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Autore: millyray    13/11/2011    6 recensioni
Ariel Martinez arriva ad Hogwarts per frequentare il quarto anno. Ma sembra nascondere un segreto, oltre al fatto che deve aiutare Harry Potter a sconfiggere il Signore Oscuro. Chi è in realtà? Da dove viene? Chi è la sua famiglia? (Storia ispirata a Came back to the hell di Ino Chan).
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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CAPITOLO NOVE

Era arrivato anche il fatidico giorno di San Valentino di quell’anno  e tutte le ragazze si stavano preparando ad uscire con i loro fidanzati o quelli che semplicemente le avevano invitate ad uscire per diventare poi fidanzati.

E Ariel era una di queste; non era certo la prima volta che usciva con un ragazzo, però si sentiva agitata lo stesso. Forse perché stava per commettere un errore. Forse perché aveva paura che sarebbe finita male.

Harry la stava aspettando davanti alle porte d’ingresso e, non appena la vide arrivare, un sorriso gli sorse spontaneo sulle labbra. Certo che era proprio bella.

“Andiamo?”

Lei annuì e gli fece un sorriso dolce in risposta e i due uscirono dal castello come fecero tanti altri giovani.

C’era ancora parecchia neve per le strade, ma non si faceva molta fatica a camminare. Quel giorno inoltre c’era anche un tiepido sole che cercava di farsi largo tra le nuvole grigie.

“Dove andiamo?” gli chiese lei.

“Ti porto in un posto. Credo ti piacerà”. Rispose lui semplicemente con un sorriso malandrino.

Ariel sperò che non la volesse portare da Madam Piediburro, odiava quel posto; troppo sdolcinato, troppo smielato, così pieno di zucchero e miele da farle venire il voltastomaco. Aveva sempre odiato questo tipo di cose, così zuccherose.

Dopo che camminarono per circa venti minuti, finalmente arrivarono in un posto che lasciò la ragazza leggermente sbigottita. Era un luna park, tipo quelli babbani, con giostre di tutti i tipi, quelle veloci, quelle tranquille, per bambini e per adulti. E sembrava che fossero tutte babbane perché non sembrava ci fosse della magia a farle funzionare.

Quel luogo le era terribilmente familiare e, quando capì perché, le si strinse lo stomaco. Sì, ci era passata spesso con i suoi amici quando andavano ad Hogsmeade, nel loro mondo, solo che era completamente distrutto con i residui dell’incendio. I Mangiamorte l’avevano distrutto proprio perché era babbano. Si era spesso chiesta come doveva essere quando era ancora intero ed ecco, adesso aveva la risposta. Era semplicemente bellissimo, c’erano un sacco di persone che si divertivano un mondo, spensierati e allegri completamente ignari della fine che avrebbe fatto quel posto.

“Allora, ti piace?” le chiese Harry spostando lo sguardo nei suoi occhi grigi.

“Sì”. Gli rispose lei a bassa voce ancora incantata a guardare quel posto; non sapeva bene perché la attirasse così tanto. Forse perché sapeva che prima o poi sarebbe stato distrutto e quindi voleva goderselo il più possibile, o forse per la strana sensazione che provava sapendo che fine avrebbe fatto.

I due ragazzi cominciarono ad addentrarsi all’interno del parco, facendosi largo tra la folla e dovendo parlare parecchio ad alta voce a causa della musica piuttosto alta, musica babbana anch’essa.

Prima salirono sugli autoscontri  continuando a inseguire Dean e un’altra studentessa di Hogwarts, venuti lì anche loro per divertirsi. Harry stava al volante e Ariel continuava a stringerglisi contro tutte le volte che la macchina sbatteva contro un’altra per smorzare l’impatto che faceva col sedile.

Poi, una volta usciti, l’accompagnò per prendere il zucchero filato e se lo divorarono insieme ed entrarono persino in una casa degli orrori.

“Secondo me non ce la fai”. Commentò Ariel ridendo mentre si trovava con Harry davanti ad un bancone pieno di barattoli vuoti che dovevi far cadere con una cerbottana per vincere un premio.

“Tu dici?” le chiese lui con un sorrisetto malizioso, molto vicino al suo naso.

“Sì, dico, dico”.

“Non ti conviene metterti contro di me, bionda”.

“E allora fammi vedere”.

Il ragazzo preparò la cerbottana e riuscì a colpire e far cadere tutti i dieci barattoli senza sbagliare un colpo.

“Visto? Che cosa ti dicevo?” le chiese lui strafottente.

