Serie TV > Buffy
Segui la storia  |       
Autore: NCH    09/11/2011    0 recensioni
Questa fanfic racconta gli eventi successi prima di Rendez-vous.
Due fratelli vampiri in lotta fra loro, la Scooby Gang presa in questa lotta, Willow alle prese con un'inaspettata gravidanza... nuovi nemici, nuovi amici e lo stravolgimento di una dinamica fratricida che noi tutti conosciamo... Vi prego di recensire se la storia vi piacerà e vi SCONGIURO di recensire se la storia non vi piacerà! Grazie a tutti in anticipo per la lettura! NCH
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO QUINDICESIMO: L'OSTAGIO Buffy era distesa nel letto, a casa di Tomas, col suo ragazzo che le dormiva beatamente accanto come fosse stato un bambino. Fra loro da quasi una settimana filava tutto senza intoppi né discussioni: nessun appuntamento saltato, nessuna bugia da inventare, nessuna urgenza in ospedale. Però la ragazza aveva l’impressione che Tom fosse distante mille miglia da lei. Non che il giovane medico fosse freddo o poco premuroso con lei, ma lo vedeva distratto, come se anche quando stavano insieme lui pensasse ad altro. Aveva avuto grossi problemi al lavoro, Buffy lo sapeva. Era deceduta un paziente che, in teoria, avrebbe dovuto essere dimesso il giorno seguente e per questo ora c’era un’indagine interna che doveva stabilire se c’era stato un errore da qualche parte e, se sì, scoprire chi l’aveva commesso e perché. Il problema, le aveva detto Tomas, era che l’errore effettivamente c’era stato e più di uno, anche. Il paziente in questione, infatti, era cardiopatico da anni e prendeva tutta una serie di farmaci anticoagulanti che doveva smettere prima dell’intervento. Il dottor Bhel, il diretto superiore di Tom, teoricamente avrebbe dovuto seguire lui stesso il caso, visto che si trattava di un suo paziente; ma non l’aveva fatto, lasciando il tutto ad uno specializzando fresco di laurea in medicina che non solo non aveva fatto sospendere i farmaci al paziente, ma ne aveva prescritto la continuazione anche subito dopo l’intervento. La cistifellea era stata asportata in maniera assolutamente impeccabile dallo stesso Tom, ma lui aveva fatto solo il lavoro di “ taglio e cucito ”, come lo definiva egli stesso. E poi era successo il disastro. Forse, pensò Buffy, la probabilità che Tom fosse il capro espiatorio ideale che Bhel stava cercando aveva innervosito e preoccupato il suo ragazzo più di quanto lui non ammettesse. Avrebbe voluto aiutarlo in qualche modo, magari anche rassicurarlo e confortarlo. Ma l’atteggiamento del giovane medico non glielo stava permettendo e forse non glielo avrebbe permesso mai. Oltre a questo, c’era qualcos’altro che preoccupava Buffy e che in qualche modo la stava allontanando da Tom: la gravidanza di Willow. Da quando, circa dieci giorni prima, la rossa e Xander avevano deciso che il loro bambino sarebbe indubbiamente venuto al Mondo, Buffy si era recata spesso insieme all’amica in ospedale per i tipici controlli di routine. Le era capitato d’incontrare Tom che le aveva chiesto cosa ci stesse facendo lì; lei, per rispettare una richiesta che Will le aveva fatto, aveva evitato di rispondere realmente dicendo solo che si erano recate lì per dei controlli. Il che era vero quanto evasivo. Tomas non aveva insistito, ma Buffy sapeva che una volta in più si era sentito escluso dalla sua vita. Solo che stavolta proprio non poteva essere altrimenti, visto che non riguardava lei in prima persona il motivo per cui si trovava in ospedale con Willow. Tomas si svegliò lentamente, aprendo gli occhi e fissando il soffitto per alcuni istanti, come se stesse cercando di realizzare dove si trovasse, nonostante fosse nel proprio letto, a casa sua. Poi finalmente si mosse e si voltò verso Buffy:< Buon giorno! >. Disse, bisbigliando, ma con poco trasporto. La ragazza gli sorrise e gli si strinse addosso, circondandolo con le braccia e una gamba, poggiandogli la testa sul petto largo e ben scolpito:< Buon giorno, amore! >. Esclamò la bionda, decisamente con più entusiasmo. Lui la strinse e le posò un lieve bacio sulla fronte, scostandole i capelli che le circondavano il viso alla rinfusa. < Hai dormito bene? >. Gli chiese Buffy, carezzandogli il ventre piatto e giocando coi lineamenti del suo corpo. Tom scosse la testa:< Non molto, veramente! >. Ammise. La ragazza non aveva bisogno di sapere perché, ma glielo domandò ugualmente, sperando che stavolta lui si confidasse. < Sei preoccupato per la storia di quell’uomo deceduto il giorno prima della dimissione? >. Gli chiese, senza troppi giri di parole. Tomas non rispose subito. Poi sospirò:< Sì, effettivamente lo sono!