Capitolo 31: Tutto risolto?
Rufy era rimasto profondamente colpito dalle
parole di Nami, tanto che si lasciò cadere a terra a
peso morto.
Guardò un punto fisso per diverso tempo, finchè
non sentì una leggera pressione sulla spalla-
“Rufy-san, stai bene?” chiese Brook
preoccupato per il suo capitano.
Non lo aveva mai visto in quello stato e non provò nemmeno a chiedere se
avesse trovato e parlato con Nami, in quanto la
risposta fosse lampante.
Poco dopo anche Usopp e Chopper raggiunsero i due
e presero a raccontare a Rufy quanto avevano scoperto
da Lily.
Avevano accettato tutti la faccenda dello scambio dei corpi, in quanto,
durante un racconto più dettagliato da parte della ragazza, tutti loro avevano cominciato a ricordare
qualcosa. Alcuni di loro ricordarono certi avvenimenti, gli altri invece
provarono più che altro sensazioni, cioè cosa avevano provato nel sentirsi nel
corpo di uno dei loro compagni.
Rufy però non disse niente, non reagì, non
fece nemmeno una minima smorfia che lasciasse intendere una minima reazione da
parte sua. Rimase silenzioso e perso nei suoi pensieri, anche durante il
ritorno alla Sunny.
“Aho, ecco il nostro capitano!Super!” disse Franky convinto che le cose si fossero sistemate per il
meglio, ma quando si accorse dell’aria scura del capitano e dell’assenza di Nami, comprese che le cose non erano andate come tutti
avevano sperato.
“Dov’è la nostra navigatrice?” chiese il cyborg.
Brook, Chopper e Usopp
scossero la testa “Robin-san e Zoro-san
sono ancora alla sua ricerca!” disse il musicista mentre osservava il capitano
allontanarsi.
“Ehi Rufy!” cominciò Sanji
“Io volevo…” il cuoco non riuscì a terminare la frase
che la porta della cabina dei ragazzi sbatté violentemente, facendo scomparire
dietro di sé il capitano.
“Rufy e Nami non hanno
chiarito, vero?” chiese preoccupata Lily.
“Non so cosa sia successo, ma è evidente che la questione del bacio non sia
terminata con la scoperta della verità!” disse Usopp
sedendosi a terra sconsolato.
Robin e Zoro riuscirono a trovare Nami in poco tempo, grazie al potere dell’archeologa, la quale
aveva disseminato occhi per tutta l’isola per facilitare le ricerche.
Trovarono la loro compagnia in mezzo alla foresta, appoggiata ad un albero,
vulnerabile a qualsiasi bestia affamata che poteva trovarsi in quel luogo.
“Nami!” chiamò Robin avvicinandosi alla ragazza,
facendole levare la testa in modo che la guardasse.
“R-Robin, Zoro! Andate
via, non voglio vedere nessuno!” disse la navigatrice con la voce rotta dal
pianto.
“Invece ci ascolti! Dobbiamo parlarti!” disse Zoro
con poco tatto.
Nami lo fulminò con lo sguardo e disse “Se
avete intenzione di farmi cambiare idea sulla mia decisione di lasciare la
ciurma, potete girare i tacchi e andarvene. Non cambierò idea, non voglio più
rivedere quel…quel…” cercò di trovare qualche insulto
riferito a Rufy, ma la verità era che non ci riuscì e
di fatto chinò la testa lasciando interminata la frase.
I suoi compagni sussultarono a quelle parole, in quanto non ne sapevano
niente.
“Tu vuoi lasciare la ciurma? Ma ti è dato di volta il cervello? Non
possiamo proseguire senza di te!” disse Zoro alzando
la voce.
Nami si alzò di manca la vostra navigatrice,
voi non potete proseguire il vostro viaggio, vero?”
Zoro la guardò con aria seria “Esatto. Senza
di te non possiamo proseguire, ma non perché ricopri il ruolo di navigatore, ma
perché ormai fai parte della ciurma, di questa assurda famiglia e nessuno di
noi avrà intenzione di lasciarti indietro, non se il motivo è uno stupido fraintendimento. Rufy non te lo permetterà!”
“Prima di tutto sono adulta e vaccinata e nessuno mi deve dire cosa devo
fare e secondo a Rufy non importa niente di me. Se
gli importasse non avrebbe baciato Lily. Né davanti ai miei occhi, né dietro le
spalle!” urlò la ragazza, stringendo i pugni quasi a farsi male.
Zoro sbuffò e disse “Nami,
Rufy ha baciato Lily a sua insaputa! Non era il vero Rufy!” disse infine sperando di calmare la navigatrice.
“Cosa vorresti dire?” disse la ragazza sgranando gli occhi.
“Abbiamo scoperto cosa è successo!” disse Robin posando una mano sulla
spalla della compagna.