“Tutta fortuna”. Rispose lei arricciando il naso.

“Fortuna o no, sono stato bravo”.

“Tsk!”

“Complimenti!” si aggiunse una ragazza minuta, con i capelli neri che sembrava una zingara e che stava dietro il bancone. “Che premio vuoi?”

Harry spostò lo sguardo verso quella marea di pupazzi che stavano in bella mostra sia dentro che tutto attorno alla tenda del gioco.

Poi spostò gli occhi sulla ragazza e le chiese. “Allora, che cosa vuoi?”

Ariel lo guardò stranita. “Come?”

“L’ho vinto per te questo gioco. Quindi sceglilo tu il premio”.

La bionda sorrise allegra.

“Voglio l’orso gigante”. Rispose alla fine alla ragazza dietro il bancone, che glielo porse.

“E’ più grande di te, come farai a portarlo?” le chiese Harry guardando la ragazza che prendeva il peluches con un po’ di fatica.

“Per questo ho un ragazzo molto forte che risponde ai miei servigi”.

“Oooh, che ruffiana!”

Harry le prese il pupazzo e si diressero ad una panchina, leggermente più lontano dal tumulto del parco per potersi riposare e parlare con calma.

Si stava già facendo buio e presto sarebbe stata l’ora di tornare ad Hogwarts, alcuni ragazzi già si affrettavano per andarsene.

“Grazie, per oggi”. Iniziò Ariel ma senza guardarlo. “Mi sono veramente divertita ed era da un po’ che non succedeva”.

“Prego, sono contento di esserti stato d’aiuto”. Le rispose lui con un sorriso dolce, spostando poi l’orso gigante dall’altro lato dato che era seduto in mezzo a loro, così che potesse sedersi più vicino alla ragazza. “E anch’io mi sono divertito”.

Ad un tratto i loro visi si fecero più vicini, così vicini che si potevano quasi sfiorare i nasi e sentirsi i reciproci fiati sul collo. Alla fine, Harry decise di togliere tutte le distanze e baciò la ragazza, dapprima un bacio leggero e casto, per darle il tempo di schiudere la bocca e lasciarlo entrare. Ariel non attese molto e si baciarono con passione, desiderando non staccarsi più e che quel momento non passasse mai.

La ragazza però sgranò gli occhi rendendosi conto di quello che aveva fatto; no, non era stata per niente una buona idea. Si staccò dalle labbra del ragazzo e lo guardò come se avessero appena fatto una cosa sconvolgente.

“Io… io non…”. Cominciò a biascicare la ragazza. “Non avremmo dovuto. Mi dispiace”.

“Cosa?” fece Harry sgranando gli occhi.

“Scusami… devo andare”.

La ragazza fece per andarsene, ma Harry la trattenne per un braccio.

“Aspetta! Tu… tu non… non mi vuoi?”

Lei lo guardò con rammarico e dispiacere; le faceva tanto male dire tutto quello.

“No, non è quello… non sei tu, sono io che…”.

“Ma risparmiami le scuse, Ariel!” le urlò lui; era proprio incazzato e Ariel si sentì sprofondare. “Parla chiaro piuttosto. Se non mi vuoi, dillo chiaramente e ci leviamo il peso di dosso”.

Harry si alzò e, riservandole un’occhiata di sbieco, si allontanò da lei in direzione del castello.

Ariel era rimasta lì, a guardarlo che se ne andava, se ne andava via da lei. Era stata una giornata stupenda, bellissima, si era divertita come non le era successo da un bel po’ e si era sentita così bene. Ed era riuscita a rovinare tutto in pochi attimi, con delle semplici e stupide parole. E tutto perché questa volta aveva seguito la ragione.

Sì, adesso aveva l’umore completamente a terra.

 

Tutti i ragazzi erano rientrati da poco al castello dopo la gita ad Hogsmeade e adesso si stavano dirigendo alla Sala Grande per la cena.

Ariel però decise di non seguire gli altri così, approfittando della stanza vuota, aveva deciso di rimanerci e di crogiolarsi nel suo dolore.

Avrebbe tanto voluto che adesso ci fossero i suoi amici o i suoi fratelli, loro sì che avrebbero saputo come consolarla. E invece… e invece era completamente sola, sola come non lo era stata da molto tempo o forse mai.  

Adesso lo doveva ammettere, era innamorata di Harry; con lui era riuscita a confidarsi, con lui poteva sia ridere che piangere, lui era riuscito a farle riprendere in mano la chitarra e a farla cantare di nuovo.