… Bhel è un bastardo e Kruelts è stato uno stupido imbecille. Ma io lo sono stato più di lui… avrei dovuto controllare, verificare che a livello clinico Kruelts stesse seguendo adeguatamente il paziente. E invece… >. < Kruelts è lo specializzando che non ha fatto sospendere le medicine al paziente? >. < Sì! Jhon Kruelts, figlio del professor Rid Kruelts, primario di urologia nel nostro carissimo ospedale. Lui e Bhel si conoscono da anni e Bhel non permetterà mai che il figlio di un suo amico venga sbattuto fuori per una cosa del genere! >. < Ma perché, scusa? Se questo Jhon ha fatto l’errore… >. < L’errore lo abbiamo fatto tutti, in realtà. Non è questo il punto! Il punto è che Bhel ne uscirà pulitissimo, Kruelts probabilmente verrà sospeso e io… be’, ho una buona possibilità di perdere il lavoro e andar via con la reputazione rovinata! >. < Come sarebbe a dire? Se la responsabilità è stata di più di una persona e, soprattutto, di Bhel che avrebbe dovuto controllare il suo specializzando, allora perché… > < Perché avrei dovuto controllarlo anch’io!… Bhel notoriamente ignora la parte clinica di un paziente e Kruelts è notoriamente un borioso figlio di puttana che spesso in passato ha sbagliato credendo di essere più preparato di quello che effettivamente è!… Ufficialmente non avrei dovuto occuparmi io di quella dannata terapia, ma avevo comunque l’obbligo morale di farlo. Non l’ho fatto perché… perché ero stanco, andavo di fretta e… >. < E? > < Ed erano giorni che non vedevo la mia ragazza e l’unica cosa che volevo fare dopo quell’intervento era correre a casa tua! >. Ecco come stavano le cose, allora. Ecco spiegato anche perché fino ad quel momento Tomas non aveva voluto affrontare l’argomento con lei: era perché, in un certo senso, era a causa sua se il medico si trovava nei guai. Buffy scattò a sedere sul letto e lo fissò stravolta negli occhi chiari screziati di gocce ambrate: < Aspetta un momento!… Era per questo che non mi hai mai detto finora come sono andate le cose esattamente? Quel giorno avevi appuntamento con me? >. Gli domandò, allarmata e in preda ad una certa quantità di confusione. Tomas anche si tirò su a sedere:< Non è dipeso certo da te, Buffy. Che vai a pensare?… In realtà io non avrei neppure dovuto operarlo quel tizio: ero in servizio da ventisei ore filate e il giorno prima avevo smontato da una guardia di altre quarantott’ore ininterrotte, quindi… Ma Bhel mi aveva chiesto di fare l’intervento al posto suo e io non ho potuto rifiutare: non si dice di no ad uno come Bhel!… Ecco quel è il problema, la causa del casino che è successo! >. < E non puoi farlo presente alla commissione disciplinare che sta indagando sul caso? >. < A che servirebbe? Mi direbbero che comunque ho sbagliato io: dovevo rifiutarmi di operare o dovevo rimanere a sistemare la terapia del paziente!… Infondo Bhel non mi ha minacciato: non ho prove contro di lui! >. < Allora che farai?… Voglio dire, parli come se già avessi la certezza che perderai il posto, quindi… che farai? Come lo impedirai? >. < Non credo di poterlo impedire, Buffy. Però… probabilmente, giocando bene le mie carte, posso evitare che la mia reputazione finisca nella spazzatura! >. < E come? >. < Patteggiando con Bhel e i proprietari dell’ospedale! >. < Ricattandoli, vuoi dire! >. < In un certo senso… Ma non so dirti ancora come. Devo parlare col mio avvocato e studiare bene le mosse da fare. Poi… mi muoverò di conseguenza e ti racconterò tutto! Comunque… un mese fa un mio amico è diventato capo della direzione sanitaria di una clinica privata di Washington. Mi ha telefonato la scorsa settimana e mi ha chiesto di diventare