“è stata Lily a raccontarvi tutto questo?” Baggianate!” disse Nami, dopo essere venuta a conoscenza di quanto avvenuto,
per niente convinta “Non credo a questa storia, soprattutto se è uscita dalla
sua bocca!” disse la ragazza contrariata.
Robin provò a farla ragionare “Ricordi che fin da subito abbiamo notato
qualcosa di strano in quest’isola? Che il comportamento degli abitanti era a
dir poco bizzarro? La spiegazione stava nel semplice fatto che nessuno si
trovava nel suo vero corpo!”
“Si Robin, ricordo quanto successo e anche quanto abbiamo affermato sulle
varie possibilità che potevano aver causato quello strano fenomeno, ma non è allo scambio dei corpi che non credo,
ritengo che possa essere una cosa possibile. Semplicemente non credo ci sia
successo niente di tutto ciò per il semplice fatto che io non ho mai indossato
i panni di nessun altro!”
“Oh si che lo hai fatto e come te, tutti noi!” disse Zoro
“Posso anche dimostrartelo! Purtroppo per me, ho ricordato cose che avrei
preferito non sapere mai!” disse con faccia schifata.
Nami incrociò le braccia, scettica “Vediamo
allora!”
“Due giorni fa mi sono risvegliato in un letto che si trovava all’interno
di una costruzione abbandonata, situata su di una scogliera. Accanto a me,
dormiva Rufy nudo e non era il solo a non indossare niente, ma anche io ero privo
di qualsiasi indumento, solo che il mio corpo non era il mio, ma il tuo! In
poche parole, so cosa avete combinato tu e Rufy in
quella casa quella notte e lo sa anche Sanji, in
quanto era lui a trovarsi nel corpo di Rufy in quel
momento!” raccontò serio Zoro, percorso da dei
brividi di ribrezzo a ricordare quei momenti “E se non ti basta, posso anche
dirti dove hai dei succhiotti!” disse Zoro con un
ghigno divertito.
Nami diventò bordeaux per la vergogna e pregò Zoro di smetterla, sentendosi estremamente in imbarazzo.
Con Robin non c’era problema se veniva a saper certi dettagli dalla sua vita
amorosa, in quanto era la sua migliore amica, ma sapere che Zoro
era a conoscenza di particolari, che avrebbe voluto nascondere a lui e a tutto
il resto del mondo, la mise in agitazione, ma allo stesso tempo, questo la
convinse dell’autenticità della storia.
“Q-quindi anche S-sanji
sa…insomma che io e Rufy
abbiamo …cioè Sanji ha
preso il corpo di Rufy?” chiese Nami
rossa in volto.
Zoro annuì.
“Pensaci Nami…” cominciò Robin “Se ti sforzi,
anche a te possono tornare in mente delle cose. Se non situazioni che hai
vissuto, delle sensazioni!”
Nami chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi.
Sperava vivamente di ricordare qualcosa, così avrebbe avuto la massima certezza
che quanto dicevano, era vero. “Non ricordo nient’altro se non un senso di
disagio, come se non fossi realmente me stessa!”
“Sembra che tu fossi nel mio corpo!” disse Zoro
alzando le spalle.
Nami ignorò completamente quanto avesse
affermato lo spadaccino e sconvolta si portò le mani a coprire la bocca. “Q-Quindi
Rufy non mentiva quando diceva di non sapere perchè avesse baciato Lily!”
Robin e Zoro annuirono “Ora che sai la verità,
possiamo anche tornarcene alla Sunny e mettere una
pietra sopra a questa faccenda!” disse Zoro
incamminandosi, per poi fermarsi nuovamente, quando si accorse che Robin e Nami erano rimaste immobili, quest’ultima nuovamente seduta
a terra con il volto coperto dalla mani.
Robin con aria preoccupata, si rivolse allo spadaccino chiedendogli cortesemente
di lasciarle da sole. Essa si sedette accanto all’amica e le accarezzò con un
tocco gentile la schiena.
“R-Robin, c-cosa ho fatto?”
“Qualunque cosa sia successo, vedrai che si sistemerà. Se hai litigato con Rufy, sono convinta che lui capirà le tue ragioni!” disse Robin
nel vano tentativo di consolarla.
Namis scosse la testa “No, tu…tu
non puoi capire. L’ho trattato malissimo e detto lui cose cattive!” disse
iniziando a piangere “Ho rinnegato davanti a lui il giorno in cui mi sono unita
alla sua ciurma, accettandolo come capitano e amico e…”
il pianto della ragazza da calmo divenne disperato, ma comunque ebbe il
coraggio di alzare lo sguardo verso la compagna “R-Robin,
cosa devo fare? L’ho ferito. L’ho ferito come lui aveva fatto con me. Volevo
che soffrisse come stavo soffrendo io!”
