?” disse Silente, appoggiandosi al muro.
“Perché? Perché ho fatto mia scelta, non sono mai stato con te, non sono mai
stato dalla tua parte, stupido vecchio!” disse Piton, con disprezzo.
“Ma Seveus….”
“Zitto!”
“Non dovevi…” iniziò Silente.
“Oh detto zitto! Avada Kedavra!” gridò Piton
“NO!” strillò Jessica “Accio Silente!” con l’incantesimo della ragazza
Silente volò verso di lei ed il raggio verde lo mancò. Il preside franò sulla
ragazza e svenne. Ma almeno grazie alla freddezza della ragazza si era salvato.
Jessica riuscì a toglierlo di dosso e si alzò con l’aiuto di Harry.
“Ora direi che siete voi in svantaggio” disse Voldemort.
Jessica e Harry si misero schiena contro schiena guardando in faccia il loro
rivale.
“Comunque vada sappi che ti amo, Jess” disse Harry, stringendo la mano della
ragazza.
“Ti amo, anche io Harry” rispose Jessica.
“Patetico” disse Voldemort, disgustato.
I due ragazzi ricominciarono di nuovo a battagliare. Piton era un osso molto più
dure della Lentrange e Jessica si stava indebolendo sempre di più. Voldemort e
Piton lanciarono una maledizione Cruciatus che colpì quasi contemporaneamente i
due ragazzi che iniziarono a contorcersi e gridare di dolore.
“Addio Smith” disse Piton, guardando la ragazza a terra che si contorceva “Avada
Kedavra”
Un lampo di luce verde scaturì dalla bacchetta di Piton, Jessica smise di
contorcersi per qualche istante ed improvvisamente mentre il raggio mortale la
stava raggiungendo una barriera di forza la avvolse. L’Anatema venne respinto
dalla barriera e colpì Piton. Il Mangiamorte fece un volo di tre metri per poi
fermarsi sul freddo pavimento, morto.
“No! No! no! no!” gridò Voldemort, vedendo il suo più fidato Mangiamorte disteso
a terra senza vita.
“Crucio! Crucio! Crucio!” gridò di nuovo il Signore Oscuro. Colpendo i
due ragazzi che tornarono a contorcesi di dolore, gridando, uno accanto a
l’altro.
Le mani di Harry e Jessica si sfiorarono appena e i due ragazzi si sollevarono
per aria sotto lo sguardo incredulo del Oscuro Signore. Una luce argentea
avvolse i due innamorati che si propinò per tutta la stanza accecando Voldemort.
Il Signore Oscuro sentì quella sensazione che tanto odiava, che lo faceva
sentire così debole. Era amore, sentiva amore dappertutto e si propagava per il
suo castello, avvolgendo tutto e tutti. La luce si dissolse e poté vedere Black
e Silente che erano rinvenuti, in piedi e combattivi. Dove diavolo era finito
Harry Potter? Si chiese Voldemort guardandosi in giro.
“Ehi Tom!” disse la voce di Jessica.
Voldemort di voltò di colpo, ebbe il tempo di vedere i due ragazzi sorridenti
alla sue spalle che si tenevano per mano. “Avada Kedavra” disse Harry e
da li Lord Voldemort non vide più niente.
“È finita” disse Harry, sospirando. Abbracciò e baciò la ragazza “Ce l’ho fatta,
grazie a te” continuò Harry mentre una lacrima solitaria percorse il suo viso.
Lei gli regalò uno dei suoi più belli sorrisi, fece passare la mano sulla
guancia del ragazzo e lo abbracciò di nuovo. “Bè era scritto” disse infine
Jessica.
Jessica si inginocchiò accanto al corpo di Voldemort. “Addio Tom” disse Jessica,
per poi chiudergli gli occhi con la mano. Alzò gli occhi e vide Sirius che la
guardava preoccupato. Jessica sorrise e fece così anche il padrino. La ragazza
si alzò e praticamente saltò in braccio a Sirius, che la strinse forte a se.
“Cosa è successo?” chiese Silente ai due ragazzi mentre uscivano dalla Sala e si
lasciavano alle spalle tutte le morti e tutto il dolore. Harry e Jessica
raccontarono al preside l’accaduto. Lui alla fine sorrise.
“La forza dell’amore. Non esiste niente di più potente” disse Silente.
Tutti sorrisero “E ora torniamo a casa” disse Harry, mettendo un braccio sulla
spalle di Jessica.
Tornarono
nella sala dove si era svolta la battaglia, i Mangiamorte rimasti erano legati
al centro di essa. I membri dell’Ordine della Fenice andò incontro al gruppetto.
“Allora che è successo?” chiese Malocchio Moody.
“È finita. Lord Voldemort è morto” annunciò Silente.
“Assieme a Severus Piton e Bellatrix Lenstrange” disse Jessica.