primario del reparto di chirurgia generale lì dentro e io… gli ho chiesto tempo per riflettere. Ma a questo punto credo che accetterò! Sono un medico, un chirurgo, e senza una sala operatoria non so che farmene delle mie abilità, delle mie conoscenze! >. < Washinghton? Ma è lontanissima da qui! >. < Non poi così tanto se si considerano gli aerei! >. < E la nostra storia? Voglio dire, se tu andassi a Washington, fra noi che succederebbe? >. < Be’, io non vorrei che qualcosa cambiasse, anzi. Sai… ci stavo pensando già dall’altro ieri… vieni con me, Bufy. Ti prego, non voglio che fra noi finisca. Io… sono innamorato di te! >. Giles stava servendo dei suoi clienti abituali che, oramai, lo chiamavano per nome. I clienti in questione erano due giovani, moglie e marito, che sembravano aver trovato nella misticità un ingrediente fondamentale per pepare il loro rapporto. Mary e Mat, questi i loro nomi, non avevano ottenuto il benestare di Giles per le loro pratiche magiche di basso livello che tanto li eccitavano; ma l’Osseravtore aveva imparato una lezione dalla sua vecchia amica nonché socia, Anya, prima che questa morisse: un cliente è colui che spende il suo denaro per darlo a te e permetterti di campare se spende poco, o permetterti di arricchirti se spende grandi cifre. Finché non fa danni, chiunque può pasticciare con la magia, ammesso che sappia farlo davvero e che invece non sia qualcuno che si illude di usarla. Giles aveva un negozio di magia. Per ricevere denaro dai clienti, doveva vendere loro articoli magici. Mary e Mat erano clienti fedeli che andavano lì almeno due volte la settimana, spendendo quasi sempre cifre discrete. Tanto bastava, dunque, a frenare l’istinto di Giles che li avrebbe bacchettati e ammoniti severamente, ricordando loro quanto può essere pericoloso giocare con ciò che non si conosce. Contemporaneamente, nello scantinato del negozio, Willow era seduta sul divanetto che lei stessa aveva suggerito di comprare, quando Giles aveva aperto la sua nuova attività commerciale, a digitare sul suo computer per proseguire le ricerche riguardanti i due fratelli vampiri e quel dannato talismano di Soid. In quasi tre settimane del talismano non era riuscita assolutamente a trovare nulla, neppure un disegno fatto per sbaglio da una fattucchiera di bassa lega del quindicesimo secolo; in compenso, di Habel e Kaine aveva scoperto qualcosa d’interessante… alcune informazioni che non aveva ancora comunicato al resto del gruppo, ma che ora stava verificando per accertarsi che fossero esatte. E a quanto pareva lo erano davvero, o almeno così risultava dal confronto con l’archiovio del nuovo Consiglio degli Osservatori, avente la propria sede centrale in Scozia, nel vecchio maniero in cui Willow stessa aveva passato non poco tempo nel periodo della sua redenzione, dopo la morte di Tara e l’uccisione di Worren Milse. < Trovato qualcosa? >. La voce profonda di Giles la fece sussultare come se qualcuno all’improvviso le avesse strillato dentro le orecchie senza nessun preavviso. In realtà, l’uomo aveva poco più che sussurrato, ma la giovane strega era talmente tanto concentrata su ciò che stava facendo, che non lo aveva sentito scendere per le scale e si era resa conto della sua presenza solo quando lui l’aveva dichiarata parlando. Giles la fissò incuriosito, pensando una volta in più che Willow ultimamente si comportava in maniera strana, quasi bizzarra per un tipo mentalmente squadrato come lei. < Mi scusi, Giles! E’ che… non l’avevo vista! Cosa… che mi ha chiesto? >. Domandò la giovane, cercando di ritrovare la concentrazione persa e la calma. Giles le si avvicinò e le si mise a sedere accanto. < Ti ho chiesto se ci sono novità. Se hai trovato qualcosa. Con la tua ricerca, intendo! >. Willow allora si rilassò un po’ e annuì sorridendo. < Sì, a dire il vero, sì!