Vide la sua chitarra poggiata in un angolo e la prese; quello era un altro momento da mettere giù, su un foglio di carta e trasformarlo in melodia e musica.

I can be tough
I can be strong
But with you, It’s not like that at all

La canzone le venne così, di getto, in fondo non era difficile, bastava solo che ripensasse a quella giornata e a tutti i momenti che aveva vissuto con lui, perché con lui tutto le sembrava più semplice così come coi suoi amici. Lei odiava essere sola e sentirsi sola, proprio come in quel momento. Normalmente era una ragazza forte e dura, ma non in quel momento.

 Theres a girl who gives a shit
Behind this wall
You just walk through it

 Già da quando lo aveva conosciuto aveva sentito che c’era qualcosa, aveva iniziato a provare qualcosa per lui. Anche se finora non l’aveva capito o forse non l’aveva voluto ammettere. Però era strano; lei non si era mai innamorata e non era una tipa da provare quel sentimento. Lui doveva aver rotto quel muro, quella corazza che si era costruita.

And I remember all those crazy thing you said
You left them running through my head
You’re always there, you’re everywhere
But right now I wish you were here

 E adesso? Adesso, che avrebbe fatto? Lui sicuramente ora l’avrebbe odiata. E dire che con lui si trovava così bene, avevano un sacco di cose da raccontarsi. Tra loro ci sarebbe stato del feeling, erano fatti per stare insieme perché avevano lo stesso carattere, proprio come i loro padri.

Damn, Damn, Damn,
What I’d do to have you
Here, Here, Here
I wish you were here

Dannazione! Aveva rovinato tutto. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di averlo lì con lei ora. Pur di avere i suoi amici con lei. Pur di non sentirsi così sola.

 I love the way you are
It’s who I am don’t have to try hard
We always say, Say like it is
And the truth is that I really miss.

 

 

 ANGOLO PER MEEEEE!!!

 Eccomi di nuovo qua spero di aver aggiornato abbastanza rapidamente e spero anche che questo capitolo vi sia piaciuto visto che smaniavate dalla voglia di sapere come sarebbe andato l’appuntamento.

Non bene comunque, o almeno non bene alla fine. Eh, quando si segue la ragione si rischia di rovinare sempre tutto.

 Però dai, c’è ancora tempo e chissà se riusciranno a mettersi insieme finalmente i nostri due eroi. xD

 Bene, penso di non avere altro da dire, piuttosto voglio che siate voi a lasciarmi un commentino.

 Comunque tranquilli, questa volta la canzone che ha cantato Ariel non è di Taylor ma di Avril Lavigne, Wish you were here. Forse l’avete già sentita e se no, andate a vedervi il video che è molto bello come anche la canzone.

 Un bacio,

Milly.

 FEDE15498: ehi, tranquilla, non ti preoccupare se non ce la fai sempre a recensire, anch’io sono piuttosto impegnata in questi giorni. Maledetta scuola!! Comunque sì, ti consiglio di leggere la fic di Ino perché è veramente moooooooooolto bella, anzi, bella è un eufemismo.

P.S. com’è andato il compito di letteratura??

 PUFFOLA_LILY: an si? Hai letto la fic di Ino? Beh, allora sì che avrai capito qualcosa. Purtroppo però, come hai potuto leggere, l’appuntamento non è andato molto bene, ma chi sa. Mai dire mai. Grazie mille per i complimenti, mi fanno veramente un sacco di piacere. un bacio.

 STEFANMN: ecco, adesso hai saputo cos’è successo all’appuntamento. Non è andato bene, vero?? Comunque sì, hai ragione tu, Harry e Ariel hanno un bel po’ di cose in comune e per questo riescono a capirsi. In realtà, poi, non è che ti toccherà aspettare molto per scoprire qualcosa su questa  Ariel, diciamo circa quattro o cinque capitoli. Spero tu abbia pazienza.

 JULIET ANDREA BLACK: eh sì, Jolie è fortissima. La stimo xD adesso però mi hai messo veramente paura, dovrò veramente guardarmi attentamente le spalle, magari dovrei prendere pure una guardia del corpo :p comunque sono d’accordo con te che i Potter e le rosse vadano d’amore e d’accordo, però anche i Potter e i Black sono come pane e mortadella, quindi… per il resto, sono molto felice che adori questa fic, ma scommetto che è così solo perché è ispirata a quella di Ino :p ahaha, spero di risentirti, un beso. M.

P.S. hai cambiato nick?

  
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