“E senza dimenticare Peter Minus” aggiunse Sirius.
“Davvero?” chiese Lupin.
“Sì Lunastorta, giustizia è fatta” rispose Sirius.
Si sentirono i Mangiamorte borbottare tristemente, il Marchio Nero era scomparso
dal loro avambraccio.
“Qui state tutti bene?” chiese Silente.
“Sì! È strano però… Ad un certo punto ero molto debole e poi mi sono sentito
pieno di forza” disse Kingsley Shacklebolt.
Silente sorrise “È stato l’amore, l’amore dei ragazzi. Ora informiamo il
Ministero e torniamo ad Hogwarts, così vi racconteremo cosa è successo… Come
Jessica mi abbia salvato la vita, come Harry ha messo fine alla guerra e come ha
fatto Sirius a tornare da noi” disse Silente. Tutti sorrisero e si strinsero
attorno a Sirius per dargli il cosiddetto bentornato. Poi improvvisamente Tonks
saltò al collo di Lupin e lo baciò con foga. Tutti rimasero interdetti e molto
sorpresi.
“Tonks io…” mormorò Lupin, visibilmente imbarazzato.
“Oh smettila Remus! Ora che è tutto finito non voglio più essere respinta! E ti
ho gia detto che non mi importa se sei troppo vecchio oppure se sei un Lupo
Mannaro o ancora se sei povero! Io ti amo, Remus e so benissimo che anche tu
provi qualcosa per me! Quindi smettila di fare il testone” disse Tonks.
Lupin era diventato paonazzo, ma si avvicino alla giovane Auror e la baciò
dolcemente.
Ci fu un applauso generale. Tutti i membri dell’Ordine fecero i complimenti ai
due neoamanti. Il più esuberante di tutti ovviamente fu Sirius, che diede forti
pacche sulla schiena a Remus con seguito di battutine. Così dopo il lieto
annunciò tornarono ad Hogwarts.
La notte era passata e si era trasformata in un tiepido giorno di Maggio. Era
pomeriggio inoltrato ed Harry e Jessica si trovavano in infermeria, benché loro
si sentissero bene Madama Chips aveva insistito per tenerli in osservazione.
“Penso che ora non potrai più nemmeno uscire di casa Harry” disse Jessica,
guardando la prima pagina del Profeta che Hermione stava leggendo seduta sul suo
letto.
La fine di Colui-che-non-deve-essere-nominato, Harry Potter un eroe per la
vita.
Questi erano i titoli che vi erano scritti in caratteri cubitali sul giornale.
Hermione sorrise e disse “Bè immagino che il numeri degli ammiratori sarà uguale
a tutta la popolazione inglese”
“Oh smettetela!” disse Harry e tutti quanti scoppiarono a ridere.
“Però dovevamo venire anche noi Harry, sinceramente non trovo giusto che tu ci
abbia tagliato fuori così!” disse Ron “Anche noi teniamo molto a Jess”
“Ron ha ragione, ti abbiamo sempre seguito ovunque” disse Hermione, severamente.
“Mi dispiace, è successo tutto molto in fretta” rispose Harry.
“Oh ma non disperate, se sarò ancora in pericolo di vita, prigioniera di un
potente Mago Oscuro lascerò disposizioni che solo voi due possiate venire a
salvarmi” disse Jessica.
E tutti ancora una volta scoppiarono in una fragorosa risata.
“Ehi guardate qui!” disse Hermione indicando un articolo di giornale.
“Fantastico!” esclamò Jessica. “Che c’è?” chiese Ron, curioso.
“Leggi! La riabilitazione di Sirius Black! Sciolto da tutte le accuse! Ha
passato 12 anni in prigione da innocente!” disse Jessica, mettendo il giornale
sotto al naso del ragazzo.
“Sono felicissimo per Sirius, non vedo l’ora di vederlo” disse Harry,
sorridendo, mentre Madama Chips li stava raggiungendo. “Allora! Come vi
sentite?” chiese l’infermiera.
“Benissimo!” rispose in coro Harry e Jessica.
“Mmm… bè direi che ora potete andare” disse e tornò nel suo ufficio.
I quattro amici uscirono qualche istante dopo dalla l’infermeria diretti in Sala
Comune.
“Bè preparatevi al bagno di folla” disse Ron.
“Ehm… Io arrivo su dopo, voglio andare veloce da Remus!” disse Jessica.
“Ok, ma questa volta… Per favore, vacci veramente!” disse Harry, baciandola
sulla guancia.
“Sì, direi che ho imparato la lezione” rispose Jessica. Si congedò dagli amici e
si diresse verso l’ufficio di Lupin. La porta era aperta, Jessica si appoggiò
sul telaio di essa mentre guardava il professore occupato su dei fogli.
“Allora, a quanto pare piace molto alle giovani ragazze” disse Jessica.