… L’altroieri ho trovato alcune notizie su Kaine e Habel, ma il sito apparteneva a dei fanatici del vampirismo. I soliti giovani idioti, esaltati dalla storia dell’immortalità e della fantomatica sensualità dei vampiri… Comunque, su questo sito c’erano un sacco di storie, d’informazioni e in un link c’erano scritte anche delle notizie sui nostri carissimi nuovi nemici, i due fratelli appunto. Non ve l’ho detto perché non sapevo quanto fossero attendibili quelle informazioni, ma ora ho appena finito di spulciare nell’archivio del Consiglio degli Osservatori e… Voila! Guardi qui cosa ho trovato! >. Willow voltò il proprio PC portatile verso Giles, in modo che l’uomo potesse leggere ciò che c’era sulla schermata. La rossa aveva fatto in modo di visualizzare in contemporanea sia la pagina del sito web dei fan dei vampiri che quella salvata dell’archivio del Consiglio: il gergo era molto diverso, ma il succo finale dei contenuti delle due fonti erano pressoché identici. < Quindi “ sciagura ” è Kaine! Be’, almeno adesso sappiamo chi non ha niente a che fare con sensazioni umane e sentimenti! >. Commentò Giles, pensieroso. < Veramente qui questa cosa non c’è scritta! Voglio dire… il riassunto di questa roba è che Kakistos chiamava Kaine sciagura, ma non c’è precisato il perché. E sapevamo già che Kaine è temuto dalla sua gente, dai suoi simili. Non c’era certo bisogno di leggere su questo schifo di sito che Kaine sterminò il clan di Basilius nel momento in cui costui e i suoi uomini giunsero a Lisbona, città nella quale il clan di Kakistos già si era stabilito da anni! >. < Il sito farà schifo, ma in quella pagina dell’archivio c’è scritto che Kaine sterminò il clan di Basilius solo perché fu ordinato a Basilius in persona di andar via da Lisbona, lui si rifiutò e Kaine scatenò la sua furia contro di loro!… Leggi! “… nessuno di loro ebbe scampo. I più fortunati morirono rapidamente col cuore spappolato o le teste mozzate da colui che chiamavano sciagura, finendo così in polvere. Chi, tuttavia, questa fortuna non ebbe, si ritrovò urlante col corpo infiammato, finché le ardenti fiamme appiccate da Kaine non si consumarono totalmente, spegnendosi solo quando esso si fu trasformato in cenere come le case del quartiere all’estremo sud della città!”… Non è un racconto rassicurante e non lascia molto spazio a supposizioni riguardanti Kaine e la sua traccia di umanità! >. < Mmm… non so, Giles. E’ che… mi sembra troppo semplice così. Voglio dire: se quei due sono davvero i famosi Caino e Abele, è troppo facile stabilire che il cattivo sia Caino perché è questo che ci hanno insegnato sin dal tempo dei tempi. Ne stavamo parlando con Buffy, l’altro giorno, e lei è d’accordo con me. Questa faccenda puzza di fregatura! >. < Che puzza, non c’è dubbio, comunque se dal tempo dei tempi ci hanno tramandato che Caino è quello corroso dal Male, perché ora dovrebbe essere diverso? Non abbiamo elementi per sostenere una tesi simile! >. < E non ne abbiamo per non sostenerla! >. Giles sbuffò un po’ irritato dalla testardaggine della giovane strega; sostenuta a sua insaputa, tra l’altro, da Buffy. < Hai trovato altro? >. Domandò l’uomo, per cercare di far virare il discorso almeno di un po’ e non far sorgere una discussione. < Sì. Però questa parte non l’ho riscontrata negli archivi del Consiglio!… Si accenna ad un talismano, di cui non c’è il nome, che permetterebbe ad uno dei due fratelli di… leggo testualmente:”confermare la natura più propria e rafforzare poteri che ad essa appartengono!”… Troppo contorta come frase, secondo me: non l’ho capita fino infondo. O almeno non credo! >. Giles parve riflettere sulla scritta indicatagli da Willow e per lunghi istanti non proferì parola, leggendo e rileggendo mentalmente quelle poche righe. Non si accennava esplicitamente a un talismano, ma più che altro ad un qualche oggetto mistico di cui non c’era né il nome né la descrizione. Poteva essere qualunque cosa; da un vaso da notte a una corona di diamanti. E non c’era neppure un breve accenno a chi l’avesse creato o a perché e come o con cosa. Insomma, quella breve nota poteva parlare di tutto o di niente e poteva risultare importantissima o assolutamente insignificante. Il che, decise l’Osservatore, per esperienza significava che probabilmente si trattava di una bufala, una fandonia messa lì tanto per scrivere qualcosa che potesse risultare appetibile per qualche sciocco curioso. < Io… non credo che dovremmo seguire ogni minima traccia che troviamo in giro!