“Nami, possono essere anche volate parole
pesanti, ma la situazione non si può risolvere se rimani qui a disperarti. L’unica
soluzione e discuterne con lui, non credi?”
Nami si asciugò le lacrime, ma qualche
singhiozzò le scappò ancora “E se non volesse più rivolgermi la parola? Io non
lo fare se fossi in lui!”
Robin sorrise “In questo caso, per fortuna che lui non è te. Nami, stiamo parlando di Rufy,
potrebbe sentirsi offeso, ma non lascerà questa faccenda in risolta e
soprattutto non ti permetterà di lasciare la ciurma!” disse l’archeologa
spostandole i capelli che le si erano appiccicati al volto.
Nami abbassò lo sguardo “F-forse
hai ragione!”
Robin si alzò e allungando la mano, aiutò Nami ad
alzarsi, per poi tornare alla Sunny, dove la
navigatrice venne accolta a braccia aperte.
Lily timidamente si avvicinò alla ragazza e le disse “N-Nami,
è tutta colpa mia. I-io…mi dispiace, vorrei poter
rimediare e…”
“Puoi scommetterci che è tutta colpa tua!” L’aggredì Nami
“Non mi importa se in quel momento Sanji era nel
corpo di Rufy, mi interessa il fatto che non avresti
minimamente dovuto avvicinarti al mio ragazzo!”
Sanji si fece avanti “Nami,
non prendertela con Lily, non è solo colpa sua. Anche io ho le mie colpe.
Potevo non baciarla e…”
“Questo è poco ma sicuro. Dico io, ma cosa vi costava aspettare?”
“C-ci siamo lasciati trasportare!” disse Sanji cercando di difendere Lily, nonostante non si
ricordasse appieno di come si erano svolti i fatti.
“Risparmiatemi le vostre scuse! Ora ditemi dov’è Rufy!”
disse Nami adirata.
I ragazzi guardarono la navigatrice con aria spaventata e le indicarono la
cabina dei ragazzi, dove Rufy si era rinchiuso per
diverso tempo senza più uscirne.
Nami si fermò davanti alla porta col pugno alzato,
impaurita e non avendo il coraggio i bussare. Fu Usopp,
infatti, comparendole alle spalle, a bussare per lei, per poi svignarsela per
il timore di tirarsi dietro l’ira della ragazza.
Il cuore di Nami prese a battere velocemente, non
sentendosi ancora pronta ad affrontare il ragazzo.
Attese comunque il permesso di entrare, che però non arrivò.
Essa decise allora di aprire lentamente la porta cigolante, per vedere che
l’interno era illuminato da una piccola fiammella, quasi in procinto di
spegnersi.
Intravide la sagoma di Rufy, sdraiata su di un’amaca
con le braccia dietro la testa e il volto coperto dal cappello.
“R-Rufy!” disse Nami in
un sussurrò, ma ebbe la certezza che il ragazzo l’ebbe sentita, per il breve
sguardo che esso le aveva lanciato.
“Rufy io…non so
veramente cosa dire. Dire scusa mi sembra così poco e insignificante, io però…” cominciò Nami.
Rufy si mise a sedere e la guardò serio negli
occhi “Sei venuta a conoscenza di come stanno realmente le cose!”
Nami annuì.
“Hai creduto a questa storia e a me no. Come dovrei sentirmi secondo te?”
disse Rufy arrabbiato.
“Ecco io…” cominciò Nami
non sapendo cosa dire.
“Posso capire che ti sia sentita ferita per quel bacio, in quanto tutte le
circostanze erano contro di me, ma avresti dovuto credermi quanto ti ho detto
che non sapevo il perché si era venuta a creare quella situazione e soprattutto
avresti dovuto avere fiducia in me, Nami!”
“Quello che dici è vero, avrei dovuto avere fiducia in te, ma tu non sai
cosa ho provato. Mi sono sentita tradita e inoltre non sapevi darmi una spiegazione
di quanto è successo!”
“Infatti non sapevo cosa era successo!”
“Questo l’ho capito, ma scusa tanto se mi è sembrato solo un vano tentativo
di non spiegarmi il perché avessi baciato un’altra!” disse Nami
alzando la voce, per poi calmarsi. “Tu cosa avresti fatto se fossi stato al mio
posto?”
“Avrei continuato a cercare una spiegazione. Non ti avrei subito puntato il
dito contro, nonostante l’evidenza. Mi hai detto che mi ami l’altra notte, giusto? E per come la
vedo io amore non è una parola che si può dire alla leggera, ma la si esprime
quando davvero si prova qualcosa per un’altra persona e se avessi baciato un
altro, mi sarei scervellato per cercare un motivo per il tuo comportamento, se
poi avessi scoperto che non era colpa tua, tanto meglio!”