Lupin alzò la testa e sorrise, poi si diresse verso Jessica e la abbracciò.
“Come stai Jess?!” chiese una volta che si era allontanato da lei.
“Oh io bene, il polso è andato a posto, nessuna conseguenza delle Cruciatus. Ma
tu invece come stai? E Tonks dove è?” rispose Jessica.
“Io sto bene grazie e anche Tonks ora è al lavoro, ma ha detto che stasera
tornerà al castello” rispose Lupin, sorridendo.
“Eh chissà le follia che avete fatto stanotte, quei poveri quadri non avranno
nemmeno potuto dormire” disse la ragazza, dandogli una leggera gomitata in
pancia.
“Ma smettila!” rispose Lupin, visibilmente imbarazzato.
“Oh guarda sei tutto rosso… ahahahahah… No comunque tornando seri, sono molto
molto felice per voi due” rispose Jessica, si avvicinò a Lupin e gli schioccò un
bacio sulla guancia “Lei è quella giusta per te”
Lupin sorrise e fece notare a Jessica che c’era la porta aperta.
“Uffa Remus, ora non ti posso più nemmeno dare un bacio sulla guancia per
complimentarmi della tua scelta?” disse Jessica, sbuffando.
“Bè finchè non vede nessuno sì”
“Sei un ingrato” rispose Jessica, facendogli una linguaccia.
“Non è vero!”
“Lascia stare, con voi uomini è inutile discutere. Comunque Sirius, dove è?”
“Mmm.. ha detto che andava giù al lago” rispose Lupin. La ringraziò e si avviò
verso la porta, una volta all’uscita si voltò verso Lupin “Approposito, Greyback?
Che fine ha fatto?”
“Azkaban” rispose semplicemente Lupin “E con Piton e la Lenstrange?”
“Bè Piton ha fatto tutto da solo e della Lenstrange non mi va di parlarne”
rispose Jessica.
“D’accordo, ma se mai vorrai parlare io sono qui, sempre” disse Lupin.
“Lo so e ti ringrazio” disse Jessica, per poi andarsene.
Una volta uscita nel parco riuscì quasi subito a scorgere Sirius che era seduto
in riva al lago.
Gli arrivò alle spalle e lo abbracciò, Sirius si spaventò leggermente ma poi
sorrise vedendo la ragazza.
“Siediti” le disse.
“Non sei venuto a trovarmi in infermeria” disse Jessica.
“Sono dovuto andare al Ministero” spiegò Sirius.
“Lo sono non ti preoccupare, non c’era bisogno che tu venissi”
“Avrei voluto.. Comunque come stai? E Harry come sta lui?” chiese Sirius.
“Stiamo tutto bene, e tu da uomo libero? Come ti senti?”
“È fantastico” rispose Sirius, con occhi sognanti.
Jessica sorrise e si alzò, si mise le mani in tasca mentre guardava il tramonto.
Sentì stranamente in tasca un oggetto di metallo, si chiese cosa potesse essere
e poi si ricordò del piccolo angelo di metallo che aveva ricevuto per il
compleanno.
“Sirius?”
“Sì?” disse l’uomo, alzandosi.
“E questo? Sei stato tu vero?” chiese Jessica, mettendogli davanti al naso la
statuina.
“Sì” rispose Sirius, sorridendo e ne tirò fuori uno uguale dalla sua tasca.
“Sai, questa statuina mi ha dato forza quando ero prigioniera di Voldemort e il
tuo ciondolo mi ha salvato la vita quando Piton stava per uccidermi, tutto
quello che tu mi dai diventa prezioso e indispensabile per me! E ora sei qui
accanto a me e questo è il più bel desiderio che si potesse avverare” disse
Jesssica, mentre Sirius sorrideva.
“Bè tu sei il mio angelo, non potevo perdere una cosa così preziosa” rispose
Sirius.
“No Sirius, tu sei il mio angelo! Il mio Angelo Custode che è volato da me per
salvarmi” disse Jessica. Sirius la guardò commosso, grazie a lei era riuscito a
tornare di nuovo nel mondo. Jessica si avvicinò al padrino e lo abbracciò, lui
la strinse forte a se.
“Ti voglio bene, Sirius”
“Anche io”
“Grazie di essere tornato da me” disse infine la ragazza, restando abbracciata
al padrino finchè il sole non sparì dietro le montagne di Hogwarts.
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FINE!!!!!!!!!
ECCO FATTO!! LA STORIA È FINITA!! CHE NE PERSATE??
SPERO CHE VI SIA PIACIUTO E SPERO CHE MI LASCERETE UN COMMENTO!!
GRAZIE MILLE A TUTTI QUELLI CHE HANNO COMMENTATO IN PRECEDENZA...
ALLA PROSSIMA... BACI HERMCH!!!