… Questa scritta… è talmente tanto vaga che non risulterebbe utile nemmeno a un esperto di risoluzione di enigmi della N.I.A.! >. < Forse è vero che è vaga, l’ho detto io per prima! Ma finora è l’unica cosa che abbiamo trovato che possa essere collegabile alla storia del talismano che hanno detto a Buffy! >. Giles sollevò un sopracciglio e annuì. < S-sì, è vero anche questo!… Ma… stavo pensando, Will, e se invece la storia del talismano fosse una frottola inventata per distrarci? Per… indirizzare la nostra attenzione su qualcosa che non sia quello che davvero stanno cercando i vampiri? >. Anche quella era una possibilità da non scartare a priori. < Se fosse così, Giles, significherebbe solo che avremmo un problema più grosso di quello che sembra adesso e che… stiamo andando avanti ancora completamente alla cieca! >. L’Osservatore annuì, poi si avviò verso le scale per tornare di sopra, dai suoi clienti dicendo: < Vero!… Per questo… tu continua le ricerche fra libri e pagine di internet, mentre io, Buffy e Kennedy continueremo a fare ronde dal tramonto all’alba… sperando di non morire di stanchezza in pochi giorni. Non è bello fare sempre la parte pesante del lavoro! >. Esclamò, distrattamente. Non vide l’occhiataccia che gli lanciò la ragazza, ma sentì il suo commento seppur detto a voce bassa, parlando quasi fra sé e sé. < Sì, certo!… Come se foste voi tre gli unici a fare i chilometri a piedi di notte, in cerca di guai! >. Giles si bloccò all’istante, dopo aver fatto appena i primi gradini della rampa. Poi si voltò lentamente, con un sopracciglio sollevato e l’aria curiosa di chi non sa se sta provando disappunto o meno. < Che hai detto? >. Chiese, con voce più alta di quanto non avesse voluto; e anche più stridula, a dire il vero. Will quasi sobbalzò, presa alla sprovvista da quella reazione. < Ah… be’, io… ho detto solo che… non siete solo voi tre ad uscire di ronda. Perché, non è vero forse? >. Non è che volesse far nascere una discussione, ma Willow non aveva intenzione di fingere di non aver parlato solo per far contento Giles. In quel periodo era nervosa, troppo per essere accondiscendente e soprattutto per tacere davanti a quel bacchettone di Giles. < Sì che è vero. Ma d’altronde è quello che facciamo sempre quando dobbiamo risolvere questioni di questo genere! Dobbiamo farlo, è il nostro compito. Non pensavo ti disturbasse tanto da rinfacciarlo! >. Se lei era nervosa, Giles sembrava esserlo altrettanto. < Non l’ho rinfacciato a nessuno, ma di tanto in tanto lei, Kennedy e Buffy avete la tendenza a dimenticarvi del fatto che anche io Xander e Dawn facciamo gli stessi vostri sacrifici per la caccia a demoni e vampiri! >. < Ah! Non sapevo la pensassi così!… E parli per te sola o ti stai facendo portavoce anche degli altri che hai nominato? >. < Parlo per me, ma non credo che Xan e Dawn la pensino tanto diversamente, ad essere sinceri! >. < Se ti secca tanto venire di ronda, allora non venire! Infondo hai ragione tu: non è la tua missione, non sei obbligata! >. < Non ho detto questo, Giles. La smetta d’irritarsi tanto!… Non mi pesa stare dalla parte dei buoni e venire a caccia per aiutarvi, ma è assurdo che lei pensi che siete solo voi tre a rischiare la pelle o a fare il lavoro pesante! >. < Non lo penso affatto! >. < Ma è quello che ha detto e non solo non sono d’accordo, ma credo che sia quantomeno ingiusto da parte sua, fare un’osservazione del genere. Tutti noi ne abbiamo passate tante: i guai non sono un’esclusiva delle Cacciatrici e degli Osservatori, per quanto ne so io! >. < Diavolo, Willow! Pensi che non lo sappia? So perfettamente che non c’è stato uno solo di noi che non abbia corso pericoli o che non abbia perso qualcosa nelle varie battaglie affrontate in questi anni, ma nessuno ha costretto te o Xander e nemmeno Dawn a combattere. Contro nessuno!