Nami si sentì piccola come una pulce a sentire
quelle parole. Lei non aveva minimamente cercato di trovare una spiegazione.
Per lei i fatti erano quelli e aveva subito condannato il ragazzo.
“Io non sono come te Rufy. Io se vedo una cosa,
non cerco spiegazioni, è quella e basta. Se vedo un oggetto rosso per me è di
quel colore, non vado a vedere se è il tipo di luce che da quel tipo di
colorazione. E quando ho visto te e Lily attaccati, non sono riuscita a dirmi
che forse le cose non erano come i miei occhi vedevano. Da quando sono bambina
ho sempre dovuto difendermi da quanto
vedevo o da quanto sentivo. Fermarmi a pensare se le cose stavano realmente
come le percepivo o meno, poteva essere pericoloso e non mi sono mai pentita di
questo mio modo di fare. Non ho mai voluto dare una seconda chance alle cose che
mi succedevano intorno, nè a chi ai miei occhi mi
tradiva, quindi capisco perfettamente se tu, non voglia dare una seconda chance
a me!” disse Nami abbassando la testa.
Rufy si alzò completamente e si avvicinò alla
ragazza “Non ho mai detto questo Nami, né ti lascerò
abbandonare questa ciurma. Quando ci siamo messi insieme, avevamo pensato che
tra noi le cose sarebbero potute andare male e abbiamo deciso che in qualsiasi
modo sarebbe andata a finire la nostra storia, non avresti lasciato la ciurma e
invece è stata la prima cosa che hai fatto. Ora che sei tornata e suppongo che
tu sia tornata per restare e per chiarire la faccenda, chi mi garantisce che
non mi abbandonerai se succederà davvero qualcosa per cui non ci sarà rimedio?”
Nami abbassò la testa “Quando abbiamo avuto
quella discussione, non sapevo di cosa stessi realmente parlando. Non avevo mai
amato nessuno e non sapevo cosa volesse dire soffrire per amore!” disse Nami guardandolo negli occhi “Quindi Rufy,
non voglio farti questa promessa. Se davvero mi avessi tradito con Lily, io non
sarei riuscita rimanere sulla nave, vedendoti ogni secondo della mia vita.
Sarei stata troppo male. Solo qualche minuto di quella sofferenza mi ha fatto
desiderare di non averti mai conosciuto. No, se le cose tra noi finiscono male,
non credo di riuscire a starti vicino!”
Rufy abbassò la testa “Mi aspettavo questa
risposta. L’ho capito dal momento in cui
ho visto il tuo dolore negli occhi quest’oggi al lago. E credo di poterlo
capire anche se è dura da accettare. Io per niente al mondo vorrei che la
ciurma si sciogliesse, non per litigi o roba del genere. Se qualcuno abbandona
la ciurma è solo perché ha realizzato il suo sogno e desidera continuare la
propria vita a terra, ma indipendentemente dalla scelta di fermarsi o
continuare a navigare per mare, sarebbe comunque sempre un pirata della mia
ciurma!”
Nami cercò di guardare Rufy
negli occhi, ma esso sembrava voler sfuggire al suo sguardo.
“Rufy io…mi dispiace,
ma ora che capisco cosa vuol dire, non volevo illuderti!” disse Nami abbassando lo sguardo.
“Preferisco che tu sia stata sincera. Però…”
Nami sgranò gli occhi “Però? Però ora non vuoi
riprovare perché temi che io un giorno me ne vada? Fa male, ma posso capire.
Vorrà dire che tornerà tutto come prima!” disse Nami
scura in volto.
“No…non sarà mai come prima. Ormai siamo troppo
presi uno dall’altra e non ho nemmeno intenzione di rinunciare a te. Non ho mai
pensato di lasciarti e dimenticare quanto accaduto. Forse questa esperienza
servirà a qualcosa, magari ad avere maggiore fiducia uno per l’altro!”
Disse Rufy finalmente alzando lo sguardo su di Nami.
La ragazza si sentì sollevata a sentire che Rufy
non aveva intenzione di rompere con lei, per la mancata fiducia che essa aveva
avuto in lui e senza pensarci, lo abbracciò.
Ma il suo sollievo si trasformò in preoccupazione, quando si accorse che Rufy era rimasto immobile. Lo guardò in volto ed esso era
ancora serio come quando era entrata, tanto da pensare di aver capito male.
“Non hai capito male, ma Nami, al momento non
riesco a dimenticare quanto mi hai detto. Cosa hai pensato di me e fa male.
Possiamo ritenere la cosa risolta, ma ho bisogno di tempo per sbollire...Scusa!”
disse per poi allontanarsi e uscire dalla cabina, lasciando Nami
sola nella stanza dei ragazzi, con la piccola fiamma che smettendo di bruciare
si spense, come ha voler simboleggiare la fine di quella assurda storia.