… Non vuoi più farlo? Non farlo, allora. Ma se lo fai non lamentarti: non credo che tu ne abbia diritto! >. A quelle parole la Strega Rossa sgranò gli occhi, diventati improvvisamente arrossati e quasi umidi di lacrime. Come poteva Giles parlarle in quel modo? Come poteva dirle quelle cose dopo tutto ciò che aveva affrontato per aiutare Buffy e lui in quegli anni? Di errori ne aveva commessi tanti, ma onestamente pensava anche di aver fatto qualcosa di buono sia con la sua magia, sia con la sua abilità informatica o con la sua mente logica e laboriosa. Per non parlare di ciò che aveva perso lei personalmente in quegli anni e di ciò che era venuto a mancare a Xander e a Dawn. < A quanto pare, Giles, io e lei abbiamo un problema! – Disse seria, Willow, alzandosi dal divano e mettendo da parte il computer. Era seria e per un momento Giles temette di vedere in lei gli occhi neri che sprizzavano rabbia e magia. Ma non fu così, nemmeno quando la ragazza proseguì a parlare – So di essere in debito con lei e con Buffy, ma non tollero che me lo si ricordi troppo spesso e, soprattutto, non così irrispettosamente!… Non mi sono mai lamentata, non mi sono mai tirata indietro, né ho tagliato la corda nei momenti difficili, quindi non credo che lei sia giusto quando mi parla in questo modo! E non lo è nemmeno nei confronti di Xander, che nella lotta ci ha rimesso la vita di Anya e un occhio, e verso Dawn che non ha mai fatto la vita di un’adolescente comune e che ha imparato a fare ricerche prima ancora d’imparare a leggere! >. < Oh, andiamo, Will. Adesso sei tu che stai… >. < Che sto cosa?… Al diavolo, Giles. Se le faccia lei le ricerche, io vado a casa a riposare, tanto per cambiare. Tanto più che non sto bene! >. Esclamò, infine, la rossa, davvero arrabbiata. Giles stava per fermarla: voleva approfondire quello scambio di opinioni, per quanto acceso rischiasse di diventare. Ma la ragazza schizzò via quasi correndo, schivando la sua mano che aveva tentato istintivamente di afferrarle il braccio per fermarla. La giovane salì i gradini due a due e se ne andò senza nemmeno guardarlo in faccia o pensare al computer rimasto lì acceso e messo pericolosamente sul bordo del divano. < Willow, aspetta…! >. Disse l’uomo, ad alta voce. Ma era tardi: Willow non era nemmeno più nel negozio. C’era luna piena quella notte e il cimitero era praticamente illuminato a giorno, rispetto al solito. Giles camminava davanti al gruppo, impugnando una balestra enorme che aveva acquistato da poco assieme ad una scorta di frecce non indifferente. Dietro di lui, Kennedy e Dawn intente a chiacchierare riguardo all’imminente promozione che la bruna avrebbe ottenuto a giorni, e, in coda al gruppo, Buffy e Xander che avevano fatto in modo da distanziare gli altri per poter parlare un po’ in santa pace. Quel pomeriggio Willow era rientrata in casa furiosa ed era andata a rinchiudersi in camera dopo aver detto a Dawn che quella sera non sarebbe uscita di ronda con gli altri. Dawn aveva riferito la cosa a sua sorella quando questa era arrivata con Tom, in un momento in cui il medico era andato in bagno; poi, a cena finita, una volta che Tomas se n’era andato a lavoro, Buffy era salita in camera per parlare con la sua amica: era preoccupata per lei e il suo chiudersi a riccio la impensieriva ancora di più. Ma poi era uscita fuori la storia della discussione con Giles e Buffy si era rilassata un poco: non era esattamente insolito che l’Osservatore e la Strega Rossa discutessero fra loro. Willow aveva raccontato ciò che si erano detti lei e l’uomo e aveva anche detto di non aver informato Xander e Dawn della cosa per non scatenare una lite in casa, ma rimaneva il fatto che lei sapeva come la pensava Giles e non riusciva a passarci sopra. Buffy non aveva insistito quando Will le aveva detto che per un po’ avrebbe smesso di uscire di ronda, ma quando Xander le aveva chiesto spiegazione, la bionda non era riuscita a mentirgli e ora gli stava raccontando la verità. Xander ascoltò attentamente, in silenzio, attento ad ogni parola. Lasciò parlare Buffy fino alla fine del racconto, poi le lanciò un’occhiata significativa, continuando a camminare al suo fianco. < Lo sai, vero, qual è il mio istinto in questo momento? >. Le disse, a bassa voce, con sguardo duro. Buffy annuì e gli diede un paio di lievi pacche sulla spalla:< Lo so, lo so! Ma… Xander… sono certa che Giles… si sia espresso male, tutto qui! >. Disse la Cacciatrice, tentando di giustificare il suo Osservatore per calmare un po’ le acque. Xander ficcò le mani in tasca con un gesto secco e irritato. < Lo spero! Ma onestamente credo che Giles talvolta debba darsi una regolata. Il fatto che sia il più anziano fra noi non gli dà il diritto di dire cazzate saltuariamente, quando è in crisi da carenza di teina! > Commentò duro, il carpentiere. Buffy non riuscì a trattenere una risatina divertita che tentò di nascondere mettendo una mano davanti alla bocca, ma che non sfuggì affatto all’amico. < Non ci trovo nulla da ridere!… Dico sul serio, Buffy: passi pure che praticamente ha sparato anche su me e Dawn, fingerò che non l’abbia fatto. Ma non riesco a non pensare che Giles a volte è troppo duro e ha la tendenza a dare parecchi giudizi, soprattutto su Willow! >. Disse Xander. Buffy si sforzò di tornare seria. < Lo so e lo sa anche lui, ma Giles non lo fa appositamente. Voglio dire… è bacchettone di natura. Lo fa con tutti, anche con me e con te o con Kennedy. E’ un Osservatore! >. < E questo gli dà la licenza per rompere e rinfacciare continuamente gli errori altrui? >. < No, ma Osservatore significa: rompiscatole, bacchettone, noioso e ripetitivo! >. < Ah, davvero? E in quale dialetto inglese? >. < No, temo che sia una parola di senso universale. Ovunque tu vada, la sua traduzione è sempre la stessa! >. < Guarda, l’unico motivo per cui non andrò da Giles a chiarire di persona la questione è che ben presto avremo già abbastanza casini da risolvere, senza che aggiunga paglia al fuoco ora. Ma sia chiaro: Giles è di memoria corta e se avesse un’uscita del genere davanti a me, non starei zitto. Intesi? >. < Intesi…! Ora diamoci una mossa, raggiungiamo gli altri! >. Erano le quattro di notte e Willow si stava rigirando nel letto da ore. Kennedy e gli altri erano ancora fuori a caccia e non sarebbero rientrati tanto presto, lo sapeva. Ma lei non riusciva a prendere sonno. Era ancora furiosa per le parole di Giles e la sua nausea non era certo un tranquillante, anzi semmai la innervosiva anche di più. In realtà la nausea le era passata verso le dieci, quando Tomas se n’era andato. Ma il nervoso non aveva neppure accennato a scemare. Erano giorni che faceva ricerche su ricerche riguardo ad Habel e Kaine ed aveva persino lasciato indietro il lavoro per andare a fare ronde lunghissime ed estenuanti; non si era mai lamentata e non aveva mai dato retta a Xander e Buffy che le dicevano che, nelle sue condizioni, doveva assolutamente evitare di stancarsi troppo. E che cosa le era toccato sentirsi dire? Che infondo non era lei a fare il lavoro pesante. Ma poi che diavolo significava? Passare ore ed ore sui libri era pesantissimo sia a livello fisico che a livello psicologico e ridurre le ore di sonno quasi a zero per andare a cercare mostri di vario genere… be’, anche quello era faticoso. Erano anni che si andava avanti in quel modo e non si era mai lamentata, neppure quando avrebbe dovuto mollare tutto e tornare ad una vita normale, lontana dai guai. Ma Giles ignorava completamente questo o, ancora peggio, lo sapeva ma non lo riteneva rilevante. Era assurdo e inaccettabile questo! Un rumore proveniente dal piano di sotto la riportò al presente, alla stanza in cui si trovava e al caldo estivo che l’attanagliava nonostante la brezza che entrava dalla finestra aperta. Scansò il lenzuolo di cotone e balzò giù dal letto sentendo non solo le voci di Kenny, Buffy e Dawn, ma anche un certo trambusto con tonfi vari e la voce di Xander che bofonchiava qualcosa. Infilò al volo gli shorts e scese al piano di sotto. Entrando in salotto, vide Xander e Kennedy che si affannavano a legare ad una sedia di metallo un tizio che, solo qualche istante dopo, riconobbe come Kaine. < Ehi! Ma che diavolo è successo? >. Chiese, confusa e sorpresa. Solo in quel momento gli altri si accorsero di lei. Giles le lanciò un’occhiata, ma non disse nulla, mentre Kennedy le regalò un sorriso finendo di fare i nodi alle corde messe ai piedi della loro preda. < Ciao, amore! Ti abbiamo svegliata? >. Le chiese, finendo e andando a salutarla con un bacio. Willow lo ricambiò velocemente, poi scosse la testa:< Non proprio. Solo che non mi aspettavo di certo questa sorpresina! >. Rispose, riferendosi a Kaine. Era privo di sensi ed era stato legato in maniera tale da poter muovere poco persino il collo; le braccia erano state messe dietro la schiena e bloccate con delle manette d’acciaio che, a loro volta, erano fissate alla sedia con altre corde. < Non ci aspettavamo di andare a fare caccia grossa, ma è capitato e… ne abbiamo approfittato! >. Disse Kennedy, mettendole un braccio attorno alla vita. Willow guardò Buffy, chiedendole spiegazioni in più con lo sguardo. < Già, noi… ci siamo imbattuti per caso in Kaine e una dozzina di suoi seguaci che se le stavano dando di santa ragione con altri vampiri del clan di Habel. Al piccolo cimitero di Growe, sai qual è, no?… Be’, ovviamente ci siamo gettati nella rissa e alla fine ci siamo ritrovati Kaine svenuto a terra, sanguinante esattamente come lo vedi ora! >. Disse Buffy, osservando il vampiro accasciato sulla sedia. Il sangue si era fermato ora, non gli sgorgava più dai tagli che aveva sulla schiena e sulla faccia. Ma le macchie erano rimaste sulla sua maglietta scura ed erano belle grosse. Se fosse stato umano, Kaine sarebbe morto dissanguato e non semplicemente svenuto. < E avete pensato di rapirlo per fare…? >. Chiese Willow, non trovando la presenza lì del vampiro esattamente un’idea geniale. < Per ottenere informazioni da lui, ovvio! >. Disse Dawn, con enfasi, mentre passava l’ultimo rotolo di nastro isolante a Xander, per rinforzare i nodi fatti attorno a tutto il corpo del loro nuovo ostaggio. Will sollevò un sopracciglio e guardò Kennedy, in cerca di una conferma o di una smentita di quell’informazione. < A che altro, se no? >. Disse Kenny. < Scusate, solo io vedo l’assurdità della faccenda?… Questo vampiro è antico quanto il Mondo ed ha una forza spaventosa e una crudeltà altrettanto terrificante. I suoi simili lo chiamano sciagura e voi… non avete trovato niente di meglio che portarlo qui, in casa? >. Chiese Willow, un tantino sarcastica. Gli altri la fissarono per qualche istante, poi fissarono Kaine: quello era un aspetto della faccenda che nessuno di loro sembrava aver preso in considerazione. Ma andava fatto. < Ok! Willow ha ragione!… Nel nostro salotto non può stare, non è prudente. Però… Kennedy, aiutami a portarlo di sotto, in cantina: lì c’è la porta blindata e una bella colonna di cemento armato alla quale assicurare la sedia con delle catene. Quelle dovrebbero essere in garage. Dawn, puoi andare a prenderle assieme ai lucchetti che sono sul banco da lavoro? >. Disse Buffy, mentre Kennedy andava ad aiutarla a sistemare Kaine di sotto. Subito dopo si mosse anche sua sorella, mentre Will rimase a guardare, tenendosi bene alla larga da Giles. < Come ti senti? >. Domandò Xander, avvicinandosi alla rossa e posandole un bacio sulla fronte. Will lo fissò negli occhi per un momento e capì subito che Buffy doveva avergli raccontato della sua discussione con Giles:< Sto bene, tranquillo! Ma ora me ne torno a letto: sono stanca! >. Disse la ragazza e Xander la carezzò lievemente su una spalla:< Fai bene, brava! Ora ti mando su Kennedy, così vi accoccolerete tranquille nel letto e tu riuscirai a prendere sonno, ok? A domani! >. Disse Xander, strizzando l’occhio. Poi il ragazzo scese in cantina e lo sentì dire a Kenny di andarsene in camera sua a prendersi cura della sua ragazza, mentre lui e Buffy avrebbero finito di sistemare lì. Will se ne tornò su, ignorando lo sguardo severo dell’Osservatore, e poco dopo fu raggiunta dalla sua ragazza. Anche quella lunga giornata era finita, ma ora le cose si sarebbero complicate ulteriormente: Kaine in casa non era esattamente quello che si poteva definire un ospite gradito; inoltre, Willow aveva seri dubbi sul fatto che il vampiro avrebbe sputato il rospo sui suoi piani o su quelli di suo fratello. Se i suoi simili lo temevano tanto, un motivo doveva esserci senz’altro e la ragazza non credeva che fosse nulla di buono.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Buffy / Vai alla pagina dell'autore: NCH